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Pr
Parte
VIII
di Mel
Gocce calde e dense color rosso porpora
si infransero al suolo , sui marciapiedi frequentati , ingombri di
persone , che rapide, prese dalla frenesia degli avvenimenti festivi,
correvano incuranti in una direzione o nell’ altra .
Appoggiato ad un muro gelido di mattoni , ad un angolo fra due strade
secondarie, Sakuragi stringeva in mano la sua rosa bianca.
La stringeva talmente forte da lasciare che le spine dello stupendo
fiore gli lacerassero la pelle sensibile delle mani , la stringeva
forte , per cercare di calmarsi , per non pensare , per non ascoltare
il proprio istinto che continuava ogni istante a ripetergli di gettare
via quel fiore, di gettarlo lontano , di gettarlo via, a terra e calpestarlo
…prima che fosse tardi ……………
………… prima che quel fiore diventasse il simbolo della sua schiavitù.
Il tempo passava lentamente , i minuti sembravano
non aver alcuna intenzione di affrettare la loro corsa in quella prima
sera dell’ anno, il vento freddo cominciava appena a levarsi.
Era tornato a casa dopo gli allenamenti , infuriato con se stesso
e con Rukawa per quella discussione inutile ….totalmente inutile ….le
sue parole non erano state ascoltate….non era riuscito a farsi ascoltare
…….non era riuscito a rendere chiaro nessun concetto ………non era riuscito
a convincere nessuno……………….forse nemmeno se stesso…………………………….
Perché continuava a chiederselo …………se lo era chiesto ed ora
se lo ripeteva ancora , senza riuscire a smettere ……….
Quello che era successo lui avrebbe potuto accettarlo
in un altro modo?
Sarebbe stato effettivamente contrario ad una relazione del genere
in qualunque modo?
E se Rukawa avesse aspettato , se si fossero frequentati
, conosciuti , se Rukawa glielo avesse chiesto dopo tempo , con altre
parole , spiegandogli che era per altri motivi ………….lontani dal possesso
e dall’ umiliazione ……………..se…..
…..se Rukawa gli avesse chiesto di fare l’ amore proprio per potergli
dimostrare quell’ amore …………
…..giurandogli che era l’ unico motivo …………
…..giurandogli che lo amava …………
Lui avrebbe rifiutato?
Si rispose di si , con rabbia.
Si accorse che stava mentendo a se stesso, spudoratamente.
La verità era che non la sapeva quella risposta.
Non la sapeva affatto.
I suoi pensieri cominciarono a vagare in un mare di se e di forse.
Un rifiuto o un assenso per quella relazione da cosa sarebbero dipesi
?
Da un’ altra situazione?
Dalla scelta di un altro luogo?
Dalla scelta di un altro momento?
Dalla scelta di un altro tempo?
Dalla scelta di altre parole?
Non lo sapeva, ma si accorse in un istante di non
essersi domandato se quell’ assenso sarebbe dipeso dalla persona ……….
Cos’ era che aveva dato per scontato?
Che quella persona potesse essere solo ……………………………………………
……Rukawa?
Kami……kami non lo sapeva …………….non lo sapeva ……perché
?Perché doveva tormentarsi così ?
Perché?
Improvvisamente una mano allungò un fazzoletto
verso di lui , tendendoglielo.
Una voce atona mormorò.
“La macchierai, quella rosa”
Senza neanche alzare lo sguardo Sakuragi lo riconobbe.
Il suo cliente.
Non lo guardò.
Alzando la testa, ma fissando lo sguardo altrove.
Come osava?
Come aveva osato richiederlo ancora ?
Dopo la loro discussione , dopo il suo rifiuto , dopo che non era
passato nemmeno un giorno dal momento in cui quel cliente si era preso
la sua …………….verginità……………………….
Come osava farsi rivedere?
Senza volersi chiedere come aveva fatto ad accorgersi
del sangue che scorreva sulle sue dita , Sakuragi si scostò
, prendendo il proprio fazzoletto, alzando finalmente il viso per
piantargli sul volto due occhi fiammeggianti d’ ira e odio.
Ma Rukawa si era già allontanato, incamminandosi.
Anche senza doversi voltare sapeva che il suo accompagnatore lo stava
seguendo ……….era arrivato molto prima di quanto l’ altro credesse
e si era fermato ad osservarlo……..da lontano ……nascosto a quello sguardo
caldo dal continuo passare della gente…….
….e così …….per quanto gli fosse difficile ammetterlo , era
rimasto a fissarlo…………..lasciando scorrere di nuovo gli occhi su quel
corpo , su quel viso , su quei capelli ……………………..kami non avrebbe
mai pensato che potessero essere così morbidi……..invece quando
li aveva avuti fra le dita ……………..erano sembrati fili di seta ……….una
seta pregiata , la migliore ……………..
……..sorridendo si era ripromesso , quella notte, di
accarezzarli più a lungo…………….
Mentre camminavano in silenzio il ragazzo dai capelli
neri ritornò con il pensiero alle parole che si erano scambiati
quel pomeriggio…….
….tsk ….proprio lui che odiava lo stesso mondo di
cui faceva parte per l’ ipocrisia di quelle persone e per la loro
falsità, non aveva fatto altro che raccontare menzogne……..una
dopo l’ altra …………….aveva detto frasi che non aveva mai neppure pensato
……parole che non ricordava di aver mai usato………………
….una sola era stata la verità……………
Quella che avrebbe continuato a richiedere quel ragazzo dai capelli
rossi come accompagnatore.
Lentamente , mentre il sangue smetteva di uscire dalle ferite della
sua mano , Sakuragi alzò lo sguardo.
Il suo cliente lo aveva condotto verso un edificio basso , un piano
, al massimo due.
Un cancello alto ne chiudeva l’ ingresso rilucendo sotto la luce dei
lampioni , all’ interno un piccolo giardino perfettamente curato si
estendeva partendo dal centro, ornato da alcune eleganti fontane di
gusto classico.
Sul perimetro del piccolo parco si aprivano vialetti ricoperti di
fine ghiaia bianca , luminosi come fiumi d’ argento sotto i raggi
di luna, in ogni angolo , a donare a loro volta luce, statue classiche
accompagnavano piccoli lumi da giardino rivestendo la propria fredda
pelle marmorea di tenui raggi appena tiepidi.
Con sicurezza Rukawa si diresse al cancello per premerne
delicatamente il campanello.
Uno scatto metallico li invitò entrambi a proseguire.
Guardandosi intorno Sakuragi affiancò il proprio
cliente sul vialetto, seguendolo fino alla pesante porta di legno
scuro, aperta sotto il portico colonnato dell’ edificio.
Oltrepassata la soglia un uomo elegantemente vestito di nero li fermò
, inchinandosi leggermente.
“I vostri nomi signori?”domandò cortesemente
Rukawa si girò verso di lui , la voce ferma
, atona.
“Prenotazione per le ore nove ,a nome Rukawa”
L’ uomo controllò una piccola serie di moduli
posati su di un elegante tavolo.
Annuendo si rivolse nuovamente ai due giovani.
“Siete in perfetto orario, signori , la stanza numero
diciassette è pronta, a vostra disposizione”
Rukawa avanzò verso l’ uomo.
“Bene, è la mia prima prenotazione ………spero soddisferete le
mie aspettative”
L’ uomo si inchinò ancora.
“Faremo del nostro meglio signore, sono certo che non ne rimarrà
deluso”
Il ragazzo dai capelli neri assentì con un
lieve cenno della testa.
L’ uomo li invitò quindi con un ampio gesto della mano.
“Vogliate seguirmi”
Si incamminarono lungo uno dei corridoi che si apriva
dal fondo dell’ ingresso , l’ uomo fece loro strada avanzando lentamente
, sotto i loro piedi i tappeti morbidi attutivano il rumore dei passi
, ai lati, sulle pareti decorate dai quadri si aprivano numerose porte
, quelle lasciate aperte permettevano di vedere al loro interno eleganti
ed ampie stanze , dominate al centro da tavoli di panno verde, tavoli
da biliardo.
“Ah ……è un club di biliardo”mormorò Sakuragi guardandosi
attorno
Rukawa si girò verso di lui, incurvando le
labbra.
“Certo , che locale pensavi che fosse?”
Arrossendo il suo accompagnatore si voltò in
un’ altra direzione.
Dopo pochi minuti l’ uomo si fermò davanti
ad una porta chiusa, sul mogano scuro un numero color oro, incastonato
perfettamente, brillava riflettendo le tenui luci delle antiche lampade
del corridoio.
La porta venne aperta e le luci accese , l’ uomo li invitò
ad entrare e si affrettò a congedarsi.
“Se avete bisogno di qualcosa io sarò a vostra
disposizione”
Rukawa assentì con un gesto della mano e chiusa la porta alle
sue spalle cercò con lo sguardo il proprio accompagnatore.
Sakuragi fece qualche passo incerto osservando l’
ambiente.
Il mobilio era elegante ed essenziale ,il centro della stanza era
interamente occupato dall’ enorme tavolo da gioco , un panno verde
ne ricopriva il piano d’ ardesia , del castagno pregiato formava l’
intelaiatura esterna, ai lati due piccoli divanetti di pelle accostati
ai muri lasciavano spazio a due tavolini bassi , rettangolari , una
pianta ben curata faceva mostra di sé in un angolo e in quello
opposto una lampada alta gettava una luce soffusa sulla penombra circostante.
Vicino al muro , all’ altezza di una mano , un portastecche in legno
attirò la sua attenzione.
Il ragazzo dai capelli rossi vi si avvicinò
,osservando ogni stecca con interesse ,il frassino rastremato con
cui erano fatte dava loro una sottile sfumatura rosata , apparentemente
potevano sembrare tutte uguali eppure parevano disposte con un certo
ordine ,erano tutte lucide e pulite , raffinatamente pronte per essere
usate.
Con un altro passo Sakuragi si portò vicino al tavolo ,senza
resistere passò una mano sulla stoffa verde , piano , per non
sporcarla, era veramente morbida , più in là su sulla
superficie un triangolo nero teneva unite in quella perfetta forma
geometrica numerose palle da biliardo ,l’ avorio con cui erano fatte
risaltava lucido e levigato ,colorato in modo differente per ogni
sfera.
Lì vicino piccolissimi birilli affiancavano altre due sfere
lasciate fuori dal triangolo , completamente bianche , lucidissime
, una delle dimensioni delle altre ed una molto più piccola.
Tutto perfettamente composto.
In lontananza si udivano , attraverso gli spessi muri
, i suoni sordi delle palle colpite su altri tavoli da altri giocatori.
Con un sospiro Sakuragi si girò incontrando
lo sguardo profondo di Rukawa.
Il ragazzo dai capelli neri sorrise maliziosamente
scostandosi dalla porta per raggiungere il tavolo , d’ istinto Sakuragi
fece un passo indietro, Rukawa, notandolo, incurvò ancora gli
angoli delle proprie labbra e appoggiandosi all’ enorme tavolo da
gioco allungò una mano per passarvela sopra ,esattamente come
aveva fatto poco prima il suo Pr.
Kaede passò la sua mano su quel panno verde
e morbido ,lentamente , lasciandovi scorrere sopra le proprie eleganti
e lunghe dita , ritraendole per poi ricominciare a toccarne la superficie
mentre fissava quel ragazzo dai capelli rossi , attentamente , passando
il suo sguardo su di lui , sul suo corpo.
Sakuragi indietreggiò ancora osservando i movimenti del proprio
cliente , quelle mani su quel tavolo …………………
Lo sguardo fisso su Sakuragi ,le mani che continuavano ad accarezzare
il tavolo privo di vita , i passi che si avvicinavano all’ altro girando
intorno a quel tavolo.
Non era il legno duro quello che Rukawa immaginava
sotto le sue dita.
Era un corpo, morbido , caldo …………………..dal colore
del bronzo fuso………….
Ritornando con i pensieri a quella notte appena passata
, accarezzando quel panno verde per fargli capire come avrebbe potuto
accarezzare……………………………………………………………………………………………………………….lui.
Hanamichi distolse lo sguardo ,senza poter impedire
che un lieve rossore salisse alle sue guance …………………..
…………..gli era chiaro il significato di quelle mani ……………sottolineato
com’ era da quello sguardo ………………
mentre gli ritornava, chiaro anch’ esso ,alla mente cosa significava
farsele passare sul corpo ……quelle mani ………
……..come fosse …………..……………..sentirle su di sé …………….sulla pelle
…….nuda.
No,no, no.
Scosse la testa impedendosi di pensare a come era stato dannatamente
piacevole farsi umiliare in quel modo.
No, non l’ avrebbe più permesso, mai più.
Se non era riuscito a rifiutarsi con le parole lo avrebbe fatto con
i gesti.
No…..quella notte appena passata non si sarebbe ripetuta.
Cercando intorno a sé qualcosa a cui interessarsi
per non pensare a quello sguardo che sentiva ancora , Sakuragi chiese.
“Cosa siamo venuti a fare qui?”
Un tono basso ,per non tradire quell’ imbarazzo che cercava di soffocare
in tutti i modi.
Rukawa si sorrise.
Era stupendo vederlo così.
Forse solo lui poteva vederlo così.
Imbarazzato……….con le guance arrossate, lo sguardo sfuggente ……………..
Come aveva potuto pensare di riuscire a dimenticare
la notte in cui , allo stesso modo , lo aveva avuto sotto di sé
?
Lo stesso innocente rossore sul viso , lo stesso sguardo
sfuggente e lucido……………….
……………solo molto più sensuale …………….
………ed eccitante…………….
Sapeva che quella notte con lui aveva perso il controllo…………………
…portatogli irrimediabilmente via da quei bicchieri bevuti con troppa
leggerezza
e da quel ragazzo ……………….
……..quando si era ritrovato quel corpo morbido sotto
le mani , addirittura più morbido e caldo dello stesso divano
sul quale erano stesi
……..ogni altro pensiero era sparito , per lasciare spazio solo ad
un desiderio urgente e totale ………………….
…un desiderio che aveva chiesto soddisfazione in una
notte d’ amore…………
Ma d’ ora in poi sarebbe stato diverso ……….l’ avrebbe
avuto senza costringerlo , senza dover perdere il controllo ……..
L’ avrebbe avuto e basta.
Avanzando ancora di un passo il ragazzo dai capelli neri costrinse
Hanamichi ad indietreggiare in quell’ angolo.
Forse quel suo ribelle accompagnatore non aveva ben
chiara una cosa.
Che se c’ è un cacciatore………………….
…..c’ è anche la preda.
E che lui , con quei capelli color del fuoco , era la preda.
Ma avrebbe avuto tempo per capirlo……oh si …..molto
tempo……………………………………….notti e notti.
Rukawa si accostò a lui , costringendolo nell’
angolo.
Con un lampo violetto negli occhi chiari gli disse.
“Ti propongo una sfida”
Sakuragi alzò uno sguardo stupito su di lui.
Una ……. ……..una sfida?
I suoi occhi si accesero di luce incontrando lo sguardo
profondo del proprio cliente.
“Una sfida?”ripeté Hanamichi
Rukawa si allontanò di scatto , dirigendosi
verso il tavolo , posandovi sopra le mani.
“Si , una sfida ….io e te ….e la posta in gioco sarà
molto alta”
Sakuragi avanzò di un passo , con decisione.
“Avanti , di cosa si tratta ?”chiese
Rukawa incurvò gli angoli delle labbra.
“Ti interessa?Non credevo…….”
Sakuragi lo guardò fieramente.
“Non mi ricordo di essermi mai tirato indietro….mai”
“Accetti allora?”chiese quel ragazzo dagli occhi azzurri che ora di
volpe non aveva solo lo sguardo
“Certo……vedrai ti straccerò”sibilò Sakuragi
Rukawa sorrise sommessamente.
“Hn……bene…..veniamo alle condizioni……..ti avevo avvertito
…la posta sarà molto alta……………”
Sakuragi lo fissò , in attesa.
Rukawa era sicuro di avere tutta la sua attenzione.
“Se vincerai io non ti richiederò più come accompagnatore………….mai
più………potrai dimenticarti di me …….e tutto tornerà come
prima ………….chiaro?”
Hanamichi annuì soddisfatto.
Era una condizione interessante.
Ma se avesse perso?
“Continua……mi interessa”mormorò
Kaede si accostò a lui , scivolandogli accanto.
“Ma se perderai……………………….sarai mio………per tutta la notte”
Quel ragazzo dai capelli neri osservò come il respiro del suo
compagno si fosse fermato.
Si avvicinò ancora di più a lui.
Per rendere più chiare quelle parole.
“Farai tutto ciò che ti chiederò …………..senza discutere………….e
senza graffiarmi……………..tutta la notte…..ubbidirai a me……..
……..se perderai mi pagherai con una notte nel mio letto……………………………………”gli
mormorò all’ orecchio
Hanamichi sgranò gli occhi , lasciando che le mani lungo i
suoi fianchi tremassero leggermente.
Non era possibile.
Non poteva chiedergli una cosa del genere.
Una notte……………..nel suo letto?
No.
No.
NO.
Rukawa si allontanò da lui , osservandolo.
Passarono alcuni minuti di silenzio.
Tesi e sofferenti.
“Vuoi tirarti indietro?”chiese freddo il ragazzo dagli
occhi azzurri
Sakuragi evitò il suo sguardo.
Non sapeva cosa fare.
Accettare e vincere voleva dire liberarsi per sempre di quel problema
, continuare a vivere tranquillamente , poter dimenticare tutto.
Accettare e perdere voleva dire concedersi, lasciargli completo e
totale controllo sul proprio corpo, sapendo bene cosa sarebbe successo
in quel letto……………………………..per tutta la notte.
Non sapeva cosa fare.
Cosa doveva fare?
Rukawa attese pazientemente.
Sapeva che quella scelta non era facile.
Lo sapeva perfettamente.
Dopo qualche istante Sakuragi chiese.
“Di che tipo di sfida si tratta?”
Kaede indicò il tavolo.
“Una partita a biliardo”
Hanamichi alzò di scatto il viso.
“No, non accetto……..io non ho mai giocato in tutta
la mia vita………non avrei alcuna speranza”disse parlando velocemente
Rukawa sorrise divertito.
“Siamo in due do’ hao ………….contrariamente a quanto
credi nemmeno io ho mai giocato in tutta la mia vita ………non ho mai
frequentato posti del genere ed è la prima volta che ci vengo”
Sakuragi soppesò quelle parole.
Si ricordò della frase detta da lui all’ ingresso………………
…………. ‘è la mia prima prenotazione…spero soddisferete le mie
aspettative ’ ……….
………………non poteva essere una menzogna detta per farsi poi credere da
lui …..l’ uomo all’ ingresso lo avrebbe smentito….
…poteva essere la verità……..
..eppure……..avrebbe rischiato troppo ugualmente……..
Rukawa gli girò le spalle, intuendo il suo
pensare, dirigendosi dall’ altro lato della stanza.
“Dovresti apprezzare la mia generosità invece
di chiederti se sto mentendo o meno …………avrei potuto sfidarti a basket…………lì
si che non avresti avuto speranze…………..”
Sakuragi attraversò la stanza in un attimo colpendolo con un
pugno.
“Ah si?E che gentilezza potrei mai trovare in un cliente che mi trascina
nella sua casa per potermi violentare?”sibilò Hanamichi a denti
stretti
Rukawa si asciugò un rivolo di sangue che scendeva dal suo
mento , lo sguardo duro , gelido.
“Non mi sembrava che ti fosse dispiaciuto così
tanto mentre gridavi il mio nome e allargavi le gambe per farti toccare
da me”
Sakuragi lo colpì ancora una volta.
Silenzio.
Rukawa si pulì il mento con un fazzoletto.
“Allora accetti o preferisci tirarti indietro?Decidi……..o
hai troppa paura per farlo?” chiese incurante
Sakuragi lo fissò negli occhi senza distogliere lo sguardo
da lui , nemmeno un istante, mentre con voce bassa decideva.
“Io non ho paura di te e te lo dimostrerò ……..e
quando perderai vedi di mantenere la tua parola”
Rukawa sorrise ironico.
“Anche tu vedi di mantenerla”
Dirigendosi al portastecche il ragazzo dai capelli
neri si lasciò andare ad un sorriso di soddisfazione.
Prese due stecche Rukawa tornò dal proprio Pr e gliene porse
una.
Con uno sguardo di sfida Sakuragi lo allontanò scegliendosi
da solo la propria stecca e posizionandosi di fronte al proprio avversario.
Nel silenzio la voce di Rukawa si levò.
“Cosa sai di questo gioco?”chiese
Sakuragi lo guardò.
“Quasi niente …….che le palle devono finire in buca ……che dobbiamo
colpirle con le stecche ……”
Silenzio.
“Bene ……allora togliamo tutto quello che non ci serve
…….”
Il ragazzo moro prese in mano i piccoli birilli ,
la pallina più piccola e il triangolo nero appoggiandoli poco
più in là su uno dei tavolini bassi.
Sakuragi si sistemò al lato opposto del tavolo e guardò
le palle perfettamente ferme rimaste sull’ altro , aspettando il proprio
avversario.
Rukawa tornò da lui, prese la palla bianca
, la posizionò sul tavolo in corrispondenza ad un piccolo segno
nero e circolare ed invitò il proprio accompagnatore a cominciare.
“Bene ….io prendo le palle interamente colorate ,
tu quelle mezze bianche *…………il primo che riesce a mandare le sue
in buca ha vinto …………………………….chiaro? Inizia tu ”
Sakuragi distolse lo sguardo da lui concentrando la
propria attenzione sulla lucida palla bianca davanti a sé.
Si chinò in avanti posizionandosi per colpirla , appoggiando
la stecca tra l’ indice ed il medio.**
Con un rumore sordo la palla colpita schizzò a far disperdere
le altre in varie direzioni.
Nessuna entrò in buca.
Il turno passò a Rukawa.
Il ragazzo moro si chinò a sua volta per raggiungere la palla
bianca e la colpì di striscio mandandola a sbattere contro
il bordo del tavolo senza incontrarne altre.
Sakuragi lo guardò un istante.
Non sembrava affatto saper giocare.
Ma era comunque difficile per lui credere che il suo avversario si
fosse lanciato in una sfida così incerta.
La posta in gioco era veramente alta.
Poteva pensare che stesse fingendo apposta , che effettivamente non
fosse mai venuto in quel locale, ma che ne avesse frequentati altri.
In fin dei conti quello non era sicuramente l’ unico club di biliardo
della città.
Oppure poteva pensare che, pur volendosi liberare
di lui ,Rukawa avesse deciso di guadagnarci qualcosa in entrambi i
casi.
Se perdeva poteva sempre liberarsi di un accompagnatore scomodo, se
vinceva poteva ottenere qualcos’ altro.
Oramai era inutile pensarci , la sfida era stata accettata.
Tornando al proprio posto Sakuragi si preparò
a colpire ,passando del gesso sulla punta di cuoio della propria stecca.
La palla bianca vagò incerta fra le altre trascinando vicino
ad una buca laterale una palla mezza bianca ed una di colore blu,
fino a fermarsi poco distante da entrambe.
Rukawa girò intorno al tavolo per raggiungere
la posizione migliore per tirare.
Con una lieve spinta infilò in buca la propria palla blu.
Il rumore della sfera d’ avorio che scendeva dentro
il tavolo attenuò il gelido silenzio che si era creato.
Sakuragi strinse con rabbia la propria stecca imponendosi di raggiungere
il pareggio.
Con una spinta imprecisa anche una delle palle mezze
bianche scivolò nella stessa buca.
Il ragazzo dai capelli rossi si sorrise soddisfatto.
Il tempo scivolava via , un elegante orologio da tavolo
ne scandiva il trascorrere , osservando i due corpi impegnati in una
sorta di danza intorno a quel tavolo.
Movimenti lenti, imprecisi, ma lenti.
Inespertamente ognuno di loro cercava la posizione migliore per tirare.
Quattro a cinque..
Hanamichi cercò di recuperare lo svantaggio,
inutilmente.
Rukawa colpì a vuoto , una volta.
Alla seconda avvicinò una delle palle di Hanamichi alla buca.
Il turno passò a Sakuragi.
Doveva impegnarsi.
Poteva farcela.
Ma se voleva ritrovare la libertà doveva impegnarsi.
Se avesse vinto si sarebbe liberato di quel problema.
Avrebbe potuto mantenere la propria dignità , il proprio orgoglio.
Avrebbe potuto dimenticare tutto quello che era successo e preoccuparsi
solo di poter trovare un po’ di felicità.
Forse nel basket.
La palla bianca prese la sua traiettoria e lenta, ma impossibile da
fermare, spinse in buca una palla interamente colorata di verde.
Rukawa alzò lo sguardo sul proprio Pr.
Sakuragi gli aveva regalato un punto.
Un punto prezioso.
“Grazie” mormorò ironico
Hanamichi strinse i denti.
Non era ancora finita.
Anche se al suo avversario mancava solo una buca per vincere non era
ancora finita.
Rukawa finì il suo turno senza riuscire a colpire niente.
Sakuragi si accostò a lui , dimentico della sua presenza ,
concentrato su quel gioco che valeva la sua libertà.
Kaede lo osservò accanto a sé , senza scostarsi.
Gli occhi caldi ,ora più scuri, seguivano con
attenzione la disposizione delle sfere sul tavolo ……….
………i capelli …ribelli e capricciosi …gli ricadevano continuamente
sul viso …..come a volerlo accarezzare con le loro
ciocche rosse e morbide………………………….
…..solo un altro po’ …….
….avrebbe dovuto aspettare solo un altro po’ …….
…per poter riavere quei fili tra le dita …..
…per poter riavere quel corpo dal calore così invitante………..
Hanamichi si tirò su sospirando a labbra socchiuse
per aver sbagliato ancora.
E Rukawa si chiese perché aspettare………………………
Tirandolo a sé , passandogli una mano dietro la nuca , fra
quei capelli , il ragazzo dagli occhi azzurri gli chiuse quella bocca
morbida con la propria, stringendolo a sé.
Hanamichi in un attimo tentò di liberarsi ,
di sfuggirgli , ma Rukawa lo tenne fermo contro il tavolo , continuando
ad accarezzare quelle labbra con le proprie finché, con un
ansito, il ragazzo dai capelli rossi non fu costretto ad aprirle per
trovare respiro.
Kaede lo strinse ancora contro il proprio corpo scivolando con la
lingua nella sua bocca alla ricerca di un contatto più intimo,
una carezza ben più sensuale mentre lo spingeva contro il tavolo
per impedirgli di allontanarsi , mentre lo spingeva su quel tavolo
con le mani.
Hanamichi sentì le dita di Rukawa salirgli sul corpo ormai
disteso su quella metà di tavolo libera , passando sulla stoffa
leggera , alla vana ricerca di pelle scoperta per poi fermarsi a serrargli
i polsi delle braccia stese in alto , immobilizzandolo con il proprio
corpo, i fianchi fra le sue gambe.
Hanamichi strinse gli occhi, costretto ad accettare i movimenti di
quella bocca sulla sua , calda e umida, la stessa che la notte appena
passata lo aveva stordito con il suo calore, il suo sapore.
Rukawa affondò cercandolo ancora poi, uscendo a leccargli le
labbra gonfie, si rialzò.
Sakuragi si scostò, allontanandosi immediatamente.
Lo sguardo lucido pieno d’ ira.
Rukawa sorrise.
Quegli occhi sembravano davvero chiedere un perché.
“Ho deciso di prendermi un piccolo anticipo”mormorò lui dai
capelli neri
Hanamichi strinse i pugni.
Come osava ?
Come osava trattarlo così ?
No.
Non gli avrebbe permesso di fare quello che voleva.
Avrebbe vinto e se ne sarebbe andato ,per sempre, dimenticandolo,
per sempre.
Sakuragi raccolse la stecca attendendo il proprio
turno.
“Non hai ancora vinto” sussurrò
Scorrendo fluida la palla bianca e lucida attraversò
il tavolo coperto di morbido panno verde , senza incontrare ostacoli
, arrivando a sfiorare di lato una palla rossa che lenta e imprecisa
entrò in buca scivolandovi dentro.
Il rumore della sfera che raggiungeva le altre sotto
al tavolo si mescolò agli ansiti increduli del ragazzo dai
capelli rossi.
Aveva perso.
Ed ora…….
…ed ora …….avrebbe dovuto ……………pagare la scommessa …………………….che aveva
perso.
Nel silenzio Rukawa lasciò la propria stecca sul tavolo, girandosi
per incontrare gli occhi del suo accompagnatore.
Immobile Sakuragi abbassò lo sguardo, senza più la forza
di alzarlo.
Aveva perso.
Non si permise di tremare, sapeva di aver rischiato
………d’ altra parte se non avesse accettato non sarebbe lo stesso cambiato
niente……eppure ora aveva promesso………………………………….
…se prima avrebbe potuto rifiutare , opporsi , fare resistenza all’
idea di tornare in quella casa…….in quella stanza …………….
……………….su quel letto …………………………………….
ora……………ora no………………ora
doveva ubbidire….
doveva fare tutto quello che gli sarebbe stato chiesto….
senza discutere….
senza opporsi …..
…per tutta la notte…………..non una o due ore………………………….tutta
la notte……………………
kami ………….
‘tutta la notte ’
Cosa gli avrebbe fatto?
Rukawa si avvicinò a lui , camminando lentamente.
Senza accorgersene ,perso nei suoi pensieri , Hanamichi se lo ritrovò
accanto ed indietreggiò di scatto.
Kaede lo avvicinò ancora finché, senza
più spazio, Sakuragi si ritrovò fra il suo cliente ed
un angolo.
Non si permise di tremare , ma era così difficile……….così
difficile ………..
……….nascose le mani dietro la schiena stringendole …..mentre sentiva
le lacrime salire ai suoi occhi pungendoli dolorosamente…….
…no………..no ,perché?……………….non voleva……………….
NON VOLEVA.
Vicinissimo a lui Kaede lo osservò ………quel
ragazzo dai capelli rossi poteva anche nascondere il tremore delle
mani, ma non aveva potuto fare niente per quello delle labbra……………
e i suoi occhi lucidi parlavano per lui …………………………
……..Kaede sentì dolore……………..
….faceva male vederlo così………
Si accostò a lui , sfiorandogli il viso con un respiro caldo
e gentile e delicatamente lo baciò, lambendogli le labbra in
una carezza morbida e rassicurante, senza cercare di forzarle , senza
altro desiderio se non quello di sfiorarle piano.
Hanamichi riaprì lentamente gli occhi che aveva
stretto nel momento in cui lo aveva visto avvicinare i loro volti
, lo guardò senza capire.
Costretto in quell’ angolo , senza vie d’ uscita ,
aveva pensato che Rukawa volesse …………..
………lì …………..e subito………………………...la porta era chiusa e poi quei
divanetti dietro di loro ……………….
In silenzio Kaede si allontanò , girandosi.
“Andiamo – mormorò piano –……….devi pagarmi”
Continua……………………..
*Ru si riferisce alle piene e alle mezze piene , ma
non conoscendo il gioco non lo può dire n.d M
** Ora la posizione di Hana potrebbe essere sbagliata
e dimostrare quanto in effetti lui non sappia giocare, anche riguardo
al numero di palle sul tavolo dovrebbero essere più o meno
14 non contando la nera e la bianca quindi sette e sette , in realtà
esistono moltissimi modi di giocare a biliardo e tutti diversi per
punti e numero di palle usate quindi per non perdermi tra i meandri
della fantastica vita da giocatrice di biliardo (ho fatto si e no
tre partite in tutta la mia vita) premetto che ho reso le cose facili
sia ad Hana che a Ru che a me.
^_______________________^
M: ^_________________________________________^ Te
l’ avevo detto di fare attenzione o sbaglio?
H: Senti non ti ci mettere anche tu ç_______________ç
R: Hana vieni mi devi pagare
H: Un attimo arrivooooooooç____________________________ç
R: Senti tu che intenzioni hai …pensi che non abbia capito il tuo
modo di scrivere …………parli di biliardo ……di palle che entrano in buca
………sei veramente hentai!!!!!!
M: Ma …ma …ma come ti permetti e secondo te a che gioco dovevo farvi
sfidare?????????????Con le carte di UNO???????
H: Beh poteva starci …ma così lui non poteva sbattermi sul
tavolo ^////////^
R: Do’ hao ricordati che Uno spesso e volentieri si gioca per terra
…….in camera……o sul tappeto ……
H:Ok afferrato il concetto!!!!!!!!!!!!!!!! La cosa poteva degenerare
di più con UNO !!!!!! Ho capito!!!!
Mel vi saluta scusandosi per i continui deliri professionali
e non.
Grazie ,
Mel
La mia mail è
MelKaine@hotmail.com
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