Principio
di Hymeko
Il
cielo dell’Occidente, verso il deserto immenso, era ancora di un profondo
blu scuro, punteggiato delle ultime stelle che ancora resistevano
all’avanzata del dio Sole. Una brezza fredda soffiava dai monti dietro
il palazzo, scuotendo leggermente i mantelli. La città era
tranquilla, vuota, ancora immersa nel sonno. I cavalli aspettavano
con calma i cavalieri, il loro odore forte che impregnava l’aria,
mentre le guardie ultimavano i preparativi e i Priest uscivano a salutare
coloro che stavano per partire.
Il Faraone si avvicinò al figlio, stupendosi di quanto fosse
cresciuto in fretta. Sembrava ieri che lo teneva fra le braccia, che
lo coccolava dopo la scomparsa della madre, che lo difendeva dall’odio
del fratellastro…ed eccolo lì, sicuro sotto il peso delle proprie
responsabilità, col Priest che s’era scelto come compagno per
il suo lungo cammino, all’inizio del suo primo, vero viaggio.
Gli posò le mani sulle spalle, colmo d’orgoglio paterno:
”Mi raccomando, rimani sempre con la scorta, e con Seth. Loro ti difenderanno
in caso di necessità”
Il principe sorrise:
”Padre, non vi preoccupate. Andrà tutto bene”
Sospirando, il Faraone si allontanò da lui. Era ora che lo
lasciasse andare. Doveva iniziare a percorrere la via che, un giorno,
l’avrebbe reso un grande sire.
”Va bene”
Lo guardò salutare tutti, poi, mentre era distratto da Mahad,
cercò Seth con lo sguardo.
Il Priest dovette avvertire che qualcuno lo stava fissando, perché
distolse gli occhi dalla cavalcatura finché non incontrò
le iridi viola del Faraone. Immediatamente si inchinò, rialzando
poi la testa a un cenno della sua mano.
I due si fissarono, una muta raccomandazione che passava dal più
vecchio al più giovane…Seth annuì in silenzio. Avrebbe
badato lui al principino.
”Allora, padre, arrivederci”
Il Faraone sussultò, quando il figlio lo salutò prima
di avviarsi verso la sua cavalcatura.
”Arrivederci”
rispose lui meccanicamente, costringendosi a rilassare i muscoli.
Ormai era fatta…
”Aknadim…”
Il Priest staccò a forza gli occhi dalla schiena del figlio
che s’allontanava, e li portò su suo fratello il Faraone:
”Sì?”
L’altro lo guardò, poi sorrise:
”Sono contento che alla fine abbia scelto Seth. Lui lo saprà
proteggere”
”Ma certo, è un ottimo Priest”
Il Faraone emise un sospiro, poi scrollò il capo e si voltò:
”Andiamo…è inutile rimanere qui a prendere freddo”
”Hn”
Aknadim fissò per un’ultima volta la schiena del figlio ormai
distante, poi seguì il fratello maggiore, con una muta preghiera
che saliva continuamente dal suo cuore verso gli dei. Ritrovare Seth,
e subito vederlo impegnato in una missione…cupi sogni avevano invaso
le sue notti sin dal giorno in cui quel principino ignorante e scellerato
lo aveva scelto come propria guardia del corpo. Se gli fosse accaduto
qualcosa, e lui non fosse riuscito a dirgli la verità…
’Devo stare calmo…Isis veglierà su di loro, i soldati sono
addestrati, e Seth è forte’
Lo preoccupava solo il moccioso inesperto, ma se avesse tenuto la
testa a posto, sarebbe andato tutto bene, ne era certo. Suo figlio
era abbastanza in gamba per tutti e due.
’Seth…’
Ancora non capiva che tipo di legame ci fosse fra suo figlio e il
cugino, ma sperava fosse abbastanza solido da permettere a Seth di
diventare il vero sovrano. Anche se avesse regnato nell’ombra, avrebbe
tirato lui le fila del regno. Seth ne aveva le capacità, non
come quel bamboccio cresciuto nella bambagia!
”Fratello, tutto a posto?”
Aknadim sussultò. Il Faraone lo stava fissando.
”Ah…sì…stavo solo pensando ai ragazzi”
L’altro sorrise:
”Anche tu in pena?”
”Come non potrei esserlo, per il bene del nostro Regno, e delle nostre
anime?”
Il sovrano annuì, e riprese a camminare, entrando finalmente
nel palazzo:
”Ma proprio per il bene del Regno, dobbiamo renderli forti. Ora non
pensiamoci più…abbiamo una lunga giornata davanti”
”Sì”
Un ultimo sguardo alla notte che si tramutava in giorno, e anche Aknadim
entrò nel palazzo.
Le ombre degli
edifici si stavano facendo più nitide, mentre la notte svaniva
per trasformarsi in giorno. La città iniziava a vivere, gli
uccelli solcavano il cielo e i gatti saltavano da un tetto all’altro.
Mentre studiava gli abitanti che fissavano incuriositi il piccolo
corteo, Seth si concesse un attimo per ammirare il suo principe. Il
ragazzo non aveva addosso i monili che ne indicavano la regalità,
a parte la pesante fascia d’oro con l’occhio di Râ che gli adornava
la fronte, unica concessione al suo status. Doveva sì presentarsi
come il principe ereditario, ma non doveva ostentare né ricchezza
né potere…era lì per visitare i suoi futuri territori,
non per dominarli già.
Il Priest sospirò. Lui invece era in alta uniforme, con l’alto
copricapo blu come il resto delle vesti, e la Millenium Rod ben in
vista. Era suo compito attirare l’attenzione su di sé, distoglierla
dal principe, essere il primo bersaglio nel caso in cui qualcuno tentasse
qualcosa.
’È un bene che lui non lo sappia’
pensò, sbirciando ancora il principe, che…stava a sua volta
fissando con aria sognante le rovine del mercato.
Seth sussultò, quando i loro occhi si incontrarono. Il viso
del principe si illuminò di un sorriso raggiante, e il Priest
chinò il capo per nascondere il proprio. Quel luogo era zeppo
di bei ricordi, ma anche dannatamente pericolosi…scosse il capo, rialzandolo.
Non era il momento di farsi prender dal passato, sebbene la sua bocca
avesse l’unico desiderio di mischiarsi con quella del suo amante.
’Baciarlo…averlo…possederlo…’
Quei pensieri continuavano a ronzargli nel cervello…se solo avessero
potuto imboscarsi nella locanda in cui aveva alloggiato…
Il capitano delle guardie fermò il cavallo vicino al suo, e
fece un piccolo inchino:
”Nobile Priest, siamo arrivati alle porte della città”
”Bene”
I soldati si sarebbero sempre rivolti a lui, dato che non avevano
il permesso di parlare direttamente all’erede. A fare da tramite fra
il cielo e la terra ci avrebbe pensato lui…per questo si girò
lentamente verso il suo amante:
”Mio principe, il deserto è di fronte a noi”
L’altro annuì:
”Andiamo pure”
Una piccola folla si era radunata per vederli partire, studiando con
occhi meravigliati e bocca spalancata il ragazzo dai grandi
occhi viola, che si stava allontanando con un Priest del Regno e una
decina di soldati…raramente lo avevano visto, ma doveva per forza
essere lui…l’erede al trono…
A un cenno di Seth, le guardie si disposero attorno a loro, e il gruppetto
oltrepassò la porta, immergendosi nella strada battuta che
collegava il nord col sud. Presto la strada si sarebbe trasformata
in una semplice pista, ma a nessuno importava veramente. Avrebbero sempre
avuto il sacro fiume Nilo accanto a loro, sarebbe stato impossibile
perdersi se non ne avessero lasciato la riva.
”Seth?”
Il Priest cavalcò accanto a lui:
”Sì, mio principe?”
L’altro si guardò attorno…le guardie erano a circa due/tre
metri da lui, a controllare la strada.
”Cavalca vicino a me”
bisbigliò il giovane senza guardarlo, mantenendo la schiena
ben ritta e lo sguardo fisso in avanti.
Seth lo studiò, poi annuì:
”Come desiderate, mio principe”
Era un desiderio comprensibile, potevano stare finalmente vicini senza
temere alcun impiccio, senza destare alcun sospetto. Anche senza dire
nulla, era più che naturale che il Priest rimanesse nelle immediate
vicinanze dell’erede.
”…è bello qui fuori”
mormorò il ragazzo, studiando le sponde del Nilo cosparse in
quel punto da massi, mentre alcune palme si curvavano gentilmente
sull’acqua, le foglie che ne sfioravano la superficie.
”Sì”
Inspirando, il principe lo guardò, e sorrise. Era felice.
O almeno cercava di esserlo finché fosse stato possibile. Seth
vedeva, nel fondo dei suoi occhi, l’ombra amara di una vita confinata
in limiti invalicabili, in una prigione da cui il suo cuore non poteva
uscire. Essere nato come principe gli aveva donato ricchezza e potere,
ma l’aveva privato di libertà e spensieratezza…il loro era
solo un semplice viaggio, ma all’erede doveva sembrare di volare nel
cielo.
”Tu…hai fatto molti di questi viaggi?”
gli chiese, studiando incuriosito le dune di sabbia che si levavano
all’orizzonte.
”A dir la verità, un viaggio così lungo l’ho fatto solo
dal mio villaggio sino al vostro palazzo. Prima erano solo spostamenti
da un paesino all’altro per vendere i prodotti dei campi”
”Ed era…faticoso?”
Seth sorrise dolcemente. Quella era l’ingenua curiosità di
chi non aveva mai preso in mano una vanga in vita sua…non avrebbe
mai realmente capito, anche se gliel’avesse spiegato per ore. Ma non
per questo sarebbe stato zitto:
”Alcune volte, soprattutto quando il sole batteva forte. Ma sono diventato
forte, così”
”Già. E sei riuscito ad arrivare sino da me”
sussurrò in un secondo momento l’erede, gettando indietro la
testa e fissando il cielo. Quello era l’unica cosa uguale sia nel
suo palazzo che lì…come invidiava i falchi che lo potevano
solcare senza sosta, fendendo l’aria mentre il sole splendeva su di
loro…
Sbatté le palpebre, poi si strofinò gli occhi.
”Mio principe? Tutto bene?”
L’altro spense la preoccupazione di Seth con un gesto della mano:
”Credevo di aver visto un grosso falco, ma devo essermi sbagliato.
Era davvero troppo grosso”
Il Priest studiò il cielo, pensieroso…non dubitava della vista
dell’erede, quindi la conclusione era semplice.
”Seth? Cosa stai pensando?”
Sospirando piano, il Priest lo studiò:
”Mio principe, non penso che la vostra vista vi abbia ingannato”
”Eh?”
Seth lo adorava quando lo fissava così, gli occhioni sgranati
e le labbra leggermente socchiuse, con quell’espressione deliziosamente
sorpresa sul viso…gli faceva sempre venir una gran voglia di baciarlo…
’Ma il mio ruolo deve venire prima di tutto’
”Credo che ci fosse davvero qualcosa lassù in alto, a…vegliare
su di noi”
Era una fortuna che il suo cavallo fosse docile e ben addestrato,
perché un altro avrebbe potuto reagire male, quando il principe
si irrigidì violentemente.
”C-Che stai dicendo?”
bisbigliò rabbioso, pregando che le guardie fossero abbastanza
lontane.
Seth sospirò. Avrebbe voluto che non fosse così, che
nessuno li stesse accompagnando dell’alto, ma non ne aveva dubitato
un solo secondo, già da prima della partenza. Se fosse rimasto
a palazzo, in fondo, sarebbe stato il primo a proporlo…
”Non posso averne la certezza assoluta, data la distanza, ma immagino
che il Priest Isis abbia mandato i suoi servitori alati per vigilare
sul nostro cammino”
Era un brutto colpo per il principe, Seth lo vedeva. Ad un osservatore
esterno, sarebbe parso che l’emozione per il viaggio si fosse improvvisamente
spenta. Ma lui, e nessun altro, sapeva la verità.
Con simili occhi puntati costantemente addosso, non avrebbero potuto
concedersi nemmeno un attimo di intimità.
”Ah”
mormorò alla fine, il brio che l’aveva invaso che andava spegnendosi
come una candela in una tempesta.
”…mio principe…”
Se avesse potuto gliel’avrebbe tenuto nascosto, ma era consapevole
del rischio che avrebbero corso. Se avessero scoperto la verità
sulla loro relazione vedendo una carezza o un bacio anche solo sfiorato,
cosa sarebbe successo al loro ritorno?
”È tutto a posto”
mormorò l’altro, raddrizzando la schiena e fissando intensamente
il fiume che scorreva dritto davanti a loro.
”…stanotte è prevista una sosta in un villaggio…potremo parlare
di ciò che rabbuia la vostra mente”
L’altro lo guardò. Sarebbero stati soli?
’A giudicare dalla luce birichina nei suoi occhi, direi di sì’
Sorrise.
”Non vedo l’ora”
mormorò a voce talmente bassa che persino Seth fece fatica
a percepire.
Ma si era rasserenato, e questo gli bastava…sospirò piano,
e si concentrò sulla pista che scorreva dinnanzi a loro. Alcuni
campi si stagliavano alla loro destra, e i contadini intenti ad irrigarli
manovravano in continuazione gli attrezzi, come lui aveva fatto tante,
infinite volte…la sua vecchia vita si mostrava vivida ai suoi occhi,
ma la sua mente era preclusa a quelle immagini, come se le vedesse
attraverso un filtro, o una lastra di vetro smerigliato. Non apparteneva
più a quel mondo, se ne rendeva conto…non per la ricchezza
che lo circondava o per il potere che stringeva fra le dita, ma per
il cuore che aveva conquistato. Se fosse rimasto lì non l’avrebbe
mai amato…non ne sarebbe mai stato amato…all’improvviso gli venne
in mente Kisara.
’Chissà dov’è’
pensò, chiedendosi se fosse normale amare sia una ragazza che
un ragazzo.
’Anche se, in effetti, Kisara la conosco relativamente poco’
La amava follemente, ne era innamorato, gli piaceva o era solo una
cotta passeggera? Non la vedeva da anni ormai…non sapeva neppure se
fosse ancora viva. Lei, e quel terribile e maestoso potere che conservava
nel profondo…era quello ad interessarlo, in realtà?
Sbirciò il suo amante. Lui era lì, e Kisara no.
’Non so nemmeno se la rivedrò mai…’
Scosse il capo. Lei era lontana, lui era lì.
’E poi, lei non ha mai dimostrato interessamento nei miei confronti.
Il principe, invece…’
Si mordicchiò un labbro, mentre la voglia di lui tornava a
martellargli le orecchie. Aveva fatto tanti bei discorsi, ma se avesse
potuto trascinarlo dietro una roccia, allora sì che si sarebbero
divertiti…
”Priest Seth?”
”Hn?”
Il suo addestramento, e il suo carattere impermeabile, gli permettevano
di reprimere la sorpresa in ogni momento. Era impossibile coglierlo
alla sprovvista, quindi quando il capitano delle guardie si rivolse
a lui, il suo sguardo sembrava attento al paesaggio e ai dintorni.
Benché, in realtà, stesse pensando a tutt’altro…
”Gli esploratori riferiscono che un folto gruppo di mercanti sta venendo
da questa parte. Li incontreremo subito dopo quella collina”
e indicò una bassa altura dinnanzi a loro. La pista costeggiava
il fianco del rilievo opposto al fiume, sparendo dopo una curva a
gomito.
”Quanti carri sono?”
”Una decina, nobile Priest”
Seth studiò la situazione. Il percorso non era abbastanza largo
per permettere a tutti di passarvi assieme, e comunque non gli andava
di esporre il principe a un simile rischio. Dieci carri…un numero
elevato.
Strinse gli occhi. La collina in sé era liscia e spoglia, senza
massi né arbusti, un semplice mucchio di sabbia e terreno.
Alla sua sinistra scorreva il sacro Nilo, mentre alla sua destra una
serie di grossi massi creava una piccola oasi d’ombra in tutto quel
sole.
’Sono quasi quattro ore che cavalchiamo…’
Certo, era un periodo relativamente breve, ma una sosta sarebbe stata
gradita. Decise in fretta ma, in ossequi al ruolo dell’altro, si rivolse
prima a lui:
”Mio principe?”
L’erede fece un cenno d’approvazione con la testa, e Seth tornò
a rivolgersi al capitano:
”Dia ordine agli esploratori di tornare, e di esaminare minuziosamente
quel gruppo di massi. Quando vi giungeremo ci fermeremo lì
per una sosta, finché i mercanti non saranno passati”
”Sì, signore”
”Seth?”
Il Priest si voltò immediatamente:
”Sì, mio principe?”
”Ordina di preparare il pasto. Lo anticipiamo…sarebbe inutile fermarci
di nuovo dopo”
L’altro annuì:
”Avete ragione, mio principe. Avete sentito l’ordine di sua altezza?
Trovate il luogo adatto e preparate le tende per il pasto. Mi raccomando,
fuori dalla vista della strada”
”Ai vostri ordini!”
e dopo un profondo inchino, l’uomo scattò verso i soldati,
che si mossero in fretta.
Quando fu sicuro che nessuno potesse sentirli, il principe si avvicinò
a Seth:
”Seth…”
”Sì?”
Sembrava irrequieto…o ansioso, notò il Priest.
”Secondo te…quei mercanti possono essere pericolosi?”
Seth rimase un secondo in silenzio. Aveva timore per le loro vite,
o era solo curioso?
”Vi confesso che non lo penso, mio principe. Ma non ho intenzione
di rischiare…e il vostro ordine è giunto a puntino”
Con un sospiro, l’altro si rilassò:
”Meno male”
commentò, mentre la tensione svaniva piano.
Si voltò per scambiare due parole con Seth, quando di accorse
che il suo amante lo stava studiando in silenzio.
”Che c’è?”
I due si fissarono, poi Seth decise di porgli il quesito che gli martellava
la mente. In fondo, che fosse schietto con lui era una di quelle cose
che desiderava, quindi…
”Mio principe, perdonate l’ardire, ma…posso chiedervi come mai mi
avete fatto quella domanda?”
L’altro sorrise dolcemente, lieto che Seth avesse avuto il coraggio
di chiedergli una spiegazione:
”So che può sembrare una sciocchezza vista dell’esterno, però
per me non lo è. Io sono in bilico fra due mondi…il palazzo,
e quello reale. Non so nulla di questa vita…e benché sembri
tanto certo, io tremo davanti al pericolo. Sia per la paura, ma anche-
soprattutto- per l’intimo desiderio di…incontrarlo”
Seth sbatté le palpebre:
”Voi…desiderate di trovarvi in pericolo? Ma…”
Un velo di porpora tinse le gote dell’altro:
”Quando si sente tanto parlare di qualcosa, ma non la si può
provare, io credo sia naturale che nasca una sorta di desiderio perverso.
In fondo, il modo in cui ci siamo conosciuti dipende proprio da…questo”
Seth sorrise con comprensione:
”Avete ragione, adesso che ci penso, in fondo è normale. Anche
se questo porta le persone accanto a voi a preoccuparsi seriamente,
e a chiedersi cosa si dovranno aspettare da voi”
Ma l’erede lo guardò storto:
”Lo dici sul serio, o…”
Il Priest fece finta di indignarsi:
”Certo che dico sul serio! Dovrò raddoppiare la sorveglianza
attorno a voi”
Ma il principe rise. Una risata argentea e leggera, la prima vera
da quando erano usciti. Il ragazzo gettò indietro il capo,
perdendo lo sguardo nel blu del cielo. Era felice…era davvero felice.
Era libero, anche se in modo diverso da quello che aveva sognato prima
di incontrare Seth.
In quel viaggio sarebbe stato libero rimanendo se stesso, senza nascondersi
dietro una falsa identità. E avrebbe avuto Seth accanto.
’Cosa può esserci di meglio?’
Certo, poter manifestare liberamente i loro sentimenti avrebbe reso
tutto ancora più bello, ma dato che da quel punto di vista
lui era realistico, sapeva dove finire di sognare.
”Nobile Priest, abbiamo trovato il luogo adatto”
L’erede sussultò, quando si accorse che il capitano delle guardie
era tornato da loro. Seth doveva essersi accorto che lui era distratto,
perché si era portato in avanti col cavallo, in modo da coprire
al soldato la visuale.
”Bene. Mio principe?”
Lui annuì:
”Andiamo pure”
La collina era ormai di fronte a loro…il principe e il Priest vennero
scortati fino a un sentierello sulla destra, fra le grosse rocce.
Seth strinse il suo Oggetto Millenario, tenendolo in bella vista.
Aveva fiducia nei soldati che li scortavano, ma era meglio che chiunque
si potesse esser nascosto sapesse che lì era presente un Priest
del Regno.
”Stai calmo, non accadrà nulla”
”Hn”
Il ragazzo si rilassò un po’ quando giunsero in un largo spiazzo,
dove alcuni teli erano montati su pali piantati nel terreno per formare
delle zone d’ombra provvisorie. Lo spiazzo era circondato da una corona
di rocce, e molti soldati erano appostati sulla sommità. Nessuno
si sarebbe potuto avvicinare senza esser visto…Seth annuì soddisfatto
e, sceso da cavallo, tenne fermo quello del suo sire.
”Non avevo mai mangiato così…è…insolito”
mormorò, sedendosi su un manto piegato su un masso, sotto l’ombra
di una tenda.
”…siamo fortunati, oggi. Se piovesse sarebbe peggio…non vi piacerebbe
così tanto”
”Hai mangiato sotto la pioggia?”
Seth scrollò le spalle:
”Alcune volte. Il cibo era condito dal fango…era una pappa insopportabile”
Il principe affondò i denti nella focaccia d’orzo che Seth
gli aveva servito. Era buona, fresca, fragrante, profumata…una delizia
che non riusciva a essere rovinata dall’idea del cibo che Seth aveva
mangiato. Il suo amante era lì con lui e nulla l’avrebbe allontanato,
il suo passato era lontano, terminato, e lui avrebbe fatto qualsiasi
cosa, avrebbe usato ogni sua goccia di potere per mantenere quella
situazione invariata.
”Non pensarci più”
mormorò, reprimendo a fatica l’istinto di fargli un po’ di
spazio sul masso. Seth non si sarebbe mai seduto accanto a lui, lo
sapeva, ma vederlo sbocconcellare la sua focaccia in piedi, continuando
a guardarsi in giro, gli faceva passare la fame.
”Avete ragione, ora devo solo pensare a voi”
”Ah…già”
Nascondendo il viso dietro la focaccia, il principe sorrise. Come
riusciva a lusingarlo sempre?
”Desiderate qualcosa da bere?”
”Grazie…Seth?”
”Sì?”
Un’idea per stare un po’ soli in fondo l’aveva…ma chissà se
Seth l’avrebbe accontentato. Bevve un sorso e lo sbirciò:
”Quei mercanti…sono già passati?”
Seth lo studiò, un fastidioso presentimento nel cervello:
”No, mio principe. Stanno arrivando ora, da quanto mi hanno riferito”
”E…non ci sarebbe la possibilità di…vederli passare?”
Gli occhi di Seth si spalancarono…era una fortuna che nessuno dei
soldati fosse abbastanza vicino per notarlo.
”Mio principe, mi chiedete qualcosa di…”
”Pericoloso, lo so. Insolito, rischioso, imprudente, folle…”
”…spaventoso, da brividi…”
”…ma tremendamente eccitante…proprio come ti dicevo prima”
Il Priest sospirò:
”Mio principe…”
”Seth…vorrei davvero vederli”
Si fissarono un attimo, poi Seth sospirò ancora:
”Vi prego di terminare il vostro pasto, mio principe. Io darò
istruzioni per far realizzare il vostro desiderio”
”Seth!”
I suoi occhi viola si illuminarono, ma il Priest lo anticipò:
”Ma se il luogo che troveranno non mi soddisferà, e comunque
al minimo segno di pericolo per la vostra incolumità, vi riporterò
indietro”
”Sì, Seth”
”Anche di peso, se necessario”
Il principe annuì, bevendo un sorso d’acqua. Alla fine, riusciva
sempre a farsi accontentare da Seth, se le sue richieste non erano
troppo esagerate. Lo osservò mentre convocava il capitano delle
guardie e gli ordinava di trovare un sicuro punto d’osservazione,
perché sua maestà il principe potesse osservare coi
propri occhi i mercanti che passavano sulle sue terre. Il capitano
si inchinò e andò a dare ordini, mentre Seth finiva
il suo pasto.
”Grazie”
L’altro scosse piano il capo:
”Lo sto già rimpiangendo”
”Farò il bravo”
”Lo spero!”
Ridacchiando, il principe si gustò dei fichi secchi:
”Non essere pessimista, andrà tutto bene. Non ho intenzione
di causarti fastidi. Obbedirò a ogni tua istruzione, rimarrò
al riparo, non attirerò l’attenzione. Desidero solo vederli”
”Quel che non capisco è il motivo”
”…i loro occhi avranno visto luoghi lontani, no?”
”È probabile”
”…vorrei poter vedere quei luoghi riflessi nelle loro iridi”
”…questo non è possibile, mio principe”
L’altro annuì:
”Lo so, ma che altra speranza ho?”
”…diventate il più grande principe che il Regno abbia mai avuto”
L’erede lo studiò:
”Che stai dicendo?”
Seth si concesse di guardarlo a lungo, prima di rispondere:
”Più grande e forte diverrete, maggiori saranno le missioni
che vostro padre vi affiderà. Di conseguenza spesso andrete
lontano, come rappresentante del Faraone”
”Ma sarò sempre acclamato come principe d’Egitto”
Una luce passò sul volto di Seth:
”Potremo sempre sgattaiolare fuori, mio principe”
Il principe si mordicchiò sensualmente le labbra:
”E chi ti dice che porterò sempre te? Potrei andarci con…Mahad,
ad esempio”
”In questo caso, principe, io mi farò rispettosamente da parte”
e si inchinò profondamente, sperando che l’altro avesse notato
che non aveva usato il possessivo, prima del suo titolo.
”Sciocco…”
bisbigliò il suo amante, che evidentemente se n’era accorto,
e ne era molto risentito.
”Perdonatemi, mio unico principe”
L’inchino di Seth si fece ancora più profondo, scatenando una
marea di bisbigli nei soldati, che non potevano fare a meno di chiedersi
cosa avesse detto il Priest per doversi scusare così…titubante,
il capitano si avvicinò a loro. Aveva trovato il luogo adatto,
ma era il momento di dirlo?
”Parla pure, capitano”
L’uomo sussultò e si prostrò al suolo quando l’erede
al trono si rivolse direttamente a lui, scavalcando il Priest ancora
inchinato.
”Altezza, ho trovato il luogo adatto in cui la maestà vostra
potrà soddisfare il suo desiderio di osservare i mercanti in
tutta sicurezza”
”Molto bene. Conducici là. Seth, alzati”
”Vi ringrazio, mio principe”
Il ragazzo si avvolse il mantello attorno al corpo. Il sole era al
suo massimo splendore, e faceva caldo.
’Spero che sia all’ombra’
Non voleva tornare indietro subito…prese una borraccia e camminò
dietro l’uomo, sentendo lo sguardo obliquo di Seth su di sé.
Non era arrabbiato con lui, ma voleva lo stesso tenerlo sulle spine.
Non avrebbe dovuto chiamarlo semplicemente principe, lui era suo e
doveva continuamente dirlo!
’Altrimenti che senso avrebbe tutto questo?’
”Capitano, è molto distante dall’accampamento?”
”No, nobile Priest, è qui dietro”
Avevano imboccato un sentierello che si snodava fra le rocce, serpeggiando
in una ripida salita…poche decine di metri e arrivarono a una fenditura
nascosta nell’ombra di due massi, appoggiati uno contro l’altro. Era
leggermente troppo in alto per il principe, ma il ragazzo non vi diede
peso.
”Molto bene, capitano. Ritiratevi pure. Penserà Seth alla mia
protezione”
”Come desiderate”
e se ne andò dopo un profondo inchino.
”Mio principe?”
Ma l’altro sembrava non dargli retta…con un po’ di fatica s’era issato
fra le due rocce, puntellandosi contro una sporgenza, trovandosi all’altezza
perfetta per guardare giù, per studiare comodamente la strada
fra la collina e il gruppo di massi, osservando il lento viaggiare
dei carri e delle persone.
”Mio principe?”
ripeté Seth con una nota di paura nella voce, arrischiandosi
ad avvicinarsi un po’ al ragazzo, sebbene non ne avesse ricevuto formalmente
il permesso.
”Non sono arrabbiato con te”
Il principe si voltò, e Seth vide che sorrideva. Tirò
un sospiro di sollievo, quando il ragazzo gli tese la mano per farlo
avvicinare di più.
E, quando fu accanto a lui, si chinò per baciare quella mano
che poteva scomparire nella sua.
”Io sarò sempre vostro, mio amato principe”
sussurrò, posando ancora le labbra sulla sua pelle.
”Seth…”
”Non siate triste, né invidiate la libertà del resto
del mondo, perché anche voi siete libero”
”…ti ringrazio. Tu mi lusinghi e mi vizi troppo”
”Il mondo stesso dovrebbe inchinarsi ai vostri piedi”
Ridacchiando, il principe lo tirò accanto a sé:
”Non credi di esagerare?”
bisbigliò, appoggiandosi a lui. Le rocce sopra di loro li proteggevano
da sguardi indiscreti, una piccola concessione se la potevano permettere…il
principe sapeva che Seth gli avrebbe concesso anche quello.
”Forse…”
sussurrò il Priest, posando le labbra sulla sua fronte, mentre
si conficcava le unghie nelle carni per impedirsi di andare oltre.
Non potevano rischiare, non potevano farsi scoprire…
”Comunque i tuoi consigli sono sempre saggi. Mi godrò il viaggio,
e farò in modo che mio padre mi scelga per altre missioni”
”Sono lieto della vostra decisione”
Il principe appoggiò il viso alla roccia, rimanendo ben nascosto,
mentre osservava lo scorrere sottostante delle persone:
”Sarà più difficoltoso convincere Mahad a non intralciarci”
Seth fece una smorfia:
”Vi confesso che, pur rispettandolo profondamente per il legame di
amicizia che vi lega, trovo il Priest Mahad un po’…invasivo”
”Immagino che si sia sentito scavalcato. Non essere geloso se gli
concederò un po’ di attenzioni in futuro, chiaro?”
”Sarà come il mio principe desidera”
”…bene. Ora limitiamoci a guardare un po’ questa gente…”
”Sognate dei loro viaggi, mio principe. E io pregherò gli dei
perché ne possiate compiere di meravigliosi”
L’erede cambiò posizione, mettendosi in modo che nessuno potesse
vedere le loro mani intrecciate. In fondo non stava andando male,
anzi…era un buon inizio.
Fine
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