Le parti in corsivo sono flashback
Per
ricordare, per dimenticare
di Lidia
Capitolo
8
-Svegliati
maledizione!-
Justin aprì gli occhi lentamente. La stanza era illuminata della livida
luce dell’alba.
La sua attenzione fu subito catturata da Ray, fermo ai piedi del letto.
In tutta la sua vita lo aveva visto sempre calmo e sereno, come se avesse
trattenuto la sua rabbia per farla esplodere proprio in quel momento.
-Sono sveglio. -
-Non tu! Lui!- gli rispose indicando il ragazzo che gli giaceva a fianco.
-Non puoi non vedermi, bastardo!- continuò rivolto alla figura
addormentata. -Non dopo quello che mi hai fatto!-
Justin si sedette sul letto, confuso.
-Accidenti, sono giorni che cerchi di farmi mettere con lui, e adesso ti
prende un attacco di gelosia. -
-Già,
è vero: ti sei fatto il mio ragazzo. - continuò rivolto a Chris -Come se
non bastasse il fatto di avermi ucciso. -
-Ucciso?- Justin si allontanò dal ragazzo addormentato come se sotto quel
lenzuolo ci fosse un serpente a sonagli - E’ stato lui?-
-Certo, e non è la cosa peggiore che abbia fatto. -
Svegliato dalla voce di Justin, Chris si stirò sbadigliando -Che succede?-
-Hai investito un ragazzo una settimana fa…- Justin lo fissava con gli
occhi sbarrati
-Come fai a saperlo? Non può avermi visto
nessuno. -
-… e non ti sei neppure fermato. -
-Non è stata colpa mia. - cercò di difendersi -Si è quasi buttato sotto le
ruote. E non potevo fermarmi. Ero mezzo ubriaco. Mi avrebbero tolto la
patente e buttato fuori dalla squadra. -
-E ha fatto di peggio. - si intromise Ray rivolto a Justin -Prova a
chiedergli di Sean.-
-Sean?- Justin era ancora più confuso. Quel nome non gli diceva nulla, ma
appena lo ebbe pronunciato Chris impallidì.
-E tu come fai a sapere quella storia vecchia di anni?-
- Sean?- ripeté
-Non è stata colpa mia neppure quella volta. - cercando di discolparsi e di
rivestirsi contemporaneamente -Come potevo immaginare che si sarebbe buttato
dalla scogliera. -
-Buttato…dalla…scogliera?- Justin era ancora più confuso
Justin si chiese che razza di persona si ritrova davanti?
Credeva di aver trovato qualcuno che potesse sostituire Ray e invece si
ritrovava accanto qualcuno talmente egoista e meschino, che non riusciva
neppure a dimostrare un po’ pentimento per le colpe che aveva commesso.
-Eppure in quel vicolo mi hai abbracciato, mi hai fatto sentire così bene!-
Justin cercava di aggrapparsi all’illusione che si era fatto di lui.
-Abbracciato? – rispose Chris con aria annoiata -Quando sono arrivato nel
vicolo ti stavi divertendo con quel tipo. Bhe, almeno lui si stava
divertendo, tu non tanto, o almeno così mi è sembrato. Ho preferito
aspettare per vedere se tu eri più…. disponibile. -
-Non sei stato tu a fermarlo?-
Chris gettò la testa indietro ridendo -Fermarlo? No, non sono il tipo. Ho
preferito rimare a guardare, almeno fino quando quell’altro non ha
rovinato tutto. -
Anche l’ultima illusione di Justin si infranse.
Come poteva essere stato così stupido.
La sua necessità di trovare qualcuno che gli stesse accanto lo aveva
reso così cieco da non accorgersi che lo stava usando.
Gli occhi gli si riempirono di
lacrime.
-FUORI DI QUI!-
Chris
non se lo fece dire due volte, afferrati i vestiti si lanciò fuori dalla
stanza, passando attraverso Ray, senza neppure accorgersene.
Justin rimase seduto sul letto.
-Come ho potuto essere così stupido. - gemeva tenendosi la testa tra le
mani.
-Non temere, troverò qualcun altro. Qualcuno adatto a te. - cercò di
consolarlo Ray -Qualcuno perfetto. -
-No, io ho già un ragazzo perfetto. Tu. -
- Justin,- lo chiamò dolcemente -ne abbiamo già parlato. Non può
funzionare. Tu sei vivo e io sono morto. E io non posso tornare a vivere. -
Justin alzò la testa di scatto. Negli occhi aveva una strana luce.
- E’ vero. Ma io posso morire. Così saremo di nuovo insieme. Per sempre.
-
-Non vorrai…-
-Sì, andrò all’Ultimo Tramonto e mi butterò di sotto. E tu non puoi
fermarmi. -
Ray
aveva cercato di fermalo, pregandolo di non farlo, ma Justin aveva ignorato
le sue ragioni e, dopo essersi rivestito con cura era uscito diretto alla
scogliera.
Gli rimaneva solo un’ultima carta da giocare.
Damon.
Appena fuori dal cottage lo aveva visto seduto sulla spiaggia.
Gli si piazzò di fronte, in modo che non potesse evitare di guardarlo negli
occhi, ma il suo sguardo era perso verso l’orizzonte.
-Ti prego, - lo implorò -se solo per un attimo se stato veramente mio
amico, devi vedermi. Sei rimasto la mia unica speranza. Non posso credere
che per te non contavo nulla. Eri il mio migliore amico.
Il ragazzo dai capelli rossi continuò a guardare il mare, impassibile.
Poi, lentamente, una lacrima gli scivolò lungo la guancia.
- Ray- mormorò
Sentendo il proprio nome, si fece coraggio, e insistette.
-Ho bisogno del tuo aiuto. Justin sta per commettere una pazzia. Vuole
buttarsi dalla scogliera!-
-Cosa vuole fare?!?!-
Damon lo stava guardando dritto negli occhi.
-Tu mi vedi?-
-Certo che ti vedo! Ti vedo da sempre. - gli rispose Damon scattando in piedi
e correndo verso la scogliera lasciandolo sulla spiaggia senza parole.
Gettarsi
all’alba da una scogliera che si chiamava l’Ultimo Tramonto.
Che ironia.
Avrebbero dovuto cambiargli nome in L’Ultima Alba.
Justin fissò gli scogli sotto di lui cercando di raccogliere il coraggio
per il salto.
Rimase a guardare le onde che si infrangevano sugli scogli venti metri più
in basso.
Un po’ di coraggio, un po’ di dolore e poi sarebbe stato con Ray per
sempre.
Sorrise mentre chiudeva gli occhi e si lasciava cadere in avanti.
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original Fictions
|
|