Disclaimers: These characters don’t belong to me. I don’ t receive profit for their use. All of the rights of the characters are of the respective author.



Pr

Parte XI

di Mel

 

Sakuragi lasciò che quell’ aria freschissima lo invadesse e lo facesse suo prigioniero per un attimo.
Poi si chiuse il soprabito e seguì il proprio cliente per le vie del centro affollato.
Passavano inosservati fra le persone , le luci , i rumori.
Camminando a fianco, ma in silenzio.
Vicini, ma distanti.
Insieme, ma ognuno solo con i propri pensieri.

I passi rapidi, ma regolari.


Rukawa lo guidò attraverso alcune strade secondarie.
Sakuragi lo seguì ancora , senza voler pensare a nulla.
I passi di Rukawa si facevano sempre più veloci.

Su di loro pesavano gli avvenimenti di quella sera appena trascorsa.


*********


Un altro ricevimento.
Uguale agli altri.
Non meno lussuoso.
Non più attraente.
La solita alta società incurante ed ipocrita.

Il giovane Shimori si era avvicinato a loro , scorgendoli in un angolo.

Si erano salutati cordialmente.
Sakuragi aveva sorriso.
Rukawa era rimasto in silenzio.

Un’ ennesima conversazione……sugli indici, le quotazioni …..
Rukawa ne aveva abbastanza.
Lo sguardo attento di Kyoshi non gli piaceva.
Non era venuto lì a perdere tempo.
O almeno non da solo.


Infastidito si era accostato al proprio Pr , mormorandogli di andare, senza preoccuparsi di aver interrotto la loro conversazione , di aver attirato l’ interesse di Shimori.

Il giovane dai capelli castani aveva preso parola.

“Quanta impazienza….credo che Hanamichi possa decidere da solo se andarsene o meno……”


Kaede aveva alzato su di lui uno sguardo gelido.
Come osava prendersi tutta questa confidenza?

Sakuragi aveva tentato di dire qualcosa.

Il sibilo irritato di Rukawa lo aveva anticipato.

“Certo……ma non nelle sere in cui io lo pago per essere il mio accompagnatore”

Il silenzio iniziò a pesare.

Shimori alzò uno sguardo su Sakuragi.

Il ragazzo dai capelli rossi voltò il viso, non li voleva guardare.

Umiliato.
Si.
Si sentiva umiliato.
Usato da Rukawa solo per poter rispondere ad una frase scortese.
Considerato quasi un oggetto.
Comprato.
Per stare lì a farsi offendere.
Lo odiava.
E non poteva fare niente.


Solo rimanendo lì a farsi offendere ed umiliare poteva sperare di pagare i medicinali per sua madre.


Un attimo ancora ed il suo pensiero tornò a Yukari.
A quello che gli aveva insegnato.
All’ importanza della raffinatezza e del controllo.
In ogni situazione.


Imponendoselo Hanamichi alzò lo sguardo su entrambi, senza permettersi di tremare allungò una mano per stringere quella del giovane dai capelli castani.

“Allora …..arrivederci”un sorriso lieve sul viso


Kyoshi esitò un istante poi ricambiò il saluto e dopo un ultimo sguardo li lasciò.

Rukawa si allontanò senza dire niente, nella direzione opposta.
Hanamichi lo seguì.

Chiudendosi la porta alle spalle Kaede lo spinse contro il muro affondando furiosamente la lingua nella sua bocca , le mani nei suoi capelli.
Hanamichi mugolò piano, socchiudendo gli occhi.


Il bagno era vuoto.
Non si udivano altri rumori.
La musica del ricevimento arrivava lontana ed ovattata.


Kaede lo strinse.
Cercandolo.
Ancora.
Con forza.
Strusciandosi su quel corpo con il proprio.
Sbattendolo contro il muro.
Infilandogli un ginocchio fra le gambe.

Hanamichi cercò di scostarlo da sé, debolmente.
Quei movimenti irrequieti, quell’ impeto,quella violenza…… lo intimorivano.

Con un bacio profondo Kaede catturò nuovamente quelle labbra, rimarcando senza parole le proprie intenzioni.


Hanamichi lasciò scivolare le proprie mani lungo i fianchi , abbandonando ogni inutile resistenza.
Gemendo per quei baci così violenti e sensuali.
E per lo strusciare di quel ginocchio contro di sé.

Pochi minuti passati veloci.
Ansanti nel silenzio , Kaede si scostò dalla spalla alla quale si era appoggiato per riprendere fiato ed Hanamichi incontrò il suo sguardo, velando il proprio di tristezza.

Il ragazzo dai capelli neri gli soffiò sulle labbra gonfie.

“Hai chiaro chi è che devi accompagnare?”

Hanamichi non rispose.
Insulti.
Offese.
Avrebbe voluto gridarglieli.
Fino a farli sentire anche fuori da quel bagno.
Fino a farli sentire a tutti.
E gridare anche contro di loro.
E scappare via senza tornare.

Ma a cosa poteva servire?
A niente.


Sarebbe stato solo costretto ad ascoltare ancora una volta quell’ avvertimento ormai così consueto.
Le parole fredde del suo cliente che gli ricordavano il suo lavoro ed il potere che aveva nel farglielo perdere.

Non le voleva sentire.
Non le voleva più sentire.

Non avrebbe protestato.
Avrebbe lasciato passivamente che il proprio orgoglio morisse.

E cominciò lì, in quel bagno , quella sera.

Annuì, fissando quegli occhi che attendevano una risposta.


“Bene”disse solo lui dai capelli neri


Kaede lo aveva osservato, lì , contro quel muro, arreso, abbandonato, in eccitante disordine.
Fra il colletto aperto della camicia ,i capelli sparsi sul viso , la giacca scivolata lungo le braccia.

Lo baciò ancora , nel momento in cui, facendo scivolare due mani avanti, gli sistemava la cravatta.

Un sussurro ed entrambi uscirono, diretti verso la periferia, ad una casa col cancello ed un secondo piano in penombra.


*********


Hanamichi si stese nudo fra le lenzuola , il suo cliente lo aveva appena spogliato , velocemente , senza una parola.
Aveva di nuovo paura.
Ma non lo avrebbe ammesso.
Non avrebbe implorato niente.
Mai più.
Sentiva i fruscii con i quali Rukawa si spogliava a sua volta prima di raggiungerlo su quel letto.
Non voleva.
Si portò le mani al petto, rannicchiandole su di sé.
Con un movimento fluido il ragazzo dai capelli neri si stese su di lui.

Un bacio fu tutto quello che si scambiarono prima che Kaede si sollevasse.

Le mani del suo accompagnatore , schiacciate fra i loro corpi, strette sul petto di Hanamichi, lo infastidivano.
In quella posizione facevano del male ad entrambi.

In quell’ attimo Kaede si soffermò sul ragazzo che aveva sotto di sé.


Lo aveva avuto per primo.
Lo sapeva.
E poi aveva continuato a prenderlo.
Sapeva di essere l’ unico a poterlo fare.
Di essere stato l’ unico per lui.
Ogni volta lo poteva capire.
Dai suoi gesti.
Da quel suo non muoversi.
Dal suo imbarazzo , dalla sua paura.
Dal suo incontrarlo in modo inesperto , anche quando cominciava a ricambiare involontariamente le spinte nel proprio corpo.

Inesperto.
Si , lo era.
E lui lo sapeva.
Lo sentiva.

E poteva essere così eccitante e dolce al tempo stesso.

Si avvicinò.

“No… ….così non va…..”disse piano Kaede

Hanamichi schiuse gli occhi.

“Se tieni le mani così, quando mi stendo su di te, farai male ad entrambi”

Il ragazzo dai capelli rossi non si mosse.
Gentilmente Kaede spostò quelle mani , riportandogliele lungo i fianchi.


Hanamichi voltò il viso, attendendo il corpo di quel ragazzo nel suo.
Avvertì solo silenzio.

Con delicatezza Rukawa iniziò a baciarlo.
Lo sentiva rigido e teso sotto di sé.
Immobile.

Gli baciò un orecchio, tracciandovi sopra invisibili carezze con la lingua.

Quelle mani ancora ferme lungo i fianchi così come le aveva lasciate.

Nel silenzio Kaede iniziò a guidarlo.


“………alza le braccia……..su alzale………..si …..bravo…….ed ora stringile intorno alle mie spalle……….si così………..”


Si sentivano solo quei mormorii , in tutta la stanza catturata dal silenzio notturno.
Ancora.


“……si …bravo….stringile le mani …………mh………..ora allarga le gambe………………….un po’ di più ………….
…..un altro po’ …………………………………..starai più comodo………….”


Hanamichi seguì quelle parole, ansimando.
Fino a gemere mentre avvertiva i fianchi caldi di Rukawa farsi spazio sul suo corpo, spingendosi ad incontrare i suoi.
Urlò quasi nel sentire il suo membro duro sfiorare la propria apertura , avvicinarsi.
Per poi premere lievemente ed entrare, scivolando dentro in tutta la sua lunghezza.

Un grido.
Piacere.
Ormai solo quello.

Movimenti veloci.
Ma regolati.

Kaede spinse accarezzandolo sul viso.
Hanamichi si strinse a lui.
Spasmodicamente.

“Piano……..piano………Hana.michi……… piano…..……segui i…….miei………ahn……. movimenti”mormorò con un filo di voce Rukawa


Lo guidava chiamandolo con il suo nome proprio.
Non lo aveva mai fatto prima.
Mai.

Hanamichi lo guardò appena, gridando ancora.
Sorpreso.
Ma non aveva il tempo per rimanerlo, doveva gridare, per sopportare le sensazioni che crescevano in lui.
Lasciandosi al corpo bollente che lo penetrava con forza.

Un’ altra spinta e si abbandonò completamente.
Kaede afferrò i suoi fianchi , prendendo il proprio ritmo, muovendosi dentro di lui, lasciando che i corpi si incontrassero tentando di fondersi.

Hanamichi lo stringeva più forte ad ogni spinta.
Cercava sollievo gridando.
Così tanto.
Agitandosi.
Ritraendosi per poi sollevarsi insieme alle proprie urla.


Con tutta la sua forza Kaede faceva proprio quel corpo che già aveva rivendicato a parole.


…………… ‘mio accompagnatore’…….aveva detto ………
……………………………………………………………………………….. ‘mio’

Mio.

Lo strinse, gridandogli tra i denti di abbracciarlo.
Di lasciarlo entrare.


Mio.


Spinte.

“Han.a.michi……………….Han..aaah…………………aahn………..mh”mentre lo chiamava, lo possedeva con la voce, con lo sguardo

Spinte.


Mio.


Sempre più profonde.


Gridando Hanamichi lasciò le sue spalle per cercare il suo viso con le mani, per stringerlo a sé, mentre con un ultimo movimento raggiungeva l’ apice, tra i brividi ed il sudore.

Incredulo di se stesso, nell’ oscurità silente, Rukawa pensò alle proprie parole, a quello che aveva appena fatto, a come lo aveva fatto.
Aveva provato piacere mentre aveva avuto nella voce il nome di quel ragazzo.
Lo aveva chiamato, non ricordava più nemmeno quante volte.
Per nome.
Aveva chiamato il suo nome.
Per farlo proprio.
Non solo materialmente.
Ma completamente.


Dopo che già qualcun’ altro aveva chiamato quel nome prima di lui ……
…… ma sorrise……..
.. nessuno sicuramente lo aveva fatto mescolando quelle lettere agli ansimi ed ai gemiti di piacere di entrambi……
……….suo…….si…….

….aveva avuto il suo controllo…..
…poi il suo corpo….
..l’ altra notte lo aveva obbligato a respirare il suo respiro………rubandogli il fiato e, a seguire, la volontà……
…….ora aveva anche il suo nome…….

…suono così dolce, inesorabilmente legato dai lacci della sua voce che mai si era sentita usare invano….
……………immerso nella vischiosità di quel timbro basso e roco….
………definitivamente……

…. era suo……..


Suo.


Il ragazzo dai capelli rossi abbandonò in basso le mani, sospirando esausto si lasciò andare alle ultime carezze che Kaede gli diede prima di coprire entrambi.


La notte finì lì, ancora una volta fra le sue braccia e su una strada deserta percorsa da solo.


Continua…………….

M:^-__________________________-^
Uff……………mi sa che non sono nemmeno a metà storia……….
Beh……..ora al prossimo…………..

Saluti ed un bacio a tutti
Mel

Per qualsiasi commento la mia mail è
MelKaine@hotmail.com


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions