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Pr
Parte
VI
di Mel
Il
ragazzo dai capelli neri sbatté leggermente le palpebre , un
attimo dopo si alzò a sedere ….passandosi una mano sulla fronte
e spostandosi una ciocca nera dal viso si decise ad aprire gli occhi.
La penombra rivelava la sua stanza , lo stesso spettacolo di ogni
mattina eppure si sentiva stranamente stordito e stanco.
Si mosse , riuscendo a liberarsi dal groviglio di lenzuola ……il suo
letto era un disastro ….prese le lenzuola ,rabbrividendo per il prolungato
contatto della sua pelle nuda con l’ aria gelida del mattino e le
tirò tutte verso il fondo deciso a riordinarle per coprircisi
nuovamente.
Le sue mani si fermarono di scatto, insieme al suo respiro e al battito
del suo cuore.
I suoi occhi si fissarono su alcune macchie scure davanti a sé…………………porpora
scuro sul bianco latte del lenzuolo ……..
…sangue………….
..due macchie grandi e irregolari …..un’ altra più in basso
…….
Kaede non ebbe
bisogno di guardarsi per capire che quel sangue non era suo.
Rimasto immobile sul letto scoperto si coprì il viso con le
mani mentre, veloci, tutti i ricordi della notte precedente si presentarono
in fila alla sua memoria.
Sakuragi prese il borsone chiudendosi la porta alle spalle.
Si dirigeva in palestra , nemmeno il primo dell’ anno il capitano
li aveva esentati dagli allenamenti.
Perso nei pensieri urtò uno o due passanti , procedendo lentamente
…………..
…ad ogni passo avvertiva un lieve dolore ……sentiva il proprio corpo
indolenzito e stanco …………si chiese come avrebbe fatto a giocare decentemente
………si chiese cosa stava succedendo ……….si chiese ancora perché………….
…quella notte
lui………….
*********
Si era svegliato
lentamente ritrovandosi davanti lo stesso soffitto incolore che per
ultimo aveva visto ,probabilmente non era passata neanche un’ ora
dal momento in cui aveva chiuso gli occhi.
Avvertendo un peso su di sé aveva distolto lo sguardo abbassandolo
e nella semioscurità aveva incontrato il corpo disteso di Rukawa
,un braccio allungato sul suo torace ……. ne sentiva distintamente
il respiro …..lento , regolare…………..
Immobile un istante si era passato una mano sugli occhi con un sospiro
silenzioso ……………
….cosa avevano fatto…….?
…cos’ era stato costretto a fare…..?
Rukawa.
Un ragazzo come lui.
Il suo nemico.
Il suo……il suo cliente.
Sakuragi provò l’ impulso improvviso di spingerlo lontano da
sé , di allontanarlo con tutte le sue forze, ma non poteva
, l’ avrebbe svegliato….avrebbe dovuto affrontarlo , sentire ancora
su di sé quello sguardo profondo , sentire ancora la sua voce
…………no…
….no …non ce l’ avrebbe fatta ……..non avrebbe potuto ……………..
……doveva solo….voleva solo andare via in silenzio……….
Trattenne il fiato,
sollevando quel braccio che lo bloccava , scostandosi di lato riuscì
ad alzarsi con un ansito , avvertendo una fitta lungo il corpo , raccolse
i propri abiti sparsi sul pavimento e si vestì velocemente,
osservando quella stanza in cui era stato trascinato , quella stanza
che mentre veniva baciato con foga non aveva potuto guardare.
Una moquette morbida e scura ricopriva interamente il pavimento perdendosi
negli angoli ……la poteva sentire sotto i piedi
nudi ……..coni d’ oscurità salivano vicino alle pesanti tende
che ornavano un’ immensa finestra divisa in riquadri ampi e uguali
, da essa entrava tutta la luce che permetteva la penombra……riverbero
dei neon dei lampioni e delle luci delle strade vicine………….
…un piccolo divanetto rivestito di morbida pelle oscurava con la sua
ombra la parte inferiore della finestra davanti alla quale si trovava,
mentre alla sua sinistra due librerie si lasciavano riconoscere dalla
loro forma allungata ed elegante ……..poco più in là
una scrivania e due sedie , delle mensole e oggetti dei quali non
si distingueva che la sagoma scura, sul muro delle cornici che rilucevano
alla luce della luna.
In mezzo alla stanza il letto grande dove , fra le lenzuola candide
, ‘lui’ riposava.
E vederlo così
…distante e freddo ……quella pelle liscia che prima bruciava ora dall’
apparenza gelida ……..
…era quasi …………
…soffocante.
Sakuragi si girò
allontanandosi disperatamente da quella stanza , scese al buio quelle
scale sulle quali era stato trascinato e raccolse la cravatta e il
soprabito lasciati in salotto e nel corridoio.
Attratto un istante dal segnale luminoso di una sveglia che segnava
le 2:17 si coprì e lentamente uscì chiudendosi quella
porta alle spalle.
Corse.
Corse a perdifiato verso casa sua , incurante del dolore e della stanchezza
, attraversò alcuni quartieri tra gli ubriachi che uscivano
da quella notte di festeggiamenti e le luci colorate che brillavano
ovunque , le risate e la musica che si sentivano ancora per le strade
, tra il rumore del traffico che sfrecciava veloce nelle strade sgombre
lungo una città fatta solo di luci che si sfocava nelle sue
iridi nuovamente bagnate da altre gocce calde mentre il vento , freddo
sul viso, tentava di congelarle per lasciarle su quel bel volto a
monito per altri giorni, mentre disperato e solo correva per fuggire
, la prima volta in tutta la sua vita.
Era rientrato
in silenzio passando dall’ ingresso , trovando accese solo le luci
esterne , aveva aperto con discrezione il portone e mentre raggiungeva
in fretta il suo piccolo monolocale notò una piccola luce rossa
e soffusa brillare nella sala bar.
Il ragazzo si affacciò, appoggiando una mano sullo stipite
ed i suoi occhi , ormai abituati alla penombra , scorsero una figura
femminile seduta ad un piccolo tavolino al centro della stanza buia
e vuota , una sigaretta in mano , un bicchiere davanti.
“ Sei rientrato tardi stasera, il tuo cliente ti ha trattenuto?Avete
festeggiato l’ anno nuovo?”
Hanamichi si fece avanti , lentamente , sospirando.
“Yukari ….”mormorò
“Vieni qui dai ……siediti” lo invitò lei con un gesto elegante
della mano sottile.
Lui si sedé
, distendendo i nervi.
Appoggiando un gomito sul tavolo ed una mano al mento guardò
le volute ombrose di fumo salire verso l’ alto e perdersi nel nero
dell’ oscurità , inseguendo i coni di grigia ombra del soffitto.
“Dovresti smettere ,lo sai?” disse Hanamichi, stancamente.
La giovane donna
rise sommessa.
“Una donna bella come te non dovrebbe avvelenarsi con una sigaretta…..”
insisté lui
“Grazie del complimento”rispose
lei senza aggiungere altro
Il silenzio scese
tra loro , pesante come l’ aria di quella stanza , dall’ apparenza
ancora più greve, donatagli da tutte quelle ombre che si allungavano
sinuose negli angoli.
Hanamichi osservò
distrattamente il bicchiere davanti a sé ……..sicuramente pieno
solo d’ acqua …….la giovane donna non beveva mai, soltanto quando
lavorava , costretta a farlo per circostanza.
Lei prese quel
bicchiere e bevve un sorso , posandolo nuovamente sospirò.
“……sono stanca….”
Lo guardò.
“E tu?”chiese
Hanamichi chiuse
gli occhi, annuendo.
“Si , anch’ io……
– poi aggiunse in un soffio – …….di tutto…”
Lei lo guardò
seriamente appoggiando gli avambracci al tavolo , portandosi le mani
sotto il mento , scrutando quegli occhi ora aperti.
“…..dimmi …cos’
è che non va , piccolo?”
Hanamichi rise
lievemente coprendosi il viso con le mani.
“…piccolo...”ripeté
ironico
…dopo quella notte
non ancora finita ……dopo tutto il resto ……non lo era più piccolo…..
Il buio nascondeva i suoi occhi rossi e le sue guance ancora umide
, celando anche le lacrime che stavano per cadervi di nuovo.
“Sei solo un ragazzo
nonostante il tuo aspetto e la triste maturità dei tuoi occhi
……….
…..dovresti essere felice , lo sai vero?”
Lui la guardò tristemente.
“Avrei preferito
non saperlo………almeno avrei evitato le ore passate a chiedermi perché
a me , cosa ho fatto io …..perché …..perché non posso
essere …………. – si coprì ancora gli occhi con la mano e finì
in un sussurro – ……………………………felice?”
“Hanamichi……”
“Yukari ti prego dimmi perché dev’ essere sempre così
……….appena…appena credo di aver trovato la soluzione ad un problema
subito ne compare un altro ………ancora più grande …..io…io non
posso andare avanti così ………….non riesco a venirne fuori ….non
sono in grado ………ma non posso nemmeno lasciarmi andare ….io …..non
ce la faccio …………….
……..cosa posso fare?”
Lei sospirò.
“Ascoltami piccolo , tutti abbiamo il diritto di essere felici eppure
sono molti quelli che non ci riescono , forse non dipende dalla loro
volontà o forse più semplicemente non fanno niente per
migliorare la loro situazione …….…ma tu …..tu sei diverso da loro
……..
….sei unico……………………..possiedi una forza ,un coraggio che io invidio
così tanto ……hai trovato il modo di andare avanti nonostante
tutto ………….hai fatto un ottimo lavoro………………e sono sicura che quando
sarà il momento sarai felice ……
….vedrai…..lo sentirai quel momento ………………….e quando accadrà
voglio che tu venga a dirmelo , d’ accordo?”
Yukari sorrise con dolcezza e lui le rispose timidamente.
“D’ accordo”
“Così ti
potrò dire che avevo ragione”mormorò lei
Hanamichi rise.
“Quando verrò a dirtelo però tu mi prometterai di smettere
di fumare” sussurrò poi lasciando che una piccola luce di sfida
si accendesse nei suoi occhi
“Oh …non vale……così
non ho speranze…………e va bene……….d’ accordo piccolo ……...te lo prometto”
Risero insieme.
Piano.
Permettendo solo ai muri di quella grande stanza di sentirli.
“Ti ringrazio
, Yukari”sussurrò infine lui
La giovane donna sorrise ancora una volta poi, lasciata la sigaretta
nel posacenere, si alzò con lui.
Si separarono
nello stretto e lungo corridoio.
“Buonanotte”
Lei si avvicinò al ragazzo , gli passò una mano fra
i capelli accarezzandolo mentre lui chiudeva gli occhi.
“Buonanotte piccolo”
Sakuragi aprì
la porta del proprio appartamento girando con attenzione la chiave
, senza fare rumore , entrato lasciò la giacca e la cravatta
sul piccolo divano e si diresse lentamente nella camera di sua madre.
Schiuse piano la porta e si affacciò.
Lei riposava tranquilla nel letto , Hanamichi fece per andarsene quando
una voce bassa, ma perfettamente sveglia, lo richiamò.
“Hana sei tornato?”
Il ragazzo dai capelli rossi entrò nella stanza avvicinandosi
al letto.
“Si, sono rientrato ora , come ti senti mamma?”
La donna stesa nel piccolo letto bianco sorrise lievemente ,la testa
posata sul cuscino , i capelli lunghi legati in una coda bassa che
le accarezzava il collo scendendo fino al petto, le coperte pesanti
leggermente abbassate, gli occhi chiusi.
Hanamichi si avvicinò
ancora , con premura la coprì tirandole su le coperte e alla
luce flebile di una lampada da comodino si sedé accanto a lei
su una sedia.
“Grazie tesoro ……… sei stato fuori fino a tardi oggi”
“Lo so ….ma non
devi aspettarmi sveglia …….devi riposarti”
“Non ti preoccupare……sono
pur sempre una madre…..non posso riposare sapendoti fuori fino a quest’
ora”
“Mamma………”
“Allora…….. ti
sei divertito?”
Hanamichi chiuse
gli occhi.
Per lei lui era
uscito a festeggiare con Yohei e gli altri.
“Si… – rispose sforzandosi di trovare almeno un vago tono di allegria
– ………….molto , sono stato ad una festa bellissima ….non pensavo che
ne organizzassero di così belle……..abbiamo chiacchierato ,
ho incontrato delle vecchie conoscenze ……… –
i veri ricordi di quella notte lo assalirono , lui si sforzò
ancora di parlare allegramente mentre una lacrima finalmente riusciva
a scendere sul suo viso , ma lui proseguì incurante , sapeva
che sua madre non l’ avrebbe vista , come tutto il resto ormai –
……..e …..e poi sai …c’ erano anche quelli della squadra che si sono
uniti a noi e poi ….abbiamo aspettato la mezzanotte ……
e ……ho anche ballato , sai?”
Altre lacrime,
silenziose.
Non un singhiozzo.
La donna rise
piano.
“Mi fa piacere
…ne sono contenta Hana……………….devi divertirti , sei un ragazzo …non
preoccuparti sempre di tutto …io sono una donna forte lo sai , voglio
che tu ti diverta come tutti gli altri ragazzi , a patto di comportarti
bene , capito?”
“Certo…cosa credi….io
sono un tensai …non lo dimenticare ….”rispose lui asciugandosi gli
occhi
“Si…lo so , me
lo ripeti ogni giorno …… ed ora tensai vai a dormire , domani mattina
non hai scuola , vero?”
“Ho solo gli allenamenti
nel primo pomeriggio”
“Va bene ….allora
vai a dormire … su …altrimenti non centrerai un canestro”
Hanamichi rise
poi abbracciò la donna , stringendola piano come se avesse
paura di spezzare quel corpo fragile adagiato sulle lenzuola , cercando
di ignorare quegli occhi chiusi , sempre chiusi ………………dannatamente
chiusi……per sempre.
“Buonanotte tesoro” disse lei
“..notte – rispose
lui aprendo la porta – ……se ti serve qualcosa io sono di là
, chiamami , capito?”
La donna annuì
sorridendo e Hanamichi si distese sul divano dell’ altra stanza ,
senza spogliarsi ………… senza volerlo fare per la seconda volta in quella
notte ………per non ricordare …………
……semplicemente si distese su quel divano che da tempo ormai era diventato
il suo letto.
*********
Continua………
ç_______________________ç
Povero Hana……….
H:Vedi di farmi diventare felice al più presto…….
M:Non mi istigare ………*_____* conosco tanti modi per far diventare
felice …il tuo corpo…..*_______________*
H:Ehmmmmm…io intendevo qualcosa di più platonico……..epicureo
al massimo …..no….Ru che ci fai qui…..no Ru….no….non c’ è un
letto libero di là ……e nemmeno qui…..ma c’ è mia madre
……no stai fermo…..che significa ‘tanto non ci vede’ che bastardo che
sei……no…questo è un muro….no…questo è il pavimento…….no…..questi
sono i miei pantaloni…….nooo…Ru!!!!!!!!!!!!!!
M:Mi scuso qui
per la lemon quasi in diretta nelle noticine …….(Mel si inchina rispettosamente)
(_ _)
Era perché non adoro mai troppo le cose tristi……….^______^
Un bacio
Mel
La mia mail è
MelKaine@hotmail.com
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