Today is Ria Day...buon compleanno Ria!!!




Pianeta rosso

di Hymeko


Non era lontana, la salvezza…poche decine di passi sopra di lui, da coprire ondeggiando sotto la furia del vento, che s'era scatenato in tutta la sua potenza…e quella sabbia che lo frustava, senza pietà, come faceva col mondo desolato che lo circondava, non l'avrebbe più raggiunto…
Si sistemò meglio il casco, ringraziando l'ingegnere francese, che aveva inventato il sistema per il riciclo dell'aria…senza di lui, sarebbe morto da tempo, le bombole che portava sulle spalle svuotate dal suo respiro…le dita racchiuse nei grossi guanti, così spessi da annullargli il senso del tatto, passarono sulla visiera…larghe strisce pulite, interruppero il velo di sabbia che vi si era posato, e la luce filtrò più forte…
Inciampò, distratto dal pulirsi la visiera…il vento lo schiacciò a terra, col suo peso impalpabile, quell'aria gravava sul suo corpo come piombo…si puntò sui gomiti e iniziò a strisciare, offrendo al suo inafferrabile nemico meno resistenza possibile, venendo tuttavia coperto di sabbia…se non si fosse sbrigato, sarebbe diventato il primo astronauta sepolto vivo della storia…
'Non è una bella prospettiva…'
pensò, con uno strano tocco d'ironia…spinto da quel pensiero, allungò le mani una dietro l'altra, divorando gli ultimi tratti di salita, senza nemmeno tentare di ripararsi, dai sassi che gli sbattevano sul casco…era vicino, troppo vicino alla grotta per essere prudente…
Con un ultimo sforzo, rotolò all'interno della caverna che aveva avvistato da lontano, poco prima che quella tempesta si scatenasse, sulla pianura che stava esplorando…rimase disteso sulla schiena e spalancò la bocca, succhiando avidamente l'ossigeno che gli arrivava ai polmoni, fissando il soffitto dell'antro in cui s'era rifugiato…una volta di roccia scura, non molto diversa da quella della Terra, se non per gli strati di polvere rossa che il vento, nei millenni, vi aveva sospinto…voltò gli occhi verso l'entrata e vide la bufera che non accennava a placarsi, riversando la propria potenza sulla pianura indifesa…
Era davvero spettacolare…un'esibizione di potenza non paragonabile con quella del suo pianeta, su Marte tutto era…portato all'eccesso…i colori, la consistenza della terra, le lande smisurate e i monti che toccavano le stelle, modellati dalle raffiche di vento…amava follemente quel luogo.
Scosse la testa, non era il momento di manifestare la sua adorazione per quel mondo. Lembi del vento, che non voleva rinunciare a lui, riuscivano ad addentrarsi nella grotta…sospirando, diede le spalle al divertimento che la natura si stava prendendo, e si avviò alla ricerca di un posto più riparato.
'Se almeno potessi comunicare…'
I suoi compagni erano sicuramente preoccupati per lui…anche se non ricambiava la cosa, alcuni erano pur sempre suoi superiori, e qualcuno pure degno di un minimo di rispetto…se non avesse almeno tentato di farsi sentire, si sarebbe preso una gran lavata di capo…
Pigiò i tasti sul mini computer che portava sul braccio sinistro, ma subito rinunciò…era nel mezzo di una grotta, i segnali non sarebbero mai potuti uscire da lì.
'Meglio. Potrò farmi un pisolino senza essere scocc…'
Sbatté sorpreso le palpebre, mentre i suoi pensieri venivano interrotti da una luce tenue, che si rifletteva sullo schermo del mini computer…alzò gli occhi, tentando di capire se fosse un'allucinazione o meno…da molti metri davanti a lui, proveniva un chiarore…
Deglutì, mentre un brivido freddo annullava il tepore della tuta, e la paura si presentava beffarda ai suoi occhi…seviziandosi l'interno delle labbra costrinse la sua mente a rimanere lucida, e iniziò a pigiare sui tasti del piccolo pc…se erano radiazioni, era ancora in tempo per fuggire, era lì da poco non doveva aver subito troppi danni, meglio la tempesta che l'uranio…
Negativo. Il responso dei sensori era chiaro…le radiazioni erano nella norma, null'altro che la naturale radioattività del pianeta.
'Ma allora?'
Il suo istinto di autoconservazione gli urlava di girarsi, e rimanere accanto all'entrata dell'antro, e poi tornare dagli altri a fare rapporto…ma la sua curiosità lo solleticava, e l'idea di dividere con certi individui quella scoperta…non lo attraeva affatto.
Lui era il migliore, fra gli astronauti scelti per quella missione. Il migliore fra i migliori…e quel ritrovamento, qualunque cosa fosse, lo avrebbe celebrato nell'Olimpo della storia. Il mondo scientifico si sarebbe prostrato ai suoi piedi…riconoscendogli quella superiorità che ancora gli negava, spaventato dalla sua giovane età. O forse lo ghettizzava, irritato dal suo assoluto mutismo, e dall'incapacità di compiere un lavoro di squadra…
Si appoggiò a una parete e avanzò con circospezione, attento a non far rumore…non sapeva cosa avrebbe trovato, non doveva illudersi ma nemmeno scoraggiarsi…quello era Marte, il pianeta che poteva realizzare i suoi sogni!
La luce, man mano che avanzava, si faceva più intensa, ma i suoi occhi non ne risentivano, protetti dalla visiera…l'opalescenza si rifletteva sulle pareti, deformando la roccia con ombre surreali, quasi mistiche data l'incredibile situazione in cui si trovava…grazie ad essa, poteva rendersi conto di quanto si stesse rimpicciolendo il passaggio…il fondo, o una strettoia, doveva essere vicino…
D'improvviso raggiunse la fonte del chiarore…se la trovò nella parete cui era appoggiato, sulla sinistra, meno di un metro davanti a sé.
Un arco di roccia alto come lui, e a chiuderlo una barriera azzurra trasparente, macchiata di una tonalità più intensa di celeste, con riflessi dorati, su cui si rifrangevano le sporgenze della parete di fronte…ma soprattutto, una superficie viva, come se quella membrana fosse in realtà la pelle del mare, con ogni suo sospiro…che racchiudeva un tesoro inaspettato…
Un ragazzo coi capelli rossi, oltre quella barriera…in una nicchia ben illuminata, seduto su una roccia, c'era un giovane all'incirca della sua età, con lo sguardo perso in una sfera che teneva fra le mani, da cui sgorgavano fasci di luce che gli illuminavano il volto…non si era accorto della sua presenza, dei suoi occhi che lo osservavano rapiti, senza potersi staccare…semplicemente incatenati, a quella visione…
Si avvicinò con cautela, senza sapere se rivelarsi o no…sembrava disarmato, benché non potesse esserne certo…dai pantaloni color alluminio non spuntavano strane impugnature, e nella canottiera azzurra era difficile che nascondesse qualcosa…scivolò con prudenza un po' più avanti, a un lato dell'entrata, fermandosi in piena luce…non avrebbe potuto non vederlo, se avesse alzato gli occhi…attese, senza fare rumore, per non spaventarlo…cogliendo quel tempo per esaminarlo.
Era alto, più o meno come lui…le braccia muscolose, erano racchiuse in una pelle di una leggera tonalità del rame, le ciocche rosse cascavano inerti sulla sua fronte…un alieno, aveva davanti a sé un alieno che somigliava straordinariamente, a un terrestre…anzi, avrebbe potuto esserlo…
…il mondo sarebbe impazzito, per la sua scoperta.
Quasi messo sull'avviso, dallo sguardo che aveva puntato addosso, il ragazzo alzò il viso, verso l'entrata…i loro occhi si incontrarono per un secondo, in cui il tempo sembrò aver smesso di scorrere, poi…con un grido muto il rossino saltò in piedi, e schizzò verso una scaletta che lui non aveva visto, risalendola e sigillandosi una porta alle spalle.
'Sembra la parte di un'astronave…ho scoperto un'astronave aliena!'
Nel fondo del ramo della grotta chiuso dalla barriera, si ergeva un pezzo della fiancata lucida di un'astronave, con una porta piena di ammaccature, e piccoli oblò rotti…una lucetta si accese, accanto a ciò che sembrava un obiettivo, che si fissò su di lui.
Aveva due strade, davanti a sé…poteva andarsene, e tornare con gli altri, oppure…lentamente, posò una mano sulla superficie azzurrognola, che tremò al suo contatto, senza trasmettergli alcuna sensazione…spinse, e senza fatica il suo braccio la trapassò, ritrovandosi all'interno di quell'ambiente…
I sensori del pc analizzarono l'aria di quel luogo…idrogeno, ossigeno, azoto, i gas rari…batteri innocui…era molto, molto simile all'atmosfera della Terra, lì avrebbe potuto respirare…senza bombole.
Fece un passo, e senza timore attraversò lo schermo…rispetto a fuori, non c'era alcuna differenza per lui, racchiuso in quel guscio ermetico…su Marte gli dava la vita, eppure in quel luogo avrebbe potuto toglierselo…controllò ancora l'aria, e i risultati furono gli stessi…solo la sua paura, era da superare…tutto ciò che gli era stato insegnato, doveva gettarlo al vento e andare contro la logica stessa? Togliersi la tuta da astronauta…su Marte?
Lanciò uno sguardo alla porta oltre cui era scappato il ragazzo, più spaventato di lui…di certo lo stava osservando, aspettando una sua mossa…togliersi la tuta, la sua protezione, sarebbe stato un gesto di fiducia, e una dimostrazione di buone intenzioni…
Decise…non poteva perdere quell'occasione…col sudore che gli colava lungo la schiena, aprì il fermo del casco, trattenendo inconsciamente il respiro.
Sussultò, quando l'aria entrò con un sibilo, mischiandosi…con delicatezza lo sollevò, appoggiandolo a terra, accanto a una roccia…e finalmente espirò, per poi inspirare di nuovo.
L'aria era perfettamente salubre, genuina e neppure stantia.
'Incredibile…'
Respirò varie volte a fondo, calmando i brividi che gli si inerpicavano lungo tutto il corpo…con fatica, si tolse i guanti, e li gettò a terra accanto al casco, presto raggiunti dalla cuffia, che gli teneva scostati i capelli dalla fronte…una cascata di fili d'ebano coprì il suo sguardo, prima che lui li spostasse con uno sbuffo stizzito.
Tenendo sotto controllo la porta, si spogliò dal resto, ammucchiandolo contro la parete, e osservandolo con sguardo critico…per forza era scappato, quella tuta era spaventosa, soprattutto il casco dalla visiera oscurata, che impediva di guardare in viso chi ci fosse all'interno…non dava proprio un'impressione rassicurante…
Un rumore alle sue spalle lo fece voltare…la porta era aperta, e sul primo gradino c'era l'alieno, gli occhi indecisi su di lui, e le labbra socchiuse in un ansito represso…
…nulla si mosse, nessun suono fu prodotto.
Il moro lo fissò per un attimo, incredulo di quanto potesse sembrare forte e fragile assieme…la sua mente ragionava a velocità folli…probabilmente lo vedeva come un invasore, doveva fare attenzione a non irritarlo…con prudenza, per non spaventarlo, si allontanò dalla sua tuta, seguito da quegli occhi castani, spalancati dallo sbigottimento…si fermò accanto alla pietra, dove prima l'altro era seduto a guardare nella luce, con le mani alzate sperando che, nella sua cultura, non fosse un segno di minaccia…
Il suo piede sfiorò una piccola sfera nera, abbandonata nella sabbia…si chinò a raccoglierla, senza interrompere il contatto fra i loro occhi, poi la ripulì e la poggiò sulla roccia, perché non rotolasse ancora a terra…chiedendosi inconsciamente di che materiale fosse fatta…
L'alieno scese fino in fondo, dirigendosi verso la sfera nera…si muoveva esattamente come avrebbe fatto un terrestre cauto, interrompendo i passi con soste improvvise, e muovendo i piedi per fare il minimo rumore possibile…i suoi occhi spesso saettavano verso la scala, quasi ad assicurarsi che lui non l'avesse fatta in qualche modo sparire…
Le loro immagini si riflettevano nel globo corvino, deformate dalla curvatura dell'oggetto…titubante, il giovane dai capelli rossi la prese fra le dita, con un fremito…forse impaurito, di posare la pelle su qualcosa toccato da uno straniero…la sfera svettò lucida fra i suoi polpastrelli, prima di scivolare nel suo palmo, dove fu stretta con forza, quasi potesse così cancellare ogni paura…
Nel silenzio, non accadde nulla…l'alieno riaprì la mano e si fissò la pelle, intatta…non una smorfia lo sfiorava, anche l'incertezza sembrava esser scemata…i suoi occhi tornarono sul volto dell'intruso, alle sue mani ancora alzate…e d'un tratto la curiosità vi brillò, una nuova vita era entrata a far parte del suo ristretto mondo…in un modo che l'altro conosceva bene, si morse le labbra, e avanzò piano finché non furono uno di fronte all'altro…poi imitò il suo gesto e alzò entrambe le mani, posando i palmi su quelli dello sconosciuto.
Due pelli, calde e lisce…il contatto durò solo un attimo, prima che entrambi si staccassero, come scottati anche se non lo erano…il moro si passò un braccio sugli occhi, incredulo…l'aveva toccato, un alieno lo aveva toccato, lui che mai aveva permesso agli altri di avvicinarsi…eppure il perché lo sapeva, voleva essere il primo a testimoniare cosa si provasse, a entrare in contatto con un essere di un altro mondo…e il primo cui avessero mai sorriso…
L'alieno…gli stava sorridendo timidamente…
'Proprio a me doveva capitare?'
Tese i muscoli delle guance, in una smorfia il più dolce possibile…non era abituato, a farlo…e soprattutto era troppo occupato, a chiedersi come potesse essere possibile, che le loro abitudini si assomigliassero tanto…
Sobbalzò, quando l'altro si spostò, tornando a sedersi sulla roccia…il suo sguardo nocciola non si staccava da lui, misto a confuzione…forse non capiva perché non si fosse ancora accomodato…scuotendo la testa, il moro si accoccolò di fronte a lui, rimpiangendo i comodi sedili del loro modulo abitativo.
'E ora?'
Non era la persona giusta per un simile compito, lo sapeva…non era portato per le relazioni interpersonali, quello era un lavoro che lasciava volentieri agli altri…ma era solo, lì, e in più l'alieno sembrava parecchio deluso, dal fatto di essere l'unico a prendere iniziative, per comunicare…doveva solo sforzarsi e tirar fuori la voce, lo sapeva che non era difficile…
"Kaede…"
disse, indicandosi.
Le iridi castane scintillarono, riempiendosi di luce come la sua espressione, quando lo sentì parlare, per la prima volta…per lui, probabilmente il suo nome non aveva senso, ma il moro non vi badò.
"…Kaede Rukawa"
ripeté, battendosi un indice contro il petto.
"K-K-K…"
L'altro scosse la testa, dopo aver provato a ripetere quei suoni…non facevano parte della sua abitudine, non sarebbe riuscito a riproporli in fretta…
Senza capire, Rukawa lo vide avvilirsi…era naturale che al primo tentativo fallisse, era anzi strano, che pensasse di farcela…
"Non preoccuparti, è normale non farcela subito…"
Di tutte le frasi che poteva dirgli, quella era abbastanza banale, ma l'importante era che lo sentisse parlare…
"…ce la faremo presto…dimmi il tuo nome"
'E come potrebbe, se non capisce ciò che gli dico?'
Scosse la testa, con stizza…non avrebbero fatto passi avanti così, chissà quanto tempo ci sarebbe voluto, prima di poter minimamente comunicare…avrebbe dovuto condividerlo con altre persone, mentre lui era solo suo, lo voleva per sé era una sua scoperta…gli apparteneva, era sua quella gloria…
Se lo ritrovò inginocchiato davanti, senza accorgersene, perso com'era nei suoi sogni…represse un sussulto, e si concentrò sui suoi occhi…potevano comunicare solo con lo sguardo, e nel suo leggeva titubanza, esitazioni profonde che li coinvolgevano…e voglia d'agire…
"Cosa c'è?"
Averlo così vicino gli faceva uno strano effetto…certo, lo considerava suo però…sarebbe stato meglio a una certa distanza…in fondo, appartenevano a due pianeti distinti…
Non faceva parte del suo comportamento abituale, però nemmeno quella situazione era del tutto consueta…cacciò un grido, quando il rossino appoggiò una mano su un suo polso…con uno strattone si liberò, balzando lontano, strofinandosi la pelle…l'alieno lo guardava a bocca spalancata, con un dolore negli occhi che non credeva poter causare, in uno che aveva appena conosciuto…
"S-Scusami…è successo tutto troppo in fretta…"
Lo vide abbassare gli occhi, e sospirare…maledicendosi, si ricordò che non si capivano, per quel che ne sapeva l'altro poteva pensare che l'avesse insultato…
"N-No"
Si stava rialzando, per allontanarsi…non poteva perderlo così, era un inizio, doveva fargli provare fiducia in lui o non sarebbe mai riuscito ad averlo in esclusiva…si inginocchiò accanto a lui e gli posò le mani sulle spalle, tenendolo giù, nella morbida sabbia rossastra…
Si sentì maledettamente in colpa, quando l'alieno gli sorrise di nuovo…
Scosse la testa, non era con gli scrupoli che si diventava il migliore, ma con la determinazione e una buona dose di coraggio…
"Scusami"
ripeté, giusto per fargli sentire la sua voce, calma…
L'altro gli rivolse un nuovo sorriso, colmo di dolcezza e comprensione…anche lui, probabilmente, capiva di aver agito un po' avventatamente, e aveva già perdonato la sua reazione…scatenandogli nuovi sensi di colpa…gli sembrava così…puro, rispetto a lui…
'Non farti ingannare non lo conosci potrebbe essere un serial killer fai attenzione'
Eppure, sapeva che non aveva nulla da temere, da lui…alzò le mani, perché le vedesse, poi le posò sui suoi polsi, stringendoli con fermezza…l'alieno piantò gli occhi nei suoi e attese, senza spostarsi, né rabbrividire…Rukawa gli sollevò le mani e se le portò al volto, racchiudendoselo fra i suoi palmi, abbandonandosi a lui…
…le dita rimasero ferme un secondo, poi iniziarono a vagare sulla sua pelle, studiando i suoi lineamenti, assaporando soprattutto la consistenza delle sue labbra…
Si sentiva bruciare…nessuno l'aveva mai toccato in quel modo, nemmeno i suoi genitori, da quando era un po' cresciuto…gemette quando iniziò a massaggiargli gli zigomi, morbidi e sodi sotto i suoi tocchi…lo trovava piacevole, incredibilmente piacevole, proprio lui…godeva nel farsi toccare, e perdersi in quelle carezze timide…
…protestò un attimo, quando l'altro smise. Ma la sua protesta morì, quando sui suoi polpastrelli nacque un tenue bagliore…che avvicinò alla sua fronte.
Rukawa si irrigidì, rifiutando il contatto…aveva dei poteri paranormali, non sapeva di che natura ma voleva usarli su di lui.
Non pensò un secondo, alla possibilità di studiarli.
La sua mente scacciò i ricordi delle sue mani, e si concentrò sul presente, sul possibile pericolo…poteva ucciderlo con quella luce?
Non lo sapeva…forse neppure l'altro era in grado di prevedere le conseguenze, non appartenevano allo stesso mondo…doveva allontanarsi, dirgli di no, fargli capire che non voleva…
…però il ragazzo di fronte a lui avrebbe potuto fargli del male, prima, mentre si lasciava accarezzare…avrebbe avuto tutti i momenti che voleva, ma non aveva fatto nulla, preferendo che lui fosse consapevole…e il suo cervello perdeva colpi, ogni volta che lo vedeva sorridere…
"…sì"
mormorò, anche se era inutile…socchiuse gli occhi e gli tese il volto, affondando le unghie nella sabbia ma offrendosi senza difese, a lui…
Dita tremanti si accostarono alla sua frangia, e la scostarono con riverenza, lasciando scoperta la fronte…il moro lo vide deglutire, mentre osservava il suo viso completamente libero, da quel velo che lo schermava…pensò anche di averlo visto arrossire, ma i polpastrelli che si posarono sulla sua pelle, e soprattutto la luce che irradiavano, lo distolsero in fretta da quei pensieri.
Non accadde nulla, non sentiva nulla, tutto era soffocato dall'ululare del silenzio, annegato dal sudore che aveva ripreso a bagnargli la schiena…il rossino lo guardava, in cerca di una conferma…lui annuì e sperò che fosse il gesto giusto, poi chiuse gli occhi e si abbandonò al fato.
Lo vide nella sua mente…o forse lo sentì…quel suo sorriso, luminosissimo…tese il corpo e vi si immerse, avvolgendosi in quella luce per un attimo d'eternità, godendo dell'abbraccio in cui s'era racchiuso…poi tutto finì.
"S-Stai bene?"
"Sì"
mormorò, un po' spiaciuto per l'interruzione del contatto.
"Vuoi che ti aiuti ad alzarti?"
"No, ce la faccio"
rispose, sedendosi con uno sbuffo sulla roccia.
Poi capì, e saltò in piedi:
"Allora tu parli la mia lingua!"
L'alieno si alzò, ridacchiando:
"Adesso sì…l'ho presa da te"
Il moro non capì, ancora distratto…l'immagine del suo sorriso nella mente, e la sua voce…
"D-Da me?"
"Sì, sono entrato nel tuo…cervello…no, non preoccuparti…"
quando lo vide sussultare sorrise, quasi riconoscendo in esso ciò che lo faceva calmare…
"…mi sono limitato solo all'area che padroneggia il linguaggio, alle conoscenze grammaticali e lessicali…non ho guardato nulla della tua vita, Kaede Rukawa"
"A-Ah…"
Per la prima volta, era stupito…le meraviglie del cosmo lo avevano esaltato, ma quello…era troppo. Anche se una parte di sé aveva tirato un sospiro di sollievo, quando gli aveva detto di essersi limitato alla lingua, e di non aver sbirciato nei suoi pensieri, soprattutto quelli che lo riguardavano…
"C-Chi sei?"
L'alieno dai capelli rossi esitò, un attimo:
"Nel vostro idioma…Hanamichi Sakuragi"
si interruppe pensoso, soppesando quei suoni…
"Sì, è questo il mio nome"
concluse soddisfatto.
"H-Hanamichi Sakuragi…da dove…vieni?"
"Io…dall'altra parte di questa galassia, siamo venuti a esplorare questo lato per scoprire se vi esistesse la vita. Certo, non avremmo mai potuto prevedere, di scovare qualcuno tanto simile a noi…chissà come mai"
annotò, scrutandolo incuriosito…
'Un alieno…un vero extraterrestre…'
Rukawa si pulì gli occhi, tentando di dare ordine alle proprie domande…
"Hai parlato al plurale…c'è qualcun altro con te?"
Gli occhi di Hanamichi si rabbuiarono, mentre sfuggivano verso l'astronave…
"Sono morti, molto tempo fa…"
"Ah…scusami"
L'altro scosse la testa, abbassando un po' le spalle:
"Non fa nulla, non potevi sapere…sono morti tutti per un guasto, mentre sorvolavamo questo pianeta…ho affidato i loro corpi allo spazio, come vuole la nostra tradizione, poi…pensavo di riuscire a tornare a casa ma il danno era più grave del previsto, e…sono precipitato qui"
gli confessò, spontaneamente…quasi sopraffatto, dal desiderio di condividere quelle verità, con qualcuno.
"Ah…è molto che sei qui?"
"Un po'…"
rispose il rossino, senza indugiare troppo sulla cosa.
"…e tu, chi sei?"
"Io…Kaede Rukawa…siamo venuti dalla Terra, il primo pianeta più interno rispetto a questo"
Hanamichi annuì, invitandolo a continuare…
"Stavo esplorando la pianura, quando si è scatenata una tempesta di sabbia…mi sono infilato in questa grotta cercando riparo, e addentrandomi…ho visto la luce…e mi sono avvicinato"
"Sei stato coraggioso…"
fu il suo commento, ammirato…ma l'altro scosse la testa, senza voglia di essere lodato:
"Non ho fatto nulla di speciale…e mi scuso, se ti ho spaventato…"
accennò alla tuta accasciata a terra…e di nuovo, sentì qualcosa scorrergli dentro, più violento di una cascata, quando il ragazzo seduto davanti a lui sorrise…
"È un rivestimento per sopravvivere su questo pianeta, vero? Ma i nostri non sono tanto rozzi…"
Rukawa inarcò un sopracciglio, mentre Hanamichi avvampava, rendendosi conto della gaffe:
"Scusa scusa…"
"Non fa nulla…per voi, noi dobbiamo essere molto indietro…"
"In effetti…"
Si guardarono un attimo in silenzio, poi Hanamichi scoppiò a ridere, piegandosi in due…mentre il moro si limitò a sorridere, confuso…non capiva cosa stesse succedendo, aveva deciso di tempestarlo di domande scientifiche e invece era lì che parlavano di sciocchezze…perché?
"Cos'è quella sfera nera, che ho raccolto prima?"
esordì, deciso a ritornare a tutti i costi nel suo ruolo di conquistatore…
"Quella? Serve per captare i vari tipi di onde che giungono sul pianeta…soprattutto dal vostro"
svelò, con una strizzatina d'occhio…
'Ha assimilato da me anche quel comportamento, o l'aveva già, in sé?'
"Ma come possono arrivare fin qui, sotto la roccia?"
chiese invece, limitandosi alla parte scientifica…indagare l'animo non faceva per lui, nonostante la curiosità che provava…
"C'è una piccola antenna che spunta dal terreno, le intercetta quella, e poi le fa rimbalzare alla sfera. Però è danneggiata, riesco a vedere le immagini ma non mi arriva il sonoro"
"E cosa stavi guardando?"
"Non so, era una cosa tutta colorata, con ragazzi che si rincorrevano, passandosi una palla arancione e facendola sbattere per terra, prima di lanciarla verso un anello con una rete, appeso a un tabellone…ma i colori non erano reali, sembrava una cosa inventata…"
"Sarà stato un anime"
borbottò fra sé Rukawa, tentando di visualizzarlo.
"Cioè?"
"Una storia inventata, mandata in onda per far passare un po' di tempo…ma il gioco esiste sul serio, si chiama basket"
Gli occhi di Hanamichi brillarono, mandando di nuovo in tilt il suo ruolo di scienziato…
"E tu sai…giocarci?"
"Sì"
"Mi piacerebbe molto provare con te, allora"
"Ti insegnerò, se vuoi…"
"Non ne ho bisogno! Ho imparato tutto guardando, sono un genio io!"
"Idiota"
sbuffò l'altro, con un ghigno spontaneo sul viso.
Hanamichi sbatté gli occhi, cercando nella mente il significato di quella parola…poi scattò in piedi, agitando i pugni verso di lui:
"Ma come ti permetti? Stupido volpino!"
"Volpino?"
"Sì da noi sono animali infidi e bugiardi! Andrebbero tutti usati per far pelliccia!"
"Idiota!"
"Volpaccia!"
………
Rukawa sospirò piano, senza difficoltà nonostante il capo di Hanamichi posato sul suo petto, il volto rivolto verso di lui, che lo guardava…avevano fatto a botte, s'era picchiato…con un alieno.
Rispose al suo sguardo, spostando una ciocca che gli stava per finire in un occhio…nonostante si fosse appena menato con lui, non voleva che qualcosa lo infastidisse…e in fondo, le loro non erano state botte vere, solo giochi un po' forti per toccarsi, per esaminarsi senza imbarazzo, senza che sembrasse un vero esperimento…un modo per unirsi, per fare una completa conoscenza, per avvicinarsi realmente all'altro…le barriere, fra loro, erano state abbattute, erano…vicini.
"Che cosa c'è?"
Il rossino s'era rabbuiato, interrompendo il contatto col suo sguardo, e afferrando un lembo della sua maglia…
"Prima hai parlato al plurale, hai detto che siete venuti qui… quindi hai dei compagni…che saranno preoccupati per te, ormai la tempesta sarà finita…dovresti andare"
Ma quelle parole contrastavano coi suoi veri pensieri, persino lui, che era definito un freddo congelatore, lo capiva…eppure non sapeva esattamente come comportarsi, non si era mai trovato in una simile situazione…non aveva idea, di cosa fare…
"Anche se sei un alieno, voglio che tu stia tranquillo…non dirò nulla agli altri, di te…"
Le dita che gli stringevano la maglia si irrigidirono, artigliandogli piano la pelle…Rukawa ebbe la sensazione di aver detto qualcosa di sbagliato…di averlo in qualche modo deluso.
"Vado a controllare gli strumenti, diranno con sicurezza se è possibile uscire"
Hanamichi si staccò dal suo petto, e senza guardarlo, sparì oltre la scaletta, lasciandolo solo coi suoi pensieri, e una tuta da astronauta da indossare.
………
"Tutto a posto, puoi andare"
Rukawa annuì, sistemandosi il caso e sigillandolo…era di nuovo isolato da quella nicchia, che accoglieva invece Hanamichi…ci aveva messo molto a controllare, scendendo solo quando lui ormai si era infilato il copricapo protettivo, prima di chiuderlo…la visiera abbassata gli impediva di studiare bene il suo volto, ma…
…sembrava avesse pianto…
Scosse violentemente la testa, stava perdendo di vista il suo obbiettivo, era lì per studiare non per…fare nuove amicizie…quell'ultimo pensiero non aveva fatto fatica, a nascere…
"…ti va bene, se torno domani?"
bisbigliò, appoggiandosi alla barriera. Non gli sembrava…bello…presentarsi di nuovo lì, senza il suo permesso…
"…sì"
Rukawa si sentì trafitto, dall'indifferenza con cui l'altro gli aveva risposto, quasi non gli importasse, di vederselo di nuovo comparire davanti…
'Non va bene così…lui è pur sempre la strada per il tuo successo..'
ma stava mentendo e lo sapeva…
"A domani"
lo salutò, oltrepassando la sottile linea azzurra…nonostante fosse impossibile, per via della tuta, gli sembrò che fuori da quella rientranza della roccia, la temperatura fosse più bassa…
Si voltò per guardare un'ultima volta Hanamichi, ma lui era già sparito nell'astronave…colmo d'una amarezza inspiegabile, ripercorse la strada verso la base…di nuovo fra i suoi compagni, col volto che sentiva coprirsi di lividi, e un incomprensibile vuoto nel cuore, e nell'animo…
………
"Comandante Ayako, posso…parlarti?"
La giovane donna inarcò un sopracciglio, distogliendo un attimo lo sguardo dalla consolle dei computer:
"Dimmi"
Rukawa si accasciò in un sedile accanto al suo, iniziando a controllare svogliatamente dei dati:
"Come…ci si dovrebbe comportare, con una persona rimasta per molto tempo…in totale solitudine?"
"Eh?"
Ayako lo osservò, notando i leggeri lividi ma senza chiedere nulla…
"Una persona…sola da molto, come la si deve avvicinare?"
"Con dolcezza…"
Sussultò, quando il compagno sbuffò, con una smorfia…
"…facendola sentire al centro del mondo"
"Al…centro?"
Lei annuì, contenta di quell'improvviso interessamento, di lui…finalmente stava iniziando ad andare oltre la scienza, al suo obbiettivo di diventare il numero uno fra gli astronauti…
"Esatto, ma bisogna anche aprirsi a lei, perché non le sembri un interrogatorio"
"Ma…"
Rukawa strinse un po' gli occhi, pensando alle conseguenze di un simile modo di comportarsi…
"…così non si rischia di esporsi?"
"Sì…ma è questa la risposta alla tua domanda…non puoi pretendere di ricevere tutto, in cambio di nulla. Se vuoi davvero avvicinarti a una persona, devi creare uno scambio, dando visuali della tua anima…spontaneamente, senza che si sia costretti a tirarti fuori le parole di bocca, con una pinza"
"Hn…"
Si occuparono dei computer assieme, in silenzio, per qualche tempo…dalla sala della base venivano le risa dei loro compagni, ma non erano interessati ad unirvisi…per Rukawa, era il momento dell'apprendimento…per Ayako, quello di conoscere meglio il compagno…
"Com'è andata l'esplorazione? Ci hai fatti preoccupare, con quella tempesta in corso"
"Hn"
rispose lui, prima di ricordarsi delle sue parole…era una prova, Ayako lo stava sfidando ad aprisi a lei, a mettere in pratica ciò che gli aveva spiegato prima…sorrise soddisfatto fra sé, scommetteva che lei era certa non sarebbe andato oltre quel monosillabo…
"Ho trovato una grotta e mi ci sono infilato…mi sentivo al sicuro"
"Bene…"
commentò lei, con un sorriso scintillante…
"…andiamo, è ora di mangiare"
"Hn"

"Ti ho portato una cosa…"
Rukawa aprì una borsa, e ne trasse un lettore di mini disc, con vari generi musicali, dalla musica soul al country fino al pop giapponese…
"…spero ti piacciano"
Hanamichi sbatté gli occhi, come un bimbo davanti a un regalo di Natale…iniziò a tastare gli oggetti, rigirandoseli fra le mani:
"C-Che cosa sono?"
"Hn…ti faccio vedere"
In pochi minuti il rossino comprese il facile funzionamento, mascherando perfettamente la sorpresa per gli oggetti di svago dei terrestri…a Rukawa mostrava solo il suo sorriso, nonostante non sapesse che l'altro s'era accorto, che non era solare come quelli del giorno precedente…
'Per cosa si è offeso? Non capisco, non mi sembra di aver detto qualcosa di sbagliato…che si sia sentito davvero sotto interrogatorio?'
"Ho dovuto faticare un po', per sfuggire agli altri…"
buttò lì, sforzandosi per apparire coinvolgente…Hanamichi alzò gli occhi su di lui e attese, pasticciando coi tasti del lettore…
"…volevano tenermi a riposo, per via dei lividi"
Era stato lui a causarglieli…il rossino ridacchiò, senza nascondere una certa soddisfazione…
"E come mai sei qui?"
"Sono scappato"
rispose semplicemente l'altro…
"Tu sei…molto meglio di loro"
Si morse l'interno della guancia, sperando che Hanamichi non si fosse accorto di nulla…stava per dire /tu sei più interessante di loro/, quasi fosse una cosa per distrarsi un po', come quel lettore con cui stavano giocando le sue lunghe dita…
"Meglio?"
"Sì…mi sento meglio quando sono con te"
Sbatté gli occhi, tentando di capire da dove gli fosse scaturita quell'affermazione…gli era nata spontanea, sgorgata senza che il suo cervello potesse filtrarla e decidere se fosse da dire o cancellare, era sfuggita dal suo controllo…forse perché era assolutamente vera, non aveva avuto la necessità di essere verificata…
"Perché?"
La sua prova, l'aprirsi agli altri per ottenerne la fiducia…per la prima volta, non mostrava di sé solo la superficie…la profondità del suo animo sgomitava, per tirarsi fuori dalla palude d'oscurità, in cui l'aveva nascosta…
"Io…non lo so…"
ancora sincerità, davanti a quel ragazzo non riusciva a mentire…
"…so solo che con te…il vero me stesso vuole uscire…"
"Il vero te stesso?"
"Hn…non fingo, di solito, però non mi lascio nemmeno avvicinare, quindi…"
"…gli altri non ti conoscono sul serio, comunque"
"…già"
"Perché sei qui?"
Hanamichi si fece improvvisamente serio, smettendo all'istante di giocare coi fili degli auricolari, e fissando il moro con aria severa…
"…perché mi riconosco nella tua solitudine…"
confessò infine Rukawa, apprendendo lui stesso, per la prima volta, la verità.
"…perché tu riesci a spingermi a parlare, a confrontarmi con me stesso"
Il moro si portò le mani alla bocca, accarezzandosi lievemente le labbra…incredulo, per aver espresso finalmente ciò che pensava…
"Sono contento di farti quest'effetto…"
Non c'era più traccia di durezza, nel volto del rossino…solo comprensione, immensa voglia di condividere qualcosa, un segreto solo fra loro due…
"…perché anch'io desidero molto conoscerti…e farmi conoscere…da te"
Spinto da quelle parole, Rukawa si alzò e si accoccolò accanto a lui, sfiorando le cuciture dei suoi pantaloni…forse era un gesto troppo personale, ma non vi badò…
"Mi spiace per ieri…mi sono reso conto di averti offeso, in qualche modo, ma…non sono bravo nei rapporti interpersonali"
Si sentì leggero, al suo nuovo sorriso, che gli rivolse…
"Mi avevi deluso, in effetti…perché hai pensato che avessi bisogno di quella rassicurazione, ma io…l'ho sempre saputo, che non avresti svelato la mia esistenza…
"Hn"
vergognandosi, il moro evitò di guardarlo…
"Ma non fa nulla, anzi…mi fa molto piacere che tu te ne sia accorto, senza che io ti dicessi niente…significa attenzione nei miei confronti, ma non arroganza…non ti sei inventato preoccupato solo per far colpo su di me, tentando di farmi una buona impressione per qualcosa d'inesistente…"
"Hn"
Rukawa sfuggì il suo sguardo, sentendosi un po' in colpa…in fondo al suo cuore, sapeva che un deposito di sporco vi si raccoglieva, a ogni sua parola…la verità, era che era pronto a usare ogni mezzo per conquistare la sua fiducia…che ne aveva bisogno, per portarlo senza troppi intoppi a essere studiato, in un laboratorio…
…ma la gloria valeva tanto?
"Hai una bella astronave"
buttò là, indicando con un cenno il metallo lucido che faceva da sfondo, dietro di loro.
"…era bella, quando era nuova"
considerò invece Hanamichi, con voce malinconica…Rukawa studiò il suo volto solare, ma in quel momento offuscato, che fissava lo scafo senza vederlo, andando oltre…verso un tempo che non era più…
"Io penso sia splendida, anche adesso"
si sforzò di aggiungere, per distrarlo ai suoi cupi pensieri…non lo voleva triste, non gli piaceva il modo in cui certe frasi spegnevano la luce dei suoi occhi…desiderava vederla brillare, sempre…
'Altrimenti non sarà interessante, come cavia…'
si sforzò di ricordarsi, quale fosse il suo scopo…
Con un sospiro, l'altro scosse mestamente la testa, tornando a rivolgersi a lui:
"Desideri visitarla?"
Il sogno di ogni scienziato: Rukawa spalancò gli occhi, come un bimbo davanti a un albero carico di doni…avrebbe potuto visitare una nave aliena, sarebbe stato il primo a entrarvi…
Annuì, tentando di dissimulare la propria euforia…non era il momento di svelare i propri progetti, doveva ancora pensare che fosse lì perché gli importava in quanto persona, non come semplice oggetto di studio…
Hanamichi si alzò, e si pulì i pantaloni dalla polvere, prima di incamminarsi verso la scaletta…il moro lo imitò, e presto fu all'interno della navetta, nel corridoio che si faceva largo nel ventre di quel veicolo spaziale.
Non faceva freddo, al contrario di ciò che si era aspettato. Nonostante fosse completamente in ombra, la temperatura era uguale a quella dell'esterno…spostò lo sguardo al soffitto di quel budello metallico, in cerca delle prese d'aria che costituivano le vene, di quel luogo…
"Eccoci, questa è la sala comando"
La voce del rossino lo distolse dalla sua cerca…poteva rimandarla a dopo, era giunto al cervello di tutto, dove gli ordini venivano impartiti, e trasmessi al resto…il luogo che aveva visto incontrarsi gli occupanti di quel vascello, per decidere una rotta verso altri mondi…
Due schermi intatti si innalzavano davanti a loro, perfettamente curvati, svolgendosi dai lati per scontrarsi e fondersi al centro, di fronte a ciò che probabilmente erano sedili…non c'erano pannelli di controllo o consolle, nessun tasto né manopole…solo piastre di un triste grigio piombo, lucide e pulite come fossero nuove…il cervello di Rukawa iniziò ad assemblare dei dettagli, la superficie tersa dello scafo, la pulizia dei corridoi, quelle piastre…tutto era perfettamente lindo, come se il tempo non avesse lasciato traccia del suo scorrere…o come se Hanamichi fosse lì da poco…
Allungò una mano, sfiorando uno schienale…il materiale si modellò al suo tocco, prendendo la forma dei suoi polpastrelli, perché anche il solo sfiorare raggiungesse la maggior comodità possibile…
"Da quanto sei su Marte?"
domandò, schiacciato da quell'ambiente alieno…era incredibilmente più avanti, rispetto alla Terra…era una fortuna, che il popolo da cui proveniva il rossino non avesse avuto mire di conquista, o non avrebbero tardato molto a soccombere…
"Un po'…"
rispose semplicemente l'altro, con una scrollata di spalle…quasi non ne volesse parlare…
"Hn…come funzionano?"
Era come tornare indietro, il primo giorno in accademia…il paese dei balocchi, pieno di tutte le meraviglie della tecnica che aveva sempre dovuto ammirare da lontano, le poteva finalmente toccare, aprire…il moro si mordicchiò di nascosto le labbra, immaginandosi intento a smontare e scoprire tutti i segreti di quei macchinari…mentre una collezione di premi Nobel si allineava su una mensola di camera sua, accanto a tutti i trofei di basket, che aveva vinto…era il suo destino, primeggiare in tutto…
Ma il rossino ridacchiò, leggendo nel suo sguardo voglioso l'interesse per quegli strumenti…
"Lascia stare, funzionano nello stesso modo in cui ho imparato la tua lingua…non vuoi vedere il resto?"
"…hn"
Condendolo con un piccolo sbuffo, Rukawa assentì, lasciando con un pizzico di amaro rimpianto, quel luogo colmo di tecnologia fantascientifica…
Senza badare ai suoi desideri, Hanamichi lo guidò in una stanza meno austera, con uno schermo inserito in una parete e molte di quelle sfere nere, che gli aveva visto in mano la prima volta…
"La mia camera"
mormorò, sedendosi su un giaciglio attaccato a una parete.
"Hn"
Rukawa lasciò che la vista spaziasse, nel piccolo locale…oltre alle sfere, non c'era nulla che indicasse che lì ci viveva una persona…mancava tutto ciò che potesse dare un tocco di umano, poster quadri o qualsiasi cosa usassero quel popolo…
Scosse la testa: stava ragionando come un terrestre, non era detto che anche loro usassero appendere oggetti alle pareti…
"Sembri deluso"
"Hn…è solo…un po' fredda, per i gusti di noi terrestri…persino di uno come me"
"Cioè?"
Rukawa respirò a fondo, tentando di catturare un minimo del suo odore…nulla…arrendendosi, si sedette accanto a lui e, lasciandosi scappare un sospiro, lo invidiò per la comodità di quel materiale:
"Noi…mettiamo sulle pareti degli…oggetti…alcuni si chiamano poster, sono immagini molto grandi, di ciò che ci piace di più…io ne ho di giocatori di basket e di…Marte"
"Questo pianeta?"
"Hn"
Ormai Hanamichi aveva imparato a decifrare le sue espressioni…quello era di certo un sì.
"Ti piace così tanto?"
"Hn"
Il moro chiuse gli occhi, alla ricerca di qualcosa da dire…
"Mi ha sempre affascinato, mi piaceva quello splendore rosso, che vedevo dal telescopio…"
"Ah…ti piace il rosso?"
Hanamichi si alzò, per poi inginocchiarsi di fronte a lui…si prese una ciocca di capelli fra le dita e la strattonò, quasi a volersela strappare…
"Anche questo colore, ti piace?"
Tremando, Rukawa sostituì a quelle dita poco gentili le proprie, accarezzando i fili di rubino col pollice...
"A te…sta benissimo…"
mormorò, scoprendo che non era un complimento voluto, che era vero…gli donavano, quei capelli di fiamma…
"…non ti piace?"
L'altro si rialzò, scuotendo la testa…
"Troppi ricordi…"
bisbigliò, riaprendo la porta e facendogli cenno di seguirlo.
"Hanamichi?"
Il diretto interessato sussultò…non l'aveva mai chiamato per nome.
"Ti dà fastidio se ti chiamo così?"
Rukawa si accostò a lui, scrutandogli gli occhi…non vi era traccia di imbarazzo, solo…paura, solitudine, sogni infranti…
"No…ha un bel suono, con la tua voce…"
"Hn"
"…solo che…era tanto, che non sentivo qualcuno pronunciarlo"
Lentamente, il moro gli cinse le spalle con le braccia, e lo attirò dolcemente a sé…un morbido abbraccio, non stretto, così molle che non avvertiva neppure il suo cuore battere…solo un modo di fargli sentire che era vicino a lui, per mischiare il loro calore in un unico tepore…
"…che cosa c'è?"
Hanamichi scosse la testa, abbassando lo sguardo…
"Sono solo vecchi ricordi"
disse, tentando di metter fine a quella conversazione…
"Ma che ti tormentano"
insistette l'altro, posandogli la fronte contro una tempia…un gesto intimo, mai compiuto prima, che però…sapeva essere il più adatto, in quel momento…
"…vieni"
Senza attendere oltre, o forse sfuggendogli, il rossino si liberò, respingendolo e sparendo dopo un angolo del corridoio…leggermente frustrato dal suo dileguarsi, Rukawa si precipitò dietro di lui, anche un po' intimorito, nel restare solo in un'astronave aliena…quasi lo urtò, quando questi si fermò di scatto, davanti a una porta chiusa.
La mano abbronzata tremò, mentre si posava su una placca argentea…un liquido quasi solido, come mercurio, la avvolse completamente, emettendo poi un bagliore rossastro…Rukawa sussultò, e si allontanò un paio di passi, il suo istinto umano di nuovo all'erta…
"Non c'è pericolo"
Avvertendo il suo allarmarsi, il rossino tolse la mano…la porta si aprì, svelando una grossa stanza con sei lettini, ognuno sormontato da una sottile lastra di metallo argenteo, quasi la metà di un guscio…
"C-Che cosa sono?"
Lentamente, con circospezione, una mano bianchissima accarezzò il bordo di uno di essi, seguendone con delicatezza la curva sinuosa, che si snodava seguendo le immaginarie forme di un corpo…
L'altro non rispose alla sua domanda, gli occhi lontani, persi in qualche ricordo…veli di un tempo che non lo lasciava libero dalle sue maglie, oscurarono il suo sguardo…le sue mani si mossero automaticamente sul coperchio di un guscio, spingendosi poi all'interno dello stesso, quasi ne conoscesse bene ogni piega…
"Sono la mia vita…e la mia tortura…"
Inclinando leggermente la testa, il moro scosse i capelli…persino a lui, era chiaro che l'alieno stava combattendo una profonda battaglia, fra il segreto e la necessità di rivelarglisi, e la paura di farlo…si chiese come avrebbe agito Ayako, al suo posto…gli avrebbe parlato con calma, mettendolo a suo agio, facendogli sentire la propria vicinanza, il sostegno che gli avrebbe permesso di aprirsi…
…ma lui non era Ayako, e non faceva pratica da abbastanza tempo, per improvvisarsi psicologo…
"Credo che sia meglio che esca, non ti sarei d'aiuto…ti lascio solo coi tuoi pensieri, se hai bisogno di me…sono seduto vicino all'entrata"
e se ne andò, strofinandosi le braccia, la sua sagoma vacua rispecchiata sulle pareti del corridoio.
Cosa c'era, in quella stanza, da renderlo tanto inquieto? Cosa significava, quella risposta a malapena sussurrata, sulla sua vita…e la tortura? Come potevano, delle semplici macchine, condizionare a tal punto la sua esistenza?
'Forse sarei dovuto rimanere lì dentro…'
Se avesse perso un'occasione, di legarlo indissolubilmente a sé? Se dopo quell'allontanamento, l'alieno non avesse più avuto fiducia, in lui?
Se…non si fosse concesso volontariamente ai suoi studi, sarebbe arrivato a…costringerlo?
'Costringere…Hanamichi?'
La cosa lo turbava…non aveva mai avuto molti scrupoli, con le persone che gli potevano essere utili, per fare carriera.
Però…quel rossino era diverso…aveva in sé una solitudine troppo grande, un vuoto dentro che…gli ricordava un po' quello che provava lui, in rari momenti di sconforto…nessuno accanto, e la costrizione di dover affrontare tutto, da soli…in buona salute, e in malattia…
…Hanamichi forse poteva capirlo, completamente…
Si prese la testa fra le mani, tentando di annullare quei pensieri…non poteva essere così debole, non doveva lasciarsi ammorbidire da un passato, di cui non conosceva nulla…il suo futuro invece, che aveva immaginato in lunghi sogni colmi di gloria, lo vedeva bene…essere il numero uno, di tutti…senza lasciarsi intralciare da nulla, da nessuno…
Nemmeno da quel ragazzo che si era appena accoccolato vicino a lui, nascondendo il viso contro la base del suo collo?
Senza avere il potere di bloccarle, Rukawa assistette impotente alle proprie braccia che si alzavano, e lo abbracciavano stretto…avvertì le dita di Hanamichi afferrarsi alla sua maglietta, e stringerla forte…quasi non lo volesse più lasciare…
La sua testa si lasciò cadere piano, posandosi sulla nuca dell'altro…non capiva nulla, di ciò che stava facendo…quella sensazione nuova, di unione a un altro essere…non l'aveva mai provata con un terrestre, era dunque destino che per primo, a fargliela saggiare, dovesse essere un alieno?
Non era tanto sbagliata, la cosa…in fondo, da come si comportava, anche lui era una specie di extraterrestre, sulla Terra…che infine avesse trovato anche lui, una collocazione che, in qualche modo, rasentasse l'affetto per qualcuno?
Poteva nutrire affetto per un oggetto di puro valore scientifico?
No.
Ma siccome lo provava…
…Hanamichi non era più un semplice utensile per l'acquisto di fama e gloria.
'Non è giusto…'
pensò, con quello che poteva assomigliare ad un sorriso.
'…perché deve andare così?'
Perché non provava dispiacere, per aver rinunciato a lui, in quella veste?
"Cosa c'è?"
Ora che la sua mente era sgombra, dalle restrizioni della scienza, trovava quegli occhioni sgranati, un po' da cucciolo, davvero teneri…
"Nulla…ero perso nei miei pensieri"
sussurrò, aggiustandogli un ciocca ribelle…
"Ah…"
Rukawa lo sentì irrigidirsi, mentre fissava lo sguardo oltre la barriera, verso la grotta, l'unico accesso, a quel luogo…dall'espressione, sembrava essersi ricordato solo in quel momento, di qualcosa d'importante…
"…posso chiederti una cosa?"
"Quello che vuoi"
Non avrebbe nascosto nulla, a quell'anima stanca che si aggrappava a lui, in cerca di un aiuto…Hanamichi si rilassò e, preso un profondo respiro, lasciò che le parole fluissero, senza più paure…
"Cosa siete venuti a fare, su questo pianeta?"
"Hn?"
Il moro sbatté le palpebre, un po' deluso, e nel contempo seccato, per quel disappunto…cosa si era aspettato?
"Vorrei conoscere…lo scopo della vostra missione, e la sua durata"
Il sesto senso da volpino, che caratterizzava il terrestre, lo mise in guardia: e se dietro quella domanda, ci fosse uno scopo preciso? Perché, era così interessato a…
"Perché me lo chiedi?"
Colpevolmente, facendo insospettire ancora di più Rukawa, Hanamichi abbassò il volto, senza neppure tentare di nascondere, il nervosismo che lo agitava…
"…è…una lunga storia…per favore, rispondimi lo stesso, anche se…non te ne dico il motivo"
Rukawa gli afferrò gentilmente il viso, rialzandolo per guardarlo meglio…l'altro non fece nulla, per opporsi a quel gesto un po' rude, e si lasciò osservare…i loro sguardi, tenacemente incatenati, si sondarono per attimi che somigliarono a un'eternità, poi…il moro cedette, annuendo.
"Hn…siamo qui per installare una base permanente…alcuni torneranno a casa subito, altri…molto più in là. Il mio compito è di restare, sono un ingegnere meccanico…dato che la mia casa sarà questa, per molto tempo, per adesso non ho compiti specifici, devo solo ambientarmi col pianeta…"
Una luce inattesa, s'accese negli occhi di Hanamichi…che si accoccolò meglio, accanto a lui, senza staccargli le mani dalla maglietta…le mani del moro si mossero sulla sua schiena, quasi contando ogni costola…
"Sei soddisfatto?"
"Sì"
Il rossino annuì, gioioso…Rukawa lo squadrò mentre ridacchiava soddisfatto, chiedendosi cosa potesse renderlo tanto felice…sembrava perso in un ragionamento tutto suo, in cui lui non poteva entrare…si rabbuiò, leggermente ingelosito, chiedendosi il motivo per cui lo tenesse fuori dalla sua mente…il ragazzo fra le sue braccia era diventato così diverso, da quello tornato dalla stanza coi lettini…ed erano bastate solo le sue semplici parole, a trasformarlo…
"Sei…felice?"
"Sì"
Hanamichi annuì, si allungò un attimo e posò la propria bocca su quella dell'altro…
…Rukawa non sentì nulla, scioccato, relegato in una bara di ghiaccio…il tocco era leggero, delicato, per nulla invadente…solo lo sfiorarsi appena accennato, di due paia di labbra…non ebbe neppure il tempo di spingerlo lontano, che l'altro già s'era staccato…
Hanamichi inclinò la testa, spostandosi il ciuffo dalla fronte…Rukawa sembrava…no, era…pietrificato…congelato…paralizzato…gli occhi spalancati, la bocca ancora rigida…non aveva ancora detto una parola…
"K-Kaede?"
Gli sventolò una mano davanti, per farlo reagire…il moro sussultò, come si fosse risvegliato da un incubo, e scattò indietro, con un forte ansito…rendendosi conto che la sua voce aveva toccato le stesse labbra, su cui s'erano posate quelle dell'altro, si portò la mano su si esse, strofinandole con vigore…
"Ma…"
"Si può sapere perché mi hai baciato?"
Colpito da quel tono aspro, la luce che il rossino sembrava possedere, si spense lentamente, portando il ragazzo ad afflosciandosi su se stesso…
"H-Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"E lo chiedi?!"
Rukawa respirò a fondo, più calmo…aveva fatto male, ad aggredirlo in quel modo, era chiaro che il rossino teneva moltissimo alla sua approvazione, e quello scatto d'ira non era quello che ci voleva, nei loro rapporti…anche se aveva rinnegato l'idea di portarlo come trofeo sulla Terra, non avrebbe comunque rinunciato a un paio di esperimenti.
"M-Mi hai preso un po'…alla sprovvista. Sulla Terra, queste cose…"
boccheggiò, tentando di racimolare le parole adatte…
"Non si fanno?"
concluse per lui Hanamichi, a bocca aperta…e un po' deluso, notò la parte di Rukawa rimasta lucida.
"N-Non esattamente…ma le fanno solo gli innamorati!"
"Innamorati?"
Il rossino masticò piano quelle sillabe, gli occhi un po' vacui, che tentavano di trovare sul viso del moro una spiegazione…
"Sì, innamorati…cerca nella mente il suo significato"
Il volpino attese, certo che presto l'alieno avrebbe capito…
"Oh. Oh. Oooohhh!!!!"
Hanamichi si portò le mani al viso, avvampando.
"Sì. Esatto"
"Ops…"
Nonostante tutto, Rukawa non riuscì a trattenersi, dal ridacchiare un po'…era decisamente buffa, come situazione…lui, che andava a spiegare a un alieno certe cose…lui, proprio lui!
"…solo loro si scambiano baci?"
Grattandosi la testa, l'altro alzò le spalle:
"Bè, sì…in una cultura viene usato come forma di saluto, ma…è molto più breve, di come me l'hai dato tu"
"Ah…scusami, se ti ho messo in imbarazzo"
"Hn…"
con una scrollata, il moro allontanò quell'avvilimento…
"…spiegami perché…ha un significato particolare, nel tuo pianeta?"
"Sì…un bacio, come te l'ho dato poco fa, è…sinonimo di profonda gratitudine…è…"
si guardò intorno, alla ricerca di parole per spiegarsi al meglio…
"…un atto di fiducia, perché si consente all'altro di essere in condizione di farti del male, dato che potrebbe morderti le labbra…si ringrazia dimostrando tutta la stima che si prova, ecco"
"Hn…ma gli innamorati, da voi…"
Infiammandosi, Hanamichi sorrise, imbarazzato:
"Bè, anche loro si baciano…solo che il bacio è più intimo, si usa…la lingua"
terminò, più rosso dei suoi capelli…
"Hn"
commentò Rukawa, senza badare troppo al suo imbarazzo…era delizioso, di quel colore acceso…non poteva fare a meno di chiedersi, se avesse mai baciato qualcuno, da innamorato…
"Non sei arrabbiato, vero?"
Sul suo viso, misto al rossore, il moro vide una profonda paura, che lottava per emergere con la speranza, che non fosse successo nulla.
"Hn…un po' sorpreso, ma…avevo messo in conto, queste incomprensioni"
"Meno male…"
Hanamichi si rilassò, accoccolandosi di nuovo, timidamente, contro la base del suo collo…le dita abbronzate tracciarono i contorni della fossetta in cima al suo petto, massaggiando piano il punto in cui le clavicole si saldavano…
"…tornerai ancora qui, da me?"
"Sì…non ho mai pensato di non farlo"
"Bene"
anche se non poteva vederlo, Rukawa seppe che, prima di chiudere gli occhi, il ragazzo che aveva fra le braccia, aveva felicemente sorriso.
………
"…hn"
Aveva la bocca impastata, un po' secca…la schiena gli doleva leggermente, appoggiata contro qualcosa di duro e scomodo…sarebbe stato un orrendo risveglio, se non per il caldo corpo che giaceva abbandonato, contro di lui.
Rukawa si sfregò gli occhi, incredulo d'aver dormito così poco…qualsiasi cosa l'avesse costretto a svegliarsi, sperava fosse un motivo serio…o l'avrebbe preso a pugni!
Spostò lo sguardo sull'alieno, che ronfava beato contro il suo petto…e capì.
Girandosi nel sonno, Hanamichi si era spostato troppo indietro, e stava per cadere, per sbattere la nuca…con grazia, il moro gli cinse la testa con un braccio, e la schiena con l'altro, chinandosi su di lui e sollevandolo poco per volta…
Disturbato da quel movimento, l'animo del ragazzo si destò, allontanandolo dal riposo…le palpebre che racchiudevano gli occhi castani, si alzarono un po', svelando uno sguardo ancora intontito, stanco…ma che si accese in una nuova, luminosa realtà, appena lo vide sopra di sé, chinato sul suo viso, in un abbraccio colmo di premura…
Il volpino deglutì, mentre una singola goccia di sudore, passeggiava sul bordo del suo volto…quella posizione era…estremamente sconveniente, soprattutto per quelle sue labbra rosse, che si erano dischiuse per far sfuggire l'aria dai polmoni…le aveva involontariamente assaggiate, ne sentiva ancora la straordinaria morbidezza…strani pensieri facevano a gara, per conquistare il primo posto, nella sua mente…
…qualcosa gli urlava di abbassarsi, su quel volto che era steso su un suo avambraccio…i capelli sciolti sulla sue pelle, una tempia poggiata contro l'incavo del suo gomito, e quegli occhi…troppo accondiscendenti, e convincenti, per potersi tirare indietro…
"Kaede…"
"Hn"
Hanamichi staccò un attimo gli occhi da lui, voltandoli verso il mini computer dell'altro…
"…che ore sono?"
Il moro strinse gli occhi, sollevandolo un po'…voleva vedere il suo torace che si inarcava, anche se…non ne sapeva il perché.
Due capezzoli spuntarono, da sotto il tessuto della maglietta che portava…la gola di Rukawa si seccò, mentre artigliava il suo stesso ginocchio, per non spostare una mano ed accarezzarli entrambi…
…mentre si mordeva l'interno di una guancia, per non abbassare la bocca e mordicchiarli, attraverso la stoffa…
"…è importante?"
rantolò, mentre il sangue defluiva dal cervello…
"Sì"
Prima che il moro potesse fermarlo, Hanamichi rotolò via, andando a raccogliere il guanto, studiandolo corrucciato…
"Non riesco a capire come si usa, è troppo indietro, per me…che ore sono?"
Sopprimendo a stento l'istinto di tirargli un pugno, Rukawa gettò un'occhiata al display luminoso:
"Sono quasi le sette di sera"
(su Marte, il giorno dura 24h 37m e 23s; n.d.Hymeko)
'Si avvicina la notte, il momento giusto…'
non resistette a pensare, abbassando un po' la frangia e squadrando, attraverso essa, il rossino con uno sguardo molto voglioso…non capiva il motivo, eppure aveva una gran voglia che tutto tornasse, come era stato pochi attimi prima…lui, fra le sue braccia…
Strinse gli occhi, mentre la parte ancora lucida di lui, si rendeva conto di ciò che stava pensando…doveva essere scientifico!!! Non poteva lasciarsi trascinare!!!
E a giudicare dal suo pallore, Hanamichi stava pensando lo stesso, anche se per un motivo che a lui sfuggiva…Rukawa realizzò che sembrava profondamente turbato, al limite dello spaventato…
"Hanamichi…cosa c'è?"
Il rossino sobbalzò, con un piccolo grido…la voce dell'altro doveva averlo violentemente sradicato via dai suoi pensieri…
"Devi andartene!"
ordinò, gettandogli il guanto e iniziando a raccattare il resto della tuta, ammonticchiandolo accanto a lui…
"Ma…"
"Kaede per favore!"
Il tono usato, l'urgenza che vi traspariva…la preoccupazione, al limite della follia, che gli deformava il viso, l'animo terrorizzato che vedeva, al di là di quegli occhi…
"Che cosa c'è?"
"Kaede vattene!"
Hanamichi lo afferrò per un braccio, tirandolo in piedi…acciuffò la cuffietta e gliela calò sulla testa, di sbieco…
"Ehi!"
"Vai vai vai!!!"
"Hn! Adesso basta!"
Infastidito, Rukawa lo afferrò, e gli diede una scrollata…il rossino barcollò un attimo, prima di riprendersi e staccarsi da lui, respingendolo contro la parete:
"Kaede devi andare!"
"Perché! Si può sapere che ti prende?"
"Per favore non me lo chiedere vattene!"
"Ma…"
Lo sguardo blu zaffiro si spostò sulle sue mani, che si torcevano…
"Kaede è importante…"
L'altro scosse la testa, mentre una lama di timore gli affettava la mente:
"Sta per arrivare qualcuno? C'è qualcun altro qui? Che ti minaccia?"
L'avrebbe protetto, l'avrebbe salvato. A ogni costo.
"Eh?"
Hanamichi sbatté le palpebre, mentre comprendeva le paure del terrestre…nell'angoscia sorrise, rilassandosi impercettibilmente…teneva a lui…
"No…non è per quello…ma per favore, ti spiegherò la prossima volta, è troppo che sei qui…"
"Hn…lo farai…sul serio?"
Sarebbe stato controproducente continuare a insistere, lo sapeva…Rukawa si piegò alla sua volontà, annuendo.
"Sì"
"Domani mi dirai la verità"
"Ah…"
Rukawa inarcò un sopracciglio, mentre l'altro apriva la bocca, come per parlare…aveva ripreso a torcersi le mani, a guardarlo titubante…e qualcosa gli diceva, che non gli sarebbe piaciuto, ciò che stava per dirgli…
"…domani…vorrei che tu non venissi"
"Hn?!"
Hanamichi lo prevenne, sostituendo alla risposta velenosa che aveva sulle labbra, la propria preghiera:
"Kaede, per favore…ti sei fidato di me, la prima volta, lasciandoti invadere dal mio potere…per favore, fallo anche adesso…è solo per sicurezza, se ti chiedo tutto questo"
"Sicurezza?"
gli occhi del moro si fecero quasi neri, mentre il sospetto che ci fosse qualcun altro, lì, riaffiorava prepotente, in lui…
"Torna dai tuoi compagni, e rimanici fino a dopodomani…se non avrei avuto nessun problema, allora io ti spiegherò…tutto"
"Problema?"
Dato che era costretto ad andarsene, voleva farlo con almeno con più informazioni possibili…prese la tuta e iniziò a infilarsela, senza tuttavia sciogliere, l'unione fra i loro occhi.
"Sì…di natura fisica"
Rukawa si immobilizzò, uno stivale in mano:
"C'è qualcosa che possa essermi dannoso, qui? Gli strumenti…"
Il rossino scosse la testa, spingendolo a riprendere a vestirsi:
"N-No…i tuoi strumenti non sono in grado di rivelarlo…per favore vai!!!"
e gli cacciò il casco sulla testa, soffocando le sue proteste.
"Dopodomani…"
sigillandosi nella tuta, Rukawa si avvicinò alla barriera, che si ergeva immutata, a chiudere la grotta…
"…mi dirai tutto?"
"Sì…"
Senza attendere altro, il volpino oltrepassò la pellicola azzurrognola, sparendo nel buio delle viscere di Marte…immobile, fissando l'oscurità che l'aveva rapito, Hanamichi contò fino a cento, per poi cadere a terra, in ginocchio, e iniziare a pregare che non gli fosse accaduto nulla…

Rukawa si rivoltò nella sua cuccetta, strofinando la testa contro il cuscino.
Il giorno dopo, l'avrebbe rivisto…doveva solo attendere, una notte.
Quella precedente, l'aveva passata sveglio. Proprio lui, aveva avuto problemi di insonnia.
Un po' per la paura, che si era infiltrata nelle sue ossa, dei danni cui Hanamichi aveva accennato. E dai quali, era palesemente spaventato. Non lo capiva, il motivo…anche se le sue apparecchiature erano troppo arretrate, per captare elementi dannosi, era certo che l'altro non gli avrebbe mai permesso di correre un pericolo, per rimanere con lui…a cos'era dunque dovuto, quell'improvviso allontanamento?
'Era così urgente, da non dovermi spiegare nulla?'
Stava bene, era perfettamente in salute. Aveva fatto un check-up completo, una volta tornato alla base.
Si posò un braccio sulla fronte, respirando l'aria della sua stanzetta…o meglio, annusandola. Non sapeva di buono, come quella dell'alieno.
Hanamichi.
'Dovrei chiedergli qualche informazione…spero che non vada tutto, coi poteri mentali'
Quel ragazzo era secoli, avanti a lui…la sua tecnologia, le sue facoltà, il modo di vederlo e comprenderlo…erano straordinari. Geniali, favolosi.
Eppure…si era attaccato a lui, lo venerava, desiderava in modo abissale la sua compagnia…nonostante tutto, non riusciva a stare senza di lui, era…il centro dell'universo, per Hanamichi. E la cosa lo metteva leggermente a disagio…non era abituato, a essere importante, come persona.
Lui era il numero uno fra gli scienziati…essere considerato per un aspetto, che esulasse dalla sua laurea, lo confondeva un po'.
Sbadigliò, mentre il sonno, vecchio amico, bussava alla sua mente…attese in un limbo d'ombra, indeciso se abbandonarvisi, o combatterlo pensando a lui…la prima tentazione era davvero suadente, ma l'immagine del volto del rossino, poggiato sul suo avambraccio, non accennava a scomparire, dai suoi ricordi.
Se non si fosse spostato…fin dove si sarebbe spinto?
Affondò il viso fra le lenzuola, stringendosi in posizione fetale…immaginando, in realtà, di averlo ancora fra le braccia.
I suoi problemi, li aveva sempre risolti da solo. Non aveva mai chiesto aiuto a qualcuno…mai.
Ma quello che sentiva affiorare…non sapeva se sarebbe stato in grado, di gestirlo…iniziava a coinvolgerlo in un modo troppo profondo…ma non poteva, implorare un consiglio.
Perché avrebbe significato parlare, di lui…ed era terminato, il tempo in cui desiderava usarlo come cavia.
Hanamichi non sarebbe mai stato un mezzo, per il raggiungimento della fama, e della gloria…avrebbe sempre vissuto col sorriso sulle labbra…e lui…
'…farò quel che posso, per aiutarlo'
Infine Morfeo lo avvinse, trascinandolo fra le sua braccia…ciò che il Dio del Sonno non poteva fare, era cancellare due occhi castani, dai suoi sogni…

"S-Stai bene?"
Appena entrato, gli si era praticamente incollato addosso, lasciandogli a malapena lo spazio per liberarsi dalla tuta. E, anche in quel mentre, continuava a guardarlo come dovesse morire da un momento all'altro, afflosciarsi ai suoi piedi e non alzarsi più…Hanamichi era ancora preoccupato, per lui, nonostante lo avesse davanti…
'In che modo avrà passato, queste ore?'
"Sì"
mormorò, come se ciò che era successo non avesse avuto peso…aveva voglia di punirlo un po', per averlo mandato via, senza una spiegazione…si sentiva meschino, subdolo…perfido, ma…Hanamichi non aveva avuto alcun diritto, di trattarlo in quel modo. Soprattutto dopo che era stato lui, a chiedergli di tornare lì.
"Ah…"
Ferito da quella freddezza, l'altro si allontanò da lui…Rukawa sentì una colata d'acido riversarglisi nel petto, mentre lo vedeva arretrare di qualche passo, fissando il riflesso sbiadito sulla barriera…
"Dimmi perché mi hai mandato via…"
chiese, un ordine misto a una semplice preghiera…
"…spiegami da cosa si genera, la tua paura"
La bocca rosea, ben modellata, si schiuse…le labbra tremarono un attimo, prima che la punta della lingua saettasse, a inumidirle…dubbi, paure, esitazioni si affacciarono alle sue pupille, occultate dalle palpebre che sbattevano velocemente, quasi in cerca di una scappatoia, per sottrarsi alla spiegazione che sapeva dovergli, comunque…
"Non me ne andrò, senza una spiegazione"
Rukawa si piantò davanti a lui, apparentemente in perfetto relax…in realtà era pronto a fare a botte, con lui, per raggiungere la verità…
"P-Promettimi che…prima di decidere di non tornare più qui, ci penserai con…lucidità"
Allontanandosi di un passo, Hanamichi si portò fuori dal raggio d'azione delle sue braccia…se avesse potuto, probabilmente si sarebbe nascosto di nuovo, come la prima volta che si erano visti…
"Perché non dovrei più venire qui?"
Il moro non comprese, il suo timore…ormai, facevano parte l'uno della vita dell'altro…
"Lo vedrai presto…"
rispose il rossino, abbassando tristemente il volto, mentre un sorriso di rinuncia già faceva capolino, su di esso…
"…seguimi"
Senza curarsi se Rukawa si fosse o no accodato, salì lungo la scaletta, sparendo nel ventre dell'astronave…il volpino, dopo un attimo d'esitazione, gli andò dietro, senza tuttavia avvicinarsi troppo, a lui…lo sentiva stranamente distante, come non fosse accaduto nulla, fra loro, in quei giorni…
Hanamichi lo portò nel fondo della nave, in una sezione che non aveva mai visitato, prima…da oltre un oblò, proveniva un'intensissima luce azzurra, dello stesso colore di quella della barriera, solo…molto più carica e limpida. Anche affacciandosi a esso, non era in grado scorgere la fonte di quella luminosità…ma forse…
"Non ci riusciresti nemmeno con la visiera oscurata della tua tuta…"
l'altro lo prevenne, accostandosi stancamente alla porta, e immergendo la mano nel fiotto celeste, che rendeva innaturale quel luogo…le ombre che s'erano disegnate sul suo viso, lo avevano trasformato in una persona diversa, da quella che conosceva…più stanco, vecchio, quasi deluso dalla stessa vita…
"Cos'è?"
Rukawa si allontanò dalla porta, attirando lo sguardo di lui su di sé, via da quella fonte splendente…
"…è un Generatore di Stasi temporale"
"Hn?!"
Hanamichi sospirò, staccandosi dalla parete e uscendo dalla stanza…contrariamente a quanto il terrestre aveva pensato, non lo guidò fuori, ma nella stanzetta coi lettini, quelli che aveva indicati come vita, e tortura…si sedette sul bordo di uno di essi, additando gli altri al moro.
"Preferisco stare in piedi"
declinò, alzando una mano.
Il rossino scosse la testa, disinteressato, e si ravvivò il ciuffo di capelli, sulla fronte:
"La Stasi temporale, è…una bolla, in poche parole. Io ero un pilota, non sono un esperto di questo, per cui le mie spiegazioni saranno a grandi linee…comunque, quella che chiude l'entrata, è l'unica parte visibile di questa bolla. Semplicemente, all'interno dello spazio da essa delimitato, il tempo non scorre"
"…non scorre? M-ma…è impossibile! Le leggi della relatività…"
Il viso di Hanamichi si fece duro, spazientito:
"Non ho idea di che siano, comunque ti assicuro che funziona. Quella cosa blu è il cuore del meccanismo, che genera un campo che racchiude un dato volume, in cui tutto è bloccato al secondo in cui il Generatore è stato messo in funzione"
"Impossibile…"
Rukawa barcollò fino a uno dei lettini, tutte le sue convinzioni scientifiche…sbriciolate da poche parole ben assestate…
"Per voi, forse…un giorno, magari ci arriverete"
"C-Come ci siete riusciti?"
Il rossino scrollò le spalle, con un gesto vago della mano:
"Non è importante…la cosa che devi accettare, è che qui dentro il tempo è fermo. Ne vuoi una prova?"
Freneticamente, più di quanto volesse, il moro annuì…il sorriso di Hanamichi si fece dolce, prima che si indicasse il punto del petto, dove risiedeva il cuore:
"Appoggia una mano sul tuo cuore…non batte"
"Hn?!"
Non poteva essere vero, la fonte della sua vita…la mano scossa dai tremiti, il volpino si provò il battito…nulla. Dal suo torace, nelle profondità del suo corpo, non risuonava nulla.
Terrorizzato, si tastò la pelle, premendola come servisse ad ascoltare meglio…ma dal suo petto, continuava a provenire solo un terrorizzante silenzio.
"Kami…"
mormorò, mentre il sudore gli colava negli occhi…
"…ma allora perché sudo?"
"Non ne ho idea…so solo che alcune cose sono bloccate, altre no…me lo sono chiesto anch'io, e l'unica conclusione cui sono giunto è che ferma il cuore, perché possiede un movimento continuo e ininterrotto nel tempo, mentre una simile sudorazione, è qualcosa che capita solo in momenti di forte stress. Ma, è solo una mia idea…io provo sensazioni, ma non mi è concesso morire…solo il mio invecchiare, è sospeso"
concluse, ammantandosi ancora di tristezza.
"…è meglio se vai avanti"
pigolò il moro, la mancanza di certezze si rifletteva nella sua voce…
"Sì…quando i miei compagni sono morti…"
Dalla sua espressione, Rukawa comprese che era passato molto tempo…
"…io sono rimasto solo, precipitando qui…la montagna contro cui mi ero schiantato, ha sepolto la mia astronave, danneggiando tutti gli strumenti di comunicazione…riesco solo a captare qualcosa, specialmente dal tuo pianeta, e senza audio…non ho mai potuto chiedere aiuto, nessuna richiesta ha mai attraversato lo spazio, verso la mia casa…nessuno è mai venuto a cercarmi"
L'amarezza raccoltasi in quel periodo, compose per lui le ultime parole…
"Non sapevo cosa fare…la nave non avrebbe più volato, ero sepolto vivo e la scorta d'ossigeno stava fuoriuscendo, si sarebbe consumata nel giro di poche decine di minuti…allora ho fatto l'unica cosa che potessi…"
"Hai congelato il tempo"
terminò per lui Rukawa, comprendendo.
"Sì…questo ramo della grotta era colmo d'aria pulita, per questo posso uscire. Lo stesso vale per la nave…la Stasi ha bloccato tutto, cristallizzando questo luogo in un ambiente ideale, per la mia sopravvivenza"
"Hn"
Rimasero in silenzio, persi ognuno nei propri pensieri…nella mente di Rukawa, si sovrapponevano confuse varie supposizioni, sulla natura di una scienza tanto elevata, da sfiorare il sovrannaturale…ma il volto del rossino svettava su tutte, accalappiando la totalità della sua attenzione, sui gesti e sui sentimenti che avevano accompagnato quel breve racconto…vivere da solo, col ricordo di compagni morti, in una ristretta bolla dove il tempo era fermo, osservando in una piccola biglia nera, la vita scorrere su un pianeta lontano…come aveva potuto, sopravvivere così? Persino lui, essere solitario per eccellenza, avrebbe avuto dei problemi…e soprattutto…
"Da quanto…sei qui?"
Il suo sguardo si colmò di paura…lo vide soffermarsi su di sé, per un attimo, per poi scemare, in qualcosa di indefinibilmente triste…
"Questo è…il nodo centrale, di tutto…il motivo per cui ti ho mandato via, sia la prima volta che l'altro ieri…io ristagno, perché non vivo, qui…da circa 800 anni"
"C-Cosa?!"
Hanamichi si stiracchiò, alzandosi in piedi…forse finalmente alleggerito, da quella confessione.
"Sì, sono trascorsi 800 anni…ma per me non è passato un secondo, dato che non sono mai uscito di qui…sono come un'isola immobile, in mezzo al fiume del tempo"
Non era facile, scioccare Kaede Rukawa. Ma quella rivelazione…passare in totale solitudine, 800 anni su Marte, era…
"Aspetta! Sono 800 anni…ma di quale pianeta?"
"Del vostro…"
gli spiegò il rossino, con una semplice strizzata d'occhio…al moro, infatti, i dati su quel mondo erano frullati vorticosi in testa, accavallandosi in calcoli ripetuti velocemente…talmente scioccato da commettere errori, vari risultati s'erano affacciati, alla sua mente…
"Sì, immaginavo che tu avresti reagito così…"
Il moro annuì, passandosi una mano sulla fronte…quasi un millennio, li separava…
"Da quando ho iniziato a seguire i vostri programmi, ho deciso di capire da quanto fossi precipitato, secondo il tempo del vostro mondo…ho raccolto un po' di dati, ed è venuta fuori quella cifra…ti spaventa?"
"Hn"
Non era un sì, ma neppure un no…
"Per me…non cambia nulla"
Per Hanamichi, era una consapevolezza priva di alcun significato…il tempo ormai non lo poteva più raggiungere, il suo interesse, per lo svolgersi di mondi fuori di lì, poteva solo essere relativo.
Rukawa chiuse gli occhi, mentre immagini di una vita simile, tentavano di presentarsi a lui:
"…hai passato tutti quegli anni…qui, in solitudine?"
"No, non esattamente. Mi sono nascosto qui dentro"
e diede un colpetto al rivestimento dei lettini, contro cui erano poggiati.
"Hn?"
"Anche se il tempo è bloccato, comunque fuori scorre, e può esser difficile sopportare il susseguirsi del nulla, di eventi che non accadono…di persone che non arrivano, di nubi che non vengono spazzate via dalla potenza dei motori…"
Stava parlando a se stesso, a voce alta…al moro si strinse il cuore, mentre la sua solitudine si faceva largo, fra i suoi sentimenti…quasi addensandosi, per lui…perché la potesse toccare…
"…questi sono…la mia vita, e la mia tortura. Sapevo che sarei impazzito, a vivere qui, da solo, per troppo tempo…e allora ho programmato il timer di questo giaciglio…sono capsule per quella che voi chiamate ibernazione…sono rimasto congelato per più di 600, di questi anni"
Ormai il volpino aveva messo di stupirsi…ciò che aveva davanti, le prove che gli erano state fornite, avevano distrutto con semplicità tutto ciò di cui andava tanto fiero. Il suo sapere ammontava praticamente al nulla, la sua civiltà era vergognosamente arretrata…le conquiste, di cui si vantavano tanto, erano appunto sciocche vanterie…avrebbe dovuto sentirsi a pezzi, psicologicamente, le fondamenta della sua certezza erano state polverizzate, eppure…non si sentiva abbattuto, da lui.
Perché si rendeva conto che Hanamichi, era una delle persone più tristi che avesse mai incontrato.
"Tu…passi il tempo congelato…a un certo punto il computer ti risveglia…rimani un po' cosciente, poi…"
"…torno a dormire. Anche se negli ultimi 150 anni, sono rimasto sveglio…è da allora, più o meno, che ho iniziato a captare quelle immagini, dal tuo mondo"
"…è una cosa tipica terrestre, usare la tv come compagnia"
Non era un complimento, non del tutto, ma dal sorriso che ingentiliva la tristezza che recava sul viso, a Hanamichi doveva esser sembrato tale…
"Ma non ho ancora compreso il perché, tu mi abbia cacciato…che danni potrebbe avermi recato, tutto questo?"
Rukawa non aveva mai visto nessuno, diventare cinereo in una maniera tanto repentina…sembrava che il rossino stesse per cadere a terra, svenuto…allarmato, si avvicinò a lui, tenendosi pronto ad afferrarlo…a stringerlo di nuovo, a sé…
"Ho avuto paura perché…tu sei terrestre…il sistema di Stasi temporale non è mai stato provato, su un alieno…non so quanto debba essere lungo il periodo, per causarti dei danni, all'uscita.
Quando si torna nel mondo reale, oltre la barriera, dove la Stasi non ha effetto, il tempo rubato alla vita piomba addosso, riappropriandosi di ciò che gli appartiene…se io uscissi di qui, il mio cuore non riuscirebbe a produrre un palpito, perché sarei già cenere…in verità sono già morto, solo che la Morte non può oltrepassare la barriera, e venirmi a reclamare…quasi la vedo, appostata là dietro, ad attendere il momento in cui…non ce la farò più"
"Hanamichi…"
Con l'animo spezzato, il volpino si strinse in sé, detestandosi per la propria inutilità…aveva freddo, nonostante sapeva che il tempo era immobile, gli sembrava che la temperatura si fosse abbassata…
"Per questo ti ho mandato via…solo per questo, non perché non ti volessi qui, anzi…solo, ero terrorizzato, dall'idea che questa mia finta via, potesse fare del male anche a te…"
Lentamente, qualcosa si incrinò, nel petto di Rukawa…brandelli, schegge di sentimenti confusi e indecifrabili, si sciolsero, fondendosi fra loro…si sentì sbilanciato, come mai prima…aveva compreso che qualcosa gli mancava, che permetteva di regnare a un grande vuoto, in sé…un nulla simile a quello che doveva aver provato, in quegli anni, il giovane di fronte a lui…
Senza più metter freno al proprio istinto, gli si avvicinò, e gli abbracciò dolcemente la vita, stringendolo piano, facendo aderire i loro corpi.
Era un'illusione, forse…eppure gli sembrava di sentire il calore della sua pelle, mischiarsi a quello da lui emanato…
"K-Kaede…non capisco"
"Nemmeno io…"
Andava contro a tutto, a ogni sua azione, del passato…il suo modo di vivere, di rapportarsi con gli altri, di avere una solitaria vita senza legami, autosufficiente…il considerare le persone che lo attorniavano semplici oggetti, per fare carriera…il limitare al minimo i contatti con la razza umana, che considerava inutile…tutto era spazzato via dal desiderare, fin dal profondo, quel gesto di unione, con lui…
…abbracciare Hanamichi, in quel momento, era più importante di qualsiasi cosa avesse mai fatto.
Testimoniargli la propria vicinanza, la reciproca intesa, che li aveva fatti trovare…fargli comprendere che, in realtà, non era solo…rendeva tutto estremamente facile.
Forse, i suoi sentimenti, li aveva inconsciamente serbati per quell'incontro…
………
Hanamichi poggiò la testa contro la sua spalla, chiudendo gli occhi. Erano scivolati a terra, ancora abbracciati, e continuavano a godere l'uno della vicinanza dell'altro…con incredibile facilità, si erano capiti, i loro animi immediatamente in sintonia…il legame fra loro, stava iniziando a trascendere quello normale, fra due amici…era ormai diventato qualcosa di…abissale, da cui era impossibile scappare…
"…io ti ammiro molto"
Il sussurro di Rukawa giunse flebile, da un punto molto vicino al suo orecchio…
"Eh?!"
Non capiva…cosa c'era d'ammirevole, in quello che aveva fatto?
"…sapendo di non aver più possibilità di uscire di qui, hai continuato a vivere…io non sarei mai riuscito, a sopportare una simile prigionia…"
"So cosa stai pensando…ma ti sbagli, non sono affatto da ammirare, come dici tu…"
Il rossino nascose di più il volto, contro di lui, in totale imbarazzo…non poteva permettere che il moro provasse ammirazione per qualcosa di…vigliacco.
"…in realtà io sono solo un codardo"
Sentì il corpo, contro cui si sosteneva, sussultare…
"Sì…perché in realtà ho pensato molto spesso di farla finita, di uscire da questa prigione eterna e di raggiungere i miei compagni morti…ma non sono mai riuscito a suicidarmi…ho troppa paura, di morire da solo…andarmene senza nessuno accanto, il mio corpo incenerito, in balia della sabbia sanguigna di questo pianeta…"
Due braccia forti passarono attorno alla sua schiena, stringendolo forte…Hanamichi sorrise, allontanando il volto dal suo petto, per permettergli di guardarlo…
"…e poi, stavo aspettando te…non potevo morire, senza averti conosciuto"
Il moro impiegò qualche secondo, prima di comprendere…non si stava riferendo a lui come Kaede Rukawa, ma come essere umano, vivo, con cui poter parlare e avere un contatto reale, non come con le macchine…
"…non potevo morire, senza rivedere qualcuno…era il mio unico desiderio"
L'altro annuì, senza saper bene cosa aggiungere…
"Ti ho aspettato tanto…"
"Mi dispiace…non sono riuscito ad arrivare prima"
"Volpino ritardatario…ma l'importante è che tu adesso sia qui"
Rukawa poggiò la fronte su quella dell'alieno, fondendo i loro sguardi..
"E ti giuro che ci rimarrò per molto, moltissimo tempo"

L'acqua della doccia era bollente…Rukawa si passò una spugna sulle braccia, osservando la schiuma mimetizzarsi nel calore del vapore…la sua pelle, di solito lattea, spiccava, arrossata dal frustare del liquido troppo caldo…eppure non abbassò la temperatura, in quel calore…poteva fingere di avere ancora fra le braccia Hanamichi.
Chissà se anche lui aveva a disposizione una simile benedizione…il moro diede le spalle al getto, offrendo ai baci dell'acqua la schiena nuda…le sua mani, probabilmente, sarebbero state altrettanto dolci...
'Smettila...cosa accadrà altrimenti, fra poco?'
Presto, sarebbe uscito per il suo solito giro, in cui invece di familiarizzare col pianeta che l'avrebbe ospitato, si sarebbe impegnato a conoscere meglio un certo rossino…aveva perso il conto dei giorni, da quando si erano conosciuti…poteva essere passata una settimana come un anno, a lui non importava…stava bene, con lui, pericolosamente bene…
…era abbastanza onesto, da ammettere che il suo interesse, per lui, ormai non si limitava più alla sola amicizia…desiderava approfondire, ciò che li legava, scoprire fin dove avrebbero potuto arrivare…
Si posò la mano sul cuore, che batteva normalmente, come nulla fosse…chissà se gli provocavano dei danni, i continui passaggi dalla Stasi allo scorrere normale del tempo…
'Probabilmente me ne procura di più lui, quando mi sorride…'
pensò, con amarezza…Hanamichi se n'era mai accorto, di come lo faceva sentire? Di come lo aveva fatto innamorare?
Lui, proprio lui, era innamorato…di un alieno.
Si concesse un sorriso, gettando indietro la testa, perché l'acqua lo colpisse sulla fronte e poi si frantumasse in rivoli, sul suo viso…era così cambiato, da quando lo considerava solo un oggetto per raggiungere la gloria…quei sogni li aveva cancellati, da tempo sostituiti da molti, in cui erano…felici, assieme.
In cui vivevano una vita normale, senza limitazioni.
Rukawa inghiottì una boccata d'acqua calda, sciacquandosi la bocca…erano appunto solo sogni, quelli. Per loro due, non avrebbe mai potuto esserci un lieto fine…l'eternità, li separava.
Hanamichi non gli avrebbe mai permesso, di andare a vivere con lui…e non riusciva a dargli torto, se la parti fossero state invertite, anche lui non gli avrebbe mai permesso, di condannarsi a una simile non-esistenza.
La vita eterna, per due persone innamorate, era la cosa più bella che potessero raggiungere, ma non in quelle condizioni. Non chiusi, per sempre, in un'astronave seppellita sotto una montagna.
"Kaede!!!"
Sobbalzò, quando la voce di Ayako trapassò la sottile porta del cubicolo con la doccia.
Si era perso in un mondo irrealizzabile, come sempre accadeva, quando pensava a lui…
"Che c'è?"
rispose, parecchio scocciato…non gli andava, che disturbassero il suo pensare a Hanamichi.
"Sbrigati a uscire, un masso ha colpito una delle serre, c'è un buco nella vetrata…se non lo ripariamo al più presto, perderemo il raccolto!"
"Merda!"
Il moro imprecò, uscendo a precipizio dalla doccia. Ayako se n'era già andata, schizzata verso il danno…mentre si rivestiva, per seguirla, si reso conto che non sarebbe riuscito ad andare da lui, quel giorno…
…e che non possedeva alcun modo per comunicarglielo, e Hanamichi non aveva possibilità, di saperlo da sé…
…avrebbe pensato che gli era successo qualcosa o, peggio, che non desiderava vederlo…
"Merda!!!"
Imprecando, iniziò meccanicamente a lavorare, mentre la mente era distratta, in un altro luogo, al momento in cui lo avrebbe potuto rivedere…
………
Rukawa attraversò di corsa la barriera, tirando si di scatto la visiera oscurata…prima di dare a Hanamichi il tempo d'alzarsi, crollò in ginocchio accanto a lui, stringendolo forte, per le spalle.
"Scusami…non sono potuto venire…"
"Kaede là fuori è quasi buio! Ma sei impazzito?!"
L'altro scosse freneticamente la testa, poggiandola contro la sua spalla:
"Non potevo…non venire…sono stato bloccato, s'è rotta una serra, abbiamo rischiato di perdere il raccolto…dovevo dirti il perché…"
Lentamente, il rossino gli fece alzare la testa, per guardare quel volto incorniciato dal casco d'astronauta…
"Sei venuto qui, a quest'ora…solo per farmi sapere il motivo della tua assenza di oggi?"
Rukawa annuì, rassicurato dalla luce che scintillava, nei suoi occhi:
"Non ero in grado di comunicartelo, ma non potevo, lasciare che tu pensassi che non sono venuto, perché non ne…avessi voglia"
terminò, mandando giù la saliva che gli aveva sommerso la bocca…gli sembrava di…essersi appena dichiarato…
Hanamichi cadde in ginocchio, accanto a lui, e gli passò le braccia attorno al collo, stringendosi contro quel corpo, infagottato in una goffa tuta spaziale…
"…ho avuto paura di…averti in qualche modo offeso, di aver fatto qualcosa di sbagliato…di averti perso"
"No, no…non lo pensare…mai"
L'istinto prese il sopravvento, su Rukawa, che spostò la bocca e gli baciò a lungo una tempia…ne assaporò il sapore, il sudore un po' salato, la morbidezza intoccata dal tempo…Hanamichi infine si staccò da lui, e si posò una mano sul lato baciato del viso, senza poter impedire alla sua cute di arrossarsi…
"K-Kaede…"
"Non pensare mai, che io non voglia di vederti"
Appena l'altro ebbe annuito, il moro proseguì…
"E se un giorno non mi dovessi veder arrivare, è perché mi hanno legato, per impedirmi di muovermi dalla base"
"Stupido volpino non dire così"
L'altro scosse la testa, sollevato dal sorriso vago, che vedeva spuntare…
"…perdonami, ma devo andare…Ayako mi aveva ordinato di non uscire, e se scopre che sono scappato, mi metterà sul serio, ai ceppi…"
"…stai attento al buio, è pericoloso…non avresti dovuto, muoverti in questa penombra"
Rukawa scosse ancora il capo, prendendogli le mani, entrambe, fra le sue:
"Non potevo lasciarti con chissà quali dubbi…non potevo"
"Kaede…"
Hanamichi sorrise, socchiudendo gli occhi, impregnandosi totalmente di quel momento mistico…poi liberò le mani da quelle del terrestre, e lo spinse in piedi, senza tanti complimenti, verso l'uscita…
"Vai!"
gli ordinò, abbassandogli un po' la visiera…ma Rukawa la rialzò di scatto e, tenendogli ferma la testa, gli rubò un bacio.
"Il punto di vista…è quello terrestre"
gli bisbigliò a un orecchio, prima di serrare la visiera e sparire, oltre la barriera che separava i loro mondi…

Seduto sulla scaletta che portava all'astronave, aveva atteso il suo arrivo, impaziente…Hanamichi alzò lo sguardo, appena il suono sordo dei suoi passi, sulla superficie fine come cipria, arrivò al suo orecchio…oltre la visiera oscurata, poteva immaginare i suoi occhi blu, taglienti come gelidi zaffiri, che lo fissavano espressivi, più delle sue parole…non sempre riusciva a leggere, in lui…o forse, semplicemente non voleva, addentrarsi in quella realtà cobalto, dove rischiava di rimanere intrappolato per sempre…
…non poteva permettersi di innamorarsi di lui…anche se sapeva bene, che quel pensiero era arrivato troppo tardi...
Il suo bacio, il giorno prima, aveva dato lucida chiarezza ai suoi pensieri…
Mentre la cuffia protettiva cadeva a terra, per ultima, il rossino sospirò, abbassando il capo…era stato uno sbaglio, il bacio del giorno precedente…non vedeva un futuro, per loro.
Troppi anni, troppe avversità, li separavano. Rukawa di certo era a conoscenza delle difficoltà, eppure non aveva esitato, a unire le loro labbra…
…il suo io ottimista, esultava cantando vittoria…era riuscito a far innamorare di sé, un ragazzo incredibile come Kaede Rukawa…il volpino lo amava…
…mentre il suo lato concreto, piangeva, riconoscendo nel loro rapporto la classica storia destinata a finire in tragedia…
"A cosa pensi?"
Il rossino alzò il viso: l'altro s'era inginocchiato su uno degli scalini, il volto alla stessa altezza del suo…quel viso bellissimo, che solo il giorno prima aveva avuto premuto, contro il proprio…
"A ciò che hai fatto ieri…"
Sentiva di non avere il tempo, per tanti giri di parole…lui possedeva l'eternità, mentre la vita dell'altro era talmente effimera…
"…al fatto che non potrà avere seguito"
"Perché no?"
Rukawa gli passò una mano fra i capelli, degustandone la calda morbidezza…e afferrandone anche una ciocca, impedendogli di allontanarsi.
"Perché vivo in una bolla da troppi anni…perché tu, qui, hai un lavoro che non ci permetterà di stare assieme…perché non posso uscire di qui…"
"Non mi permetterai mai, di stabilirmi qui, con te?"
Il volpino gli poggiò le labbra sulla giugulare, leccando piano la cute…sorrise, mentre un brivido incontrollabile turbava quella liscia seta…
"No, e non ne voglio più sentir parlare…perché non sarebbe una soluzione, ma il chiuderti in una gabbia…e questo, non potrei mai sopportarlo"
Le labbra che gli stavano dolcemente torturando la gola, riempiendo la grotta dei suoi gemiti, e dei sospiri, si spostarono sulla sua bocca, bloccando il flusso di quelle parole, che facevano male a entrambi…
Hanamichi accettò il bacio, per qualche secondo…poi lo allontanò con fermezza, poggiando la fronte contro la sua, per poterlo guardare negli occhi:
"E perché, soprattutto, non potremmo mai andare oltre a questo"
"Hn?"
Sorrise, alla vista del sopracciglio inarcato del moro…così confuso, splendidamente vivo…al contrario di lui, costretto dalla sua paura a macerare in eterno, nella tristezza…a dover rinunciare all'amore, ora che l'aveva trovato…
"…è tabù, Kaede…l'unione fisica fra due uomini, è stata vietata fin dalla notte dei tempi…"
"E perché?"
Le mani del rossino si spostarono, a incorniciare il viso del terrestre…sembrava tutto così facile, per lui…
"Non lo so…nessuno lo sa…solo, è così…due uomini non possono amarsi"
"Idiota"
Le dita di Rukawa si serrarono sui suoi polsi, e con uno strattone glieli portò sopra la testa, bloccandoglieli contro uno spigolo…Hanamichi mugolò di dolore, mentre Rukawa, spingendosi col corpo su di lui, lo copriva totalmente, infilandogli un ginocchio fra le gambe…
"Ascoltami, perché adesso smonterò tutte le sciocchezza che hai detto. E mi basterà farti notare una cosa: non mi hai mai guardato negli occhi, mentre mi dicevi quella sfilza di scemenze…e sai cosa significa? Che non ci credi neppure tu!"
e senza lasciargli il tempo di ribattere, gli tappò la bocca con la propria.
Hanamichi spalancò gli occhi: nella brutalità di quella situazione, la lingua del volpino, le sue labbra, le sue mani, lo stavano…facendo sentir bene, come mai prima. Al contrario del tono della voce, quasi graffiante…quel bacio era caldo, gentile…rispettava la sua volontà, non lo stava costringendo a rispondergli…
La lingua del terrestre, carezzandogli delicatamente i contorni della bocca, s'era fatta largo in essa, ma senza forzature, come se…lo stesso rossino non aspettasse altro, per farsi esplorare da quel muscolo caldo e morbido. Le sue mani, sottili eppur dotate di forza incredibile, non gli strizzavano più i polsi, il loro tocco s'era trasformato in una lusinga…quel bacio, stava cancellando tutto…
"No!"
Rukawa si ritrovò a terra, nella polvere. Hanamichi, sulla scaletta, aveva ancora le braccia tese, quasi in una supplica, a lui, perché stesse lontano…l'aveva spinto via, aveva interrotto il loro bacio…la sua paura aveva avuto la meglio, sul sentimento che provava…
"Smettila di fare l'idiota…vuoi rimpiangere per sempre, quest'occasione? Piantala di creare la tua infelicità! Liberati dal peso del tuo passato, a me non importa nulla se hai vent'anni o diecimila, o se sul tuo pianeta i maschi non possono scopare! Io voglio vederti felice!"
Hanamichi rise, mentre una lacrima gli rotolava lungo una guancia…rise senza allegria, osservando la felicità che gli si tendeva, ma senza allungare la mano per afferrarla:
"La fai così facile, tu…"
In due passi, il volpino coprì lo spazio che li separava…lo afferrò per la maglietta e lo tirò su, in piedi:
"Sbagliato…è facile perché io mi impongo che sia così, anniento i problemi che ostacolano il raggiungimento del mio obbiettivo! Sei tu che ti impedisci di vivere!"
e lo sbatté contro la porta chiusa, chiudendogli nuovamente la bocca con la propria, ripetendo il bacio dolce di pochi minuti prima…
Rimase rigido, contro di lui…Hanamichi resistette, per quanto possibile, al dolore che sentiva dentro, alla voce che gli urlava che il volpino aveva ragione, che doveva solo desiderare, di essere felice…non si lasciò piegare, da quella lingua che continuava a implorarlo, di lasciarla di nuovo entrare, a mischiare i loro sapori, le loro anime…
"Lasciti andare…dopo il primo giorno, in cui ci siamo incontrati, io ho pensato che tu fossi la persona più triste, che avessi mai incontrato…però più ci conoscevamo, più ti vedevo rifiorire, davanti a me…splendido. Dammi la possibilità, di renderti felice…ti amo, Hanamichi"
Rukawa avvicinò le loro bocche, senza unirle…aspettando, e confidando, che fosse l'altro, a compiere quel gesto…
"…anch'io, Kaede"
Due paia di labbra si sigillarono, mentre due corpi si allacciavano…
………
"Adesso, però…devi infrangere quel tabù, con me"
"Hana…"
Rukawa esitò, a seguirlo all'interno dell'astronave. Lo desiderava, ma…non così in fretta, non con l'urgenza che invece l'altro dimostrava. Sembrava deciso ad abbattere tutti i muri del suo passato, in pochi minuti. Le credenze di una lunghissima vita, le voleva spazzare via, come un giovane non più disposto a dare credito alle parole dei genitori…
"…non stai correndo troppo?"
Il rossino si fermò, girandosi solo leggermente verso di lui, sul suo viso la fusione di ombre e luce…
"No…cosa cambierebbe, se anche mi piegassi ancora ai tabù del mio mondo?"
la sua voce si incrinò un attimo, prima di riprendere forte e sicura…
"La mia felicità…aumenterebbe, secondo te, se non facessimo l'amore?"
"Hn…"
Un passo, sarebbe bastato un passo, al moro, per varcare la soglia dell'astronave…per addentrarsi verso la camera del rossino, e lì…annullare la distanza fra due pianeti…
"Avanti…vieni…"
Un'incantevole tentazione…Hanamichi si era voltato verso di lui, completamente…ma con un fluido procedere all'indietro era sprofondato nelle tenebre, che l'avevano rubato allo sguardo di zaffiro…un ansito, e Rukawa si ritrovò a seguirlo, il polo di una calamita attratto da uno di segno opposto…in uno spietato gioco di ombre e illusioni, i due corpi si mossero nel silenzio privo di vita della nave, interrompendolo coi loro respiri veloci…come spettri di una realtà passata, si riflettevano opachi sulle pareti di metallo, specchi privi di calore che tentavano di trovare un motivo, per la loro esistenza, rubando un attimo di realtà, a quelle fiamme…
Dita allungate, a ghermire l'aria…frustrato, Rukawa gemette, mentre l'altro sfuggiva ancora alla sua presa…la sua voce riecheggiò dolente, nell'immobilità senza tempo vibrò per un attimo, prima di esser cancellata dal sibilo di una porta che s'apriva…una luce rossastra, usata per non ferire gli occhi, avvolse Hanamichi, che inarcò indietro la schiena, allargando le braccia…un muto, irresistibile invito…
Rukawa si immerse in quella luce passionale, senza badarvi realmente…sapeva solo, che rendeva i suoi capelli ancora più rossi, sgargianti come rose sanguigne intrecciate di veli d'oro…
"Kaede…rendimi felice"
Una preghiera, una supplica, per cancellare la solitudine di un'esistenza protrattasi nel nulla…non lo avrebbe deluso…non lo avrebbe perso, mai.
"Hn…"
La gola troppo secca per parlare, sembrava foderata di sabbia…il moro lo spinse indietro, senza toccarlo, fino a un grosso giaciglio circolare, color crema…Hanamichi vi si lasciò cadere, a peso morto, permettendo alle proprie ciocche di spiegarsi come volessero, sul materiale morbido…
Rukawa fu subito sopra di lui, affondando leggermente assieme a lui, sprofondando verso un vortice passionale che non potevano sconfiggere, lo sapevano entrambi…e grazie a questa consapevolezza, non avevano fretta, permettendosi di abusare del tempo, loro prezioso alleato…quei momenti, sarebbero potuti durare per sempre…
Conscia di ciò, la mano del terrestre si posò su una sua tempia, scendendo a blandirgli i contorni del viso…Hanamichi rabbrividì, mordendosi le labbra…
"Cosa c'è?"
Rukawa allungò il volto, soffiando piano sulla pelle appena toccata, dalla sua mano…due occhi profondi cercarono i suoi, due pozzi velati da una dolce bramosia….
"…è così tanto, che qualcuno non mi sfiora…anche se potevamo solo flirtare…mi mancava, il tocco di una mano, sul mio viso"
"Hn"
Dovette fare uno sforzo incredibile, per soffocare la gelosia che gli era nata nel cuore, allo scoprire di non essere il primo, per Hanamichi…sapeva che non era giusto, in fondo neppure quell'alieno era il primo, per lui, eppure…era lo stesso geloso…
"Sei geloso, vero?"
Rukawa spalancò gli occhi, sussultando…il ricordo dei suoi poteri psichici, le facoltà con cui aveva governato quella nave…li aveva usati?
"Stupido volpino…ti si legge in faccia, che sei geloso!"
Con soddisfazione, Hanamichi sfregò la punta del naso contro quella dell'altro, ridacchiando soddisfatto, prima di passargli le braccia attorno al collo, e tirarlo al proprio viso…
"…non ti preoccupare…sono passati così tanti anni, che non mi ricordo più neppure il suo volto.
"Hn"
commentò solo il moro, leccandogli le labbra, che si piegarono in un sorriso…
"Significa che non era vero amore, no?"
concluse Hanamichi, sistemandosi sul giaciglio…avere Rukawa su di sé, per sé, e presto in sé…lo esaltava. Lo faceva impazzire.
"Io non mi dimenticherò mai di te"
"Nemmeno io, Kaede"
Che quindi il loro amore fosse vero, era sottinteso…e il moro lo sapeva. Non v'era più ragione, di indugiare…con un movimento secco, gli afferrò i lembi della maglia, e li sollevò oltre la sua testa, lasciandolo a torso nudo…il magnifico petto del rossino si presentò ai suoi occhi, una distesa perfetta di pelle liscia, abbronzata, vellutata…solo due piccoli capezzoli turgidi, si innalzavano, su essa…le costole sotto la pelle segnavano i contorni della cassa toracica…un ombelico senza difetti catalizzava su di sé tutta l'energia di quel corpo, spingendola poi verso il basso, oltre l'orlo dei pantaloni, che racchiudevano un inguine eccitato…
La mano di Rukawa si spostò dal suo volto, mentre i loro occhi rimanevano incollati…lenta come il cadere di una piuma, scese lungo un lato del suo corpo, senza sfiorare nulla, del torace che ansimava a poca distanza…un grido minuto, come un piccolo abbaio, sfuggì alle labbra del rossino, quando le dita fresche si posarono sulla curva del suo fianco, sull'anca…
Hanamichi non ricordava, quelle sensazioni…il suo corpo, non aveva mai fremuto così, al tocco di un estraneo…lo sentiva ardere, rabbrividire, incendiarsi ogni volta che la mano di Rukawa si spostava su di lui…chiuse gli occhi, sfuggendo a quello sguardo blu che lo osservava rapito, mentre le dita bianche si spostavano sulla linea del suo inguine, passando prima sulla pelle e poi sulla stoffa dei pantaloni, fino al suo sesso eretto…fu solo un tocco lieve, che però provocò un altro urlo, e un inarcarsi incontrollato, della sua schiena…scosse elettriche gli sbriciolavano la volontà, mentre le carezze lo modellavano secondo i designi della passione…
A malapena se ne accorse, quando Rukawa scese dal giaciglio…protestando piano, riaprì le palpebre, chiedendogli silenziosamente il perché…
L'altro non gli fece attendere la risposta…come aveva fatto con lui poco prima, le sue dita si afferrarono i bordi della maglia, facendola volare via, oltre la sua testa, in un angolo della stanza…lentamente, Rukawa se le portò alla bocca, leccandone un polpastrello…Hanamichi seguì quell'estremità con sguardo vorace, mentre si poggiava alla base del collo del moro, e scivolava lentamente sul suo sterno, nel solco fra i muscoli pettorali e poi giù, una luccicante scia a scavalcare con un salto l'ombelico, per arrivare in fretta all'elastico dei pantaloni…le due mani afferrarono assieme, quel bordo, e con grazia lo fecero scendere lungo le gambe tornite, ad afflosciarsi attorno alle caviglie…con un passo, il moro se ne allontanò, abbassandosi per liberarsi dei calzini, rimanendo in boxer…
"Vuoi togliermeli tu?"
sussurrò, leccandosi sensualmente le labbra…
Hanamichi scosse la testa, deglutendo…non sarebbe riuscito ad alzarsi, non avrebbe potuto spogliarlo…avrebbe semplicemente distrutto quel tessuto e si sarebbe impalato sul membro duro che vedeva lì racchiuso, a sua tortura…
"Hn"
Finalmente, l'appagamento, per gli occhi del rossino, giunse…anche i boxer furono gettati a terra, lasciando che l'erezione di Rukawa svettasse libera, nell'aria improvvisamente bollente…il ragazzo vedeva gli occhi dell'altro, brucianti di desiderio, fissi sul suo sesso…e il solo sapere che Hanamichi lo stava guardando, in quel modo, contribuiva a renderlo sempre più eccitato, sempre più voglioso di quell'incontro sessuale…lo voleva, stava per scoppiare, aveva un bisogno disperato, di affondare in lui…
"Spoglia anche me…come hai fatto prima…"
Meccanicamente, Rukawa si mosse, per tornare su di lui…si mise gattoni, sul suo corpo abbandonato, guardandolo come una volpe affamata con la propria preda…il rossino deglutì e il moro seguì interessato il viaggio di quella saliva che scompariva, dentro di lui, come lui stesso avrebbe presto fatto…abbassò il volto e baciò la base del suo collo, lasciandovi una minima polla di saliva, in cui intinse la punta della lingua…il moro si scostò i capelli dagli occhi, perché i loro sguardi si potessero incontrare, e iniziò a scendere, senza staccare la lingua dalla sua pelle, lasciandovi la stessa traccia umida che aveva impresso su di sé…
Sotto di lui, Hanamichi inarcò il proprio corpo bollente, offrendolo a quel tocco irresistibile…gli occhi blu lo tenevano legato lì, immobilizzato alla loro mercé, avrebbe voluto scuotersi, e iniziare a gemere senza controllo, ma non poteva…non gli era concesso, doveva solo guardare quelle labbra che ormai…
…gridò, senza poter trattenere due lacrime, appena la bocca di Rukawa si chiuse sul suo membro, ancora fasciato da pantaloni.
"Kaede!!!"
"Sssshhh…ti piacerà"
Hanamichi non aveva dubbi, di ciò…il mondo attorno a lui non esisteva più, il suo stesso corpo sembrava essersi dissolto, solo una parte esisteva ancora…quell'inguine bruciante, che avvertiva la bocca dell'altro massaggiarlo, seviziandolo attraverso le suzioni attutite dal tessuto…
"Kaede toglili!!!"
Il suo tono, doveva esser risuonato disperato, al moro, perché in pochi attimi si ritrovò nudo, col volpino steso fra le gambe, che lo leccava come si faceva con un dolce del suo mondo…la vista si annacquò, mentre lacrime iniziavano a scendere lungo il suo viso, infrangendosi sul cuscino…
…bello, troppo bello, per poter rimanere impassibili…non avvertì neppure le dita dell'altro, che erano entrate in lui, per prepararlo…solo il calore umido della sua bocca, il tocco ustionante della sua lingua, i morbidi morsi dei suoi denti…qualcosa dentro di lui iniziò a salire, a perdersi nel cielo, la mente cominciava a volare alta…il suo animo non rispondeva più a nulla, si librava leggero mentre si muoveva, per affondare nella sua gola, per impalarsi su quelle dita che lo stavano aprendo sempre più…si sentiva gemere, la sua voce rimbalzava contro le pareti, la avvertiva lontana, ovattata, come se lui non fosse più lì…
…calore, lava, rosso…piacere, libidine, sudore e gemiti, urla…con un ultimo grido violento, Hanamichi si riversò nella sua bocca, liberandosi dal proprio seme con uno schizzo travolgente.
Rukawa continuò a succhiare, anche dopo averlo sentito venire…lo aveva invaso con vigore, riempiendogli la gola di sperma…di un ottimo sapore, se ne rese conto, goloso…lo ripulì con calma, attento a sfiorarlo lungo tutta la lunghezza della sua asta, per risvegliare di nuovo la sua eccitazione…lo voleva, le dita affondate nel suo corpo ormai non gli bastavano più, a comunicargli quanto fosse caldo, quel rossino abbandonato sulle lenzuola…aveva bisogno di prenderlo…
Lo guardò…stremato, un braccio sugli occhi e la bocca spalancata, a rincorrere l'aria della stanza, perché lo calmasse…spossato dall'orgasmo appena provato, riusciva a malapena a sbirciarlo, oltre l'ombra del suo braccio…e se il suo corpo era sazio, la luce demoniaca, in quegli occhi, gli svelava che l'animo non ne aveva ancora avuto piena soddisfazione, che…mancava ancora qualcosa, la cosa più importante, per loro due…
Senza aspettare una sua richiesta, Hanamichi si fece forza, e allargò di più le gambe, sollevando le ginocchia…un invito, privo di parole…doveva solo renderli un essere solo, oltre le barriere dello spazio e del tempo…quello era il loro destino, il motivo della loro esistenza…
Smanioso, Rukawa si posizionò contro di lui, togliendo le dita…poggiò la punta del sesso congestionato contro la sua apertura, e attese…un sorriso, e un cenno del capo.
Hanamichi urlò, sentendolo entrare in sé, un centimetro per volta, lentamente finché…il membro del moro non fu completamente dentro di lui.
E allora accadde.
Rukawa spalancò gli occhi: non era più nella stanza, non era più dentro Hanamichi.
Fluttuava, come nello spazio aperto, in mezzo a bolle grandi come arance, dal guscio sottile, fragile…galleggiava in un ambiente armonioso, morbido, fra il rosa e un dolce arancio sfumato, verso un soffice bianco avorio…stava bene, avvolto in un tepore mai conosciuto prima, qualcosa di…indescrivibile. Meraviglioso…quasi irreale.
Poi lo vide.
Hanamichi galleggiava poco lontano da lui, si stavano avvicinando, uno incontro all'altro, raggiungendosi. Sul viso, recava tracce leggere di un dolore non troppo forte, eppure ancora presente, seppur in via di svanire…negli occhi, lucide lacrime stavano scomparendo, lasciando posto a una luce profonda, più intensa…
Lo spazio fra loro si rimpicciolì sempre più, il volto del rossino si fece sempre più rilassato, ma anche impaziente…Rukawa allungò le braccia, per abbracciarlo…di riflesso, Hanamichi inarcò il petto, per lasciarsi avvinghiare…muovendosi in quel nulla meraviglioso, il moro si posizionò fra le sue gambe, di nuovo…e ancora l'altro le allacciò alla sua vita, accompagnandolo a sé…
Sapendo per istinto cosa fare, quasi avendolo impresso nel proprio DNA, Rukawa si spinse dentro di lui, una spinta violenta che lo portò a possederlo, con un unico movimento…Hanamichi spalancò gli occhi, e urlò, un grido senza suono…il suo viso si deformò, di piacere…tutto attorno a loro si fece più intenso, il rosa divenne rosso e l'arancio oro, il bianco si tramutò in luce accecante…ogni bolla esplose e i frantumi, luccicanti come diamanti, piovvero attorno a loro, posandosi sulla loro pelle, mischiandosi alle gocce di sudore che scendevano, intarsiandosi con le curve dei loro corpi…
Hanamichi godeva, Rukawa lo vedeva, anche senza sentirlo…non gli aveva fatto male, con quella penetrazione violenta…anzi, anche quelle spinte feroci, con cui continuava a farlo suo, lo stavano devastando, di appagamento…senza più controllo, si spingeva contro di lui, con la necessità di chi ha, di fronte a sé, il motivo della propria vita…
Desiderio…non solo di godimento, ma di fusione…era a questo che Rukawa aspirava, fondersi in un solo essere, con lui…svanire dentro Hanamichi, e far amalgamare il rossino in sé, con sé…quel rapporto sessuale, era solo un mezzo, per renderli…
…unici…
Lo sentirono assieme…il cambiamento travolse entrambi, contemporaneamente…i loro sguardi si rincorsero, si trovarono…non spaventati, ma turbati…ciò che erano, due…non era più…
…si stavano fondendo…ogni spinta di Rukawa…serviva solo a mischiarli di più, a far aggregare…le loro anime.
Perché ormai avevano entrambi capito…quelle, erano le loro anime…i loro spiriti, si erano incontrati e, seguendo il volere del cuore di entrambi…si stavano unendo…realmente.
Non più mani, non più volti…il moro si tese a baciarlo, e il suo viso si mischiò a quello di Hanamichi…la rappresentazione dei loro corpi, in quel luogo, non esisteva più…erano solo una sfera di luce, multicolore, che ruotava vorticosamente su se stessa, assaggiando contemporaneamente il piacere assoluto, frutto dell'unione dei due modi di godere…
…e dei ricordi…Hanamichi vedeva quelli di Rukawa…
...i suoi primi passi e l'arrivo al liceo, i campetti da basket in cui aveva giocato…la laurea, e la partenza per Marte…la tempesta, che l'aveva condotto a lui, e lo stupore, quando l'aveva visto, oltre la barriera azzurra…i suoi pensieri di possesso, il volerlo usare come cavia, come mezzo per conquistare fama e gloria…i dubbi, sopraggiunti in seguito al loro conoscersi meglio…il mutamento di quei propositi, un assoluto desiderio di…renderlo felice…l'odio, per se stesso, e la preoccupazione, per lui, quando non era potuto andare a trovarlo…la corsa che aveva fatto, in mezzo alla tempesta delle sue emozioni, per raggiungerlo, quella stessa sera…l'amore che nasceva, la passione che divampava, la necessità di cancellare la sofferenza, che aveva visto, in lui…la felicità, quando gli aveva detto di sì…mista a paura, che si tirasse indietro…quello spogliarello improvvisato, fatto solo per calmarlo…e l'amore, totale e disinteressato, mentre lo penetrava…mentre lo vedeva godere…
…e dei ricordi…Rukawa vedeva quelli di Hanamichi…
…il suo pianeta, in un tempo lontano…l'esercizio delle capacità psichiche, e la scelta di pilotare quella nave…la morte dei compagni, il sangue che si mischiava ai suoi capelli, l'odio per essi…i funerali, in solitudine…lo schianto su quel pianeta…il panico, la disperazione, la tentazione e la paura della morte…la forza del desiderio di vivere, di rivedere un volto umano…il sonno glaciale, lunghi frammenti di buio…il risvegliarsi, ogni tanto, con l'ansia sovrana, su ogni cosa…l'accorrere ai pc, a controllare se fossero arrivati messaggi, segni di una qualche ricerca…di qualcuno che stesse pensando a loro, a lui…le lacrime, per il nulla…il ritorno al freddo, il ripetersi di quel ciclo fin all'arrivo di strane immagini…l'idea dell'eternità, passata ad ammirarle…una vita frustrata, solo di felicità riflessa…il suo arrivo, la paura e la curiosità…l'antico istinto di scienziato, gli esperimenti cui avrebbe potuto sottoporlo…la trasformazione dei sentimenti, la totale dipendenza da lui…la necessità di vederlo, l'asfissia, senza di lui…la pena, quando non l'aveva visto arrivare…la trasformazione in gioia, quando se l'era trovato davanti, la sera, preoccupato solo di andare da lui, a spiegarsi…l'amore, in cui tutto era confluito…la necessità, di unirsi a lui…
E la sfera esplose, nell'attimo cui raggiunsero l'orgasmo, assieme…
…Rukawa crollò su di lui, ansimando. Il sudore gli colava lungo il viso, infiltrandosi negli occhi socchiusi. La pelle rabbrividiva, raffreddata da quel velo salato…la testa gli girava, annebbiata dalle sensazioni, che ancora lo attraversavano.
Solo due certezze, gli impedivano di lasciarsi andare al sonno…il petto che si alzava frenetico, sotto di lui, e il corpo caldo che ancora lo racchiudeva…
Il volpino rialzò il capo, obbligandosi a cercare i suoi occhi…oltre le palpebre socchiuse, vedeva le sue iridi scintillare, colme di calore…sulle labbra, imploranti aria, un sorriso leggero si era impresso, rivolto a lui…
"S-Stai bene?"
Hanamichi annuì, trattenendolo a sé, appena lo sentì muovere, per uscire da lui…
"Rimani…"
"Hana…"
Rukawa si morse le labbra, per soddisfarlo…anche a lui dispiaceva, lasciare quel corpo…non voleva dividersi da lui…s'aggrappò ai suoi polsi, per sopportare, e appoggiò la fronte sul torace che si stava calmando…
"…era per questo, che l'amore fra uomini…era tabù"
"L'unione di un uomo con un maschio della vostra specie…"
"…porta alla condivisione totale di anima, sentimenti e pensieri…non mi stupisce, che l'abbiano vietato"
commentò sarcastico il rossino, accarezzandogli i capelli, e giocando con quella folla di fili neri…
"Hn…secondo te…cos'è quel luogo, dove…"
"…non lo so…"
ammise l'altro, mordicchiandogli le dita…
"…e non riesco a spiegare nemmeno la distanza fra noi…"
"Ci penseremo…abbiamo tutto il tempo, per trovare la soluzione…scusami"
Rukawa alzò il viso, e lo baciò teneramente…una mano scese ad accarezzargli il fianco, mentre lo liberava da sé, scivolando fuori con attenzione…senza comunque poter sopprimere un gemito di profondo dispiacere, nel rossino…
"Kaede…"
"Hn?"
Il moro si stese su un fianco, attirandolo a sé…l'alieno non fece resistenza, e si accoccolò contro di lui, la testa poggiata al suo petto…una mano bianca si allungò lungo la sua schiena, mentre l'altra si prodigava in carezze, sul suo fianco…
"…sono contento che tu l'abbia infranto con me…"
Con un sospiro, Rukawa si sistemò accanto a lui, viso contro viso…due paia d'occhi si fissavano, incerti…non poteva riposare, con quel tarlo nella mente…
"Non sei arrabbiato?"
chiese, scostandogli una ciocca dagli occhi…
"E per cosa?"
si stupì l'altro, cercandogli le labbra, per farsi baciare…
"Per i miei pensieri su di te…il desiderio di…"
"Usarmi come cavia, per fare carriera? No, non sono arrabbiato…"
Hanamichi fece spallucce, catturandogli ancora la bocca…
"…è il primo pensiero, per uno scienziato. Anch'io, ho pensato la stessa cosa…studiarti…credo sia naturale, o non saremmo qui. E poi…"
concluse, succhiandogli la pelle del collo…
"…ho visto l'evoluzione nella tua mente, solo all'inizio ero una scoperta scientifica, poi…c'è stato solo amore. E per me, è stato lo stesso…ti amo, Kaede"
"Più ti conoscevo, meno volevo parlare al mondo di te…gelosia pura…e anch'io ti amo…"
Rukawa gli sollevò il viso, cercandogli a tentoni la bocca, con gli occhi ostinatamente chiusi…non lo voleva guardare, rovinare tutto con l'effimera sensazione di un senso solo…desiderava la completezza, attraverso gli altri sensi, agli occhi bastava il ricordo…
Col gusto goloso, assaggiava il sapore meraviglioso della sua innocenza…col tatto appassionato, sentiva la liscia perfezione del suo corpo…con l'olfatto voglioso, si inebriava dei profumi della sua pelle…e con l'udito attento, non si lasciava sfuggire uno, degli ansiti che le sue mani facevano nascere…
Eppure…aveva ancora paura…
"Davvero non ti sei arrabbiato?"
mormorò, staccandosi tristemente, da lui…non avrebbe mai, mai sopportato, se Hanamichi avesse provato del rancore, nei suoi confronti…
"Stupido volpino! Adesso ti faccio vedere io!"
Prima che il terrestre potesse impedirglielo, Hanamichi sgattaiolò lungo il suo corpo, senza staccare le labbra dalla sua pelle…percorse velocemente il petto e il ventre, fino ad arrivare all'inguine, al suo sesso…Rukawa gridò, appena la sua virilità fu circondata dalla bocca dell'altro…dalla sua lingua, dalla forza con cui lo succhiava…dalla dolcezza con cui giocava coi suoi testicoli, per eccitarlo al massimo…iniziò a muoversi, nella sua bocca, penetrandolo come aveva fatto poco prima…di nuovo calore, ancora luce…ma in modo diverso, meno bello…era solo, a godere…
"H-Hana…t-tu…"
"Ssshhh…"
Hanamichi lo spinse indietro, facendolo distendere sul letto…il moro strabuzzò gli occhi, appena la sua bocca si allontanò da lui, lasciandolo alla fredda esposizione dell'aria…
"Kaede…vieni di nuovo, a conoscere i miei sentimenti…"
Quel gelo durò poco…Hanamichi lo accolse di nuovo in sé, impalandosi con un solo movimento, sul sesso eretto…
E di nuovo, quell'ambiente incredibile…Rukawa non ebbe bisogno di cercarlo, era molto vicino, al contrario della prima volta…così vicino che gli bastò allungare una mano, per attirare a sé quel fisico sorridente…il rituale si ripeté, i loro corpi si mossero in armonia, in un luogo dove non esistevano più il sopra, né il sotto…l'anima del volpino penetrò quella dell'altro, in un colpo solo, imponendosi di guardarla esultare per il piacere, prima di perdersi nel fuoco della passione…una seconda volta, tutto si trasformò, le sensazioni si mutarono in certezze intense, irrefrenabili…
Il godimento aumentò vertiginosamente, quando i due spiriti iniziarono a fondersi, cancellandosi l'uno nell'altro, entrambi nell'appagamento che il loro modo d'amarsi recava…le spinte dei loro corpi, si riflettevano nelle loro anime, amalgamandole sempre più a fondo, portandole a sprofondare in luoghi luminosissimi, nello spirito dell'altro, l'abbraccio in cui erano avvolti…
…prima di raggiungere il piacere totale, Rukawa vide tutto, di Hanamichi…si donò completamente a lui, ricevendolo in sé…e infine vennero, esplodendo di nuovo nella felicità d'essere, unici nell'universo, realmente un essere solo.
…baciandogli gli occhi, il volpino si allontanò lentamente dal suo corpo, sorridendo tuttavia al suo tentativo, di tenerlo in sé…così tenero, così caldo…non riusciva a dare misura, ai sentimenti che provava per lui…e fortunatamente non ne aveva bisogno, bastava che lo amasse perché…l'altro sapesse, tutto.
"Ti amo"
gli ricordò, prima di accompagnarlo nel sonno.

Rukawa ansimò, scalando la parete rocciosa, che l'avrebbe portato da Hanamichi…mentre la sabbia cedeva, sotto i suoi piedi, ugualmente sentiva franare tutte le sue certezze…scosse forte la testa, ricacciando indietro una lacrima, che s'era formata all'angolo di un occhio…non doveva farsi vedere triste, si sarebbe preoccupato troppo, prima che potesse spiegargli…doveva essere tutto perfetto, quel ragazzo aveva già sofferto abbastanza, non poteva…procurargli altro dolore…avrebbe trovato il modo, sarebbero rimasti assieme per sempre…non avrebbe permesso, alla sua patria, di portarlo via da lui…
Doveva solo capire, come presentarglielo nella maniera giusta…mentre facevano l'amore, sperava di poter controllare la visuale dei suoi pensieri, perché li vedesse dal lato migliore…quel che era successo, non poteva permettere che lo assorbisse di colpo, senza una preparazione…non poteva accettare di sentire la sua afflizione, ancora…
Una fitta gli tagliò il cuore…era convinto che avrebbero avuto tutto il tempo necessario, per conoscersi al meglio, per sviluppare il loro rapporto…invece, tutto rischiava di finire, cancellato dal suo mondo, che aveva deciso per lui…
Si appoggiò a una roccia, incapace di continuare a salire. Non poteva dirglielo…non poteva spezzargli il cuore, in quel modo…non sarebbe mai dovuto accadere…come poteva salvarlo, dal baratro della disperazione?
Per quello, Hanamichi…avrebbe potuto decidere di gettarsi, oltre la barriera azzurra? L'amava così tanto, da preferire la morte, alla separazione, da lui?
"…sì"
Rukawa si staccò, riprendendo a salire…il buio della grotta non tardò molto, ad abbracciarlo…un'oscurità intarsiata, più avanti, d'azzurro…sarebbe morto, senza di lui, ne era certo…
…perché lui stesso, si sarebbe lasciato morire, piuttosto che…non vederlo mai più.
Amava troppo Hanamichi, per poter vivere senza di lui…
"Kaede?! Non ti aspettavo così presto! Sai, dopo un po' d'esperienza, ho capito cos'è quello spazio, quando facciamo l'amore! È il tempo che ci impiega il mio corpo a smettere di provare dolore…la prima volta, eravamo lontani perché…bè, lo sai…mentre adesso che sono abituato, siamo subito abbracciati! E la spinta con cui la tua anima prende la mia, non devi preoccuparti, perché equivale al primo di movimento di piacere, del tuo corpo nel mio!"
Oltre la barriera sottile, con un rapido passo…il moro sentì lontana, la sua voce, ovattata dalla tuta d'astronauta…non si diede pena si ascoltarla, non ne aveva tempo…doveva solo liberarsi da quell'ingombro, essere libero…
Svelti movimenti, per slacciare le cinghie…mani aliene sull'esterno, ad aiutarlo…tonfi nella polvere rossa, nuvolette di pulviscolo nell'aria…
"Ho bisogno di fare l'amore con te"
gli confessò Rukawa, impazientemente, afferrandolo per la vita e stringendoselo contro…le sue mani scesero leste ai suoi glutei, che iniziarono a massaggiare…l'erezione gli pulsava fra le gambe, il suo bacino si strusciava, autonomamente, contro quello dell'altro…
Hanamichi era imbarazzato, lo vedeva…rosso come i suoi capelli, subiva senza far nulla quell'assalto, teso ad eccitarlo, a scaldarlo…il moro si appropriò della sua gola, coprendola di morsi al limite del dolore, succhiando violentemente i punti arrossati, dove i suoi denti avevano lasciato il loro marchio…lo voleva, lo desiderava, aveva bisogno di entrare dentro di lui…sfogarsi, nel possederlo, fargli conoscere la sua disperazione, aggrapparsi a lui perché trovasse una soluzione…aveva bisogno che lui gli dicesse cosa fare, era lui l'alieno dotato di tecnologia superiore…doveva poter fare qualcosa…
"K-Kaede…qui?"
Hanamichi lo prese per il volto, e iniziò a succhiargli le labbra…sentiva la sua impazienza, il bisogno impellente di unirsi a lui, di…aprirgli il proprio animo, condividerlo…urgenza, necessità…dolore…il rossino si ritrovò contro la parete, schiacciato da mani che intanto lo spogliavano, quasi strappandogli le vesti…i suoi pantaloni frustarono l'aria, mentre cadevano a terra…e sussultò, appena due dita si fecero largo dentro di lui, preparandolo…
"P-Perché?"
gli chiese, una spiegazione per quell'aggressività…strappando via le labbra dalla morsa di quelle dell'altro…
"…ho bisogno di te…di fartelo sentire…non a parole"
I suoi occhi, non mentivano…il rossino si obbligò, a rilassarsi, e lasciò che quelle dita si facessero largo in lui…
"Hana…"
"Vieni"
Rukawa tolse le dita, con premura…gli afferrò una gamba, e se la portò attorno alla vita, penetrandolo con un unico, devastante affondo…Hanamichi urlò, mentre due lacrime gli bagnavano le guance, subito cancellate dalla bocca vorace dell'altro, lesta a cancellare quei rivoli, prima che tutto si tramutasse nel mondo perfetto, che ben avevano imparato a conoscere…
Sprofondarono, allacciati, non c'era distanza fra loro…il moro scivolò con più attenzione, nel corpo dell'altro, senza essere brusco, come era stato prima…la disperazione, l'aveva portato a prenderlo così, non avrebbe voluto…
…l'aveva fatto soffrire…
Hanamichi girò lentamente il volto, inarcandolo…anche se non c'erano suoni, Rukawa poteva immaginare i suoi gemiti, quasi disperati…stava godendo…
…ma, di nuovo, avrebbe sofferto, se avesse visto i suoi pensieri, se li avesse condivisi con lui…
Gli occhi castani, velati, si spostarono a cercare i suoi, una domanda non pronunciata, ma facile da capire…
Perché non siamo ancora una sola anima?
Questo, gli stava chiedendo Hanamichi…un perché, alla distanza fra loro…
I suoi occhi si incupirono, mentre una ciocca rossa scendeva, a tentare di nasconderli…Rukawa si stava ancora spingendo in lui, il rossino godeva, eppure…piangeva, mentre il piacere si sollevava, inarrestabile come uno tsunami…
…era Rukawa, era a causa sua se non si erano ancora amalgamati…
…era Rukawa, che non voleva che accadesse, che non voleva condividere con lui la totale felicità…
…era Rukawa, che lo stava scopando senza dargli la parte più importante, di sé…
…nonostante proprio lui, l'avesse implorato di concederglisi, per condividere ciò che aveva dentro.
Hanamichi girò il volto, nascondendolo al suo sguardo…lo odiava, detestava quel piacere maledetto che gli squarciava le poche difese, che gli erano rimaste…godeva, anche se non voleva…continuava ad appagarsi i sensi, del corpo del moro in lui…il suo corpo, gli trasmetteva quelle magnifiche sensazioni, contro la sua volontà…erano momenti deliziosi solo per il suo fisico…
…non era giusto, che Rukawa gli negasse l'anima…
Senza neppure accorgersene, il suo pianto si intensificò…diverso da quello per i suoi compagni, lontano migliaia di anni luce da quello per se stesso…quelle lacrime, rappresentavano la fine, di loro due…la distruzione del sogno d'amore, che era sbocciato solo pochi giorni prima…
Due labbra premurose raccolsero quelle stille colme di sofferenza…i loro sguardi si incontrarono, furono costretti a farlo…e il rossino vide la propria sofferenza, riflessa nelle iridi lucide del volpino…e unita a quella, una profondissima paura, quasi traboccante…e una domanda, una preghiera…di aver fiducia, in lui…
Il rossino non ebbe il tempo di rispondere, perché un'ultima spinta lo fece venire, mentre Rukawa si riversava disperatamente in lui…
………
"Sei un bastardo! Ti odio! Ti odio!"
Rukawa si lasciò colpire, non si spostò dalla traiettoria del suo pugno, né fece un tentativo per schivarlo…il destro dell'alieno lo colpì in pieno viso, facendolo barcollare…non credeva avesse tanta forza, in sé…
'O forse è solo rabbia…'
Il moro lo guardò caricare un altro colpo, e avventarsi su di lui…chiuse gli occhi e attese immobile, deciso a lasciarlo sfogare…aveva ragione, aveva tutte le ragioni del mondo, di volerlo riempire di botte…come poterlo biasimare? Il pugno arrivò puntuale, devastante…il sangue gli riempì la cavità orale, la pelle dell'interno della sua guancia si lacerò, con dolore…scintille sfavillanti gli annebbiarono la vista, mentre un calcio gli sfondava lo stomaco…col fiato corto, Rukawa s'accasciò a terra, sputando tutto il sangue che aveva in bocca, ansimando…
…quanto sarebbe durato, ancora? Quanta collera aveva in corpo, da sfogare su di lui?
'…tanta'
comprese, mentre lo vedeva prepararsi a colpire, nuovamente…
Ma la sua mano non lo sfiorò…solo il rumore dei suoi passi ovattati, lo raggiunse…il terrestre socchiuse gli occhi, sbirciandolo…preoccupato, da quel cambiamento repentino…
"Vattene"
Dopo essersi rivestito in fretta, Hanamichi raccattò tutti i pezzi della sua tuta da astronauta, e glieli gettò addosso, indicandogli la barriera con un gesto feroce della mano…oltre il dolore, Rukawa lo vedeva trattenere a stento la sua ira, mordersi le labbra per non saltargli addosso, e riempirlo ancora di botte…
"Hana…"
"No! Vattene! Non osare dire altro o giuro che ti ammazzo!"
e se ne andò, scomparendo oltre la scaletta e sigillandosi la porta alle spalle, come la prima volta in cui s'erano visti…Rukawa poté solo guardarlo sottrarsi, all'abbraccio della sua vista.
Divisi…per colpa sua, a causa dei suoi dubbi…aveva fatto soffrire Hanamichi, non era riuscito a evitare di ferirlo…forse non era degno, di amarlo, se non era in grado di proteggerlo…
Si girò, verso la barriera…avrebbe avuto la forza di tornare nel mondo reale, senza dirgli nulla?
Deglutì…i colpi subiti gli dolevano, pulsando di calore continuo, costante…il tempo lì era fermo, non sarebbero mai potuti guarire, se vi rimaneva…
Sbirciò l'astronave, e sul metallo lucido il suo stesso, spettrale riflesso…la sua pelle era bianca, intoccata…i lividi non avevano avuto il tempo, per manifestarsi…
La barriera azzurra si ergeva alle sue spalle, tendendo la propria luce, per abbracciarlo…Rukawa guardo prima quella, poi la tuta da astronauta che giaceva abbandonata, nella polvere…l'ora segnata sul display del micro pc, e infine la porta di metallo…
…non poteva andarsene…
Con un sospiro, si accasciò su una roccia…quella stessa roccia dove l'aveva visto per la prima volta, si rese conto…le sue dita scesero ad accarezzarne i contorni, a sentirne la forza immutabile…era stata un punto di riferimento per il suo rossino, in tutti quegli anni…
"…vorrei poter prendere il tuo posto"
bisbigliò, a nessuno in particolare…aveva perso il diritto di pregare, poteva solo aspettare, che l'altro gli concedesse un attimo della sua eternità…
…un briciolo di quel tempo, per spiegargli il perché…
…per farsi perdonare, di non averlo trattato col riguardo che meritava…
…di inginocchiarsi, e implorare il suo perdono…
Sarebbe riuscito a convincerlo a farsi amare, una nuova volta? Null'altro era necessario, per mostrargli tutto ciò che sentiva dentro…se gli avesse permesso di amarlo, il loro rapporto avrebbe potuto considerarsi salvo…
…ma con che faccia si sarebbe presentato a lui, chiedendogli di lasciarsi amare? Dopo un simile tradimento, dove avrebbe racimolato, il coraggio necessario per supplicare la possibilità, di espiare?
Si impedì, di vacillare. Non avrebbe ceduto…aveva combinato quel guaio, quindi si sarebbe sforzato, di risistemare tutto. Toccava a lui, impegnarsi.
Non era in grado, di affrontare il pensiero di una vita senza Hanamichi, una volta conosciuta l'immensa sua bellezza…l'idea stessa lo respingeva, tentando di soffocarlo…
Sbirciò la porta, che restava cocciutamente sigillata…forse il rossino lo stava guardando…poteva sfruttare questo, per dimostrargli quanto fosse pentito?
Forse, se fosse scoppiato a piangere…alla fine Hanamichi si sarebbe impietosito, tornando da lui…potevano le sue lacrime giungere al suo cuore?
Si morse le labbra…non era un suo comportamento, e l'altro lo sapeva. Avrebbe capito subito, a cosa mirava…no, sarebbe rimasto se stesso, perché era quello che Hanamichi amava.
Non avrebbe pianto, non si sarebbe messo a frignare, aspettando la compassione altrui…non era il suo stile di vita, quello. Lui combatteva.
Si alzò, e salì fino alla cima della scaletta. Non bussò, non voleva sembrare pressante…Hanamichi poteva prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno, per ritrovare la serenità. Quando ciò fosse successo, lui sarebbe stato lì ad aspettarlo.
………
"S-Sei ancora qui?"
Hanamichi se lo trovò davanti, immobile oltre il portellone dell'astronave. Secondo gli strumenti, fuori erano passate più di quattro ore, da quando avevano litigato…era certo che ormai il terrestre se ne fosse tornato dai suoi compagni, o avrebbe controllato, prima di uscire…da quanto era lì, in piedi?
"…hn"
Il rossino riacquistò un briciolo di imperturbabilità. I segni delle sue lacrime erano certamente svaniti, era molto che aveva smesso di piangere…Rukawa non avrebbe avuto la soddisfazione, di venir a conoscenza di quanto profondamente l'avesse ferito…
"Perché?"
chiese, oltrepassandolo e andando ad accoccolarsi sulla sua roccia preferita…notò un lampo evidente passare nei suoi occhi, mentre si sedeva, ma decise di non indagare…si sarebbe interessato a lui il minimo possibile…
"Per scusarmi con te"
Se si aspettava un minimo di reazione, da parte sua, Hanamichi si impose di deluderlo…alzò semplicemente un sopracciglio, e gli indicò il mucchio informe, che era la sua tuta spaziale:
"Non mi interessa. Prendi la tua roba e vattene. Per sempre"
Non gli importava, il rischio di veder svelata la sua esistenza, agli altri, e di poter diventare sul serio una cavia…aveva già preso, la sua decisione.
"No"
Rukawa si inginocchiò di fronte a lui, le gambe che affondavano nella polvere rugginosa…nonostante il suo cuore fosse fermo, il rossino poteva immagine di sentirlo battere, nel profondo del petto…lo amava, non sarebbe bastato quello che gli aveva fatto, a distorcere la realtà…ma non lo avrebbe perdonato. Aveva già sofferto abbastanza…non aveva la forza, di correre il rischio di dover piangere ancora…
Non fece nulla, non si irrigidì neppure, quando il moro abbassò il capo, e posò due baci sulle sue ginocchia, uno per parte…
"…perdonami…non credere che ciò che è successo, sia dovuto a una mancanza d'amore, o rispetto…"
L'altro sbuffò, voltando il capo, per non permettergli di guardare la sua anima, che tentava disperatamente d'affiorare, nei suoi occhi…
"Che rispetto si può avere, per un oggetto con cui ci si diverte?"
Rukawa alzò la testa, di scatto…ma Hanamichi non gli diede il tempo, di ribattere…quelle erano le sole risposte, che aveva trovato…lo avrebbe anticipato, non gli avrebbe dato modo di lasciarlo, a lui che diceva d'amarlo…lo avrebbe costretto ad andare via, a non tornare più…
…e poi avrebbe spento il Generatore di Stasi…
"Dì un po', i giorni scorsi mi hai amato in modo diverso, solo per convincermi a farmi scopare come e quando ti sarebbe stato gradito? O quest'idea ti è venuta dopo, quando hai visto che amandomi sul serio, non godevi abbastanza? O semplicemente non avevi più voglia, di accogliere in te i miei pensieri?"
"Idiota!"
Rukawa gli tirò un pugno, il più forte che poté…sorpreso, Hanamichi cadde all'indietro, sollevando una nube di polvere…il moro gli fu sopra, bloccandolo a terra, e iniziò a tempestargli la faccia di baci, di carezze…gli inchiodò i polsi sopra la testa e lo tenne giù, premendolo col proprio peso…nonostante i morsi che l'altro continuava a infliggere alle sue labbra, non si staccò dalla sua bocca, rispondendo alla violenza con dolcezza, alla rabbia con calma…le unghie che riusciva a piantargli nelle carni, non erano che tocchi gentili…gli strattoni, con cui cercava di liberarsi, lo facevano solo sospirare…il suo corpo sotto di lui, lo amava…non perché fosse bello, non solo…
…ma perché era semplicemente Hanamichi.
Si staccò dal suo volto, e una goccia di sangue si librò, cadendo dalle sue labbra fino a quelle dell'altro, ugualmente insozzate di rosso…si passò la lingua sui tagli, e inghiottì, lentamente…sebbene il rossino mantenesse sul volto un'espressione dura, senza sensi di colpa, nei suoi occhi leggeva rimorso, per avergli fatto del male…
…lo amava, lo amava ancora…
…Rukawa si abbassò, e gli posò un bacio sulla fronte…un unico tocco leggero, prima di lasciargli libere le mani, e affidarsi al suo abbraccio…
"Spostati"
gli comandò Hanamichi, senza stringerlo a sé…senza neppure toccarlo, per spingerlo via.
"Lasciami spiegare…per favore"
Il terrestre accompagnò una ciocca dei capelli carmini al suo posto, cercando il suo sguardo…l'unica porta, verso il suo cuore.
"Non c'è nulla da spiegare"
"Sì, invece. C'è la mia paura…"
L'altro sbuffò, scuotendo la testa e lacerando il contatto fra i loro sguardi…tentando di soffocare il dolore che sentiva, sia nell'animo che nel corpo, il moro poggiò la fronte contro la sua tempia, accarezzandogli la pelle col respiro…
…sorrise, appena avvertì la sua cute incresparsi impercettibilmente…
"…il mio terrore, di farti soffrire. Volevo mostrarti, il mio animo…Hanamichi, è accaduto qualcosa, sul mio pianeta…e io volevo spiegarti cosa, facendo l'amore…"
La sua voce tremò, nel pronunciare quelle parole…ma l'animo al contrario, si rafforzò, sentendo il corpo sotto di lui farsi più attento…
"…mi sono reso conto che dirtelo così, ti avrebbe spezzato il cuore, non potevo…ma era troppo tardi, ero già dentro di te…non c'era altro modo, per impedirti di…vedere"
Nessun rumore interruppe il silenzio inalterato di quel luogo, finché il rossino non volse la testa, verso la sua:
"Cosa?"
domandò, tradendo una nota d'urgenza, che fece esultare internamente l'altro…desiderava saperlo, le sue proclamazioni d'odio non erano reali…la gioia di Rukawa comunque durò poco, giusto gli attimi per capire che era il momento di dirglielo:
"Il Governo che ha sponsorizzato la nostra missione è cambiato…quello nuovo, ha deciso che…è uno spreco di soldi…hanno tagliato i fondi, non manderanno i pezzi necessari al completamento della base…non potremo vivere qui a lungo, senza…"
"Vuoi dire che…"
Se fosse stato vero, sul serio…se non era una grossa bugia, per farsi perdonare…
…non, non lo era…quei pozzi blu erano troppo limpidi…
Tutto cambiò, le labbra gli tremavano dalla paura…Hanamichi si allontanò da lui, lo cacciò indietro…non era il suo vero desiderio, prima era solo arrabbiato…non poteva, non doveva essere vero…ora che rischiava realmente di perderlo, tutto il rancore che aveva accumulato, gli pareva così stupido…
"Se il comandante Ayako non riuscirà a convincerli, dovremo tornare a casa"
"Q-Quando?"
Era un sogno, solo un terribile incubo, come quelli che popolavano i suoi sonni, dopo la morte dei suoi compagni…non poteva essere la punizione, per aver desiderato di non vederlo più, quel pensiero era nato in un momento di dolore…Rukawa non poteva lasciarlo, davvero…
"Fra tre giorni è prevista la prima finestra di lancio…l'unica, probabilmente"
"K-Kaede…"
Lo chiamò per nome, l'unico modo che conosceva, per dimostragli quanto avesse bisogno, di lui…
"Hana...mi dispiace…per tutto…"
Il moro chinò il capo, tendendosi per raggiungerlo…posò la fronte contro la sua, molto lentamente, per dargli il tempo di spostarsi, se ne avesse avuto il desiderio…il contatto avvenne, lieve, fra i loro capelli…poi le loro pelli…le palpebre si spalancarono, morbide…gli sguardi si fusero, rinnovando ciò che aveva rischiato di morire…
"…io ti amo"
Un'unica lacrima sgorgò, portando via con sé tutte le parole amare, che la voce del volpino, da sola, non bastava a cancellare…Hanamichi gli gettò le braccia al collo, legandolo a sé:
"Amami…dammi la tua anima…dammi il tuo amore, il tuo dolore…"
Rukawa gli allacciò le braccia attorno alla vita, eliminando quella perla salata:
"Hana…il mio cuore è spezzato…"
Ma l'altro scosse la testa, prima che potesse continuare:
"Voglio tutto di te…non sarebbe vero amore, se condividessimo solo i momenti felice…riempimi, con la tua sofferenza"
Si incamminarono, senza aggiungere nulla con la voce, solo gli sguardi parlavano…goffi, risalirono la scaletta, barcollando fino alla stanza del rossino…Rukawa lo fece stendere sul letto, in silenzio, e iniziò a spogliarlo, mentre Hanamichi faceva lo stesso, con lui…
Il moro ridusse i preliminari al minimo, solo l'indispensabile, per non farlo patire, durante la penetrazione…l'atto che stavano compiendo, non era votato al piacere, ma alla conoscenza…i fronzoli inutili, avrebbero distratto entrambi da essa, ritardando la loro unione…e né uno, né l'altro desideravano rimandare ancora…avevano un dolore immenso, da condividere.
Rukawa tolse le dita, posando un bacio sulla punta del suo sesso eccitato, prima di posizionarsi contro di lui, e di correre a occupargli la bocca con un bacio…Hanamichi gli gettò le braccia al collo, e si preparò ad accoglierlo, strofinando la propria apertura contro il suo pene duro…i loro visi si divisero, appena il corpo del terrestre iniziò ad aprire quello dell'alieno sotto di lui…gemiti, sospiri…il volpino si concentrò sui suoi occhi, scacciando ai limiti della sua mente il calore che iniziava ad avvolgerlo…
…più entrava in lui, più li vedeva farsi profondi, infiniti…due buchi neri, dai quali era impossibile sfuggire…la sua pelle, resa rossa dall'imbarazzo, e dal sentirlo avanzare in sé, sembrava rifulgere, nella luce tenue della stanza…
…era quasi dentro, del tutto…ancora meno di un centimetro, e l'avrebbe posseduto, completamente…sarebbe bastata una piccola spinta, per volare in quella dimensione raggiungibile solo da loro, dove avveniva il miracolo…un solo movimento e sarebbe scomparso, in lui…
"Ti amo"
bisbigliò, immobilizzandosi prima che accadesse…voleva che lo sapesse come accadeva a un terrestre, che anche secondo ciò che provavano sulla Terra, fosse consapevole che lo amava.
"Anch'io…"
gli rispose Hanamichi, sorridendo…una mano abbronzata si mosse, per accarezzare una guancia vellutata…anche lui, era felice per quell'attimo prolungato, prima dell'unione assoluta…
"…vieni"
lo pregò infine, scendendo lungo il suo corpo, fino ai suoi fianchi, che invitò verso di sé…Rukawa si chinò a sfiorargli le labbra, prima di completare la penetrazione.
L'anima di Hanamichi accolse la sua, il suo sorriso lo attrasse a sé…due braccia forti si aggrapparono all'anima del moro, il viso si nascose contro la base del suo collo, non prima di avergli donato un bacio…il volpino ricambiò l'abbraccio, soffiandogli sulla pelle delicata della sua nuca, e blandendogli la colonna vertebrale, prima di affondare in lui…
Hanamichi spalancò gli occhi, mentre sentiva una mano dell'altro correre a massaggiargli il membro…li vedeva, l'anima di Rukawa s'era totalmente spalancata, per lui…
…quella ragazza coi riccioli, che comunicava loro la notizia…la sua anima che vacillava, mentre le conseguenze, per loro, si presentavano spavalde alla sua attenzione, una per volta…la sua fuga dalla nave, per correre da lui…i suoi dubbi, le incertezze…la paura per la sua reazione…il battito del suo cuore, che lui aveva quasi dimenticato…la felicità, che il solo vederlo gli procurava…la disperazione che si sovrapponeva a essa, all'idea di non vederlo mai più…la decisione di confessargli tutto, attraverso il loro atto d'amore…il calore che provava, mentre lo penetrava, il bisogno urgente di possederlo…il cambiamento, il panico, il terrore di veder distrutta la sua felicità…la decisione di impedire il fondersi delle loro anime…l'odio, che Rukawa provava per se stesso, mentre vedeva lui, Hanamichi, disperarsi per essere penetrato solo col corpo…il piacere superficiale, di un orgasmo colpevolmente raggiunto…la morte del proprio essere, mentre lo vedeva scappare… e la rinascita mentre attendeva e preparava la propria confessione, tentando di trovare le parole giuste, per giungere al perdono…al suo amore…la speranza, quando si erano incontrati…la rabbia disperata, con cui l'aveva colpito…il sollievo, quando si era lasciato toccare, quando gli aveva permesso di spiegargli …l'amore, che sgorgava più forte, mentre lo penetrava…la felicità, e privilegio, di fondere l'anima con la sua…
Rukawa si sentì gemere, mentre i sentimenti di Hanamichi si schiudevano, per lui…
…l'attesa, per l'incontro…la lieta sorpresa, quando l'aveva visto, in anticipo…che si era tramutata in contentezza, dato che avrebbero passato più tempo, assieme…la sua richiesta, d'unirsi a lui, subito…lusingato, da quel desiderio impellente…ma anche spaventato, dalla premura che lui aveva mostrato…la parete dietro di lui, contro cui l'aveva sbattuto, così dura…come il sesso che l'aveva prepotentemente aperto, senza gentilezza…le lacrime brucianti che non avevano avuto il tempo di bagnargli la cute, la sua bocca le aveva subito risucchiate…la gentilezza, che aveva sostituito quella furia…l'illusione, che da quel momento tutto, sarebbe stato perfetto…la sua anima che si slanciava, verso la sua, implorandola di unirsi…il muro contro cui si era scontrata, una parete che le teneva separate…la consapevolezza, che era stato quel ragazzo che diceva d'amarlo, a volerlo lontano…il dolore, l'umiliazione, il piacere che nonostante tutto aumentava…l'orgasmo raggiunto dal corpo, fra le lacrime dell'anima…la rabbia, l'odio esploso per esser stato usato come oggetto di piacere, come giocattolo…per non aver ricevuto il suo spirito…le domande, su cosa avesse da nascondere…i dubbi, su tutto le parole che s'erano scambiati, sulle promesse…il rifugio nella nave, e le lacrime versate, per ore…la decisione di morire, pur di non stare senza di lui…la sorpresa, quando l'aveva visto ancora lì…lo sbigottimento, la paura di rimanere solo, dopo la sua spiegazione…infine l'amore, di nuovo…
La bolla che erano, si distrusse, esplodendo più violentemente che mai…
…Rukawa si abbandonò, ansimando, fra mille gocce di sudore…sotto di lui, il petto di Hanamichi correva spezzato non solo dal piacere, ma anche dai singhiozzi…
Aveva deciso di spegnere il Generatore, dopo la sua cacciata…
"Hana…"
Il moro si puntò su un gomito, faticando a rialzarsi…doveva impedire a ogni costo, un gesto così disperato.
"…ehi…"
Scivolò fuori dal suo corpo, col solo scopo di distrarlo…Hanamichi aprì gli occhi, sentendosi abbandonato…nell'atmosfera ancora impregnata del loro accoppiamento, i loro sguardi si incontrarono, uno colmo di tristezza, l'altro di preoccupazione…
"Non mi lasciare…non mi lasciare anche tu…"
Senza frenare i singulti, il rossino si coricò su un fianco, rannicchiandosi in posizione fetale e nascondendo la testa dietro le braccia…
"Non voglio…rimanere ancora solo…Kaede…"
"Ssshhh, calmati…troverò una soluzione, te lo giuro…nessuno ci separerà"
Era una fortuna, per Rukawa, che le loro anime non si unissero anche durante gli abbracci…perché altrimenti Hanamichi avrebbe visto, che non aveva idea di cosa fare, per impedire la loro partenza…

"Domani dobbiamo partire. Aspettami. Troverò un modo per venire da te"
Hanamichi si lasciò cadere sull'ultimo gradino della scaletta, rileggendo per l'ennesima volta il messaggio che Rukawa gli aveva mandato.
Aveva provato a rispondere, ma il ricevitore, fuori dall'astronave, era risultato muto…sapeva che sarebbe accaduto, anche se aveva sperato non si rompesse tanto in fretta…
Rise, senza convinzione…non poteva pretendere di più, da un apparecchio che era tornato improvvisamente alla vita, ritrovandosi di colpo un sacco d'anni, addosso…un solo messaggio, era tutto quello che era stato concesso loro. Già un miracolo, probabilmente.
Il domani era giunto…il giorno della partenza di Kaede…era quello.
Aveva seguito l'alba grazie ai sensori, aveva perso il conto, da quando non ne vedeva una, coi suoi occhi…nello stesso modo, si era giurato di sorvegliare la partenza della nave diretta alla Terra…il veicolo, che avrebbe portato via da lì il suo sogno…non avevano trovato una soluzione…non ce n'erano.
Il volpino non aveva voluto saperne, di quella che lui aveva proposto…sarebbe bastato svelare la sua esistenza, per far arrivare tutti i finanziamenti necessari. Una volta saputo che non poteva uscire da lì, ma che era una cavia costretta all'immortalità, e quindi disponibile in eterno, la base su Marte sarebbe diventata il fulcro della vita scientifica del Sistema Solare…non avrebbe mai più avuto, problemi di soldi.
Ma Rukawa era andato su tutte le furie…l'aveva baciato con ferocia, masturbandolo e spogliandolo…gli aveva preso il pene in bocca, e l'aveva fatto venire, per poi fissarlo negli occhi mentre lo baciava, per fargli sentire il suo sapore…e chiedergli se sarebbe stata una vita, quella…con addosso gli occhi del mondo guardone, ogni volta che volevano un po' di intimità…e chi garantiva loro, che non li avrebbero ugualmente tenuti divisi?
I terrestri potevano essere crudeli…lui non ci credeva, eppure il moro gli aveva giurato che sarebbero stati pronti a minacciare di torturare lui, pur di convincerlo a sottoporsi a chissà quali esperimenti…spingerlo a desiderare di morire…
…ma nonostante questo, sarebbe potuto vivere, senza Rukawa?
"No…non più"
Si rispose da solo, sapendo di andare incontro alla pazzia.
Gli avrebbe detto addio, con serenità…confessandogli ancora tutti i magnifici sentimenti che gli aveva donato, magari attraverso un ultimo, appassionato incontro d'amore…il loro addio, doveva essere il ricordo più prezioso, della vita futura di Kaede…
…perché lui non l'aveva un futuro.
Avrebbe staccato il Generatore, una volta che fosse stato certo che era giunto sul suo pianeta.
Avrebbe osservato, attraverso la sfera, l'atterraggio della loro nave.
L'avrebbe visto un'ultima volta, scendere e posare i piedi sul suolo natio.
E allora, lui avrebbe spento la sfera, e avrebbe disattivato la Stasi.
Non aveva paura di morire…sempre meglio che vivere senza Rukawa.
Non credeva possibile, sopravvivere alla lontananza dal grande amore della sua vita. Non a un simile distacco, comunque.
Lasciò che una lacrima rotolasse lungo la sua pelle…aveva pianto più in quei pochi giorni, che in tutto il tempo intercorso dalla morte dei suoi compagni, a quei momenti.
Scosse la testa…in fondo, poteva considerarsi soddisfatto di ciò…aveva riacquistato la capacità di provare sentimenti…anche se per poco, anche se stava per perdere colui, per cui esistevano.
Due labbra premurose si posarono sul suo viso…il rossino sussultò, ritrovandosi davanti gli occhi stanchi del volpino.
"Non piangere, amore mio"
"K-Kaede!"
"Sono qui…sono qui"
Il moro gli prese le mani, e le percorse di baci, su entrambi i lati…Hanamichi abbassò il viso e lo sostituì ad esse, succhiandogli le labbra, nascondendo le tracce di tristezza alla sua vista…
"Da quanto sei qui? Non ti ho sentito arrivare"
"Hn…eri perso nei tuoi pensieri…"
Dolcemente, Rukawa gli pettinò le ciocche, sistemandole perché facessero risaltare il bel profilo del suo volto…quei capelli, così seducenti, risaltavano come rubini su una distesa di diamanti, fra le sue mani…
"…così bello"
aggiunse, allungando il volto per baciargli le tempie…gli piacevano così tanto, quei piccoli spazi fra gli occhi e i capelli…sembravano esistere apposta, per essere baciati da lui…
"Kaede…"
"Non preoccuparti amore…è tutto a posto"
Il rossino spalancò gli occhi: che il miracolo per cui aveva pregato tanto, si fosse realmente avverato?
"H-Hanno dato nuovi fondi alla tua missione?"
chiese, l'afflizione spazzata via da una nuova visione del futuro…
"Hn…non preoccuparti…nessuno ci dividerà mai…"
"Kaede…"
Hanamichi sorrise, passando la bocca sui capelli neri dell'altro…c'era una strana calma, nei suoi occhi…al posto dell'euforia, solo una placida imperturbabilità.
"…non hai risposto alla mia domanda"
"Lo so"
rispose semplicemente questi, baciandogli una mano in tutta la sua lunghezza, fino al polso…
"Kaede…cos'hai fatto?"
non nutriva più entusiasmo…il rossino si alzò, allontanandosi di un gradino, spaventato dalla tranquillità che traspariva, dalla sua espressione…sembrava il colpevole di un omicidio, che aveva pacatamente eliminato la fonte, dei suoi guai…
"Non hai fatto del male a qualcuno, vero?"
"Hn"
Era un no…ma allora…
"Kaede…"
Il volpino salì velocemente la scaletta, fino a trovarsi sul suo stesso gradino…lo prese fra le braccia e gli rubò un bacio, prima di affondare il viso contro la sua spalla, cullandolo piano…
"Nessuno ci dividerà, mai…te lo giuro"
"Kaede…mi stai spaventando"
Rukawa sospirò, allentando la stretta su di lui…
"…è l'ultima cosa che desidero"
mormorò, tornando a terra e tendendogli la mano, perché lo seguisse…Hanamichi la intrecciò con la sua, e si lasciò docilmente condurre alla sua roccia preferita…non aveva più nulla di cui aver timore, era tornato il suo solito, adorato Kaede…
"Allora?"
Il volpino si sedette di fronte a lui, poggiando il mento sulle mani intrecciate…i suoi occhi blu splendevano di risoluzione, mentre lo ammiravano rapiti…
"Non c'è stato alcun cambiamento…non verranno stanziati altri fondi, per questa missione. La mia nave…dovrebbe star partendo in questo momento"
"C-Cosa?"
Non poteva aver capito bene…sicuramente la voglia di rimanere con lui gli stava facevo dei brutti scherzi…Hanamichi si passò una mano sugli occhi, era di certo un'allucinazione…
"Ho messo un biglietto…in cui ho spiegato che amo follemente Marte, e tutto ciò che racchiude…che la mia non sarebbe stata vita, lontano da questo pianeta rosso…perché lo amo…perché solo qui posso essere felice…"
Hanamichi scattò in piedi, con un urlo strozzato…poteva voler dire solo una cosa…
"…l'ho scritto in modo che pensassero a un suicidio, e…sono scappato…non avrebbero potuto cercarmi, o avrebbero perso la finestra…"
Senza attendere oltre, il rossino si lanciò verso l'astronave, a quei pannelli che, soli, potevano confermargli o meno il racconto del volpino…non poteva essere vero…
Rukawa lo seguì con calma, senza fretta…lo guardò usare i suoi poteri per controllare, per sondare l'atmosfera del pianeta, coi pochi sensori ancor attivi, esplorare la superficie e scoprire che…
"…è partita…è davvero partita"
"Sì"
Hanamichi si accasciò su una poltroncina, voltando a malapena il volto verso di lui…incredulo, non riusciva a sentire nulla, a parte una grandissima confusione…non poteva aver davvero scelto…quello…
"Non potevo partire…dovevo rimanere qui"
Rukawa si sedette sul bracciolo, accogliendo contro il proprio petto il corpo dell'altro, scosso da un improvviso, irrazionale brivido di freddo…
"…Kaede"
"Ssshhh…ora abbiamo tutta l'eternità, per parlare"
"Kaede! È…è proprio questo! T-Tu non sai quello che hai fatto!"
"Hn. Lo so benissimo, invece"
e gli baciò la fronte, schioccandogli poi un bacio sulla punta del naso.
"Ah!"
Hanamichi scattò in piedi, liberandosi da lui, quasi ustionato dalla semplicità con cui l'altro parlava del suo gesto.
"Ma non ti rendi conto? Non potrai mai più uscire da qui! Sarai condannato a passare qui tutta l'eternità! Solo io e te!"
"Non potrei mai desiderare altro…"
rispose il moro, con tranquillità…
"…comprendo la tua reazione, l'ho immaginata…i dubbi che ti attanagliano, li ho soppesati a lungo, ma…sono arrivato sempre alla stessa conclusione. Nulla, era così importante da giustificare la mia partenza"
"N-No…"
L'altro scosse la testa, stringendosi le braccia attorno al torace…per lui, condannato a vivere quell'eternità, non era concepibile che qualcuno la potesse scegliere volontariamente, per un qualsiasi motivo…Rukawa aveva rinunciato ad assaporare la propria libertà…
"…sei stato troppo precipitoso! Hai dato per scontato che le cose fra noi sarebbero andate sempre bene! E-E se fra un paio di mesi iniziassimo a litigare, ad odiarci? Cosa accadrà? T-Tu rimpiangerai di essere rimasto, e o-odierai me, il motivo per cui sei rimasto qui"
"Non dirlo mai! Mai!"
Il moro annullò la distanza fra loro, abbracciandolo di nuovo, e baciandolo, per non sentire più quelle parole…
"Non rimpiangerò mai questa scelta…la possibilità di passare tutta l'eternità solo col ragazzo che amo…è questo, il mio sogno. Sicuramente, ci saranno momenti difficili, ma non potrei mai odiare l'unica persona, che mi abbia dato una ragione per vivere…li affronteremo, li supereremo…l'hai detto tu stesso, non sarebbe vero amore, se condividessimo solo i momenti felici…"
"K-Kaede…"
lentamente, Hanamichi scosse la testa, troppo spaventato dall'enorme quantità di felicità che gli si parava davanti, per comprenderla appieno…
"Hana…non sei felice, che io sia rimasto qui?"
"M-Ma! Certo che sono felice!"
ribatté l'altro, piccato…poi la sua espressone si ingentilì, tingendosi di vacillante tristezza…
"Ho solo paura che tu…possa pentirtene, un giorno…"
"Non accadrà mai…"
Rukawa lo lasciò libero, ma non si allontanò da lui…semplicemente, scivolò in ginocchio, ai suoi piedi…gli prese le mani fra le sue, e deliziandosi del suo rossore, ne baciò entrambi i dorsi…
"…Hanamichi, vorresti condividere con me la tua eternità?"
"…sì"

Fine

Ria auguri!!! Buon compleanno!!!
Purtroppo i funghetti non sono ancora pronti, stanno ancora stagionando o te ne avrei inviato un vasetto grosso quanto il mondo ^_-
Seriamente…grazie per tutto ciò che fai per noi, per la tua gentilezza e disponibilità, per il sorriso che accompagna ogni tua mail, per la felicità che ci permetti di condividere, ogni mese…sei una ragazza semplicemente meravigliosa, è stato un onore conoscerti di persona.
Tanti bacioni, numerosi più delle stelle
Hymeko


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