Today is Ria Day...buon compleanno
Ria!!!
Pianeta rosso
di Hymeko
Non era lontana, la salvezza…poche decine di passi sopra di lui, da
coprire ondeggiando sotto la furia del vento, che s'era scatenato
in tutta la sua potenza…e quella sabbia che lo frustava, senza pietà,
come faceva col mondo desolato che lo circondava, non l'avrebbe più
raggiunto…
Si sistemò meglio il casco, ringraziando l'ingegnere francese,
che aveva inventato il sistema per il riciclo dell'aria…senza di lui,
sarebbe morto da tempo, le bombole che portava sulle spalle svuotate
dal suo respiro…le dita racchiuse nei grossi guanti, così spessi
da annullargli il senso del tatto, passarono sulla visiera…larghe
strisce pulite, interruppero il velo di sabbia che vi si era posato,
e la luce filtrò più forte…
Inciampò, distratto dal pulirsi la visiera…il vento lo schiacciò
a terra, col suo peso impalpabile, quell'aria gravava sul suo corpo
come piombo…si puntò sui gomiti e iniziò a strisciare,
offrendo al suo inafferrabile nemico meno resistenza possibile, venendo
tuttavia coperto di sabbia…se non si fosse sbrigato, sarebbe diventato
il primo astronauta sepolto vivo della storia…
'Non è una bella prospettiva…'
pensò, con uno strano tocco d'ironia…spinto da quel pensiero,
allungò le mani una dietro l'altra, divorando gli ultimi tratti
di salita, senza nemmeno tentare di ripararsi, dai sassi che gli sbattevano
sul casco…era vicino, troppo vicino alla grotta per essere prudente…
Con un ultimo sforzo, rotolò all'interno della caverna che
aveva avvistato da lontano, poco prima che quella tempesta si scatenasse,
sulla pianura che stava esplorando…rimase disteso sulla schiena e
spalancò la bocca, succhiando avidamente l'ossigeno che gli
arrivava ai polmoni, fissando il soffitto dell'antro in cui s'era
rifugiato…una volta di roccia scura, non molto diversa da quella della
Terra, se non per gli strati di polvere rossa che il vento, nei millenni,
vi aveva sospinto…voltò gli occhi verso l'entrata e vide la
bufera che non accennava a placarsi, riversando la propria potenza
sulla pianura indifesa…
Era davvero spettacolare…un'esibizione di potenza non paragonabile
con quella del suo pianeta, su Marte tutto era…portato all'eccesso…i
colori, la consistenza della terra, le lande smisurate e i monti che
toccavano le stelle, modellati dalle raffiche di vento…amava follemente
quel luogo.
Scosse la testa, non era il momento di manifestare la sua adorazione
per quel mondo. Lembi del vento, che non voleva rinunciare a lui,
riuscivano ad addentrarsi nella grotta…sospirando, diede le spalle
al divertimento che la natura si stava prendendo, e si avviò
alla ricerca di un posto più riparato.
'Se almeno potessi comunicare…'
I suoi compagni erano sicuramente preoccupati per lui…anche se non
ricambiava la cosa, alcuni erano pur sempre suoi superiori, e qualcuno
pure degno di un minimo di rispetto…se non avesse almeno tentato di
farsi sentire, si sarebbe preso una gran lavata di capo…
Pigiò i tasti sul mini computer che portava sul braccio sinistro,
ma subito rinunciò…era nel mezzo di una grotta, i segnali non
sarebbero mai potuti uscire da lì.
'Meglio. Potrò farmi un pisolino senza essere scocc…'
Sbatté sorpreso le palpebre, mentre i suoi pensieri venivano
interrotti da una luce tenue, che si rifletteva sullo schermo del
mini computer…alzò gli occhi, tentando di capire se fosse un'allucinazione
o meno…da molti metri davanti a lui, proveniva un chiarore…
Deglutì, mentre un brivido freddo annullava il tepore della
tuta, e la paura si presentava beffarda ai suoi occhi…seviziandosi
l'interno delle labbra costrinse la sua mente a rimanere lucida, e
iniziò a pigiare sui tasti del piccolo pc…se erano radiazioni,
era ancora in tempo per fuggire, era lì da poco non doveva
aver subito troppi danni, meglio la tempesta che l'uranio…
Negativo. Il responso dei sensori era chiaro…le radiazioni erano nella
norma, null'altro che la naturale radioattività del pianeta.
'Ma allora?'
Il suo istinto di autoconservazione gli urlava di girarsi, e rimanere
accanto all'entrata dell'antro, e poi tornare dagli altri a fare rapporto…ma
la sua curiosità lo solleticava, e l'idea di dividere con certi
individui quella scoperta…non lo attraeva affatto.
Lui era il migliore, fra gli astronauti scelti per quella missione.
Il migliore fra i migliori…e quel ritrovamento, qualunque cosa fosse,
lo avrebbe celebrato nell'Olimpo della storia. Il mondo scientifico
si sarebbe prostrato ai suoi piedi…riconoscendogli quella superiorità
che ancora gli negava, spaventato dalla sua giovane età. O
forse lo ghettizzava, irritato dal suo assoluto mutismo, e dall'incapacità
di compiere un lavoro di squadra…
Si appoggiò a una parete e avanzò con circospezione,
attento a non far rumore…non sapeva cosa avrebbe trovato, non doveva
illudersi ma nemmeno scoraggiarsi…quello era Marte, il pianeta che
poteva realizzare i suoi sogni!
La luce, man mano che avanzava, si faceva più intensa, ma i
suoi occhi non ne risentivano, protetti dalla visiera…l'opalescenza
si rifletteva sulle pareti, deformando la roccia con ombre surreali,
quasi mistiche data l'incredibile situazione in cui si trovava…grazie
ad essa, poteva rendersi conto di quanto si stesse rimpicciolendo
il passaggio…il fondo, o una strettoia, doveva essere vicino…
D'improvviso raggiunse la fonte del chiarore…se la trovò nella
parete cui era appoggiato, sulla sinistra, meno di un metro davanti
a sé.
Un arco di roccia alto come lui, e a chiuderlo una barriera azzurra
trasparente, macchiata di una tonalità più intensa di
celeste, con riflessi dorati, su cui si rifrangevano le sporgenze
della parete di fronte…ma soprattutto, una superficie viva, come se
quella membrana fosse in realtà la pelle del mare, con ogni
suo sospiro…che racchiudeva un tesoro inaspettato…
Un ragazzo coi capelli rossi, oltre quella barriera…in una nicchia
ben illuminata, seduto su una roccia, c'era un giovane all'incirca
della sua età, con lo sguardo perso in una sfera che teneva
fra le mani, da cui sgorgavano fasci di luce
che gli illuminavano il volto…non si era accorto della sua presenza,
dei suoi occhi che lo osservavano rapiti, senza potersi staccare…semplicemente
incatenati, a quella visione…
Si avvicinò con cautela, senza sapere se rivelarsi o no…sembrava
disarmato, benché non potesse esserne certo…dai pantaloni color
alluminio non spuntavano strane impugnature, e nella canottiera azzurra
era difficile che nascondesse qualcosa…scivolò con prudenza
un po' più avanti, a un lato dell'entrata, fermandosi in piena
luce…non avrebbe potuto non vederlo, se avesse alzato gli occhi…attese,
senza fare rumore, per non spaventarlo…cogliendo quel tempo per esaminarlo.
Era alto, più o meno come lui…le braccia muscolose, erano racchiuse
in una pelle di una leggera tonalità del rame, le ciocche rosse
cascavano inerti sulla sua fronte…un alieno, aveva davanti a sé
un alieno che somigliava straordinariamente, a un terrestre…anzi, avrebbe
potuto esserlo…
…il mondo sarebbe impazzito, per la sua scoperta.
Quasi messo sull'avviso, dallo sguardo che aveva puntato addosso, il
ragazzo alzò il viso, verso l'entrata…i loro occhi si incontrarono
per un secondo, in cui il tempo sembrò aver smesso di scorrere,
poi…con un grido muto il rossino saltò in piedi, e schizzò
verso una scaletta che lui non aveva visto, risalendola e sigillandosi
una porta alle spalle.
'Sembra la parte di un'astronave…ho scoperto un'astronave aliena!'
Nel fondo del ramo della grotta chiuso dalla barriera, si ergeva un
pezzo della fiancata lucida di un'astronave, con una porta piena di
ammaccature, e piccoli oblò rotti…una lucetta si accese, accanto
a ciò che sembrava un obiettivo, che si fissò su di
lui.
Aveva due strade, davanti a sé…poteva andarsene, e tornare
con gli altri, oppure…lentamente, posò una mano sulla superficie
azzurrognola, che tremò al suo contatto, senza trasmettergli
alcuna sensazione…spinse, e senza fatica il suo braccio la trapassò,
ritrovandosi all'interno di quell'ambiente…
I sensori del pc analizzarono l'aria di quel luogo…idrogeno, ossigeno,
azoto, i gas rari…batteri innocui…era molto, molto simile all'atmosfera
della Terra, lì avrebbe potuto respirare…senza bombole.
Fece un passo, e senza timore attraversò lo schermo…rispetto
a fuori, non c'era alcuna differenza per lui, racchiuso in quel guscio
ermetico…su Marte gli dava la vita, eppure in quel luogo avrebbe potuto
toglierselo…controllò ancora l'aria, e i risultati furono gli
stessi…solo la sua paura, era da superare…tutto ciò che gli
era stato insegnato, doveva gettarlo al vento e andare contro la logica
stessa? Togliersi la tuta da astronauta…su Marte?
Lanciò uno sguardo alla porta oltre cui era scappato il ragazzo,
più spaventato di lui…di certo lo stava osservando, aspettando
una sua mossa…togliersi la tuta, la sua protezione, sarebbe stato
un gesto di fiducia, e una dimostrazione di buone intenzioni…
Decise…non poteva perdere quell'occasione…col sudore che gli colava
lungo la schiena, aprì il fermo del casco, trattenendo inconsciamente
il respiro.
Sussultò, quando l'aria entrò con un sibilo, mischiandosi…con
delicatezza lo sollevò, appoggiandolo a terra, accanto a una
roccia…e finalmente espirò, per poi inspirare di nuovo.
L'aria era perfettamente salubre, genuina e neppure stantia.
'Incredibile…'
Respirò varie volte a fondo, calmando i brividi che gli si
inerpicavano lungo tutto il corpo…con fatica, si tolse i guanti, e
li gettò a terra accanto al casco, presto raggiunti dalla cuffia,
che gli teneva scostati i capelli dalla fronte…una cascata di fili
d'ebano coprì il suo sguardo, prima che lui li spostasse con
uno sbuffo stizzito.
Tenendo sotto controllo la porta, si spogliò dal resto, ammucchiandolo
contro la parete, e osservandolo con sguardo critico…per forza era
scappato, quella tuta era spaventosa, soprattutto il casco dalla visiera
oscurata, che impediva di guardare in viso chi ci fosse all'interno…non
dava proprio un'impressione rassicurante…
Un rumore alle sue spalle lo fece voltare…la porta era aperta, e sul
primo gradino c'era l'alieno, gli occhi indecisi su di lui, e le labbra
socchiuse in un ansito represso…
…nulla si mosse, nessun suono fu prodotto.
Il moro lo fissò per un attimo, incredulo di quanto potesse
sembrare forte e fragile assieme…la sua mente ragionava a velocità
folli…probabilmente lo vedeva come un invasore, doveva fare attenzione
a non irritarlo…con prudenza, per non spaventarlo, si allontanò
dalla sua tuta, seguito da quegli occhi castani, spalancati dallo
sbigottimento…si fermò accanto alla pietra, dove prima l'altro
era seduto a guardare nella luce, con le mani alzate sperando che,
nella sua cultura, non fosse un segno di minaccia…
Il suo piede sfiorò una piccola sfera nera, abbandonata nella
sabbia…si chinò a raccoglierla, senza interrompere il contatto
fra i loro occhi, poi la ripulì e la poggiò sulla roccia,
perché non rotolasse ancora a terra…chiedendosi inconsciamente
di che materiale fosse fatta…
L'alieno scese fino in fondo, dirigendosi verso la sfera nera…si muoveva
esattamente come avrebbe fatto un terrestre cauto, interrompendo i
passi con soste improvvise, e muovendo i piedi per fare il minimo
rumore possibile…i suoi occhi spesso saettavano verso la scala, quasi
ad assicurarsi che lui non l'avesse fatta in qualche modo sparire…
Le loro immagini si riflettevano nel globo corvino, deformate dalla
curvatura dell'oggetto…titubante, il giovane dai capelli rossi la
prese fra le dita, con un fremito…forse impaurito, di posare la pelle
su qualcosa toccato da uno straniero…la sfera svettò lucida
fra i suoi polpastrelli, prima di scivolare nel suo palmo, dove fu
stretta con forza, quasi potesse così cancellare ogni paura…
Nel silenzio, non accadde nulla…l'alieno riaprì la mano e si
fissò la pelle, intatta…non una smorfia lo sfiorava, anche
l'incertezza sembrava esser scemata…i suoi occhi tornarono sul volto
dell'intruso, alle sue mani ancora alzate…e d'un tratto la curiosità
vi brillò, una nuova vita era entrata a far parte del suo ristretto
mondo…in un modo che l'altro conosceva bene, si morse le labbra, e
avanzò piano finché non furono uno di fronte all'altro…poi
imitò il suo gesto e alzò entrambe le mani, posando
i palmi su quelli dello sconosciuto.
Due pelli, calde e lisce…il contatto durò solo un attimo, prima
che entrambi si staccassero, come scottati anche se non lo erano…il
moro si passò un braccio sugli occhi, incredulo…l'aveva toccato,
un alieno lo aveva toccato, lui che mai aveva permesso agli altri
di avvicinarsi…eppure il perché lo sapeva, voleva essere il
primo a testimoniare cosa si provasse, a entrare in contatto con un
essere di un altro mondo…e il primo cui avessero mai sorriso…
L'alieno…gli stava sorridendo timidamente…
'Proprio a me doveva capitare?'
Tese i muscoli delle guance, in una smorfia il più dolce possibile…non
era abituato, a farlo…e soprattutto era troppo occupato, a chiedersi
come potesse essere possibile, che le loro abitudini si assomigliassero
tanto…
Sobbalzò, quando l'altro si spostò, tornando a sedersi
sulla roccia…il suo sguardo nocciola non si staccava da lui, misto
a confuzione…forse non capiva perché non si fosse ancora accomodato…scuotendo
la testa, il moro si accoccolò di fronte a lui, rimpiangendo
i comodi sedili del loro modulo abitativo.
'E ora?'
Non era la persona giusta per un simile compito, lo sapeva…non era
portato per le relazioni interpersonali, quello era un lavoro che
lasciava volentieri agli altri…ma era solo, lì, e in più
l'alieno sembrava parecchio deluso, dal fatto di essere l'unico a
prendere iniziative, per comunicare…doveva solo sforzarsi e tirar
fuori la voce, lo sapeva che non era difficile…
"Kaede…"
disse, indicandosi.
Le iridi castane scintillarono, riempiendosi di luce come la sua espressione,
quando lo sentì parlare, per la prima volta…per lui, probabilmente
il suo nome non aveva senso, ma il moro non vi badò.
"…Kaede Rukawa"
ripeté, battendosi un indice contro il petto.
"K-K-K…"
L'altro scosse la testa, dopo aver provato a ripetere quei suoni…non
facevano parte della sua abitudine, non sarebbe riuscito a riproporli
in fretta…
Senza capire, Rukawa lo vide avvilirsi…era naturale che al primo tentativo
fallisse, era anzi strano, che pensasse di farcela…
"Non preoccuparti, è normale non farcela subito…"
Di tutte le frasi che poteva dirgli, quella era abbastanza banale,
ma l'importante era che lo sentisse parlare…
"…ce la faremo presto…dimmi il tuo nome"
'E come potrebbe, se non capisce ciò che gli dico?'
Scosse la testa, con stizza…non avrebbero fatto passi avanti così,
chissà quanto tempo ci sarebbe voluto, prima di poter minimamente
comunicare…avrebbe dovuto condividerlo con altre persone, mentre lui
era solo suo, lo voleva per sé era una sua scoperta…gli apparteneva,
era sua quella gloria…
Se lo ritrovò inginocchiato davanti, senza accorgersene, perso
com'era nei suoi sogni…represse un sussulto, e si concentrò
sui suoi occhi…potevano comunicare solo con lo sguardo, e nel suo
leggeva titubanza, esitazioni profonde che li coinvolgevano…e voglia
d'agire…
"Cosa c'è?"
Averlo così vicino gli faceva uno strano effetto…certo, lo
considerava suo però…sarebbe stato meglio a una certa distanza…in
fondo, appartenevano a due pianeti distinti…
Non faceva parte del suo comportamento abituale, però nemmeno
quella situazione era del tutto consueta…cacciò un grido, quando
il rossino appoggiò una mano su un suo polso…con uno strattone
si liberò, balzando lontano, strofinandosi la pelle…l'alieno
lo guardava a bocca spalancata, con un dolore negli occhi che non credeva
poter causare, in uno che aveva appena conosciuto…
"S-Scusami…è successo tutto troppo in fretta…"
Lo vide abbassare gli occhi, e sospirare…maledicendosi, si ricordò
che non si capivano, per quel che ne sapeva l'altro poteva pensare
che l'avesse insultato…
"N-No"
Si stava rialzando, per allontanarsi…non poteva perderlo così,
era un inizio, doveva fargli provare fiducia in lui o non sarebbe
mai riuscito ad averlo in esclusiva…si inginocchiò accanto
a lui e gli posò le mani sulle spalle, tenendolo giù,
nella morbida sabbia rossastra…
Si sentì maledettamente in colpa, quando l'alieno gli sorrise
di nuovo…
Scosse la testa, non era con gli scrupoli che si diventava il migliore,
ma con la determinazione e una buona dose di coraggio…
"Scusami"
ripeté, giusto per fargli sentire la sua voce, calma…
L'altro gli rivolse un nuovo sorriso, colmo di dolcezza e comprensione…anche
lui, probabilmente, capiva di aver agito un po' avventatamente, e
aveva già perdonato la sua reazione…scatenandogli nuovi sensi
di colpa…gli sembrava così…puro, rispetto a lui…
'Non farti ingannare non lo conosci potrebbe essere un serial killer
fai attenzione'
Eppure, sapeva che non aveva nulla da temere, da lui…alzò le
mani, perché le vedesse, poi le posò sui suoi polsi,
stringendoli con fermezza…l'alieno piantò gli occhi nei suoi
e attese, senza spostarsi, né rabbrividire…Rukawa gli sollevò
le mani e se le portò al volto, racchiudendoselo fra i suoi
palmi, abbandonandosi a lui…
…le dita rimasero ferme un secondo, poi iniziarono a vagare sulla
sua pelle, studiando i suoi lineamenti, assaporando soprattutto la
consistenza delle sue labbra…
Si sentiva bruciare…nessuno l'aveva mai toccato in quel modo, nemmeno
i suoi genitori, da quando era un po' cresciuto…gemette quando iniziò
a massaggiargli gli zigomi, morbidi e sodi sotto i suoi tocchi…lo
trovava piacevole, incredibilmente piacevole, proprio lui…godeva nel
farsi toccare, e perdersi in quelle carezze timide…
…protestò un attimo, quando l'altro smise. Ma la sua protesta
morì, quando sui suoi polpastrelli nacque un tenue bagliore…che
avvicinò alla sua fronte.
Rukawa si irrigidì, rifiutando il contatto…aveva dei poteri
paranormali, non sapeva di che natura ma voleva usarli su di lui.
Non pensò un secondo, alla possibilità di studiarli.
La sua mente scacciò i ricordi delle sue mani, e si concentrò
sul presente, sul possibile pericolo…poteva ucciderlo con quella luce?
Non lo sapeva…forse neppure l'altro era in grado di prevedere le conseguenze,
non appartenevano allo stesso mondo…doveva allontanarsi, dirgli di
no, fargli capire che non voleva…
…però il ragazzo di fronte a lui avrebbe potuto fargli del
male, prima, mentre si lasciava accarezzare…avrebbe avuto tutti i
momenti che voleva, ma non aveva fatto nulla, preferendo che lui fosse
consapevole…e il suo cervello perdeva colpi, ogni volta che lo vedeva
sorridere…
"…sì"
mormorò, anche se era inutile…socchiuse gli occhi e gli tese
il volto, affondando le unghie nella sabbia ma offrendosi senza difese,
a lui…
Dita tremanti si accostarono alla sua frangia, e la scostarono con
riverenza, lasciando scoperta la fronte…il moro lo vide deglutire,
mentre osservava il suo viso completamente libero, da quel velo che
lo schermava…pensò anche di averlo visto arrossire, ma i polpastrelli
che si posarono sulla sua pelle, e soprattutto la luce che irradiavano,
lo distolsero in fretta da quei pensieri.
Non accadde nulla, non sentiva nulla, tutto era soffocato dall'ululare
del silenzio, annegato dal sudore che aveva ripreso a bagnargli la
schiena…il rossino lo guardava, in cerca di una conferma…lui annuì
e sperò che fosse il gesto giusto, poi chiuse gli occhi e si
abbandonò al fato.
Lo vide nella sua mente…o forse lo sentì…quel suo sorriso,
luminosissimo…tese il corpo e vi si immerse, avvolgendosi in quella
luce per un attimo d'eternità, godendo dell'abbraccio in cui
s'era racchiuso…poi tutto finì.
"S-Stai bene?"
"Sì"
mormorò, un po' spiaciuto per l'interruzione del contatto.
"Vuoi che ti aiuti ad alzarti?"
"No, ce la faccio"
rispose, sedendosi con uno sbuffo sulla roccia.
Poi capì, e saltò in piedi:
"Allora tu parli la mia lingua!"
L'alieno si alzò, ridacchiando:
"Adesso sì…l'ho presa da te"
Il moro non capì, ancora distratto…l'immagine del suo sorriso
nella mente, e la sua voce…
"D-Da me?"
"Sì, sono entrato nel tuo…cervello…no, non preoccuparti…"
quando lo vide sussultare sorrise, quasi riconoscendo in esso ciò
che lo faceva calmare…
"…mi sono limitato solo all'area che padroneggia il linguaggio,
alle conoscenze grammaticali e lessicali…non ho guardato nulla della
tua vita, Kaede Rukawa"
"A-Ah…"
Per la prima volta, era stupito…le meraviglie del cosmo lo avevano
esaltato, ma quello…era troppo. Anche se una parte di sé aveva
tirato un sospiro di sollievo, quando gli aveva detto di essersi limitato
alla lingua, e di non aver sbirciato nei suoi pensieri, soprattutto
quelli che lo riguardavano…
"C-Chi sei?"
L'alieno dai capelli rossi esitò, un attimo:
"Nel vostro idioma…Hanamichi Sakuragi"
si interruppe pensoso, soppesando quei suoni…
"Sì, è questo il mio nome"
concluse soddisfatto.
"H-Hanamichi Sakuragi…da dove…vieni?"
"Io…dall'altra parte di questa galassia, siamo venuti a esplorare
questo lato per scoprire se vi esistesse la vita. Certo, non avremmo
mai potuto prevedere, di scovare qualcuno tanto simile a noi…chissà
come mai"
annotò, scrutandolo incuriosito…
'Un alieno…un vero extraterrestre…'
Rukawa si pulì gli occhi, tentando di dare ordine alle proprie
domande…
"Hai parlato al plurale…c'è qualcun altro con te?"
Gli occhi di Hanamichi si rabbuiarono, mentre sfuggivano verso l'astronave…
"Sono morti, molto tempo fa…"
"Ah…scusami"
L'altro scosse la testa, abbassando un po' le spalle:
"Non fa nulla, non potevi sapere…sono morti tutti per un guasto,
mentre sorvolavamo questo pianeta…ho affidato i loro corpi allo spazio,
come vuole la nostra tradizione, poi…pensavo di riuscire a tornare
a casa ma il danno era più grave del previsto, e…sono precipitato
qui"
gli confessò, spontaneamente…quasi sopraffatto, dal desiderio
di condividere quelle verità, con qualcuno.
"Ah…è molto che sei qui?"
"Un po'…"
rispose il rossino, senza indugiare troppo sulla cosa.
"…e tu, chi sei?"
"Io…Kaede Rukawa…siamo venuti dalla Terra, il primo pianeta più
interno rispetto a questo"
Hanamichi annuì, invitandolo a continuare…
"Stavo esplorando la pianura, quando si è scatenata una
tempesta di sabbia…mi sono infilato in questa grotta cercando riparo,
e addentrandomi…ho visto la luce…e mi sono avvicinato"
"Sei stato coraggioso…"
fu il suo commento, ammirato…ma l'altro scosse la testa, senza voglia
di essere lodato:
"Non ho fatto nulla di speciale…e mi scuso, se ti ho spaventato…"
accennò alla tuta accasciata a terra…e di nuovo, sentì
qualcosa scorrergli dentro, più violento di una cascata, quando
il ragazzo seduto davanti a lui sorrise…
"È un rivestimento per sopravvivere su questo pianeta,
vero? Ma i nostri non sono tanto rozzi…"
Rukawa inarcò un sopracciglio, mentre Hanamichi avvampava,
rendendosi conto della gaffe:
"Scusa scusa…"
"Non fa nulla…per voi, noi dobbiamo essere molto indietro…"
"In effetti…"
Si guardarono un attimo in silenzio, poi Hanamichi scoppiò
a ridere, piegandosi in due…mentre il moro si limitò a sorridere,
confuso…non capiva cosa stesse succedendo, aveva deciso di tempestarlo
di domande scientifiche e invece era lì che parlavano di sciocchezze…perché?
"Cos'è quella sfera nera, che ho raccolto prima?"
esordì, deciso a ritornare a tutti i costi nel suo ruolo di
conquistatore…
"Quella? Serve per captare i vari tipi di onde che giungono sul
pianeta…soprattutto dal vostro"
svelò, con una strizzatina d'occhio…
'Ha assimilato da me anche quel comportamento, o l'aveva già,
in sé?'
"Ma come possono arrivare fin qui, sotto la roccia?"
chiese invece, limitandosi alla parte scientifica…indagare l'animo
non faceva per lui, nonostante la curiosità che provava…
"C'è una piccola antenna che spunta dal terreno, le intercetta
quella, e poi le fa rimbalzare alla sfera. Però è danneggiata,
riesco a vedere le immagini ma non mi arriva il sonoro"
"E cosa stavi guardando?"
"Non so, era una cosa tutta colorata, con ragazzi che si rincorrevano,
passandosi una palla arancione e facendola sbattere per terra, prima
di lanciarla verso un anello con una rete, appeso a un tabellone…ma
i colori non erano reali, sembrava una cosa inventata…"
"Sarà stato un anime"
borbottò fra sé Rukawa, tentando di visualizzarlo.
"Cioè?"
"Una storia inventata, mandata in onda per far passare un po'
di tempo…ma il gioco esiste sul serio, si chiama basket"
Gli occhi di Hanamichi brillarono, mandando di nuovo in tilt il suo
ruolo di scienziato…
"E tu sai…giocarci?"
"Sì"
"Mi piacerebbe molto provare con te, allora"
"Ti insegnerò, se vuoi…"
"Non ne ho bisogno! Ho imparato tutto guardando, sono un genio
io!"
"Idiota"
sbuffò l'altro, con un ghigno spontaneo sul viso.
Hanamichi sbatté gli occhi, cercando nella mente il significato
di quella parola…poi scattò in piedi, agitando i pugni verso
di lui:
"Ma come ti permetti? Stupido volpino!"
"Volpino?"
"Sì da noi sono animali infidi e bugiardi! Andrebbero
tutti usati per far pelliccia!"
"Idiota!"
"Volpaccia!"
………
Rukawa sospirò piano, senza difficoltà nonostante il
capo di Hanamichi posato sul suo petto, il volto rivolto verso di
lui, che lo guardava…avevano fatto a botte, s'era picchiato…con un
alieno.
Rispose al suo sguardo, spostando una ciocca che gli stava per finire
in un occhio…nonostante si fosse appena menato con lui, non voleva
che qualcosa lo infastidisse…e in fondo, le loro non erano state botte
vere, solo giochi un po' forti per toccarsi, per esaminarsi senza
imbarazzo, senza che sembrasse un vero esperimento…un modo per unirsi,
per fare una completa conoscenza, per avvicinarsi realmente all'altro…le
barriere, fra loro, erano state abbattute, erano…vicini.
"Che cosa c'è?"
Il rossino s'era rabbuiato, interrompendo il contatto col suo sguardo,
e afferrando un lembo della sua maglia…
"Prima hai parlato al plurale, hai detto che siete venuti qui…
quindi hai dei compagni…che saranno preoccupati per te, ormai la tempesta
sarà finita…dovresti andare"
Ma quelle parole contrastavano coi suoi veri pensieri, persino lui,
che era definito un freddo congelatore, lo capiva…eppure non sapeva
esattamente come comportarsi, non si era mai trovato in una simile
situazione…non aveva idea, di cosa fare…
"Anche se sei un alieno, voglio che tu stia tranquillo…non dirò
nulla agli altri, di te…"
Le dita che gli stringevano la maglia si irrigidirono, artigliandogli
piano la pelle…Rukawa ebbe la sensazione di aver detto qualcosa di
sbagliato…di averlo in qualche modo deluso.
"Vado a controllare gli strumenti, diranno con sicurezza se è
possibile uscire"
Hanamichi si staccò dal suo petto, e senza guardarlo, sparì
oltre la scaletta, lasciandolo solo coi suoi pensieri, e una tuta
da astronauta da indossare.
………
"Tutto a posto, puoi andare"
Rukawa annuì, sistemandosi il caso e sigillandolo…era di nuovo
isolato da quella nicchia, che accoglieva invece Hanamichi…ci aveva
messo molto a controllare, scendendo solo quando lui ormai si era
infilato il copricapo protettivo, prima di chiuderlo…la visiera abbassata
gli impediva di studiare bene il suo volto, ma…
…sembrava avesse pianto…
Scosse violentemente la testa, stava perdendo di vista il suo obbiettivo,
era lì per studiare non per…fare nuove amicizie…quell'ultimo
pensiero non aveva fatto fatica, a nascere…
"…ti va bene, se torno domani?"
bisbigliò, appoggiandosi alla barriera. Non gli sembrava…bello…presentarsi
di nuovo lì, senza il suo permesso…
"…sì"
Rukawa si sentì trafitto, dall'indifferenza con cui l'altro
gli aveva risposto, quasi non gli importasse, di vederselo di nuovo
comparire davanti…
'Non va bene così…lui è pur sempre la strada per il
tuo successo..'
ma stava mentendo e lo sapeva…
"A domani"
lo salutò, oltrepassando la sottile linea azzurra…nonostante
fosse impossibile, per via della tuta, gli sembrò che fuori
da quella rientranza della roccia, la temperatura fosse più
bassa…
Si voltò per guardare un'ultima volta Hanamichi, ma lui era
già sparito nell'astronave…colmo d'una amarezza inspiegabile,
ripercorse la strada verso la base…di nuovo fra i suoi compagni, col
volto che sentiva coprirsi di lividi, e un incomprensibile vuoto nel
cuore, e nell'animo…
………
"Comandante Ayako, posso…parlarti?"
La giovane donna inarcò un sopracciglio, distogliendo un attimo
lo sguardo dalla consolle dei computer:
"Dimmi"
Rukawa si accasciò in un sedile accanto al suo, iniziando a
controllare svogliatamente dei dati:
"Come…ci si dovrebbe comportare, con una persona rimasta per
molto tempo…in totale solitudine?"
"Eh?"
Ayako lo osservò, notando i leggeri lividi ma senza chiedere
nulla…
"Una persona…sola da molto, come la si deve avvicinare?"
"Con dolcezza…"
Sussultò, quando il compagno sbuffò, con una smorfia…
"…facendola sentire al centro del mondo"
"Al…centro?"
Lei annuì, contenta di quell'improvviso interessamento, di
lui…finalmente stava iniziando ad andare oltre la scienza, al suo
obbiettivo di diventare il numero uno fra gli astronauti…
"Esatto, ma bisogna anche aprirsi a lei, perché non le
sembri un interrogatorio"
"Ma…"
Rukawa strinse un po' gli occhi, pensando alle conseguenze di un simile
modo di comportarsi…
"…così non si rischia di esporsi?"
"Sì…ma è questa la risposta alla tua domanda…non
puoi pretendere di ricevere tutto, in cambio di nulla. Se vuoi davvero
avvicinarti a una persona, devi creare uno scambio, dando visuali
della tua anima…spontaneamente, senza che si sia costretti a tirarti
fuori le parole di bocca, con una pinza"
"Hn…"
Si occuparono dei computer assieme, in silenzio, per qualche tempo…dalla
sala della base venivano le risa dei loro compagni, ma non erano interessati
ad unirvisi…per Rukawa, era il momento dell'apprendimento…per Ayako,
quello di conoscere meglio il compagno…
"Com'è andata l'esplorazione? Ci hai fatti preoccupare,
con quella tempesta in corso"
"Hn"
rispose lui, prima di ricordarsi delle sue parole…era una prova, Ayako
lo stava sfidando ad aprisi a lei, a mettere in pratica ciò
che gli aveva spiegato prima…sorrise soddisfatto fra sé, scommetteva
che lei era certa non sarebbe andato oltre quel monosillabo…
"Ho trovato una grotta e mi ci sono infilato…mi sentivo al sicuro"
"Bene…"
commentò lei, con un sorriso scintillante…
"…andiamo, è ora di mangiare"
"Hn"
"Ti ho portato una cosa…"
Rukawa aprì una borsa, e ne trasse un lettore di mini disc,
con vari generi musicali, dalla musica soul al country fino al pop
giapponese…
"…spero ti piacciano"
Hanamichi sbatté gli occhi, come un bimbo davanti a un regalo
di Natale…iniziò a tastare gli oggetti, rigirandoseli fra le
mani:
"C-Che cosa sono?"
"Hn…ti faccio vedere"
In pochi minuti il rossino comprese il facile funzionamento, mascherando
perfettamente la sorpresa per gli oggetti di svago dei terrestri…a
Rukawa mostrava solo il suo sorriso, nonostante non sapesse che l'altro
s'era accorto, che non era solare come quelli del giorno precedente…
'Per cosa si è offeso? Non capisco, non mi sembra di aver detto
qualcosa di sbagliato…che si sia sentito davvero sotto interrogatorio?'
"Ho dovuto faticare un po', per sfuggire agli altri…"
buttò lì, sforzandosi per apparire coinvolgente…Hanamichi
alzò gli occhi su di lui e attese, pasticciando coi tasti del
lettore…
"…volevano tenermi a riposo, per via dei lividi"
Era stato lui a causarglieli…il rossino ridacchiò, senza nascondere
una certa soddisfazione…
"E come mai sei qui?"
"Sono scappato"
rispose semplicemente l'altro…
"Tu sei…molto meglio di loro"
Si morse l'interno della guancia, sperando che Hanamichi non si fosse
accorto di nulla…stava per dire /tu sei più interessante di
loro/, quasi fosse una cosa per distrarsi un po', come quel lettore
con cui stavano giocando le sue lunghe dita…
"Meglio?"
"Sì…mi sento meglio quando sono con te"
Sbatté gli occhi, tentando di capire da dove gli fosse scaturita
quell'affermazione…gli era nata spontanea, sgorgata senza che il suo
cervello potesse filtrarla e decidere se fosse da dire o cancellare,
era sfuggita dal suo controllo…forse perché era assolutamente
vera, non aveva avuto la necessità di essere verificata…
"Perché?"
La sua prova, l'aprirsi agli altri per ottenerne la fiducia…per la
prima volta, non mostrava di sé solo la superficie…la profondità
del suo animo sgomitava, per tirarsi fuori dalla palude d'oscurità,
in cui l'aveva nascosta…
"Io…non lo so…"
ancora sincerità, davanti a quel ragazzo non riusciva a mentire…
"…so solo che con te…il vero me stesso vuole uscire…"
"Il vero te stesso?"
"Hn…non fingo, di solito, però non mi lascio nemmeno avvicinare,
quindi…"
"…gli altri non ti conoscono sul serio, comunque"
"…già"
"Perché sei qui?"
Hanamichi si fece improvvisamente serio, smettendo all'istante di
giocare coi fili degli auricolari, e fissando il moro con aria severa…
"…perché mi riconosco nella tua solitudine…"
confessò infine Rukawa, apprendendo lui stesso, per la prima
volta, la verità.
"…perché tu riesci a spingermi a parlare, a confrontarmi
con me stesso"
Il moro si portò le mani alla bocca, accarezzandosi lievemente
le labbra…incredulo, per aver espresso finalmente ciò che pensava…
"Sono contento di farti quest'effetto…"
Non c'era più traccia di durezza, nel volto del rossino…solo
comprensione, immensa voglia di condividere qualcosa, un segreto solo
fra loro due…
"…perché anch'io desidero molto conoscerti…e farmi conoscere…da
te"
Spinto da quelle parole, Rukawa si alzò e si accoccolò
accanto a lui, sfiorando le cuciture dei suoi pantaloni…forse era
un gesto troppo personale, ma non vi badò…
"Mi spiace per ieri…mi sono reso conto di averti offeso, in qualche
modo, ma…non sono bravo nei rapporti interpersonali"
Si sentì leggero, al suo nuovo sorriso, che gli rivolse…
"Mi avevi deluso, in effetti…perché hai pensato che avessi
bisogno di quella rassicurazione, ma io…l'ho sempre saputo, che non
avresti svelato la mia esistenza…
"Hn"
vergognandosi, il moro evitò di guardarlo…
"Ma non fa nulla, anzi…mi fa molto piacere che tu te ne sia accorto,
senza che io ti dicessi niente…significa attenzione nei miei confronti,
ma non arroganza…non ti sei inventato preoccupato solo per far colpo
su di me, tentando di farmi una buona impressione per qualcosa d'inesistente…"
"Hn"
Rukawa sfuggì il suo sguardo, sentendosi un po' in colpa…in
fondo al suo cuore, sapeva che un deposito di sporco vi si raccoglieva,
a ogni sua parola…la verità, era che era pronto a usare ogni
mezzo per conquistare la sua fiducia…che ne aveva bisogno, per portarlo
senza troppi intoppi a essere studiato, in un laboratorio…
…ma la gloria valeva tanto?
"Hai una bella astronave"
buttò là, indicando con un cenno il metallo lucido che
faceva da sfondo, dietro di loro.
"…era bella, quando era nuova"
considerò invece Hanamichi, con voce malinconica…Rukawa studiò
il suo volto solare, ma in quel momento offuscato, che fissava lo
scafo senza vederlo, andando oltre…verso un tempo che non era più…
"Io penso sia splendida, anche adesso"
si sforzò di aggiungere, per distrarlo ai suoi cupi pensieri…non
lo voleva triste, non gli piaceva il modo in cui certe frasi spegnevano
la luce dei suoi occhi…desiderava vederla brillare, sempre…
'Altrimenti non sarà interessante, come cavia…'
si sforzò di ricordarsi, quale fosse il suo scopo…
Con un sospiro, l'altro scosse mestamente la testa, tornando a rivolgersi
a lui:
"Desideri visitarla?"
Il sogno di ogni scienziato: Rukawa spalancò gli occhi, come
un bimbo davanti a un albero carico di doni…avrebbe potuto visitare
una nave aliena, sarebbe stato il primo a entrarvi…
Annuì, tentando di dissimulare la propria euforia…non era il
momento di svelare i propri progetti, doveva ancora pensare che fosse
lì perché gli importava in quanto persona, non come
semplice oggetto di studio…
Hanamichi si alzò, e si pulì i pantaloni dalla polvere,
prima di incamminarsi verso la scaletta…il moro lo imitò, e
presto fu all'interno della navetta, nel corridoio che si faceva largo
nel ventre di quel veicolo spaziale.
Non faceva freddo, al contrario di ciò che si era aspettato.
Nonostante fosse completamente in ombra, la temperatura era uguale
a quella dell'esterno…spostò lo sguardo al soffitto di quel
budello metallico, in cerca delle prese d'aria che costituivano le
vene, di quel luogo…
"Eccoci, questa è la sala comando"
La voce del rossino lo distolse dalla sua cerca…poteva rimandarla
a dopo, era giunto al cervello di tutto, dove gli ordini venivano
impartiti, e trasmessi al resto…il luogo che aveva visto incontrarsi
gli occupanti di quel vascello, per decidere una rotta verso altri
mondi…
Due schermi intatti si innalzavano davanti a loro, perfettamente curvati,
svolgendosi dai lati per scontrarsi e fondersi al centro, di fronte
a ciò che probabilmente erano sedili…non c'erano pannelli di
controllo o consolle, nessun tasto né manopole…solo piastre
di un triste grigio piombo, lucide e pulite come fossero nuove…il
cervello di Rukawa iniziò ad assemblare dei dettagli, la superficie
tersa dello scafo, la pulizia dei corridoi, quelle piastre…tutto era
perfettamente lindo, come se il tempo non avesse lasciato traccia
del suo scorrere…o come se Hanamichi fosse lì da poco…
Allungò una mano, sfiorando uno schienale…il materiale si modellò
al suo tocco, prendendo la forma dei suoi polpastrelli, perché
anche il solo sfiorare raggiungesse la maggior comodità possibile…
"Da quanto sei su Marte?"
domandò, schiacciato da quell'ambiente alieno…era incredibilmente
più avanti, rispetto alla Terra…era una fortuna, che il popolo
da cui proveniva il rossino non avesse avuto mire di conquista, o
non avrebbero tardato molto a soccombere…
"Un po'…"
rispose semplicemente l'altro, con una scrollata di spalle…quasi non
ne volesse parlare…
"Hn…come funzionano?"
Era come tornare indietro, il primo giorno in accademia…il paese dei
balocchi, pieno di tutte le meraviglie della tecnica che aveva sempre
dovuto ammirare da lontano, le poteva finalmente toccare, aprire…il
moro si mordicchiò di nascosto le labbra, immaginandosi intento
a smontare e scoprire tutti i segreti di quei macchinari…mentre una
collezione di premi Nobel si allineava su una mensola di camera sua,
accanto a tutti i trofei di basket, che aveva vinto…era il suo destino,
primeggiare in tutto…
Ma il rossino ridacchiò, leggendo nel suo sguardo voglioso
l'interesse per quegli strumenti…
"Lascia stare, funzionano nello stesso modo in cui ho imparato
la tua lingua…non vuoi vedere il resto?"
"…hn"
Condendolo con un piccolo sbuffo, Rukawa assentì, lasciando
con un pizzico di amaro rimpianto, quel luogo colmo di tecnologia
fantascientifica…
Senza badare ai suoi desideri, Hanamichi lo guidò in una stanza
meno austera, con uno schermo inserito in una parete e molte di quelle
sfere nere, che gli aveva visto in mano la prima volta…
"La mia camera"
mormorò, sedendosi su un giaciglio attaccato a una parete.
"Hn"
Rukawa lasciò che la vista spaziasse, nel piccolo locale…oltre
alle sfere, non c'era nulla che indicasse che lì ci viveva
una persona…mancava tutto ciò che potesse dare un tocco di
umano, poster quadri o qualsiasi cosa usassero quel popolo…
Scosse la testa: stava ragionando come un terrestre, non era detto
che anche loro usassero appendere oggetti alle pareti…
"Sembri deluso"
"Hn…è solo…un po' fredda, per i gusti di noi terrestri…persino
di uno come me"
"Cioè?"
Rukawa respirò a fondo, tentando di catturare un minimo del
suo odore…nulla…arrendendosi, si sedette accanto a lui e, lasciandosi
scappare un sospiro, lo invidiò per la comodità di quel
materiale:
"Noi…mettiamo sulle pareti degli…oggetti…alcuni si chiamano poster,
sono immagini molto grandi, di ciò che ci piace di più…io
ne ho di giocatori di basket e di…Marte"
"Questo pianeta?"
"Hn"
Ormai Hanamichi aveva imparato a decifrare le sue espressioni…quello
era di certo un sì.
"Ti piace così tanto?"
"Hn"
Il moro chiuse gli occhi, alla ricerca di qualcosa da dire…
"Mi ha sempre affascinato, mi piaceva quello splendore rosso,
che vedevo dal telescopio…"
"Ah…ti piace il rosso?"
Hanamichi si alzò, per poi inginocchiarsi di fronte a lui…si
prese una ciocca di capelli fra le dita e la strattonò, quasi
a volersela strappare…
"Anche questo colore, ti piace?"
Tremando, Rukawa sostituì a quelle dita poco gentili le proprie,
accarezzando i fili di rubino col pollice...
"A te…sta benissimo…"
mormorò, scoprendo che non era un complimento voluto, che era
vero…gli donavano, quei capelli di fiamma…
"…non ti piace?"
L'altro si rialzò, scuotendo la testa…
"Troppi ricordi…"
bisbigliò, riaprendo la porta e facendogli cenno di seguirlo.
"Hanamichi?"
Il diretto interessato sussultò…non l'aveva mai chiamato per
nome.
"Ti dà fastidio se ti chiamo così?"
Rukawa si accostò a lui, scrutandogli gli occhi…non vi era
traccia di imbarazzo, solo…paura, solitudine, sogni infranti…
"No…ha un bel suono, con la tua voce…"
"Hn"
"…solo che…era tanto, che non sentivo qualcuno pronunciarlo"
Lentamente, il moro gli cinse le spalle con le braccia, e lo attirò
dolcemente a sé…un morbido abbraccio, non stretto, così
molle che non avvertiva neppure il suo cuore battere…solo un modo
di fargli sentire che era vicino a lui, per mischiare il loro calore
in un unico tepore…
"…che cosa c'è?"
Hanamichi scosse la testa, abbassando lo sguardo…
"Sono solo vecchi ricordi"
disse, tentando di metter fine a quella conversazione…
"Ma che ti tormentano"
insistette l'altro, posandogli la fronte contro una tempia…un gesto
intimo, mai compiuto prima, che però…sapeva essere il più
adatto, in quel momento…
"…vieni"
Senza attendere oltre, o forse sfuggendogli, il rossino si liberò,
respingendolo e sparendo dopo un angolo del corridoio…leggermente
frustrato dal suo dileguarsi, Rukawa si precipitò dietro di
lui, anche un po' intimorito, nel restare solo in un'astronave aliena…quasi
lo urtò, quando questi si fermò di scatto, davanti a
una porta chiusa.
La mano abbronzata tremò, mentre si posava su una placca argentea…un
liquido quasi solido, come mercurio, la avvolse completamente, emettendo
poi un bagliore rossastro…Rukawa sussultò, e si allontanò
un paio di passi, il suo istinto umano di nuovo all'erta…
"Non c'è pericolo"
Avvertendo il suo allarmarsi, il rossino tolse la mano…la porta si
aprì, svelando una grossa stanza con sei lettini, ognuno sormontato
da una sottile lastra di metallo argenteo, quasi la metà di
un guscio…
"C-Che cosa sono?"
Lentamente, con circospezione, una mano bianchissima accarezzò
il bordo di uno di essi, seguendone con delicatezza la curva sinuosa,
che si snodava seguendo le immaginarie forme di un corpo…
L'altro non rispose alla sua domanda, gli occhi lontani, persi in
qualche ricordo…veli di un tempo che non lo lasciava libero dalle
sue maglie, oscurarono il suo sguardo…le sue mani si mossero automaticamente
sul coperchio di un guscio, spingendosi poi all'interno dello stesso,
quasi ne conoscesse bene ogni piega…
"Sono la mia vita…e la mia tortura…"
Inclinando leggermente la testa, il moro scosse i capelli…persino
a lui, era chiaro che l'alieno stava combattendo una profonda battaglia,
fra il segreto e la necessità di rivelarglisi, e la paura di
farlo…si chiese come avrebbe agito Ayako, al suo posto…gli avrebbe
parlato con calma, mettendolo a suo agio, facendogli sentire la propria
vicinanza, il sostegno che gli avrebbe permesso di aprirsi…
…ma lui non era Ayako, e non faceva pratica da abbastanza tempo, per
improvvisarsi psicologo…
"Credo che sia meglio che esca, non ti sarei d'aiuto…ti lascio
solo coi tuoi pensieri, se hai bisogno di me…sono seduto vicino all'entrata"
e se ne andò, strofinandosi le braccia, la sua sagoma vacua
rispecchiata sulle pareti del corridoio.
Cosa c'era, in quella stanza, da renderlo tanto inquieto? Cosa significava,
quella risposta a malapena sussurrata, sulla sua vita…e la tortura?
Come potevano, delle semplici macchine, condizionare a tal punto la
sua esistenza?
'Forse sarei dovuto rimanere lì dentro…'
Se avesse perso un'occasione, di legarlo indissolubilmente a sé?
Se dopo quell'allontanamento, l'alieno non avesse più avuto
fiducia, in lui?
Se…non si fosse concesso volontariamente ai suoi studi, sarebbe arrivato
a…costringerlo?
'Costringere…Hanamichi?'
La cosa lo turbava…non aveva mai avuto molti scrupoli, con le persone
che gli potevano essere utili, per fare carriera.
Però…quel rossino era diverso…aveva in sé una solitudine
troppo grande, un vuoto dentro che…gli ricordava un po' quello che
provava lui, in rari momenti di sconforto…nessuno accanto, e la costrizione
di dover affrontare tutto, da soli…in buona salute, e in malattia…
…Hanamichi forse poteva capirlo, completamente…
Si prese la testa fra le mani, tentando di annullare quei pensieri…non
poteva essere così debole, non doveva lasciarsi ammorbidire
da un passato, di cui non conosceva nulla…il suo futuro invece, che
aveva immaginato in lunghi sogni colmi di gloria, lo vedeva bene…essere
il numero uno, di tutti…senza lasciarsi intralciare da nulla, da nessuno…
Nemmeno da quel ragazzo che si era appena accoccolato vicino a lui,
nascondendo il viso contro la base del suo collo?
Senza avere il potere di bloccarle, Rukawa assistette impotente alle
proprie braccia che si alzavano, e lo abbracciavano stretto…avvertì
le dita di Hanamichi afferrarsi alla sua maglietta, e stringerla forte…quasi
non lo volesse più lasciare…
La sua testa si lasciò cadere piano, posandosi sulla nuca dell'altro…non
capiva nulla, di ciò che stava facendo…quella sensazione nuova,
di unione a un altro essere…non l'aveva mai provata con un terrestre,
era dunque destino che per primo, a fargliela saggiare, dovesse essere
un alieno?
Non era tanto sbagliata, la cosa…in fondo, da come si comportava,
anche lui era una specie di extraterrestre, sulla Terra…che infine
avesse trovato anche lui, una collocazione che, in qualche modo, rasentasse
l'affetto per qualcuno?
Poteva nutrire affetto per un oggetto di puro valore scientifico?
No.
Ma siccome lo provava…
…Hanamichi non era più un semplice utensile per l'acquisto
di fama e gloria.
'Non è giusto…'
pensò, con quello che poteva assomigliare ad un sorriso.
'…perché deve andare così?'
Perché non provava dispiacere, per aver rinunciato a lui, in
quella veste?
"Cosa c'è?"
Ora che la sua mente era sgombra, dalle restrizioni della scienza,
trovava quegli occhioni sgranati, un po' da cucciolo, davvero teneri…
"Nulla…ero perso nei miei pensieri"
sussurrò, aggiustandogli un ciocca ribelle…
"Ah…"
Rukawa lo sentì irrigidirsi, mentre fissava lo sguardo oltre
la barriera, verso la grotta, l'unico accesso, a quel luogo…dall'espressione,
sembrava essersi ricordato solo in quel momento, di qualcosa d'importante…
"…posso chiederti una cosa?"
"Quello che vuoi"
Non avrebbe nascosto nulla, a quell'anima stanca che si aggrappava
a lui, in cerca di un aiuto…Hanamichi si rilassò e, preso un
profondo respiro, lasciò che le parole fluissero, senza più
paure…
"Cosa siete venuti a fare, su questo pianeta?"
"Hn?"
Il moro sbatté le palpebre, un po' deluso, e nel contempo seccato,
per quel disappunto…cosa si era aspettato?
"Vorrei conoscere…lo scopo della vostra missione, e la sua durata"
Il sesto senso da volpino, che caratterizzava il terrestre, lo mise
in guardia: e se dietro quella domanda, ci fosse uno scopo preciso?
Perché, era così interessato a…
"Perché me lo chiedi?"
Colpevolmente, facendo insospettire ancora di più Rukawa, Hanamichi
abbassò il volto, senza neppure tentare di nascondere, il nervosismo
che lo agitava…
"…è…una lunga storia…per favore, rispondimi lo stesso,
anche se…non te ne dico il motivo"
Rukawa gli afferrò gentilmente il viso, rialzandolo per guardarlo
meglio…l'altro non fece nulla, per opporsi a quel gesto un po' rude,
e si lasciò osservare…i loro sguardi, tenacemente incatenati,
si sondarono per attimi che somigliarono a un'eternità, poi…il
moro cedette, annuendo.
"Hn…siamo qui per installare una base permanente…alcuni torneranno
a casa subito, altri…molto più in là. Il mio compito
è di restare, sono un ingegnere meccanico…dato che la mia casa
sarà questa, per molto tempo, per adesso non ho compiti specifici,
devo solo ambientarmi col pianeta…"
Una luce inattesa, s'accese negli occhi di Hanamichi…che si accoccolò
meglio, accanto a lui, senza staccargli le mani dalla maglietta…le
mani del moro si mossero sulla sua schiena, quasi contando ogni costola…
"Sei soddisfatto?"
"Sì"
Il rossino annuì, gioioso…Rukawa lo squadrò mentre
ridacchiava soddisfatto, chiedendosi cosa potesse renderlo tanto felice…sembrava
perso in un ragionamento tutto suo, in cui lui non poteva entrare…si
rabbuiò, leggermente ingelosito, chiedendosi il motivo per
cui lo tenesse fuori dalla sua mente…il ragazzo fra le sue braccia
era diventato così diverso, da quello tornato dalla stanza
coi lettini…ed erano bastate solo le sue semplici parole, a trasformarlo…
"Sei…felice?"
"Sì"
Hanamichi annuì, si allungò un attimo e posò
la propria bocca su quella dell'altro…
…Rukawa non sentì nulla, scioccato, relegato in una bara di
ghiaccio…il tocco era leggero, delicato, per nulla invadente…solo
lo sfiorarsi appena accennato, di due paia di labbra…non ebbe neppure
il tempo di spingerlo lontano, che l'altro già s'era staccato…
Hanamichi inclinò la testa, spostandosi il ciuffo dalla fronte…Rukawa
sembrava…no, era…pietrificato…congelato…paralizzato…gli occhi spalancati,
la bocca ancora rigida…non aveva ancora detto una parola…
"K-Kaede?"
Gli sventolò una mano davanti, per farlo reagire…il moro sussultò,
come si fosse risvegliato da un incubo, e scattò indietro,
con un forte ansito…rendendosi conto che la sua voce aveva toccato
le stesse labbra, su cui s'erano posate quelle dell'altro, si portò
la mano su si esse, strofinandole con vigore…
"Ma…"
"Si può sapere perché mi hai baciato?"
Colpito da quel tono aspro, la luce che il rossino sembrava possedere,
si spense lentamente, portando il ragazzo ad afflosciandosi su se
stesso…
"H-Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"E lo chiedi?!"
Rukawa respirò a fondo, più calmo…aveva fatto male,
ad aggredirlo in quel modo, era chiaro che il rossino teneva moltissimo
alla sua approvazione, e quello scatto d'ira non era quello che ci
voleva, nei loro rapporti…anche se aveva rinnegato l'idea di portarlo
come trofeo sulla Terra, non avrebbe comunque rinunciato a un paio
di esperimenti.
"M-Mi hai preso un po'…alla sprovvista. Sulla Terra, queste cose…"
boccheggiò, tentando di racimolare le parole adatte…
"Non si fanno?"
concluse per lui Hanamichi, a bocca aperta…e un po' deluso, notò
la parte di Rukawa rimasta lucida.
"N-Non esattamente…ma le fanno solo gli innamorati!"
"Innamorati?"
Il rossino masticò piano quelle sillabe, gli occhi un po' vacui,
che tentavano di trovare sul viso del moro una spiegazione…
"Sì, innamorati…cerca nella mente il suo significato"
Il volpino attese, certo che presto l'alieno avrebbe capito…
"Oh. Oh. Oooohhh!!!!"
Hanamichi si portò le mani al viso, avvampando.
"Sì. Esatto"
"Ops…"
Nonostante tutto, Rukawa non riuscì a trattenersi, dal ridacchiare
un po'…era decisamente buffa, come situazione…lui, che andava a spiegare
a un alieno certe cose…lui, proprio lui!
"…solo loro si scambiano baci?"
Grattandosi la testa, l'altro alzò le spalle:
"Bè, sì…in una cultura viene usato come forma di
saluto, ma…è molto più breve, di come me l'hai dato
tu"
"Ah…scusami, se ti ho messo in imbarazzo"
"Hn…"
con una scrollata, il moro allontanò quell'avvilimento…
"…spiegami perché…ha un significato particolare, nel tuo
pianeta?"
"Sì…un bacio, come te l'ho dato poco fa, è…sinonimo
di profonda gratitudine…è…"
si guardò intorno, alla ricerca di parole per spiegarsi al
meglio…
"…un atto di fiducia, perché si consente all'altro di
essere in condizione di farti del male, dato che potrebbe morderti
le labbra…si ringrazia dimostrando tutta la stima che si prova, ecco"
"Hn…ma gli innamorati, da voi…"
Infiammandosi, Hanamichi sorrise, imbarazzato:
"Bè, anche loro si baciano…solo che il bacio è
più intimo, si usa…la lingua"
terminò, più rosso dei suoi capelli…
"Hn"
commentò Rukawa, senza badare troppo al suo imbarazzo…era delizioso,
di quel colore acceso…non poteva fare a meno di chiedersi, se avesse
mai baciato qualcuno, da innamorato…
"Non sei arrabbiato, vero?"
Sul suo viso, misto al rossore, il moro vide una profonda paura, che
lottava per emergere con la speranza, che non fosse successo nulla.
"Hn…un po' sorpreso, ma…avevo messo in conto, queste incomprensioni"
"Meno male…"
Hanamichi si rilassò, accoccolandosi di nuovo, timidamente,
contro la base del suo collo…le dita abbronzate tracciarono i contorni
della fossetta in cima al suo petto, massaggiando piano il punto in
cui le clavicole si saldavano…
"…tornerai ancora qui, da me?"
"Sì…non ho mai pensato di non farlo"
"Bene"
anche se non poteva vederlo, Rukawa seppe che, prima di chiudere gli
occhi, il ragazzo che aveva fra le braccia, aveva felicemente sorriso.
………
"…hn"
Aveva la bocca impastata, un po' secca…la schiena gli doleva leggermente,
appoggiata contro qualcosa di duro e scomodo…sarebbe stato un orrendo
risveglio, se non per il caldo corpo che giaceva abbandonato, contro
di lui.
Rukawa si sfregò gli occhi, incredulo d'aver dormito così
poco…qualsiasi cosa l'avesse costretto a svegliarsi, sperava fosse
un motivo serio…o l'avrebbe preso a pugni!
Spostò lo sguardo sull'alieno, che ronfava beato contro il
suo petto…e capì.
Girandosi nel sonno, Hanamichi si era spostato troppo indietro, e
stava per cadere, per sbattere la nuca…con grazia, il moro gli cinse
la testa con un braccio, e la schiena con l'altro, chinandosi su di
lui e sollevandolo poco per volta…
Disturbato da quel movimento, l'animo del ragazzo si destò,
allontanandolo dal riposo…le palpebre che racchiudevano gli occhi
castani, si alzarono un po', svelando uno sguardo ancora intontito,
stanco…ma che si accese in una nuova, luminosa realtà, appena
lo vide sopra di sé, chinato sul suo viso, in un abbraccio
colmo di premura…
Il volpino deglutì, mentre una singola goccia di sudore, passeggiava
sul bordo del suo volto…quella posizione era…estremamente sconveniente,
soprattutto per quelle sue labbra rosse, che si erano dischiuse per
far sfuggire l'aria dai polmoni…le aveva involontariamente assaggiate,
ne sentiva ancora la straordinaria morbidezza…strani pensieri facevano
a gara, per conquistare il primo posto, nella sua mente…
…qualcosa gli urlava di abbassarsi, su quel volto che era steso su
un suo avambraccio…i capelli sciolti sulla sue pelle, una tempia poggiata
contro l'incavo del suo gomito, e quegli occhi…troppo accondiscendenti,
e convincenti, per potersi tirare indietro…
"Kaede…"
"Hn"
Hanamichi staccò un attimo gli occhi da lui, voltandoli verso
il mini computer dell'altro…
"…che ore sono?"
Il moro strinse gli occhi, sollevandolo un po'…voleva vedere il suo
torace che si inarcava, anche se…non ne sapeva il perché.
Due capezzoli spuntarono, da sotto il tessuto della maglietta che
portava…la gola di Rukawa si seccò, mentre artigliava il suo
stesso ginocchio, per non spostare una mano ed accarezzarli entrambi…
…mentre si mordeva l'interno di una guancia, per non abbassare la
bocca e mordicchiarli, attraverso la stoffa…
"…è importante?"
rantolò, mentre il sangue defluiva dal cervello…
"Sì"
Prima che il moro potesse fermarlo, Hanamichi rotolò via, andando
a raccogliere il guanto, studiandolo corrucciato…
"Non riesco a capire come si usa, è troppo indietro, per
me…che ore sono?"
Sopprimendo a stento l'istinto di tirargli un pugno, Rukawa gettò
un'occhiata al display luminoso:
"Sono quasi le sette di sera"
(su Marte, il giorno dura 24h 37m e 23s; n.d.Hymeko)
'Si avvicina la notte, il momento giusto…'
non resistette a pensare, abbassando un po' la frangia e squadrando,
attraverso essa, il rossino con uno sguardo molto voglioso…non capiva
il motivo, eppure aveva una gran voglia che tutto tornasse, come era
stato pochi attimi prima…lui, fra le sue braccia…
Strinse gli occhi, mentre la parte ancora lucida di lui, si rendeva
conto di ciò che stava pensando…doveva essere scientifico!!!
Non poteva lasciarsi trascinare!!!
E a giudicare dal suo pallore, Hanamichi stava pensando lo stesso,
anche se per un motivo che a lui sfuggiva…Rukawa realizzò che
sembrava profondamente turbato, al limite dello spaventato…
"Hanamichi…cosa c'è?"
Il rossino sobbalzò, con un piccolo grido…la voce dell'altro
doveva averlo violentemente sradicato via dai suoi pensieri…
"Devi andartene!"
ordinò, gettandogli il guanto e iniziando a raccattare il resto
della tuta, ammonticchiandolo accanto a lui…
"Ma…"
"Kaede per favore!"
Il tono usato, l'urgenza che vi traspariva…la preoccupazione, al limite
della follia, che gli deformava il viso, l'animo terrorizzato che
vedeva, al di là di quegli occhi…
"Che cosa c'è?"
"Kaede vattene!"
Hanamichi lo afferrò per un braccio, tirandolo in piedi…acciuffò
la cuffietta e gliela calò sulla testa, di sbieco…
"Ehi!"
"Vai vai vai!!!"
"Hn! Adesso basta!"
Infastidito, Rukawa lo afferrò, e gli diede una scrollata…il
rossino barcollò un attimo, prima di riprendersi e staccarsi
da lui, respingendolo contro la parete:
"Kaede devi andare!"
"Perché! Si può sapere che ti prende?"
"Per favore non me lo chiedere vattene!"
"Ma…"
Lo sguardo blu zaffiro si spostò sulle sue mani, che si torcevano…
"Kaede è importante…"
L'altro scosse la testa, mentre una lama di timore gli affettava la
mente:
"Sta per arrivare qualcuno? C'è qualcun altro qui? Che
ti minaccia?"
L'avrebbe protetto, l'avrebbe salvato. A ogni costo.
"Eh?"
Hanamichi sbatté le palpebre, mentre comprendeva le paure del
terrestre…nell'angoscia sorrise, rilassandosi impercettibilmente…teneva
a lui…
"No…non è per quello…ma per favore, ti spiegherò
la prossima volta, è troppo che sei qui…"
"Hn…lo farai…sul serio?"
Sarebbe stato controproducente continuare a insistere, lo sapeva…Rukawa
si piegò alla sua volontà, annuendo.
"Sì"
"Domani mi dirai la verità"
"Ah…"
Rukawa inarcò un sopracciglio, mentre l'altro apriva la bocca,
come per parlare…aveva ripreso a torcersi le mani, a guardarlo titubante…e
qualcosa gli diceva, che non gli sarebbe piaciuto, ciò che
stava per dirgli…
"…domani…vorrei che tu non venissi"
"Hn?!"
Hanamichi lo prevenne, sostituendo alla risposta velenosa che aveva
sulle labbra, la propria preghiera:
"Kaede, per favore…ti sei fidato di me, la prima volta, lasciandoti
invadere dal mio potere…per favore, fallo anche adesso…è solo
per sicurezza, se ti chiedo tutto questo"
"Sicurezza?"
gli occhi del moro si fecero quasi neri, mentre il sospetto che ci
fosse qualcun altro, lì, riaffiorava prepotente, in lui…
"Torna dai tuoi compagni, e rimanici fino a dopodomani…se non
avrei avuto nessun problema, allora io ti spiegherò…tutto"
"Problema?"
Dato che era costretto ad andarsene, voleva farlo con almeno con più
informazioni possibili…prese la tuta e iniziò a infilarsela,
senza tuttavia sciogliere, l'unione fra i loro occhi.
"Sì…di natura fisica"
Rukawa si immobilizzò, uno stivale in mano:
"C'è qualcosa che possa essermi dannoso, qui? Gli strumenti…"
Il rossino scosse la testa, spingendolo a riprendere a vestirsi:
"N-No…i tuoi strumenti non sono in grado di rivelarlo…per favore
vai!!!"
e gli cacciò il casco sulla testa, soffocando le sue proteste.
"Dopodomani…"
sigillandosi nella tuta, Rukawa si avvicinò alla barriera,
che si ergeva immutata, a chiudere la grotta…
"…mi dirai tutto?"
"Sì…"
Senza attendere altro, il volpino oltrepassò la pellicola azzurrognola,
sparendo nel buio delle viscere di Marte…immobile, fissando l'oscurità
che l'aveva rapito, Hanamichi contò fino a cento, per poi cadere
a terra, in ginocchio, e iniziare a pregare che non gli fosse accaduto
nulla…
Rukawa si rivoltò nella sua cuccetta, strofinando la testa
contro il cuscino.
Il giorno dopo, l'avrebbe rivisto…doveva solo attendere, una notte.
Quella precedente, l'aveva passata sveglio. Proprio lui, aveva avuto
problemi di insonnia.
Un po' per la paura, che si era infiltrata nelle sue ossa, dei danni
cui Hanamichi aveva accennato. E dai quali, era palesemente spaventato.
Non lo capiva, il motivo…anche se le sue apparecchiature erano troppo
arretrate, per captare elementi dannosi, era certo che l'altro non
gli avrebbe mai permesso di correre un pericolo, per rimanere con
lui…a cos'era dunque dovuto, quell'improvviso allontanamento?
'Era così urgente, da non dovermi spiegare nulla?'
Stava bene, era perfettamente in salute. Aveva fatto un check-up completo,
una volta tornato alla base.
Si posò un braccio sulla fronte, respirando l'aria della sua
stanzetta…o meglio, annusandola. Non sapeva di buono, come quella
dell'alieno.
Hanamichi.
'Dovrei chiedergli qualche informazione…spero che non vada tutto,
coi poteri mentali'
Quel ragazzo era secoli, avanti a lui…la sua tecnologia, le sue facoltà,
il modo di vederlo e comprenderlo…erano straordinari. Geniali, favolosi.
Eppure…si era attaccato a lui, lo venerava, desiderava in modo abissale
la sua compagnia…nonostante tutto, non riusciva a stare senza di lui,
era…il centro dell'universo, per Hanamichi. E la cosa lo metteva leggermente
a disagio…non era abituato, a essere importante, come persona.
Lui era il numero uno fra gli scienziati…essere considerato per un
aspetto, che esulasse dalla sua laurea, lo confondeva un po'.
Sbadigliò, mentre il sonno, vecchio amico, bussava alla sua
mente…attese in un limbo d'ombra, indeciso se abbandonarvisi, o combatterlo
pensando a lui…la prima tentazione era davvero suadente, ma l'immagine
del volto del rossino, poggiato sul suo avambraccio, non accennava
a scomparire, dai suoi ricordi.
Se non si fosse spostato…fin dove si sarebbe spinto?
Affondò il viso fra le lenzuola, stringendosi in posizione
fetale…immaginando, in realtà, di averlo ancora fra le braccia.
I suoi problemi, li aveva sempre risolti da solo. Non aveva mai chiesto
aiuto a qualcuno…mai.
Ma quello che sentiva affiorare…non sapeva se sarebbe stato in grado,
di gestirlo…iniziava a coinvolgerlo in un modo troppo profondo…ma non
poteva, implorare un consiglio.
Perché avrebbe significato parlare, di lui…ed era terminato,
il tempo in cui desiderava usarlo come cavia.
Hanamichi non sarebbe mai stato un mezzo, per il raggiungimento della
fama, e della gloria…avrebbe sempre vissuto col sorriso sulle labbra…e
lui…
'…farò quel che posso, per aiutarlo'
Infine Morfeo lo avvinse, trascinandolo fra le sua braccia…ciò
che il Dio del Sonno non poteva fare, era cancellare due occhi castani,
dai suoi sogni…
"S-Stai bene?"
Appena entrato, gli si era praticamente incollato addosso, lasciandogli
a malapena lo spazio per liberarsi dalla tuta. E, anche in quel mentre,
continuava a guardarlo come dovesse morire da un momento all'altro,
afflosciarsi ai suoi piedi e non alzarsi più…Hanamichi era
ancora preoccupato, per lui, nonostante lo avesse davanti…
'In che modo avrà passato, queste ore?'
"Sì"
mormorò, come se ciò che era successo non avesse avuto
peso…aveva voglia di punirlo un po', per averlo mandato via, senza
una spiegazione…si sentiva meschino, subdolo…perfido, ma…Hanamichi
non aveva avuto alcun diritto, di trattarlo in quel modo. Soprattutto
dopo che era stato lui, a chiedergli di tornare lì.
"Ah…"
Ferito da quella freddezza, l'altro si allontanò da lui…Rukawa
sentì una colata d'acido riversarglisi nel petto, mentre lo
vedeva arretrare di qualche passo, fissando il riflesso sbiadito sulla
barriera…
"Dimmi perché mi hai mandato via…"
chiese, un ordine misto a una semplice preghiera…
"…spiegami da cosa si genera, la tua paura"
La bocca rosea, ben modellata, si schiuse…le labbra tremarono un attimo,
prima che la punta della lingua saettasse, a inumidirle…dubbi, paure,
esitazioni si affacciarono alle sue pupille, occultate dalle palpebre
che sbattevano velocemente, quasi in cerca di una scappatoia, per
sottrarsi alla spiegazione che sapeva dovergli, comunque…
"Non me ne andrò, senza una spiegazione"
Rukawa si piantò davanti a lui, apparentemente in perfetto
relax…in realtà era pronto a fare a botte, con lui, per raggiungere
la verità…
"P-Promettimi che…prima di decidere di non tornare più
qui, ci penserai con…lucidità"
Allontanandosi di un passo, Hanamichi si portò fuori dal raggio
d'azione delle sue braccia…se avesse potuto, probabilmente si sarebbe
nascosto di nuovo, come la prima volta che si erano visti…
"Perché non dovrei più venire qui?"
Il moro non comprese, il suo timore…ormai, facevano parte l'uno della
vita dell'altro…
"Lo vedrai presto…"
rispose il rossino, abbassando tristemente il volto, mentre un sorriso
di rinuncia già faceva capolino, su di esso…
"…seguimi"
Senza curarsi se Rukawa si fosse o no accodato, salì lungo
la scaletta, sparendo nel ventre dell'astronave…il volpino, dopo un
attimo d'esitazione, gli andò dietro, senza tuttavia avvicinarsi
troppo, a lui…lo sentiva stranamente distante, come non fosse accaduto
nulla, fra loro, in quei giorni…
Hanamichi lo portò nel fondo della nave, in una sezione che
non aveva mai visitato, prima…da oltre un oblò, proveniva un'intensissima
luce azzurra, dello stesso colore di quella della barriera, solo…molto
più carica e limpida. Anche affacciandosi a esso, non era in
grado scorgere la fonte di quella luminosità…ma forse…
"Non ci riusciresti nemmeno con la visiera oscurata della tua
tuta…"
l'altro lo prevenne, accostandosi stancamente alla porta, e immergendo
la mano nel fiotto celeste, che rendeva innaturale quel luogo…le ombre
che s'erano disegnate sul suo viso, lo avevano trasformato in una
persona diversa, da quella che conosceva…più stanco, vecchio,
quasi deluso dalla stessa vita…
"Cos'è?"
Rukawa si allontanò dalla porta, attirando lo sguardo di lui
su di sé, via da quella fonte splendente…
"…è un Generatore di Stasi temporale"
"Hn?!"
Hanamichi sospirò, staccandosi dalla parete e uscendo dalla
stanza…contrariamente a quanto il terrestre aveva pensato, non lo
guidò fuori, ma nella stanzetta coi lettini, quelli che aveva
indicati come vita, e tortura…si sedette sul bordo di uno di essi,
additando gli altri al moro.
"Preferisco stare in piedi"
declinò, alzando una mano.
Il rossino scosse la testa, disinteressato, e si ravvivò il
ciuffo di capelli, sulla fronte:
"La Stasi temporale, è…una bolla, in poche parole. Io
ero un pilota, non sono un esperto di questo, per cui le mie spiegazioni
saranno a grandi linee…comunque, quella che chiude l'entrata, è
l'unica parte visibile di questa bolla. Semplicemente, all'interno
dello spazio da essa delimitato, il tempo non scorre"
"…non scorre? M-ma…è impossibile! Le leggi della relatività…"
Il viso di Hanamichi si fece duro, spazientito:
"Non ho idea di che siano, comunque ti assicuro che funziona.
Quella cosa blu è il cuore del meccanismo, che genera un campo
che racchiude un dato volume, in cui tutto è bloccato al secondo
in cui il Generatore è stato messo in funzione"
"Impossibile…"
Rukawa barcollò fino a uno dei lettini, tutte le sue convinzioni
scientifiche…sbriciolate da poche parole ben assestate…
"Per voi, forse…un giorno, magari ci arriverete"
"C-Come ci siete riusciti?"
Il rossino scrollò le spalle, con un gesto vago della mano:
"Non è importante…la cosa che devi accettare, è
che qui dentro il tempo è fermo. Ne vuoi una prova?"
Freneticamente, più di quanto volesse, il moro annuì…il
sorriso di Hanamichi si fece dolce, prima che si indicasse il punto
del petto, dove risiedeva il cuore:
"Appoggia una mano sul tuo cuore…non batte"
"Hn?!"
Non poteva essere vero, la fonte della sua vita…la mano scossa dai
tremiti, il volpino si provò il battito…nulla. Dal suo torace,
nelle profondità del suo corpo, non risuonava nulla.
Terrorizzato, si tastò la pelle, premendola come servisse ad
ascoltare meglio…ma dal suo petto, continuava a provenire solo un
terrorizzante silenzio.
"Kami…"
mormorò, mentre il sudore gli colava negli occhi…
"…ma allora perché sudo?"
"Non ne ho idea…so solo che alcune cose sono bloccate, altre
no…me lo sono chiesto anch'io, e l'unica conclusione cui sono giunto
è che ferma il cuore, perché possiede un movimento continuo
e ininterrotto nel tempo, mentre una simile sudorazione, è
qualcosa che capita solo in momenti di forte stress. Ma, è
solo una mia idea…io provo sensazioni, ma non mi è concesso
morire…solo il mio invecchiare, è sospeso"
concluse, ammantandosi ancora di tristezza.
"…è meglio se vai avanti"
pigolò il moro, la mancanza di certezze si rifletteva nella
sua voce…
"Sì…quando i miei compagni sono morti…"
Dalla sua espressione, Rukawa comprese che era passato molto tempo…
"…io sono rimasto solo, precipitando qui…la montagna contro cui
mi ero schiantato, ha sepolto la mia astronave, danneggiando tutti
gli strumenti di comunicazione…riesco solo a captare qualcosa, specialmente
dal tuo pianeta, e senza audio…non ho mai potuto chiedere aiuto, nessuna
richiesta ha mai attraversato lo spazio, verso la mia casa…nessuno
è mai venuto a cercarmi"
L'amarezza raccoltasi in quel periodo, compose per lui le ultime parole…
"Non sapevo cosa fare…la nave non avrebbe più volato,
ero sepolto vivo e la scorta d'ossigeno stava fuoriuscendo, si sarebbe
consumata nel giro di poche decine di minuti…allora ho fatto l'unica
cosa che potessi…"
"Hai congelato il tempo"
terminò per lui Rukawa, comprendendo.
"Sì…questo ramo della grotta era colmo d'aria pulita,
per questo posso uscire. Lo stesso vale per la nave…la Stasi ha bloccato
tutto, cristallizzando questo luogo in un ambiente ideale, per la
mia sopravvivenza"
"Hn"
Rimasero in silenzio, persi ognuno nei propri pensieri…nella mente
di Rukawa, si sovrapponevano confuse varie supposizioni, sulla natura
di una scienza tanto elevata, da sfiorare il sovrannaturale…ma il
volto del rossino svettava su tutte, accalappiando la totalità
della sua attenzione, sui gesti e sui sentimenti che avevano accompagnato
quel breve racconto…vivere da solo, col ricordo di compagni morti,
in una ristretta bolla dove il tempo era fermo, osservando in una
piccola biglia nera, la vita scorrere su un pianeta lontano…come aveva
potuto, sopravvivere così? Persino lui, essere solitario per
eccellenza, avrebbe avuto dei problemi…e soprattutto…
"Da quanto…sei qui?"
Il suo sguardo si colmò di paura…lo vide soffermarsi su di
sé, per un attimo, per poi scemare, in qualcosa di indefinibilmente
triste…
"Questo è…il nodo centrale, di tutto…il motivo per cui
ti ho mandato via, sia la prima volta che l'altro ieri…io ristagno,
perché non vivo, qui…da circa 800 anni"
"C-Cosa?!"
Hanamichi si stiracchiò, alzandosi in piedi…forse finalmente
alleggerito, da quella confessione.
"Sì, sono trascorsi 800 anni…ma per me non è passato
un secondo, dato che non sono mai uscito di qui…sono come un'isola
immobile, in mezzo al fiume del tempo"
Non era facile, scioccare Kaede Rukawa. Ma quella rivelazione…passare
in totale solitudine, 800 anni su Marte, era…
"Aspetta! Sono 800 anni…ma di quale pianeta?"
"Del vostro…"
gli spiegò il rossino, con una semplice strizzata d'occhio…al
moro, infatti, i dati su quel mondo erano frullati vorticosi in testa,
accavallandosi in calcoli ripetuti velocemente…talmente scioccato
da commettere errori, vari risultati s'erano affacciati, alla sua
mente…
"Sì, immaginavo che tu avresti reagito così…"
Il moro annuì, passandosi una mano sulla fronte…quasi un millennio,
li separava…
"Da quando ho iniziato a seguire i vostri programmi, ho deciso
di capire da quanto fossi precipitato, secondo il tempo del vostro
mondo…ho raccolto un po' di dati, ed è venuta fuori quella
cifra…ti spaventa?"
"Hn"
Non era un sì, ma neppure un no…
"Per me…non cambia nulla"
Per Hanamichi, era una consapevolezza priva di alcun significato…il
tempo ormai non lo poteva più raggiungere, il suo interesse,
per lo svolgersi di mondi fuori di lì, poteva solo essere relativo.
Rukawa chiuse gli occhi, mentre immagini di una vita simile, tentavano
di presentarsi a lui:
"…hai passato tutti quegli anni…qui, in solitudine?"
"No, non esattamente. Mi sono nascosto qui dentro"
e diede un colpetto al rivestimento dei lettini, contro cui erano
poggiati.
"Hn?"
"Anche se il tempo è bloccato, comunque fuori scorre,
e può esser difficile sopportare il susseguirsi del nulla,
di eventi che non accadono…di persone che non arrivano, di nubi che
non vengono spazzate via dalla potenza dei motori…"
Stava parlando a se stesso, a voce alta…al moro si strinse il cuore,
mentre la sua solitudine si faceva largo, fra i suoi sentimenti…quasi
addensandosi, per lui…perché la potesse toccare…
"…questi sono…la mia vita, e la mia tortura. Sapevo che sarei
impazzito, a vivere qui, da solo, per troppo tempo…e allora ho programmato
il timer di questo giaciglio…sono capsule per quella che voi chiamate
ibernazione…sono rimasto congelato per più di 600, di questi
anni"
Ormai il volpino aveva messo di stupirsi…ciò che aveva davanti,
le prove che gli erano state fornite, avevano distrutto con semplicità
tutto ciò di cui andava tanto fiero. Il suo sapere ammontava
praticamente al nulla, la sua civiltà era vergognosamente arretrata…le
conquiste, di cui si vantavano tanto, erano appunto sciocche vanterie…avrebbe
dovuto sentirsi a pezzi, psicologicamente, le fondamenta della sua
certezza erano state polverizzate, eppure…non si sentiva abbattuto,
da lui.
Perché si rendeva conto che Hanamichi, era una delle persone
più tristi che avesse mai incontrato.
"Tu…passi il tempo congelato…a un certo punto il computer ti
risveglia…rimani un po' cosciente, poi…"
"…torno a dormire. Anche se negli ultimi 150 anni, sono rimasto
sveglio…è da allora, più o meno, che ho iniziato a captare
quelle immagini, dal tuo mondo"
"…è una cosa tipica terrestre, usare la tv come compagnia"
Non era un complimento, non del tutto, ma dal sorriso che ingentiliva
la tristezza che recava sul viso, a Hanamichi doveva esser sembrato
tale…
"Ma non ho ancora compreso il perché, tu mi abbia cacciato…che
danni potrebbe avermi recato, tutto questo?"
Rukawa non aveva mai visto nessuno, diventare cinereo in una maniera
tanto repentina…sembrava che il rossino stesse per cadere a terra,
svenuto…allarmato, si avvicinò a lui, tenendosi pronto ad afferrarlo…a
stringerlo di nuovo, a sé…
"Ho avuto paura perché…tu sei terrestre…il sistema di
Stasi temporale non è mai stato provato, su un alieno…non so
quanto debba essere lungo il periodo, per causarti dei danni, all'uscita.
Quando si torna nel mondo reale, oltre la barriera, dove la Stasi
non ha effetto, il tempo rubato alla vita piomba addosso, riappropriandosi
di ciò che gli appartiene…se io uscissi di qui, il mio cuore
non riuscirebbe a produrre un palpito, perché sarei già
cenere…in verità sono già morto, solo che la Morte non
può oltrepassare la barriera, e venirmi a reclamare…quasi la
vedo, appostata là dietro, ad attendere il momento in cui…non
ce la farò più"
"Hanamichi…"
Con l'animo spezzato, il volpino si strinse in sé, detestandosi
per la propria inutilità…aveva freddo, nonostante sapeva che
il tempo era immobile, gli sembrava che la temperatura si fosse abbassata…
"Per questo ti ho mandato via…solo per questo, non perché
non ti volessi qui, anzi…solo, ero terrorizzato, dall'idea che questa
mia finta via, potesse fare del male anche a te…"
Lentamente, qualcosa si incrinò, nel petto di Rukawa…brandelli,
schegge di sentimenti confusi e indecifrabili, si sciolsero, fondendosi
fra loro…si sentì sbilanciato, come mai prima…aveva compreso
che qualcosa gli mancava, che permetteva di regnare a un grande vuoto,
in sé…un nulla simile a quello che doveva aver provato, in
quegli anni, il giovane di fronte a lui…
Senza più metter freno al proprio istinto, gli si avvicinò,
e gli abbracciò dolcemente la vita, stringendolo piano, facendo
aderire i loro corpi.
Era un'illusione, forse…eppure gli sembrava di sentire il calore della
sua pelle, mischiarsi a quello da lui emanato…
"K-Kaede…non capisco"
"Nemmeno io…"
Andava contro a tutto, a ogni sua azione, del passato…il suo modo
di vivere, di rapportarsi con gli altri, di avere una solitaria vita
senza legami, autosufficiente…il considerare le persone che lo attorniavano
semplici oggetti, per fare carriera…il limitare al minimo i contatti
con la razza umana, che considerava inutile…tutto era spazzato via
dal desiderare, fin dal profondo, quel gesto di unione, con lui…
…abbracciare Hanamichi, in quel momento, era più importante
di qualsiasi cosa avesse mai fatto.
Testimoniargli la propria vicinanza, la reciproca intesa, che li aveva
fatti trovare…fargli comprendere che, in realtà, non era solo…rendeva
tutto estremamente facile.
Forse, i suoi sentimenti, li aveva inconsciamente serbati per quell'incontro…
………
Hanamichi poggiò la testa contro la sua spalla, chiudendo gli
occhi. Erano scivolati a terra, ancora abbracciati, e continuavano
a godere l'uno della vicinanza dell'altro…con incredibile facilità,
si erano capiti, i loro animi immediatamente in sintonia…il legame
fra loro, stava iniziando a trascendere quello normale, fra due amici…era
ormai diventato qualcosa di…abissale, da cui era impossibile scappare…
"…io ti ammiro molto"
Il sussurro di Rukawa giunse flebile, da un punto molto vicino al
suo orecchio…
"Eh?!"
Non capiva…cosa c'era d'ammirevole, in quello che aveva fatto?
"…sapendo di non aver più possibilità di uscire
di qui, hai continuato a vivere…io non sarei mai riuscito, a sopportare
una simile prigionia…"
"So cosa stai pensando…ma ti sbagli, non sono affatto da ammirare,
come dici tu…"
Il rossino nascose di più il volto, contro di lui, in totale
imbarazzo…non poteva permettere che il moro provasse ammirazione per
qualcosa di…vigliacco.
"…in realtà io sono solo un codardo"
Sentì il corpo, contro cui si sosteneva, sussultare…
"Sì…perché in realtà ho pensato molto spesso
di farla finita, di uscire da questa prigione eterna e di raggiungere
i miei compagni morti…ma non sono mai riuscito a suicidarmi…ho troppa
paura, di morire da solo…andarmene senza nessuno accanto, il mio corpo
incenerito, in balia della sabbia sanguigna di questo pianeta…"
Due braccia forti passarono attorno alla sua schiena, stringendolo
forte…Hanamichi sorrise, allontanando il volto dal suo petto, per
permettergli di guardarlo…
"…e poi, stavo aspettando te…non potevo morire, senza averti
conosciuto"
Il moro impiegò qualche secondo, prima di comprendere…non si
stava riferendo a lui come Kaede Rukawa, ma come essere umano, vivo,
con cui poter parlare e avere un contatto reale, non come con le macchine…
"…non potevo morire, senza rivedere qualcuno…era il mio unico
desiderio"
L'altro annuì, senza saper bene cosa aggiungere…
"Ti ho aspettato tanto…"
"Mi dispiace…non sono riuscito ad arrivare prima"
"Volpino ritardatario…ma l'importante è che tu adesso
sia qui"
Rukawa poggiò la fronte su quella dell'alieno, fondendo i loro
sguardi..
"E ti giuro che ci rimarrò per molto, moltissimo tempo"
L'acqua della doccia era bollente…Rukawa si passò una spugna
sulle braccia, osservando la schiuma mimetizzarsi nel calore del vapore…la
sua pelle, di solito lattea, spiccava, arrossata dal frustare del
liquido troppo caldo…eppure non abbassò la temperatura, in
quel calore…poteva fingere di avere ancora fra le braccia Hanamichi.
Chissà se anche lui aveva a disposizione una simile benedizione…il
moro diede le spalle al getto, offrendo ai baci dell'acqua la schiena
nuda…le sua mani, probabilmente, sarebbero state altrettanto dolci...
'Smettila...cosa accadrà altrimenti, fra poco?'
Presto, sarebbe uscito per il suo solito giro, in cui invece di familiarizzare
col pianeta che l'avrebbe ospitato, si sarebbe impegnato a conoscere
meglio un certo rossino…aveva perso il conto dei giorni, da quando
si erano conosciuti…poteva essere passata una settimana come un anno,
a lui non importava…stava bene, con lui, pericolosamente bene…
…era abbastanza onesto, da ammettere che il suo interesse, per lui,
ormai non si limitava più alla sola amicizia…desiderava approfondire,
ciò che li legava, scoprire fin dove avrebbero potuto arrivare…
Si posò la mano sul cuore, che batteva normalmente, come nulla
fosse…chissà se gli provocavano dei danni, i continui passaggi
dalla Stasi allo scorrere normale del tempo…
'Probabilmente me ne procura di più lui, quando mi sorride…'
pensò, con amarezza…Hanamichi se n'era mai accorto, di come
lo faceva sentire? Di come lo aveva fatto innamorare?
Lui, proprio lui, era innamorato…di un alieno.
Si concesse un sorriso, gettando indietro la testa, perché
l'acqua lo colpisse sulla fronte e poi si frantumasse in rivoli, sul
suo viso…era così cambiato, da quando lo considerava solo un
oggetto per raggiungere la gloria…quei sogni li aveva cancellati,
da tempo sostituiti da molti, in cui erano…felici, assieme.
In cui vivevano una vita normale, senza limitazioni.
Rukawa inghiottì una boccata d'acqua calda, sciacquandosi la
bocca…erano appunto solo sogni, quelli. Per loro due, non avrebbe
mai potuto esserci un lieto fine…l'eternità, li separava.
Hanamichi non gli avrebbe mai permesso, di andare a vivere con lui…e
non riusciva a dargli torto, se la parti fossero state invertite,
anche lui non gli avrebbe mai permesso, di condannarsi a una simile
non-esistenza.
La vita eterna, per due persone innamorate, era la cosa più
bella che potessero raggiungere, ma non in quelle condizioni. Non
chiusi, per sempre, in un'astronave seppellita sotto una montagna.
"Kaede!!!"
Sobbalzò, quando la voce di Ayako trapassò la sottile
porta del cubicolo con la doccia.
Si era perso in un mondo irrealizzabile, come sempre accadeva, quando
pensava a lui…
"Che c'è?"
rispose, parecchio scocciato…non gli andava, che disturbassero il
suo pensare a Hanamichi.
"Sbrigati a uscire, un masso ha colpito una delle serre, c'è
un buco nella vetrata…se non lo ripariamo al più presto, perderemo
il raccolto!"
"Merda!"
Il moro imprecò, uscendo a precipizio dalla doccia. Ayako se
n'era già andata, schizzata verso il danno…mentre si rivestiva,
per seguirla, si reso conto che non sarebbe riuscito ad andare da
lui, quel giorno…
…e che non possedeva alcun modo per comunicarglielo, e Hanamichi non
aveva possibilità, di saperlo da sé…
…avrebbe pensato che gli era successo qualcosa o, peggio, che non
desiderava vederlo…
"Merda!!!"
Imprecando, iniziò meccanicamente a lavorare, mentre la mente
era distratta, in un altro luogo, al momento in cui lo avrebbe potuto
rivedere…
………
Rukawa attraversò di corsa la barriera, tirando si di scatto
la visiera oscurata…prima di dare a Hanamichi il tempo d'alzarsi,
crollò in ginocchio accanto a lui, stringendolo forte, per
le spalle.
"Scusami…non sono potuto venire…"
"Kaede là fuori è quasi buio! Ma sei impazzito?!"
L'altro scosse freneticamente la testa, poggiandola contro la sua
spalla:
"Non potevo…non venire…sono stato bloccato, s'è rotta
una serra, abbiamo rischiato di perdere il raccolto…dovevo dirti il
perché…"
Lentamente, il rossino gli fece alzare la testa, per guardare quel
volto incorniciato dal casco d'astronauta…
"Sei venuto qui, a quest'ora…solo per farmi sapere il motivo
della tua assenza di oggi?"
Rukawa annuì, rassicurato dalla luce che scintillava, nei suoi
occhi:
"Non ero in grado di comunicartelo, ma non potevo, lasciare che
tu pensassi che non sono venuto, perché non ne…avessi voglia"
terminò, mandando giù la saliva che gli aveva sommerso
la bocca…gli sembrava di…essersi appena dichiarato…
Hanamichi cadde in ginocchio, accanto a lui, e gli passò le
braccia attorno al collo, stringendosi contro quel corpo, infagottato
in una goffa tuta spaziale…
"…ho avuto paura di…averti in qualche modo offeso, di aver fatto
qualcosa di sbagliato…di averti perso"
"No, no…non lo pensare…mai"
L'istinto prese il sopravvento, su Rukawa, che spostò la bocca
e gli baciò a lungo una tempia…ne assaporò il sapore,
il sudore un po' salato, la morbidezza intoccata dal tempo…Hanamichi
infine si staccò da lui, e si posò una mano sul lato
baciato del viso, senza poter impedire alla sua cute di arrossarsi…
"K-Kaede…"
"Non pensare mai, che io non voglia di vederti"
Appena l'altro ebbe annuito, il moro proseguì…
"E se un giorno non mi dovessi veder arrivare, è perché
mi hanno legato, per impedirmi di muovermi dalla base"
"Stupido volpino non dire così"
L'altro scosse la testa, sollevato dal sorriso vago, che vedeva spuntare…
"…perdonami, ma devo andare…Ayako mi aveva ordinato di non uscire,
e se scopre che sono scappato, mi metterà sul serio, ai ceppi…"
"…stai attento al buio, è pericoloso…non avresti dovuto,
muoverti in questa penombra"
Rukawa scosse ancora il capo, prendendogli le mani, entrambe, fra
le sue:
"Non potevo lasciarti con chissà quali dubbi…non potevo"
"Kaede…"
Hanamichi sorrise, socchiudendo gli occhi, impregnandosi totalmente
di quel momento mistico…poi liberò le mani da quelle del terrestre,
e lo spinse in piedi, senza tanti complimenti, verso l'uscita…
"Vai!"
gli ordinò, abbassandogli un po' la visiera…ma Rukawa la rialzò
di scatto e, tenendogli ferma la testa, gli rubò un bacio.
"Il punto di vista…è quello terrestre"
gli bisbigliò a un orecchio, prima di serrare la visiera e
sparire, oltre la barriera che separava i loro mondi…
Seduto sulla scaletta che portava all'astronave, aveva atteso il
suo arrivo, impaziente…Hanamichi alzò lo sguardo, appena il
suono sordo dei suoi passi, sulla superficie fine come cipria, arrivò
al suo orecchio…oltre la visiera oscurata, poteva immaginare i suoi
occhi blu, taglienti come gelidi zaffiri, che lo fissavano espressivi,
più delle sue parole…non sempre riusciva a leggere, in lui…o
forse, semplicemente non voleva, addentrarsi in quella realtà
cobalto, dove rischiava di rimanere intrappolato per sempre…
…non poteva permettersi di innamorarsi di lui…anche se sapeva bene,
che quel pensiero era arrivato troppo tardi...
Il suo bacio, il giorno prima, aveva dato lucida chiarezza ai suoi
pensieri…
Mentre la cuffia protettiva cadeva a terra, per ultima, il rossino
sospirò, abbassando il capo…era stato uno sbaglio, il bacio
del giorno precedente…non vedeva un futuro, per loro.
Troppi anni, troppe avversità, li separavano. Rukawa di certo
era a conoscenza delle difficoltà, eppure non aveva esitato,
a unire le loro labbra…
…il suo io ottimista, esultava cantando vittoria…era riuscito a far
innamorare di sé, un ragazzo incredibile come Kaede Rukawa…il
volpino lo amava…
…mentre il suo lato concreto, piangeva, riconoscendo nel loro rapporto
la classica storia destinata a finire in tragedia…
"A cosa pensi?"
Il rossino alzò il viso: l'altro s'era inginocchiato su uno
degli scalini, il volto alla stessa altezza del suo…quel viso bellissimo,
che solo il giorno prima aveva avuto premuto, contro il proprio…
"A ciò che hai fatto ieri…"
Sentiva di non avere il tempo, per tanti giri di parole…lui possedeva
l'eternità, mentre la vita dell'altro era talmente effimera…
"…al fatto che non potrà avere seguito"
"Perché no?"
Rukawa gli passò una mano fra i capelli, degustandone la calda
morbidezza…e afferrandone anche una ciocca, impedendogli di allontanarsi.
"Perché vivo in una bolla da troppi anni…perché
tu, qui, hai un lavoro che non ci permetterà di stare assieme…perché
non posso uscire di qui…"
"Non mi permetterai mai, di stabilirmi qui, con te?"
Il volpino gli poggiò le labbra sulla giugulare, leccando piano
la cute…sorrise, mentre un brivido incontrollabile turbava quella
liscia seta…
"No, e non ne voglio più sentir parlare…perché
non sarebbe una soluzione, ma il chiuderti in una gabbia…e questo,
non potrei mai sopportarlo"
Le labbra che gli stavano dolcemente torturando la gola, riempiendo
la grotta dei suoi gemiti, e dei sospiri, si spostarono sulla sua
bocca, bloccando il flusso di quelle parole, che facevano male a entrambi…
Hanamichi accettò il bacio, per qualche secondo…poi lo allontanò
con fermezza, poggiando la fronte contro la sua, per poterlo guardare
negli occhi:
"E perché, soprattutto, non potremmo mai andare oltre
a questo"
"Hn?"
Sorrise, alla vista del sopracciglio inarcato del moro…così
confuso, splendidamente vivo…al contrario di lui, costretto dalla
sua paura a macerare in eterno, nella tristezza…a dover rinunciare
all'amore, ora che l'aveva trovato…
"…è tabù, Kaede…l'unione fisica fra due uomini,
è stata vietata fin dalla notte dei tempi…"
"E perché?"
Le mani del rossino si spostarono, a incorniciare il viso del terrestre…sembrava
tutto così facile, per lui…
"Non lo so…nessuno lo sa…solo, è così…due uomini
non possono amarsi"
"Idiota"
Le dita di Rukawa si serrarono sui suoi polsi, e con uno strattone
glieli portò sopra la testa, bloccandoglieli contro uno spigolo…Hanamichi
mugolò di dolore, mentre Rukawa, spingendosi col corpo su di
lui, lo copriva totalmente, infilandogli un ginocchio fra le gambe…
"Ascoltami, perché adesso smonterò tutte le sciocchezza
che hai detto. E mi basterà farti notare una cosa: non mi hai
mai guardato negli occhi, mentre mi dicevi quella sfilza di scemenze…e
sai cosa significa? Che non ci credi neppure tu!"
e senza lasciargli il tempo di ribattere, gli tappò la bocca
con la propria.
Hanamichi spalancò gli occhi: nella brutalità di quella
situazione, la lingua del volpino, le sue labbra, le sue mani, lo
stavano…facendo sentir bene, come mai prima. Al contrario del tono
della voce, quasi graffiante…quel bacio era caldo, gentile…rispettava
la sua volontà, non lo stava costringendo a rispondergli…
La lingua del terrestre, carezzandogli delicatamente i contorni della
bocca, s'era fatta largo in essa, ma senza forzature, come se…lo stesso
rossino non aspettasse altro, per farsi esplorare da quel muscolo
caldo e morbido. Le sue mani, sottili eppur dotate di forza incredibile,
non gli strizzavano più i polsi, il loro tocco s'era trasformato
in una lusinga…quel bacio, stava cancellando tutto…
"No!"
Rukawa si ritrovò a terra, nella polvere. Hanamichi, sulla
scaletta, aveva ancora le braccia tese, quasi in una supplica, a lui,
perché stesse lontano…l'aveva spinto via, aveva interrotto
il loro bacio…la sua paura aveva avuto la meglio, sul sentimento che
provava…
"Smettila di fare l'idiota…vuoi rimpiangere per sempre, quest'occasione?
Piantala di creare la tua infelicità! Liberati dal peso del
tuo passato, a me non importa nulla se hai vent'anni o diecimila,
o se sul tuo pianeta i maschi non possono scopare! Io voglio vederti
felice!"
Hanamichi rise, mentre una lacrima gli rotolava lungo una guancia…rise
senza allegria, osservando la felicità che gli si tendeva,
ma senza allungare la mano per afferrarla:
"La fai così facile, tu…"
In due passi, il volpino coprì lo spazio che li separava…lo
afferrò per la maglietta e lo tirò su, in piedi:
"Sbagliato…è facile perché io mi impongo che sia
così, anniento i problemi che ostacolano il raggiungimento
del mio obbiettivo! Sei tu che ti impedisci di vivere!"
e lo sbatté contro la porta chiusa, chiudendogli nuovamente
la bocca con la propria, ripetendo il bacio dolce di pochi minuti
prima…
Rimase rigido, contro di lui…Hanamichi resistette, per quanto possibile,
al dolore che sentiva dentro, alla voce che gli urlava che il volpino
aveva ragione, che doveva solo desiderare, di essere felice…non si
lasciò piegare, da quella lingua che continuava a implorarlo,
di lasciarla di nuovo entrare, a mischiare i loro sapori, le loro
anime…
"Lasciti andare…dopo il primo giorno, in cui ci siamo incontrati,
io ho pensato che tu fossi la persona più triste, che avessi
mai incontrato…però più ci conoscevamo, più ti
vedevo rifiorire, davanti a me…splendido. Dammi la possibilità,
di renderti felice…ti amo, Hanamichi"
Rukawa avvicinò le loro bocche, senza unirle…aspettando, e
confidando, che fosse l'altro, a compiere quel gesto…
"…anch'io, Kaede"
Due paia di labbra si sigillarono, mentre due corpi si allacciavano…
………
"Adesso, però…devi infrangere quel tabù, con me"
"Hana…"
Rukawa esitò, a seguirlo all'interno dell'astronave. Lo desiderava,
ma…non così in fretta, non con l'urgenza che invece l'altro
dimostrava. Sembrava deciso ad abbattere tutti i muri del suo passato,
in pochi minuti. Le credenze di una lunghissima vita, le voleva spazzare
via, come un giovane non più disposto a dare credito alle parole
dei genitori…
"…non stai correndo troppo?"
Il rossino si fermò, girandosi solo leggermente verso di lui,
sul suo viso la fusione di ombre e luce…
"No…cosa cambierebbe, se anche mi piegassi ancora ai tabù
del mio mondo?"
la sua voce si incrinò un attimo, prima di riprendere forte
e sicura…
"La mia felicità…aumenterebbe, secondo te, se non facessimo
l'amore?"
"Hn…"
Un passo, sarebbe bastato un passo, al moro, per varcare la soglia
dell'astronave…per addentrarsi verso la camera del rossino, e lì…annullare
la distanza fra due pianeti…
"Avanti…vieni…"
Un'incantevole tentazione…Hanamichi si era voltato verso di lui, completamente…ma
con un fluido procedere all'indietro era sprofondato nelle tenebre,
che l'avevano rubato allo sguardo di zaffiro…un ansito, e Rukawa si
ritrovò a seguirlo, il polo di una calamita attratto da uno
di segno opposto…in uno spietato gioco di ombre e illusioni, i due
corpi si mossero nel silenzio privo di vita della nave, interrompendolo
coi loro respiri veloci…come spettri di una realtà passata,
si riflettevano opachi sulle pareti di metallo, specchi privi di calore
che tentavano di trovare un motivo, per la loro esistenza, rubando
un attimo di realtà, a quelle fiamme…
Dita allungate, a ghermire l'aria…frustrato, Rukawa gemette, mentre
l'altro sfuggiva ancora alla sua presa…la sua voce riecheggiò
dolente, nell'immobilità senza tempo vibrò per un attimo,
prima di esser cancellata dal sibilo di una porta che s'apriva…una
luce rossastra, usata per non ferire gli occhi, avvolse Hanamichi,
che inarcò indietro la schiena, allargando le braccia…un muto,
irresistibile invito…
Rukawa si immerse in quella luce passionale, senza badarvi realmente…sapeva
solo, che rendeva i suoi capelli ancora più rossi, sgargianti
come rose sanguigne intrecciate di veli d'oro…
"Kaede…rendimi felice"
Una preghiera, una supplica, per cancellare la solitudine di un'esistenza
protrattasi nel nulla…non lo avrebbe deluso…non lo avrebbe perso,
mai.
"Hn…"
La gola troppo secca per parlare, sembrava foderata di sabbia…il moro
lo spinse indietro, senza toccarlo, fino a un grosso giaciglio circolare,
color crema…Hanamichi vi si lasciò cadere, a peso morto, permettendo
alle proprie ciocche di spiegarsi come volessero, sul materiale morbido…
Rukawa fu subito sopra di lui, affondando leggermente assieme a lui,
sprofondando verso un vortice passionale che non potevano sconfiggere,
lo sapevano entrambi…e grazie a questa consapevolezza, non avevano
fretta, permettendosi di abusare del tempo, loro prezioso alleato…quei
momenti, sarebbero potuti durare per sempre…
Conscia di ciò, la mano del terrestre si posò su una
sua tempia, scendendo a blandirgli i contorni del viso…Hanamichi rabbrividì,
mordendosi le labbra…
"Cosa c'è?"
Rukawa allungò il volto, soffiando piano sulla pelle appena
toccata, dalla sua mano…due occhi profondi cercarono i suoi, due pozzi
velati da una dolce bramosia….
"…è così tanto, che qualcuno non mi sfiora…anche
se potevamo solo flirtare…mi mancava, il tocco di una mano, sul mio
viso"
"Hn"
Dovette fare uno sforzo incredibile, per soffocare la gelosia che
gli era nata nel cuore, allo scoprire di non essere il primo, per
Hanamichi…sapeva che non era giusto, in fondo neppure quell'alieno
era il primo, per lui, eppure…era lo stesso geloso…
"Sei geloso, vero?"
Rukawa spalancò gli occhi, sussultando…il ricordo dei suoi
poteri psichici, le facoltà con cui aveva governato quella
nave…li aveva usati?
"Stupido volpino…ti si legge in faccia, che sei geloso!"
Con soddisfazione, Hanamichi sfregò la punta del naso contro
quella dell'altro, ridacchiando soddisfatto, prima di passargli le
braccia attorno al collo, e tirarlo al proprio viso…
"…non ti preoccupare…sono passati così tanti anni, che
non mi ricordo più neppure il suo volto.
"Hn"
commentò solo il moro, leccandogli le labbra, che si piegarono
in un sorriso…
"Significa che non era vero amore, no?"
concluse Hanamichi, sistemandosi sul giaciglio…avere Rukawa su di
sé, per sé, e presto in sé…lo esaltava. Lo faceva
impazzire.
"Io non mi dimenticherò mai di te"
"Nemmeno io, Kaede"
Che quindi il loro amore fosse vero, era sottinteso…e il moro lo sapeva.
Non v'era più ragione, di indugiare…con un movimento secco,
gli afferrò i lembi della maglia, e li sollevò oltre
la sua testa, lasciandolo a torso nudo…il magnifico petto del rossino
si presentò ai suoi occhi, una distesa perfetta di pelle liscia,
abbronzata, vellutata…solo due piccoli capezzoli turgidi, si innalzavano,
su essa…le costole sotto la pelle segnavano i contorni della cassa
toracica…un ombelico senza difetti catalizzava su di sé tutta
l'energia di quel corpo, spingendola poi verso il basso, oltre l'orlo
dei pantaloni, che racchiudevano un inguine eccitato…
La mano di Rukawa si spostò dal suo volto, mentre i loro occhi
rimanevano incollati…lenta come il cadere di una piuma, scese lungo
un lato del suo corpo, senza sfiorare nulla, del torace che ansimava
a poca distanza…un grido minuto, come un piccolo abbaio, sfuggì
alle labbra del rossino, quando le dita fresche si posarono sulla
curva del suo fianco, sull'anca…
Hanamichi non ricordava, quelle sensazioni…il suo corpo, non aveva
mai fremuto così, al tocco di un estraneo…lo sentiva ardere,
rabbrividire, incendiarsi ogni volta che la mano di Rukawa si spostava
su di lui…chiuse gli occhi, sfuggendo a quello sguardo blu che lo
osservava rapito, mentre le dita bianche si spostavano sulla linea
del suo inguine, passando prima sulla pelle e poi sulla stoffa dei
pantaloni, fino al suo sesso eretto…fu solo un tocco lieve, che però
provocò un altro urlo, e un inarcarsi incontrollato, della
sua schiena…scosse elettriche gli sbriciolavano la volontà,
mentre le carezze lo modellavano secondo i designi della passione…
A malapena se ne accorse, quando Rukawa scese dal giaciglio…protestando
piano, riaprì le palpebre, chiedendogli silenziosamente il
perché…
L'altro non gli fece attendere la risposta…come aveva fatto con lui
poco prima, le sue dita si afferrarono i bordi della maglia, facendola
volare via, oltre la sua testa, in un angolo della stanza…lentamente,
Rukawa se le portò alla bocca, leccandone un polpastrello…Hanamichi
seguì quell'estremità con sguardo vorace, mentre si
poggiava alla base del collo del moro, e scivolava lentamente sul
suo sterno, nel solco fra i muscoli pettorali e poi giù, una
luccicante scia a scavalcare con un salto l'ombelico, per arrivare
in fretta all'elastico dei pantaloni…le due mani afferrarono assieme,
quel bordo, e con grazia lo fecero scendere lungo le gambe tornite,
ad afflosciarsi attorno alle caviglie…con un passo, il moro se ne
allontanò, abbassandosi per liberarsi dei calzini, rimanendo
in boxer…
"Vuoi togliermeli tu?"
sussurrò, leccandosi sensualmente le labbra…
Hanamichi scosse la testa, deglutendo…non sarebbe riuscito ad alzarsi,
non avrebbe potuto spogliarlo…avrebbe semplicemente distrutto quel
tessuto e si sarebbe impalato sul membro duro che vedeva lì
racchiuso, a sua tortura…
"Hn"
Finalmente, l'appagamento, per gli occhi del rossino, giunse…anche
i boxer furono gettati a terra, lasciando che l'erezione di Rukawa
svettasse libera, nell'aria improvvisamente bollente…il ragazzo vedeva
gli occhi dell'altro, brucianti di desiderio, fissi sul suo sesso…e
il solo sapere che Hanamichi lo stava guardando, in quel modo, contribuiva
a renderlo sempre più eccitato, sempre più voglioso
di quell'incontro sessuale…lo voleva, stava per scoppiare, aveva un
bisogno disperato, di affondare in lui…
"Spoglia anche me…come hai fatto prima…"
Meccanicamente, Rukawa si mosse, per tornare su di lui…si mise gattoni,
sul suo corpo abbandonato, guardandolo come una volpe affamata con
la propria preda…il rossino deglutì e il moro seguì
interessato il viaggio di quella saliva che scompariva, dentro di
lui, come lui stesso avrebbe presto fatto…abbassò il volto
e baciò la base del suo collo, lasciandovi una minima polla
di saliva, in cui intinse la punta della lingua…il moro si scostò
i capelli dagli occhi, perché i loro sguardi si potessero incontrare,
e iniziò a scendere, senza staccare la lingua dalla sua pelle,
lasciandovi la stessa traccia umida che aveva impresso su di sé…
Sotto di lui, Hanamichi inarcò il proprio corpo bollente, offrendolo
a quel tocco irresistibile…gli occhi blu lo tenevano legato lì,
immobilizzato alla loro mercé, avrebbe voluto scuotersi, e
iniziare a gemere senza controllo, ma non poteva…non gli era concesso,
doveva solo guardare quelle labbra che ormai…
…gridò, senza poter trattenere due lacrime, appena la bocca
di Rukawa si chiuse sul suo membro, ancora fasciato da pantaloni.
"Kaede!!!"
"Sssshhh…ti piacerà"
Hanamichi non aveva dubbi, di ciò…il mondo attorno a lui non
esisteva più, il suo stesso corpo sembrava essersi dissolto,
solo una parte esisteva ancora…quell'inguine bruciante, che avvertiva
la bocca dell'altro massaggiarlo, seviziandolo attraverso le suzioni
attutite dal tessuto…
"Kaede toglili!!!"
Il suo tono, doveva esser risuonato disperato, al moro, perché
in pochi attimi si ritrovò nudo, col volpino steso fra le gambe,
che lo leccava come si faceva con un dolce del suo mondo…la vista
si annacquò, mentre lacrime iniziavano a scendere lungo il
suo viso, infrangendosi sul cuscino…
…bello, troppo bello, per poter rimanere impassibili…non avvertì
neppure le dita dell'altro, che erano entrate in lui, per prepararlo…solo
il calore umido della sua bocca, il tocco ustionante della sua lingua,
i morbidi morsi dei suoi denti…qualcosa dentro di lui iniziò
a salire, a perdersi nel cielo, la mente cominciava a volare alta…il
suo animo non rispondeva più a nulla, si librava leggero mentre
si muoveva, per affondare nella sua gola, per impalarsi su quelle
dita che lo stavano aprendo sempre più…si sentiva gemere, la
sua voce rimbalzava contro le pareti, la avvertiva lontana, ovattata,
come se lui non fosse più lì…
…calore, lava, rosso…piacere, libidine, sudore e gemiti, urla…con
un ultimo grido violento, Hanamichi si riversò nella sua bocca,
liberandosi dal proprio seme con uno schizzo travolgente.
Rukawa continuò a succhiare, anche dopo averlo sentito venire…lo
aveva invaso con vigore, riempiendogli la gola di sperma…di un ottimo
sapore, se ne rese conto, goloso…lo ripulì con calma, attento
a sfiorarlo lungo tutta la lunghezza della sua asta, per risvegliare
di nuovo la sua eccitazione…lo voleva, le dita affondate nel suo corpo
ormai non gli bastavano più, a comunicargli quanto fosse caldo,
quel rossino abbandonato sulle lenzuola…aveva bisogno di prenderlo…
Lo guardò…stremato, un braccio sugli occhi e la bocca spalancata,
a rincorrere l'aria della stanza, perché lo calmasse…spossato
dall'orgasmo appena provato, riusciva a malapena a sbirciarlo, oltre
l'ombra del suo braccio…e se il suo corpo era sazio, la luce demoniaca,
in quegli occhi, gli svelava che l'animo non ne aveva ancora avuto
piena soddisfazione, che…mancava ancora qualcosa, la cosa più
importante, per loro due…
Senza aspettare una sua richiesta, Hanamichi si fece forza, e allargò
di più le gambe, sollevando le ginocchia…un invito, privo di
parole…doveva solo renderli un essere solo, oltre le barriere dello
spazio e del tempo…quello era il loro destino, il motivo della loro
esistenza…
Smanioso, Rukawa si posizionò contro di lui, togliendo le dita…poggiò
la punta del sesso congestionato contro la sua apertura, e attese…un
sorriso, e un cenno del capo.
Hanamichi urlò, sentendolo entrare in sé, un centimetro
per volta, lentamente finché…il membro del moro non fu completamente
dentro di lui.
E allora accadde.
Rukawa spalancò gli occhi: non era più nella stanza,
non era più dentro Hanamichi.
Fluttuava, come nello spazio aperto, in mezzo a bolle grandi come
arance, dal guscio sottile, fragile…galleggiava in un ambiente armonioso,
morbido, fra il rosa e un dolce arancio sfumato, verso un soffice
bianco avorio…stava bene, avvolto in un tepore mai conosciuto prima,
qualcosa di…indescrivibile. Meraviglioso…quasi irreale.
Poi lo vide.
Hanamichi galleggiava poco lontano da lui, si stavano avvicinando,
uno incontro all'altro, raggiungendosi. Sul viso, recava tracce leggere
di un dolore non troppo forte, eppure ancora presente, seppur in via
di svanire…negli occhi, lucide lacrime stavano scomparendo, lasciando
posto a una luce profonda, più intensa…
Lo spazio fra loro si rimpicciolì sempre più, il volto
del rossino si fece sempre più rilassato, ma anche impaziente…Rukawa
allungò le braccia, per abbracciarlo…di riflesso, Hanamichi
inarcò il petto, per lasciarsi avvinghiare…muovendosi in quel
nulla meraviglioso, il moro si posizionò fra le sue gambe,
di nuovo…e ancora l'altro le allacciò alla sua vita, accompagnandolo
a sé…
Sapendo per istinto cosa fare, quasi avendolo impresso nel proprio
DNA, Rukawa si spinse dentro di lui, una spinta violenta che lo portò
a possederlo, con un unico movimento…Hanamichi spalancò gli
occhi, e urlò, un grido senza suono…il suo viso si deformò,
di piacere…tutto attorno a loro si fece più intenso, il rosa
divenne rosso e l'arancio oro, il bianco si tramutò in luce
accecante…ogni bolla esplose e i frantumi, luccicanti come diamanti,
piovvero attorno a loro, posandosi sulla loro pelle, mischiandosi
alle gocce di sudore che scendevano, intarsiandosi con le curve dei
loro corpi…
Hanamichi godeva, Rukawa lo vedeva, anche senza sentirlo…non gli aveva
fatto male, con quella penetrazione violenta…anzi, anche quelle spinte
feroci, con cui continuava a farlo suo, lo stavano devastando, di
appagamento…senza più controllo, si spingeva contro di lui,
con la necessità di chi ha, di fronte a sé, il motivo
della propria vita…
Desiderio…non solo di godimento, ma di fusione…era a questo che Rukawa
aspirava, fondersi in un solo essere, con lui…svanire dentro Hanamichi,
e far amalgamare il rossino in sé, con sé…quel rapporto
sessuale, era solo un mezzo, per renderli…
…unici…
Lo sentirono assieme…il cambiamento travolse entrambi, contemporaneamente…i
loro sguardi si rincorsero, si trovarono…non spaventati, ma turbati…ciò
che erano, due…non era più…
…si stavano fondendo…ogni spinta di Rukawa…serviva solo a mischiarli
di più, a far aggregare…le loro anime.
Perché ormai avevano entrambi capito…quelle, erano le loro
anime…i loro spiriti, si erano incontrati e, seguendo il volere del
cuore di entrambi…si stavano unendo…realmente.
Non più mani, non più volti…il moro si tese a baciarlo,
e il suo viso si mischiò a quello di Hanamichi…la rappresentazione
dei loro corpi, in quel luogo, non esisteva più…erano solo
una sfera di luce, multicolore, che ruotava vorticosamente su se stessa,
assaggiando contemporaneamente il piacere assoluto, frutto dell'unione
dei due modi di godere…
…e dei ricordi…Hanamichi vedeva quelli di Rukawa…
...i suoi primi passi e l'arrivo al liceo, i campetti da basket in
cui aveva giocato…la laurea, e la partenza per Marte…la tempesta,
che l'aveva condotto a lui, e lo stupore, quando l'aveva visto, oltre
la barriera azzurra…i suoi pensieri di possesso, il volerlo usare
come cavia, come mezzo per conquistare fama e gloria…i dubbi, sopraggiunti
in seguito al loro conoscersi meglio…il mutamento di quei propositi,
un assoluto desiderio di…renderlo felice…l'odio, per se stesso, e
la preoccupazione, per lui, quando non era potuto andare a trovarlo…la
corsa che aveva fatto, in mezzo alla tempesta delle sue emozioni,
per raggiungerlo, quella stessa sera…l'amore che nasceva, la passione
che divampava, la necessità di cancellare la sofferenza, che
aveva visto, in lui…la felicità, quando gli aveva detto di
sì…mista a paura, che si tirasse indietro…quello spogliarello
improvvisato, fatto solo per calmarlo…e l'amore, totale e disinteressato,
mentre lo penetrava…mentre lo vedeva godere…
…e dei ricordi…Rukawa vedeva quelli di Hanamichi…
…il suo pianeta, in un tempo lontano…l'esercizio delle capacità
psichiche, e la scelta di pilotare quella nave…la morte dei compagni,
il sangue che si mischiava ai suoi capelli, l'odio per essi…i funerali,
in solitudine…lo schianto su quel pianeta…il panico, la disperazione,
la tentazione e la paura della morte…la forza del desiderio di vivere,
di rivedere un volto umano…il sonno glaciale, lunghi frammenti di
buio…il risvegliarsi, ogni tanto, con l'ansia sovrana, su ogni cosa…l'accorrere
ai pc, a controllare se fossero arrivati messaggi, segni di una qualche
ricerca…di qualcuno che stesse pensando a loro, a lui…le lacrime,
per il nulla…il ritorno al freddo, il ripetersi di quel ciclo fin
all'arrivo di strane immagini…l'idea dell'eternità, passata
ad ammirarle…una vita frustrata, solo di felicità riflessa…il
suo arrivo, la paura e la curiosità…l'antico istinto di scienziato,
gli esperimenti cui avrebbe potuto sottoporlo…la trasformazione dei
sentimenti, la totale dipendenza da lui…la necessità di vederlo,
l'asfissia, senza di lui…la pena, quando non l'aveva visto arrivare…la
trasformazione in gioia, quando se l'era trovato davanti, la sera,
preoccupato solo di andare da lui, a spiegarsi…l'amore, in cui tutto
era confluito…la necessità, di unirsi a lui…
E la sfera esplose, nell'attimo cui raggiunsero l'orgasmo, assieme…
…Rukawa crollò su di lui, ansimando. Il sudore gli colava lungo
il viso, infiltrandosi negli occhi socchiusi. La pelle rabbrividiva,
raffreddata da quel velo salato…la testa gli girava, annebbiata dalle
sensazioni, che ancora lo attraversavano.
Solo due certezze, gli impedivano di lasciarsi andare al sonno…il
petto che si alzava frenetico, sotto di lui, e il corpo caldo che
ancora lo racchiudeva…
Il volpino rialzò il capo, obbligandosi a cercare i suoi occhi…oltre
le palpebre socchiuse, vedeva le sue iridi scintillare, colme di calore…sulle
labbra, imploranti aria, un sorriso leggero si era impresso,
rivolto a lui…
"S-Stai bene?"
Hanamichi annuì, trattenendolo a sé, appena lo sentì
muovere, per uscire da lui…
"Rimani…"
"Hana…"
Rukawa si morse le labbra, per soddisfarlo…anche a lui dispiaceva,
lasciare quel corpo…non voleva dividersi da lui…s'aggrappò
ai suoi polsi, per sopportare, e appoggiò la fronte sul torace
che si stava calmando…
"…era per questo, che l'amore fra uomini…era tabù"
"L'unione di un uomo con un maschio della vostra specie…"
"…porta alla condivisione totale di anima, sentimenti e pensieri…non
mi stupisce, che l'abbiano vietato"
commentò sarcastico il rossino, accarezzandogli i capelli,
e giocando con quella folla di fili neri…
"Hn…secondo te…cos'è quel luogo, dove…"
"…non lo so…"
ammise l'altro, mordicchiandogli le dita…
"…e non riesco a spiegare nemmeno la distanza fra noi…"
"Ci penseremo…abbiamo tutto il tempo, per trovare la soluzione…scusami"
Rukawa alzò il viso, e lo baciò teneramente…una mano
scese ad accarezzargli il fianco, mentre lo liberava da sé,
scivolando fuori con attenzione…senza comunque poter sopprimere un
gemito di profondo dispiacere, nel rossino…
"Kaede…"
"Hn?"
Il moro si stese su un fianco, attirandolo a sé…l'alieno
non fece resistenza, e si accoccolò contro di lui, la testa
poggiata al suo petto…una mano bianca si allungò lungo la sua
schiena, mentre l'altra si prodigava in carezze, sul suo fianco…
"…sono contento che tu l'abbia infranto con me…"
Con un sospiro, Rukawa si sistemò accanto a lui, viso contro
viso…due paia d'occhi si fissavano, incerti…non poteva riposare, con
quel tarlo nella mente…
"Non sei arrabbiato?"
chiese, scostandogli una ciocca dagli occhi…
"E per cosa?"
si stupì l'altro, cercandogli le labbra, per farsi baciare…
"Per i miei pensieri su di te…il desiderio di…"
"Usarmi come cavia, per fare carriera? No, non sono arrabbiato…"
Hanamichi fece spallucce, catturandogli ancora la bocca…
"…è il primo pensiero, per uno scienziato. Anch'io, ho
pensato la stessa cosa…studiarti…credo sia naturale, o non saremmo
qui. E poi…"
concluse, succhiandogli la pelle del collo…
"…ho visto l'evoluzione nella tua mente, solo all'inizio ero
una scoperta scientifica, poi…c'è stato solo amore. E per me,
è stato lo stesso…ti amo, Kaede"
"Più ti conoscevo, meno volevo parlare al mondo di te…gelosia
pura…e anch'io ti amo…"
Rukawa gli sollevò il viso, cercandogli a tentoni la bocca,
con gli occhi ostinatamente chiusi…non lo voleva guardare, rovinare
tutto con l'effimera sensazione di un senso solo…desiderava la completezza,
attraverso gli altri sensi, agli occhi bastava il ricordo…
Col gusto goloso, assaggiava il sapore meraviglioso della sua innocenza…col
tatto appassionato, sentiva la liscia perfezione del suo corpo…con
l'olfatto voglioso, si inebriava dei profumi della sua pelle…e con
l'udito attento, non si lasciava sfuggire uno, degli ansiti che le
sue mani facevano nascere…
Eppure…aveva ancora paura…
"Davvero non ti sei arrabbiato?"
mormorò, staccandosi tristemente, da lui…non avrebbe mai, mai
sopportato, se Hanamichi avesse provato del rancore, nei suoi confronti…
"Stupido volpino! Adesso ti faccio vedere io!"
Prima che il terrestre potesse impedirglielo, Hanamichi sgattaiolò
lungo il suo corpo, senza staccare le labbra dalla sua pelle…percorse
velocemente il petto e il ventre, fino ad arrivare all'inguine, al
suo sesso…Rukawa gridò, appena la sua virilità fu circondata
dalla bocca dell'altro…dalla sua lingua, dalla forza con cui lo succhiava…dalla
dolcezza con cui giocava coi suoi testicoli, per eccitarlo al massimo…iniziò
a muoversi, nella sua bocca, penetrandolo come aveva fatto poco prima…di
nuovo calore, ancora luce…ma in modo diverso, meno bello…era solo,
a godere…
"H-Hana…t-tu…"
"Ssshhh…"
Hanamichi lo spinse indietro, facendolo distendere sul letto…il moro
strabuzzò gli occhi, appena la sua bocca si allontanò
da lui, lasciandolo alla fredda esposizione dell'aria…
"Kaede…vieni di nuovo, a conoscere i miei sentimenti…"
Quel gelo durò poco…Hanamichi lo accolse di nuovo in sé,
impalandosi con un solo movimento, sul sesso eretto…
E di nuovo, quell'ambiente incredibile…Rukawa non ebbe bisogno di
cercarlo, era molto vicino, al contrario della prima volta…così
vicino che gli bastò allungare una mano, per attirare a sé
quel fisico sorridente…il rituale si ripeté, i loro corpi si
mossero in armonia, in un luogo dove non esistevano più il
sopra, né il sotto…l'anima del volpino penetrò quella
dell'altro, in un colpo solo, imponendosi di guardarla esultare per
il piacere, prima di perdersi nel fuoco della passione…una seconda
volta, tutto si trasformò, le sensazioni si mutarono in certezze
intense, irrefrenabili…
Il godimento aumentò vertiginosamente, quando i due spiriti
iniziarono a fondersi, cancellandosi l'uno nell'altro, entrambi nell'appagamento
che il loro modo d'amarsi recava…le spinte dei loro corpi, si riflettevano
nelle loro anime, amalgamandole sempre più a fondo, portandole
a sprofondare in luoghi luminosissimi, nello spirito dell'altro, l'abbraccio
in cui erano avvolti…
…prima di raggiungere il piacere totale, Rukawa vide tutto, di Hanamichi…si
donò completamente a lui, ricevendolo in sé…e infine
vennero, esplodendo di nuovo nella felicità d'essere, unici
nell'universo, realmente un essere solo.
…baciandogli gli occhi, il volpino si allontanò lentamente
dal suo corpo, sorridendo tuttavia al suo tentativo, di tenerlo in
sé…così tenero, così caldo…non riusciva a dare
misura, ai sentimenti che provava per lui…e fortunatamente non ne
aveva bisogno, bastava che lo amasse perché…l'altro sapesse,
tutto.
"Ti amo"
gli ricordò, prima di accompagnarlo nel sonno.
Rukawa ansimò, scalando la parete rocciosa, che l'avrebbe
portato da Hanamichi…mentre la sabbia cedeva, sotto i suoi piedi,
ugualmente sentiva franare tutte le sue certezze…scosse forte la testa,
ricacciando indietro una lacrima, che s'era formata all'angolo di
un occhio…non doveva farsi vedere triste, si sarebbe preoccupato troppo,
prima che potesse spiegargli…doveva essere tutto perfetto, quel ragazzo
aveva già sofferto abbastanza, non poteva…procurargli altro
dolore…avrebbe trovato il modo, sarebbero rimasti assieme per sempre…non
avrebbe permesso, alla sua patria, di portarlo via da lui…
Doveva solo capire, come presentarglielo nella maniera giusta…mentre
facevano l'amore, sperava di poter controllare la visuale dei suoi
pensieri, perché li vedesse dal lato migliore…quel che era
successo, non poteva permettere che lo assorbisse di colpo, senza
una preparazione…non poteva accettare di sentire la sua afflizione,
ancora…
Una fitta gli tagliò il cuore…era convinto che avrebbero avuto
tutto il tempo necessario, per conoscersi al meglio, per sviluppare
il loro rapporto…invece, tutto rischiava di finire, cancellato dal
suo mondo, che aveva deciso per lui…
Si appoggiò a una roccia, incapace di continuare a salire.
Non poteva dirglielo…non poteva spezzargli il cuore, in quel modo…non
sarebbe mai dovuto accadere…come poteva salvarlo, dal baratro della
disperazione?
Per quello, Hanamichi…avrebbe potuto decidere di gettarsi, oltre la
barriera azzurra? L'amava così tanto, da preferire la morte,
alla separazione, da lui?
"…sì"
Rukawa si staccò, riprendendo a salire…il buio della grotta
non tardò molto, ad abbracciarlo…un'oscurità intarsiata,
più avanti, d'azzurro…sarebbe morto, senza di lui, ne era certo…
…perché lui stesso, si sarebbe lasciato morire, piuttosto che…non
vederlo mai più.
Amava troppo Hanamichi, per poter vivere senza di lui…
"Kaede?! Non ti aspettavo così presto! Sai, dopo un po'
d'esperienza, ho capito cos'è quello spazio, quando facciamo
l'amore! È il tempo che ci impiega il mio corpo a smettere
di provare dolore…la prima volta, eravamo lontani perché…bè,
lo sai…mentre adesso che sono abituato, siamo subito abbracciati!
E la spinta con cui la tua anima prende la mia, non devi preoccuparti,
perché equivale al primo di movimento di piacere, del tuo corpo
nel mio!"
Oltre la barriera sottile, con un rapido passo…il moro sentì
lontana, la sua voce, ovattata dalla tuta d'astronauta…non si diede
pena si ascoltarla, non ne aveva tempo…doveva solo liberarsi da quell'ingombro,
essere libero…
Svelti movimenti, per slacciare le cinghie…mani aliene sull'esterno,
ad aiutarlo…tonfi nella polvere rossa, nuvolette di pulviscolo nell'aria…
"Ho bisogno di fare l'amore con te"
gli confessò Rukawa, impazientemente, afferrandolo per la vita
e stringendoselo contro…le sue mani scesero leste ai suoi glutei,
che iniziarono a massaggiare…l'erezione gli pulsava fra le gambe,
il suo bacino si strusciava, autonomamente, contro quello dell'altro…
Hanamichi era imbarazzato, lo vedeva…rosso come i suoi capelli, subiva
senza far nulla quell'assalto, teso ad eccitarlo, a scaldarlo…il moro
si appropriò della sua gola, coprendola di morsi al limite
del dolore, succhiando violentemente i punti arrossati, dove i suoi
denti avevano lasciato il loro marchio…lo voleva, lo desiderava, aveva
bisogno di entrare dentro di lui…sfogarsi, nel possederlo, fargli
conoscere la sua disperazione, aggrapparsi a lui perché trovasse
una soluzione…aveva bisogno che lui gli dicesse cosa fare, era lui
l'alieno dotato di tecnologia superiore…doveva poter fare qualcosa…
"K-Kaede…qui?"
Hanamichi lo prese per il volto, e iniziò a succhiargli le
labbra…sentiva la sua impazienza, il bisogno impellente di unirsi
a lui, di…aprirgli il proprio animo, condividerlo…urgenza, necessità…dolore…il
rossino si ritrovò contro la parete, schiacciato da mani che
intanto lo spogliavano, quasi strappandogli le vesti…i suoi pantaloni
frustarono l'aria, mentre cadevano a terra…e sussultò, appena
due dita si fecero largo dentro di lui, preparandolo…
"P-Perché?"
gli chiese, una spiegazione per quell'aggressività…strappando
via le labbra dalla morsa di quelle dell'altro…
"…ho bisogno di te…di fartelo sentire…non a parole"
I suoi occhi, non mentivano…il rossino si obbligò,
a rilassarsi, e lasciò che quelle dita si facessero largo in
lui…
"Hana…"
"Vieni"
Rukawa tolse le dita, con premura…gli afferrò una gamba, e
se la portò attorno alla vita, penetrandolo con un unico, devastante
affondo…Hanamichi urlò, mentre due lacrime gli bagnavano le
guance, subito cancellate dalla bocca vorace dell'altro, lesta a cancellare
quei rivoli, prima che tutto si tramutasse nel mondo perfetto, che
ben avevano imparato a conoscere…
Sprofondarono, allacciati, non c'era distanza fra loro…il moro scivolò
con più attenzione, nel corpo dell'altro, senza essere brusco,
come era stato prima…la disperazione, l'aveva portato a prenderlo
così, non avrebbe voluto…
…l'aveva fatto soffrire…
Hanamichi girò lentamente il volto, inarcandolo…anche se non
c'erano suoni, Rukawa poteva immaginare i suoi gemiti, quasi disperati…stava
godendo…
…ma, di nuovo, avrebbe sofferto, se avesse visto i suoi pensieri,
se li avesse condivisi con lui…
Gli occhi castani, velati, si spostarono a cercare i suoi, una domanda
non pronunciata, ma facile da capire…
Perché non siamo ancora una sola anima?
Questo, gli stava chiedendo Hanamichi…un perché, alla distanza
fra loro…
I suoi occhi si incupirono, mentre una ciocca rossa scendeva, a tentare
di nasconderli…Rukawa si stava ancora spingendo in lui, il rossino
godeva, eppure…piangeva, mentre il piacere si sollevava, inarrestabile
come uno tsunami…
…era Rukawa, era a causa sua se non si erano ancora amalgamati…
…era Rukawa, che non voleva che accadesse, che non voleva condividere
con lui la totale felicità…
…era Rukawa, che lo stava scopando senza dargli la parte più
importante, di sé…
…nonostante proprio lui, l'avesse implorato di concederglisi, per
condividere ciò che aveva dentro.
Hanamichi girò il volto, nascondendolo al suo sguardo…lo odiava,
detestava quel piacere maledetto che gli squarciava le poche difese,
che gli erano rimaste…godeva, anche se non voleva…continuava ad appagarsi
i sensi, del corpo del moro in lui…il suo corpo, gli trasmetteva quelle
magnifiche sensazioni, contro la sua volontà…erano momenti
deliziosi solo per il suo fisico…
…non era giusto, che Rukawa gli negasse l'anima…
Senza neppure accorgersene, il suo pianto si intensificò…diverso
da quello per i suoi compagni, lontano migliaia di anni luce da quello
per se stesso…quelle lacrime, rappresentavano la fine, di loro due…la
distruzione del sogno d'amore, che era sbocciato solo pochi giorni
prima…
Due labbra premurose raccolsero quelle stille colme di sofferenza…i
loro sguardi si incontrarono, furono costretti a farlo…e il rossino
vide la propria sofferenza, riflessa nelle iridi lucide del volpino…e
unita a quella, una profondissima paura, quasi traboccante…e una domanda,
una preghiera…di aver fiducia, in lui…
Il rossino non ebbe il tempo di rispondere, perché un'ultima
spinta lo fece venire, mentre Rukawa si riversava disperatamente in
lui…
………
"Sei un bastardo! Ti odio! Ti odio!"
Rukawa si lasciò colpire, non si spostò dalla traiettoria
del suo pugno, né fece un tentativo per schivarlo…il destro
dell'alieno lo colpì in pieno viso, facendolo barcollare…non
credeva avesse tanta forza, in sé…
'O forse è solo rabbia…'
Il moro lo guardò caricare un altro colpo, e avventarsi su
di lui…chiuse gli occhi e attese immobile, deciso a lasciarlo sfogare…aveva
ragione, aveva tutte le ragioni del mondo, di volerlo riempire di
botte…come poterlo biasimare? Il pugno arrivò puntuale, devastante…il
sangue gli riempì la cavità orale, la pelle dell'interno
della sua guancia si lacerò, con dolore…scintille sfavillanti
gli annebbiarono la vista, mentre un calcio gli sfondava lo stomaco…col
fiato corto, Rukawa s'accasciò a terra, sputando tutto il sangue
che aveva in bocca, ansimando…
…quanto sarebbe durato, ancora? Quanta collera aveva in corpo, da
sfogare su di lui?
'…tanta'
comprese, mentre lo vedeva prepararsi a colpire, nuovamente…
Ma la sua mano non lo sfiorò…solo il rumore dei suoi passi
ovattati, lo raggiunse…il terrestre socchiuse gli occhi, sbirciandolo…preoccupato,
da quel cambiamento repentino…
"Vattene"
Dopo essersi rivestito in fretta, Hanamichi raccattò tutti
i pezzi della sua tuta da astronauta, e glieli gettò addosso,
indicandogli la barriera con un gesto feroce della mano…oltre il dolore,
Rukawa lo vedeva trattenere a stento la sua ira, mordersi le labbra
per non saltargli addosso, e riempirlo ancora di botte…
"Hana…"
"No! Vattene! Non osare dire altro o giuro che ti ammazzo!"
e se ne andò, scomparendo oltre la scaletta e sigillandosi
la porta alle spalle, come la prima volta in cui s'erano visti…Rukawa
poté solo guardarlo sottrarsi, all'abbraccio della sua vista.
Divisi…per colpa sua, a causa dei suoi dubbi…aveva fatto soffrire
Hanamichi, non era riuscito a evitare di ferirlo…forse non era degno,
di amarlo, se non era in grado di proteggerlo…
Si girò, verso la barriera…avrebbe avuto la forza di tornare
nel mondo reale, senza dirgli nulla?
Deglutì…i colpi subiti gli dolevano, pulsando di calore continuo,
costante…il tempo lì era fermo, non sarebbero mai potuti guarire,
se vi rimaneva…
Sbirciò l'astronave, e sul metallo lucido il suo stesso, spettrale
riflesso…la sua pelle era bianca, intoccata…i lividi non avevano avuto
il tempo, per manifestarsi…
La barriera azzurra si ergeva alle sue spalle, tendendo la propria
luce, per abbracciarlo…Rukawa guardo prima quella, poi la tuta da
astronauta che giaceva abbandonata, nella polvere…l'ora segnata sul
display del micro pc, e infine la porta di metallo…
…non poteva andarsene…
Con un sospiro, si accasciò su una roccia…quella stessa roccia
dove l'aveva visto per la prima volta, si rese conto…le sue dita scesero
ad accarezzarne i contorni, a sentirne la forza immutabile…era stata
un punto di riferimento per il suo rossino, in tutti quegli anni…
"…vorrei poter prendere il tuo posto"
bisbigliò, a nessuno in particolare…aveva perso il diritto
di pregare, poteva solo aspettare, che l'altro gli concedesse un attimo
della sua eternità…
…un briciolo di quel tempo, per spiegargli il perché…
…per farsi perdonare, di non averlo trattato col riguardo che meritava…
…di inginocchiarsi, e implorare il suo perdono…
Sarebbe riuscito a convincerlo a farsi amare, una nuova volta? Null'altro
era necessario, per mostrargli tutto ciò che sentiva dentro…se
gli avesse permesso di amarlo, il loro rapporto avrebbe potuto considerarsi
salvo…
…ma con che faccia si sarebbe presentato a lui, chiedendogli di lasciarsi
amare? Dopo un simile tradimento, dove avrebbe racimolato, il coraggio
necessario per supplicare la possibilità, di espiare?
Si impedì, di vacillare. Non avrebbe ceduto…aveva combinato
quel guaio, quindi si sarebbe sforzato, di risistemare tutto. Toccava
a lui, impegnarsi.
Non era in grado, di affrontare il pensiero di una vita senza Hanamichi,
una volta conosciuta l'immensa sua bellezza…l'idea stessa lo respingeva,
tentando di soffocarlo…
Sbirciò la porta, che restava cocciutamente sigillata…forse
il rossino lo stava guardando…poteva sfruttare questo, per dimostrargli
quanto fosse pentito?
Forse, se fosse scoppiato a piangere…alla fine Hanamichi si sarebbe
impietosito, tornando da lui…potevano le sue lacrime giungere al suo
cuore?
Si morse le labbra…non era un suo comportamento, e l'altro lo sapeva.
Avrebbe capito subito, a cosa mirava…no, sarebbe rimasto se stesso,
perché era quello che Hanamichi amava.
Non avrebbe pianto, non si sarebbe messo a frignare, aspettando la
compassione altrui…non era il suo stile di vita, quello. Lui combatteva.
Si alzò, e salì fino alla cima della scaletta. Non bussò,
non voleva sembrare pressante…Hanamichi poteva prendersi tutto il
tempo di cui aveva bisogno, per ritrovare la serenità. Quando
ciò fosse successo, lui sarebbe stato lì ad aspettarlo.
………
"S-Sei ancora qui?"
Hanamichi se lo trovò davanti, immobile oltre il portellone
dell'astronave. Secondo gli strumenti, fuori erano passate più
di quattro ore, da quando avevano litigato…era certo che ormai il
terrestre se ne fosse tornato dai suoi compagni, o avrebbe controllato,
prima di uscire…da quanto era lì, in piedi?
"…hn"
Il rossino riacquistò un briciolo di imperturbabilità.
I segni delle sue lacrime erano certamente svaniti, era molto che
aveva smesso di piangere…Rukawa non avrebbe avuto la soddisfazione,
di venir a conoscenza di quanto profondamente l'avesse ferito…
"Perché?"
chiese, oltrepassandolo e andando ad accoccolarsi sulla sua roccia
preferita…notò un lampo evidente passare nei suoi occhi, mentre
si sedeva, ma decise di non indagare…si sarebbe interessato a lui
il minimo possibile…
"Per scusarmi con te"
Se si aspettava un minimo di reazione, da parte sua, Hanamichi si
impose di deluderlo…alzò semplicemente un sopracciglio, e gli
indicò il mucchio informe, che era la sua tuta spaziale:
"Non mi interessa. Prendi la tua roba e vattene. Per sempre"
Non gli importava, il rischio di veder svelata la sua esistenza, agli
altri, e di poter diventare sul serio una cavia…aveva già preso,
la sua decisione.
"No"
Rukawa si inginocchiò di fronte a lui, le gambe che affondavano
nella polvere rugginosa…nonostante il suo cuore fosse fermo, il rossino
poteva immagine di sentirlo battere, nel profondo del petto…lo amava,
non sarebbe bastato quello che gli aveva fatto, a distorcere la realtà…ma
non lo avrebbe perdonato. Aveva già sofferto abbastanza…non
aveva la forza, di correre il rischio di dover piangere ancora…
Non fece nulla, non si irrigidì neppure, quando il moro abbassò
il capo, e posò due baci sulle sue ginocchia, uno per parte…
"…perdonami…non credere che ciò che è successo,
sia dovuto a una mancanza d'amore, o rispetto…"
L'altro sbuffò, voltando il capo, per non permettergli di guardare
la sua anima, che tentava disperatamente d'affiorare, nei suoi occhi…
"Che rispetto si può avere, per un oggetto con cui ci
si diverte?"
Rukawa alzò la testa, di scatto…ma Hanamichi non gli diede
il tempo, di ribattere…quelle erano le sole risposte, che aveva trovato…lo
avrebbe anticipato, non gli avrebbe dato modo di lasciarlo, a lui
che diceva d'amarlo…lo avrebbe costretto ad andare via, a non tornare
più…
…e poi avrebbe spento il Generatore di Stasi…
"Dì un po', i giorni scorsi mi hai amato in modo diverso,
solo per convincermi a farmi scopare come e quando ti sarebbe stato
gradito? O quest'idea ti è venuta dopo, quando hai visto che
amandomi sul serio, non godevi abbastanza? O semplicemente non avevi
più voglia, di accogliere in te i miei pensieri?"
"Idiota!"
Rukawa gli tirò un pugno, il più forte che poté…sorpreso,
Hanamichi cadde all'indietro, sollevando una nube di polvere…il moro
gli fu sopra, bloccandolo a terra, e iniziò a tempestargli
la faccia di baci, di carezze…gli inchiodò i polsi sopra la
testa e lo tenne giù, premendolo col proprio peso…nonostante
i morsi che l'altro continuava a infliggere alle sue labbra, non si
staccò dalla sua bocca, rispondendo alla violenza con dolcezza,
alla rabbia con calma…le unghie che riusciva a piantargli nelle carni,
non erano che tocchi gentili…gli strattoni, con cui cercava di liberarsi,
lo facevano solo sospirare…il suo corpo sotto di lui, lo amava…non
perché fosse bello, non solo…
…ma perché era semplicemente Hanamichi.
Si staccò dal suo volto, e una goccia di sangue si librò,
cadendo dalle sue labbra fino a quelle dell'altro, ugualmente insozzate
di rosso…si passò la lingua sui tagli, e inghiottì,
lentamente…sebbene il rossino mantenesse sul volto un'espressione
dura, senza sensi di colpa, nei suoi occhi leggeva rimorso, per avergli
fatto del male…
…lo amava, lo amava ancora…
…Rukawa si abbassò, e gli posò un bacio sulla fronte…un
unico tocco leggero, prima di lasciargli libere le mani, e affidarsi
al suo abbraccio…
"Spostati"
gli comandò Hanamichi, senza stringerlo a sé…senza neppure
toccarlo, per spingerlo via.
"Lasciami spiegare…per favore"
Il terrestre accompagnò una ciocca dei capelli carmini al suo
posto, cercando il suo sguardo…l'unica porta, verso il suo cuore.
"Non c'è nulla da spiegare"
"Sì, invece. C'è la mia paura…"
L'altro sbuffò, scuotendo la testa e lacerando il contatto
fra i loro sguardi…tentando di soffocare il dolore che sentiva, sia
nell'animo che nel corpo, il moro poggiò la fronte contro la
sua tempia, accarezzandogli la pelle col respiro…
…sorrise, appena avvertì la sua cute incresparsi impercettibilmente…
"…il mio terrore, di farti soffrire. Volevo mostrarti, il mio
animo…Hanamichi, è accaduto qualcosa, sul mio pianeta…e io
volevo spiegarti cosa, facendo l'amore…"
La sua voce tremò, nel pronunciare quelle parole…ma l'animo
al contrario, si rafforzò, sentendo il corpo sotto di lui farsi
più attento…
"…mi sono reso conto che dirtelo così, ti avrebbe spezzato
il cuore, non potevo…ma era troppo tardi, ero già dentro di
te…non c'era altro modo, per impedirti di…vedere"
Nessun rumore interruppe il silenzio inalterato di quel luogo, finché
il rossino non volse la testa, verso la sua:
"Cosa?"
domandò, tradendo una nota d'urgenza, che fece esultare internamente
l'altro…desiderava saperlo, le sue proclamazioni d'odio non erano
reali…la gioia di Rukawa comunque durò poco, giusto gli attimi
per capire che era il momento di dirglielo:
"Il Governo che ha sponsorizzato la nostra missione è
cambiato…quello nuovo, ha deciso che…è uno spreco di soldi…hanno
tagliato i fondi, non manderanno i pezzi necessari al completamento
della base…non potremo vivere qui a lungo, senza…"
"Vuoi dire che…"
Se fosse stato vero, sul serio…se non era una grossa bugia, per farsi
perdonare…
…non, non lo era…quei pozzi blu erano troppo limpidi…
Tutto cambiò, le labbra gli tremavano dalla paura…Hanamichi
si allontanò da lui, lo cacciò indietro…non era il suo
vero desiderio, prima era solo arrabbiato…non poteva, non doveva essere
vero…ora che rischiava realmente di perderlo, tutto il rancore che
aveva accumulato, gli pareva così stupido…
"Se il comandante Ayako non riuscirà a convincerli, dovremo
tornare a casa"
"Q-Quando?"
Era un sogno, solo un terribile incubo, come quelli che popolavano
i suoi sonni, dopo la morte dei suoi compagni…non poteva essere la
punizione, per aver desiderato di non vederlo più, quel pensiero
era nato in un momento di dolore…Rukawa non poteva lasciarlo, davvero…
"Fra tre giorni è prevista la prima finestra di lancio…l'unica,
probabilmente"
"K-Kaede…"
Lo chiamò per nome, l'unico modo che conosceva, per dimostragli
quanto avesse bisogno, di lui…
"Hana...mi dispiace…per tutto…"
Il moro chinò il capo, tendendosi per raggiungerlo…posò
la fronte contro la sua, molto lentamente, per dargli il tempo di
spostarsi, se ne avesse avuto il desiderio…il contatto avvenne, lieve,
fra i loro capelli…poi le loro pelli…le palpebre si spalancarono,
morbide…gli sguardi si fusero, rinnovando ciò che aveva rischiato
di morire…
"…io ti amo"
Un'unica lacrima sgorgò, portando via con sé tutte le
parole amare, che la voce del volpino, da sola, non bastava a cancellare…Hanamichi
gli gettò le braccia al collo, legandolo a sé:
"Amami…dammi la tua anima…dammi il tuo amore, il tuo dolore…"
Rukawa gli allacciò le braccia attorno alla vita, eliminando
quella perla salata:
"Hana…il mio cuore è spezzato…"
Ma l'altro scosse la testa, prima che potesse continuare:
"Voglio tutto di te…non sarebbe vero amore, se condividessimo
solo i momenti felice…riempimi, con la tua sofferenza"
Si incamminarono, senza aggiungere nulla con la voce, solo gli sguardi
parlavano…goffi, risalirono la scaletta, barcollando fino alla stanza
del rossino…Rukawa lo fece stendere sul letto, in silenzio, e iniziò
a spogliarlo, mentre Hanamichi faceva lo stesso, con lui…
Il moro ridusse i preliminari al minimo, solo l'indispensabile, per
non farlo patire, durante la penetrazione…l'atto che stavano compiendo,
non era votato al piacere, ma alla conoscenza…i fronzoli inutili,
avrebbero distratto entrambi da essa, ritardando la loro unione…e
né uno, né l'altro desideravano rimandare ancora…avevano
un dolore immenso, da condividere.
Rukawa tolse le dita, posando un bacio sulla punta del suo sesso eccitato,
prima di posizionarsi contro di lui, e di correre a occupargli la
bocca con un bacio…Hanamichi gli gettò le braccia al collo,
e si preparò ad accoglierlo, strofinando la propria apertura
contro il suo pene duro…i loro visi si divisero, appena il corpo del
terrestre iniziò ad aprire quello dell'alieno sotto di lui…gemiti,
sospiri…il volpino si concentrò sui suoi occhi, scacciando
ai limiti della sua mente il calore che iniziava ad avvolgerlo…
…più entrava in lui, più li vedeva farsi profondi, infiniti…due
buchi neri, dai quali era impossibile sfuggire…la sua pelle, resa
rossa dall'imbarazzo, e dal sentirlo avanzare in sé, sembrava
rifulgere, nella luce tenue della stanza…
…era quasi dentro, del tutto…ancora meno di un centimetro, e l'avrebbe
posseduto, completamente…sarebbe bastata una piccola spinta, per volare
in quella dimensione raggiungibile solo da loro, dove avveniva il
miracolo…un solo movimento e sarebbe scomparso, in lui…
"Ti amo"
bisbigliò, immobilizzandosi prima che accadesse…voleva che
lo sapesse come accadeva a un terrestre, che anche secondo ciò
che provavano sulla Terra, fosse consapevole che lo amava.
"Anch'io…"
gli rispose Hanamichi, sorridendo…una mano abbronzata si mosse, per
accarezzare una guancia vellutata…anche lui, era felice per quell'attimo
prolungato, prima dell'unione assoluta…
"…vieni"
lo pregò infine, scendendo lungo il suo corpo, fino ai suoi
fianchi, che invitò verso di sé…Rukawa si chinò
a sfiorargli le labbra, prima di completare la penetrazione.
L'anima di Hanamichi accolse la sua, il suo sorriso lo attrasse a
sé…due braccia forti si aggrapparono all'anima del moro, il
viso si nascose contro la base del suo collo, non prima di avergli
donato un bacio…il volpino ricambiò l'abbraccio, soffiandogli
sulla pelle delicata della sua nuca, e blandendogli la colonna vertebrale,
prima di affondare in lui…
Hanamichi spalancò gli occhi, mentre sentiva una mano dell'altro
correre a massaggiargli il membro…li vedeva, l'anima di Rukawa s'era
totalmente spalancata, per lui…
…quella ragazza coi riccioli, che comunicava loro la notizia…la sua
anima che vacillava, mentre le conseguenze, per loro, si presentavano
spavalde alla sua attenzione, una per volta…la sua fuga dalla nave,
per correre da lui…i suoi dubbi, le incertezze…la paura per la sua
reazione…il battito del suo cuore, che lui aveva quasi dimenticato…la felicità, che il solo vederlo
gli procurava…la disperazione che si sovrapponeva a essa, all'idea
di non vederlo mai più…la decisione di confessargli tutto,
attraverso il loro atto d'amore…il calore che provava, mentre lo penetrava,
il bisogno urgente di possederlo…il cambiamento, il panico, il terrore
di veder distrutta la sua felicità…la decisione di impedire
il fondersi delle loro anime…l'odio, che Rukawa provava per se stesso,
mentre vedeva lui, Hanamichi, disperarsi per essere penetrato solo
col corpo…il piacere superficiale, di un orgasmo colpevolmente raggiunto…la
morte del proprio essere, mentre lo vedeva scappare… e la rinascita
mentre attendeva e preparava la propria confessione, tentando di trovare
le parole giuste, per giungere al perdono…al suo amore…la speranza,
quando si erano incontrati…la rabbia disperata, con cui l'aveva colpito…il
sollievo, quando si era lasciato toccare, quando gli aveva permesso
di spiegargli …l'amore, che sgorgava più forte, mentre lo penetrava…la
felicità, e privilegio, di fondere l'anima con la sua…
Rukawa si sentì gemere, mentre i sentimenti di Hanamichi si
schiudevano, per lui…
…l'attesa, per l'incontro…la lieta sorpresa, quando l'aveva visto,
in anticipo…che si era tramutata in contentezza, dato che avrebbero
passato più tempo, assieme…la sua richiesta, d'unirsi a lui,
subito…lusingato, da quel desiderio impellente…ma anche spaventato,
dalla premura che lui aveva mostrato…la parete dietro di lui, contro
cui l'aveva sbattuto, così dura…come il sesso che l'aveva prepotentemente
aperto, senza gentilezza…le lacrime brucianti che non avevano avuto
il tempo di bagnargli la cute, la sua bocca le aveva subito risucchiate…la
gentilezza, che aveva sostituito quella furia…l'illusione, che da
quel momento tutto, sarebbe stato perfetto…la sua anima che si slanciava,
verso la sua, implorandola di unirsi…il muro contro cui si era scontrata,
una parete che le teneva separate…la consapevolezza, che era stato
quel ragazzo che diceva d'amarlo, a volerlo lontano…il dolore, l'umiliazione,
il piacere che nonostante tutto aumentava…l'orgasmo raggiunto dal
corpo, fra le lacrime dell'anima…la rabbia, l'odio esploso per esser
stato usato come oggetto di piacere, come giocattolo…per non aver
ricevuto il suo spirito…le domande, su cosa
avesse da nascondere…i dubbi, su tutto le parole che s'erano scambiati,
sulle promesse…il rifugio nella nave, e le lacrime versate, per ore…la
decisione di morire, pur di non stare senza di lui…la sorpresa, quando
l'aveva visto ancora lì…lo sbigottimento, la paura di rimanere
solo, dopo la sua spiegazione…infine l'amore, di nuovo…
La bolla che erano, si distrusse, esplodendo più violentemente
che mai…
…Rukawa si abbandonò, ansimando, fra mille gocce di sudore…sotto
di lui, il petto di Hanamichi correva spezzato non solo dal piacere,
ma anche dai singhiozzi…
Aveva deciso di spegnere il Generatore, dopo la sua cacciata…
"Hana…"
Il moro si puntò su un gomito, faticando a rialzarsi…doveva
impedire a ogni costo, un gesto così disperato.
"…ehi…"
Scivolò fuori dal suo corpo, col solo scopo di distrarlo…Hanamichi
aprì gli occhi, sentendosi abbandonato…nell'atmosfera ancora
impregnata del loro accoppiamento, i loro sguardi si incontrarono,
uno colmo di tristezza, l'altro di preoccupazione…
"Non mi lasciare…non mi lasciare anche tu…"
Senza frenare i singulti, il rossino si coricò su un fianco,
rannicchiandosi in posizione fetale e nascondendo la testa dietro
le braccia…
"Non voglio…rimanere ancora solo…Kaede…"
"Ssshhh, calmati…troverò una soluzione, te lo giuro…nessuno
ci separerà"
Era una fortuna, per Rukawa, che le loro anime non si unissero anche
durante gli abbracci…perché altrimenti Hanamichi avrebbe visto,
che non aveva idea di cosa fare, per impedire la loro partenza…
"Domani dobbiamo partire. Aspettami. Troverò un modo
per venire da te"
Hanamichi si lasciò cadere sull'ultimo gradino della scaletta,
rileggendo per l'ennesima volta il messaggio che Rukawa gli aveva
mandato.
Aveva provato a rispondere, ma il ricevitore, fuori dall'astronave,
era risultato muto…sapeva che sarebbe accaduto, anche se aveva sperato
non si rompesse tanto in fretta…
Rise, senza convinzione…non poteva pretendere di più, da un
apparecchio che era tornato improvvisamente alla vita, ritrovandosi
di colpo un sacco d'anni, addosso…un solo messaggio, era tutto quello
che era stato concesso loro. Già un miracolo, probabilmente.
Il domani era giunto…il giorno della partenza di Kaede…era quello.
Aveva seguito l'alba grazie ai sensori, aveva perso il conto, da quando
non ne vedeva una, coi suoi occhi…nello stesso modo, si era giurato
di sorvegliare la partenza della nave diretta alla Terra…il veicolo,
che avrebbe portato via da lì il suo sogno…non avevano trovato
una soluzione…non ce n'erano.
Il volpino non aveva voluto saperne, di quella che lui aveva proposto…sarebbe
bastato svelare la sua esistenza, per far arrivare tutti i finanziamenti
necessari. Una volta saputo che non poteva uscire da lì, ma
che era una cavia costretta all'immortalità, e quindi disponibile
in eterno, la base su Marte sarebbe diventata il fulcro della vita
scientifica del Sistema Solare…non avrebbe mai più avuto, problemi
di soldi.
Ma Rukawa era andato su tutte le furie…l'aveva baciato con ferocia,
masturbandolo e spogliandolo…gli aveva preso il pene in bocca, e l'aveva
fatto venire, per poi fissarlo negli occhi mentre lo baciava, per
fargli sentire il suo sapore…e chiedergli se sarebbe stata una vita,
quella…con addosso gli occhi del mondo guardone, ogni volta che volevano
un po' di intimità…e chi garantiva loro, che non li avrebbero
ugualmente tenuti divisi?
I terrestri potevano essere crudeli…lui non ci credeva, eppure il
moro gli aveva giurato che sarebbero stati pronti a minacciare di
torturare lui, pur di convincerlo a sottoporsi a chissà quali
esperimenti…spingerlo a desiderare di morire…
…ma nonostante questo, sarebbe potuto vivere, senza Rukawa?
"No…non più"
Si rispose da solo, sapendo di andare incontro alla pazzia.
Gli avrebbe detto addio, con serenità…confessandogli ancora
tutti i magnifici sentimenti che gli aveva donato, magari attraverso
un ultimo, appassionato incontro d'amore…il loro addio, doveva essere
il ricordo più prezioso, della vita futura di Kaede…
…perché lui non l'aveva un futuro.
Avrebbe staccato il Generatore, una volta che fosse stato certo che
era giunto sul suo pianeta.
Avrebbe osservato, attraverso la sfera, l'atterraggio della loro nave.
L'avrebbe visto un'ultima volta, scendere e posare i piedi sul suolo
natio.
E allora, lui avrebbe spento la sfera, e avrebbe disattivato la Stasi.
Non aveva paura di morire…sempre meglio che vivere senza Rukawa.
Non credeva possibile, sopravvivere alla lontananza dal grande amore
della sua vita. Non a un simile distacco, comunque.
Lasciò che una lacrima rotolasse lungo la sua pelle…aveva pianto
più in quei pochi giorni, che in tutto il tempo intercorso
dalla morte dei suoi compagni, a quei momenti.
Scosse la testa…in fondo, poteva considerarsi soddisfatto di ciò…aveva
riacquistato la capacità di provare sentimenti…anche se per
poco, anche se stava per perdere colui, per cui esistevano.
Due labbra premurose si posarono sul suo viso…il rossino sussultò,
ritrovandosi davanti gli occhi stanchi del volpino.
"Non piangere, amore mio"
"K-Kaede!"
"Sono qui…sono qui"
Il moro gli prese le mani, e le percorse di baci, su entrambi i lati…Hanamichi
abbassò il viso e lo sostituì ad esse, succhiandogli
le labbra, nascondendo le tracce di tristezza alla sua vista…
"Da quanto sei qui? Non ti ho sentito arrivare"
"Hn…eri perso nei tuoi pensieri…"
Dolcemente, Rukawa gli pettinò le ciocche, sistemandole perché
facessero risaltare il bel profilo del suo volto…quei capelli, così
seducenti, risaltavano come rubini su una distesa di diamanti, fra
le sue mani…
"…così bello"
aggiunse, allungando il volto per baciargli le tempie…gli piacevano
così tanto, quei piccoli spazi fra gli occhi e i capelli…sembravano
esistere apposta, per essere baciati da lui…
"Kaede…"
"Non preoccuparti amore…è tutto a posto"
Il rossino spalancò gli occhi: che il miracolo per cui aveva
pregato tanto, si fosse realmente avverato?
"H-Hanno dato nuovi fondi alla tua missione?"
chiese, l'afflizione spazzata via da una nuova visione del futuro…
"Hn…non preoccuparti…nessuno ci dividerà mai…"
"Kaede…"
Hanamichi sorrise, passando la bocca sui capelli neri dell'altro…c'era
una strana calma, nei suoi occhi…al posto dell'euforia, solo una placida
imperturbabilità.
"…non hai risposto alla mia domanda"
"Lo so"
rispose semplicemente questi, baciandogli una mano in tutta la sua
lunghezza, fino al polso…
"Kaede…cos'hai fatto?"
non nutriva più entusiasmo…il rossino si alzò, allontanandosi
di un gradino, spaventato dalla tranquillità che traspariva,
dalla sua espressione…sembrava il colpevole di un omicidio, che aveva
pacatamente eliminato la fonte, dei suoi guai…
"Non hai fatto del male a qualcuno, vero?"
"Hn"
Era un no…ma allora…
"Kaede…"
Il volpino salì velocemente la scaletta, fino a trovarsi sul
suo stesso gradino…lo prese fra le braccia e gli rubò un bacio,
prima di affondare il viso contro la sua spalla, cullandolo piano…
"Nessuno ci dividerà, mai…te lo giuro"
"Kaede…mi stai spaventando"
Rukawa sospirò, allentando la stretta su di lui…
"…è l'ultima cosa che desidero"
mormorò, tornando a terra e tendendogli la mano, perché
lo seguisse…Hanamichi la intrecciò con la sua, e si lasciò
docilmente condurre alla sua roccia preferita…non aveva più
nulla di cui aver timore, era tornato il suo solito, adorato Kaede…
"Allora?"
Il volpino si sedette di fronte a lui, poggiando il mento sulle mani
intrecciate…i suoi occhi blu splendevano di risoluzione, mentre lo
ammiravano rapiti…
"Non c'è stato alcun cambiamento…non verranno stanziati
altri fondi, per questa missione. La mia nave…dovrebbe star partendo
in questo momento"
"C-Cosa?"
Non poteva aver capito bene…sicuramente la voglia di rimanere con
lui gli stava facevo dei brutti scherzi…Hanamichi si passò
una mano sugli occhi, era di certo un'allucinazione…
"Ho messo un biglietto…in cui ho spiegato che amo follemente
Marte, e tutto ciò che racchiude…che la mia non sarebbe stata
vita, lontano da questo pianeta rosso…perché lo amo…perché
solo qui posso essere felice…"
Hanamichi scattò in piedi, con un urlo strozzato…poteva voler
dire solo una cosa…
"…l'ho scritto in modo che pensassero a un suicidio, e…sono scappato…non
avrebbero potuto cercarmi, o avrebbero perso la finestra…"
Senza attendere oltre, il rossino si lanciò verso l'astronave,
a quei pannelli che, soli, potevano confermargli o meno il racconto
del volpino…non poteva essere vero…
Rukawa lo seguì con calma, senza fretta…lo guardò usare
i suoi poteri per controllare, per sondare l'atmosfera del pianeta,
coi pochi sensori ancor attivi, esplorare la superficie e scoprire
che…
"…è partita…è davvero partita"
"Sì"
Hanamichi si accasciò su una poltroncina, voltando a malapena
il volto verso di lui…incredulo, non riusciva a sentire nulla, a parte
una grandissima confusione…non poteva aver davvero scelto…quello…
"Non potevo partire…dovevo rimanere qui"
Rukawa si sedette sul bracciolo, accogliendo contro il proprio petto
il corpo dell'altro, scosso da un improvviso, irrazionale brivido
di freddo…
"…Kaede"
"Ssshhh…ora abbiamo tutta l'eternità, per parlare"
"Kaede! È…è proprio questo! T-Tu non sai quello
che hai fatto!"
"Hn. Lo so benissimo, invece"
e gli baciò la fronte, schioccandogli poi un bacio sulla punta
del naso.
"Ah!"
Hanamichi scattò in piedi, liberandosi da lui, quasi ustionato
dalla semplicità con cui l'altro parlava del suo gesto.
"Ma non ti rendi conto? Non potrai mai più uscire da qui!
Sarai condannato a passare qui tutta l'eternità! Solo io e
te!"
"Non potrei mai desiderare altro…"
rispose il moro, con tranquillità…
"…comprendo la tua reazione, l'ho immaginata…i dubbi che ti attanagliano,
li ho soppesati a lungo, ma…sono arrivato sempre alla stessa conclusione.
Nulla, era così importante da giustificare la mia partenza"
"N-No…"
L'altro scosse la testa, stringendosi le braccia attorno al torace…per
lui, condannato a vivere quell'eternità, non era concepibile
che qualcuno la potesse scegliere volontariamente, per un qualsiasi
motivo…Rukawa aveva rinunciato ad assaporare la propria libertà…
"…sei stato troppo precipitoso! Hai dato per scontato che le
cose fra noi sarebbero andate sempre bene! E-E se fra un paio di mesi
iniziassimo a litigare, ad odiarci? Cosa accadrà? T-Tu rimpiangerai
di essere rimasto, e o-odierai me, il motivo per cui sei rimasto qui"
"Non dirlo mai! Mai!"
Il moro annullò la distanza fra loro, abbracciandolo di nuovo,
e baciandolo, per non sentire più quelle parole…
"Non rimpiangerò mai questa scelta…la possibilità
di passare tutta l'eternità solo col ragazzo che amo…è
questo, il mio sogno. Sicuramente, ci saranno momenti difficili, ma
non potrei mai odiare l'unica persona, che mi abbia dato una ragione
per vivere…li affronteremo, li supereremo…l'hai detto tu stesso, non
sarebbe vero amore, se condividessimo solo i momenti felici…"
"K-Kaede…"
lentamente, Hanamichi scosse la testa, troppo spaventato dall'enorme
quantità di felicità che gli si parava davanti, per
comprenderla appieno…
"Hana…non sei felice, che io sia rimasto qui?"
"M-Ma! Certo che sono felice!"
ribatté l'altro, piccato…poi la sua espressone si ingentilì,
tingendosi di vacillante tristezza…
"Ho solo paura che tu…possa pentirtene, un giorno…"
"Non accadrà mai…"
Rukawa lo lasciò libero, ma non si allontanò da lui…semplicemente,
scivolò in ginocchio, ai suoi piedi…gli prese le mani fra le
sue, e deliziandosi del suo rossore, ne baciò entrambi i dorsi…
"…Hanamichi, vorresti condividere con me la tua eternità?"
"…sì"
Fine
Ria auguri!!! Buon compleanno!!!
Purtroppo i funghetti non sono ancora pronti, stanno ancora stagionando o te ne avrei inviato un vasetto grosso quanto il mondo ^_-
Seriamente…grazie per tutto ciò che fai per noi, per la tua gentilezza e disponibilità, per il sorriso che accompagna ogni tua mail, per la felicità che ci permetti di condividere, ogni mese…sei una ragazza semplicemente meravigliosa, è stato un onore conoscerti di persona.
Tanti bacioni, numerosi più delle stelle
Hymeko
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