Note sulla storia:

Sono innamorata della coppia RoyEd per via delle immense potenzialità che offre. Sono capaci di essere immensamente comici e immensamente drammatici senza mai uscire dal loro personaggio. Una storia tra loro me la immagino triste, o allegra, ma mai noiosa. Parlarne è intrigantissimo. Qui ho descritto un semplice, breve spaccato della loro relazione.
FMA non appartiene a me e non ne detengo in alcun modo i diritti perchè altrimenti le cose andrebbero in maniera decisamente più yaoi. Non guadagno niente con questa storia se non in soddisfazione di veder fare porcate a Roy e a Ed.
Buona lettura! ^_^

 



 


 

 

Per dispetto

 

di RizafromKeron

 



"Sai perché ti permetto di scoparmi, Edward?", chiedi ansioso al giovane al tuo fianco, scandendo piano ogni parola dietro ansimi rochi.
Lui continua ad torcerti dentro le dita con impazienza, senza concedersi neppure uno spasmo delle nocche per la tua domanda, tanto che sei convinto che sia così concentrato su quello che fa da non averti sentito.
Poi, quando ti artiglia per i fianchi fino a lasciarti profondi solchi rossi nella pelle con l'Automail, e ti gira sbrigativamente sullo stomaco sollevandoti il culo in aria, spalanca la bocca in una risata cruda e felice:
"Perché ti piace.", ringhia.
Sogghigni a te stesso: reprimi dietro labbra serrate a forza tra i denti un poco virile grugnito di dolore nel momento in cui si fa strada in te con poche spinte decise, e pensi che non ci sia nulla di più lontano dal vero nelle sue parole.
Devi ancora trovarlo, qualcuno che abbia come massima aspirazione nella vita quella di farselo mettere nel culo a questo modo da uno con quasi la metà dei suoi anni.
E poi Ed ha un modo di far sesso che proprio non ti attrae.
Brutale, dominante, spesso prepotente.
Dà l'idea di scoparti per dispetto.
Ha voglia di farlo solo nelle classiche giornate no. Quelle in cui sei così in arretrato col lavoro che tanto varrebbe mettere una brandina in ufficio ed eleggerlo a tua nuova dimora. Quelle in cui sei così stravolto quando torni a casa alla sera che nonostante la buona volontà per fartelo diventare duro c'è da lavorarci una mezz'ora abbondante, e ti tocca anche sorbirti i suoi commenti acidi sulle difficoltà d'erezione che incontrano gli uomini di una certa età.
Ti preme sotto di sé, sedendosi sul tuo stomaco all'altezza del diaframma (altrimenti non arriverebbe mai a guardarti in viso, gli dici per farlo arrabbiare), così forte da serrarti il respiro; ti blocca le mani artigliandoti i polsi sopra la testa quando cerchi di rispondere alle sue carezze; sfugge alle tue labbra quando ti sollevi per baciarlo e ti morde la bocca fino a farti sanguinare quando sei tu a scostare il viso. Deve essere lui ad esercitare il controllo, sempre.
Quando ti scopa lo fa da dietro, e non c'è possibilità di cambiare posizione senza che lo veda come un affronto personale: perché è più facile per lui sistemarti i fianchi a quella che lui definisce "l'altezza giusta", anche se per te significa divaricare le gambe al punto da sentirtele intorpidite per tutto il tempo. Paradossalmente è un sollievo che il sesso duri così poco.
Perché Ed è un bambino.
Non sa ancora assaporarlo, il sesso.
Il suo unico obiettivo è raggiungere l'orgasmo.

Però non ha tutti i torti quando dice che ti piace, quello che fate.

Se non te ne venisse nulla in cambio, e questo lo sa benissimo anche lui, non solo non gli permetteresti mai tutti quei capricci ma l'avresti incenerito la prima volta che, nudo nel tuo letto, poco prima che entrassi in lui ha stretto le gambe e ti ha sbuffato addosso: "Non cadrò così in basso da farmelo mettere in culo da te, Mustang."
Il fatto è che non potresti mai fare a meno del "dopo".
Non quando, esausto, lo senti scivolare al tuo fianco e atterrare sulle lenzuola con un fruscio stanco; e neppure nel momento in cui, con gli occhi lucidi e annebbiati di sonno, si abbandona contro di te, e solo per stanchezza ti concede le piccole attenzioni di cui lo sommergeresti sempre, se solo non ti fossi innamorato di un ragazzino così fottutamente orgoglioso.

Gli permetti di farti scopare a quel modo perché adori le mattine che seguono.

I momenti come questo.
Quelli in cui, quando dalle tende tirate filtrano le prime pallide luci dell'alba, ti svegli per via di vecchie abitudini dure a morire e te lo ritrovi ancora accanto, con le lenzuola tirate fin sul mento.
Quando puoi permetterti di intrecciare le sue dita alle tue senza vederlo scostare la mano e mollarti uno schiaffo sul dorso, o di baciargli la fronte senza fargli apparire sul viso l'espressione disgustata che si riserva giusto agli escrementi di cane appiccicati sotto la suola delle scarpe.
Rimarresti a guardarlo per ore.
Immobile contro l'incavo della tua spalla.
Con quel sorriso sereno, appena accennato, sul volto.
Gli scosti pietosamente dalla fronte una ciocca di capelli che gli sta solleticando il naso, trattenendo il riso alle sue smorfie, e allo starnuto che sta tentando di soffocare disperatamente da chissà quanto.
Non credi sappia che durante il sonno, a differenza di adesso che è calmo in maniera innaturale, è un vero tormento: russa come un trombone e si mette a dar calci e ginocchiate, quando non viene colto da vampate notturne che ti costringono a passare la notte a raccattar coperte.
E naturalmente non glielo dirai mai.
Altrimenti si accorgerebbe che sai che sta fingendo di dormire.
E per dispetto, e un pizzico di imbarazzo, vi negherebbe persino questo.

FINE