DISCLAIMERS i personaggi nn sono suoi...a parte taro ke è il mio amore...

Più grande che c'è

di Parsifal

Parte 1/2 + Epilogo


" Tutto qua? E tu sei così schifosamente teso e intrattabile perché Taro non è ancora arrivato?"
Genzo guarda Tsubasa come se fosse improvvisamente impazzito, cosa che tutti gli altri compagni di squadra stanno effettivamente pensando visto la tensione evidente del loro capitano in questi ultimi giorni.
" Pensavamo che fosse il cambiamento di clima, oppure il fuso orario e abbiamo cercato di comprendere… ma accidenti Tsubasa… in questi giorni sei assurdamente impossibile e…"
Oozora alza le mani in segno di resa, sul viso una smorfia che assomiglia vagamente a un sorriso " ok, ho capito, non c'è bisogno che esageri, lo so che sono stato un po' intrattabile in questi ultimi giorni…" allo sguardo scettico del suo amico scuote le spalle rassegnato; " e va bene… diciamo che sono stato uno stronzo di prima categoria… va bene?"
Genzo fa un sorrisino ironico e si sistema meglio il berretto calandosi la visiera fino a coprirsi gli occhi, poi si rilassa sulla panchina del parco dove Tsubasa va ogni mattina, alle sei in punto, per correre e dribblare tutti quei poveri alberi .
Stamattina gli ha fatto la posta e, dopo aver messo la sveglia alle sei meno un quarto, ha atteso al varco quella dannata testa dura di Tsubasa per corrergli dietro, bloccarlo in un posto tranquillo senza orecchie indiscrete tra i piedi, e obbligarlo a sputare il rospo.
Rospo che lui conosce benissimo tra l'altro.
Sa bene che non è tutto qua, c'è dell'altro, ne è sicuro… lo ha osservato bene in questo ultimo periodo e sa che non può sbagliarsi… lo costringerà ad ammettere il perché la mancanza di Taro lo rende così dannatamente nervoso, intrattabile…ecc…
Dopo sarà un po' meno perfetto forse… ma così dannatamente umano accidenti.
" Doveva arrivare due giorni fa e non si è ancora fatto vivo e nessuno mi dice niente… in fondo sono il capitano e ho il diritto di…"
ma Genzo lo interrompe con un gesto secco della mano: " Scusa se non scatto sull'attenti capitano ma stò cadendo dal sonno e non ci farei proprio una bella figura…"
Tsubasa lo guarda stupito… è la prima volta che il suo amico gli parla così… poi scuote la testa con un sorriso finalmente sincero, appoggia i gomiti sulle cosce e scuote la testa con rassegnazione: " sono stato proprio così idiota, eh…"
" eh… ci sei quasi… ancora un giorno e ti avremmo affogato nella Senna…"
Genzo sorride quasi con dolcezza… non ci può far niente… vuole troppo bene a quel testone di Oozora: "e adesso cosa ne dici di dirmi il vero motivo del tuo malumore?
E non rifilarmi la storiella di prima per favore…a quest'ora e a stomaco vuoto per di più…"
Un sospiro allarga il torace di Tsubasa che cambia di nuovo posizione appoggiandosi alla panchina e alzando gli occhi verso il cielo azzurro e terso di questa meravigliosa giornata d'Aprile.
" E' veramente bella Parigi, non me la ricordavo così… anzi, devo dire che non me la ricordavo proprio… forse dipende dal fatto che quando siamo venuti qui eravamo così piccoli…" lascia la frase in sospeso e Genzo sorride ironicamente: " piccoli certo… avevamo soltanto quattro anni meno di adesso…non è che a diciassette anni siamo molto più grandi…" e soprattutto tu pensavi soltanto al pallone… mentre invece adesso nella tua mente c'è qualcun altro che sta disputando la tua attenzione pensa divertito, ma si guarda bene dal dirlo ad alta voce.
Tsubasa continua con un leggero sorriso, come se stesse pensando a voce alta; "anche quella volta Taro è arrivato in ritardo ma non ero affatto preoccupato, ricordo chiaramente la gioia che ho provato quando l'ho incontrato…da che io ho memoria lui è sempre stato presente e vivo nei miei pensieri.
Anche quando era a studiare in giro per l'Europa con suo padre non passava un giorno senza che io pensassi continuamente a lui, a quello che stava facendo, a cosa stava pensando… ogni vittoria era più completa se avevo lui al mio fianco…" 
si interrompe improvvisamente, consapevole dell'importanza delle sue parole, guarda Genzo, smarrito e lui gli fa un sorriso
d'incoraggiamento, continua con voce insicura: "ma è normale tutto questo se lui è un amico, no? 
Cioè…lui è un mio caro amico, come tè del resto…abbiamo condiviso così tante cose insieme e io…io…"
" Taro è un'altra cosa.
Io i tè siamo amici, sei il solo che si azzarda a dirmi cosa devo fare e non si becca un pugno nel naso.
Del resto io sono l'unico che si permette di parlarti come se tu fossi ancora il mocciosetto piccolino che mi sfidò quel lontano giorno con un'incoscienza fuori del comune.
Con Taro è diverso perché "Lui" è diverso per tè.
E lo è sempre stato."
Tsubasa chiude gli occhi e rivede il viso dolcissimo del suo amico.
Gli occhi scuri ed intensi, dove trovava sempre comprensione e affetto, la bocca sempre pronta al sorriso, mai tesa né arrabbiata.
Quei lineamenti che conosce così bene e che vorrebbe rivedere ancora una volta davanti a sé.
Subito.
Con un'urgenza preoccupante, che non ha mai cercato di analizzare.
Genzo si alza in piedi, gli ha messo finalmente davanti agli occhi i suoi reali sentimenti per il loro amico, adesso se ne va, deve finire quello che lui ha incominciato e deve farlo da solo.
Non è facile accettare un sentimento del genere e capire che la tua vita non è più completamente "tua" ma di qualcun altro. 
Che i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, persino i tuoi comportamenti sono influenzati dalla presenza di un'altra persona… dargli tutto quel potere su di tè può essere devastante.
O meraviglioso.
A seconda dei casi.
Se poi quella persona è il tuo migliore amico… allora il tutto diventa ancora più difficile.
Ma lui sa che Tsubasa ce la farà.
Ha fiducia in lui.
Altrimenti è sempre in tempo a riempirlo di pugni.


 
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