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PR
parte II
Di Mel
La
musica aleggiava leggera nella sala immensa, ma il penetrante suono degli
archi risuonava in ogni angolo, in uno di questi Kaede , un bicchiere in
mano ,osservava ogni movimento del suo accompagnatore, erano rimasti soli,
in disparte, suo padre si era allontanato con la donna insieme ad alcuni
conoscenti e lui ,nonostante la propria inespressività, si divertiva
immensamente tenendo il suo sguardo fisso su Sakuragi .
Avrebbe potuto osservare il suo comportamento.
Prima, mentre ancora stava stringendo la sua mano, Kaede non era ancora
riuscito a convincersi di come proprio lui, proprio un ragazzo come lui………
sbadato, confusionario ,impulsivo potesse fare un lavoro del genere, un
lavoro nel quale risultavano necessarie l’ eleganza e la raffinatezza.
Quando si erano scorti da lontano , quando si era avvicinato e aveva teso
una mano verso di lui, presentandosi come se fosse stata la prima volta che
si incontravano, Kaede aveva visto passare nei suoi occhi tante di quelle
sensazioni da stupirsi di poterle leggere tutte così chiaramente…le aveva
scorte ….sconcerto, sorpresa,imbarazzo, diffidenza……in un solo istante
….una dopo l’ altra….
…era
incredibile come quegli occhi fossero lo specchio di quell’ animo………
….quegli occhi così belli e caldi……….
…quel
viso regolare e quel corpo perfetto…scolpito……………
Velocemente si era rifiutato altri simili pensieri.
Poi
lo aveva avuto accanto a sé all’ ingresso , aveva potuto guardarlo bene…..lo
incontrò nei suoi occhi e quando lo fissò insistentemente, osservando con
quale candore la sua pelle abbronzata arrossiva sotto quell’ esame, si
chiese seriamente come poteva un ragazzo come lui , semplice e sincero,
capace di dimostrare solo quello che provava e di dire solo quello che
pensava, ingenuo e spontaneo come aveva capito che era dopo tutto il tempo
passato insieme nella squadra e dopo averlo apprezzato per queste sue
qualità così rare , proprio lui, tra tutti , scegliere di lavorare in un
mondo così diverso da sé, così falso e adulterato, nel quale era richiesto
solo di mentire e mentire per sembrare ciò che non si era agli occhi degli
altri.
Fissandolo ancora, cercando i suoi occhi , si era chiesto.
<Non avrai osato
troppo , do’hao?>
Il
tempo scorreva lento e tranquillo , entrati nella grande sala erano stati
accolti dagli sguardi apparentemente incuranti dell’ alta società, le voci
si mescolavano tutte in un soffuso sottofondo accompagnato dalle note dell’
orchestra , le maniere curate di quelle persone, la loro ‘nobile’ lentezza
nell’ intraprendere discorsi futili e retorici, l’ uso di parole ricercate e
termini raffinati, mentre nei loro occhi non si leggeva niente di quello che
realmente pensavano , appannati com’ erano dal desiderio di sembrare ciò
che non erano affatto.
Profondamente disgustato da tutto ciò Kaede attraversò in lunghi passi
eleganti l’ intero salone, lo sguardo fisso davanti a sé , glaciale ed
impenetrabile , fiero specchio di una soggettività che non doveva
assolutamente venir scambiata per vanità.
Alcuni si girarono a guardarlo ignorando chi fosse quel giovane così
affascinante, altri lo conoscevano, se non di persona, almeno di nome e dopo
aver lasciato scorrere su di lui i loro occhi, mai privi d’ un interesse di
qualche genere, osservarono il ragazzo che lo accompagnava, che camminava al
suo fianco , il viso lievemente chino ma dai lineamenti decisi , coperti da
fili insolitamente rossi.
Insieme,loro, si fermarono in un angolo , ai lati dei tavoli , lontani da
tutti.
Appena arrivati ai tavoli imbanditi Kaede aveva pensato di vedere il proprio
accompagnatore correre verso il cibo per mangiarne il più possibile ,
invece il ragazzo dai capelli rossi si era avvicinato al tavolo con passi
leggeri e regolari , allungando una mano aveva preso delicatamente un
bicchiere di vino bianco ed ora lo stava sorseggiando lentamente, Kaede lo
aveva imitato prendendo una coppa di champagne, impaziente di vedere di cosa
era capace in società.
Non
si erano ancora parlati, il loro nome era tutto quello che si erano
detti................. inutile …………………………
…sembrava tutta un’ inutile farsa …………pensò quel ragazzo dai capelli rossi
………….
……conoscevano perfettamente i loro nomi e stringersi la mano risultava
veramente assurdo per due abituati a prendersi a pugni ogni giorno…………..
Sakuragi non sapeva chi avrebbe incontrato quella sera , i nomi dei loro
clienti non venivano mai rivelati loro al primo appuntamento, il loro unico
interesse doveva essere quello di fare esattamente ciò per cui venivano
pagati……………………..presenza.
E poi
……..poi aveva visto arrivare lui e non un cliente qualsiasi , no , lui , il
suo nemico, il ragazzo che diceva di odiare,lo aveva visto salire quelle
scale a lungo fissate , lo aveva visto avanzare con i suoi movimenti
eleganti e precisi , che possedevano forza anche fuori dal campo e lo
aveva sentito presentarsi a lui, con indifferenza , come se avesse
incontrato un perfetto sconosciuto e non la persona con la quale passava i
pomeriggi in palestra a litigare …………lui ….fra tutti……….……non sapeva se era
stato un caso o no……..né lo voleva sapere…………..era successo tutto così in
fretta …………………………non riusciva a pensare………….non voleva farlo …………………
…………
sapeva soltanto che lo sguardo divertito che si trovava ora puntato addosso
ogni istante era una sfida
e lui
non si era mai tirato indietro nella vita………………………..
…………………………………. avrebbe dimostrato il proprio valore.
Kaede
ebbe numerose occasioni per apprezzare il comportamento del proprio
accompagnatore ,Sakuragi sembrava sentirsi a suo agio con le persone che li
fermavano, rimaneva in silenzio……………….proprio lui…………….….. sempre pronto a
farsi udire anche urlando……………………rispondeva cortesemente solo se
interpellato, si muoveva fiero e deciso, sorridente.
Kaede
incurvò le labbra.
Sakuragi sospirò senza farsi udire , posando accanto a sé un bicchiere
ormai vuoto, pur sentendosi a suo agio con tutti lì dentro, l’unico che lo
metteva a disagio era proprio la persona che doveva accompagnare………………
sentiva il suo sguardo su di sé ………….. che lo seguiva mentre camminava ,
mentre parlava o sorrideva ……………..forse perché non si aspettava di trovarlo
così capace o forse, più probabilmente, aspettava di vederlo sbagliare per
deriderlo………ma non importava perché lui non avrebbe commesso errori……………non
quella sera………………non con lui.
Erano
passate due ore da quando erano arrivati, mentre si avviavano verso le
terrazze i due furono fermati da un conoscente di Rukawa.
“Ah
salve Kaede, mi fa piacere vederti qui in società………….non sei spesso
presente...........”
“Signor Shimori”salutò atono il ragazzo dai capelli neri.
“E
………e questo giovane così alto………”
“Sakuragi, piacere”si presentò Hanamichi.
Un
piccolo inchino di cortesia.
“Ah
bene – disse l’anziano sorridendo – ……… ecco mio figlio………..Kyoshi
vieni………ecco tra giovani vi troverete sicuramente meglio, vi saluto”
Un
giovane snello sulla ventina , dai capelli castani chiari si avvicinò a
loro sorridendo.
“Rukawa…………..è passato molto tempo ”
“Nh……” rispose il moro.
Il
giovane rise lievemente.
“Sempre il solito, mh? E il tuo amico………… posso sapere chi è ?”
“Hanamichi Sakuragi piacere” rispose impeccabile il ragazzo interessato.
“
Certo che hai un colore di capelli veramente particolare………”disse ridendo il
giovane.
Kaede
si girò verso Sakuragi , certo di vederlo scattare come una furia sul
ragazzo che aveva osato scherzare sul mitico ‘tensai’, invece Sakuragi
sorrise, attendendo un istante prima di rispondere.
“Sono
del loro colore naturale”disse.
“Interessante………… sai potresti sfondare pubblicizzando dei prodotti per
capelli….”continuò l’altro.
Kaede
pensò che adesso il pugno sarebbe partito per forza.
Ancora una volta Sakuragi sorrise tranquillamente.
Si
passò una mano tra i capelli volutamente, con lentezza, attirandovi sopra l’
attenzione ……..quasi …….quasi orgoglioso nel farlo….poi si avvicinò al
ragazzo con occhi seri e fissi nei suoi.
“Non desidero affatto
che l’unico ricordo sulla mia persona di un parente a me molto caro
diventi un mezzo di guadagno……………… ……….. – continuò a fissare fieramente
il giovane poi proseguì con più leggerezza – ……….e comunque non è un buon
periodo per investire nel settore pubblicitario o sbaglio ?”
Il
giovane rimase interdetto, Kaede guardò stupito Sakuragi e si allontanò un
attimo per andare a prendere da bere.
E
dopo tanto per la prima volta rise, nascosto dagli sguardi altrui.
Preso un bicchiere tornò dai due e li trovò impegnati in una discussione
sulle quotazioni in borsa e sull’andamento degli affari,
Sakuragi sembrava intendersi dell’argomento.
Kaede
li lasciò a discorrere congedandosi, parlare non faceva per lui, sentiva
caldo e decise di uscire su una delle terrazze
per
prendere aria.
Si
sentì chiamare.
Suo
padre appoggiato alla balaustra lo guardava , Kaede si girò appoggiando i
gomiti sul davanzale , osservando il giardino scuro che si stendeva dietro
il palazzo, suo padre lo raggiunse posando con un sospiro il bicchiere che
aveva in mano.
“Non
ti divertirai molto se ti isoli sulle terrazze”disse sospirando ancora
“......”
“Ascolta Kaede voglio domandarti una cosa…………”
“Nh
?”
“Come
mai hai scelto un accompagnatore ?”
Kaede
non rispose.
“Non
volevi una ragazza ?”
“No,mi infastidiscono già troppo a scuola”
“ Ah
ah ah capisco……e poi con un ragazzo come te hai più cose di cui parlare……
………anche se tu non parli quasi ” aggiunse l’ uomo girandosi verso l’
oscurità del giardino.
“ Mfh”
sbuffò Kaede in risposta.
Rimasero in silenzio un attimo.
“Dovresti essere contento però di venire ammirato così dalle ragazze”
“Tsk……..sono tutte uguali”
“Ma
la donna che hai scelto per me no………………….
credi
che non mi sia accorto di quanto…………..di quanto somigli a tua madre……..perché
hai scelto lei?”
Kaede
si girò guardando in viso il padre, fissandolo seriamente.
“Per
fare in modo che tu non la dimentichi”rispose solo
Il
signor Rukawa alzò lentamente una mano colpendo, moderato , il volto di suo
figlio poi si avvicinò a lui prendendolo per le spalle.
“Io
non l’ho mai dimenticata e non ho bisogno di una che le somigli………..lei è
sempre accanto a me ”disse.
Kaede
rispose solo con uno sguardo, segretamente felice per quelle parole e
quello schiaffo, testimonianza concreta di una verità troppo a lungo taciuta
per potervi credere.
Suo
padre lo guardò un istante ancora poi, recuperato il proprio bicchiere
,tornò nella sala.
Kaede
rimase fuori ancora un po’, per permettere alla guancia arrossata di
tornare del proprio colore naturale poi rientrò a sua volta in cerca del
proprio Pr, lo trovò ancora impegnato in un’ amichevole conversazione con il
giovane Shimori , lo chiamò poi rivolse all’ altro ragazzo un saluto
rispettoso e si diresse in un angolo con Sakuragi.
“Allora ?Stavo parlando……..” disse Hanamichi
“Sbaglio o sei il mio accompagnatore ?”
“E
con questo ?”
“Devi
accompagnare me, non gli sconosciuti”
“Quanto parli stasera, a proposito per…….”
Kaede
lo interruppe.
“Andiamo in giardino”
“Io
non ho voglia di andare in giardino, ma mi stai ascoltando ………….”
Kaede
si avviò verso la porta, non sentendo i passi dell’ altro accanto a sé si
girò.
Sakuragi era rimasto immobile nell’ angolo.
“Allora ?” chiese impaziente Rukawa
“Ehi
– rispose Sakuragi senza alzare la voce – chi ti credi di essere per darmi
ordini ?”
Rukawa si avvicinò fissandolo negli occhi , con freddezza.
“Ti
conviene venire se non vuoi che domani mi lamenti all’agenzia per la tua
inadempienza” mormorò
Sakuragi lo guardò, lampi cupi negli occhi , prima di decidersi a seguirlo
molto lentamente, con nonchalance*.
“Baka
kitsune” lo offese subito Sakuragi appena posarono piede nell’ erba.
Kaede
proseguiva inoltrandosi nell’ oscurità circostante senza ascoltarlo.
“Cosa
sei venuto a fare qui?”
“Niente” rispose il ragazzo dai capelli neri senza girarsi.
“E
allora?!!Fa anche un freddo tremendo……..”
“Tsk,
volevo allontanarmi dalla confusione , non mi piacciono i luoghi affollati”
“E
vieni ad una festa ? Sei proprio una kitsune imbecille”
“Do’
hao , dov’ è finita la tua eleganza?”
“E la
tua?”
Rukawa gli lasciò l’ ultima parola prima di dedicarsi completamente al
silenzio riposante che quel giardino offriva.
Sakuragi lo seguì quieto, in fin dei conti anche lui era stanco del rumore.
Camminando , il ragazzo dai capelli rossi si voltò verso il compagno e
rimase a guardarlo mentre al buio fissava la luna ……….
…..si
, sembrava una creatura della notte, una bella creatura fatta apposta per
essere rimirata quando la luce pallida della luna accendeva di riflessi
argentei i suoi capelli d’ ebano e i suoi occhi profondi ……………..
L’
allontanarsi di Rukawa lo distolse dai suoi pensieri , da quei pensieri
strani e insensati , scuotendo la testa Sakuragi decise di fermarsi vicino
ad un albero.
Non
sentendo più i passi del suo accompagnatore dietro di sé, Rukawa si voltò
a cercarlo con lo sguardo.
Lo
vide vicino ad un alberello basso , mentre distrattamente passava le dita
fra le fronde in un gesto delicato, con un sorriso appena accennato sulle
labbra , bello …..come non lo aveva visto mai…………….
….ma
l’oscurità non rendeva giustizia ai suoi colori , al rosso dei suoi capelli
, all’ oro della sua pelle , al nocciola dei suoi occhi ………
….quei colori perdevano vita nella notte ……………….erano fatti per essere
guardati di giorno.
Sakuragi si girò , sentendo su di sé uno sguardo che quella sera aveva
imparato a riconoscere e i due rimasero a fissarsi un istante , al buio
……prima che Rukawa decidesse che per quella notte lo aveva osservato
abbastanza.
Si
lasciarono dove si erano incontrati , molto tardi, senza essersi detti
niente in tutto quel tempo.
Mentre il signor Rukawa si accordava con la giovane donna, Kaede salutò il
suo accompagnatore con una stretta di mano, guardandolo silenziosamente
negli occhi.
Occhi
carichi di significato e un altro contatto.
L’
ultimo per quella notte.
Continua……..
*
incuranza , noncuranza
Un
saluto a tutto il sito e un ringraziamento a tutte coloro che mi hanno
scritto.
Grazie.
Dedico questa storia a tutte loro e a chi la leggerà.
La
dedico allo stupendo mondo che ho scoperto per caso un giorno inviando una
storia a questo sito, un grande piccolo mondo fatto di grandi e piccole
scrittrici , fatto di amicizia.
La
dedico all’ amicizia.
Saluti da Mel
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