Pretty
guy
Parte
III
di
Sei-chan
Jordan lo svegliò abbastanza tardi.
Quando scesero per colazione erano già le dieci, ma,
contrariamente al giorno prima, quasi ogni piatto era
intatto. Ad un angolo cerano solo Roger e sua
moglie che sorseggiavano il caffè scrutando chi
scendeva, e, Jordan ci avrebbe giurato, prendendo nota
dellora.
Jordan scosse la testa e si sedette
lontano da loro. Non li salutò andando verso il garage,
ma Danny sentì gli occhi di Roger puntati alla nuca per
tutto il viale.
- Hai preferenze sullautomobile?-
chiese Jordan.
- Non saprei
una che cammina?-
- Come sei spiritoso! Vorrà dire che
prenderò questa
guardala, è un gioiello-. Jordan
tolse il lenzuolo da una macchina, e Danny sgranò gli
occhi: era il tipo di macchina del cui proprietario
sarebbe diventato schiavo a vita.
- Una Porsche 911 Targa
?-
- Grigio metallizzato, interni in radica,
serie limitata. Ti piace? Me lha regalata il nonno
per i ventun anni, è come il mio primo amore- sorrise
Jordan saltando dentro e accendendo il motore. - Senti
come canta! Tutte le settimane Leo me la porta a fare un
giro
è ancora perfetta-.
- Già- riconobbe Danny salendo. Jordan
aprì la capote e partì. Lungo il viale daccesso
alla villa sollevarono una nuvola di polvere, ma Jordan
rideva come un bambino con le sue caramelle preferite.
Percorsero stradine di campagna del tutto
deserte, sembrava di stare in un film. Jordan guidava
concentrato, con gli occhiali da sole e i mezzi guanti di
pelle; dopo un po si fermarono in un posto che
Jordan voleva mostrargli, poi un altro e un altro;
arrivarono a metà pomeriggio in una piccola abbazia
nascosta fra i boschi, e Jordan tirò fuori il pranzo al
sacco.
- Me lo sono fatto fare questa mattina da
Elena. Ci ha messo le cose più buone del mondo
-
Danny mangiò in silenzio. Gli piaceva
quella vita. Nei suoi sogni ogni tanto pensava che prima
o poi ci sarebbe venuto, in Italia, ma non ci sperava
più di tanto. Non credeva che avrebbe mai potuto farcela
accanto a lui Jordan parlava di continuo, era entusiasta,
voleva dirgli tutto quello che sapeva e sentirsi
rispondere che era bellissimo, era felice
non cera
altra parola per descriverlo.
- Ti va di andare al mare?- chiede Jordan
dopo un po, a pranzo finito, e dopo che si erano
fatti un bel risposino.
- È molto lontano?-
- Dai, ti ho chiesto se ci vuoi andare!
Dimmi sì o no!-
- Ok. Solo se vuoi anche tu
e se non
è lontano e devi guidare troppo-.
- Va bene, mamma. Ci vogliono solo un paio
dore, dai! Ho preso anche i costumi-.
Danny aprì la bocca, poi sorrise e
risalì in macchina.
- Dopo ti porto in un ristorante che mi
piace molto. Ci vengo sempre quando sono qui, ha una
bella vista, speriamo che ci sia bel tempo-.
- Perché no? La giornata è bellissima,
sarà bello anche là-.
- Si vedono un mare di stelle, credimi.
Mio padre ci portava i clienti alle cene di lavoro, li
distraeva e faceva grandi affari-.
- E ora? Tuo padre è
-
- Sì, aveva un problema di cuore di cui
nessuno si era accorto... ma per me lavorava troppo-.
Danny attese nel fargli domande, non
voleva finire troppo nel personale, ma Jordan continuò
per conto suo.
- Lavorava sempre, dalla mattina alla
sera... la ditta che aveva aperto era tutto, per lui
anima e corpo, anche se... non ha mai trascurato la
famiglia, nei miei ricordi lui cera sempre
non so come facesse, perché stava sempre in ufficio fino
a tardi
anche mia madre lo diceva sempre, era
capace di essere dovunque cera bisogno di lui. Mah,
io non sono mai stato capace di farlo
- rise Jordan,
e lo guardò. Anche Danny rise, ma distolse lo sguardo
subito, lasciandolo scorrere sulla campagna e sulle
colline che stavano attraversando.
- Guarda, in quel paese laggiù cè
una mia filiale. È divertente, no? In Italia ne ho
aperte tre, e quando vengo quaggiù passo sempre di qui.
Una volta o laltra potrei farci una visitina!-
Jordan tacque per un po. -Era sempre stato il sogno
di papà aprire delle filiali allestero
ma
non cè riuscito, lho fatto io. Cè
voluto tempo perché gli affari decollassero, anche se...
fin dallinizio il suo fiuto ci ha sempre azzeccato.
Lo sai comè nata lazienda? Lo vuoi sapere?-
- Avanti, dimmelo- disse Danny lievemente
rassegnato.
- Mio padre e mio nonno hanno fatto una
specie di scommessa! Mio padre dopo il diploma non voleva
più studiare, voleva sposarsi subito
e mio nonno
gli disse che non era in grado di mandare avanti una
famiglia
mio nonno è molto severo, mio padre era
orgoglioso ed entrambi erano dei gran testardi
mio
nonno gli ha detto che doveva impegnarsi negli affari per
avere il suo consenso, e mio padre gli promise che se non
ce lavesse fatta sarebbe tornato alluniversità
e non avrebbe fallito nemmeno un esame. Ha trovato questa
piccola ditta sullorlo del fallimento, lha
rilevata e ha riassestato il bilancio. Si è sposato e ha
continuato a lavorarci, poi anche io sono entrato con lui
e labbiamo fatta decollare! È tutto quello che mi
ha lasciato
tutto quello che so lho imparato
lì dentro-.
Danny rise. - La tua famiglia sembra molto
appassionata
devessere molto divertente-.
- Il nonno ha avuto undici figli, e per
tutta la vita si è rammaricato di non avere avuto il
dodicesimo. Mio padre era lultimo, e ha sempre
avuto molto da dire a mio nonno. Non andavano daccordo
come gli altri figli
-
- E tu? Voglio dire, hai dei fratelli?-
chiese Danny, ma Jordan allungò il braccio sulla destra.
- Guarda! Lo vedi? Cè il mare?-
Danny non vedeva niente, solo erba e
alberi a destra e a sinistra, ma annuì e tacque.
Lungo la spiaggia tirava un venticello
fresco. Toccarono lacqua ma era fredda e agitata,
Danny declinò linvito a fare il bagno, e
passeggiarono semplicemente lungo il bagnasciuga.
Danny teneva le mani in tasca; Jordan
cercava di sfioragliele ogni volta che poteva, e Danny
era imbarazzato, non sapeva che pensare e che fare.
- Sei capace di far rimbalzare i sassi? Ti
insegno io!- saltò su Jordan un minuto dopo. Tirò sassi
e saltellò attorno a Danny mentre provava, rintronandolo
di consigli. Alla fine Danny gettò la spugna e
continuarono a passeggiare.
- La vuoi una granita?- chiese Jordan.
- Sì, perché no?-
- Torno subito, laggiù ne fanno di
buonissime!-
Jordan scappò via in direzione della
strada, e Danny sui sedette su una panchina lungo il
marciapiede, e sospirò. Il sole lo accarezzava
dolcemente, avviandosi già sulla strada del tramonto.
Non picchiava più come a mezzogiorno, quando avevano
mangiato fra gli alberi di quellabbazia.
La gita era stata bellissima. Era come se
un desiderio impossibile si stesse avverando, per la
prima volta, forse, non si domandava che cosa avrebbe
fatto per tirare avanti, e non si vergognava della sua
vita. Ma
il pensiero di essere lì a pagamento era
come una spina nel fianco. Quando se ne ricordava, per un
attimo, il divertimento svaniva. Doveva pensare anche a
quello
dopo la festa sarebbe tornato a casa, e
a casa
non aveva nemmeno più una casa. Magari
avrebbe potuto fare pace con Ken, ma
tornare a fare
quella vita
era lunica cosa che sapeva fare.
Non era mai riuscito a trovare un lavoro decente, e
quello
era ciò su cui ripiegava ogni volta, ogni
singola volta che andava male. E andava male sempre più
spesso. Ormai non credeva nemmeno più di poter cambiare
vita.
- A che pensi?- disse Jordan, facendolo
sussultare.
- A niente, perché?-
- Sembravi così assorto
dei brutti
pensieri?-
- Ti ho detto che non pensavo a niente
guardavo il mare-.
- Strano, avevi un viso così triste
pensavi a lui?-
- A lui chi?- Danny alzò la testa di
scatto.
- Al tuo ragazzo-.
- Ti ho già detto che
-
- Lo so, lhai lasciato, me lhai
detto, ma
magari ci pensi ancora-.
- E poi che te ne frega? Non sono affari
tuoi!-
- Lo so- disse tristemente Jordan. - Lo
so-.
Danny abbassò la testa con aria afflitta.
Dopo qualche minuto si ricordò della granita e rialzò
lo sguardo, sorprendendo gli occhi di Jordan fissi sulla
sua bocca.
- La
mia granita
- disse Danny
a disagio. Jordan si riscosse.
- Eccola
perdonami. Ormai sarà
quasi sciolta, lho tenuta in mano
-
- Non fa niente
è buonissima, io
-
- Tornerai con lui?- lo interruppe Jordan.
- Come?-
- Con lui, col tuo ragazzo. Tornerai con
lui quando ritorneremo a casa?-
- Ma che dici, perché mi fai questa
domanda?-
- Dimmelo, per favore, tornerai da lui?-
- Ti ho detto che ci siamo lasciati, e
poi ti ho anche detto che non ti riguarda-.
- Sì, ma io voglio saperlo
batterai
ancora? Ti rimetterai con lui?-
- Ma
perché mi fai queste domande?
Perché mi
fai questo?- chiese tristemente Danny.
Non gli piaceva quel tono indagatore e
così
possessivo. - Io
non credo di doverti niente-.
- E allora che farai quando torneremo?-
gli chiese con tono acido Jordan.
- Non lo so
e non ti riguarda.
Spiegami
-
- Niente, volevo solo saperlo. Solo fare
un po di conversazione-.
- Allora anche io voglio sapere di te.
Perché non hai un ragazzo? Mi sembra che
.-
- Non sono cose che ti riguardano! Se tu
vuoi mantenere i tuoi segreti, anche io ho i miei-.
Danny sorrise trionfante, ma non riuscì a
dire nulla. Tacque, e Jordan lo guardò con un timido
sorriso.
- Scusa, hai ragione. Non sono fatti miei
ma vedi, io
non so come devo considerarti, ecco
cosa sei, un impiegato, un collaboratore, come devo
chiamarti? Ecco
non so bene come comportarmi, e
-
Danny annuì e sorrise. - Daccordo,
capisco. Considerami un libero professionista!- rise, e
poi divenne serio, e guardò nella sua granita. - Io
non voglio parlarne, non mi fa piacere
non credo di
avere ricordi positivi di questa relazione, ci ho messo
tanto a romperla, e
non mi va di pensarci. Non
non ora, per lo meno. Lo voglio scordare, capisci?-
Jordan gli passò una mano dietro le
spalle e sorrise, stringendolo a sé.
- Ok- mormorò, chiudendo il discorso. -
Ehi, quel ristorante non aspetta, ci avviamo? Sperando di
trovare posto nel parcheggio-.
Danny sorrise e cercò di cancellare i
pensieri dalla sua testa. Era vero, voleva godersi quella
vacanza, senza pensare né a Ken né a dopo
anche
se piano piano quei pensieri cominciavano a farsi strada.
I giorni passavano veloci
ed erano pochi. Una
settimana passava in fretta.
Il ristorante era davvero carino, ed era
una delle altre cose che Danny disperava di fare nella
sua vita. Una porzione di pasta costava come una
settimana di lavoro, quasi. E certo Ken non aveva mai
tirato fuori abbastanza denaro, tranne che per qualche
fast food spacciato per grande cucina
rialzò lo
sguardo in tempo per cogliere di nuovo gli occhi di
Jordan sulla sua bocca.
- Che cè? La smetti di fissarmi
sempre?-
Jordan spiegò il suo tovagliolo sulle
ginocchia, scuotendo la testa. - È davvero un peccato
che non ti lasci baciare. Hai davvero una bocca
meravigliosa
la vorrei
- mormorò, e Danny
arrossì e sentì uno sfarfallio nello stomaco.
- Smettila!- sibilò.
- La conservi per lui? Ok, ok, scusami,
non dovevo-.
Danny non disse niente. Giocherellò con
il pane finché non servirono gli antipasti. Jordan si
guardava attorno alla ricerca di uno spunto di
conversazione.
- Allora, ti piace qui?- chiese poi.
- Certo. La villa è stupenda, e poi...
sto benissimo. Ci voleva. E tu? Ti stai divertendo col
tuo piccolo scherzo?-
-Be, sinceramente
credevo
sarebbe stato più divertente
ma
sembra che i
tempo siano cambiati davvero. Quando ho incontrato il
nonno, be
mi sono sentito molto meschino per
questo inganno, ecco
-
- Ti sei pentito?-
- Un po
ehi, non certo di
averti portato
ma per il motivo. Mi sarebbe
piaciuto portarti
- Jordan si interruppe e si morse
le labbra, abbassando gli occhi. - Mi fa piacere avere un
volto amico che mi faccia compagnia, ma le bugie
non mi sono mai piaciute, e questo scherzo non si sta
rivelando così grandioso
-
- Anche a me
piace la tua compagnia-
disse Danny. - Mi piace
svegliarmi con qualcuno
accanto- disse con lo sguardo basso.
- Anche a me piace- rispose Jordan, con un
grande sorriso. Distinto tese la mano per posarla
sui quella di Danny, ma si fermò prima e si limitò a
posarla sul tavolo accanto alla sua. Danny se ne accorse,
e mosse la mano fino a toccare quella di Jordan con il
mignolo, sorridendogli. Poi la mosse ancora e la toccò
con la punta delle altre dita, attendendo la risposta di
Jordan.
Larrivo del cameriere li spaventò,
ed entrambi ritrassero di scatto la mano. Si sorrisero di
sottecchi e continuarono a guardarsi e a ridere per tutta
la cena.
- È stata una serata stupenda!- gridò
Danny più tardi, mentre correvano nella notte verso
casa.
- La notte è ancora giovane! Vuoi andare
da qualche parte? Ci sono dei bei locali, vale la pena
-
- Ma no, dai, torniamo a casa. Tienili per
unaltra sera, i locali, non rovinarmi tutte le
sorprese!-
- Va bene!- disse Jordan, e rise forte,
guardandolo, con una risata contagiosa.
Arrivarono alla villa che era già notte,
e il custode li guardò con unaria truce quando
passarono davanti al suo gabbiotto. Dei cani abbaiarono
in lontananza, mentre Jordan scendeva ad aprire il
garage.
- Bene- disse quando lebbe
parcheggiata dentro. - Ora, a letto, ok?-
Danny sorrise e lo guardò, poi gli
appoggiò una mano dietro la nuca e lo attirò a sé.
Attese un attimo, lo guardò e chiuse gli occhi,
baciandolo. Jordan si staccò guardandolo con aria
interrogativa, ma Danny lo spinse di nuovo verso di sé e
lo baciò ancora più profondamente. Si staccò solo
quando respirare divenne impellente.
Jordan lo guardò senza capire, stupito. -
Ma
la bocca non
-
Danny abbassò gli occhi. - Avevo voglia
di baciarti, ecco. Volevo
che tu mi baciassi. Ho
fatto male?-
Jordan appoggiò la fronte contro la sua.
- No. Hai fatto benissimo. Saliamo?-
Jordan gli prese la mano e lo trascinò in
camera. Lì lo spinse sul letto e lo spogliò in fretta
continuando a baciarlo. Anche Danny era impaziente di
spogliarlo, e quella notte fecero lamore come se
fossero in astinenza da anni; Jordan non si stancava mai
di baciarlo sulla bocca, di accarezzargli la lingua con
la sua, di divorarlo di baci.
Quando Jordan smise di muoversi dentro di
lui, contro il suo petto ansimante, Danny si morse un
labbro. Era preparato alla domanda di spiegazione di
Jordan, aveva pensato ad una risposta in macchina, per lultimo
tratto del viaggio quando aveva deciso di baciarlo alla
prima occasione.
Ma la domanda non venne. Jordan si distese
al suo fianco, completamente soddisfatto, e sospirò. Ma
non chiese nulla. Danny si avvicinò e si appoggiò al
suo addome, guardandolo in viso; Jordan gli sorrise e
attirò la sua testa sul proprio petto.
- Avevo ragione- disse piano.
- A che proposito?-
- Sul fatto che le tue labbra sono
meravigliose. Adoro baciarti-.
Di nuovo Danny si morse il labbro. Be,
forse in quel momento Jordan non aveva voglia di
affrontare la questione. E se lavesse sollevata
lui? Danny pensò anche a questo, ma no, non era
preparato a qualsiasi risposta. Preferiva rispondere lui,
e sentirsi sicuro di quel che aveva da dire.
Probabilmente a Jordan non interessava
così tanto. Non fece parola di nulla nemmeno la mattina
dopo, mentre lo svegliava con un bacio.
- Buongiorno- sorrise, e Danny distolse il
viso. Si sentì rimesso bruscamente al suo posto. Jordan
aveva interpretato il suo bacio solo come voglia di fare
sesso, punto e basta. Forse cera anche quello
forse era la parte prevalente, ma per una volta sentirsi
parte in causa di un rapporto, esprimere liberamente i
suoi desideri
era stata una parentesi
elettrizzante, per Danny, ma ora tornava al ruolo che
interpretava. Con in più il fatto che ora aveva perso
anche il senso privato dei suoi baci.
Jordan non si accorse del suo turbamento.
Sembrava contento, mentre si infilava nella doccia. Danny
ricacciò indietro le illusioni che si era fatto e si
vestì bellicosamente. Non doveva lasciarsi sopraffare.
Aveva sempre tenuto duro, e non avrebbe ceduto ora.
- Ho pensato che stamattina possiamo farci
un bagno in piscina, se ti va-.
- Certo, perché no?-
- Bene!-
A colazione sedettero vicino al nonno, e
Danny diede solo qualche risposta a monosillabi a qualche
domanda di circostanza. Jordan invece sembrava
scoppiettare come un fuoco dartificio. Seppelliva
il nonno sotto una valanga di parole, come non aveva
fatto nemmeno il primo giorno, quando era un anno che non
lo vedeva più. Danny mangiò in silenzio, lottando con
lo stomaco chiuso, e non si accorse delle occhiate che
gli lanciava il vecchio.
Dopo qualche ora si lasciò trascinare in
piscina e si mise il costume, senza troppa
partecipazione. Sedette su una sdraio al sole, mentre
Jordan sguazzava nellacqua immergendosi e tornando
su a ripetizione.
- Danny! Dai, vieni, sbrigati! Si sta
benissimo qui!-
- Sissignore, ai suoi ordini- mormorò
Danny scendendo in acqua controvoglia.
- Che hai? Sei ancora stanco? Hai una
faccia
- rise Jordan.
- No, va tutto bene-.
- Sei sicuro? Vuoi che usciamo? Non cè
problema se
-
- Va tutto bene! Va tutto bene! Come devo
dirtelo! Piantala!-
- Ok, scusa- disse Jordan, e lo lasciò
stare. Si allontanò dallangolo della piscina e
fece un paio di vasche, guardando sempre preoccupato
dalla sua parte. Danny si pentì di essere stato brusco;
se si era fatto delle idee sbagliate, era solo colpa sua.
Era stato bene con Jordan anche quando sentiva di essere
solo la sua puttana. Si avvicinò a lui.
- Jordan, scusami. Io non
non so che
mi è preso-.
- Non preoccuparti, ho capito, sai-.
- Che cosa hai capito?-
- Che il bacio di ieri... non mi autorizza
a considerare mia la tua bocca, ho indovinato?-
- Io
no
-
- Stamattina ti ho baciato e te la sei
presa, hai ragione. Mi spiace-.
- Ma Jordan
no!-
- Non preoccuparti. Hai tutto il diritto
di
-
- Ma no! Io
voglio che tu mi baci,
quando vuoi, io
-
- Lo vuoi? Posso baciarti, allora?-
- Certo!-
- Bene! Non osavo chiederti il permesso
temevo che mi fraintendessi!-
- Ma io
-
Danny lasciò cadere il discorso. Jordan
aveva frainteso. Ma alla fine aveva avuto ragione, per
lui i baci non erano che un di più al servizio che Danny
svolgeva per lui
sorrise quando Jordan si avvicinò
e lo baciò circondandogli le spalle con le braccia.
Chiuse gli occhi e lo godette come se fosse stato un
bacio vero.
Dopo pranzo, quando Danny era quasi
riuscito a farsi passare il cattivo umore, Jordan lo
abbandonò dimprovviso in mezzo al giardino per
fare una telefonata urgente di cui si era dimenticato.
- Non sparire- disse baciandolo. - Non ci
vorrà molto, spero!-
Danny era rimasto solo e non sapeva bene
che cosa fare. Stavano andando alla fontana che gli aveva
mostrato qualche sera prima, e decise di andarci da solo,
il sentierino che stava seguendo portava laggiù.
Si sedette sul bordo a riflettere. Aveva
ricacciato in gola le illusioni, e obiettivamente non gli
sembrava che Jordan si comportasse in modo diverso. Lo
trattava molto meglio di quando sperava, era dolce e non
lo faceva mai sentire male. E poi stavano bene a letto
insieme, Danny desiderava fare lamore con lui.
Però
non poteva scordare il perché era lì. Come
Jordan se lera procurato. E che cosa aveva fatto
fino allora, e che cosa lo aspettava al ritorno a casa. E
che
ormai il tempo era agli sgoccioli, e quella
piccola vacanza di finzione e fuga da se stesso stava
quasi per finire.
Il pensiero lo punse forte come uno
spillone. Il pensiero di Ken arrivò subito dopo. Da
qualche giorno non pensava più a lui
come se
volesse cancellare il ricordo dalla sua vita, ma avrebbe
dovuto affrontarlo. Al suo ritorno
la casa in cui
viveva con Ken era anche sua. Tutte le sue cose erano
lì, e il pensiero di ritornare in mano sua anche per lora
necessaria a raccogliere lo faceva impazzire. Voleva
fermare il tempo, e rimanere lì per sempre, in un posto
dove tutti lo rispettavano, e lunico che sapeva di
poterlo disprezzare lo trattava come il suo migliore
amico.
Sentì un rumore sulle pietre del vialetto
e sussultò. Aveva gli occhi lucidi; sentì la voce del
nonno di Jordan che brontolava e corse a vedere.
Il vecchio stava camminando sul
sentierino, ma gli era caduto di mano il bastone,
infilatosi in una fessura tra le pietre.
- Faccio io, stia tranquillo!- Danny si
precipitò ad aiutarlo, gli rimise in mano il bastone e
il vecchio lo ringraziò.
- Grazie, ragazzo
David, vero?-
- Daniel, signore. Danny-.
- Ah, giusto, giusto, Danny. Perdonami.
Prima o poi imparerò il tuo nome. Se tornerai spesso con
Jordan, naturalmente-.
Sedettero di nuovo sul bordo della
fontana.
- Ma coshai, ragazzo? Hai gli occhi
lucidi! Avete litigato? Lho visto correre via di
gran fretta
-
- No, no, aveva una telefonata urgente da
fare
no, non abbiamo litigato!- rispose Danny
affrettandosi ad asciugare gli occhi col dorso della
mano.
- Meno male, mi fa piacere. Si vede che
Jordan ti adora-.
- Cosa?-
- Certo. È da molto tempo che non lo
vedevo così allegro. Da molto
-
Danny non riuscì a trovare qualcosa di
sensato da dire, e rimase a guardare il vecchio quasi
stupito.
- Certo, da
da molti anni non lo
vedevo sorridere così tanto, quando veniva a trovarmi.
Troppe cose
dopo quello che è successo con James
non è stato più lo stesso; ti ha parlato di James,
vero?- Danny aprì la bocca per rispondere, ma luomo
non voleva una risposta. - È stato un brutto colpo...
erano affiatatissimi, erano sempre insieme
non è
stato un bel momento
-
Il vecchio sospirò, e Danny sentì il suo
cuore che batteva forte, troppo forte. Sembrava non
riuscire a reggere più
era tutta una farsa. Il
nonno si preoccupava per suo nipote, diceva che era
tornato felice, con lui, che gli voleva bene
ma in
realtà lui era solo un accompagnatore, tutto era finto e
per di più era una presa in giro bella e buona. Il
respiro gli si mozzò in gola.
- Ma
ragazzo, che coshai? Non
stai bene?-
Il vecchio gli sollevò il viso per
guardarlo, ma i suoi occhi si fissarono sul livido le cui
tracce decoravano ancora il suo volto.
- Che hai fatto al viso, ragazzo? Non
sarà stato
-
- No!- si affrettò a dire Danny, turbato.
- È stato
un incidente, sono stato aggredito
niente di grave, comunque
-
- Be, certo, le città di oggi sono
invivibili. Comunque
cerca di non farti succedere
nulla di male. Mio nipote ne soffrirebbe molto, e anche
tutti noi. Sei un bravo ragazzo, mi piaci, e sono certo
che tornerai a trovarmi, vero? Jordan ormai viene solo
per il mio compleanno, ma se mi aiuterai a convincerlo
-
luomo strinse il bastone e disegnò dei cerchi per
terra. - Sai, non lo posso dire a voce alta, ma Jordan è
sempre stato il mio nipote preferito
è testardo
come suo padre, ed è lunico dei cui sentimenti per
me posso essere sicuro
non dipende da me per
mantenere una barca a Capri, no?-
Il vecchio strizzò locchio e si
alzò per andarsene. Danny tremava. Gli sembrava
di
aver profanato un luogo sacro, il luogo degli affetti
più cari del vecchio nonno
- No, aspetti!- lo fermò con voce rotta.
- Cosa cè, David?-
Danny osservò luomo che aveva
davanti. Era del tutto diverso da quello che aveva visto
durante i pasti o in giro per la villa, circondato di
persone
questo era un fragile vecchio che sogna
solo che i suoi nipoti vivano una vita felice. Niente
formalità né regole, e forse
meno menzogne.
- Io
io
devo dirle una cosa, e
può disprezzarmi, se vuole... ma non era
non è
stato per cattiveria, glielo giuro, Jordan voleva solo
non intendeva farle del male, io
-
- Ragazzo, che stai cercando di dirmi?-
disse il vecchio, improvvisamente duro.
- Io
non sono quello che pensa, io,
e Jordan..non stiamo insieme, è solo uno scherzo, e io
mi dispiace, ma non mi ero reso conto... non fino ad
ora!-
Danny lottò contro le lacrime, e prima
che il vecchio facesse qualcosa, era già saltato in
piedi ed era scappato via lungo il sentiero.
Corse a testa bassa, cercando di tenere
asciutti gli occhi e di trovare un posto dove rifugiarsi.
Non guardava dove metteva i piedi, e andò a sbattere
contro Roger.
- Oh! Scusa
- disse in fretta,
cercando di spostarsi senza mostrare il viso.
- Ehi! Aspetta, che coshai?- chiese
Roger afferrandogli le spalle.
- Niente- sorrise Danny. - Assolutamente
niente, va tutto bene-.
- Oh! Meglio così-.
- Ora
lasciami, devo andare-.
Roger gli afferrò un braccio molto forte,
sorridendo solo per circostanza.
- Oh, aspetta, che fretta cè? Io e
te non abbiamo avuto modo di parlare molto, sai
-
Danny cercò di divincolarsi. - Vorrei sapere qualcosa di
più sul
compagno del mio caro cuginetto-.
- Lasciami! Che vuoi da me? Ti ho detto
che devo andare!- strillò Danny con il cuore in gola. Lespressione
negli occhi di Roger gli faceva paura.
- Ma dai! Non voglio mica mangiarti,
voglio solo fare quattro chiacchiere con te, che male cè,
eh?-
Danny scosse la testa puntando i piedi.
Roger lo ignorò e proseguì.
- Allora, sentiamo, tanto per cominciare
che lavoro fai? Jordan è stato piuttosto vago su questo
-
Danny si allarmò. Non avevano concordato
nessuna informazione da dare ai suoi parenti, con Jordan!
Non sapeva che dire per non tradirsi; e se avesse
contraddetto Jordan? Si tenne sul vago.
- Io
lavoro in una ditta
-
- Ma davvero? E che cosa fai?-
- Sono
impiegato
sì, sono
impiegato in una ditta- disse in fretta Danny, cercando
di inventarsi febbrilmente qualcosa.
- Nella ditta di Jordan?-
- No
tuttaltro, no, non con
Jordan, assolutamente
-.
- Capisco
Jordan mi ha detto che vi
siete conosciuti sul lavoro, che strano
-
-
non nella sua, ma in una
affiliata alla sua. In una ditta esterna!-
- Ma davvero? E dimmi, in quale?-
- Non la conosci-.
- Dimmelo, potrei conoscerla-.
- È impossibile!-.
- Invece sì, dimmelo!- Roger gli scosse
il braccio.
- Mi fai male, lasciami!- gridò Danny
agitandosi. - Lasciami!-
- Ehi, che succede? Che gli stai facendo?-
Jordan corse lungo il sentiero e tolse la mano di Roger
di dosso a Danny.
- Oh, Jordan, ciao
stavamo solo
facendo quattro chiacchiere- disse il cugino in tono
gentile.
- Be, ora dobbiamo andarcene, vieni,
Danny- rispose Jordan guardandolo in cagnesco. Prese
Danny per il polso e lo trascinò via, fuori dal
sentiero.
- Danny, coshai? Sembri sconvolto!-
chiese Jordan appena furono nascosti da Roger. - Ti ha
spaventato?-
- No
mi ha chiesto
del mio
lavoro-.
- Cielo, che gli hai detto?-
- Non sapevo che inventarmi, e
gli
ho detto qualcosa, così
-
- Io gli avevo detto che lavoravi per me
-
- Gli ho detto che lavoro in una ditta
esterna che collabora con la tua
-
- Sul serio? Sei stato grande!- Jordan gli
batté una mano sulla spalla. - Ce la siamo cavata bene,
wow!-
Danny si allontanò di un passo
stringendosi le braccia attorno al corpo.
- Che cè? Che hai?- chiese Jordan.
- In realtà
penso di aver fatto una
stupidaggine
-
- Cosa vuoi dire? Che stupidaggine?-
- Io
non lo so cosa mi è preso, ero
lì che parlavo con tuo nonno, e
gli ho detto
tutto- sussurrò con un filo di voce.
- Tutto? Tutto cosa?-
- Dello scherzo, e
che non stiamo
insieme
-
Jordan imprecò a voce alta. Roger, che
era rimasto vicino al sentiero, schiacciò a terra la sua
sigaretta e si avvicinò agli alberi.
- Cristo!- ripeté Jordan.
- Mi dispiace, io
-
- E va bene, e va bene, calma. Ok, forse
non se lè presa. E
per il resto? Che altro
hai detto?-
- In che senso?- chiese Danny, smarrito.
- Di come
di come ci siamo
incontrati!- sussurrò Jordan guardandosi intorno.
- Che mi prostituisco? No
-
- Sssh!- sibilò Jordan. Danny si portò
una mano alla bocca di scatto. Un rumore li attrasse fra
i cespugli alla loro destra, ma non trovarono nessuno.
Danny sembrava sempre più sullorlo delle lacrime.
- Jordan
scusami. Non volevo
metterti nei casini, è solo che
-
- Ok, ok, non fa niente. Il nonno starà
allo scherzo, vedrai. Limportante è che nessun
altro lo sappia-.
Danny spalancò gli occhi. - Roger
sospetta qualcosa
io
ho avuto paura, non
sembrava volesse
solo conversare-.
Jordan annuì. - Te lavevo detto.
Probabilmente vuole spaventarti, e forse vuole
screditarci davanti al nonno
non preoccuparti. Hai
risposto benissimo, hai fatto bene a restare vago-.
Danny annuì. In quel momento il
maggiordomo venne verso di loro.
- Signor Jordan, il signore vuole vedervi
nel suo studio. La prego di non farlo attendere, sembrava
piuttosto impaziente-.
Danny rabbrividì. - Lo sapevo! È
colpa mia, Jordan
-
- Non piagnucolare, per lamor del
cielo! Vedrai. Andrà tutto a posto- ripeté
caparbiamente Jordan, afferrandolo pere un polso e
trascinandolo verso la casa. Danny lo seguì con il fiato
mozzo e il cuore che gli scoppiava. Si sentiva in colpa
da morire.
Nellingresso, accanto alle scale che
portavano allo studio del nonno, trovarono Roger ad
aspettarli. Quando li vide, questi gli si parò davanti
bloccandogli la strada.
- Roger, levati dai piedi, dobbiamo andare
dal nonno- disse nervosamente Jordan.
Roger incrociò le braccia e sorrise.
- Non credere di farla franca, Jordan! So
tutto- disse con tono cattivo spostando lo sguardo su
Danny. - So tutto su di te, e su quello che fai per
vivere-.
- Ma cosa
- ringhiò Jordan, mentre
Danny si ritraeva.
- Il vostro giochetto non poteva durare a
lungo. Credevi di poter raccattare una puttana dalla
strada e sbattercela in faccia? Che cosa volevi fare,
buttarci in mezzo a un bello scandalo? Bordello di
lusso in
-
Jordan ruggì e gli si buttò addosso,
sollevandolo per il collo. - Ti faccio ingoiare tutti i
denti, bastardo!- urlò. Danny si gettò fra loro,
cercando di staccare le mani di Jordan. - Io ti ammazzo!-
urlò ancora Jordan. Danny riuscì a farglielo mollare,
ed in quel momento il nonno uscì dallo studio, attirato
dal baccano. Roger si riprese immediatamente e salì a
due a due i gradini.
- Nonno! Senti che ha combinato quel tuo
nipote
- cominciò.
- Roger!- urlò Jordan, ma Roger sorrise e
continuò.
- Quel
suo amichetto che ti
ha portato in casa è solo una prostituta, lha
preso per strada
per gettarci in ridicolo, nonno!-
Danny ai piedi delle scale cominciò a
piangere. Jordan raggiunse Roger e lo afferrò per le
spalle. - Come ti permetti
-
- Ora basta!- disse con tono calmo il
nonno. Jordan lasciò Roger e si ricompose. - Bene. Non
voglio più che accada una cosa del genere. Un tale
baccano! Che sia la prima e lultima volta!-
Jordan abbassò la testa, e guardò Danny,
che distolse subito lo sguardo.
- E ora, se vi siete calmati, Jordan,
David, vi avevo fatto chiamare, se non sbaglio-.
Danny salì le scale a testa bassa,
passando accanto a Roger e al nonno, che gli indicava di
entrare nello studio.
- Ma nonno! Hai capito che cosa ti ho
detto? Lui è un
-
- Roger! Ti ho già detto di calmarti. Non
tollero che tu insulti un mio ospite, sono stato
chiaro?-
- Nonno, ma questa è una cosa che
-
- Non una parola di più, né ora né mai!
Guai a te se sentirò ancora una sola calunnia!-
- Ma
-
- Sono stato chiaro?- ripeté il nonno in
tono imperioso. Roger si ritrasse.
- Chiarissimo, nonno- mormorò,
rimpicciolendosi. Lanciò unocchiata a Danny e
Jordan e se ne andò. Il nonno rientrò.
- Bene. Ora veniamo a noi-. Sedette alla
scrivania e intrecciò le mani davanti a sé.- Jordan, mi
sono giunte delle strane voci
- disse, guardando
Danny, che arrossì.
- Nonno, ti prego, non credere a quello
che dice Roger!- lo interruppe Jordan. - Quello che ha
detto su Danny è
-
- Jordan! Non tollero che mi si
interrompa, dovresti saperlo-.
- Sì, nonno- mormorò Jordan. - Però ci
tengo a dirti che
-
- Non ho mai pensato di considerare le
calunnie che mi giungono come oro colato. Certamente non
questa, ragazzo- disse rivolto a Danny, che abbassò
ancora lo sguardo. - Quello che fai nel tuo tempo libero
non mi interessa. Quello che ho visto mi basta, e
non ho intenzione di credere ad altro-.
Danny restò con la bocca spalancata, e
anche Jordan guardò il nonno con aria sorpresa.
- Comunque non era questo il motivo per
cui vi ho chiamato. Non hai nulla da dire, Jordan?-
- A
che proposito?- mormorò il
ragazzo, smarrito.
- A proposito di un buffo scherzo che tu
avresti architettato alle mie spalle
che hai da
dire in merito?-
- Io
non volevo prenderti in giro,
nonno. È solo che
-
- Guardami in faccia quando parlo, e fammi
sentire la tua voce!-
Jordan scattò sullattenti, e poi
proseguì con voce più sicura.
- Non volevo prendere in giro nessuno, o
per lo meno non volevo prendere in giro te... è solo un
innocuo scherzo per vedere.. cosa avrebbero detto i
parenti-.
- E
ti sei almeno divertito, per
questo tuo bello scherzo, Jordan?-
- Io
sinceramente credevo di
divertirmi di più
mi sono pentito immediatamente,
nonno. Sia per quello che stavo facendo a te che
-
Jordan tacque, e guardò Danny.
- Bene. Sappi che non sono affatto fiero
di te. Non credevo che proprio tu avresti mancato di
rispetto alla tua famiglia in questo modo-.
- Ma
-
- Ad ogni modo, se mi avessi messo al
corrente prima avrei potuto divertirmi anche io, caro
Jordan!- rise il nonno, e anche Jordan sorrise. Danny
abbozzò un mezzo sorriso, imbarazzato.
- David, mi spiace che mio nipote ti abbia
gettato in pasto ai suoi parenti solo per suo
divertimento personale. Credo che debba delle scuse più
a te che a me-.
- Oh, no, signore!- disse Danny. - Credo
che
io debba essergli grato per avermi portato qui,
e devo essere grato anche a lei per avermi ospitato, e
mi sto divertendo molto, sul serio. Senza Jordan
non sarei mai potuto venire qui
- concluse
timidamente abbassando gli occhi.
Il nonno si alzò e andò a dargli una
pacca sulla spalla. - Hai scelto un bravo ragazzo,
Jordan. La metà dei tuoi cugini non sarebbe stato in
grado di rispondere in modo così educato. Mi fa piacere.
Ora va, lasciaci soli, David-.
- Danny- dissero contemporaneamente Jordan
e Danny.
- Sì, giusto, Danny-.
- Ci vediamo dopo, Danny, aspettami in
camera- disse Jordan. Danny salutò il nonno e uscì.
Appena fuori dallo studio tirò un grosso
sospiro di sollievo. Non era chiaro se il nonno non aveva
creduto a Roger o se non gli interessava la cosa, e ancor
meno era chiaro come Roger avesse fatto a saperlo. Forse
era lui che avevano sentito in giardino
? Bah, non
aveva voglia di saperlo né di giocare al detective.
Andò in camera e si tolse la cravatta, gettandola sul
letto, e poi si stese a letto anche lui.
Si mise un braccio sopra gli occhi. Gli
ritornò in mente quello che aveva detto il nonno. Gli
aveva parlato di un certo James
e di come era stato
infelice Jordan quando si erano lasciati. Da quel che
aveva capito, non aveva mai portato fidanzati, o presunti
tali, alle feste del nonno prima di allora. Gli aveva
mentito? Gli sembrava strano, però
forse ci
soffriva ancora, e non glielaveva detto perché in
definitiva non erano affatto affari suoi.
Si rigirò nel letto. Sbuffò. Ma quanto
parlavano Jordan e il nonno? Voleva sapere se sarebbe
stato cacciato con infamia oppure no. Si stancò di
aspettare e si appisolò.
Si svegliò di colpo al rumore della porta
che veniva chiusa. Saltò su di scatto, ansimante e
accaldato. Ci mise un momento a mettere a fuoco Jordan
che entrava in quel momento e che lo guardò con
curiosità. Danny deglutì e distolse lo sguardo; stava
facendo un sogno erotico come non ne faceva da tanto
tempo, ed era ancora eccitato, anzi, una parte di lui
voleva tornare dentro al sogno e finire quello che aveva
cominciato.
Allinizio si era trovato solo in una
di quelle stanze da letto depoca che erano al primo
piano, con un grande letto a baldacchino sorretto da
colonnine di marmo. Poi la porta si era aperta, ed era
entrato Jordan seguito da suo cugino Andrew. E da lì
avevano cominciato a fare scintille
si erano seduti
ai due lati di Danny e avevano cominciato a toccarlo
sulle cosce, ad accarezzarlo e ad eccitarlo, e lui si era
lasciato fare di tutto
poi lavevano fatto
stendere, e
a quel punto era entrano Jordan.
- Che hai?- disse questi, osservando il
suo sguardo stralunato.
- Niente
- mormorò Danny con un filo
di voce, sentendosi come un ragazzino beccato con le mani
nei pantaloni.
- Sei tutto rosso
hai caldo?-
- No
-
- Sul serio? Boh, non mi sembri
molto in te. Sei preoccupato per quello che ha detto il
nonno?- chiese di nuovo Jordan sedendosi accanto a lui.
Danny ebbe unondata di eccitazione a contatto col
suo corpo, e si ritrasse di scatto.
- Ehi, che cosa cè?- chiese Jordan
mettendogli una mano sul braccio. Danny ansimò. La
sensazione del sogno non accennava a svanire
si
stese sul letto e trascinò Jordan sopra di sé.
- Ma
Danny, che fai?-
- Facciamolo, dai. Adesso
- mormorò,
ansimando, strusciandosi contro la gamba di Jordan.
- Ma
così
Danny?-
- Lo voglio subito. Ti prego, scopami
adesso!- ringhiò, invertendo le posizioni con un colpo
di reni. Si mise a cavalcioni di Jordan strofinandosi
contro il suo torace. Jordan si lasciò eccitare e gli
tolse la giacca e la camicia, poi si spogliò a sua
volta. Spinse via Danny per togliersi anche i pantaloni,
e li tolse anche a lui tornandogli addosso.
Danny gemeva, incitandolo a fare presto.
Jordan si avventò sulla sua bocca divorandola, mentre si
sistemava sopra di lui piegandogli le gambe allindietro.
- Muoviti! Adesso, adesso!- urlò Danny, e
Jordan lo accontentò. Spinse con tutte le sue forze,
mentre Danny chiedeva ancora di più, e si sforzò di
accontentarlo finché non raggiunse lorgasmo
stremato. Danny venne con lui ansimando soddisfatto.
- Che ti è preso?- mormorò Jordan dal
suo collo.
Danny sorrise e gli accarezzò i capelli
senza dire niente. Si raggomitolò sotto di lui e lo
abbracciò stretto.
- Allora? Mi dici perché mi sei saltato
addosso?-
- Uffa! Mi andava, avevo voglia, ok? Non
ti capita mai?-
- Certo
ma dalla tua espressione
quando sono entrato direi che ti eri già portato avanti
da solo
-
- Non è vero
non lo stavo facendo
ok, e va bene, ho fatto un sogno
stavo facendo un
bel sogno e tu mi hai svegliato
-
- Oh-oh! Doveva essere un sogno davvero
realistico!-
- Ceri anche tu!-
- Davvero? E che parte facevo?-
- Quella che hai fatto ora
quella
che fai sempre. Facevi lamore con me!-
- E cosa cera di così eccitante?-
- Be, non so
cera anche
tuo cugino Andrew, e
-
- Andrew?- chiese Jordan, aggrottando la
fronte. - Davvero?-
- Sì. E ci giuro che
se ci ripenso
-
- Ti piace Andrew?- chiese bruscamente
Jordan.
- Non so
non credo... voglio dire,
era solo un sogno, no? Forse
-
- È incredibile, come hai fatto a
capirlo? Hai un radar, o qualcosa del genere?-
- Capire
capire cosa?-
- Di Andrew-.
- Che intendi dire?-
- Sveglia! Anche lui è omosessuale, come
lhai capito? A mio parere si mimetizza benissimo-.
- Oh! Non lo sapevo. Non mi è mai passato
per la testa
-
- Ah, no? Ma in sogno sì, però!-
- Comunque
non ci avevo mai pensato.
Non sembra affatto
ma allora anche lui è una
pecora nera della famiglia?-
- Sì, come no
è fra quelli che mi
hanno condannato quando sono uscito allo scoperto, anche
se
non per il motivo che credono tutti-.
- Che vuoi dire? Ha disapprovato?-
- Vedi, lui, al contrario di me,
preferisce continuare a fingere, e che non si sappia. Non
vuole affatto che la sua famiglia lo venga a sapere, e
non voleva nemmeno che lo venisse a sapere di me-.
- Non voleva che tu lo dicessi a tutti?-
- Sapessi! Ha cercato di dissuadermi in
ogni modo
mi ha prospettato scenari apocalittici se
lavessi fatto
che poi non si sono avverati,
ma questo non è bastato per convincerlo che non cè
niente di male ad essere se stessi
- disse Jordan in
tono amaro.
- Eppure
non mi sembra che
attualmente ti disapprovi
anzi, mi è sembrato il
contrario
-
- Devi sapere che siamo stati molto legati
fin da adolescenti
in pratica abbiamo scoperto
assieme di essere quello che siamo
e fino alla mia
confessione siamo stati molto legati
complici, si
può dire. Poi abbiamo avuto dei litigi terribili
e
ora lui vorrebbe convincermi a tornare amici come un
tempo, e anche intimi come un tempo-.
- Andavate a letto insieme?-
- Ti ho detto che è così che labbiamo
scoperto
lui è molto geloso, e
vorrebbe
convincermi a perdonarlo, ma non riesco a sopportare la
sua falsità
il suo doppio gioco. Anzi, credo che
sia molto geloso anche di te-.
- Davvero? Non me ne sono accorto- disse
in tono sarcastico Danny. In quel modo, le occhiate
gelide che Andrew gli aveva lanciato assumevano un
perché. Chissà se
era stato geloso anche di
James. La sua curiosità sullargomento non si era
affatto sopita con il sogno.
- Jordan
hai mai portato qualcun
altro qui per fargli conoscere la tua famiglia?- chiese,
prendendola alla larga. Se fosse riuscito a costringerlo
a parlarne spontaneamente non avrebbe fatto la figura
dellimpiccione.
Jordan si tirò su appoggiandosi ad un
braccio e lo guardò con curiosità. - No, perché me lo
chiedi?-
- Niente, così... è questa la verità?
Sul serio?-
- Certo, non vedo perché dovrei
raccontarti delle balle
- rispose Jordan,
innervosendosi leggermente.
- Sicuro, scusami
chi è James?-
chiese Danny a bruciapelo.
- Che ne sai tu di James?- disse Jordan,
duro. Si alzò dal letto e cercò i suoi vestiti. - Chi
te ne ha parlato?-
- Be, è stato tuo nonno
sì-
proseguì Danny allocchiata interrogativa che gli
lanciò Jordan. - Prima, in giardino, quando credeva che
stessimo davvero insieme. Ha detto che non ti vedeva
così allegro da quando tu e James vi siete lasciati-.
Jordan alzò un sopracciglio, con una
gamba per metà infilata nei pantaloni. - Ti ha detto
così sul serio?-
- Non esattamente
ha detto che non
sei stato più lo stesso, e che eravate molto affiatati
ho pensato che vi foste lasciati dopo essere venuti qui
-
Jordan sorrise dolcemente allacciandosi i
pantaloni. - James era mio fratello. Mio fratello
gemello-.
Danny si portò una mano alla bocca. - Oh!
Io avevo capito
ho fatto una gaffe, vero?-
Jordan sorrise di nuovo, più apertamente.
- Certo, una gaffe megagalattica. Ma sarebbe stato meglio
se avessi capito giusto. Se ci fossimo solo lasciati
-
dimprovviso gli occhi di Jordan si rattristarono, e
Danny ricacciò in gola la domanda successiva. - Lui è
morto. Eravamo qui in vacanza, dal nonno, e
ha
avuto un incidente, un incidente stradale-.
- Mi
mi spiace. Non volevo
-
- È come
se mi avessero strappato
la mia metà
io e lui
non ci separavamo mai,
anche il nonno lo diceva
facevamo sempre tutto
insieme
- Jordan si sedette sul letto, continuando a
sorridere, circondato dalla dolcezza che i suoi ricordi
suscitavano in lui.
- Anche lui era gay?- chiese Danny,
indeciso se appoggiargli la mano sulla spalla per
confortarlo. Jordan rise sommessamente.
- No! Lui era perfettamente normale
anche se qualche volta ci scambiavamo, era così
divertente
e poi si precipitava sempre nella mia
stanza terrorizzato
non sopportava le avances dei
miei ragazzi
lo imbarazzavano talmente
-
Jordan soffocò un singhiozzo.
Danny gli appoggiò delicatamente la mano
sulla schiena. - Scusami tanto. Non volevo
farti
tornare alla mente brutti ricordi, davvero-.
- Brutti ricordi? No
ho degli
splendidi ricordi di lui
i brutti ricordi
sono venuto dopo. A volte mi sveglio e
penso di
correre da lui, e solo dopo mi rendo conto che
oh,
sono uno stupido- Jordan lo guardo sorridendo: già sul
suo viso non cera più alcuna traccia di tristezza,
era tornato allegro come al solito. Allargò le braccia.
- Sono un uomo adulto e vaccinato, e
questi sono
solo i casi della vita
pensa che non sono più
riuscito a rientrare nel nostro appartamento
ho
comprato tutto di nuovo... e
vivo in albergo
sono un idiota
-
- Ma no
- mormorò Danny, ma Jordan
saltò in piedi battendo le mani.
- Dai! È ora di incominciare a prepararci
per la cena!- disse, cancellando i ricordi con un colpo
di spugna. Danny avrebbe voluto parlarne ancora, ma
dopotutto lui stesso gli aveva chiesto di lasciarlo in
pace a proposito di Ken, e quindi decise di tacere.
- Senti, se poi ti va possiamo uscire. Ti
va?-
- Eh?-
- Andiamo per locali, tanto per non
intristirci sempre in casa
ti ho detto che ci sono
dei bei posti qui in giro, vero?-
- Ma certo! Daccordo, usciamo pure,
ho voglia di ballare!- disse allegramente Danny. Jordan
sorrise a sua volta, ma Danny lo vide rabbuiarsi un
attimo prima di entrare nella sua camera.
Si divertirono, quella sera. Jordan era
splendido quando ballava, e fece sentire bene anche
Danny: essere in sua compagnia lo faceva sentire bello,
osservato ed invidiato, ed era una sensazione che gli
faceva salire ladrenalina a mille. Entrambi
tornarono a casa molto eccitati, ma quando Danny si girò
sul suo lato del letto per dormire, il pensiero che aveva
ignorato per tutto il pomeriggio tornò ad assalirlo.
Mancava un giorno solo, poi ci sarebbe stata la festa e
tutto sarebbe finito. La sua vacanza dal mondo reale era
agli sgoccioli
e la vita reale era dura, e
spaventosa per lui che non sapeva nemmeno come se la
sarebbe cavata dora in poi.
- Che cè? Che hai da sospirare?-
chiese Jordan, al buio, spaventandolo.
- Eh? Nulla, nulla, dormi-.
- Vieni qui- riprese Jordan, attirandolo
contro il suo petto.
E anche quello gli sarebbe mancato. Se ne
rese conto in un modo doloroso che nemmeno molti soldi
potevano lenire
Continua...
Vai all'Archivio Fan
Fictions |
Vai
all'Archivio Original Fictions |
|