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Pr

Parte IX

di Mel

 

Entrarono al buio lasciando a terra , nell’ ingresso, le loro scarpe e nel salotto le loro giacche.
La luce di alcune finestre illuminava la scala gettandole addosso la propria argentea penombra.
Lentamente Rukawa iniziò a salire quelle scale , senza voltarsi, ma attento ai passi dietro di sé.
Il suo accompagnatore non aveva detto più niente da quando erano usciti da quell’ edificio , avevano camminato in silenzio, fino a casa, dietro di sé solo il vento e qualche lieve sospiro, involontariamente sfuggito alle labbra di quel ragazzo dai capelli rossi.
Ed ora continuavano a salire.

Sakuragi dietro di lui.
Non voleva.
Non voleva.
Non voleva.
NO.
Poco prima, ad ogni passo verso quella casa, le sue labbra tremanti avevano lasciato fuggire dalla loro presa piccoli sospiri d’ angoscia, brevi e rapidi , come singhiozzi , nel silenzio completo delle strade spoglie, un passo dietro l’ altro.

Un passo dietro l’ altro , ancora.
Stavano salendo quelle scale….le stava salendo insieme a ‘lui’ ….senza accendere alcuna luce …..senza fermarsi ……..a dimostrazione di quanto poco importasse, a quel ragazzo dai capelli neri ,ogni altra cosa che non fosse arrivare al piano superiore ………….perché per un attimo si era illuso di poterlo fermare?
Di potergli dire di aspettare ancora un istante?
Che non ce la faceva?
Che non voleva?

Un passo dietro l’ altro …………..kami …sembrava una condanna a morte …………..lenta e inesorabile……….ad ogni scalino che entrambi si lasciavano alle spalle Hanamichi sentiva il proprio cuore fermarsi un attimo e poi riprendere a battere sempre più veloce di prima …………..sempre più veloce …….fino a sentirlo nelle orecchie …..nella testa……..forte …….sempre più veloce………
….faceva quasi male ………faceva male così veloce………..


Entrarono in quella stanza sempre in penombra illuminata dall’ enorme finestra, quando Rukawa si chiuse la porta alle spalle Hanamichi sentì quasi il suo cuore scoppiare ed il rumore, che faceva nel battere a quella folle velocità, coprire i suoi passi.

Nella semioscurità Rukawa si volse a guardarlo.

Hanamichi rimase immobile, incapace di alzare lo sguardo , disperato.

Il silenzio scivolò via lento e sinuoso come un gatto che si confonde nei vicoli.

Kaede strinse le mani intorno ai bottoni della propria camicia.
Perché?
Maledizione perché?
Perché ad ogni passo su quella scala si era ripetuto di lasciar perdere , di non farlo , di non costringerlo ancora , di non commettere qualcosa di irreparabile ?
Perché aveva dovuto lottare strenuamente con la propria razionalità che tentava ogni istante di farlo girare per dire a quel ragazzo dai capelli rossi di andarsene , di tornare a casa e di farlo il più velocemente possibile prima che lui cambiasse idea?
Perché sentiva freddo …..no ...non fuori…..ma dentro……guardandolo?
Perché faceva male vederlo così , immobile , tremante, disperato , in trappola come una preda ferita ?
Perché poteva averlo solo così?
Non avrebbe dovuto cercarlo in altri modi?

Perché tutte quelle domande?

Lo aveva voluto lui così.
Lo aveva convinto ad accettare quella scommessa.
Lo aveva sconfitto.
Lo aveva offeso.
Lo aveva ricattato.
Ed ora stava lì a chiedersi perché faceva male?

La risposta era evidente , ma lui la ignorò.

Era arrivato fino a quel punto perché lo desiderava ed ora che finalmente lo aveva si rifiutava lui stesso di andare fino in fondo?

Sarebbe stata follia……..

A quale scopo allora tutto quello che aveva fatto….tutto quello che aveva detto……….. per riuscire a portarlo lì in quella camera…..senza doverlo trascinare con la forza?

No.


Si slacciò velocemente la camicia, buttandola sul divanetto insieme alla cintura dei suoi pantaloni poi si girò ad incontrare lo sguardo del proprio accompagnatore.


Sakuragi rimase immobile ancora un istante ……quei fruscii…..aveva capito cosa stava facendo il suo cliente …..si stava spogliando…..
………..
…voleva cominciare.


Ma lui non riusciva a muoversi…..non ce la faceva …….sospirò pianissimo …..

Improvvisamente un rumore soffuso attirò la sua attenzione.


Un passo, Rukawa si era avvicinato a lui.


Nel silenzio profondo.


“Ti spogli da solo o vuoi che faccia io?”un mormorio basso

Hanamichi sussultò.
Non era un tono d’ urgenza, sembrava solo una richiesta.

Hanamichi indietreggiò spaventato, respirò vedendo l’altro immobile in attesa poi, raccolta tutta la forza che poteva trovare, si avvicinò al letto, mantenendosi distante il più possibile dal proprio cliente.

Rukawa, immobile a sua volta, continuò a fissarlo.


Con mani tremanti Hanamichi fece scivolare a terra la propria camicia , su ogni singolo bottone le sue dita si erano soffermate indecise prima di farlo uscire dall’ asola , consapevole che solo pochi altri bottoni lo dividevano dalla perdita di ogni protezione che quei vestiti potevano offrirgli.
La camicia scivolò a terra ,lenta , senza essere aiutata dalle mani ,perché ogni secondo perso era un secondo rubato a quel debito da pagare, era un secondo in più di libertà.
Senza alzare lo sguardo , arrossendo , sperando che il buio nascondesse almeno l’ espressione del suo viso, Hanamichi si portò le mani all’ orlo dei pantaloni, stringendoli quasi convulsamente.
Davanti a sé Rukawa attendeva in silenzio.
Lo sguardo che si sentiva addosso lo imbarazzava , lo faceva tremare ancora di più , quasi incontrollatamente.
Non voleva.
Non così……davanti a lui……..no….non voleva ………….NO.

Le sue mani, rifiutando di seguire gli ordini disperati di quel cuore, che gridava di no, battendo furiosamente nel petto di quel ragazzo dai capelli rossi , ne aprirono la cerniera.

Nel silenzio quel suono lievissimo attirò completamente lo sguardo di Kaede.


Hanamichi si stava spogliando.
Per lui.


E Kaede capì che non lo aveva mai fatto davanti a qualcuno…..per qualcuno…..
Lo capì dagli sguardi rapidi e imbarazzati , veloci e lucidi , con i quali quel ragazzo dai capelli rossi lo spiava, arrossendo, abbassando di scatto il viso quando lui lo riguardava e rialzandolo poi per vedere di cercare dentro di sé un coraggio che non si faceva trovare.


Con un movimento lentissimo e impacciato Hanamichi si tolse i pantaloni , lasciandoli lì a terra.

Rukawa fissò su di lui i suoi occhi profondi.

Il desiderio prima sopito da tutte quelle domande ora si era risvegliato in lui , scorrendo nel suo sangue , bruciando nei suoi occhi.

Con un movimento veloce Kaede si spogliò completamente, lasciandosi guardare dalla luna lontana dietro una nuvola grigio perla e dal proprio accompagnatore.

La sua pelle nivea, liscissima e perfetta sembrava voler illuminare la stanza, rivestendosi di tutti i piccoli raggi di luce che riuscivano a penetrare dalla finestra affacciata su una città spenta e calma.


Sakuragi alzò di nascosto uno sguardo su di lui.


Era bello.
Bellissimo.

Dannatamente stupendo e perfetto.

E allora perché….perché voleva lui , che di quella bellezza non aveva niente?
Perché ?
Perché rimaneva lì in attesa di vederlo?
Lui non aveva niente da offrire …niente di bello…e allora ……………………………..perché?

Kaede si avvicinò fermandosi ,lasciando che davvero la luce che entrava dalla finestra giocasse con il proprio corpo , accarezzandolo immaterialmente , forgiando ombre che, rapide come erano state create, così sparivano raggiungendo i coni d’ oscurità negli angoli del pavimento.

Hanamichi riabbassò gli occhi , il respiro spezzato , sentiva ancora su di sé quello sguardo ….ben più intenso di prima …….e sapeva cosa stava aspettando quel ragazzo dai capelli neri ancora lontano da lui.


Hanamichi sentiva su di sé l’ unico indumento che gli era rimasto.


Non aveva il coraggio di toglierlo.
Farlo sarebbe significato…………………………

Eppure doveva.
Aveva promesso.

Doveva.


Lentamente le sue mani si mossero incerte …..troppo lente , troppo incerte …….Kaede lo fissava ancora …………
….l’ impazienza nascosta tra le pieghe blu scuro di quelle iridi azzurre………………
…non poteva attendere ancora…….

Lo voleva vedere.

“…..avanti……”sussurrò


Sembrava un invito.
Era un ordine.


Hanamichi strinse con le dita l’ orlo dell’ ultimo pezzo di stoffa e di dignità che gli era rimasto.
Con una lentezza esasperante si piegò leggermente , nascondendo il viso contro la propria spalla , tirando via quell’ unico indumento.


Kaede osservò attentamente come scivolasse lungo le sue gambe , finendo sul pavimento , accanto a tutti gli altri vestiti.
Infine alzò lo sguardo lasciandolo scorrere su quel corpo.


Finalmente nudo.

Nudo per lui.


Le forme perfette , ogni linea che si ricongiungeva all’ altra in un arabesco di pelle calda e ombra.

Osservò ancora un istante quel corpo , che solo tremando si lasciava guardare e poi lentamente si avvicinò.

Hanamichi lo sentì venire verso di sé.
Non lo guardò.
La testa ancora nascosta contro la propria spalla.

Un passo.
No
Un altro.
No.
Ancora un altro.
NO.

Poteva sentire su di sé uno sguardo bruciante , attento………………….

Non voleva…………………..non voleva essere guardato così………………

NO.

Con un movimento veloce Hanamichi si distese prono sul letto, lasciando al proprio cliente solo la vista della sua schiena.

Kaede avanzò ancora accostandosi al bordo inferiore di quel letto.

Poche parole sussurrate contro i cuscini lo fermarono.


“Fai quello che devi fare”disse con un filo di voce Hanamichi…………costringendo se stesso per primo ad accettarne il senso…....


Kaede rimase immobile un istante ancora, sospirando senza farsi udire.

Non lo voleva così.
Voleva almeno guardarlo.


Posò un ginocchio sul letto.

“Pensi che io possa accontentarmi di una posizione del genere?”mormorò


Il silenzio scese denso.


“Girati”ordinò Rukawa


Hanamichi strinse le mani alle lenzuola poi, molto lentamente, lasciò che il proprio corpo si girasse.

Nella penombra i suoi occhi incontrarono quelli di Kaede, mentre il ragazzo dai capelli neri lo fissava salendo in ginocchio sul letto.

Quel corpo steso davanti a sé.
Finalmente.
Lo aveva.
Poteva averlo.
Ne sentiva il calore persino a distanza.
Ne osservò la perfetta consistenza.
La sensuale pienezza.
Sarebbe stato suo.
Di nuovo.
Lo avrebbe avuto per la seconda volta sotto di sé.
Lo avrebbe dolcemente violato ancora una volta.


Kaede sentì l’ eccitazione scorrere lungo tutto il proprio corpo e scendere fino all’ inguine.
Brividi elettrici di aspettativa scuotevano la sua pelle chiara.

Hanamichi lo guardò un istante poi incontrato il suo, di sguardo, tentò di nascondersi ancora contro il cuscino ……….
…………esattamente come aveva fatto la prima volta in quel letto……………….

….sembrava così lontana ….e non era passato che un solo, unico giorno appena……………

Girò il viso ed il cotone morbido lo accolse.
Il profumo fresco delle lenzuola lo aveva avvolto nel momento in cui si era disteso su quel letto ed ora saliva a riempire i suoi polmoni, scossi da respiri sempre più frenetici.
Non era l’ odore di Rukawa quello che sentiva su quei cuscini.
Sapevano solo di bucato.

Potevano essere un rifugio…..pensò lui dai capelli rossi……..un rifugio per tutta la notte….per non incontrare ancora quello sguardo.

Ma erano un rifugio che non impedì alle parole di Rukawa di raggiungerlo.

“Dopo ieri notte c’ era sangue nel mio letto, ti ho fatto male, vero?”chiese piano Kaede

Hanamichi socchiuse gli occhi per poterlo almeno guardare.


“Si……..… ma a quanto pare…………….. non ti importa”si lasciò sfuggire

Rukawa incurvò gli angoli della bocca avanzando in ginocchio verso di lui.
Indomabile e ribelle persino in gabbia la sua bella preda.


Il ragazzo dai capelli rossi serrò gli occhi , spingendosi contro il suo rifugio di morbido cotone, le mani lungo i fianchi ormai tremavano indisturbate………………….

Lo aveva visto.
Uno sguardo carico di desiderio.
Ora lo sentiva scorrere sul proprio corpo quello sguardo.
Aveva visto il corpo di Rukawa avvicinarsi al suo , cominciare a salirgli sopra.
Lentamente.
Inesorabilmente.

E ….e aveva visto …….

..aveva visto anche ………………la sua eccitazione……….

……lui, lui che non aveva mai temuto nessuno ora aveva …………………………………………………………………paura.

Una paura tremenda , folle……………..quasi soffocante……………come i ricordi della notte prima che ora tornavano da lui …..portando con loro il dolore e l’ umiliazione che aveva provato…….

In cosa sarebbe stata diversa quella notte?

In niente.
In niente.


Lo sapeva ….stessa paura…..stesso dolore……e non poteva sottrarsi…aveva promesso ……………promesso.


Sentì il calore del corpo di Rukawa salire sul suo.
Strusciarsi , lentamente.
Quell’ eccitazione dura ….la avvertiva contro il proprio ventre…………
..no..no..no..no..no.. non la voleva ….
…non la voleva dentro di sé.


Hanamichi tremò dopo quella carezza, tremò senza poter fare niente, le lacrime cominciarono a salirgli agli occhi.

Kaede lo osservava.
Sarebbe stato difficile non accorgersi di quanto fosse spaventato.
No …….non era spaventato……………………………………..sembrava terrorizzato……….


Di nuovo quel dolore familiare in fondo al petto , Kaede sospirò………
…..e se lo chiese di nuovo…………
…doveva andare fino in fondo…..voleva andare fino in fondo?


Lentamente il ragazzo dai capelli neri posò una mano calda sul petto di Hanamichi , sopra il cuore.
A quel contatto un ansito impaurito scivolò fuori dalle labbra di quel ragazzo disteso.


Tu-tum-tu-tum-tu-tum
Sotto le sue dita.
Tu-tum-tu-tum-tu-tum
Sempre più veloce.
Sempre più forte.
Tu-tum-tu-tum-tu-tum-tu-tum-tu-tum-tu-tum-tu-tum-tu-tum-tu-tum
Quel cuore sembrava voler scoppiare.
Per fermarsi.
E non tremare più insieme a quel corpo.

“Il tuo cuore batte veloce……..hai paura vero?”chiese ancora Kaede

Hanamichi non rispose , il tremore ora continuo del suo corpo lo fece per lui.


Kaede gli prese il viso tra le mani ,strappandolo al rifugio dei cuscini, lo voltò verso di sé e lo baciò.

Dolcemente.
Una , due , tre volte.
E poi ancora.

Spiandolo attraverso un velo sottile di lacrime Hanamichi sentì una carezza sul viso, poi un soffio leggero ed un mormorio.

“Aspettami qui un attimo……”


Kaede scivolò fuori dalla stanza, lasciando uno spiraglio di porta aperto.

Hanamichi sentì il freddo della stanza aggredirlo ora che Rukawa non copriva più il suo corpo……aprì gli occhi e fissò quello spiraglio di porta.

Come sarebbe stato alzarsi , vestirsi e scappare via attraverso quello spiraglio di libertà?

Non poteva.
Non poteva.
Avrebbe perso il lavoro e non poteva.
Non poteva assolutamente.

Quei tristi pensieri furono interrotti dai passi scalzi di Rukawa.
Pochi istanti dopo Hanamichi lo sentì nuovamente su di sé.
Avvertì un rumore , qualcosa che veniva posato sul comodino scuro accanto al letto.
Girandosi incerto , nella penombra, riconobbe la sagoma di un piccolo vasetto.

Il viso di Rukawa fu improvvisamente sul suo , in un bacio lento.
Separatisi Hanamichi chiese.
“Cos’ è ?”


Rukawa sorrise lievemente.

“Servirà a non farti sentire dolore”rispose semplicemente

Hanamichi sussultò , un ansito stupito scivolò via dalle sue labbra semiaperte.
Ma non era più tempo di parlare, Kaede ascoltò le richieste del proprio corpo e stendendosi su Hanamichi chiuse quella bocca con le proprie labbra.
Affondi lenti e regolari , la sua lingua che cercava continuamente quella del ragazzo sotto di sé.


Hanamichi si lasciò baciare.
Almeno quello non faceva male.


Kaede continuò, ma insieme alle labbra fece scendere su quel corpo anche le proprie mani , alla ricerca di pelle e calore.

Quelle carezze percorsero il suo corpo.
Nessuno, nessuno mai lo aveva toccato così.

Dai capezzoli ormai duri alla linea morbida dei fianchi e più giù sull’ interno coscia , a Kaede quel punto piaceva particolarmente , continuava a succhiarlo , a leccarlo ogni momento strappando ansimi al suo proprietario.

“…….no…”gemé Hanamichi

Kaede scese con la lingua fino al ginocchio , mordendo la pelle morbida, tenendolo fermo.

“……mh….no…no”flebili lamenti


Il ragazzo dai capelli neri risalì prendendo in bocca uno dei capezzoli , suggendolo delicatamente , senza tirare la pelle sensibile.

“……no….non……no…no”

Kaede scese dallo sterno verso il ventre piatto assaggiando dolcemente la piccola cavità dell’ ombelico , baciandola.

Quel corpo sotto di sé non smetteva di agitarsi , di lamentarsi fra i gemiti , di tentare di negarsi a lui.
Anche solo con le parole.

Kaede si sollevò leggermente per poterlo guardare.
Sentendolo fermarsi Hanamichi socchiuse gli occhi ritrovando uno sguardo blu scuro fisso nel suo.

“….non mi dire di no……. – quello sguardo sembrò addolcirsi un istante –…….su …..smettila di ripeterlo……”

Hanamichi sembrava non aver capito, appena Rukawa tornò ad occuparsi del suo corpo riprese ad agitarsi inquieto, rendendogli difficili i movimenti.

Kaede lo baciò mentre una delle sue mani scivolava verso il basso.

Le lunghe dita di Rukawa si chiusero sul membro di Hanamichi.

Il ragazzo gridò sollevandosi.

Kaede lo guardò.

“Non erano questi gli accordi ……..non mi devi rifiutare……..”disse osservando una goccia di sudore scivolare dalla fronte già madida di quel ragazzo dai capelli rossi

Hanamichi chiuse gli occhi , quella mano su di sé lo stava facendo impazzire ………….caldo….sentiva caldo……..

Quella voce gli sfiorò ancora l’ orecchio prima di leccarlo delicatamente.

“Rilassati ……..”

Perché ?
Perché ora sembrava dolce e gentile ?

Quella mano lo strinse ancora, facendogli perdere il filo dei pensieri , facendolo gridare.

Così come erano scese quelle dita risalirono verso il viso di Hanamichi , leggere , attente , lo strinsero avvicinandolo al volto di Kaede per potersi unire in un bacio più profondo e intenso.


Non voleva più aspettare.
Non poteva.

Il suo corpo gridava appagamento eppure quel ragazzo era ancora teso ….ancora spaventato …….

Kaede gli posò di nuovo una mano sul cuore.
I battiti veloci proseguivano la loro corsa……..si…..meno furiosi di prima.

Forse poteva cominciare a prepararlo.

Con calma e gentilezza Rukawa lo strinse a sé e lo fece stendere, girandolo.

Hanamichi si tese agitandosi.

No.
Non così presto.
No.
Non ancora.
Non voleva.

Kaede intuì i suoi pensieri , lo tenne fermo contro il materasso morbido.
Appoggiandosi alla sua schiena lo sentì tremare , gli baciò una spalla , piano ,dolcemente.

“Ehi….piano……..piano…non è ancora il momento …..stai fermo…..voglio solo prepararti …..”


Hanamichi non lo voleva ascoltare.
Non voleva.
Non voleva.
Sapeva solo quello.


Kaede tentò invano di farlo calmare.
Hanamichi voleva girarsi.

Rukawa si sollevò su di lui.

“Va bene……voltati”gli disse sospirando

Il ragazzo dai capelli rossi si voltò in un istante guardandolo con timore.

Kaede tese le braccia e lo strinse a sé, stendendosi con lui di lato.

Rimasero immobili a lungo.
Kaede lo teneva fra le braccia , stretto, passandogli le mani sulla schiena.


Per un attimo aveva pensato di fermarsi.
Di smettere.
Di dare un bacio ad Hanamichi e di dirgli di vestirsi.
Che lo lasciava andare.


Ma era un ragazzo anche lui.
Ed era eccitato ormai.
Ed ora che lo stringeva , sentiva le forme di quel corpo caldo contro il suo.
Pensava a come era stato entrarci una volta.


Non riusciva a lasciarlo andare.

Ma lo baciò.
Dolcemente.
Molte volte.
Senza dire niente.
Senza sentirsi rifiutare.

Lo strinse ancora.
Ora il respiro di entrambi sembrava regolare.
Kaede gli sfiorò un orecchio e gli mormorò qualche parola.

“…..non vuoi che ti faccia male giusto?……….allora lascia che ti prepari ……è piacevole ……non preoccuparti ……”

Hanamichi si nascose contro il cuscino ancora una volta, celando il proprio sguardo sotto tanti fili rossi.

Kaede lo strinse più forte, ma attese ancora.
Lentamente Hanamichi lo allontanò per potersi girare e stendere sul letto.

Kaede sorrise dolcemente.
Senza dire niente iniziò a baciarlo sulla schiena.
Una cascata di piccoli baci a fior di pelle.

Hanamichi strinse il cuscino con le mani.
Era così diverso……..Rukawa……era così diverso in quel momento ……..
…avrebbe potuto aggredirlo , prenderlo con la forza , imporgli di ubbidire………
…in fin dei conti lui aveva perso la scommessa e doveva pagare……….

Eppure tutte quelle parole rassicuranti, quelle carezze , quei baci……..quelle……………………………………………attenzioni.
Perché?
Perché si comportava così?


Kaede lo accarezzò ancora, passando una mano su tutta la lunghezza della colonna vertebrale poi si sollevò per prendere tra le mani il piccolo vasetto.
Lo aprì.
Girando intorno ai bordi raccolse una dose abbondante di crema.
Hanamichi aveva girato il viso ed ora lo guardava, seguiva i suoi movimenti, le sue mani in quel vasetto.

Kaede appoggiò di nuovo il piccolo vasetto e posò delicato una delle mani sui glutei di quel ragazzo, separandoli.

Hanamichi tornò a nascondersi contro il morbido cotone sussultando quando due dita posarono sulla sua piccola apertura la crema gelida e densa.

Un brivido di freddo gli attraversò la schiena.
Kaede si prese un istante per accarezzarlo.

“Lo so che è fredda…….” mormorò baciandogli le spalle

Hanamichi sospirò piano.

Kaede si sollevò ancora e riprese ad accarezzarlo stendendo la crema con le dita , lentamente , con cura , dentro e fuori , violando appena quella stretta fessura.

Il ragazzo dai capelli neri attese ancora un istante, si stese sul corpo del compagno e con attenzione lo penetrò con un dito.
Piano, prima la punta , poi lentamente tutto il resto.
Hanamichi gemé.
Kaede ritrasse il dito poi lo spinse dentro un’ altra volta.
Un altro gemito.
Più forte e distinto.
Kaede si sorrise.
Iniziò a far scivolare quel dito avanti e indietro , con lentezza.
Gemiti sconnessi lo ricompensarono.

Al primo dito si aggiunse un secondo.
Un lieve ansito fu tutto quello che si udì prima di un altro suono di piacere.
Kaede sorrise ancora.

Hanamichi non poteva fare a meno di gemere.

Quelle……quelle erano………… le sue dita………..
….le sentiva……………………..
………….sottili…….lunghe…………………………..
dentro di sé
morbide…………….
……non facevano male……….
…no….si muovevano con delicatezza………
e….lui……lui non aveva mai pensato che potessero farlo………………
….che potesse essere così …………………………………………………………….piacevole…..


Scivolavano dentro e fuori …..sfiorandolo…………………..si accorse che il suo corpo iniziava a seguire quel movimento………..
……………………………………………………………………………………………………..per trarne piacere………..
chiuse gli occhi.

“Ahn……mh….ah”

Kaede osservò con stupore quei piccoli movimenti…………..
….kami……………………non poteva resistere ancora………….

Uscì dal suo corpo.

Hanamichi aprì gli occhi………..possibile……possibile …………………sentisse vuoto?

In un istante capì che Rukawa aveva finito e che adesso……………………..
Si girò , quasi di scatto.
La paura salì nuovamente ad appannargli lo sguardo insieme alle lacrime che, cancellate dalla delicatezza e da quel piccolo piacere,avevano smesso per qualche minuto di premere per uscire.

Ma ora……..ora ritornarono……….insieme al ricordo del dolore della notte prima ……….
Si tese , ansimando.
Gli occhi di Rukawa lo fissavano poi il suo cliente si sollevò.


Kaede si occupò anche di sé stesso, in ginocchio sopra il proprio compagno prese nuovamente in mano il piccolo vasetto per potersi stendere dolcemente la crema sul corpo……………………..lasciando che Hanamichi lo guardasse…………
…poi si avvicinò a lui……….un sorriso leggero sul viso………..perché unendo i loro ventri aveva sentito la piccola eccitazione di quel ragazzo dai capelli rossi…………la prossima volta gli avrebbe dato molto di più da guardare …non solo la sua mano che si toccava
per prepararsi……………………….


Ma ora lo sentiva inquieto sotto di sé……………..ne sapeva il motivo….ma non poteva evitarlo……….poteva solo ……..
….baciarlo.

Scendendo con le labbra sulla bocca di Hanamichi, Kaede gli prese il viso tra le mani , leccò piano quelle sensuali , piccole linee di pelle gonfia , chiese loro permesso , vi si spinse dentro , senza fretta, mentre con il proprio corpo portava all’ altro una sensuale carezza…..
……dolcemente si fece spazio fra quelle gambe, solo con i fianchi , tenendo le dita calde sulla pelle di quel viso intimorito……..

Mentre entrava lentamente nel suo corpo Kaede avvertì piccole gocce calde infrangersi contro le proprie dita , scivolarvi sopra superandole , per poi continuare a scorrere lungo le tempie ……………
…le asciugò , strusciando i pollici sugli angoli di quegli occhi così belli ……..
………….quegli occhi che ora ,aprendosi dopo essere stati serrati con forza, chiedevano forse qualche parola…..

Kaede lo baciò , avvolto dal piacere di quel corpo nel quale era penetrato a fondo, asciugando altre due lacrime.
Si sollevò lievemente.

“…….senti così tanto dolore?”chiese piano

Hanamichi lo guardò , gli occhi umidi, gli ansimi lenti………..


Lo aveva sentito entrare piano…….mentre ancora si stavano baciando ……..e……..ed era……scivolato dentro facilmente……..
….soltanto un po’ di fastidio…….era tutto quello che aveva sentito……………….

Chi ne era uscito ferito era stato ancora una volta il suo orgoglio.

Dovergli permettere una cosa del genere.
Dopo essersi imposto di rifiutare di prestarsi a certe cose altre volte.
Doverglielo permettere senza volere.


E così aveva pianto due lacrime per ognuna di quelle ragioni.


Se solo lo avesse voluto quello che stavano facendo……..


Kaede attendeva pazientemente una risposta ……….aveva voluto quel ragazzo ……..lo voleva certo…..ma non per fargli male…….avrebbe atteso a muoversi……
….sforzandosi per non farlo troppo presto…….

Hanamichi scosse solo la testa ……..non sapeva se sarebbe riuscito a parlare …….quindi scosse la testa e poi la abbandonò sui cuscini , ormai esausto.
Ora aspettava solo la prima spinta………con ancora un po’ di timore …….

Kaede si piegò su di lui …………
….non gli aveva fatto male…….
…non gli aveva fatto male…..
…sorrise in silenzio.

Con un movimento deciso dei fianchi si spinse in lui.
Hanamichi si inarcò, gemendo di dolore.
Kaede rimase immobile.
Poi una seconda spinta.
Un altro lamento.

Hanamichi si sollevò agitandosi…ora faceva male…….non voleva……

Kaede lo tenne fermo stringendogli i fianchi, sotto di lui quel ragazzo dai capelli rossi continuava a lamentarsi cercando di spingerlo via.
Era ancora così stretto.
In fin dei conti era solo la seconda volta.
Il dolore delle prime spinte non poteva evitarglielo.
Tenerlo fermo diventava sempre più difficile e il suo stesso desiderio gridava di continuare a muoversi per raggiungere il piacere.

Stringendolo a sé Kaede immobilizzò Hanamichi con il proprio corpo.
Iniziò ad accarezzargli i capelli, piano, lentamente , gli baciò un orecchio prima di farsi ascoltare.

“…ehi…..piano……su…stava andando tutto bene prima , no?……..cerca di stare fermo ……..”

Hanamichi sospirò tremante.
Kaede lo baciò poi con una mano scese su quel corpo ed iniziò ad accarezzarlo.
Un altro sospiro.
Poi una spinta.
Ancora un lamento.
Più lieve.
Una carezza di quella mano.
Un’ altra spinta.

Un gemito.
Di piacere.

Rukawa si spinse in quel corpo con forza, ascoltando finalmente il proprio desiderio.
Si strinse a lui affondando nel suo corpo.
Sempre più velocemente.

Un grido.
Lo voleva sentire.
Spinse ancora.
Più forte.
Ancora.
Sottilissime lame di piacere gli invadevano il corpo cristallizzandosi in ansimi lenti e regolari.
Una spinta.
Un ansimo.
Una spinta.
Un ansimo.

“Aaaaaaaah……………………….ahaaaa…………………aaaaaaaaah”

Hanamichi gridò.
Continuava ad agitarsi , a sollevarsi……ma adesso lo faceva per motivi diversi.
Lo faceva per cercare di trovare sollievo da quel piacere.
Quel piacere così incredibile che si era impossessato ancora una volta di lui.
Come poteva?
Come poteva essere così?


Erano solo due corpi…..solo due corpi………..
…era Rukawa……..era solo Rukawa…..
…che si muoveva…….che spingeva………..

Gridò ancora.
Ancora.

Spinte forti , le ultime , lo sentiva.
Regolari.
Forti.

Si tese ansimando.
Cercando di respirare.
L’ unica aria che poteva inspirare era quella che usciva insieme al respiro caldo di Rukawa su di lui.
Respirò la sua aria.
Era suo.
Lo pensò.
Era suo.
Irrimediabilmente.

Ormai suo.

Mentre con un’ ultima spinta Rukawa entrava profondamente.

Suo.

Mentre Rukawa raggiungeva l’ orgasmo nel suo corpo.

Suo.


Mentre con un ultimo , alto grido Hanamichi non poté che seguirlo ………pensando solo di essere ormai ………….

……………………………………………………………………………………………………………………..……….suo.

Kaede si lasciò andare.
Il respiro troppo pesante.
Il sudore sulla fronte, sulla nuca, sul petto.

Kami ….non aveva mai provato niente del genere…………….mai…….

Si sollevò…….non poteva pensare solo a sé………..alzò uno sguardo, ancora lievemente appannato da ciò che rimaneva di tutto quel piacere e incontrò la testa abbandonata del suo amante.
Gli occhi chiusi…….il respiro ormai lento e regolare……………

Con estrema attenzione Kaede si ritrasse dal corpo che lo avvolgeva.
Niente.
Quegli occhi non si aprirono ed il respiro sembrò incrinarsi solo un attimo.

Con preoccupazione le dita bianche di Kaede scivolarono sulla pelle ambrata di quel viso.
In risposta due occhi del colore del miele aprirono uno spiraglio sul mondo che li circondava.
Con fatica quel viso si girò per incontrare il proprietario di quelle dita bianche e morbide che ora lo stavano accarezzando.


Impossibili da fermare due parole scivolarono fuori dalle labbra perfette di Kaede.

“Stai bene?”

Hanamichi lo guardò, prendendosi un attimo ancora per osservarlo poi annuì.
Debolmente.
Schiuse le labbra per trovare un respiro freddo.
Inconsapevolmente vi invitò sopra il proprio cliente.
In un bacio umido e leggero.


Kaede si stese accanto a lui , liberandolo dal peso e dalla prigionia del proprio corpo sopra il suo.
Vicini senza toccarsi.
Il freddo iniziò ad aggredire la loro pelle , tentando di congelare il sudore che vi scivolava sopra.
Kaede avvertì un brivido.
Sapeva che non era suo.
Si sollevò a sedere, allungando una mano afferrò l’ orlo del pesante lenzuolo e con un solo gesto avvolse entrambi.

Sotto il piacevole tepore del cotone caldo Kaede strinse a sé Hanamichi.
Si aspettava resistenza.
Non la ebbe.

Tranquillo fra le sue braccia il ragazzo dai capelli rossi si lasciò toccare e finalmente, dopo esserselo ripromesso per tutta la sera, Kaede alzò una mano per accarezzare quei capelli.

Morbidi e setosi come li ricordava…..alcune punte leggermente bagnate per il sudore…….vi passò le dita dentro…..separando ogni filo dall’ altro …..lentamente……..avevano tempo……….si………..ancora tutta la notte……..una carezza lenta …..lui dagli occhi chiari tirò indietro quei capelli ………appena li lasciò osservò come rapidamente riuscissero a tornare a velare quegli occhi ……come a coprirli ….
..a proteggerli……..un’ altra volta…..li tirò indietro……poi li lasciò andare………..sfiorando con le punte delle dita le loro radici……
………………la pelle che proteggevano era così calda sotto i polpastrelli ……
….ancora una cascata rosso rubino davanti a quel viso……..

Accarezzare quei fili morbidi………


…quello ……..quello era il suo regalo di compleanno.

A metà di un’ altra carezza Kaede trovò improvvisamente quegli occhi nocciola aperti ……fissi su di sé……..ora le ombre della notte e la stanchezza ne velavano le espressioni………ora era difficile leggere in fondo a quell’ anima…….. e nel silenzio che non sarebbe stato rotto da altre parole Hanamichi chiuse gli occhi ancora una volta……..mentre Kaede terminava quella carezza lasciata in sospeso.

Non aveva più freddo , il suo corpo aveva smesso di tremare, il lenzuolo che Rukawa aveva usato per avvolgere entrambi e quelle carezze, quel tepore…………….sembravano fargli bene……….si lasciava a quelle mani……..non gli stavano facendo male…….erano quasi gentili……….ma a cosa poteva servire la gentilezza dopo la costrizione?………poteva sembrare falsa anche quella ………
…si……………era stanco……lui…lui non aveva mai fatto niente del genere …..con nessuno ……ed ora perché opporsi a quei tocchi?
Non doveva , aveva promesso…….e non poteva , non ne aveva la forza………e forse ……….no…ancora troppo presto per dire anche che non voleva…………


Kaede lo strinse lievemente mentre riposavano ancora.
Poi abbandonò una mano su di lui , forse solo per impedirgli di andare via , per sentire se voleva alzarsi e fermarlo o forse solo per sapere che non era solo in quel letto ………..
……che non si era sognato quello stupendo regalo di compleanno.
Forse.

Languidi minuti scivolarono su quei corpi abbandonati , la mano di Kaede si mosse, iniziò a muoversi ………lenta , in piccoli movimenti che divennero poi sempre più ampi, piccoli pezzi di pelle sfiorata ora diventavano parti intere toccate sensualmente da quelle mani.
Scivolato nel dormiveglia Hanamichi schiuse gli occhi , il suo cliente su di sé fu tutto quello che incontrò.


La bocca di Rukawa era sulla sua , prima dolcemente…….. ora quella sottile linea fra una carezza innocente ed una sensuale sembrava infranta, le labbra da gentili divennero passionali, in pochi tocchi……………il corpo ed il calore di quel ragazzo dai capelli rossi bastavano a fargli incendiare il sangue ……………..

Ormai sveglio Hanamichi si mosse sotto di lui…..cercando di capire le intenzioni di quelle mani che sentiva su di sé ……..le sentiva scendere e risalire sulla propria pelle……
….insistenti …….
…desiderose………

Kaede si piegò su di lui incurvando la schiena per scendere con la bocca su quel corpo, per sentire ancora sulla lingua il sapore di Hanamichi , per sentirlo prima di………………………….
….averlo ancora una volta…….

Si , lo voleva.
Ancora.
Ancora una volta.

Il ragazzo dai capelli rossi si tese puntando le mani sul petto del compagno.
A quel gesto di rifiuto Rukawa sollevò lo sguardo su di lui.

“….Mio tutta la notte……. avevamo detto ….no?……………ubbidisci…………”

Hanamichi spalancò i suoi occhi dorati, fermando a metà il proprio respiro.

Rukawa voleva……
….voleva……ancora……

No.
Perché?
Perché?

I battiti del suo cuore aumentarono , il respiro si fece soffocante……
….un’ altra volta ……….no…….un’ altra volta no……….
…..per favore…………no…………….

Kaede fu su di lui impedendogli ogni altro respiro spezzato, trascinandolo in un veloce gioco di mani e labbra, scendendo ad accarezzarlo, fra i tenui lamenti che sentiva da lui , fra i movimenti scomposti , troppo deboli per venir chiamati ancora resistenza ……
….
salì con le labbra umide fino ad una delle mani del suo accompagnatore , incontrò la pelle ferita dalle spine di rosa all’ inizio di quella sera, piccoli graffi profondi segnavano il palmo e le lunghe dita, lui li lecco dolcemente, uno ad uno, bagnandoli di saliva , succhiando piano, baciando……..a lungo……..lasciando gemere profondamente quel ragazzo per quelle attenzioni …………
…….ed infine si stese su Hanamichi divorando le sue labbra , entrando di nuovo in lui………….
…..con gesti lenti, ma decisi ………ora quel corpo era più accessibile …………….meno teso…………ma sempre tremante ……..
e fra i gemiti sempre più forti che diventavano grida ………………Kaede lo prese facilmente fino in fondo…………….


La pelle che si strusciava all’ incontrarsi dei loro fianchi fu l’ unico suono nel silenzio , a lungo , regolarmente.


Infine un grido soffocato e debole fece fermare i due corpi.

Hanamichi si lasciò andare tra i cuscini e le lenzuola madide…………. sfinito ….esausto……………..
…. con un solo gemito stanco rispose ai movimenti che Rukawa fece per uscire dal suo corpo…….
…..il tepore del suo piccolo rifugio di cotone contro i cuscini lo attirò…….
... girando la testa e chiudendo gli occhi Hanamichi vi si lasciò andare.


Kaede lo guardò in silenzio………l’ alba non era né lontana né vicina………..ed il tempo……inesorabile ….passava tra di loro.


Hanamichi si svegliò lentamente………sapeva di non aver dormito che un’ ora o un po’ di più………accanto a sé sentiva il suo compagno…….il suo cliente…………………
……
il suo amante.


Si sentiva stanco, spossato , indolenzito………………ed ora si sarebbe dovuto alzare per raccogliere i propri vestiti ed andare via ………
….senza salutare, senza degnare di uno sguardo il ragazzo con cui ………con cui era ……andato a letto………..
….in silenzio doveva solo andare via …………………..come una puttana……………………

Senza poter far niente, senza voler far niente lasciò che altre calde lacrime bagnassero quelle lenzuola già umide , tanto nessuno lo avrebbe visto e poi a nessuno sarebbe importato e allora continuò a piangere ….ogni lacrima bruciava sulla pelle ormai fredda e ne rimarcava il dolore.
Chiuse gli occhi e sentire le ciglia bagnate sfiorare le guance in quel piccolo movimento gli diede una grande tristezza.
Nessuno avrebbe mai visto le sue lacrime.

I suoi amici non le avrebbero credute vere.

Yukari, che aveva già così tanti problemi da sola , gli avrebbe solo detto di aspettare la felicità.


Sua madre non le avrebbe mai più viste quelle lacrime, come non poteva vedere lui oramai.
Perché le lacrime non si possono udire.

E ..e suo padre non le aveva mai viste e non le avrebbe più potute vedere , mai più.
Perché non c’ era. Da tanto.

In silenzio lui le lasciò libere quelle lacrime, a lungo.


Un istante ancora e Kaede si voltò, insolitamente sveglio da un po’ , attento ai suoni , al tremito che sentiva accanto a sé e ai respiri mancati……………nella fitta penombra incontrò un viso che quella notte aveva avuto molto vicino.

Hanamichi lo fissò un attimo , ritraendosi, nella semioscurità pensò che neanche lui , soprattutto lui, non le avrebbe viste né volute vedere le sue lacrime.

Ma Rukawa non era un suo amico , suo padre o sua madre ….vide i riflessi argentei che la luna, entrando, usava al buio per illuminare quelle lacrime silenti , vide le labbra morse a sangue per soffocare i singhiozzi e si avvicinò.
Incurante che al suo avvicinarsi l’ altro rispondesse allontanandosi lo strinse…………..
…………..l’ ultima volta in quella notte…………..
……e come un bambino che riguarda per l’ ultima volta il proprio regalo prima di rimetterlo nella scatola …………..
…così Kaede passò per l’ ultima volta…..lento ed incerto ……… le mani in quei capelli morbidi……il suo regalo………

….scendendo infine ad accarezzare quelle guance umide , portando via la scia bagnata che vi era rimasta.

Poche altre parole……Kaede le usò per chiedergli …se doveva andare via …..se voleva fare una doccia …… per dirgli che era la prima porta a sinistra ……e poi solo Kaede, in piedi …………senza vestiti……..

‘tieniti libero per le prossime sere’ aveva detto al proprio accompagnatore e senza volerlo guardare Hanamichi era andato via.


Il ragazzo dai capelli rossi era tornato a casa, era rientrato nel silenzio, aveva sospirato a voce alta per far sentire a sua madre che era lui ad essere tornato e senza il coraggio di aprire quella porta e guardarla per non iniziare a singhiozzare, si era steso per dormire qualche minuto ancora.


E Kaede rimase lì , vicino alla finestra , senza vestirsi, a guardare dentro la propria stanza e non più fuori.
Ora lì nella penombra rimanevano solo lui , i suoi pensieri , un sentimento strano ed un letto sfatto.

Continua……….


M:ç__________________ç mi sono intristita verso la fine …………
M:Vedi Ru la tua frase del cap 7 era molto equivoca…….
R: Perché cos’ ho detto?
M:Hai parlato di “regalo che ti saresti ‘fatto’ ”………….e in questo cap chi ti saresti ‘fatto’ di regalo?
H: Quando parli di queste cose ci sono io in mezzo , vero?
R: Zitto e torna a letto……………cmq x la cronaca il mio regalo erano i capelli di Hana e non quello che pensi tu…….
M:Ooooooh ora si chiamano capelli _______
H…che grida dal letto : Ma sei proprio hentaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !
M: Suvvia non strillare ora ti mando Ru così mi lasciate un po’ in pace………….

Mel chiede ancora perdono per i deliri……….(i deliri hentai n. d Hana)


PS. Annoto che quando ho scritto questo cap era la fine di marzo e quindi ho dedicato l’ intera lemon a Najka per il suo compleanno!
Auguri cara!!!!!

La mia mail è
MelKaine@hotmail.com


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