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Pr
Parte
X
di Mel
Una nuova alba.
Kaede si scostò dalla finestra, prese dei vestiti puliti, si
diresse in bagno.
Osservò con cura , perdendosi un attimo nei propri pensieri
, le goccioline d’ acqua che bagnavano le pareti di ceramica bianca
del muro vicino alla doccia.
Pensando a chi, poche ore prima, le aveva bagnate allo stesso modo
lavandosi velocemente e poi sparendo , mentre fuori era ancora buio.
Kaede tornò in camera, ora quelle stesse gocce d’ acqua scorrevano
fra i suoi capelli , sulla sua nuca, ma lui ,incurante, prese un piccolo
depliant elegante da un cassetto e stesosi sul divano lo lasciò
aperto davanti a sé , a lungo……………………
…….nella stanza, in fondo , il letto rimaneva ancora disfatto.
Faticosamente Hanamichi aprì gli occhi.
La testa gli faceva male , il suo corpo rispondeva lamentandosi in
numerose fitte, un ansito inudibile gli scivolò dalle labbra.
Ma si alzò.
Salutò sua madre con un bacio, la abbracciò , le passò
le medicine e la colazione ………come ogni mattina………come ogni mattina
da quasi due anni …………….e poi si vestì per andare a scuola
…….velocemente ….salutando con un cenno ed un sorriso finto ed esagerato
Yukari e alcuni conoscenti , finché in strada non trovò
i propri amici …e salutò anche loro …….allegramente …….una
pacca sulla spalla……una battuta……..un ‘tensai’ pronunciato nel vento
leggero della prima mattina ……..ed una risata ………………
…….
Com’ era facile.
Oh si……………………………………………………………………………………orrendamente……….facile.
Bastava poco e tutto sembrava come prima.
Esattamente come prima.
Ma fuori.
Dentro no.
Dentro no.
Dentro c’ era più freddo di fuori , dell’ aria invernale ,
del vento, del silenzio.
Ma dentro.
E lì nessuno poteva guardare.
Sorrise ancora ed entrò dal cancello.
Arrivato il vento lo salutò alzandosi , mentre
ferro contro ferro , appoggiava la propria bicicletta ad un palo per
legarla.
Alzò uno sguardo, l’ edificio basso della palestra lo invitava,
sembrava chiamarlo.
E lui , ignorando la prima ora di lezione, lo ascoltò.
Aveva bisogno di tempo.
Perché un letto disfatto lo aspettava ancora a casa.
Passarono le ore , il pomeriggio cominciava ad allungare le sue braccia
agguantando le prime ore dopo mezzogiorno, gli studenti camminavano
per i corridoi , gruppi vari ed omogenei risaltavano spiccando nei
cortili , vicino alle classi , seduti ai banchi.
Il loro chiacchierare , il loro ridere, il loro scherzare ………………….fastidiosi
…………o semplicemente ……….……da invidiare?
Non era quello il problema che lui , dai capelli neri e dagli occhi
profondi , aveva …..o perlomeno non ora ……….
girò per i corridoi …….in realtà seccato solo dei commenti
estasiati che sentiva al proprio passaggio…….camminò ancora,
lentamente, senza una meta …………………….finché non lo vide……………………da
lontano……lì in mezzo al suo guntai, impegnato in una risata
sconsiderata e vuota…………………………una macchia rossa che si ingrandiva
piano piano mentre lui si avvicinava a passo lento e cadenzato.
Nel rumore dei corridoi affollati , per Hanamichi
, si fece tutto silenzio….nel momento in cui, voltato lo sguardo,
aveva visto ‘lui’ passargli davanti ,lento, come a farsi guardare
………
…e sotto quella frangia nera un po’ troppo lunga avevano incrociato
i loro sguardi……………..
In un attimo.
Estenuanti flash avevano percorso la mente di entrambi.
Particolari e suoni , mescolati.
Un grido.
Pelle.
Lui che entrava.
Sudore.
Una lacrima.
Capelli rossi .
Odore di bucato.
Tante immagini.
Reali.
Accadute.
Mentre confuso Kaede scivolava via andandosene , Hanamichi lasciò
scendere un brivido lungo la propria schiena, gemendo quasi angosciosamente
, lo sguardo basso, la voce spenta.
Mito si accostò a lui mentre gli altri ridevano
ancora fra di loro.
“Ehi………..”disse piano Yohei
Hanamichi si girò di scatto ,il timore negli
occhi come un piccolo lampo più scuro……………………quel modo di chiamarlo……
……..la notte prima ………….due o tre volte …… ‘lui’…. ‘lui’ lo aveva
chiamato con quelle tre lettere ,per farlo girare , per farlo calmare
………per farlo ……..prima di ………no…….no……no
Mito lo osservò un istante.
“Hana?…..va tutto bene?”
Con uno sguardo ora limpido , il ragazzo dai capelli
rossi sorrise annuendo.
Disse qualche parola e rise.
Con la coda dell’ occhio Yohei seguì un istante la figura che
si allontanava , sospirando.
Come un’ onda che sbatte su uno scoglio e poi torna
indietro sparendo nel mare……..così i suoi ricordi si erano
sopiti ancora una volta …mentre appoggiato al muro della palestra
Kaede pensava………………………………….
Cos’ era successo quel giorno?
Un giorno….si..perché di un giorno si era trattato
……..era successo tutto in un giorno……..poco dopo la mezzanotte…..fino
alla mezzanotte successiva e poco oltre……….
Cos’ aveva fatto?
Cosa?
E perché?
Soprattutto, perché?
Era interesse?
Era solo divertimento?
In entrambi i casi stava sbagliando……stava sbagliando…e
lo sapeva……..e forse non gli importava ……….e tutti pensavano che lui
fosse perfetto , che non sbagliasse mai , che sapesse avere tutto
sotto controllo…………….sempre…….
…ma chi lo aveva detto?
Lui ?
Suo padre?
Chi?
….Dannazione …aveva scoperto il lavoro di Sakuragi
, lo aveva usato , minacciato , violentato ………lo aveva …………………
….costretto……………..ed ora?
Doveva lasciarlo.
Doveva lasciarlo in pace.
Che diritto aveva di usarlo così?
Eppure non voleva lasciarlo andare.
Non ci riusciva.
Imbarazzato ,tremante, con le guance arrossate, con
gli occhi chiusi e la bocca semiaperta per il piacere, con le labbra
schiuse in un grido di appagamento.
Chi poteva averlo così quel ragazzo dai capelli
rossi?
Nessuno.
Nessuno lo aveva mai avuto così.
Solo lui.
E forse era a quello che non voleva rinunciare.
Ma perché?
Quella notte poco prima che Sakuragi andasse via lui
gli aveva detto di …………..‘tenersi libero per le altre sere’…………..
Ma a quel punto ci sarebbero state altre sere?
Se era per divertirsi non avrebbe dovuto ingannarlo
…………..probabilmente lo stava ferendo……..umiliando …….
….e solo per divertirsi ?
Certo …..fare l’ amore con lui era stato…………………………………stupendo……
…ma ……..
Kaede sorrise………………………fare l’ amore…………
…da sola quella frase poteva bastare anche come risposta……………..
….poteva bastare……………………………………..poteva………
…..la verità era che il groviglio spinoso dei suoi sentimenti
appariva ancora irrisolto ………..
…addentrarvisi ancora sarebbe stato doloroso …………..feriva………feriva
come fossero solo rovi contorti di spine acuminate……
E Kaede non lo sapeva, forse lo sentiva, ma ancora era troppo presto.
Per tutto.
Scostandosi dal muro, con una luce determinata negli occhi , si diresse
verso il cortile della scuola.
Hanamichi appoggiò una mano al vetro delle finestre dei corridoi.
Sospirò.
Stare in classe era inutile.
Dopo averlo visto, seguire le lezioni era diventato impossibile.
I pensieri erano corsi tutto il tempo , rimbalzando dolorosamente
nella sua testa, da una parte e dall’ altra.
Ed ora, insieme alla propria immagine riflessa, vide su quel vetro
sé e Rukawa in quel letto , quella notte.
Se ne scostò con repulsione, con imbarazzo, con tristezza.
Camminò silenziosamente per i corridoi vuoti.
Il tempo passava lento e monotono.
Non udiva quasi i propri passi , coperti dal rumore assordante dei
suoi stessi pensieri.
Cos’ era stato ?
Cos’ era significato?
Che valore aveva …..che valore poteva avere tutto quello che era successo…….che
avevano fatto…..che lui gli aveva fatto?
E lui…lui stesso cosa voleva?
E Rukawa ….perché…….perché lo aveva voluto?
Perché quella notte?
Perché quella scommessa?
Perché quell’ improvvisa gentilezza in quel letto?
Perché ?
Perché quelle carezze?
Non era ……non era stato così orrendo…….non
era stato così spiacevole……..
…..le sue carezze non erano state spiacevoli……eppure…..
….eppure qualsiasi cosa gli facesse ….per il semplice fatto che non
era desiderata ……….
….diventava insopportabile…………….
Dannazione perché invece di prendersi subito
quello che voleva Rukawa non lo aveva chiesto?
Forse…lui…………avrebbe potuto………………
No…no…cosa pensava…………..
…era il suo nemico…….il suo peggior nemico…….colui che odiava……
…….e guardava e aveva guardato …..
…….e ammirava e aveva ammirato….
e……..
Basta.
Basta.
BASTA.
No……
….che quel suo continuo dover cedere all’ altro lo avesse reso un
debole?
No……
….non sapeva cosa fare, ma non doveva cedere di nuovo…………
……orgoglio …il suo orgoglio …dov’ era …………dov’ era?
Camminando ancora ,lentamente , Hanamichi tornò verso la propria
classe con i propri perché.
Il letto perfettamente riordinato.
Nessuna piega.
Lenzuola pulite.
Un letto rifatto.
Kaede, seduto sul proprio divanetto ,attendeva il
ritorno di suo padre.
Lo sentì chiudere la porta di ingresso e salire le scale.
Il passo pesante e stanco.
Più della metà dei giorni di un mese rimaneva in ufficio
, dormiva lì vicino e ritornava qualche volta verso il fine
settimana….
…oramai sempre più di rado.
Qualche passo ancora e Kaede sentì la propria
porta aprirsi.
Suo padre lo salutava sempre ,ogni volta…….
Era lui che non rispondeva, che molto spesso non c’ era …………
Ed anche quella volta Kaede si girò , un cenno
della testa fu tutto il saluto che gli dedicò.
Suo padre si avvicinò lasciata la propria borsa fuori , in
corridoio.
“Kaede………come va?”chiese
Silenzio.
“Bene”
Semplice. Diretto.
Un’ altra lunga pausa silenziosa.
“Avrei un altro ricevimento al quale partecipare…….
– disse con voce ferma il signor Rukawa –……posso sperare nella tua
partecipazione ……anche per questa occasione?”
Kaede non si girò.
“D’ accordo”
Lo disse velocemente , come se si fosse già preparato quella
risposta, come se ci avesse già pensato……………………….
E così era, infatti.
Il signor Rukawa sorrise brevemente.
Kaede si alzò chiedendo il giorno e l’ ora.
Suo padre glieli comunicò.
Lui assentì ancora una volta poi disse.
“Mi occuperò io di chiamare gli accompagnatori”
Silenzio.
“Se vuoi……..fai come credi…anche se per me stavolta
non importa ….”rispose suo padre uscendo
Un attimo prima di chiudersi dietro la porta richiamò
Kaede.
Nella penombra del tardo pomeriggio incontrò
lo sguardo di suo figlio , determinato e fiero, come il proprio ,ma
addolcito dalla profondità azzurra che solo sua moglie , madre
di Kaede , possedeva nei propri occhi , ultimo dono , unica eredità
che aveva lasciato per entrambi.
Qualche parola cercò di uscire da quelle labbra sempre troppo
chiuse, intorno alle quali si addensavano leggermente poche rughe
di un sorriso che raramente aveva illuminato quella bocca e quel viso
e che da molto tempo si era ormai trasformato in una piega amara e
perpetua.
Kaede lo guardò ancora in silenzio,in attesa
di una parola che valesse quel richiamo.
Niente.
“Niente………mi fa piacere che tu venga…….tutto qui”disse
frettolosamente il signor Rukawa , come a voler togliere a quella
frase, quasi imbarazzante, ogni sfumatura di vero sentimento
Intuendolo Kaede non rispose nemmeno.
La porta si chiuse insieme alla loro conversazione,
per quel giorno.
Rimasto solo il ragazzo dai capelli neri prese il telefono, compose
un numero ,parlò velocemente , con distacco , davanti a sé
ancora lo stesso depliant aperto poi scese.
Nella sua camera un letto ora rifatto.
Nella sua mente una decisione ……..
…ed il pensiero che in fin dei conti se si deve pensare su un problema
bisogna averlo davanti e guardarlo e riguardarlo fino a trovarne la
soluzione.
Hanamichi si vestì in silenzio.
Le labbra strette in un sospiro che si rifiutava di uscire.
Salutò con la voce sua madre , le disse che avrebbe fatto un
po’ tardi , che lui e Yohei e gli altri andavano a fare un giro.
Aprì la porta e percorse lentamente il corridoio.
Si avvicinò alla reception, si fermò davanti ad un tavolino
elegante, prese da uno dei vasi una rosa ………bianca.
Se la appuntò sul petto, senza dire niente , le labbra ancora
strette, i gesti nervosi e veloci.
Appoggiata ad una porta , poco più in là , Yukari lo
osservava.
Agitato e nervoso.
Lo vedeva camminare avanti e indietro sui tappeti raffinati che coprivano
il legno del pavimento.
Quella sera sarebbe dovuto uscire.
Da solo.
Richiesto dal signor Rukawa.
Lei non era stata chiamata e per quanto ne sapeva non era stato chiamato
nessun’ altro.
Hanamichi sarebbe andato da solo.
Forse era quello il motivo di tanta agitazione.
Si, poteva esserlo……………..poteva…..
L’ orologio appeso al muro rintoccò elegantemente.
Hanamichi alzò uno sguardo lucido e teso verso quelle lancette
ferme sulle otto e preso il proprio soprabito uscì , sparendo
oltre la soglia.
La sala gremita risuonava di sussurri, mormorii, tintinnii
di bicchieri di cristallo e note leggere.
Sakuragi rimaneva immobile in un angolo, il viso lievemente basso,
un bicchiere in mano………esattamente come …lui.
Accanto a sé, in un angolo, in disparte, Rukawa osservava in
silenzio.
Non si erano detti niente.
Neanche una parola.
Si erano solo stretti la mano.
Quando si erano incontrati i loro sguardi avevano parlato per loro
………quello di Rukawa aveva tentato ….quello di Hanamichi aveva taciuto
,si era rifiutato ……..voltandosi da un’ altra parte per salutare cortesemente
l’ uomo che ricordava essere il padre del suo cliente.
Il tempo ora scorreva lento e languido, il ricevimento proseguì
sulle sue melense note di pura ipocrisia , il signor Rukawa si era
da tempo allontanato alla ricerca dei suoi contatti aziendali , l’
unico motivo per il quale si era impegnato a partecipare , mentre
neo-industriali discorrevano in diversi gruppi cercando agganci o
informazioni sulla concorrenza.
Quella nuova ‘nobiltà’ lasciò da parte
i due giovani, mentre il silenzio passava teso fra di loro.
Nessuno li conosceva, nessuno li avvicinava.
I pochi conoscenti che Kaede aveva in quel mondo non erano presenti.
Il tempo trascorse nuovamente.
Lento e regolare.
Con un movimento calmo Sakuragi si scostò dal proprio cliente
per andare a prendere un po’ d’ aria al vento leggero che penetrava
da una finestra lasciata semiaperta.
Kaede lo seguì con lo sguardo.
Sakuragi aveva portamento.
Nonostante sembrasse difficile crederlo.
Ed il suo corpo lo aiutava.
Alto e slanciato , senza risultare né sottile né imponente.
La stoffa grigio chiara sottolineava, delicatamente decisa, le linee
definite di quel corpo, con eleganza la cravatta nera stringeva il
suo collo lasciando scorgere solo una sottile striscia di pelle morbida
e bronzea.
Kaede sorrise a sé.
Quel corpo senza vestiti non era poi così grande, o almeno
non lo era sembrato affatto quando lo aveva avuto fra le braccia.
E quella pelle non solo sembrava morbida , ma lo era ancora di più
di quanto si potesse immaginare da lontano, soprattutto quando si
scaldava.
E quelle forme decise si lasciavano accarezzare , si sapevano far
accarezzare.
Ma solo lui poteva saperlo.
Solo lui.
E ne era inspiegabilmente ……felice.
Kaede continuò ad osservarlo da lontano.
Le labbra dischiuse.
Le guance arrossate per il caldo che lo aveva spinto vicino alla finestra
alla ricerca di aria fresca.
Gli occhi persi.
Il ragazzo dai capelli neri distolse lo sguardo un istante prima che
Hanamichi si girasse per tornare da lui.
Con passi lenti e misurati lo sentì di nuovo accanto a sé.
La musica ricominciò a riempire gli spazi vuoti di silenzio.
Improvvisamente Kaede si scostò dal muro e si incamminò
attraverso la sala.
Con uno sguardo ordinò al proprio accompagnatore di seguirlo.
Sakuragi strinse un pugno e lo affiancò.
Con disinvoltura Rukawa attraversò il corridoio
e si diresse verso il bagno degli uomini.
In silenzio entrarono.
Sakuragi si guardò attorno sconcertato.
Cosa …..perché Rukawa lo aveva portato lì?
In un attimo Kaede lo strinse ,lo trascinò
in una delle cabine dei bagni, lo spinse contro la porta chiudendola
con il suo peso e catturò la sua bocca in un bacio intenso.
Hanamichi si girò opponendosi , le mani del ragazzo dagli occhi
azzurri lo tennero fermo.
Nel silenzio irreale si sentiva solo il rumore delle
loro labbra che si incontravano.
Kaede lo cercò a lungo , forzando delicatamente la sua bocca.
Incontrando la sua lingua in tocchi sensuali e veloci , accarezzandogli
la nuca ed i capelli vicino alle tempie.
Lasciando scendere una mano , che da sola lottava con quella del ragazzo
dai capelli rossi per potersi infilare sotto la camicia
alla ricerca di calore.
E Hanamichi non gli poté impedire nulla.
Ancora una volta si sentiva trascinare via da quelle sensazioni, da
quello stordimento………………………………….da quel sapore.
Si sentiva mancare il respiro.
Non riusciva a fermarlo.
Improvvisamente un suono forte attirò la loro attenzione.
Kaede si scostò da lui avvertendo due voci ed il rumore della
porta.
Due persone erano entrate nel bagno.
Kaede prese fiato mentre dolcemente appoggiava un dito sulle labbra
del ragazzo davanti a sé.
Per fargli capire di stare in silenzio.
Potevano attirare l’ attenzione di quegli uomini ed uscire in due
dallo stesso bagno davanti ad altri non sarebbe stata la soluzione
migliore.
I secondi scivolavano via mente quelle labbra si chiusero
senza un suono.
Kaede sorrise lievemente.
Hanamichi abbassò lo sguardo.
Poi lentamente avvertì un piccolo movimento.
Quel dito si muoveva.
Scorreva lentamente sulle sue labbra.
Lo sentiva.
Hanamichi sollevò lo sguardo nocciola.
Gli occhi fissi di Rukawa lo osservavano.
Il ragazzo dai capelli rossi si girò.
Lo ….lo stava………………….accarezzando?
I due uomini erano ancora lì ,a pochi metri
da loro, non potevano parlare.
Kaede continuò a disegnare con la punta del
dito il contorno di quelle belle labbra.
Le sentiva sotto le dita , gonfie , morbide , calde………ne aveva ancora
il sapore sulle proprie ……..
….non attendeva e non anelava altro se non il momento in cui le avrebbe
potute riavere…….
Le accarezzò ancora ,per ingannare dolcemente
l’ attesa.
Hanamichi le schiuse arrossendo.
Ora rivoli sottili di aria si infrangevano contro i polpastrelli di
Rukawa scivolando fuori velocemente , ma senza rumore.
Perché?
Perché ora tutta quella …………………….delicatezza?
Quella gentilezza ?….Mentre per ore intere si erano ignorati in quella
sala?
Perché il comportamento di Rukawa cambiava così tanto
solo quando……….?
Un altro rumore soffuso assicurò loro che i due uomini erano
usciti.
Erano soli.
Di nuovo.
Kaede gli posò senza fretta una mano sul viso
accarezzandogli un orecchio ,tenendolo delicatamente fra l’ indice
ed il medio , premé la punta del dito fra le labbra , il tempo
di bagnarla e la ritrasse , tornando con la propria bocca sulla sua.
Altri baci, lenti ed decisi.
In quella cabina così stretta , fatta per una sola persona.
Si scostarono con lentezza.
Hanamichi respirò abbassando completamente il viso.
Kaede prese fiato poi appoggiò le mani ai lati di quel viso
imbarazzato , contro il rivestimento della porta e gli sussurrò.
“Andiamo via”
Hanamichi sussultò.
Kaede aprì la porta ed uscì con lui.
Incredulo il ragazzo dai capelli rossi rimase nell’
ingresso.
Ad aspettare.
Chiedendosi cosa significasse andare via.
Kaede si accostò discretamente a suo padre.
Gli mormorò qualche parola.
Lo stretto necessario per fargli capire che tornava a casa prima,
per la scuola e gli allenamenti del giorno dopo.
Poi si allontanò velocemente.
Per le strade vuote i due ragazzi camminarono verso
la periferia.
Sakuragi incontrò con lo sguardo una stazione , ma la ignorò
dolorosamente.
Proseguirono in silenzio fino ad un’ abitazione ed un cancello.
Sakuragi si fermò lì, immobile.
Ora doveva andare via.
Immediatamente.
Prima che…..
“Entra”disse Rukawa
Sakuragi rimase immobile.
Rimase in silenzio.
Scosse la testa.
Kaede si avvicinò.
Hanamichi indietreggiò.
Rukawa non voleva più aspettare.
Lo voleva.
E subito.
Dopo che gli si era dato così in quel bagno……….pensava
che lo avrebbe lasciato andare a casa?
Kaede incontrò i suoi occhi.
Hanamichi cercò di trovare il coraggio per
non cedere.
“Hai intenzione di perdere il lavoro?”chiese in tono gelido il ragazzo
dai capelli neri
Ad Hanamichi si bloccò il respiro.
Perché?
Perché ?
Ancora una volta?
No.
No.
No.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.no.
No.
Doveva parlargli.
Non doveva cedere.
No.
Un’ altra volta.
Sarebbe stato troppo.
No.
Kami.
“………Ru..kawa…….no..”
Kaede lo guardò con freddezza.
“Perché mi hai accompagnato fin qui , se sapevi
cosa ti avrei chiesto?”
Hanamichi alzò uno sguardo confuso su di lui.
“Io….devo fare il mio …………lavoro”
Rukawa sorrise, incurvando gli angoli della bocca.
“E allora fallo bene il tuo lavoro………..in modo che
io non abbia niente di cui lamentarmi…….”
Infine nel silenzio, senza più possibilità, Hanamichi
lo seguì in quella casa.
Si chiusero quella porta alle spalle, la solita penombra li accolse
tentando gentilmente di nascondere le lacrime negli occhi del ragazzo
dai capelli rossi.
Si avvicinarono al letto, senza sfiorarsi.
Poi senza neanche toccarlo Kaede si accostò a lui.
Lo fissò spogliandosi , facendolo indietreggiare, gettò
la propria maglia a terra mentre ancora lo osservava avanzando.
Arrivato alla sponda del letto senza accorgersene Hanamichi cadde
fra le lenzuola , di traverso su quel letto abbastanza grande per
entrambi.
Kaede, sovrastandolo, sorrise apertamente.
Salì su di lui mentre con voce bassa chiedeva.
“E’ un invito ?”
Hanamichi voltò il viso.
Kaede iniziò a spogliarlo.
Non lo aveva da quattro giorni e adesso aveva voglia
di lui.
Subito.
Hanamichi si oppose debolmente.
Ben presto si ritrovò nudo sotto di lui.
I loro corpi vennero a contatto.
Fu un gemito per entrambi.
Kaede iniziò ad accarezzarlo.
Avere ancora quella pelle sotto le dita………………….tutta quella pelle……………
Lo leccò.
Lo baciò.
Lo morse delicatamente.
Hanamichi tentò di scostarsi , di allontanarlo……………
..ma sapeva lui per primo quanto fossero inutili quei tentativi così
insicuri.
Kaede lo tenne fermo ,inchiodandogli le mani al letto,
strusciandosi su di lui.
Non voleva più aspettare.
I suoi baci si facevano veloci.
Le sue carezze urgenti.
Hanamichi aveva paura.
Del dolore.
Di quel suo cedere nuovamente.
Di tutto quello che non capiva e non sapeva.
Della consapevolezza che quella sarebbe stata solo , d’ ora in poi,
una delle tante notti che lo aspettavano ………………con Rukawa ….
…su quel letto………………in quella casa.
Iniziò a piangere.
Per tutte quelle ragioni.
Per tutto quello che era successo e che continuava a succedere.
Kaede avvertì un primo singhiozzo e si sollevò da quel
corpo che ora tremava.
Scorse le lacrime che rigavano quel bel viso e sospirò fermandosi.
“….Insomma………ehi…….. – lo chiamò piano – ……………….non c’ è
bisogno di piangere ancora…………”mormorò
Hanamichi non lo ascoltò , voltandosi di lato, finalmente libero
da quelle mani.
Kaede prese respiro, passandosi una mano fra i capelli poi lo strinse
a sé e lo trascinò dolcemente con la testa verso i cuscini.
Hanamichi respirò quell’ odore di bucato,perdendosi tra la
stoffa.
Aveva ritrovato il suo rifugio.
Si nascose lì , ancora tremante.
Mentre Kaede accanto a lui , gli passava le mani sulla schiena.
Perché ?
Perché ora quel ragazzo così forte e fiero sembrava
così………………
così…………..
…indifeso?
Kaede se lo chiese.
E si chiese anche perché , ogni volta, non riusciva ad ignorare
le sue lacrime , il suo tremore, la sua paura……………
Vederlo così lo riempiva di …………………………..gentilezza?
Si.
Ma non solo.
Di nuovo aveva pensato di lasciarlo andare.
Eppure aveva deciso.
Dannazione…..aveva pensato per un giorno ….si era chiesto tutto quello
…più volte…..
…ed era arrivato alla conclusione che doveva continuare a vederlo
……..a richiederlo come accompagnatore ……perché solo avendolo
vicino avrebbe potuto cercare di capire cosa significassero tutti
quegli atteggiamenti con lui…………… capire il senso di tutte le proprie
azioni ……….per districare quel groviglio , quei rovi di sentimenti
……………….
….ed ora …ancora una volta si diceva di aver sbagliato……….
Kami…..dove stava la verità?
Non lo sapeva….non lo sapeva affatto.
Ma ora non aveva il tempo di riflettere.
Hanamichi piangeva ancora.
Sommessamente.
Nascondendosi.
Ma piangeva.
Kaede lo strappò lentamente al suo rifugio, lo costrinse ad
accettare il suo abbraccio.
Sperando che fosse più caldo delle lacrime che cominciava ad
avvertire sul proprio petto.
Gli passò le mani fra i capelli e sugli occhi,
baciandolo.
Poi si avvicinò al suo orecchio per chiedergli.
“Hai ancora paura……. ?”
Hanamichi non rispose , soffocando gli ultimi singhiozzi,
trasformandoli in lunghi sospiri.
Kaede lo stese sotto di sé, si sollevò su di lui, fissandolo
negli occhi , accarezzandogli le guance e le labbra.
“Se tu mi chiederai di non farti sentire dolore non
ne sentirai stanotte…………….avanti chiedimelo…………e farò piano
………
…….chiedimi di non fartelo sentire……….”mormorò dolcemente il
ragazzo dai capelli neri
Hanamichi aprì due occhi lucidi su di lui,
senza capire.
Di nuovo tutta quella gentilezza………ma perché?
Solo pochi minuti prima era stato costretto ad entrare in casa , a
stendersi su quel letto , a lasciarsi a lui ancora una volta ed ora…….
…..di nuovo tutte le carezze, la delicatezza……………..
….non capiva …non capiva perché……….
Steso su di lui , impegnato a giocare con alcune ciocche rosse , Kaede
attendeva quella richiesta.
Pronto a mettere da parte tutta l’ urgenza che sentiva nell’ avere
quel ragazzo.
Non voleva fargli male, non riusciva ad essere indifferente con lui.
Hanamichi prese respiro.
Non aveva altra scelta …….almeno non avrebbe sentito molto dolore…….perché
sapeva che quel ragazzo dai capelli neri ,che sentiva caldo su di
sé, non era un bugiardo.
Ogni cosa che gli aveva detto l’ aveva sempre mantenuta.
E lo avrebbe fatto anche stavolta.
Eppure il suo orgoglio gridava di non cedere , di non dargli quella
soddisfazione, di non permettergli di capire così chiaramente
quanta paura avesse di lui e di quello che voleva fargli.
Kaede attendeva ancora , occupando tutti quei secondi liberi in carezze
sul viso del ragazzo dai capelli rossi.
Improvvisamente , tenendo lo sguardo ben fisso su di lui, il ragazzo
dagli occhi azzurri lasciò scendere una mano verso il basso.
In un’ altra carezza.
Questa volta dai significati molto più espliciti.
Non voleva attendere ancora.
Il suo corpo gridava di spingere sul materasso quel ragazzo e prenderlo
con tutta la propria forza, per farlo gridare e gemere,
per sentirlo venire.
Eppure attendeva ancora.
Sollevando uno sguardo incerto Hanamichi schiuse le labbra.
Kaede si avvicinò a lui per sentire le sue parole.
Con un filo di voce , cercando di non distogliere lo sguardo, di non
piangere di nuovo , di non tremare Hanamichi mormorò.
“…No……n.non…………..non…….non farmi………………………male……..non……farmi
male”
Kaede sorrise piano, catturando quelle labbra insicure
in un bacio lungo ed intenso.
E senza dire più niente, mantenne ogni sua
promessa.
Ogni gesto ancora più curato , più attento.
Ogni movimento misurato e dolce e lento.
L’ urgenza ed il desiderio messi da parte , definitivamente.
Cancellati da una richiesta di poche parole , impacciata e confusa.
Kaede entrò piano dentro di lui, tenendolo
fra le braccia , strappandogli un ansito di puro fastidio ed un gemito
profondo.
Quel corpo cominciava ad abituarsi a quelle intrusioni, anche se non
era passato tanto dalla prima volta di Hanamichi.
Ma le prime spinte rimanevano sempre le più dolorose , i primi
movimenti del ragazzo dai capelli neri furono talmente lenti da risultare
quasi impercettibili , come un lieve ondeggiare.
Hanamichi ansimò piano per tutto il tempo.
Finché alla prima spinta non seguì un gemito di piacere.
Da quel momento in poi la lentezza si trasformò in forza ,
l’ attenzione in passione, la delicatezza in gemiti e grida.
“Aaahn………………r……………ahaa…………u..kawaaha……”
Kaede lo prendeva sempre più forte , sempre
più forte in una spirale di spinte che si susseguivano , fra
il sudore ed il movimento dei loro corpi e le lenzuola scomposte ed
il respiro veloce e le voci alte.
Fino a che tutto si sciolse in una spinta profonda ed un mare di luce
e calore.
Hanamichi cercò respiro tra i cuscini , avvertendo
a malapena su di sé il fruscio del lenzuolo che Rukawa stava
tirando su di loro, il freddo tornava a far rabbrividire la sua pelle
, mentre esausto e tremante chiudeva gli occhi.
Un piccolo vasetto abbandonato accanto al letto ,
in terra.
Con un ultimo sguardo al ragazzo addormentato , la
testa abbandonata , unica macchia nera nel candore innocente di quelle
lenzuola, Sakuragi uscì, tornando a casa poche ore prima dell’
alba.
Solo, in quel letto nuovamente disfatto, Kaede rabbrividì
nel sonno, inconsciamente.
Continua……………..
M:^______________^
M:Senti Ru, ma a chi vuoi darla a bere ?
R: Hn?
M: E tu saresti quello che ha PENSATO un giorno intero alla situazione
con Hana?
R:Certo!
M:E cosa avresti dedotto dalle tue meditazioni ?
R: Che voglio continuare a farmi Hana
M: ______ A-aaah……ma che pensieri profondi
H: Ma mi spiegate il mio ruolo in tutto questo?
R:Si te lo spiego io , vieni di là in camera…si bravo …qui
sul letto….ora spogliati che te lo spiego meglio…….
M: Insommaaaaaaaaaaaaa( mi scuso con tutti coloro che leggeranno ….)
La mia mail è MelKaine@hotmail.com
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