Disclaimers: i personaggi di
Angel Sanctuary non sono miei ma di Kaori Yuki ecc
Note: puro delirio dopo aver letto A.S. n.4
Il prediletto
di Mty
parte II
Gli sfiorò una guancia e si chinò a baciarlo. Con la punta della lingua
disegnò i contorni di quelle labbra che aveva tante volte sognato e che
ora si schiudevano per accoglierlo. Penetrò con cautela inebriandosi del
sapore di quella bocca, la sua lingua accarezzò il palato e poi cercò e
trovò la lingua di quell’angelo che gemeva tra le sue braccia.
Sorrise labbra contro labbra ascoltando il mugolio di protesta per
l’interruzione del bacio.
Senti due mani forti che gli circondavano il viso e lo spingevano ancora
di più verso l’altro viso. Senti una lingua che lo violava e lo
eccitava al contempo, che lo invitava a giocare, a perdersi. Il bacio nato
come una leggera carezza divenne più profondo e appassionato. Non aveva
più fiato ma si rifiutava di lasciare ancora quelle labbra che lo
stavano divorando. Non capiva più nulla, chi era, dove si trovava,
cosa faceva. Solo il suo corpo registrava i movimenti di un altro corpo
vicino a lui che lentamente lo sdraiava e gli si sdraiava sopra. Ne
registrava il peso e la morbidezza simile ad una carezza forte e leggera
al contempo, il calore e l’odore. Mio dio, il suo odore. Tutta la stanza
era pregna del suo odore.
L’odore di un angelo. Aveva le narici pregne di quell’odore, gli occhi
ricolmi di tutta quella bellezza che si riversava su di lui. Le mani
ricolme di tutta quella carne fremente che stava accarezzando.
Il suo cervello non connetteva più ma le sue mani sapevano dove
accarezzare.
Frenetiche ne percorrevano la schiena, scendendo ad accarezzarne il
profilo dei glutei per avvicinarlo ancora di più a se per poi risalire
sino alla nuca e intrecciare le dita in quella marea di capelli fatti
d’oro. Si stava perendo nell’oro.
Smaniava e non riusciva a far altro che mugolare nella bocca dell’angelo
che imperterrito continuava a baciarlo. Cominciò a strofinarsi contro
quel corpo, sesso contro sesso, eccitazione contro eccitazione
tormentandosi ancora di più perché così facendo non trovava sfogo
alcuno se non l’aumento della tensione che provava.
Finalmente la sua bocca fu liberata e lui potè riprendere fiato.
Quella bocca che l’aveva costretto all’apnea ora si stava dedicando
alla sua gola, al suo collo.
Petali di una rossa rosso sangue gocciolanti rugiada bollente erano quelle
labbra che stavano scendendo sul suo torace. Rivoli di lava incandescente
erano quei baci sul suo corpo già caldo.
Si inarcò con un gemito muto quando quelle labbra trovarono uno dei
capezzoli e cominciarono a succhiarlo forte. Sembrava volessero
strappargli l’anima con quel succhio famelico. La sua anima era già di
Rosiel, era lui il suo creatore, il suo signore, il suo amante, il suo
angelo.
Rosiel che continuava a baciarlo scendendo sempre più giù. Quella lingua
che gli aveva sensibilizzato tutto il corpo compreso le parti che neanche
sapeva di possedere finalmente si posò a lambire la punta del suo sesso.
Una scossa elettrica lo attraversò facendolo gridare, accelerò i battiti
del suo cuore e gli tolse il respiro. Annaspò in cerca d’aria. Aria che
non riuscì più a trovare quando sentì quelle labbra avvolgerlo
completamente.
Sollevò il viso e vide due iridi fissarlo mentre due labbra salivano e
scendevano per tutta la lunghezza del suo sesso continuando a succhiare.
Si protese a carezzargli la testa e poi sdraiandosi del tutto continuò a
giocare con i suo capelli che aveva sparsi per tutto il corpo.
Fili d’oro che arrotolava tra le sue dita e che poi rilasciava solo per
riprenderli ancora.
Non voleva pensare all’orgasmo che stava sopraggiungendo, a tutto il
piacere che lo stava letteralmente annegando, voleva resistere per far
durare il più a lungo possibile quella sensazione.
Il suo angelo che lo amava, che stava facendo l’amore con lui.
Il suo angelo che con una movimento traditore lo fece venire mentre lui
non voleva.
Zampilli di sperma si riversarono nella bocca di Rosiel, ma non era solo
sperma quello che l’angelo inghiottì. C’era amore, resa totale,
fiducia e una promessa.
“Solo tu sarai il mio angelo” era questo che Catan aveva detto a
Rosiel la prima volta che avevano fatto l’amore solo qualche ora prima.
E inghiottendo quella sostanza bianca l’angelo si accorse che quel
fanciullo aveva detto la verità.
Il suo capriccio, la sua voglia di onnipotenza che gli giaceva tra le
braccia dopo il travolgente l’orgasmo era degno d’amore, del suo
amore.
Rosiel si sollevò a guardarlo, sembrava così indifeso, fragile,
bisognoso di protezione e non lo studente modello, colui che aveva scalato
tutte le gerarchie per essere degno dell’angelo.
Scese ancora su di lui e lo baciò di nuovo mischiando l’odore della sua
creatura al suo creatore.
Insinuò il suo corpo candido nel copro che si risvegliava ancora una
volta, sentì il sesso del ragazzo che si ridestava ancora e sorrise di
nuovo.
Gambe che si incastravano per dividerne altre due, mani che sollevavano le
cosce, gambe che si incrociavano dietro la sua schiena quando affondò
dentro al ragazzo. Avrebbe voluto essere dolce e delicato, ma il
bisogno urgente di sentire Catan suo gli fece perdere la testa. Affondò
senza nessun preliminare a lacerare la carne delicata, tutto il suo membro
che pulsava dentro di lui, che si perdeva nel colore intossicante del suo
ragazzo.
Non un gemito da quelle labbra solo un avvicinarsi per chiedere un bacio.
E mentre Rosiel concedeva il suo bacio famelico il suo sesso con spinte
lente e poi sempre più veloci riconfermava il possesso che lui aveva di
quel corpo.
Era esaltante vedere il suo viso sull’orlo di un nuovo orgasmo, la bocca
socchiusa, il respiro affannoso e le palpebre abbassate.
“Catan guardami”.
Vide due iridi risplendere alla luce della luna.
“Catan…”
Non riuscì a dire altro nel momento in cui si scaricò dentro di lui,
percepì solo a mala pena il seme del ragazzo che schizzava tra i loro
corpi intrecciati.
Esausto ricadde sul corpo del ragazzo uscendo fuori da lui.
Sentì un tocco leggero sul suo viso, una mano che gli sforava una guancia
e due dita che disegnavano i contorni delle sue labbra prima
addormentarsi.
L’angelo di Dio.
L’angelo perduto.
Il Prediletto.
Si strinse al suo angelo che dormiva. Il respiro lieve sul collo lo
solleticava e eccitava al contempo.
Pose un bacio leggero sulla guancia dopo aver ritirato
la mano e poi uno lievissimo sulle labbra.
L’angelo gli riposava tra le braccia, il suo angelo dormiva con lui fu
questo l’ultimo pensiero cosciente di Catan prima di stringerlo ancora
di più a sè e di addormentarsi.
*********
Perdonate ^///^ questo esperimento, è la prima volta che mi cimento con
scene di sesso un po' dettagliate.
Non è riuscito molto bene, almeno non come volevo io, sob!, ma per il
momento non riesco a produrre niente di più decente. Ancora perdono.
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