DISCLAIMER: Qs personaggi non sono miei e bla bla bla.... NOTE: il
registro è doppio e il cambio viene segnalato da: @@@ @@@ ... spero si
capisca cmq quello che parla in prima persona è nobunaga ... il mio dolce
e tenerissimo nobunaga ... e guai a chi prova a dire
il contrario^^
Solo un pulcino bagnato
di Ki-chan
Parte 2/?
La
luce tenue del sole appena sorto penetrava dalla finestra della stanza
creando degl’affascinanti giochi di luce sul soffitto.
Maki si accostò al letto e lo chiamò dolcemente con un sussurro mentre con
la mano lo scuoteva con delicatezza.
Il corpo rannicchiato sotto le coperte si mosse piano.
Nobunaga aprì lentamente gli occhi ancora offuscati dal sonno e cercò di
mettere a fuoco la figura in piede accanto al letto.
@@@ @@@
Ma è già mattina?? Mamma mia che sonno! Chi è che rompe a quest’ora?
Non voglio alzarmi è così comodo e accogliente questo letto!
« Nobunaga … sveglia! »
Maki? … ho troppo sonno! Sono stanco … stanotte mi sono addormentato che
erano circa le quattro … io ho bisogno di dormire!
« nobunaga … »
« mhm … »
Ti prego lasciamo dormire … è così caldo questo letto, così morbido e
poi questo profumo è buonissimo … è il tuo?? Beh … allora hai proprio
un buon profumo!
« io vado a scuola … tu rimani qui a dormire e riposati … »
Grazie … com’è dolce la sua voce … bassa virile ma allo stesso tempo
molto dolce … sembra una mamma che si prende cura del suo figlio malato
…
« guarda che quando torno dagli allenamenti voglio ritrovarti qua! … e
non provare a venire in palestra perché tanto non ti faccio giocare … e
poi è meglio se non esci di casa da solo … … mi stai ascoltando?? »
Annuisco con la testa perché sono ancora troppo addormentato per
formulare una qualsiasi risposta sensata e quindi mi limito a rispondergli
automaticamente con un segno del capo … a dir la verità non ho molto
capito il significato delle sue parole e in questo momento non me ne frega
niente … voglio solo dormire e continuare a sentirmi così bene …
lontano dalla realtà … dai problemi … concedimelo ancora per qualche
ora … ne ho bisogno.
@@@ @@@
« buona dormita! »
Gli sussurrò il capitano mentre si allontanava per dirigersi a scuola.
Quando Kyota si svegliò era ormai mezzogiorno. Si mise seduto e si
stiracchiò come un felino, sbadigliando.
Rimase immobile qualche istante con gli occhi socchiusi ad ascoltare il
battito regolare del suo cuore, il sussurro dei suoi respiri che si
infrangevano nel silenzio che regnava nella camera mentre pensieri
disordinati gli affollavano la mente.
Con una mano andò ad accarezzare la fasciatura che aveva sul braccio. La
mano tremava, incerta, sfiorando la stoffa della garza. Sussultò. Il cuore
cominciava a battergli più forte, quasi dolorosamente. Aveva paura …
paura di affrontare ciò che aveva rinnegato per così tanto tempo.
Rimase ancora qualche minuto ad osservare un raggio di sole che accarezzava
i piedi del letto con la mente vuota e il cuore che batteva veloce …
troppo veloce … senza che lui volesse dare un nome a tutto quello … si
limitò a ignorarlo ancora.
@@@ @@@
Forza Nobunaga alzati … quello che è accaduto, è successo solo perché
ero stanco e un po’ impaurito … tutto qua … quello di ieri notte non
ero io … io sono allegro spensierato … sempre felice, chiassoso,
immaturo, insicuro, falso … e dannatamente stupido … devo tornare a
essere quello che tutto vogliono che io sia … io sono Nobunaga Kyota …
la matricola numero uno della prefettura! … solo questo … non sono quel
ragazzo timido e impaurito che ieri sera si è trovato, smarrito e in
lacrime, davanti alla porta del proprio capitano … NO! QUELLO NON SONO
IO!! Non sono io! Non sono io?
@@@ @@@
Gli allenamenti stavano per cominciare e Nobunaga si stava cambiando da solo
negli spogliatoi. Indossò una tuta che gli coprisse i lividi e uscì dagli
spogliatoio pieno di energie. Spalancò la porta della palestra e disse a
gran voce:
« eccomi sono arrivato … adesso non dovete più preoccuparvi … avete in
squadra la miglior matricola di Kanagawa … ahahah … »
Ormai erano tutti abituati alle sue solite scenate che non ci facevano più
nemmeno caso, ma quello che lasciò tutti senza parole fu la voce del
capitano che era appena entrato in palestra.
« Nobunaga cosa ci fai qui? Mi sembrava di essere stato chiaro! »
Il tono severo di Maki raggiunse la piccola matricola come uno schiaffo …
tutta la dolcezza, la gentilezza svaniti come una bolla di sapone.
Ancora un po’ scosso tentò di protestare « m … ma … … »
« niente ma! Oggi non ti alleni! Torna negli spogliatoi a cambiarti! »
@@@ @@@
Perché mi stai facendo tutto questo? Perché mi tratti così?
Mi sto dirigendo verso gli spogliatoi con la testa bassa … lo so che tutti
mi stanno guardando allibiti … forse si aspettavano che dicessi ancora
qualcosa ma come posso? È stato sufficientemente chiaro … il suo tono era
abbastanza esplicito … rabbia … ecco cosa mi ha detto … vorrei
piangere … non sa neppure quanto male mi ha fatto … non sopporto di
essere trattato così da lui … dal mio capitano … dalla persona che
ammiro … dalla persona che … …
Non capisco nemmeno perché si sia arrabbiato tanto … dopotutto cosa ho
fatto? … sono solo venuto ad allenarmi come ogni buon giocatore … sono
venuto ad allenarmi per migliorare … per diventare un ottimo giocatore …
per lui … per poter sentirmi dire che valgo qualcosa … vorrei che per
una volta nella vita qualcuno mi prendesse in considerazione … che
qualcuno non pensasse a me solamente come un bambino ma …
Vorrei che qualcuno mi dicesse che sono bravo in qualcosa … che non sono
nato solo per fare casino …
vorrei che qualcuno mi vedesse … vorrei che quella persona fosse lui …
perché ormai ho capito che per i miei genitori sono solo un problema …
con il mio carattere non faccio altro che creare loro guai e sofferenze …
non li biasimo perché pensano che sono un buon a nulla … ma ho bisogno
che qualcuno per una volta mi dica che valgo qualcosa … per una volta …
…
Se solo sapessero cosa c’è in realtà dietro alla mia spavalderia … se
solo sapessero …
Quante volte mi sono definito la miglior matricola?!
Ormai ho perso il conto … se lo fossi veramente non avrei bisogno di dirlo
… se lo credessi veramente mi basterebbe dimostrarlo sul campo … ma lo
so di non esserlo … la mia autostima è pari a zero … ma mi basta
guardare il mio capitano per capire quanto io sia piccolo e insignificante!
Credo che se non avessi tanta stima di lui prima in palestra l’avrei
mandato a quel paese … se le sue parole non mi avessero fatto così male,
fino a farmi morire le parole in bocca, gli avrei sicuramente gridato dietro
… cose che certamente non pensavo ma gli avrei gridato dietro … cose
tipo … come osi dare ordini a me o cose simili … e certamente la mia
frase preferita … sono la matricola numero uno, Nobunaga Kyota … lo dico
sempre … come a voler convincere me stesso.
Se davanti a me ci fosse stato chiunque altro lo avrei aggredito con le mie
parole … ma davanti a me c’era Maki e tutto cambia … così mi ritrovo
triste e arrabbiato mentre mi cambio come mi ha ordinato e mi preparo a
tornarmene a casa con il morale sotto le scarpe … spero non mi veda quando
me ne starò andando … non voglio incontrare il suo sguardo … ma allo
stesso tempo vorrei guardarlo negl’occhi e gridargli tutta la mia rabbia
… rabbia verso me stesso, non verso di lui, rabbia per quello che sono …
beh un po’ di rabbia anche verso di lui … ma solo un po’!
Ho finito di cambiarmi … bene adesso viene la parte più difficile …
uscire dagli spogliatoi … percorrere la palestra e poi finalmente fuori se
riuscirò a fare tutto senza incontrare il suo sguardo … sarò “salvo”
… da cosa poi non lo so …
Apro lentamente la porta … nessuno sembra essersene accorto … muovo i
primi passi incerti sul parquet lucido della palestra … l’uscita è
lontana … troppo … sono tentato di voltarmi verso di lui per ammirarlo
ma il mio sguardo è fisso sul pavimento …
La palestra in questo momento mi sembra tremendamente lunga … forse sono
io che cammino più piano del solito … forse sono io che non voglio
andarmene senza essere visto … forse la parte più ingenua di me spera che
lui mi fermi e con voce gentile e calda mi chieda scusa per i suoi modi da
dittatore … forse
@@@ @@@
Maki si fermò al centro del campo, stoppando il gioco.
Rimase in silenzio qualche istante a fissare Kyota che come un ladro se ne
stava andando. Lo osservò aspettando che la matricola si degnasse di
guardarlo poi quando vide che aveva raggiunto la porta lo fermò
« dove stai andando? »
@@@ @@@
Si sta rivolgendo a me? … credo proprio di si dato che mi sta guardando
con lo sguardo severo … cosa ho fatto ancora??? È possibile tutto quello
che faccio non gli vada bene??? … basta!!!
« a casa! »
« non mi sembra che gli allenamenti siano finiti! »
Credo di non essere mai stato così arrabbiato con Maki come in questo
momento … “cosa vuol dire … non mi sembra che gli allenamenti siano
finiti … mi prendi in giro?? Lo so anch’io che non sono finiti ma … mi
piacerebbe sapere cosa cavolo rimango qui dato che qualcuno mi ha impedito
IN MALO MODO d’allenarmi! …” ovviamente tutto questo rimane sigillato
nel mio cervello … lui non saprà mai la mia rabbia … la frustrazione
che provo ogni volta che lui mi rimprovera … ogni volta che mi guarda con
quegl’occhi accusatori … come in questo momento!
Non sopporto la mia debolezza nei suoi confronti e in quelli di tutti gli
altri.
Rimango zitto … se dicessi ancora qualcosa avrebbe il coraggio di
ribattere anche quello … vince sempre lui è inutile combattere …
« siediti sulla panchina e osserva i compagni giocare! Potrai imparare
qualcosa! »
Mi sta trattando come una schiappa … forse è quello che sono ai suoi
occhi … forse sono veramente una schiappa … di non essere un genio del
basket lo sapevo anche prima … ma se me lo dice lui è insopportabile!
Beh non ha raggiunto il suo scopo … anzi ha ottenuto l’esatto contrario
perché in questo preciso momento non mi interessa assolutamente niente del
gioco … penso solo a lui … a me … e avrei tanta voglia di sparire …
svanire ad un soffio di vento.
Gli allenamenti devono essere appena finiti … credo … si stanno
dirigendo tutti verso gli spogliatoi … non mi sono nemmeno accorto del
tempo che passava.
Adesso posso andarmene a casa … finalmente … davvero penso che sia
meglio andarmene? Sono davvero contendo che siano finiti gli allenamenti?
… non lo so! So solo che per oggi è molto meglio se mi allontano da lui
… in questi due giorni mi sono reso già abbastanza ridicolo … non
voglio dargli altri motivi per potermi deridere!
@@@ @@@
Appena Nobunaga tentò d’alzarsi dalla panchina una fitta di dolore alla
gamba gli mozzò il fiato.
Ugualmente riuscì ad alzarsi ma quando fece per andarsene Maki lo fermò:
« non riesci nemmeno ad alzarti e avresti voluto allenarti?! »
Nobunaga si voltò di scatto verso di lui e dopo un attimo di esitazione
rispose con il tono più acido che riuscì a trovare
« io sto benissimo … e volevo allenarmi! »
« perché ti ostini a negare l’evidenza? »
« … »
« e comunque per gli allenamenti … se tu non sei in grado di capire
quando non sei nelle condizioni per allenarti devo intervenire io,
impedendotelo! »
« non mi trattare come un bambino! … non lo sono! »
La sua voce tremava ma ugualmente quelle parole erano state gridate con
rabbia.
« lo so! »
La voce era calma, tranquilla, sicura. L’esatto contrario di quella della
matricola che a quelle parole spalancò gli occhi stupito
@@@ @@@
è vero o mi sta prendendo in giro?? … se mi sta prendendo in giro finge
molto bene … oppure sono io che voglio credere che non mi stia mentendo.
Sono buffo … ho sempre voluto che lo dicesse e ora che lo ha fatto non gli
credo.
Dovrei ribattere qualcosa?! Ma cosa dire? Riesco solo a guardarlo con gli
occhi spalancati.
Mi sta sorridendo … un sorriso talmente dolce da farmi sciogliere …
niente derisione … niente segno di menzogna … niente … solo una grande
dolcezza … se in questo momento dovessi morire … sarei contento di farlo
perché il mio ultimo ricordo sarebbe il suo bellissimo sorriso.
La mia rabbia è svanita come neve al sole … è bastato un suo sorriso …
due parole e io sono felice.
Abbozzo anch’io un sorriso … assomiglia più ad una smorfia in questo
momento sono troppe le emozioni che devo sopportare.
« aspettami qui! »
Annuisco con la testa mentre socchiudo leggermente gl’occhi. Quando il
riapro lo vedo entrare negli spogliatoi.
Non riesco a muovermi … devo sembrare proprio un idiota … un po’ lo
sono!
@@@ @@@
Maki fu il primo a uscire dagli spogliatoi. Di corsa raggiunse Nobunaga che
lo aspettava sulla porta d’uscita della palestra.
Lo raggiunse e disse:« andiamo! »
« d… dove? »
« ti accompagno a casa! »
« non ti preoccupare … non ce n’è bisogno! »
« non vorrei che rincontrassi quell’animale che ti ha conciato così! »
Disse indicando il livido violaceo che si intravedeva sotto la tuta più
grande almeno due taglie che indossava.
Nobunaga arrossì lievemente poi disse: « ah … mi dispiace per la tuta
… ne ho presa una dal tuo armadio … i miei vestiti erano tagliati … ti
da fastidio se lo presa??? … »
« no! Figurati! … ti sta un po’ grande! »
Disse prima di scoppiare in una risata. Era davvero buffo vederlo con quella
tuta che si vedeva benissimo che non era sua. Ci stava dentro due volte. Lo
faceva ancora più piccolo. Certe rispetto al resto della popolazione non
poteva certo essere considerato piccolo data la sua altezza e la sua forma
fisica impeccabile ma se lo si vedeva accanto a Maki l’unica
cosa che si poteva dire era che era piccolo.
@@@ @@@
Per fortuna che non se l’è presa … anche se potrebbe evitare di ridere
di me … è vero che sono buffo con questa tuta … però …
Non me la sentivo di tornare a casa a prendere dei vestiti … non volevo
spaventare mia madre … nemmeno adesso vorrei tornare a casa … ma tanto
prima o poi devo farlo … sperando che non si arrabbi troppo.
È bello camminare accanto a lui … poi è proprio una splendida giornata e
il vento di primavera mi mette sempre di buon umore. È buffo come tutti ci
guardino stupiti … a dir la verità stanno guardando lui … come sempre.
Ma ha me non dispiace … sono contento … e mi ritengo fortunato ad avere
un capitano come lui!
Un gruppo di ragazze ridacchiano piano, quella sorta di sbuffo imbarazzato e
stridulo che denota il loro interesse verso qualcuno…. Credo che siano
quel tipo di ragazze che tutti definiscono belle … io non so come
definirle … sicuramente sono carine ma il mio giudizio sarebbe solamente
oggettivo … definirle belle per me è come dire che anno i capelli neri
… un dato di fatto ma che non ha nessunissimo valore per me … non credo
di avere ma provato nulla per una ragazza … che questa sia la più bella
del Giappone o la più brutta non cambia nulla. Le ragazze non mi sono mai
interessate e il motivo sinceramente non lo so …
« scusa se prima sono stato un po’ duro. »
Mi volto aggradarlo un po’ stupito … era da quando siamo usciti dalla
palestra che nessuno dei due parlava. Non afferro subito il significato
delle sue parole … sono ancora troppo scosso dalla sua voce.
Il mio cuore capisce prima del mio cervello quelle parole e comincia a
battere veloce nel mio petto … forse ho capito perché le ragazze non mi
piacciono … forse è vero che non provo solo ammirazione per lui … anche
se è sbagliato … tremendamente sbagliato …
« il fatto è che ti avevo detto di rimanere a casa … perché sei
venuto?? »
Già perché? È la stessa domanda che mi faccio io ogni mattina prima degli
allenamenti …
« per allenarmi! »
Che risposta stupida e scontata … ma è l’unica cosa che posso dirgli.
Il nostro discorso si ferma lì … forse a capito che sono troppo confuso
per parlare o semplicemente si è stufato di chiacchierare con uno che dice
solo cretinate … è possibile.
@@@ @@@
« aspetta qua un attimo! »
Disse il ragazzo più grande prima di attraversare la strada e entrare in un
piccolo ristorante. Nobunaga, un po’ stupito, lo guardò andarsene e fece
come gli aveva detto. Si sedette su una panchina che distava qualche passo e
ne approfittò per rilassarsi un po’.
Si appoggiò sullo schienale e, chiudendo gli occhi, lasciò cadere la testa
all’indietro. Cercò di far rallentare il cuore impazzito che gli batteva
dolorosamente nel petto e respirò a pieni polmoni l’aria frizzante di
quel giorno di inizio primavere.
Quando aprì lentamente gli occhi vide una figura davanti a lui che lo
osservava mentre si avvicinava.
Spalancò gli occhi impaurito… le ferite ripresero a pulsargli, come se
avessero magicamente riconosciuto il ragazzo che si stava avvicinando a
grandi passi.
Il teppista arrivato a pochi passi da lui si fermò e disse: « ciao … che
fortuna trovarti qui … avevo proprio voglia di finire ciò che ieri ho
lasciato a metà … alzati e vieni con me! »
@@@ @@@
Bel modo per finire la giornata … dovevo proprio incontrarlo … ieri non
mi ha pestato già abbastanza??
Adesso cosa faccio? Potrei rimanere qui e non seguirlo tanto Maki
arriverebbe … però cosa penserebbe di me?
Che non sono nemmeno capace di difendermi da solo … anche se cavolo questo
è un bestione … sarà alto due metri e peserà circa novanta chili …
anche volendo non potrei mai sperare di batterlo … e ieri mi ha dato la
conferma … però non voglio che il mio capitano mi veda debole … potrei
seguirlo senza fare troppe storie … Maki non ne saprebbe niente … certo
mi massacrerebbe di botte. Ho deciso lo seguo e al diavolo tutto il resto.
Mi alzo ma mi tremano un po’ le gambe … chissà dove mi vuole portare?
« non pensavo m’avresti seguito così facilmente!»
Se stesse un po’ zitto sarebbe tutto meno penoso e umiliante.
Certo che poteva anche essere più originale nella scelta del luogo dove
pestarmi a sangue … un vicolo … che schifo!
Si è fermato. Mi tira un pugno nello stomaco e cado sui sacchi della
spazzatura dietro di me … fa un male terribile … non riesco nemmeno a
respirare … e non posso fare a meno di pensare a lui mentre mi fa rialzare
strappandomi un gemito di dolore.
@@@ @@@
Una figura li raggiunse e fermatosi alla spalle del ragazzo più alto disse:
« lascialo »
Il teppista lasciò ricadere il corpo del piccolo Nobunaga sui sacchi della
spazzatura e si voltò seccato verso quella voce dicendo: « chi è che ha
il coraggio di darmi ordini? »
@@@ @@@
Maki? Sei tu? Oddio perché sei venuto? … perché mi devi vedere così?
@@@ @@@
Il capitano del Kainan si avvicinò ulteriormente al ragazzo e dopo avergli
sussurrato qualcosa che Kyota non riuscì a udire lo colpì in pieno viso
facendolo cadere a terra stordito.
Il teppista preferì andarsene piuttosto che subire la sua ira conscio che
avrebbe avuto la peggio.
Quando il ragazzo fu lontano Maki si avvicinò a Nobunaga assicurandosi
delle sue condizioni.
Dopo poco uno schiaffo colpì il volto della giovane matricola.
@@@ @@@
Perché? Perché?
Avrei potuto sopportare mille dei suoi pugni ma non un tuo schiaffo …
quello no … mi fa troppo male. … … mi detesti così tanto?
« sei completamente impazzito? …
Perché sei così arrabbiato?? … non ti avevo mai visto così … stai
gridando quasi.
… dove hai la testa? Volevi farti massacrare? »
Forse sarebbe stato meglio … almeno non avrei dovuto sentire i tuoi
rimproveri … mi fanno talmente male.
Cerco di alzarmi anche se sento male ovunque e faccio per andarmene … non
voglio che vada le lacrime che stanno per solcarmi il viso … non voglio
che le veda ma non ho la forza per trattenerle … credo di aver pianto di
più in questi due giorni che in tutta la mia vita … e la cosa peggiore
che l’ho sempre fatto davanti a lui.
Devo andarmene ma mi ferma con la mano … immaginavo che lo facesse, non è
così facile terminare un discorso quando lui ha deciso che si dovesse
continuare, … però sinceramente speravo che mi lasciasse andare … e il
braccio che mi cinge non fa altro che peggiorare la mia situazione …
comincio anche a singhiozzare lievemente … spero che lui non se ne
accorga.
Mi fa voltare verso di lui ma non appena vede il mio viso rigato da una
lacrima la sua espressione muta. Mi mette una mano in testa e accarezzandomi
delicatamente come si farebbe con un gatto, mi chiede scusa per il suo
comportamento
« avevo paura per te »
Paura? Come stona questa parole sulle sue labbra … è strano pensare che
anche lui possa provare paura … io ho paura … di tutto … non lui! Ma
il fatto che abbia potuto provare Paura PER ME … non per se stesso o per
qualcun altro … no! Per me … è una cosa che mi stordisce … mi lascia
totalmente interdetto.
Ci riavviamo verso casa mia e mentre percorriamo la strada tutti ci guardano
… questa volta guardano me … sono proprio conciato male e puzzo di
spazzatura … però accanto a me c’è il mio capitano e sono tranquillo
perché non è più arrabbiato … beh non lo era neanche prima … era
PREOCCUPATO e questo mi fa impazzire!
fine secondo cap.
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