DISCLAIMERS i personaggi nn sono suoi...a parte taro ke è il mio amore...
Più grande che c'è
di Parsifal
Parte 2/2 + Epilogo
Genzo se n'è andato da un'ora e Tsubasa ha continuato a correre per il
parco dribblando tutti gli alberi che gli arrivano a tiro… e anche qualche
incosciente come lui che, a quell'ora indegna del mattino se ne sta a
correre o a fare esercizi vari.
Si interrompe e guarda l'orologio… sono le sette passate, si ferma
inspirando profondamente alcune volte, la maglietta fradicia di sudore che
si incolla al suo corpo e i capelli completamente bagnati sono l'unico
indizio della sua recente attività fisica visto che il respiro è tornato
pressoché normale… sembra che abbia appena fatto una passeggiata e non
una corsa durata più di un'ora.
Ma nonostante tutto la sua mente è rimasta sempre lì, un unico pensiero la
occupa e non è la partita imminente contro la Francia ma un viso che lui
conosce bene, una voce che non riesce più a togliersi dal cuore… un nome
che è scritto a lettere grandi e ben visibili dentro di lui: Taro.
Il suo desiderio di rivederlo dopo dieci lunghissimi mesi è così grande
che, quando sente la sua voce che lo chiama non si volta nemmeno,
pensando a un'altra delle sue allucinazioni… si volta con il pallone al
piede e… va quasi a sbattere contro un torace solido come la roccia, alza
gli occhi stupito e quello che vede lo fa ammutolire: " Taro… ma
allora sei tu.. non è un'allucinazione…"
Si rende vagamente conto di quello che ha detto e di cosa questo implichi ma
non riesce a memorizzarlo nella sua mente, le braccia lungo i fianchi, la
bocca socchiusa e gli occhi spalancati.
E' Taro il primo che si muove a annulla la brevissima distanza fra loro
abbracciandolo di slancio.
" Tsubasa… finalmente insieme… che gioia amico mio…"
Lui fa cenno di sì con la testa, gli occhi chiusi e le labbra serrate per
impedire a quel nodo assurdo di sciogliersi e di fare così una figura
ancora peggiore di quella appena fatta.
Si ritrovano seduti sulla stessa panchina di prima, la più nascosta ad
eventuali occhi indiscreti, tranquilla e così stranamente intima da
consentirgli di rilassarsi completamente.
Il braccio di Taro è appoggiato dietro le spalle dell'amico, con le dita
arriva a sfiorargli i capelli, si sente così felice e in pace con se
stesso… la luce che gli illumina lo sguardo dà a tutto il volto una
bellezza diversa, più matura, adulta… Tsubasa si rende conto che non
riesce a staccargli gli occhi di dosso, non se lo ricordava così bello, di
lui conservava la dolcezza del suo sguardo, l'indulgenza delle sue parole,
il calore dei suoi abbracci… adesso invece è consapevole anche della sua
intensa bellezza e questo lo spaventa ancora di più.
Nessuna ragazza lo ha attirato a sé in quel modo, di nessuna ha notato la
bellezza del profilo, la luminosità dello sguardo, la morbidezza dei
capelli… nemmeno con Sanae… e soprattutto con nessuno ha provato il
desiderio così struggente di perdersi in lui .
Devo essere impazzito, non c'è alcun dubbio.
" Ti ha detto Genzo dove trovarmi? "
Chiaramente quello che dice è completamente diverso da quello che pensa,
riesce ad avere ancora un po' di controllo su se stesso… anche se non sa
fino a quando.
" Certo, l'ho incontrato nell'atrio dell'albergo e mi ha letteralmente
buttato fuori per venirti incontro.
Ha detto che sono giorni che mi stai aspettando e che siamo addirittura in
camera insieme dietro tua espressa richiesta…"
" Che linguaccia… un giorno o l'altro gliela taglio " dice
divertito Tsubasa, sa che Genzo vuole soltanto aiutarli ma lui non è ben
sicuro di voler essere aiutato, non sa ancora cosa vuole né perché adesso
è così felice di essere lì, seduto su quella panchina accanto al suo
migliore amico che gli accarezza una spalla, leggero, delicato e… caldo…
molto caldo.
" Mi siete mancati così tanto… tutti voi ma , più di tutto mi è
mancato il Giappone, i suoi colori, la sua luce, la sua gente… anche se
sono anni che giro il mondo con mio padre non mi sono ancora abituato ad
essere lontano dalla mia terra…"
rimangono a parlare ancora a lungo, dimenticando completamente il resto del
mondo, l'appuntamento per la colazione alle otto e gli allenamenti delle
otto e mezza.
Tsubasa si beve avido ogni suono che esce dalla sua bocca, ogni parola,
racchiudendola nel suo cuore e facendone tesoro per quando se ne andrà di
nuovo…no… non devo pensare a quando il torneo finirà e noi ci
divideremo… cosa farò dopo?
Il suo sogno di diventare un campione del mondo si sta avverando, uno dei
più grandi club di calcio europei lo ha notato e lo vuole fin dal prossimo
campionato.
Il calcio brasiliano è pieno di fantasia e di passione ma il calcio europeo
è tecnica pura e sa che imparerà molto anche da loro… però adesso tutte
queste cose sono lontane, non riesce più a sentirle sue, ad amarle in
maniera assoluta.
Perché… perché nel suo cuore c'è un'altra persona… Taro.
"Come… come hai detto?"
Tsubasa guarda il suo amico frastornato, la rivelazione che ha appena fatto
l'ha lasciato completamente annichilito, svuotato, senza forze.
Taro sorride con dolcezza, sa cosa stà passando per la testa del suo
compagno.
Oh si, lo sa bene, visto che l'ha passato anche lui prima di decidere di
accettare la convocazione della nazionale e di rivederlo.
Rivederlo essendo pienamente consapevole che Tsubasa è tutta la sua vita,
non più il calcio o per meglio dire non solo… quel testone seduto accanto
a lui è diventato il padrone dei suoi pensieri e dei suoi sogni più
intimi, sconvolgendogli la mente e il cuore.
Era pronto a ricevere un suo rifiuto, sapeva che sarebbe stato contento di
rivederlo ma non era sicuro che ricambiasse i suoi sentimenti… ed invece
Genzo con le sue mezze allusioni gli ha aperto il cuore alla speranza…
speranza che sta diventando certezza alla vista degli occhi confusi di
Tsubasa, del suo corpo proteso verso il suo, della testa appoggiata
alla sua mano quasi inconsapevolmente.
"C'è una cosa però che mi è mancata più di ogni altra.
Anzi, una persona… non vuoi sapere quale?"
Avvicina il viso al suo ulteriormente, osservando ogni lineamento, ogni
minima espressione di quegli occhi caldi come cioccolata.
Non aspetta una risposta, continua con voce appena rauca, unica cosa che
tradisce la sua profonda emozione: "Sei tu Tsubasa.
Mi è mancata la tua voce che scherzava con me, i tuoi occhi che mi
cercavano in continuazione, il tuo corpo accanto al mio sul campo di
calcio… le tue emozione che riuscivo a leggere così facilmente nel tuo
sguardo limpido e sincero.
E appassionato.
Perché solo io so la passione che si nasconde dietro la tua bravura.
Dietro i tuoi modi sempre perfetti e la tua calma innata, quella passione
che voglio soltanto per me."
Tsubasa chiude gli occhi lasciandosi riempire da quelle parole, da quella
dichiarazione d'amore.
Sa che finche vivrà nessuno riuscirà mai più a parlare così al suo
cuore.
Nessuno lo amerà così, in questo modo assoluto e totale.
Sente la mano del suo compagno che sfiora la sua aspettando una sua
reazione, lo sente trattenere il respiro, teso, quasi spaventato da un
suo rifiuto e, all'improvviso, sa che il suo cuore ha già deciso.
Non ha scelta.
Taro crede di avergli dato una possibilità di scelta, in realtà lui non ne
ha nessuna
Non l'ha mai avuta.
Gli stringe la mano, forte, palmo contro palmo.
Si fa riempire dal suo calore e apre lentamente gli occhi.
Quelli ansiosi e dolcissimi di Taro lo stanno osservando e a lui non sono
mai sembrati più belli di così.
" Lo sai perché soltanto tu hai scoperto la mia passione?
Perché è solo con tè che riesco ad esprimerla.
Ed è sempre stato così.
Sei l'altra parte di me stesso.
Quella che mi completa.
E lo sei sempre stato"
Alza una mano fino a sfiorargli la nuca, affonda le dita nella seta dei suoi
capelli e lo sente trattenere un gemito.
Lo attira contro il suo viso lentamente, dandogli la possibilità di
allontanarsi… ma Taro non si allontana, non ci pensa assolutamente.
Si sfiorano le labbra con un bacio dolcissimo, che sa di miele… miele
dorato e profumato.
Tsubasa apre un po' le labbra e Taro ne approfitta per infilare dentro la
sua lingua.
Gli esplora la bocca dapprima con titubanza… poi, alla risposta
appassionata del suo compagno approfondisce il bacio con un gemito profondo
che nasce dal fondo della sua gola.
Se ne vanno dopo un'ora di baci, di carezze dolci e appena accennate.
Di farsi scambiate a fior di labbra.
Incuranti della gente che stà passando e che potrebbe notarli.
Due ragazzi seduti in una panchina appartata.
In pantaloncini e maglietta, l'uno fra le braccia dell'altro.
Sotto il cielo bellissimo di una splendida Parigi.
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