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Pr
Parte
XVII
di Mel
Kaede
si alzò, sedendosi sulla sponda del proprio letto , gli occhi
ancora socchiusi, il calore delle lenzuola appena abbandonate lo richiamava
prepotentemente a sé e lui si girò a guardarle , mentre
intorno era ancora tutto appannato ed ovattato.
Un pensiero attraversò veloce la sua mente.
La sera prima.
Lui ed il suo accompagnatore.
Le lacrime.
Kaede si passò
le mani sugli occhi e si alzò ,oramai sveglio, il corpo nudo
e stupendo si tese un istante per tirare i muscoli intorpiditi e poi
si diresse lentamente attraverso i vuoti corridoi della casa.
Hanamichi rannicchiato sotto le sue coperte dormiva ancora , con le
mani strette alla coperta, su quel divano troppo piccolo, ma rassicurante
per chi odia i posti troppo grandi ed il pensiero di solitudine che
portano con sé.
I suoi sogni erano tranquilli , la paura scomparsa anche dai suoi
ricordi.
Sulla pelle immaginava, dormendo ancora,i tocchi gentili di quelle
dita lunghe e candide che lo avevano a lungo vezzeggiato la sera appena
passata.
Con movimenti curati, ma lenti Kaede si annodò la sottile cravatta
blu scuro.
Le sue dita correvano veloci sul raso , esattamente come i pensieri
correvano nella sua testa.
Si era spinto
troppo oltre.
Aveva esagerato.
Si,doveva rimediare, ma aveva esagerato.
Era stato troppo gentile, troppo......................dolce.
Aveva sbagliato.
Troppi i baci
che aveva regalato alla superficie di quelle labbra.
Troppe le carezze che quella pelle aveva ricevuto.
Troppo attente le parole, troppo rassicuranti.
Con rabbia celata
Rukawa si chiuse la giacca.
Ed era anche stato
dannatamente facile.
Tutte quelle cose
le aveva fatte senza pensare................erano state......naturali
.....quasi.
Ogni volta che vedeva quel ragazzo dai capelli rossi soffrire o stare
male era così.
Erano come ....impulsi.
Impulsi in risposta al dolore che aveva visto allargarsi in quegli
occhi nocciola.
Come era facile leggere in quegli occhi.
Troppo facile.
E’ pericoloso
lo sai vero, Hanamichi ?
Si disse Kaede.
E’ pericoloso per te ....perché ci sono persone che potrebbero
approfittare di tutto ciò, di te...........
Eppure anche lui era una di quelle persone........in fin dei conti
non si era approfittato di lui?
Del suo lavoro ?
Di quell’ obbligo misterioso attorno al quale sembrava ruotare tutta
la vita di Sakuragi?
Ma adesso lui
era stanco di pensare sempre le stesse cose, pensieri come quelli
li aveva avuti milioni di volte e non aveva mai fatto niente, avrebbe
aspettato ancora, come sempre.
Adesso i suoi
obiettivi erano altri.
Quella sera che
stava per cominciare un altro ricevimento attendeva lui ed il suo
accompagnatore e Kaede avrebbe ripreso il controllo di sé,
avrebbe rimesso fra loro la giusta distanza che doveva esserci fra
cliente ed accompagnatore perché aveva capito che superarla
era ogni volta più pericoloso, doveva stare attento.
Non lo avrebbe
più chiamato esclusivamente a casa.
Quella casa stava diventando un’ oasi troppo intima , troppo particolare.
Avrebbe semplicemente
ripreso a comportarsi come un tempo , frasi scostanti, atteggiamenti
indifferenti , sguardi di ghiaccio.
Era quello tutto ciò che lo aveva sempre protetto.
Dalla delusione , dal fastidio, dal dolore.
Non dalla solitudine ,era vero, ma almeno portava tranquillità
a quella solitudine.
Prendendo il soprabito Rukawa uscì nel crepuscolo, i capelli
al vento , i pensieri alle spalle, lo sguardo davanti a sé.
Hanamichi sollevò gli occhi.
Lo incontrò.
Non si parlarono.
Un cenno e Rukawa si fece seguire.
Le porte di vetro che si aprivano.
Le noiose e ripetitive note di uno di quei ricevimenti iniziò
a tediare il loro udito.
L’ aria era così pesante dentro.
Lo sguardo di Kaede era gelido, i suoi movimenti quasi meccanici,
il suo silenzio profondo.
Hanamichi sospirò senza farsi udire.
La distanza fra loro era tornata.
Stentava , si perdeva, ma era tornata.
Decadeva nei momenti in cui , senza altro da fare la mente di entrambi
tornava a tutto ciò che avevano condiviso ed allora gli sguardi
sembravano cercarsi e poi timidamente scomparire, gli uni congelati
da iridi azzurre, gli altri disciolti in un turbinare di sentimenti
confusi dal colore del miele.
E le mani si sfioravano mentre, come era suo compito, Hanamichi passava
calici per dissetare le labbra del suo cliente, incerto , confuso
sul perché quella sera quel ragazzo dai capelli neri fosse
uscito con lui , perché non si fossero diretti subito a casa
, per estinguere un altro tipo di desiderio.
Dubbi ed incertezze.
Domande senza risposta né ipotesi.
L’ aria continuava a diventare pesante.
Fino a che gli occhi del giovane Shimori non si posarono su di loro.
Il ragazzo dai
capelli castani si avvicinò discretamente.
Salutò in modo educato i due giovani.
Hanamichi rispose cercando di nascondere l’ imbarazzo.
Ricordava ancora perfettamente quello che era successo la volta precedente.
Ma in quest’ occasione non avrebbe sbagliato, non si sarebbe lasciato
umiliare.
Non di nuovo.
Silenziosamente
Hanamichi chiese con uno sguardo al giovane di allontanarsi.
Ma Kyoshi in risposta gli sorrise semplicemente.
“Rukawa volevo
domandarti un favore – pronunciò lentamente l’ unico erede
della famiglia Shimori – vorrei discorrere un attimo in privato con
il tuo accompagnatore , pensi sia possibile?O io ed Hanamichi dobbiamo
aspettarci un tuo rinnovato ed astioso diniego?”
Kaede sollevò
uno sguardo gelido su di lui.
Perché voleva parlare in privato con Hanamichi?
Perché quell’ interesse nei suoi confronti ?
A quale scopo l’ ironia di quella domanda?
Non avrebbe voluto acconsentire.
Non voleva cedere il suo accompagnatore, nemmeno per un istante.
Eppure Sakuragi era lì ad aspettare.
Negare a Shimori quel permesso avrebbe attirato l’ attenzione di Hanamichi
su di lui, sul perché di quel rifiuto.
Troppo pericoloso.
Aveva appena ristabilito fra di loro quella sottile linea di distacco....oltrepassarla
per astio nei confronti di quel ragazzo dai capelli castani sarebbe
stato imprudente.
“Tsk .....non
sono cose che mi interessano”
Kyoshi sorrise divertito e con uno sguardo sereno chiese ad Hanamichi
di seguirlo.
Le terrazze erano
il luogo ideale, gli invitati le avevano evitate per il vento troppo
fresco che aveva cominciato a spirare , i camerieri ne avevano accostato
le vetrate e l’ aria della stanza iniziava a pesare su di loro.
Hanamichi seguì
lentamente il giovane davanti a sé ,tentando di reprimere la
tentazione di girarsi e di guardare il proprio cliente.
Non sarebbe servito a niente girarsi.
Lo avrebbe ritrovato nella stessa identica posizione ,perso nel suo
silenzio insofferente.
E girarsi sarebbe stata solo un’altra mera umiliazione.
Kyoshi aprì
delicatamente una delle ante di vetro e i due scivolarono sulla terrazza,
subito ghermiti dall’ oscurità che regnava fuori da quel mondo
di luci preziose ed artefatte.
Kaede lasciò
correre nervosamente le proprie labbra sul bordo del calice che teneva
in mano, i suoi candidi denti si affacciarono a morderlo mentre l’
ansia copriva ogni altro suo pensiero.
Non voleva.
Non voleva sapere il suo accompagnatore solo con quel ragazzo.
Shimori non avrebbe chiesto di parlare privatamente con lui solo per
discorrere degli indici di borsa.
Non voleva.
Hanamichi era il suo accompagnatore.
Ma ...quando era
diventato .....per lui ...Hanamichi ?
Il suo nome proprio e quell’ aggettivo ...nella stessa frase ............ebbero
per Kaede un senso strano......la sua mente ripeté entrambe
quelle parole , mescolandole , centinaia di volte.................
.........................suo.................Hanamichi...........................suo
Hanamichi......................Hanamichi suo…………
Un istante, due
istanti .......tre....
Al terzo, prima che il quarto potesse farlo impazzire d’ ansia, il
ragazzo dai capelli neri e dallo sguardo ancora più scuro si
accostò con elegante noncuranza ad una finestra, fingendo di
prendere aria e sfuggire al caldo opprimente della sala.
Nessuno seguì
i suoi movimenti.
Nessuno che non lo conoscesse.
Gli occhi di suo padre, del signor Rukawa , si levarono un attimo
, distogliendosi dall’ osservazione intensa del proprio interlocutore
,per vagare fino ad una delle finestre delle terrazze, mentre con
una frase misurata quella conversazione importante proseguiva, l’
uomo dalla bellezza passata, ma non ancora estinta, incontrò
la figura dell’ accompagnatore di suo figlio, quell’ accompagnatore
sempre presente, dagli occhi grandi e molto maturi, il suo scivolare
fuori in compagnia di un giovane ben noto ed il medesimo scivolare
di suo figlio ,lì vicino.
Kaede bevve un altro sorso ed attese , un attimo ancora ed il vento
gli portò ciò che voleva.
Le voci di Hanamichi
e di Kyoshi si levarono dall’ oscurità.
“Sei bellissimo”
“Smettila – rispose Hanamichi tingendosi d’ imbarazzo – questa tua
affermazione è più falsa delle previsioni sugli indici
di borsa di ieri”
Una piccola risata
mascherò nuovamente l’ imbarazzo di quel ragazzo dai capelli
rossi.
Le labbra bagnate
di vino di Kaede sembrarono divenire per lui asciutte ed amare, il
suo respiro si spezzò sempre più lentamente.
Kyoshi rise con
quel Pr poi lo guardò seriamente.
“Tu non sai, ma
io ti ho seguito, una volta, ti ho visto camminare per strada, era
notte e ti ho seguito ..............poi sono passato molte volte nel
luogo dove abiti, ho chiesto di te..............................mi
hai sempre saputo tener testa, anche quando all’ inizio volevo schernirti
per il colore dei tuoi capelli e poi , l’ ultima volta che ci siamo
visti, hai sopportato quell’ umiliazione con una dignità che
ho invidiato, hai sopportato il mio sguardo che non riusciva a mascherare
lo stupore.....................................................
.............lo sai che potrei davvero innamorarmi di uno come te?”
Hanamichi aveva
ascoltato in silenzio, lusingato per quelle parole, il vento mosse
i suoi capelli , lasciando che si sollevassero in fili luminosi persino
nelle tenebre della notte.
“Come ho potuto criticare questi capelli così belli?”si chiese
Kyoshi rincorrendone una ciocca per poi afferrarla
La setosa consistenza
di quei capelli si fece avvertire scivolando via da quella presa,
vanesia.
In quell’ angolo , dietro la finestra , nascosto da una tenda, Kaede
strinse il calice fra le dita, così forte da volerlo scheggiare
,così forte per reprimere la rabbia per chi aveva osato toccare
la morbidezza di quei capelli , quella morbidezza che lui aveva rivendicato
come regalo per sé la notte del suo compleanno.
Hanamichi si scostò
imbarazzato, appoggiandosi al muro che sentiva alle spalle.
Kyoshi si avvicinò a lui..
“Sai che potrei offrirti un lavoro nella mia azienda...? Guadagneresti
molto , molto di più , lasceresti questo lavoro , l’ umiliazione
di sottostare ai tuoi clienti........................”
Hanamichi sollevò lo sguardo su di lui.
Dietro l’ elegante tendaggio Rukawa trattenne il fiato.
Quell’ offerta......quell’
offerta poteva.............avrebbe potuto allontanarlo da lui ...............da
quelle notti in cui la solitudine spariva e la sua stanza si riempiva
di meravigliosi suoni bassi.
Non voleva.
No, non voleva.
Hanamichi abbassò lo sguardo.
“Io non posso”
Kyoshi rimase
un attimo in silenzio.
Kaede si concesse un respiro.
Uno solo.
“Perché?”
“Per tanti motivi,
se hai chiesto su di me dovresti conoscerli”
“Hai dei buoni amici lì , una donna , molto bella , che tiene
a te , nessuno di loro mi ha detto niente, le mie parole erano solo
per farti capire che mi ero interessato a te, perdonami se ti ho offeso”
“Non importa..............solo cerca di capire che per tante ragioni
io non posso”
“E lui è una di queste ragioni?”
“Lui ?”
“Rukawa”
“No, io ......no...”
“E’ lui il tuo cliente , no?Il tuo unico cliente.............vero?”
“Si è il mio unico cliente.............ma ......”
Kyoshi lo interruppe.
“Cosa ti ha fatto?”
“Cos..........”
“Si ,cosa ti ha fatto lui , il tuo cliente........cosa ti ha fatto?”
Hanamichi si lasciò ad un sorriso tirato.
“Non capisco di cosa...”
“Non fingere con me , ho molta più esperienza di voi due ,
conosco questo mondo e quello che succede e capisco quando uno sguardo
nasconde desiderio...................e quando un altro nasconde possesso......”
“Non dovrebbe interessarti”
“Lo difendi?”
“No.....io ..insomma ..........”
“Allora sembra che a te sia andato bene quello che è successo,o
sbaglio ?
“Smettila.........io..............non...lui”
Kyoshi abbassò un po’ la voce ,tristemente quasi.
“Mfh ....evidentemente
oltre al tuo corpo lui ha preso anche qualcos’ altro”
mormorò
il ragazzo dai capelli castani sfiorando con lo sguardo il petto di
Hanamichi,come a sottolineare le proprie parole
Lui dai capelli
rossi non disse nulla, il vento soffiava debolmente ora.
Kyoshi sospirò
a voce alta.
“Bene ....così
a me non rimane niente da poter sperare di avere..............posso
chiederti almeno un bacio, se non altro?”
Hanamichi non rispose, in un lento avvicinarsi il viso di Kyoshi si
accostò al suo.
Lui non si allontanò.
Ma le labbra di
Kyoshi non sfiorarono mai quelle di Hanamichi.
Una mano bianca,
grande e decisa si era appoggiata sul viso del ragazzo dai capelli
rossi , velandone la bella bocca, proteggendola , da un bacio il cui
permesso non era stato chiesto alla persona giusta.
Sollevandosi prima
di toccare quella mano Shimori alzò gli occhi.
“Rukawa”sussurrò
Il ragazzo dai
capelli neri , accanto a loro , lo fissò con odio , tenendo
ancora le sue lunghe dita ferme sulle labbra di Hanamichi.
Il tempo sembrò
dilatarsi negli sguardi che i tre ragazzi si scambiarono.
Con lentezza,
solo quando Kyoshi era abbastanza lontano da lui ,Kaede lasciò
scivolare via la propria mano dal viso caldo del proprio accompagnatore.
Poi senza girarsi e senza guardarlo Rukawa ordinò ad Hanamichi
di andarsene.
Lo sguardo infuriato
del suo cliente lo convinse a non discutere e Sakuragi rientrò
nella sala , sparendo tra le luci accecanti.
Solo con lui Rukawa riservò al giovane Shimori uno sguardo
di gelo bruciante.
“Non credevo che discorrere in privato includesse certi atteggiamenti”sibilò
lui dagli occhi azzurri
Kyoshi sorrise.
In silenzio.
“Hai ragione...............dimenticavo che questi sono comportamenti
dovuti solo a chi paga........per averli.........”
“Cosa vorresti insinuare?”
Il sorriso gentile di Kyoshi si allargò lievemente.
“Non mi permetterei
mai”
“Bene, allora non ti permettere neanche di avvicinarti a lui”
“Mi sembrava di aver avuto il tuo consenso,o sbaglio?”
Kaede ridusse gli occhi a due fessure sottili di freddo ghiaccio.
Il vento aveva ricominciato a levarsi.
“Avevi avuto il mio permesso per usare la tua bocca per parlare, non
per altro”
“Beh l’ altro permesso non andava chiesto a te , ma a lui, no?”
“Non mi interessa”
Il giovane dai capelli castani rise leggermente , dalle sue parole
e dai suoi sguardi nessuno avrebbe potuto definire quel ragazzo dai
capelli neri disinteressato all’ argomento.....................
“Non sembrerebbe.........”
“Cosa vuoi dire?”
Kyoshi si avvicinò , lentamente.
Il vento si era come placato per lasciarlo parlare.......quasi prevedesse
che quelle parole sarebbero state importanti...................
“Voglio solo dire che devi stare attento se non vuoi svegliarti povero
una mattina .........................”
Il silenzio prese
a scorrere tra loro.
Cosa voleva dire?
Cosa significavano quelle parole?
Cosa intendeva?
Rukawa attese.
“Vedi Rukawa io
possiedo numerose azioni e molti titoli............ma non mi disinteresso
di loro................non aspetto che mi portino buoni risultati
o piaceri da soli.......................io curo i miei affari........................mi
occupo di loro...................................costantemente....................
.............ogni giorno.............penso a loro ...............solo
così evito di perdere ogni cosa, evito di svegliarmi senza
più niente.......................
......ed ora mi rivolgo a te.....per darti un consiglio........so
che anche tu hai un ‘interesse’...............un interesse particolare..........un
interesse con il quale dividi le tue serate..................ma ricorda
che devi curare questo tuo interesse......se vuoi che continui a stare
con te.............
.......devi curare le tue ‘azioni ’ ............................non
puoi pretendere senza dare..............................è una
delle leggi fondamentali dell’ economia............................e
della vita.....................lascia che chi ha più esperienza
di te ti suggerisca una strada.................altrimenti ti ritroverai
solo e povero una mattina.............”
Il vento riprese delicatamente a spirare.
Il respiro di Kaede si fece rapido senza un motivo.
Capiva il senso
di quelle parole.
La chiarezza di quelle semplici metafore.
Un brivido gli
corse lungo le vene.
“So che mi hai capito ....non sto parlando con uno sprovveduto ...ma
vorrei essere ancora più chiaro con te..................devi
stare attento....molto attento ...................ora come ora sarebbe
fin troppo facile portarti via quel tuo interesse...................
....basta una parola gentile......una richiesta che non sembri un
ordine ............................solo un po’ di tenerezza..........e
potresti vederlo sparire............... perché lui ha solo
bisogno di affetto ..............................chiunque è
capace di essere dolce per i propri scopi......... .....................te
l’ ho dimostrato anch’ io stasera..................attento perché
chiunque .....un ragazzo .....una ragazza......................
.....chiunque te lo potrebbe comprare............chiunque ....presto”
Il sorriso di Kyoshi si affievolì lentamente , il vento coprì
ora ogni altro suono.
Kaede non disse nulla.
Il ragazzo dai
capelli castani lo sfiorò scivolandogli accanto.
“Perché
non dimostrare al tuo interesse quanto tieni a lui?............Il
resto spetta solo a te.........”
Rukawa lasciò che la propria frangia velasse il suo sguardo.
In silenzio guardò Shimori.
Non aveva più possibilità di rispondergli.
I suoi pensieri
correvano follemente nella sua testa , intorno a quelle parole dal
significato profondo.
Voleva pensare.
Voleva andare via.
Si girò
, senza una parola e sparì nella sala.
Solo , nel vento freddo, Kyoshi si girò verso il fresco riposante
del giardino.
Parlare lo aveva stancato.
Sopportare la gelosia di quel ragazzo dai capelli neri però
lo aveva divertito.
Solo una punta amara gli vibrava ancora nell’ animo.
Così si
rivolse al nero della notte, il suo unico , fedele , interlocutore.
“Dannazione .......alle
volte la mia educata gentilezza rasenta il masochismo”mormorò
La notte tacque
in risposta, annotando l’ ennesima velata disperazione d’ amore di
un essere umano.
Kaede camminava velocemente , incurante del vento che sollevava le
foglie intorno a loro.
Dietro di sé i passi che cercavano di seguirlo del proprio
accompagnatore.
Una sera strana
si annunciava.
La dichiarazione d’ amore di un ragazzo.
Una scena che poteva sembrare gelosia e contesa di uno fra due amanti.
La rabbia ed il silenzio.
Hanamichi pensava
questo mentre tentava di mantenere il passo.
Il suo cliente camminava incurante di lui, preso da chissà
quali pensieri.
Quando finalmente aveva visto Rukawa rientrare dalle terrazze si era
sentito sollevato.
Aveva quasi creduto che avrebbero fatto a pugni.
Invece Kaede non aveva segni sul viso tranne uno sguardo cupo e profondo.
Già .........cosa sperava ....nessuno avrebbe fatto a pugni
solo per lui.
Non era una cosa che si faceva per un ragazzo.
Soprattutto non per uno come lui.
In fin dei conti quella gelosia, che gli era sembrato di vedere, poteva
avere tanti motivi.
Uno di quelli gli ferì dolorosamente il cuore facendosi pensare….
.........................come un bimbo che si vede portare via il
proprio giocattolo così Rukawa aveva alzato la voce per potersi
riprendere ciò che era suo , ciò che aveva pagato, ciò
di cui rivendicava solo un possesso materiale................................
Era facile pensare così.
Si erano guardati un istante perché lui stesso aveva cercato
lo sguardo del proprio cliente.
In quello sguardo , senza bisogno dell’ usuale conferma delle parole,
Rukawa gli aveva detto di andare via con lui.
Ed ora, sotto il vento e le stelle, camminavano velocemente.
Kaede lasciò che nella propria mente risuonassero tutti gli
insulti che si sarebbe voluto gridare.
Se non avesse avuto quell’ accompagnatore dietro di sé avrebbe
cercato qualcosa da colpire per sfogare quei sentimenti che si agitavano
in lui.
Non era stato capace di nulla quella sera.
Di nulla.
E lui detestava non sentirsi capace.
E non per mera vanità o per orgoglio , ma per necessità.
Non aveva nessun altro se non sé stesso e se anche il proprio
aiuto gli veniva a mancare cosa gli sarebbe rimasto ?
Invece quella sera si era dimostrato un incapace.
Nonostante tutti i suoi propositi non era riuscito a disinteressarsi
degli eventi che non per pochi minuti.
Poi dal momento in cui Shimori si era avvicinato tutto era scomparso.
Ogni pensiero, ogni proposito , ogni decisione.
Tutto quello scompariva per lasciare il posto a sentimenti strani
e confusi , sentimenti che portavano solo a comportamenti istintivi
e.........
..........................pericolosi.
Si era esposto troppo, non aveva pensato alle conseguenze, gli eventi
si erano susseguiti, il sangue era corso troppo velocemente,agitato
da un sentire troppo vicino alla gelosia.
Dannazione nonostante tutto si era lasciato coinvolgere.
Che fosse troppo
tardi per sperare di venirne fuori?
Che avesse osato troppo e così a lungo da non avere ora nessuna
possibilità?
Che una volta superata quella linea immaginaria fra curiosità
ed attrazione , fra cliente e accompagnatore, non si potesse più
tornare indietro?
Non lo sapeva.
Sapeva solo che dopo tutte le parole che aveva sentito ..........dopo
quei discorsi , che sicuramente il giorno dopo avrebbero meritato
un più attento ragionamento ,dopo tutto quello stava tornando
a casa con lui.
Ed allora rallentò impercettibilmente la propria andatura,
permise a quel ragazzo dai capelli rossi di riuscire ad affiancarlo
e lo guardò di sfuggita , nascondendo i propri occhi sotto
la frangia scura.
E lui era lì
, silenzioso e dall’ apparenza assorta.
Bello e indifeso.
Com’ era diverso dal giudizio che la gente dava di lui.
C’ erano volute notti e notti, ma ora poteva dire di averlo visto
veramente, di aver guardato il suo vero animo, forse troppo poco,
troppo brevemente , eppure anche solo per quell’ attimo oramai era
rimasto qualcosa fra loro.
Forse era vero che non si poteva più tornare dietro quella
linea sicura.
Eppure in quel momento Kaede non si sentì di dirsi che se ne
pentiva.
Adesso voleva solo salire in camera con lui e non sentirsi solo.
Senza volerlo
ammettere risentiva delle parole di Shimori ,pensare di non poterlo
più avere era .....soffocante.....quasi....fastidioso ed enormemente
triste.
La solitudine era lì, dietro l’ angolo della sua casa, in attesa
di poter rientrare a dettare la vita di quel ragazzo dai capelli neri
e per adesso l’ unico modo che lui conosceva per tenerla fuori era
quello.
Quello di cominciare a salire le scale con il proprio accompagnatore.
Hanamichi tremò lievemente ed entrò in camera.
Non aveva detto niente, sapeva che quella sera sarebbe comunque finita
come le precedenti.
In fin dei conti Rukawa pagava bene per avere il suo giocattolo e
la parola opporsi per lui ormai non aveva più senso da tempo.
Aveva solo , ancora, paura.
Ed incertezze.
Kaede si spogliò
lentamente.
La sua rabbia era sparita per strada.
Cancellata dall’ aria fresca e da uno sguardo che aveva rivolto a
Sakuragi.
Tsk , nemmeno
dopo le parole di Shimori era riuscito a perdere quella stupenda abitudine
di portarsi a casa il suo accompagnatore, anzi non aveva aspettato
altro tutta la sera, nonostante la freddezza che aveva programmato
di mantenere, ed ora stava lì a chiedersi se quella notte avrebbe
fatto l’ amore con Hanamichi per dimostrare qualcosa a sé o
a Shimori.
Senza dire niente
Hanamichi si spogliò , lasciando a terra ogni abito.
Rukawa dimenticò ogni altro pensiero.
Com’era docile
il suo accompagnatore......................
Forse avrebbe dovuto alzare la voce un po’ più spesso.
Hanamichi attese
, nudo , vicino alla finestra.
Le luci della città che entravano dai grandi vetri quadrati
della portafinestra illuminavano le linee di quel corpo....i contorni
....la pelle.....
.......la vita poco più esile del torace, i fianchi torniti
ed il ventre morbido...............la sensuale linea dell’ inguine
................
Kaede rabbrividì di attesa e desiderio.
“Appoggiati al vetro, contro la finestra”disse piano Rukawa
Hanamichi inclinò lievemente il viso ,pensando un istante poi
si diresse alla portafinestra e vi appoggiò le spalle contro
rabbrividendo per il contatto gelido.
Kaede si avvicinò
lentissimamente , occupando ogni istante per contemplare il suo amante.
Lo fissò a lungo poi mormorò nuovamente.
“No….. girati
ed appoggiati”
Hanamichi soppesò
quelle parole, quella situazione sembrava troppo simile all’ ultima
loro volta, il timore si affacciò.
Ma Rukawa attendeva pazientemente.
Nei suoi movimenti non vi era alcuna urgenza, niente di simile alla
frenesia.
Eppure ora si vergognava di lasciarsi così a lui.
Si vergognava di mostrargli così spudoratamente il proprio
corpo.
Rukawa in qualche
modo sembrò comprendere.
“Non vergognarti
............ti ho già guardato , più e più volte..........e
non ho dimenticato come sei fatto.............perché non dimentico
ciò che mi piace vedere”
Hanamichi abbassò
il viso, per arrossire.
Kaede si morse le labbra.
Di nuovo una parola di troppo la sua.
Troppo gentile si ripeté senza ascoltarsi, troppo.
Lentamente Hanamichi si voltò, appoggiò le mani al vetro
poi il petto ed attese.
Kaede lasciò
ogni considerazione per dedicarsi a lui.
Spostò un velo di aria, per raggiungerlo.
Hanamichi strinse
le dita.
Cosa ne sarebbe stato di lui ora?
Rukawa si piegò su di lui , sulla sua schiena, posando su di
essa un bacio, tra le scapole.
Ed i baci si moltiplicarono coprendo l’ intera superficie di quella
pelle fra le spalle ed i fianchi , nemmeno un piccolo pezzetto fu
tralasciato, nemmeno uno.
Kaede salì sul collo , con la bocca ormai umida e lo baciò
sulla nuca , teneramente , mordendo piano poi.
Poco dopo scese lungo un braccio , posando le proprie mani sui fianchi
di Hanamichi lo tenne fermo contro il vetro mentre baciava ancora
, uno per volta , i suoi gomiti fino a scendere sui polsi e sulle
mani.
Hanamichi gemé
piano, contro il vetro, incredulo per tanta rinnovata dolcezza.
Kaede infine si
inginocchiò dietro di lui, facendo scivolare più in
basso le mani , all’ altezza di metà coscia e lì le
lasciò, in un muto invito a stare fermo per il suo accompagnatore.
Le labbra del ragazzo dai capelli neri si aprirono lievemente e si
posarono su uno dei glutei di Hanamichi, lui sussultò lievemente
, ma senza cercare altri eccitanti contatti quelli che Kaede regalò
alla sua pelle furono solo baci innocenti.
Concludendo il suo cammino la bella bocca morbida di Rukawa scivolò
fino all’ incavo delle ginocchia , per leccarlo e succhiarlo, incessantemente,
insistentemente ...............lasciando Hanamichi a gemere contro
un vetro ormai appannato per quei tocchi particolari.
Kaede si rialzò,
piano, senza staccare le mani da quel corpo per non perdere quel calore.
Hanamichi era
lì ,davanti a lui , in totale abbandono, contro il vetro appannato
dal suo respiro , gli occhi socchiusi.
Lo voleva così.
Così era perfetto.
Lo voleva lì, in quel momento.
Si , lo avrebbe preso così.
Rukawa unì
il proprio petto a quella schiena , abbracciandolo e lo preparò
gentilmente , con due dita, con il suono dei suoi gemiti veloci nelle
orecchie.
Hanamichi si tese , sussultando quando sentì il membro duro
di quel ragazzo sfiorare l’ apertura per il suo corpo.
Kaede lo tenne
fermo , impedendogli di girarsi.
Il ragazzo dai
capelli rossi si oppose.
“No.....non qui.........potrebbero
vederci...dalla strada”
Kaede sorrise.
A lui non importava.
Anzi, avrebbe voluto che tutti quanti lo vedessero , li vedessero
insieme, avrebbe voluto molte persone sotto la propria finestra in
quel momento.
“Mmmh sarebbe
...interessante........”disse solo
Hanamichi cercò di spingerlo via, inutilmente.
“No...................Ru...ka................wa.....aaahn....”
Kaede si era spinto in lui.
Di poco.
Dolcemente.
Per impedirgli ogni altro movimento.
Lo voleva così.
Contro quel vetro.
Immaginando che ognuna di quelle luci della città , che si
vedevano da quella finestra fosse consapevole di loro , di quello
che stavano facendo, di quei due ragazzi che facevano l’ amore insieme
, di Sakuragi e di Rukawa , di come Sakuragi fosse ormai di Rukawa
da così tante notti ed altro ancora....................................
Hanamichi si inarcò, contro il corpo del proprio cliente.
“No.......no....davvero.......ti prego.......potrebbero.........aahn...aaaah”
Kaede spinse ancora
un po’.
“Sssh.........fai
silenzio...... – mormorò gentilmente –...............siamo
al buio ......non ci vedrà nessuno.........se anche guardassero
vedrebbero solo due ombre............................”
Hanamichi non disse più nulla, poi un’ altra piccola spinta
gli tolse il fiato.
Kaede ancora esitava.
Non lo aveva preso completamente.
Preferiva aspettare , non voleva che quel rifiuto a parole , che lasciava
intuire anche un rifiuto di quel corpo, comportasse dolore al suo
accompagnatore.
Solo quando il
silenzio tornò a regnare nella stanza ed Hanamichi accettò
quella richiesta lasciandosi andare contro il vetro, Kaede lo strinse
a sé , come a sorreggerlo ed affondò in lui fino in
fondo.
Lui dai capelli
rossi reclinò la testa, fin quasi a sfiorare con la nuca la
spalla di Rukawa dietro di sé e gridò per il piacere
di quella pienezza che finalmente avvertiva.
Kaede lo strinse
guardandolo e in un attimo si chiese se le parole di Shimori fossero
vere.
Realmente quel
ragazzo che teneva tra le braccia aveva un disperato bisogno di tenerezza?
Nessuno lo avrebbe mai potuto pensare.
Nessuno della squadra , nessuno dei suoi amici del guntai, persino
lui non lo aveva mai pensato.
Eppure poteva essere così
Ma come esserne sicuri?
L’ ultima conferma poteva darla solo quel ragazzo.
Allora in quel momento si fece strada in Kaede la tentazione di domandarglielo.
Avrebbe potuto fermare un attimo le proprie spinte e chiederglielo.
Così avrebbe potuto scoprire la verità.
Tra le sue braccia , in quella situazione, Hanamichi non avrebbe mentito.
Ma come poteva chiederlo?
Che senso avrebbe avuto fargli quella domanda per poi continuare a
comportarsi come prima , indipendentemente dalla risposta?
Nessuno.
Ed allora Kaede preferì chiederlo a quel corpo.
Le sue spinte
rallentarono, fin quasi a fermarsi per poi riprendere, ma talmente
lente da non farsi quasi avvertire.
Usando tutta la dolcezza che aveva Kaede prese un ritmo lento.
Entrando , a volte solo lievemente , facendo sempre più piano,
osservò come Hanamichi godesse di più per ogni singolo
movimento, i suoi gemiti si levarono subito alti, trasformandosi,
in breve, in lunghe grida eppure in quel rapporto non c’ era violenza
né velocità , neppure quando lo aveva preso con frenesia
era riuscito a farlo gridare così.
Con le mani Kaede
continuava ad accarezzarlo , a scostare da dietro quei capelli che
ricadevano continuamente sul viso arrossato del suo accompagnatore
, a scendere sul ventre, per accarezzarlo con le punte delle dita
per poi cingergli i fianchi con un braccio e tirarlo a sé.
Con il corpo si
spingeva in lui, teneramente era il termine adatto, osservando come
la voce forte di Hanamichi non potesse riposare, non trovasse pace
se non nei gemiti e nei suoni alti in cui vibrava.
Il suo membro spingeva a fondo eppure portava solo piacere, un piacere
così grande per quel ragazzo dai capelli rossi, così
grande da farlo ansimare e contorcere, un piacere che non veniva forzato
, che c’ era e basta, un piacere attento e dolce.
Kaede gemé
a sua volta , le sensazioni rischiavano di sommergerlo, i suoi sensi
stavano impazzendo, sentiva il proprio accompagnatore puntare le mani
sul vetro, ormai completamente appannato dai respiri velocissimi e
lasciarsi penetrare, spingere addirittura per incontrare i suoi movimenti.
Lo sentiva intorno a sé , ad aprirsi a lui, a fremere , così
caldo.
Kami non lo aveva mai avuto così.
Era stato un folle , l’ ultima volta aveva rinunciato a tutto quello
, aveva rinunciato a godere così profondamente solo per estinguere
in un istante il fuoco del proprio desiderio, aveva rinunciato a sentire
così profondamente la loro unione , la pelle del suo accompagnatore
…… …folle, folle....era stato un folle........quel giorno avrebbe
dovuto piangere anche lui , tanta era stata la sua follia.
Ma ora invece
desiderava pensare ad altro, aveva la sua conferma.
La dolcezza otteneva molto di più da quel ragazzo di qualsiasi
altro comportamento.
Era con la dolcezza che riusciva a non fargli provare dolore.
Era con la dolcezza che non vedeva paura nei suoi occhi.
Era con la dolcezza che ogni volta che le lacrime rigavano quel viso
lui riusciva a mandarle via.
Solo così , solo dolcemente.
La risposta era
quella.
Un breve pensiero fra un grido ed il piacere.
Mentre lo sentiva , mentre scivolava nel suo corpo assaporando ogni
centimetro di quel punto d’ unione , sempre lentamente , sempre più
piano , sempre più piano.
La testa inarcata del proprio accompagnatore che sembrava continuare
a gridare follemente contro un soffitto che diventava per entrambi
sempre più lontano, sempre più sfuocato e poco importante.
Sentiva una voce chiamarlo , fra i suoni di piacere , fra il calore.
“Ah..ahhaa......ah..Ru....kaah........ah...waa.....”
Un ultimo movimento
, di entrambi, il prolungarsi per un attimo eterno in un limbo alle
soglie del paradiso , sentimento di piacevolissima sospensione , un
soffio prima che l’ orgasmo lasciasse tremare i loro corpi e tendere
i loro nervi...si ...un istante ancora...........
....una spinta ...e fu veramente il paradiso.........................
Il seme di Kaede si riversò in quel corpo mentre l’ ultima
lenta e dolce spinta lo conduceva in profondità.
Contro un vetro ormai tiepido del suo corpo Hanamichi si lasciò
andare.
Per istinto il
ragazzo dai capelli neri strinse le braccia, sorresse quel corpo esausto,
per non permettere che cadesse a terra, senza più forze.
Hanamichi si affidò a lui.
Passò un attimo ancora.
L’ aria vibrò nuovamente , piena di sospiri soddisfatti.
Rukawa, contro
il collo del proprio amante, riprendeva fiato e ragione, così
sensualmente strappatigli dal loro amplesso.
Aveva avuto quel
corpo ed una conferma.
Aveva ottenuto
tanto quella notte.
Si sollevò
, ad ascoltare il respiro ancora irregolare del ragazzo che stringeva
, lo girò verso di sé, piano , per controllare il suo
viso, sperando di non aver sbagliato ancora qualcosa con lui.
Hanamichi si lasciò guardare, facendosi appoggiare al vetro
con la schiena , notando come non fosse più freddo come prima
quel contatto e socchiuse appena gli occhi , per sincerarsi di non
aver immaginato ogni cosa.
Lo aveva percepito,
dopo le prime spinte, uguali a quelle di tutte le altre volte , qualcosa
era cambiato , il corpo di Rukawa aveva preteso il suo in un modo
tutto particolare, era stato così dolce, così attento
.........era bastato accorgersi di quello per far scorrere l’ eccitazione
nel proprio corpo , quella lentezza lo aveva avvinto e soggiogato
molto più velocemente di qualsiasi carezza o frenesia.
Ed il perché era semplice.
Tutto ciò che era lento aveva per lui un senso di protezione.
Kaede lo abbracciò, lo strinse, notando con quale stupenda
arrendevolezza quel ragazzo aveva piegato la testa e si era appoggiato
a lui per rimanere in piedi , per proteggersi dal freddo della stanza.
Il letto era troppo
lontano da loro per poterci arrivare insieme e la pelle nera e morbida
del divanetto offriva comunque il proprio muto invito, facendo mostra
di sé a pochi passi da loro.
Lui dai capelli
neri accettò.
I minuti passavano
, Kaede giocava con le dita tra i capelli rossi del suo accompagnatore.
Un pensiero fastidioso gli ricordò di chi, solo poco tempo
prima , aveva osato toccare con troppa sfrontatezza ciò che
in realtà apparteneva solo a lui.
Quei capelli erano
stati il suo regalo, gli appartenevano.
La loro rinnovata morbidezza era un piccolo lusso che ogni volta lui
si concedeva di toccare.
Senza che se ne
accorgesse la propria carezza lenta ed ipnotica fra quei capelli divenne
forte ed ancora più piacevole.
Un mugolio appena
percettibile , Hanamichi non riuscì a trattenersi, i piccoli
ed intensi brividi che quelle dita gli regalavano lungo i nervi della
testa e della schiena erano troppo piacevoli.
Il sonno lo stava avvincendo, quelle mani erano una ninnananna dolce
e ben riuscita.
Nella sensazione di dormiveglia che lo stava ghermendo lui dai capelli
rossi riuscì solo a realizzare che oramai troppe cose stavano
cambiando tra loro, eppure sentiva l’ indefinita impressione che comunque
tutto quello non gli appartenesse veramente, non potevano fermare
quella strana evoluzione, la situazione sembrava ogni volta scivolare
loro tra le mani , afferrarne i contorni e le redini sembrava impossibile
e troppo faticoso, lui almeno non aveva quasi coscienza di quello
che ogni volta mutava , anche solo piccoli atteggiamenti o una parola
, troppo difficile cercare verità nascoste, meglio aspettare
il tempo in cui qualcosa si sarebbe fatto notare per la propria intensità....o
forse tutti questi pensieri gli venivano semplicemente portati dall’
oblio che tentava di accoglierlo completamente ..........
...senza più altro lui si abbandonò............
In silenzio, al buio , su di un divano di pelle , scaldato solo da
un corpo caldo appoggiato al proprio Kaede rifletteva guardando le
luci di una città lontana e poco importante.
Sorridendo per l’ invidia che sperava di aver suscitato in quelle
luci colorate e presuntuose per aver, davanti a loro ,posseduto una
creatura così bella e calda , come loro non avrebbero mai potuto
fare o essere, lui riprese i suoi pensieri da dove li aveva interrotti
, prima che un piacere accecante spezzasse i fili della sua ragione.
Passarono minuti , non ore, solo minuti ed Hanamichi attirò
l’ attenzione su di sé mugolando ancora, girandosi in quel
sonno che sempre lo prendeva dopo essersi donato, cadendo sulle gambe
di Kaede , ricercando calore.
Lui dagli occhi azzurri , simili a pietre preziosamente tagliate in
sfaccettature perfette, sospirò, erano ancora nudi , il freddo
della stanza si divertiva a tormentare le loro pelli prima accaldate
, gelando il loro sudore, regalando brividi.
Non avevano lenzuola o coperte e prima che la notte finisse sapeva
di voler ancora il proprio accompagnatore.
Le parole di Shimori risuonavano prepotentemente nella sua testa ,
nella sua stanza , sembravano farsi gioco di lui e solo le grida di
Hanamichi erano riuscite ad allontanarle poco prima.
Rivoleva quelle grida , rivoleva il proprio orgoglio ed il proprio
silenzio nella mente.
Svegliò
delicatamente il ragazzo dai capelli rossi, occupò le sue labbra
con le proprie , per distrarlo dalle trame del sonno.
Il letto sembrava ancora troppo lontano , sembrava freddo, con quelle
lenzuola bianche e candide, sembrava neve gelata mentre invece il
divanetto sul quale si trovavano era stato riscaldato dai loro corpi
ed era accogliente.
E così decise.
Quella notte strana il suo letto sarebbe rimasto intatto.
Le mani di Kaede
iniziarono la loro sensuale danza sul corpo dell’ accompagnatore.
Hanamichi non si ritrasse.
Chiese solo , a conferma, qualche parola.
“Un’ altra volta?”
Il suo tono era basso ed incerto , ma non era d’ accusa o di rabbia.
Era solo terribilmente insonnolito.
Kaede non trattenne
un piccolo sorriso.
“Si”rispose dolcemente
Ancora confuso
Hanamichi si lasciò stendere sul divanetto, inarcando la schiena
si sollevò a stringere con le mani le spalle di Rukawa.
“Vedo che hai
imparato”sussurrò lui dai capelli neri seguendo quasi affascinato
quei movimenti
“Piano...?”
Un mormorio bassissimo.
“Nh?”
“Piano come prima
?”trovò il coraggio di chiedere Hanamichi
“Preferisci?”
Con un sospiro
il ragazzo dai capelli rossi distese la testa sulla nera pelle sotto
di sé , strano contrasto tra lo scuro ed il rosso, fili esplodevano
su quel pezzo di stoffa come un incendio che divampa nelle tenebre.
“Si”gli uscì
infine con un filo di voce
Nello stretto
spazio che quel divanetto offriva Kaede girò il proprio accompagnatore
, accarezzò tutta la sua schiena , gli disse sussurrando di
stringere il bracciolo scuro, di aggrapparsi a qualcosa ed iniziò
a prepararlo......con le dita e con la lingua .......
Quel divano fu
testimone a lungo delle mani contratte di Hanamichi che ritmicamente
ne stringevano la pelle per sopportare le continue attenzioni di quel
cliente.
Baci e carezze
, su ogni angolo ed anfratto di pelle , pelle calda , bronzea ,deliziosamente
contrastante con lo sfondo cupo di quel loro ‘letto’.
Fino a che, con
un singhiozzo di piacere, lui dai capelli rossi non si lasciò
girare ancora una volta, per trovarsi sotto quel corpo che stava per
reclamarlo , lo stesso bracciolo al quale si era stretto ora lo sentiva
dietro la schiena, le mani di Rukawa le avvertiva sul petto , sui
capezzoli, sui fianchi , sul costato.
Accarezzandolo
con una mano Kaede lo penetrò leggermente , per poi ritrarsi
e poi spingere di nuovo , di poco , dentro.
Continuò così , a lungo , lentamente , facendo tendere
ed inarcare il proprio accompagnatore , lasciando che quel corpo si
piegasse fuori dallo stretto bordo del bracciolo stesso per il piacere.
Sorreggendogli la testa con una mano Kaede lo ebbe, ancora , piano
come prima , forse di più , accarezzando i suoi capelli che
ricadevano all’ indietro , tesi verso il pavimento, lui li raccolse
con le mani , annodandoli intorno alle proprie dita, stringendoli,
gemendo insieme a lui.
Fino a che una
spinta profonda segnò la fine di quella strana notte insieme.
Nel silenzio che l’oscurità notturna offriva Kaede rimase a
pensare, solo.
Hanamichi era appena andato via.
Dopo gli ultimi baci , le ultime carezze e una mezza frase per chiedere
della prossima volta.
Aveva avuto la
sua conferma.
Anche a parole.
Quel ragazzo dai capelli rossi desiderava dolcezza.
E lui ,ora , dopo
quella verità, dopo le parole sin troppo chiare di Shimori
, dopo tutto quello cosa doveva fare?
Non lo sapeva.
Credeva solo che dovesse fare qualcosa , senza sapere cosa.
Da quanto ormai quello stato di incertezza accompagnava le sue notti
ed i suoi giorni e tutti i suoi pensieri?
Troppo tempo.
Eppure doveva uscirne da solo.
Se ne convinceva sempre di più ,sopratutto ora che sentiva
i passi stanchi di suo padre sulle scale.
A lui non poteva chiedere.
Avrebbe dovuto spiegare troppe cose.
Avrebbe dovuto riprendere un dialogo interrotto da tempo.
Avrebbe dovuto mostrarsi debole.
E non voleva.
Perché quel padre non lo avrebbe consigliato comunque.
Non lo aveva mai fatto.
Aveva sempre atteso che lui uscisse da ogni situazione da solo.
Non era mai stato veramente presente, neanche quando era lì.
E lui non si sarebbe
mai abbassato a chiedere aiuto.
Chiuse gli occhi, fingendo di dormire, come ormai da tempo faceva.
Lentamente il signor Rukawa aprì uno spiraglio di porta, per
guardare la figura di suo figlio stesa nel letto, il lenzuolo tirato
fino al petto scoperto.
Suo figlio.
Quanto poco lo conosceva.
Quella sera aveva
seguito ogni suo movimento.
Aveva visto quel suo accompagnatore ed il giovane erede degli Shimori
uscire in terrazza, poi aveva visto lui seguirli , fingendo noncuranza
ed infine senza preavviso , stupito, aveva visto suo figlio gettare
su di un tavolo il bicchiere che aveva in mano, senza preoccuparsi
del liquido chiaro che si allargava sull’ elegante tovaglia e in un
istante lo aveva guardato sparire sulla terrazza , veloce.
Sapeva che doveva essere successo qualcosa.
Qualcosa che ormai da tempo coinvolgeva Kaede e quell’ accompagnatore.
Quell’ accompagnatore che era sempre con loro , ad ogni ricevimento.
In un attimo aveva pensato di andare a vedere cosa fosse successo.
Vedere suo figlio agitato era una cosa assolutamente innaturale, temeva
inconsciamente per lui.
Poi si era fermato.
Suo figlio aveva ormai una vita propria.
Doveva vedersela da solo.
Lui , come uomo di mondo, sapeva quanto fosse importante provvedere
a sé in ogni situazione e forse rudemente lo aveva voluto insegnare
anche a Kaede , per renderlo il migliore, così come ogni padre
desidera sia suo figlio.
Ma forse aveva sbagliato.
Kaede era diventato il migliore , ma da solo.
E che piacere ne poteva trarre un padre se non poteva permettersi
di gioirne con il proprio figlio?
Nessuno.
Allora per non sembrare persino incoerente, oltre che incapace, lui
non si era più avvicinato, non aveva più tentato di
riprendere un dialogo profondo, aveva lasciato a lui la sua vita ed
ogni libera scelta.
Così non era intervenuto , nonostante un soffuso sentimento
d’ agitazione lo avesse accompagnato fino a che non aveva visto prima
l’ accompagnatore e poi Kaede rientrare incolumi.
Eppure se solo Kaede gli avesse chiesto qualcosa lui sarebbe stato
pronto ad aiutarlo.
A fare tutto il possibile.
Perché ora , da tanto, il pensiero di aver sempre sbagliato
cominciava a pesare di più, ogni mese che passavano nel silenzio.
E anche se suo figlio non aveva mai chiesto niente lui si sarebbe
sforzato di fare tutto quello che poteva , tutto quello che non aveva
mai fatto , perché quel ragazzo così giovane , teneramente
ostinato a mostrare una forza che non sempre aveva , era suo figlio,
il suo unico figlio , frutto di un unico , profondo legame, quel ragazzo
era tutta la speranza e le promesse di due giovani sposi , divisi
troppo presto e troppo stupidamente da una sorte avversa.
Se solo Kaede avrebbe chiesto aiuto lui sarebbe stato lì ,
ci sarebbe stato anche in silenzio , ci sarebbe stato sempre, c’ era
e con gioia avrebbe fatto ogni cosa per riuscire finalmente ad essere
per lui un vero padre.
Ma chiuse la porta,
smettendo di sognare , era forse troppo vecchio per farlo.
Tristemente si stese nel proprio , vuoto , letto.
Continua .................
M:Capitolo mooolto lungo......non aggiungo altro......ho già
detto tutto ....personalmente me lo mangerei a morsi uno puccioso
come Shimori….elegante, raffinato, galante……….*_______*……eh eh eh
so io a chi regalarlo….eh eh eh
S: Mi devo preoccupare?
M: No, devi gioire, preferisci rimanere su quel terrazzo a disperarti
da solo e a scocciare la notte?
Bene comunicazione
interna………ho indetto un concorso….arrivati alla fine di questo capitolo
potete giocare ad indovinare chi sarà mai il misterioso uomo
che ha richiesto Hana come accompagnatore alla fine del cap 16 …….
Per chi vuole partecipare in regalo c’ è una fic che scriverò
da qui a breve…….se anche non vincete c’ è una fic in regalo
anche per chi ha partecipato…^___________________________^ ovviamente
tutto questo dietro ‘disinteressato’ consiglio di Najka…….ciao cara,
aspettati a breve la tua fic ….^_______________=
Chi desidera partecipare mi mandi il nominativo con una mail a MelKaine@hotmail.com
Grazie!!!!!!!
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