Per te

di Soffio d'argento



A me non ci pensi più
vuoi che non vuoi capire che
se qui con me ci sei tu
qualcosa vorrà dire

 

Ma perché ti ostini a non voler capire? Se ho scelto di stare con te non è perché ti consideri un ripiego, ma perché tu per me sei importante. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Il tuo profumo mi fa impazzire, il tuo broncio mi fa perdere la testa! Davvero non capisci che  per te io farei tutto? Per te ho messo in secondo piano la mia passione per il basket, perché non proverei nulla, se accanto a me non ci fossi tu. Se non potessi abbracciarti dopo una vittoria o una sconfitta, io smetterei di amare questo sport che, fino a qualche mese fa, era la mia vita.

che strano effetto mi fa
chissà che succederà

 

Mi hai chiesto un’altra possibilità per noi e io te l’ho data. Sai benissimo che non avrei potuto fare altro. Se oggi non fossi venuto tu a parlare con me lo avrei fatto io. Avrei messo da parte le mie ragioni e sarei venuto a supplicarti di perdonarmi. Perdonare me per cosa? Solo per avere detto che è un bravo giocatore? Perché non avrei dovuto dirlo? Sai bene che l’ho sempre pensato! La sua estroversa tecnica mi ha sempre affascinato, forse è stato proprio per questo che ho creduto di esserne innamorato. Adesso sono davanti a casa tua e aspetto che tu mi venga ad aprire. Mi guardi sbalordito, non ti aspettavi il mio perdono così facilmente, vero? In realtà ti ho perdonato molto prima che tu mi chiedessi di ricominciare. Avrei voluto dirtelo subito, ma ho pensato di prendermi una piccola rivincita. E così ho fatto.

A me non ci pensi mai
se appena chiudi gli occhi aiutami tu
i giorni senza di te troppo vuoti

 

Mi hai pensato in questi giorni? Io mi sentivo solo e neppure il basket riusciva a colmare le mie giornate senza te. La pesca, poi, mi sembrava un passatempo stupido e noioso. Solo perché tu non eri con me. Mi sentivo perso, senza speranza. Mi trascinavo di giorno in giorno attendendo una tua parola. Kitcho diceva che dovevo tranquillizzarmi, che tanto tu saresti tornato. Chi ti avrebbe mai sopportato con quel brutto carattere che ti ritrovi? Solo io. Solo io posso sopportarti, perché se ci provasse qualcun altro, sarebbe un uomo morto. Se solo qualcuno provasse a starti vicino impazzirei dalla gelosia.

c'e' mancato poco che
mi mettessi a piangere

 

Mi apri e ti getti fra le mie braccia, senza preoccuparti che possano vederci. Mi trascini dentro e mi fai “gentilmente” sedere sul divano. Mi rovesci addosso una tale marea di parole che fatico a seguirti. Poi ti siedi sulle mie gambe e affondi la tua testa sulla mia spalla e mi sussurri:

<< Se tu non fossi venuto, sarei venuto io da te in ginocchio, a pregarti di perdonarmi. Io non posso stare senza di te. Solo con te riesco ad essere me stesso e solo tu  mi ami per quello che sono. Sei la persona più speciale che conosca e nessuno potrà mai amarti quanto ti ami io. Permettimi di starti vicino sempre… >>

Mi viene da piangere. Tu ti sei stretto a me e io, invece di abbracciarti e tranquillizzarti, me ne sto a piangere, come un bambino. E singhiozzo senza rendermene conto.

Potrei mai incontrare una persona come te? Potrebbe capirmi mai qualcun altro? Ti ricordi quel giorno quando abbiamo perso contro lo Shohoku? Solo tu sei venuto a casa mia per accertarti che stessi bene, perché solo tu  potevi immaginare quanto soffrissi. Solo tu riesci a capirmi e solo io riesco a capire te. Siamo due perfette metà della stessa medaglia.

Sento che devo parlarti
può sembrare strano
ma in fondo poi
non ne posso fare a meno

 

Sento che devo dirti qualcosa. Mi guardi impaurito e ti allontani da me. Sento freddo perché il tuo corpo è caldo e accogliente. Ti prendo il viso fra le mani e lo bacio, con delicatezza. Bacio ogni centimetro della tua pelle e tu ti rilassi e ti accucci contro il mio petto. Io ti abbraccio forte, ho paura che, se ti lasciassi andare, tu scapperesti via da me. Sento le tue mani accarezzarmi i capelli e la tua voce rassicurarmi. Tu sai quello che provo vero?

<<  Hiro… ti amo. >> e tu spalanchi gli occhi. Non te lo avevo mai detto.

Ora e' passato del tempo
e' vero ma quanto e' rimasto
ancora adesso io lo sento

 

E’ trascorso un anno da quel giorno. Io lo ricordo da solo, seduto su questa panchina del metrò. Tu non ci sei e io mi sento invadere dalla tristezza. Vorrei stringerti forte e travolgerci con i nostri baci. Adoro quei momenti di intimità che si creano ogni volta che restiamo soli. Ci siamo solo noi, gli altri non contano.

Credimi, se dico che
mi manchi da morire
abbracciami forte se puoi
non lasciarmi più andare

 

Tu sei andato via e la nostra casa è rimasta vuota. Il nostro cane mi guarda sconsolato e muove la coda cercando di attirare la mia attenzione. Tutto mi scivola addosso e io non ho la forza di fermare nulla. Mi sento perso senza di te. E pensare che sono stato proprio io a dirti di andare, che un’occasione così capita solo una volta nella vita. Ma un anno è lungo e sentire la tua voce al telefono non mi basta più.

Ecco che squilla il telefono, puntuale come ogni giorno. Mi alzo dal divano cercando di rimettere la mia maschera di ragazzo felice, non voglio che tu soffra per causa mia.

senza di te che farò
dai stiamo qui ancora un po'

 

<< Ciao Hiro-kun come stai? >> riuscirò ad ingannarti?

Parliamo di tutto e, come al solito, sono io a parlare per la maggior parte del tempo. Tu ti limiti a ridere quando ti parlo di Aida o delle sfuriate di Taoka. Ci manchi in squadra.

<< Akira va davvero tutto bene? >>

Perché? Perché non ci riesco? Non riesco ad ingannarti.

<< Mi manchi amore. >>

Tu ridi e mi dici: << Non puoi ingannarmi koibito. Ormai ti ho in pugno! Ti conosco come me stesso, non potrai liberarti di me! Ti devi rassegnare! Quando tornerò non ti lascerò più andare. >> e rido pure io e sai perché? Perché sarò io a non lasciarti più andare. I tuoi genitori dovranno chiamare le forze speciali se vorranno rivederti.

<< Torna presto Hiro-kun. Stare senza di te è come camminare nella notte in un luogo sconosciuto e non sapere dove andare. >>

Sento che devo parlarti
può sembrare strano
ma in fondo poi
non ne posso fare a meno

 

Ho un bisogno folle di parlarti. Di sentirti, almeno così, vicino a me. E stavolta sei tu a parlare e io in silenzio ti ascolto. Mi parli della tua giornata, dei tuoi compagni di classe e io provo un moto di gelosia. Loro possono starti vicini e io no. E se qualcun altro riuscisse a portarti via da me?

Sai non mi manca il coraggio
andrò fino in fondo
e' più forte di me, di me

 

Esco dall’aeroporto che è giorno inoltrato. Tu non lo sai ma sono venuto da te. Non ce la facevo a starti lontano, quindi ho preparato le valige e sono salito sull’aereo. I miei genitori non hanno obiettato e stranamente neppure l’allenatore. Quando gli ho detto che sarei stato via due settimane mi ha guardato fisso negli occhi e si è passata una mano fra i capelli:

<<  I giovani d’oggi… >> poi mi ha sorriso e mi ha detto: << Chissà se Koshino riuscirà a farti ritornare quello di prima. >> forse non è così terribile come abbiamo sempre creduto.

Salgo su un taxi e consegno l’indirizzo all’autista. In un attimo sono da te. Un attimo infinito.

Il college è molto più grande della nostra scuola e ovunque si vedono ragazzi dagli abiti sgargianti con libri in mano. Inizio a cercarti fra la folla ma non riesco a trovarti. Tutti si allontanano al mio passaggio e solo adesso capisco perché: non è cosa da tutti i giorni per loro vedere un giapponese alto un metro e novanta. Ci sono molti ragazzi ma tu dove sei? Ecco che mi assale la paura. E se non fossi da solo? Se fossi abbracciato a qualche altro ragazzo? Magari quel Mark di cui mi parli sempre, quello carino e gentile che ti fa sempre una sacco di favori? Cosa studi con lui? Ah sì! Matematica! Ho sempre detestato la matematica.

Sento che devo parlarti
può sembrare strano
ma in fondo poi
non ne posso fare a meno

 

Se prima a Tokyo non riuscivo a resistere senza di te, ora mi sento morire sapendo che sei vicino ma che non posso toccarti. Dove diavolo sei Hiro? Ho voglia di parlarti guardandoti negli occhi, ho voglia di vedere la tua bocca aprirsi in un’espressione di stupore. Ho voglia di stare con te.

<< Akira? >> sei tu! Riconoscerei la voce del mio koibito ovunque. << Cosa?... Ma tu… che… >> sono riuscito a sorprenderti.

<< Mi mancavi. >>

Ora lo stupore si trasforma in sorriso. Guardi le valigie e scoppi a ridere. Mi abbracci qui di fronte a tutti e mi stringi forte. Io affondo il mio viso fra i tuoi capelli e ne respiro fino in fondo il profumo.

<< Non riuscivo a starti lontano. Spero che tu non sia arrabbiato. >>

Alzi il viso e vedo quel broncio che io adoro.

<< Ti sembra che sia arrabbiato? Sono felice di poterti riabbracciare. Mi mancavi anche tu. Contavo i giorni che mi dividevano da te. >>

Stringo forte Hiro fino quasi a soffocarlo, mentre lui ride e cerca di divincolarsi dalla mia stretta. Poi mi prende la mano e ci allontaniamo da lì.

<< Quanto resterai? >>

<< Due settimane. All’allenatore è quasi venuto un infarto quando gliel’ho detto. >>

<< Immagino come sarà stato contento di lasciarti andare… >>

Mi stringe forte la mano e quasi mi commuovo. Lui è una persona indipendente e orgogliosa, eppure non teme di farsi vedere da me così vulnerabile, non ha paura di far vedere a tutti il bisogno che ha di me.

Hiro abita da solo, in un appartamento non lontano dal college, come volevano i suoi genitori. Appena entriamo lui mi preme contro la porta e inizia a baciarmi. Io lo stringo forte a me e sento il suo corpo caldo avvolgermi con il suo profumo. Restiamo lì forse un’eternità e quando ci stacchiamo gli occhi di Hiro sono luminosi come stelle. Il suo viso è arrossato e infuocato. Intreccia le sue dita alle mie e mi accompagna in salotto. Mi fa cenno di sedermi mentre lui va a posare le valige. Mi va di stuzzicarlo.

<< Dove vai Hiro con le mie valige? Ho prenotato una stanza in un albergo non lontano da qui. >> cerco di dire assumendo l’espressione più seria che abbia mai avuto.

<< Tu di qui non uscirai per due settimane, hai capito? E se hai qualcosa da ridire sappi che non accetto lamentele. >> mi risponde lui cercando di trattenere le risa.

<< Beh se la metti così… >> poi gli vado incontro e lo abbraccio forte, rubandogli un bacio appassionato.

<< Guarda che non scherzavo! Tu da qui non uscirai se non per andare all’aeroporto, fra due settimane. >> mi dice serio quando ci stacchiamo.

<< E io che ero venuto per vedere Boston! >>

Lui mi prende per i capelli e mi bacia. Adoro questo suo modo possessivo per dirmi che mi ama.

ora e' passato del tempo
e' vero ma quanto e' rimasto
di me, di te

Restiamo abbracciati dopo esserci amati tutta la notte. Hiro ha il viso appoggiato al mio petto. Il suo respiro rilassato mi fa stare bene. Accarezzo con una mano i suoi capelli mentre con l’altra lo abbraccio con fare possessivo. Il suo profumo mi inebria. La sua pelle candida profuma di rose, mentre le sue labbra sanno di fragola. Adoro il mio koibito. Starei tutta la mia vita così. Al diavolo il basket! Al diavolo il campionato, l’allenatore, le partite! Se potessi resterei sempre così con lui. Ma non posso. Se restassi sarei d’intralcio al suo futuro. Hiro si è meritato di stare qui. Ha studiato e ora vederlo realizzare il suo sogno, studiando negli USA, mi rende felice. Certo sarà difficile stare lontano da lui per altri otto mesi, ma dopotutto gli Stati Uniti non sono poi così lontani. E poi ci sono le feste, Natale… Capodanno… le vacanze estive (qui durano tre mesi!)… A proposito: quand’è la prossima festa?

<< Akira? Non dormi? A cosa pensi? >>

Il mio assonnato koibito si rigira fra il mio stretto abbraccio, si puntella su un gomito e mi guarda. Che tenerezza! Quando mi guarda così mi viene da piangere dalla felicità.

<< Gli Stati Uniti non sono poi così lontani. E poi ci saranno le feste… vedrai un anno passa in fretta e saremo di nuovo assieme. >>

Sono stupito! Lo stesso pensiero che ho avuto io l’ha avuto lui! E’ questo quello che io definisco vero amore. Noi siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Nessuno può conoscerci come ci conosciamo noi! No. Adesso non ho più paura di lasciarlo qui. Nessuno potrebbe mai portarmelo via, perché noi siamo legati dal filo rosso del destino.

<< Ti amo Akira. Ti amo come non ho mai amato né amerò mai nessuno. Sei la mia vita e io non potrei esistere senza te.>>

<< Hiro-kun noi staremo sempre insieme. Questi mesi passeranno in fretta e poi ci saremo di nuovo solo tu e io. >>

Si accoccola su di me e mi abbraccia. Torno ad accarezzargli i capelli, so che lo rilassa e infatti lo sento sistemarsi meglio fra la mia stretta.

Questi momenti impedibili non riuscirà a togliermeli mai nessuno. Hiro sarà sempre mio. In qualsiasi parte del mondo dovesse trovarsi, anche se a dividerci ci fossero migliaia di chilometri.

Mi addormento fra le sue braccia, cullato dal suo respiro caldo. Mi addormento felice perché so che domani potrò di nuovo svegliarmi accanto alla persona che amo.

OWARI

Autrice: me commossa! ç_____________________ç

Sen: ma perché Hiro mi deve lasciare?

Hiro: ehm… non per infierire, ma io non sono così.

Autrice: uffa! E’ possibile che non comprendiate la poesia di questa ff?

Sen: ma otto mesi sono tanti… non potresti farlo tornare prima?

Autrice: ma non hai visto la parola fine? Significa che la ff è finita! E poi se non vi piace faccio in tempo a cambiare i personaggi.

Sen e Hiro: ma no figurati! Le nostre volevano solo essere critiche costruttive!

Autrice: ma perché avete sempre da ridire? ç_________ç  Uffa! Speravo che vi piacesse… sigh!

Sen: senti ma non potevi fare… una bella lemon?

Autrice imbarazzatissima: LEMON? O_________________________O

Hiro: già pulce!

Autrice: MAI!

Hana e Ru: infatti! Per voi mai! La lemon la scriverà per noi!

Autrice: no no! Io non scriverò mai una lemon!

Tutti: e perché?

Autrice: ehm…. Sono una ragazza timida… mi vergogno…. *__*

Hiro: pure questa! Non solo ci è capitata una scrittrice incompetente ma pure imbranata!

Autrice: Hirooooooo! Cattivo! ç_____________________ç

Sen a Hiro: l’hai fatta piangere!

Hiro: per quello che ci vuole! Quella non fa altro che piangere!

Sen si avvicina all’autrice e cerca di consolarla: ma dai! Non fare così! Sei una brava ficwriter! A noi piace tutto ciò che scrivi lo sai! Non devi abbatterti!

Hiro dopo essersi preso una gomitata da Akira: sei brava! A noi piace come scrivi!

Autrice esce un registratore dalla tasca: eheheheheheh! Vi ho in pugno! Ho registrato tutta la conversazione! Ora non potrete più dire che sono un’incapace! Ahahahahahahahahahah!

Hiro: tsè! Lo sapevo che non dovevamo fidarci!

Sen: ^_____________________^

Autrice: come sempre i personaggi non appartengono a me ma al mitico Inoue sensei! Vi prego di perdonarmi se vi si è alzato il livello di colesterolo nel sangue, ma in questo periodo sono un po’ depressa e avevo bisogno di un po’ di dolcezza per tirarmi su! ^________________________^

Alla prox!

 



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