Posso chiamarlo amore? (quasi un seguito di fiori delicati)

di Unmei


Ah, questa è davvero una situazione nuova, per me. 
Anche un po' assurda..... insomma, voglio dire..... sono pur sempre un generator, anche se solo di livello uno; questo dovrebbe in ogni caso rendermi enormemente più forte di un essere umano, ed immune a molte malattie. Evidentemente, invece, nel programmare i nostri codici genetici, gli scienziati di Kubere hanno tralasciato un particolare, ed ora io ne sto sperimentando le conseguenze.

Allergie.
In particolare, allergie alimentari.
Ieri a pranzo ho mangiato il dessert alle fragole preparato da Masami (e devo dire che era davvero molto buono..... ho fatto il bis due volte, cosa degna di Gawl), e un'ora dopo è fiorito il più impressionante attacco di orticaria che la signora Shippo avesse mai visto, testuali parole. Un prurito terribile, tale da non farmi sopportare nemmeno i vestiti addosso, e da costringermi a starmene solo in boxer, cercando di non grattarmi a sangue.
La povera Masami era sconsolata..... mi dispiaceva davvero vederla così; mi ci è voluta più di un'ora per convincerla che non era colpa sua, che nemmeno io sapevo di soffrire di un'allergia, che il suo dolce era buonissimo sul serio e se potessi ne mangerei ancora. 

Oggi saremmo dovuti andare tutti insieme al nuovo parco divertimenti acquatico che hanno aperto fuori città, e lei, poiché si sentiva in colpa, era decisa a rimanere a casa con me; ho dovuto insistere un bel po' per convincerli ad andare, facendole notare che dopotutto non avevo niente di male, solo questo fastidiosissimo prurito: ho l'aspetto di uno che è stato assalito da uno sciame di zanzare inferocite..... Stamattina va molto meglio, in confronto a ieri: il mio viso e gran parte del torace sono tornati a posto, ma riguardo la schiena, parte delle braccia e le gambe sono ancora un po' malridotto.

Alla fine sono riuscito a persuaderli, così poco fa, a metà mattina fa, Masami e Gawl sono usciti con le borse da spiaggia, la mamma di Masami è andata a trovare sua sorella e tornerà solo verso sera, ed io sono rimasto a casa. 
Un po' di tranquillità non mi dispiace, dopotutto non ho molte occasioni di godermi l'appartamento vuoto e silenzioso.
Oggi è una giornata magnifica, calda e senza una nuvola nel cielo blu intenso. Siedo a gambe incrociate sul mio futon, ho aperto la finestra lasciando entrare una brezza leggera che mi sfiora la pelle e mi da un po' di sollievo; intanto leggo un libro che ho comprato un paio di giorni fa, 'Neve di primavera'. Mi sento straordinariamente felice e al sicuro in questa quiete estiva, sorrido e penso a quanto mi piacerebbe un gelato alla vaniglia, o un freddo thè alla menta, che appanni il bicchiere e mi ghiacci le dita.
.....
In realtà non sono davvero solo in casa, c'è anche Koji. O meglio, c'era, però è uscito una ventina di minuti fa dicendo che sarebbe tornato presto.
Anche a lui avevo detto di andare tranquillamente al parco, perché non sono un bambino e sono capacissimo di trascorrere una giornata da solo senza che nessuna baby sitter vegli su di me.
Naturalmente non si è lasciato convincere; ha detto: 
'Certo, lo so. Però gli acqua-park non corrispondono per niente alla mia idea di divertimento, quindi preferisco rimanere a casa. Sempre che tu non voglia cacciarmi."

Cosa potevo rispondergli? Certo che desideravo che rimanesse con me, però in un certo senso l'idea mi metteva terribilmente in agitazione. Da soli, io e lui..... la fantasia mi gioca scherzi; ai miei stessi pensieri sento le guance bruciare e mi rendo conto di essere un perfetto sciocco. 
A lui probabilmente questo tipo di idee non passano nemmeno per la testa, mentre io da quel giorno alla spiaggia sono più turbato che mai; di notte resto sveglio a lungo, e lo guardo mentre dorme nel futon accanto al mio, con i capelli sciolti sparsi sul cuscino e il respiro lieve e silenzioso. 
Poi d'un tratto mi rendo conto di quanto sto facendo e mi volto dall'altra parte, cercando di dormire a mia volta, stringendomi le ginocchia al petto. Posizione fetale, la chiamano.

Di giorno cerco di stare il più possibile lontano da lui, perché ho sempre paura che un mio gesto, una parola sfuggita al controllo, potrebbero smascherare i miei sentimenti.
Due giorni fa, a cena, alzando gli occhi dal mio gomokuni, ho incontrato il suo sguardo che mi fissava, e in un modo tutt'altro che casuale. Era come se mi stesse esaminando, e non smise, anche se me ne ero accorto. Rimasi per un intero minuto con le bacchette a mezz'aria e la bocca socchiusa, imbambolato, e lui sempre a guardarmi, per poi decidere di abbassare il viso, riprendendo a mangiare, senza riuscire a rivolgergli la parola per tutta la sera.
Non ci sono più dubbi, vero? Questo è proprio amore, ed io non so come fare.

Ma c'è stato anche di peggio: quando sono stato costretto a spogliarmi per sopportare meglio questa stupida reazione allergica devo essere arrossito fino ai capelli nel mostrarmi a Koji..... per fortuna il mio rossore emotivo deve essersi ben confuso con quello dell'orticaria, altrimenti la situazione sarebbe stata ancora più imbarazzante. 
Per di più io..... mi vergogno del mio corpo.
È troppo snello, troppo delicato, troppo..... efebico.
Potrebbe mai Koji trovare seducente un corpo come questo?
.....
Che pensiero sciocco, non so nemmeno se gli piacciono le ragazze o i ragazzi.
Come potrei? Non ne parla mai, non l'ho mai sentito fare un apprezzamento per nessuno, non ha mai lasciato intendere niente.

Giro una pagina del libro..... narra di un'amicizia strana e profonda, e di un amore altrettanto strano. E' un racconto bello, ma certo non felice..... forse dovrei metterlo da parte, per il momento, e cercare qualcosa che mi faccia sorridere, una storia con un lieto fine.....
Con un banalissimo lieto fine in cui tutti sono felici e l'Amore trionfa vincendo ogni ostacolo e timore.

La porta si apre e nella stanza rientra Koji; gli dono un sorriso e lo saluto allegramente, ma sento la gola farsi arsa. I pantaloni che indossa sono chiari e leggeri, di quella stoffa che indossata sembra quasi non esistere, e la maglietta è elasticizzata e nera, smanicata; lo fascia in una maniera che mi permette di intravedere i suoi muscoli asciutti.
Koji è tranquillo, non ha idea del male che mi fa semplicemente con il suo muoversi e parlare, con ogni respiro e gesto, perché vorrei che tutto ciò che fa e che è appartenesse a me.
A volte ho persino pensato che farei meglio ad andarmene, a non stargli più vicino, perché forse, senza vederlo, i miei sentimenti si quieterebbero: lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Ora continuo a sorridere, però, e noto la due piccola borsa di carta che porta con sé.

"Sei stato a fare spese, Koji?"
Chiedo, e lui annuisce, avvicinandosi a me e porgendomi il sacchetto.
"Credo che questo potrebbe aiutarti."

Lo apro, e dentro trovo una grossa confezione bianca e verde di..... talco mentolato.
"Dovrebbe dare un po' di sollievo alla tua pelle..... è molto delicata, vero?"

Con le dita mi sfiora la spalla nuda, ed un brivido si abbatte su di me come un fulmine, e mi lascia senza parole a boccheggiare.
"S-sì.....è vero....."

Koji e prende il barattolo del talco dalle mie mani.
"Ti aiuto."
Dice solo, passa dietro di me e lo sento svitare il tappo, poi una leggera nevicata di polvere bianca e profumata si posa sulla mia schiena e sulle spalle. Chiudo gli occhi, ma li riapro di scatto quando una mano premurosa comincia a massaggiare il talco sulla mia pelle, delicatamente.
Le sue mani di scienziato sono lisce, le dita lunghe come quelle di un pianista e anche se il suo tocco è leggero sembra lasciare dietro a sé vibranti scie elettriche.
Ancora una volta il mio cuore batte all'impazzata, un'altra accelerata e scoppia, le mie labbra formicolano dalla voglia di baciarlo.
Ancora una volta il sangue mi corre al viso, colorandomi le guance..... non solo al viso, in questo caso: abbasso gli occhi e guardo il ingrossamento che spinge colpevole contro la stoffa dei boxer.
Arrossisco ancora di più, e mi auguro con tutto me stesso che Koji non lo abbia notato; poggio il libro in grembo per coprire quel segnale rivelatore e resto immobile, senza dire una parola, mentre lui, silenziosamente, si prende cura di me.

È vero, quella polvere dal profumo forte ha un buon effetto, vorrei dirglielo ma temo quello che la mia voce potrebbe rivelare. Mi affiorano alla mente troppi pensieri che riguardano lui e me, e tento ancora una volta di capire se c'è qualcosa che non ho capito nelle sue parole, in quelle che ha pronunciato e in quelle che ha tenuto per sé. 
Tento, ma le sue mani sulla pelle mi impediscono di riflettere coerentemente: i pensieri si accavallano, si attorcigliano, mutano forma. Fantastico su come potrebbe essere toccare la sua pelle, le membra longilinee; poggiare la testa sul suo torace, esplorare il suo corpo con le mani e con la bocca, e poi sentire il suo peso su di me, e dentro di me.....ah..... mi sfugge un gemito, un inconfondibile gemito di piacere.
Mi irrigidisco, con il cuore a mille.....
Ti prego, fa che non l'abbia sentito!

Lui non dice nulla, se se ne è accorto non lo da a vedere, ma le mie guance non perdono il loro colorito, e si imporporano ancora di più nel realizzare che mi vorrei toccare, infilare una mano nei calzoncini e masturbarmi qui, subito, anche davanti a lui. 
Che reazione avrebbe?
Si ecciterebbe? O rimarrebbe disgustato? E se peggio ancora restasse indifferente?
Koji mi scosta le braccia, e spolvera il medicamento anche sui miei fianchi; sentire le sue mani anche lì, su quella parte così vulnerabile del mio corpo..... il mio cuore esploderà ed io morirò.
Proprio così: morirò a sedici anni e dieci mesi e vergine.

"Hai freddo, Ryo?"
Scuoto la testa, mormorando un no che si sente appena.
"Stai tremando"
Dice, e improvvisamente mi attira a se. Mi manca il fiato: sono contro il suo petto, e lui mi cinge in un abbraccio; sento il soffio del suo respiro tra i miei capelli. Non fa nient'altro, mi tiene solo fra le braccia, come se un angelo mi circondasse con le sue ali, protettivo e benevolo.
A un tratto l'emozione è troppa.
Troppa tenerezza, troppa vicinanza..... eppure ancora non abbastanza. Troppo il desiderio di lui, troppa la voglia di amore, troppo il bisogno di essere suo, e che lui sia mio.

"Perché mi hai evitato, nell'ultima settimana?"
Mi chiede, serio e quieto, stringendomi un po' più forte, come per non farmi scappare; deglutisco e sforzo un pallido sorriso, anche se in questa posizione lui non può vederlo..
"Non è vero."
"Lo è, invece. E quasi non mi hai rivolto la parola. Ti ho fatto qualcosa di male? Se è così dimmelo, e cercherò di rimediare."

Poso una mano sul suo braccio e rimango qualche istante a capo chino, a placare il mio tumulto.
Qualcosa di male? No, Koji..... sono solo io che non ho il coraggio di affrontare la situazione, di confessarmi a te e chiederti aiuto.

"Mi dispiace."
Dico, a lui e a me stesso; le parole tremano come se stessi piangendo, ma il mio viso è asciutto. Sento Koji muoversi, forse allarmato dal suono della mia voce; si sposta, si mette di fronte a me tenendo le mani sulle mie spalle. Ha un'aria triste, preoccupata. Per me.

"Ryo, perché sei tanto taciturno? Stai ancora pensando ai futuri alternativi? Basta..... è tutto finito, e abbiamo vinto. Abbiamo una vita completamente nuova davanti, abbiamo lottato per ottenerla, ed ora meriti di sorridere."

"Tutti noi lo meritiamo."
Sussurro, e lui scuote la testa, senza distogliere gli occhi dai miei. Per una lunga decina di secondi non dice niente, e non lo faccio nemmeno io. 

"Tu e Gawl; io non sono tornato indietro per salvare il mondo, per impedire la guerra, per permettere che miliardi di vite venissero risparmiate. L'ho fatto perché tu me l'hai chiesto..... perché eri infelice, perché eri disperato..... perché stavi piangendo. Non capisci ancora, Ryo, che tutto ciò che volevo era esaudire il tuo desiderio, che tu fossi felice e smettessi di torturarti?"

Non so cosa rispondere. 
Davvero, non lo so. Una voce dentro di me dice: 'hai sentito bene le sue parole? Che aspetti? Che altro deve dire per farti capire che ti vuole bene?'

Sì, ma volere bene è un fatto, amare è un altro ed io forse ho interpretato male le sua parole: magari lui le intende solo come espressione d'amicizia, senza implicare nulla di carnale.... E se così fosse rifiuterebbe i miei sentimenti..
Oh, lui sarebbe un gentiluomo anche nel respingermi, ma io mi sentirei lo stesso ferito ed imbarazzato a morte, ed allora sì che sarei costretto ad evitarlo sul serio.
Ma capisco anche che questa è la mia occasione: siamo soli, lui e io, questa volta, non arriveranno Gawl e Masami a inseguirsi, battibeccando come al solito. 
Non c'è nemmeno il rischio che la signora Shippo bussi alla porta chiedendoci se desideriamo qualcosa da bere..... siamo soli, fino all'ora di cena, e l'idea di questa libertà mi fa impazzire lo stomaco, se penso a ciò che potrebbe accadere tra noi.

Gli poso una mano sul viso, gli accarezzo una guancia, sento la sua pelle liscia e tiepida..... aspetto che lui si tiri indietro, ma non lo fa. Accetta il mio tocco, anzi, piega la testa poggiando maggiormente la guancia nel mio palmo; sta aspettando che sia io a parlare, ho capito.

"E in questa nuova vita posso..... posso restare accanto a te?"

"Perché me lo chiedi? Lo sei da sempre, Ryo." 

Risponde lui, a voce bassa. Oh, non essere crudele, hai capito cosa intendo dire! Ma tu vuoi che parli chiaramente, vero? Come desideri, Koji..... farò anche di più.
Raccolgo tutto il mio coraggio e mi sporgo verso di lui senza interrompere lo sguardo che ci unisce; chiudo gli occhi solo un secondo prima di toccare le sue labbra con le mie, e di accarezzarle con piccoli baci, pregandolo di aprirle.
Sono così emozionato da avere la tachicardia! Tutto ciò a cui riesco a pensare è lui, e nient'altro..... mi inebrio, mi stordisco, lo stringo ed ho perso il controllo; sento di essere terribilmente goffo, ma non smetto, non ci riesco, ho sognato e immaginato tutto questo innumerevoli volte.

E mentre lui ricambia quei miei baci il mio cuore vola..... finisce direttamente in paradiso quando la sua lingua si insinua calda nella mia bocca. 
Ora è un bacio lungo, bagnato, impaziente, affamato: prendiamo e diamo l'uno l'altro come se questa fosse l'unica occasione a noi concessa. E tutto questo è dolce, contiene le nostre vite, speranze, sentimenti e sogni..... è pieno di sole e vento estivo, di profumo di fiori e canti di cicale; questo è il suo amore che mi accarezza la mente.
Ormai siamo avvinghiati, e quando le nostre bocche si separano abbiamo il respiro affannato e sguardi febbrili; le mie mani sono sotto la sua maglietta, le sue hanno di poco superato l'elastico dei miei boxer. Ho le labbra gonfie, desiderose di unirsi ancora a quelle di lui e di continuare, fino a consumarsi.

"Koji..... avevo paura che....."

"*Io* avevo paura che non mi avresti mai detto nulla."

Gli sorrido, ha ragione. Se non fosse stato perché mi ha quasi costretto non avrei mai trovato il coraggio di confessargli ciò che provo, tantomeno di dimostrarglielo come ho appena fatto. Mi sarei tormentato in eterno con dubbi e paure, continuando a guardarlo con desiderio e senza speranza, ponendomi solo domande inutili.

Domande ora non ce ne saranno più, perché ogni risposta di cui ho bisogno me la sta dando il mio Koji in questo momento: si sfila la t-shirt e scioglie la coda, scuotendo leggermente la testa; io lo accolgo tra le braccia mentre ci stendiamo sul futon senza aggiungere altre parole. 
I nostri corpi sono intrecciati e le bocche di nuovo unite, ma lente e dolci, perché non c'è fretta, ora lo sappiamo: abbiamo tutto il tempo del mondo, e lo useremo per intero.
I suoi lunghi capelli ricadono attorno ai nostri visi come un sipario.....e questo è il mio banalissimo lieto fine.



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