Ed ecco il secondo
capitolo… Vi avverto, i personaggi, soprattutto
Hanamichi, risulteranno un tantino OCC.
DISCLAIMER: I personaggi, come sapete, non sono miei, ma del divino
Takehiko
Inoue
Possiamo volare insieme
parte II
di Alessia_1986
Mi fa
uno strano effetto rivederlo dopo tre mesi. È cambiato, i capelli gli sono
cresciuti fino alle spalle ed il suo corpo si è sviluppato ancora di più. È
diventato un uomo…
Quando i nostri sguardi si sono incrociati per una
frazione di secondo, ho potuto vedere nei suoi occhi tanto risentimento e
rabbia nei miei confronti, ma anche amore? È possibile che mi ami ancora,
do’hao?
Comunque
non ho più tempo per pensare a queste cose, quel che è stato è stato. Se
prova ancora qualcosa per me sono affari suoi, io
non ritornerò indietro.
Al suono della campanella entro in classe e mi
sdraio sul mio solito banco, pronto ad un’ora di sonno. All’arrivo del
professore tutti si alzano in piedi ed inizia la prima lezione di questo
nuovo anno.
Il rumore dei miei compagni di classe mi fa capire
che la scuola per oggi è terminata, così mi alzo e mi dirigo in palestra,
senza prestare attenzione a tutti gli sguardi sognanti di quelle ragazzine.
Una volta arrivato, vedo
Ayako venirmi incontro e salutarmi.
“Come va campione?”
“Bene, grazie”
“Fate largo, sta arrivando il Ten… COME OSI STUPIDA
KITSUNE ARRIVARE PRIMA DEL TENSAI!?”
“Do’hao!”
“Maledetto Rukawa, ma io
ti distruggo!”
E così ricominciamo la nostra solita farsa.
Apparentemente sembriamo quelli di un tempo, ma io posso benissimo vedere
che nei suoi occhi non c’è più quella spensieratezza di allora. Quanto gli
costa continuare questa recita… Perché lo fai? In
fondo, tutta la squadra era a conoscenza della nostra storia.
“Ehi voi due, smettetela! Possibile che dobbiate
sempre litigare? Pensavo che dopo la vostra rottura, vi sareste comportati
da persone civili!”
Akagi
si pente immediatamente delle sue parole appena
vede lo sguardo di Hanamichi rabbuiarsi.
“Scusa, sono stato un insensibile. Non avrei dovuto
dirlo”
“Non fa niente
gori… A proposito, che ci fai qua? Non ti eri
iscritto all’università?”
“Si, è vero, solo che i miei corsi iniziano fra un
mese e quindi ho pensato di venirvi a salutare”
“Le fortune capitano sempre ai gorilla”
“COSA HAI DETTO SAKURAGI!?”
“Ehm…niente”
“Dai, non mi sembra il caso di litigare già dal
primo giorno di allenamenti, non vi pare?”
“Anche tu qui, quattrocchi?”
“Ehm si. Anch’io, come Takenori,
inizio tra un mese”
“Smettetela di poltrire
cialtroni, iniziamo gli allenamenti!”
“Nanetto datti una
calmata… Vuoi diventare come il gorilla?”
“SAKURAGI!! GORILLA A CHI!?”
Dopo le solite zuffe, che ormai fanno parte di
questa palestra, iniziamo gli allenamenti. Miyagi
si sta impegnando molto nel ruolo di capitano, sa che ha una
grande responsabilità sulle spalle. Certo, non ha
il carisma e la grinta del gor…ehm
Akagi, però secondo me, potrà fare bene.
“Ok, per oggi abbiamo
finito. Potete andarvi a cambiare”.
“Chi l’avrebbe immaginato che Ryota
si sarebbe trasformato così… Ci ha fatto sudare più di
Akagi… Sono distrutto… A chi lo dici, io
non mi reggo in piedi…”.
Gli altri stanno andando negli spogliatoi, mentre io
come al solito rimango a fare qualche tiro. Tanto
Akira non è ancora arrivato… Con mia
grande sorpresa, però, noto che anche
Sakuragi è intenzionato a proseguire
l’allenamento da solo.
Ci dividiamo il canestro per tacito accordo e,
mentre io inizio ad eseguire schiacciate e terzo tempo,
lui si concentra unicamente sui tiri da tre. Se
continua così non segnerà mai, sei troppo scardinato
do’hao.
“Non entrerà mai dentro il canestro quella palla se
non l’accompagni con le braccia, Sakuragi!”
Akira?
“Ehi, brutto porcospino, come osi criticare i tiri
del Tensai? E poi che
sei venuto a fare qui? Ah, ho capito: stai cercando di spiare gli
allenamenti del genio”.
“Non ti sto criticando
Tensai, ti stavo semplicemente
dando un consiglio. Comunque non sono venuto qui
per te, sono passato a prendere Kaede”.
Kaede…
Come mai tutta questa confidenza? Volpino, ti sei consolato così
facilmente?
Senza ribattere all’orrido porcospino, continuo i
miei tiri da tre. Con la coda dell’occhio, però, seguo la
kitsune recuperare tutte le sue cose e lasciare
la palestra con Sendoh. Che
rabbia!!
“Hanamichi
Sakuragi, ti sei dimenticato dei fondamentali?”
“Sta zitta Ayako, non ti
ci mettere anche tu”
“Ehi non rispondermi così, sono la tua manager!”
“Si, scusa”
“Ti va di parlarne?”
“Eh?”
“Stai male per lui vero? Ancora non posso crederci
che vi siate lasciati, vi amavate così tanto…”
“IO lo amavo, Ayako. A
lui non è mai fregato niente di me”
“Ma che stai dicendo Hana!”
“La verità purtroppo. Ero io che mi ero illuso di
poter far parte della sua vita…”
“Senti Hanamichi, io non
so quanto profondo sia stato il vostro legame, ti
posso soltanto dire che lui a te ci teneva davvero. Nel periodo in cui
stavate insieme Kaede era diverso, era più
solare, e poi scusa, dovrà pure significare qualcosa il fatto di aver
rimandato la sua partenza per te, no?”
“Si, hai
rag…COSA!!?”
“Ehi, hai intenzione di rompermi un timpano?”
“No scusa, ma non sono riuscito a seguire il tuo
discorso. Che vuol dire che ha rimandato la sua partenza
per me?”
“Quello che ho detto, Tensai dei poveri.
Ha rinunciato a partire per aspettarti”.
“M…Ma io sapevo che era stato
Anzai a sconsigliarglielo”
“È vero, Il signor Anzai
gli aveva detto di riuscire prima a diventare il numero uno qui in Giappone
e poi, eventualmente, sfondare nell’NBA. Lui,
tuttavia, gli aveva risposto che comunque non era
intenzionato a partire ora, che voleva prima aspettare che tu maturassi e
diventassi un giocatore del suo livello”
“Sei sicura di quello che stai dicendo?”
“Certo, ho parlato con Anzai
subito dopo, perché, non te l’ha detto?”
“Non è possibile… L’ho lasciato perché pensavo che
lui volesse andare in America, fregandosene di tutto e tutti, invece il suo
primo pensiero era rivolto a me”
“Ora sono io a non seguirti,
Hanamichi”
“Ayako, non capisci!? Io
l’ho mollato, mi sono allontanato dalla persona che amavo, ed amo tuttora,
per delle stupide supposizioni!”
“Cioè, fammi capire: vi
siete lasciati perché tu hai interpretato in modo sbagliato il suo gesto?”
“Si”
“Sakuragi, lasciatelo
dire, sei proprio un do’hao!”
“Ma io non immaginavo…”
“Scusa, ma quando avete rotto non gli hai chiesto
spiegazioni?”
“Certo che l’ho fatto, ma lui vuoi sapere come mi ha
risposto? Hn, sempre il solito
hn. È pur vero, però, che l’ho
attaccato subito. Gli ho detto delle parole orribili senza prima sapere come
stavano effettivamente le cose…”
“Certo che hai combinato proprio un bel casino… Ma
dimmi, lo ami ancora?”
“Si, che lo amo, ma ormai
temo che sia troppo tardi. Prima è passato a prenderlo il porcospino e
sembravano molto in confidenza”
“Dai, Hana, non è detto
che stiano per forza insieme. Erano stati convocati entrambi per il ritiro
della nazionale juniores, probabile che siano
diventati amici. E poi, se anche fosse, dov’è finito il
Tensai che tutti conosciamo?”
“Non lo so Ayako, è
tutto così dannamene difficile… Da una parte vorrei andare a chiedergli
scusa e chiarire questo maledetto equivoco, ma dall’altra ho paura di essere
respinto e ferito di nuovo”
“Per me dovresti dare una possibilità ai tuoi
sentimenti, se non ti dichiarerai vivrai sempre con questo rimorso. Io ora
vado, però, tu, mi raccomando, pensaci”
“Ayako?”
“Si?”
“Grazie”
“Di niente, a che servono gli amici altrimenti?”
“Eh, già”
Aspetto che Ayako esce
dalla palestra per andarmi a fare una doccia. Appena entro negli spogliatoi,
mille ricordi di me Kaede insieme, assalgono la
mia mente. Quante ne abbiamo passate, qui dentro
c’è un pezzo della nostra vita…
Ricordo ancora quella volta che mi ‘dichiarai’,
non lo avevo assolutamente programmato, ma si sa, il
Tensai è bravo anche a improvvisare.
Quel giorno ero rimasto anche dopo gli
allenamenti quotidiani per ripassare i fondamentali, sotto lo stretto
controllo del ventaglio della nostra manager. Rukawa
, proprio come oggi, era dall’altra parte della palestra ad
esercitarsi sui tiri da tre. Ogni tanto rimanevo incantato nel vedere quei
movimenti armonici ed eleganti che solo lui sapeva e sa
fare. Ayako dovette intuire qualcosa perché mi
lasciò libero prima del previsto e mi diede un ‘in
bocca al lupo’.
Ancora adesso ricordo come mi
sentivo in quel momento: io, il Tensai,
non sapevo come comportarmi. Avrei voluto confessargli i miei sentimenti, ma
tanta era la paura di una sua reazione negativa, che
desistetti dal mio intento. Così me ne
andai nello spogliatoio, lasciando nella palestra tutti i miei buoni
propositi. Mentre mi stavo cambiando entrò
Rukawa, aveva un’aria molto strana. Camminava
molto lentamente, mentre con una mano si sorreggeva la testa.
“Che ti succede,
kitsune? Cos’è, non reggi un po’
di allenamento supplementare?”
Lo so che potevo uscirmene con una frase un po’ meno
infelice, ma in quel momento mi era venuto spontaneo comportarmi come
sempre.
“Sta un po’ zitto do’…”
“RUKAWA, LA BORSA!”
Troppo tardi, è caduto…
Senza neanche pensarci un secondo, mi avvicinai e lo
avvolsi con le mie braccia.
“Ehi Rukawa, stai bene?
Ma come hai fatto a inciamparci sopra?”
“Non c’è bisogno che urli, do’hao,
ti sento. E poi togliti, mi stai soffocando!”
“No, non ti lascio!”
“Hn?”
“Hai capito bene volpino: ora che ti ho preso non ti
libererai tanto facilmente di me”
“Piantala di fare il
cretino, Sakuragi. HO DETTO
DI LASCIARMI!”
“Non è uno scherzo Kaede, sono serio. Non
voglio davvero che ti allontani da me”
“Ma…”
“Ok, te lo devo dire;
forse dopo mi disprezzerai ancora di più, ma non posso più tenermi dentro
certi sentimenti: ti amo Kaede!”
“…”
“Che fai non dici niente?”
“Do’hao!”
“Ma possibile che sia cosmpf…”
Non feci in tempo a finire la frase, che mi ritrovai
incollato alle sue labbra. In quel momento non ci potevo
credere… Cazzo, Kaede
Rukawa mi stava baciando!!
E non ci limitammo solo a quello, facemmo anche
l’amore per la prima volta, lì, in quello spogliatoio, incuranti del mondo
esterno.
Quello, credo, fu uno dei giorni più belli della mia
vita.
Ok,
ho deciso, la nostra storia non può finire in questo modo. Devo per forza
chiarirmi con lui!
E
così, dopo essermi fatto una doccia e mangiato un boccone veloce, mi dirigo
nella tana del volpino.
Ora sono davanti casa sua, le
luci sono spente. Non è che
starai già dormendo kitsune?
Ah, chi se ne frega… Se non suonerò adesso, non
troverò più il coraggio di affrontarlo. Busso un paio di volte e dopo dieci
minuti buoni vedo le luci accendersi. Bene, allora sei in casa
volpacchiotto!
Mi viene ad aprire con soltanto un asciugamano
legato in vita. Ok,
Hanamici, calma!! Non è una buona idea
saltargli addosso.
“Do’aho?”
“Si, sono io”
“Che ci fai qui?”
“Ecco.. Volevo parlarti”
“Sentiamo”
“Non mi fai entrare?”
“Vieni, ma fai in fretta”
Appena entro in casa, Kaede
va in cucina a prendersi da bere, mentre io mi appoggio sul divano.
Quando mi raggiunge inizio il mio ostico
discorso:
“Lo so che non mi sono comportato bene con te, ti ho
detto delle cattiverie gratuite”
“Arriva al punto do’hao”
Perché sei così freddo? È questo il prezzo che
dovrò pagare per il mio errore?
“So perché non sei andato in America”
“E allora?”
“Allora ti chiedo scusa,
perdonami per averti accusato ingiustamente. È da quando ne ho
parlato con Ayako che mi do dello scemo per aver
lasciato l’unica persona che abbia mai amato. Ora lo so che non ho il
diritto di pretendere niente da te, ma ti prego, almeno pensaci: vuoi
tornare con me?”
Vedo la sua espressione farsi sempre più stupita,
evidentemente non se lo aspettava. All’improvviso, però, i suoi occhi
diventano di ghiaccio e…
“Mi dispiace, ma ora sto con
Sendoh!”
CONTINUA…
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