NdKamiya:
I pensieri dei personaggi sono racchiusi da - lineette -
Mentre i discorsi da “ virgolette “
Perchè ti amo
di Kamiya
CAP1
Hanamichi Sakuragi se ne stava silenzioso a guardare la pioggia che cadeva
fuori dalla finestra.
Nella sua casa si udiva solo lo scroscio dell’acqua, rumore che Hanamichi
amava molto ascoltare nei momenti di tristezza e confusione.
Distolse lo sguardo dal vetro sgocciolante, e si diresse in cucina.
Dopodiché si sedette al tavolo e bevve una tazza di tè verde fumante,
sorseggiandola lentamente.
Lo assaporò fino all’ultima goccia, per poi rimanere immobile a fissare
con sguardo vacuo la tazza vuota.
-Ricorderò questa giornata per il resto dei miei giorni- disse tra sé e sé
Hanamichi, iniziando a giocherellare tristemente con il recipiente dello
zucchero.
-Ma non perché sia accaduto qualcosa di meraviglioso, al contrario… questo
per me è il giorno più nero della mia intera esistenza!-
(NdKamiya: ora arrivano le spiegazioni….)
Quella mattina Sakuragi si era alzato alle sei in punto, perché il rumore
dei tuoni l’aveva tenuto sveglio tutta la notte.
Doveva avere un’espressione terrificante già di primo mattino . Si sentiva
a pezzi, infatti, ma non ci fece caso e alzò la serranda, rimanendo a
guardare il cielo con odio.
Espresse così il suo risentimento nei confronti di Dio, che ultimamente si
era dimenticato di lui.
Successivamente andò a farsi la doccia, si vestì, si sistemò i capelli,
prese la cartella e uscì per andare a scuola.
Era in anticipo di almeno un’ora (strano ma vero), quindi decise di fare
una passeggiata, approfittando della momentanea sospensione del diluvio.
Nonostante la nottataccia,era deciso a tirarsi su di morale, e iniziò a
fantasticare sulla sua cara Haruko.
Era da tanto che la amava, ma non aveva mai avuto il coraggio di
esprimersi chiaramente con lei….
Pensò a quanto sarebbe stato bello se si fossero messi insieme. Immagini
di San Valentino, Natale,Capodanno,pasqua,vacanze estive trascorsi con lei
affollavano la sua mente. Lui l’avrebbe indubbiamente resa felice, ma
perché Harukina non se ne accorgeva?
Forse doveva farglielo capire in qualche modo…. Tenendo conto della sua
ingenuità, occorreva agire in maniera molto esplicita.
O meglio ancora, doveva trovare la forza per dichiararsi.
L’autunno aveva trasformato il sentiero in una coperta di foglie secche,
che scricchiolavano sotto i piedi al suo passaggio.
Il vento faceva frusciare le chiome rossicce degli alberi ai margini della
stradina, dandogli l’impressione che questi ultimi volessero addirittura
parlargli.
Rallentò un po’ l’andatura, e respirò profondamente l’aria del mattino:
era fresca e rigenerante. L’odore di foglie bagnate si spandeva nei
paraggi, andandosi a mischiare con quello della legna bruciata. Sakuragi
amava quel profumo, gli ricordava la sua infanzia, quando andavano a
trovare la nonna in montagna. Intanto il sole sorgeva lentamente ad est,
illuminandogli il volto……. C’era qualcosa di magico in quell’atmosfera!
-E’ la giornata più adatta per dichiararsi. Ma è impossibile…. Io non ce
la farò mai…..sono troppo timido!!-
pensò demoralizzato.
Ma lui non era persona da arrendersi facilmente, e decise che QUELLO
doveva essere a tutti i costi il giorno in cui (in un modo o nell’altro),
Haruko si sarebbe accorta dei suoi sentimenti!
Mentre si perdeva nella sua dimensione personale, si accorse di aver
schiacciato qualcosa. Alzò il piede per vedere cosa fosse, e vide a terra
una rosa rossa (rovinata, ma pur sempre bella).
In quel preciso istante gli fu tutto chiaro. Ringraziò la divina
provvidenza, (che finalmente si era ricordata di lui), e si complimentò
con sé stesso, per l’idea grandiosa che aveva avuto (o almeno così gli
pareva).
-Un vero e proprio colpo di genio! Degno di me, del resto…! In questo modo
ci riuscirò sicuramente!! Haruko aspettami amore mio, sto arrivando!!-
Il piano era questo:
sarebbe andato a comprare un mazzo di rose per Haruko, e allegato al mazzo
le avrebbe scritto un bigliettino, con una frase enigmatica.
Più precisamente, nella sua testa, intendeva dirle Ti Amo senza scriverlo
esplicitamente.
Il disegno delle parole apparve come d’incanto di fronte ai suoi occhi:
Ti devo dire una cosa
Importante ma mi vergogno
A dirtelo
Ma tu accontentati e
Osserva la scritta
tuo Hanamichi Sakuragi
Un’anagramma perfetto!
Il genio si rivelava sempre di più acuto, del resto lui l’aveva sempre
saputo: era superiore a tutti, anche nel lavoro mentale!!
Non per nulla aveva la nomina di Tensai nell'intero edificio scolastico..
Quando l’avrebbe letto, Haruko Akagi sarebbe rimasta sorpresa dalla sua
classe e dalla sua originalità, e sarebbe caduta ai suoi piedi.
Lui, il mago degli anagrammi, avrebbe rapito il suo cuore.
Formulando questi pensieri di vittoria,si diresse a grandi passi verso un
fioraio, e acquistò un mazzo di rose rosa.
Aveva scelto quel colore perché era delicato ed esprimeva la dolcezza di
un’amore innocente.
(NdKamiya : Mah,….sarà stata l’aria del mattino a renderlo così
poetico?…..)
Subito dopo acquistò un bigliettino in cartoleria, anche questo rosa, per
abbinare i colori.
(NdKamiya:oddio il diabete!..)
Andò a sedersi su una panchina impaziente di scrivere. Prese la penna
dalla sua cartella e iniziò a tracciare ogni parola con impegno, per
evitare errori di ortografia.
In quel momento si ricordò delle precedenti 51 lettere che aveva scritto a
51 ragazze, che lo avevano tutte rifiutato. (Da quando aveva superato i 50
“no” si era aggiudicato un record imbattibile).
Scacciò immediatamente quell’orribile inquietudine che si stava
impadronendo di lui, e continuò nella sua attività.
L’aveva scritto con amore e con cura, e adesso a rileggerlo gli sembrava
perfetto.
Saltellando allegramente prese la strada di scuola, e mentre tutti lo
guardavano con faccia sconvolta, si fermò davanti al cancello.
“ Ha ha ha ha!!!!” rise, con un’espressione assurda dipinta sul volto.
“Bene, guardatemi tutti e stupitevi, pivelli! Perché quest’oggi, il
sublime Hanamichi Sakuragi sta per dimostrare la sua inesauribile virtù
alla persona che ama! Hahahaha!!”
La gente intorno si dileguò all’istante, credendo che fosse
definitivamente impazzito.
“Aaaah, il rossino sta sclerando!!”
“Presto scappate, prima che ci prenda a testate! Oggi è più strano del
solito!!”
In pochi secondi si creò un vuoto intorno a lui, che continuò a ridere sa
solo.
“Ehm…..Hanamichi….?”
la voce di Haruko lo sorprese come un lampo a ciel sereno. Smise di ridere
istantaneamente, e si girò spaventato nella direzione della voce.
“Ha….Haruko?…”
Eh sì, era proprio lei.
“Oggi sei in anticipo, non mi aspettavo di trovarti già qui”
disse lei sorridente.
Hanamichi la guardò negli occhi e pensò - è un’ottima occasione, da sfrutt….-
Ma senza alcun preavviso venne investito da una bicicletta che sfrecciava
alla velocità della luce per la strada.
“Hanamichi!!” urlò Haruko spaventata dall’incidente
“Hanamichi mi senti?? Rispondi!!”
Il povero Hana-chan era stato spiaccicato a terra come uno zerbino, con i
segni delle ruote incisi sulla spina dorsale.
Era decisamente uno straccio.
Le rose che aveva comprato per Harukina si erano distrutte con l’impatto,
il bigliettino era scomparso, e ora una miriade di petali lo circondava
mentre giaceva ancora sotto shock.
Si potrebbe definire un'immagine artistica e scenografica, peccato il
protagonista sia stato linciato all grande!
Intanto Kaede Rukawa, (ritenuto il ragazzo più figo dello Shohoku),
pedalava ancora mezzo addormentato nel piazzale della scuola.
Si fermò e scese dalla bici sbadigliando.
Poi si chinò per mettere la catena alla ruota posteriore, quando si
accorse che c’era qualcosa appiccicato al parafango.
Era un bigliettino, tutto spiegazzato ma di un colore molto bello.
Nel vederlo si svegliò completamente, sgranando un po’ gli occhi dalla
sorpresa. Chi era quell’idiota che gli aveva messo un biglietto sul
parafango???
Lo staccò e lo esaminò da vicino. Era ripiegato accuratamente su sé
stesso, dunque Rukawa lo aprì per vedere di cosa si trattasse.
Appena lo lesse rimase fulminato. Non si alzò da quella posizione per una
decina di minuti, rileggendolo attentamente per accertarsi che non fosse
diventato dislessico o del tutto cieco, a questo punto.
Eh no, non era soltanto la sua immaginazione: c’era proprio scritta una
dedica d’amore!!
La cosa non l’avrebbe sconvolto più di tanto (anzi, se ne sarebbe
altamente sbattuto) se non fosse stato per la firma in fondo.
Del resto, essendo il ragazzo più carino e più popolare dell’istituto,
c’era abituato (ne riceveva in media cinque o sei a giorno).
Ma questo era diverso dagli altri, era la prima dedica che riceveva da un
uomo, per esattezza, era anche la prima che riceveva dal suo peggior
nemico!!
Non riusciva ancora a capacitarsene. Hanamichi Sakuragi gli aveva davvero
scritto una cosa simile?
Sarebbe stato più facile vincere alla lotteria.
Eppure la calligrafia era proprio la sua..!! Cosa diavolo gli passava per
la testa, adesso? Arrivare fino a questi punti voleva dire soltanto due
cose:
1) essere completamente deficienti 2) essere..innamorati?.
Rukawa optò per la prima ipotesi senza ombra di dubbio. Accartocciò il
biglietto e se lo mise in tasca.
Poi si rialzò in piedi, assumendo la sua solita aria inespressiva e
noncurante, e si decise ad entrare a scuola.
Gli ochhi di Hanamichi si aprirono lentamente, poi si richiusero, e dopo
un po’ si riaprirono, guardandosi intorno spaesati.
“Hanamichi, come ti senti??” urlava Haruko, rossa in viso dallo spavento.
Sakuragi riprese i sensi, e si mise faticosamente a sedere.
“Cos’è successo…..?” domandò lui, massaggiandosi la schiena dolorante.
“Menomale, non ti sei fatto niente!…….” Haruko esitò un po’, poi disse:
“ehm…. Non ne sono del tutto sicura ma….. mi sembra che Rukawa ti abbia
investito con la bici…….”
Una scarica elettrica attraversò il corpo di Hanamichi, nell’udire quel
nome da lui tanto odiato.
“Ru…Ru.....ka….wa, hai detto….??!!
“Sì, misà che era lui…..! Oh… oggi è più bello del solito…..Rukawaaaa…..”
sospirò la Akagi con gli occhi a cuore.
-No…. Gli occhi a cuore noooo!!!! Grrrrrr-
Non solo era stato schiacciato come una mosca, per di più era stato quel
maledetto a ridurlo così!! E a guardare Haruko che gli sbavava dietro, il
povero Hana si sentì doppiamente frustrato. Sentiva di odiarlo sempre di
più, quel pezzo di ghiaccio da surgelatore!!!
Si rialzò in piedi con un salto atletico e disinvolto, ignorando il dolore
sulla schiena.
Dopodichè si guardò intorno, tremando dalla rabbia, e con aria di sfida
incominciò ad urlare:
“Dove sei, brutto bastardo??!!Esci fuori, ti ridurrò in polvere!!”
detto questo si dimenticò di Haruko, che era rimasta lì impalata a
guardare la scena, e scattò furiosamente verso l’entrata travolgendo
chiunque ostacolasse il suo cammino.
-Rukawa ti odio!! Hai rovinato tutto! Il mio piano era infallibile, ma è
sfumato rovinosamente solo per colpa tua!!!Non ti sopporto più, volpaccia!!-
Intanto continuava a distruggere tutto ciò che incontrava, come un uragano
che rade al suolo una città.
Raggiunse Rukawa mentre si apprestava ad entrare in aula, ignaro del
pericolo che stava correndo.
Senza dire nulla, lo afferrò per un braccio stringendolo con tutta la
forza che aveva, e iniziò a trascinarlo per il corridoio, inarrestabile.
Raggiunse infine la porta che dava sul tetto della scuola, e una volta
arrivato....
Scaraventò Rukawa a terra.
Era successo tutto così in fretta che Rukawa rimase ansimante a guardare
il compagno, senza avere la più pallida idea di cosa volesse ancora.
I due ragazzi si fissarono,respirando affannosamente per via delle scale
che Hanamichi aveva percorso quasi “volando”.
Appena ebbe ripreso fiato, il rossino puntò l’indice contro di lui e disse
con voce grave:
“Rukawa, non ti perdonerò mai per quello che mi hai fatto poco fa!! Come
hai osato…. Con quale faccia tosta?!!”
Kaede rimase apparentemente impassibile a quelle parole.
Che cosa intendeva Hanamichi? Lui non gli aveva fatto niente di male
quella mattina…..
Che si riferisse al bigliettino? Forse si era arrabbiato perché l’aveva
visto accartocciarlo e metterlo in tasca. Ma perché mai se la doveva
prendere? Che senso aveva quella pagliacciata?
Bah, quel ragazzo era un enigma vivente.
“Allora? Esigo delle spiegazioni!! Sentiamo che hai da dire…”
Rukawa lo guardò di sbieco.
“…… sei forse impazzito? Mi dispiace ma proprio non capisco…..”
“E’ inutile fare il vago!!Dimmi subito perché l’hai fatto!!! ”
“……”
Ma la risposta non arrivò, anche perché Rukawa aveva completamente
frainteso la situazione. Del resto aveva l’abilità di addormentarsi mentre
pedalava, quindi non ricordava nulla di ciò che era successo.
“RISPONDI DANNATA VOLPE SPELACCHIATA!!”
Rukawa non sapeva cosa dirgli. L’aveva messo in tasca d’istinto, non c’era
un perché…..
Dunque rimase zitto come sempre, e questa fu la goccia che fece traboccare
il vaso.
Sakuragi, invaso da un’ira incontrollata, lo acchiappò bruscamente per la
maglietta e gli si avvicinò nero dalla rabbia.
“Non ti sopporto quando fai così, ma chi ti credi di essere?! Sei solo un
frigo-bar presuntuoso, TI ODIO MALEDETTO!!”
“Lasciami subito scimmione, ti ha dato di volta il cervello??! Non so di
che cosa tu stia parlando!”
rispose freddamente Kaede.
Ma questo per lui era troppo, e Hanamichi esplose come il Vesuvio su
pompei.
Non c’era più niente da fare: era partito. (NdKamiya quando parte
Hanamichi, l’unica cosa utile da fare è la fuga.)
Iniziò a tempestare Rukawa di testate e pugni, ribadendo a ogni colpo che
lo odiava a morte, e l’altro rispondeva con calci e gomitate, dicendo che
non gliene fregava niente.
La scazzottata durò abbastanza da ridurli in pessime condizioni.
Nonostante ciò, continuavano a scrutarsi malignamente, mentre il sangue
gli colava sulla fronte.
Questa volta Hanamichi c’era andato giù pesante, aveva decisamente perso
il controllo.
Ma si sentiva comunque soddisfatto, l’aveva conciato per le feste a quel
surgelatore! Peccato che anche lui le avesse prese di santa ragione.
Il risultato di tutta quella violenza fu un’inaspettato svenimento da
parte di Rukawa, che aveva perso troppo sangue.
Quando Hanamichi lo vide cadere a terra privo di sensi, in un lago di
sangue, rimase sconcertato.
Il senso di soddisfazione che aveva provato un attimo prima scomparve,
lasciando il posto ad un vuoto indescrivibile.
La sua mente viaggiò inevitabilmente indietro nel tempo. Sakuragi si sentì
impazzire a quella visione, era come ritrovarsi di fronte a QUELLA scena,
che aveva fatto tanto per dimenticare.
Per tanto tempo si era sforzato di cancellarla dai suoi ricordi, ed ora
rieccola lì, davanti ai suoi occhi.
Inizio FLASHBACK:
Hanamichi stava tornando a casa in una giornata come le altre, quando si
imbattè in un gruppetto di teppisti. Essendo un ragazzo forte e robusto,
li mise al tappeto senza sforzo. Rientrò in casa come se niente fosse ma
rimase pietrificato sulla porta appena si rese conto di cosa stava
succedendo.
Suo padre era disteso a terra, e respirava a fatica.
Si teneva con una mano il petto e implorava il suo aiuto, l'espressione
dolorante e sconvolta...
Improvvisamente svenne e rimase a terra senza dare cenni di vita. Sakuragi
lo chiamò e cercò di tirarlo su, ma quello sembrava non lo sentisse.
Era terrorizzato: decise di correre in ospedale, che si trovava a due
passi da lì, per portare soccorso al padre, ma fuori dalla porta lo
attendevano di nuovo i teppisti di prima, che questa volta erano aumentati
di numero.
Cercò di divincolarsi e sfuggire alla loro presa,incominciando ad urlare
come un ossesso e agitandosi in preda a un attacco isterico, ma questi lo
acciuffarono e lo riempirono di botte, impedendogli di raggiungere
l’ospedale in tempo per salvare la vita di suo padre.
Fine FLASHBACK
Per la prima volta in vita sua, provò un senso di pietà per il suo odiato
compagno:ammise con se stesso di essersi lasciato prendere la mano...di
aver esagerato...
Lo guardò: aveva perso i sensi ed ora era disteso sul lastricato,
un’espressione di dolore sulle labbra.
Sconvolto da quel sentimento a metà tra disperazione e rimpianto, si piegò
in giù verso il suo peggior nemico.
La sua mano gli accarezzò gentilmente il viso, poi gli sistemò i morbidi
capelli neri.
Anche se odiava Rukawa con tutto sé stesso, non poteva lasciarlo lì: lo
sollevò di peso,portandolo in spalla, e abbandonò in fretta e furia
l’edificio scolastico passando per le scale anti-incendio.
Correva per la strada che aveva percorso poco tempo prima, il vento che
gli scompigliava i capelli, e la vista che ogni tanto gli si offuscava.
-devo resistere, non posso cedere proprio ora- si incoraggiò, respingendo
la stanchezza e trascurando il notevole sforzo.
Si precipitò a casa, spalancando la porta con una spallata, e sistemò
Rukawa sul suo letto.
Subito dopo iniziò meticolosamente a curare le ferite che lui stesso gli
aveva procurato. Prima che avesse il tempo di realizzarlo, stava già
fasciandogli la testa con una garza, per poi sistemare bene il cuscino
sotto la sua nuca.
Ma Kaede Rukawa non era l’unico a necessitare delle cure, quindi si avviò
in bagno per disinfettarsi.
Quando ebbe finito, tornò da lui e gli si sedette a fianco, più tranquillo
e rilassato.
Fuori aveva ricominciato a piovere, e il grigiore del cielo impediva ai
raggi del sole di illuminare la stanza di Hanamichi.
-Io odio la pioggia!- sbruffò lui.
CAP2
L’esplosione di un lampo nel cielo lo fece trasalire.
“Accidenti, che paura!!!”
Per un attimo la stanza si era interamente illuminata di blu elettrico, e
il tuono a seguire sembrò squarciare cielo e terra.
“Hey Dio, puoi anche aspettare per il giorno del giudizio, io non ho
nessuna fretta!”
commentò Sakuragi, riprendendosi dal colpo improvviso.
“mmmmh…..ahio…..la testa…..”
Il tuono aveva svegliato Rukawa, che fino a quel momento aveva riposato
angelicamente.
Il ragazzo si guardò intorno, e per un attimo credette di essere in camera
sua. Poi si rese conto che non solo la camera non aveva alcunché di
familiare, ma c’era anche qualcuno seduto accanto al letto.
Con quella poca luce scorse la figura che gli stava davanti e lo guardava
con aria preoccupata….. no, non poteva essere lui, non Hanamichi!
Hanamichi si accorse che Rukawa lo stava esaminando con circospezione,
quasi avesse visto un fantasma, e per tenerlo buono disse:
“Ben svegliato Kitsune!Che c’è non mi riconosci? Forse ti ho dato troppe
legnate e hai perso la memoria, eh?”
La stupida voce di Hanamichi gli confermò che non era la sua
immaginazione,
quello era proprio il Do’aho.
E se quello era il Do’aho, di certo quella intorno doveva essere la sua
stanza….e di conseguenza…..il suo letto.
Un momento...il suo letto???!!
“Dove mi hai portato, imbecille?!!”
“Heeey, volpaccia abbassa le penne (anzi, il pelo!). Questa è casa mia,
per tua norma e regola, la casa del genio!Dovresti solo inchinarti, questo
è un luogo sacro!”
“…sempre il solito deficiente…..”
“Ma sentilo, ha parlato mister intelligenza! Dopo tutto quello che ho
fatto per te…!”
Rukawa rimase sorpreso da quelle parole. Che cosa aveva fatto per lui? Non
riusciva a capire….
Stette un attimo perplesso a riflettere su quell’affermazione.
Poi si rese conto che aveva una fasciatura intorno alla testa, e che era
stato medicato.
-No… non ci credo… non è possibile……Hanamichi si è preso cura di me??-
pensò sbalordito il moretto.
Intanto Sakuragi sogghignava nel vederlo così disorientato, e aveva
intenzione di metterlo a disagio ancora un po’.
“Allora, che te ne pare? Sono stato bravo?”
“mh….”
“ Bè? Sai dire solo -mh- per ringraziarmi? Guarda che se non fosse stato
per me saresti morto dissanguato. Mi devi la vita, caro kitsune!! Potresti
almeno metterci un po’ più di impegno nel ringraziarmi….”
Rukawa allora lo guardò intensamente in quei graziosi occhi castani.
“Vuoi che ti ringrazi?”
“Sì. DEVI. Capito, volpaccia?”
Senza dir nulla si tirò su dal letto, si avvicinò ad Hanamichi (che
sorrideva malignamente) e gli prese la testa fra le mani.
Allora Sakuragi smise di ridere ed ebbe un presentimento….
Ma cosa stava combinando quella volpe da quattro soldi? Perché gli teneva
le mani sulle guance? Però non si tirò indietro. Era curioso di vedere
cosa sarebbe successo.
Allora Rukawa, non incontrando nessuna resistenza, avvicinò le labbra alle
sue e lo baciò.
Hanamichi rimase immobile, colto alla sprovvista.
Si stava verificando qualcosa di assurdo, che non sarebbe mai potuto
accadere. Tuttavia stava succedendo, e Hanamichi gli stava dando corda.
Dopo i primi istanti di sbigottimento, tentò di allontanarlo, ma Rukawa lo
teneva stretto con le braccia intorno al collo.
Sentiva il suo respiro vicinissimo, il profumo di shampoo dei suoi
capelli, e il calore del suo corpo contro il suo…..
Rukawa non ne voleva sapere di staccarsi, e anzi, continuava a baciarlo
sempre più appassionatamente.
Si divincolò in ogni modo, e alla fine riuscì a separarsi da lui.
Gli mancava il fiato, e respirò profondamente per riprenderlo.
Dopodiché di voltò a guardare l’altro ragazzo, che se ne stava seduto sul
letto, tranquillissimo e con la solita espressione glaciale sul viso.
“….ma….sei ….impazzito…?….” sussurrò con difficoltà Hanamichi, mentre
riprendeva ancora fiato.
“Hey, Do'aho, non ci provare!Sei stato tu a dire….che….mi ami…..”
Quelle parole gli passarono attraverso come una lama appuntita, e
l’inferno si scatenò dentro di lui.
Quando mai aveva detto una cosa del genere? GIAMMAI!
Se lo stava inventando quel maledetto!! A lui piaceva Haruko, non era
dell’altra sponda!!
“Ma cosa diavolo stai farneticando, pezzo di idiota!”
“Cos’è? Vuoi rimangiarti tutto?”
“IO NON HO MAI DETTO NIENTE A RIGUARDO, BUGIARDO!”
“ah no,eh? E allora come me lo spieghi questo?….”
Kaede estrasse dalla tasca dei pantaloni il famigerato bigliettino rosa
dell’anagramma.
Alla vista del biglietto Hanamichi si zittì. Come faceva ad averlo lui?
“Bastardo, dove l’hai trovato?? E’ mio!”
“Me l’hai appiccicato sul parafango della bici, do’aho.”
Sul parafango della bici?
“Non è vero, quel bigliettino l’avevo io nel mio mazzo di rose per Haruko!”
Rukawa si ammutolì improvvisamente. Il suo volto impassibile si trasformò
per un attimo. Hanamichi giurò di vedere in Rukawa un’espressione triste e
arrabbiata allo stesso tempo.
Ma l’altro abbassò lo sguardo dicendo, con la testa chinata verso le
coperte:
“per….Haruko?..”
“Esatto!! Era la dedica d’amore per la mia Harukina cara!”
“….ah….”
Il clima in quella stanza era più teso del tempo che si scatenava di
fuori.
I fulmini che attraversavano i due ragazzi erano anche più potenti di
quelli che scoppiavano nella furia dell'acquazzone.
Dal viso di Rukawa iniziò a gocciolare qualcosa. Hanamichi rimase
esterrefatto a quella visione.
-forse gli si è riaperta la ferita in testa……-
A pensare questo Hanamichi si sentì in dovere di controllare.
Afferrò il viso di Kaede e lo sollevò nella direzione della luce.
“Volpaccia vieni qui, fammi un po’ vedere dov’e’ che ti……”
quello che gocciolava dal viso di Rukawa non era affatto sangue. Erano
lacrime.
Rukawa stava piangendo. Hanamichi rimase di sasso a guardarlo,
inespressivo, ma con fiotti di lacrime che gli rigavano il viso, come se
non riuscisse a trattenerle.
Si sentì travolto da un sentimento più forte di lui. Dentro di lui,un
oceano biblico si richiuse su sé stesso, sopprimendo ogni pensiero
negativo che aveva provato poco tempo prima per quel ragazzo.
L’acqua del mare si agitò vorticosamente, spumeggiando e andandosi a
infrangere contro il suo cuore. Per un attimo Hanamichi ebbe paura di
essere risucchiato dalla marea.
Poi però avvertì uno strano senso di pace, il mare si calmò e un raggio di
sole gli illuminò l’anima.
Che cosa gli succedeva? Quando aveva visto Rukawa piangere si era sentito
valere meno dello zero assoluto. E adesso sentiva un forte impulso, un
desiderio incolmabile di consolarlo. Ma perché?
Kaede distolse lo sguardo,gli tolse le mani dal viso e fece per alzarsi.
Ma Hanamichi agì d’istinto, comandato da qualcosa di superiore alla
ragione.
Si aggrappò al braccio di Rukawa e lo tirò a sé, abbracciandolo
calorosamente.
Non sapeva perché lo faceva, ma sapeva solamente che voleva farlo.
-vorrei ascoltare i battiti del suo cuore-
Hanamichi avvicinò la testa al petto di Kaede e stette così ad ascoltare
il suo cuore che batteva velocemente, quasi gli stava scoppiando.
La verità era che Rukawa aveva sempre saputo di amare Hanamichi, ma solo
in quel momento se ne stava rendendo conto. Gli accarezzò i capelli con
dolcezza, e lo strinse ancora più forte a sé. Non avrebbe voluto separarsi
da lui per nessuna ragione al mondo.
Intanto Hanamichi stava facendo chiarezza dentro di sé.
-sto commettendo un errore dal quale però, ho piacere-
Non si sarebbe mai aspettato che abbracciare Rukawa gli avrebbe fatto
quell’effetto…era quasi un’elisir….lo stava lentamente stregando…..
CAP3
Si stringevano stretti, l’uno contro l’altro, e tutto il resto non aveva
più importanza al di fuori del loro abbraccio.
Rimasero così per un po’, solo per l’affettuoso desiderio di essere
vicini.
Fu allora che Hanamichi si rese veramente conto che forse quello che stava
provando era amore…..
Ma amore per chi?
“Per un altro ragazzo” disse una vocina dentro di lui.
E aveva ragione. Era forse…diventato…gay?
Quel pensiero interruppe la magia che si era creata dentro e fuori di lui.
Che cosa gli succedeva così all’improvviso? Provava un senso di repulsione
all’idea di amare un altro uomo.
Eppure questo sentimento c’era, e alloggiava dentro di lui, deciso a non
scomparire.
Sakuragi allontanò sgarbatamente Rukawa da sé.
-Ma che cosa mi è preso? All’improvviso….pensare queste cose della
volpe….certo che pure lui…alla faccia del freezer!!E ora che cos’è questa
strana sensazione..?!Non riesco a scacciarla….-
La reazione inattesa di Hanamichi inizialmente stupì Kaede. Si chiese il
perché di quel gesto, e quando inclinò leggermente la testa di lato per
vederlo in faccia, si rese conto di quale fosse il problema.Era lui, il
problema.
Probabilmente Hanamichi si era pentito di quello che aveva fatto,in
effetti aveva un’apparenza terribilmente confusa.
Rukawa comprese i sentimenti contrastanti che dovevano percuotere in quel
momento il suo cuore. Del resto era più che ovvio, essere baciato da un
altro uomo non è certo una cosa che capita tutti i giorni.
Al contrario, Kaede non provava alcunché di contraddittorio.
Tutto era semplice e chiaro: aveva scoperto da poco di avere amato
Hanamichi sin dal primo momento in cui l’aveva visto.
Con la grande differenza che prima non se ne era mai accorto, o meglio,
non voleva accorgersene. E adesso era saltata fuori la verità, tutta d’un
fiato.
Accarezzò Hanamichi con lo sguardo, cercando un segnale nell’altro
ragazzo. Nel contempo Hanamichi alzava lentamente le ciglia verso di lui,
e, sconvolto, gli disse con voce roca:
“Che cosa mi hai fatto…?”
“…..”
“Non capisco…. Perché mi hai baciato…?”
“……Perché ti amo…..”
Quella frase fu il macigno che schiacciò definitivamente l’ultimo briciolo
di orgoglio rimasto in Hanamichi.
Lo amava.
La dichiarazione appena pronunciata dall'algida kitsune gli apparteneva
davvero?
Si ripercuoteva dentro di lui un'eco continua, quasi avesse bisogno di
senrtirla più e più volte per accertarsi della sua veridicità.
Eppure non era un sogno, né un'illusione: la kitsune aveva detto di
amarlo....e in quel preciso istante il mondo sotto i suoi piedi era andato
distrutto e adesso se ne stava creando uno nuovo, più bello, quello che
aveva sempre sognato: il mondo dove lui era finalmente corrisposto da
qualcuno.
Si fissarono intensamente senza battere ciglio, persi l'uno nello sguardo
dell'altro.
Rukawa,rompendo quell'attimo di magia, si avvicinò e gli prese il mento
fra le dita.
Ma non lo baciò subito, aspettò la reazione di Hanamichi, che intanto era
arrossito violentemente.
Al contrario delle sue aspettative, il rossino non reagì.
Non perse tempo: gli cinse la vita con un braccio e gli accarezzò una
guancia con la mano, mentre le sue labbra morbide incontravano le sue.
Questa volta Rukawa si spinse oltre. Voleva esplorare quella deliziosa
bocca.
Iniziò a fare pressione per costringerlo ad aprire la bocca, ma lui non ne
voleva sapere. Stringeva le labbra in modo da impedirgli qualsiasi accesso.Però
intanto il respiro gli veniva a mancare…. Non avrebbe resistito a lungo….
Hanamichi sussultò di nuovo, e Kaede trovò l’opportunità che stava
aspettando. All’inizio tentò in tutti i modi di ribellarsi, ma Rukawa lo
teneva stretto a sé per la nuca.
-probabilmente lo starò spaventando, ma ciò che conta adesso è che
finalmente posso assaggiare il suo sapore…quanto ho atteso questo
momento...-
Allora Sakuragi tentò ancora di divincolarsi, in preda al panico.
Desiderava quel bacio con tutto sé stesso, ma al tempo stesso non lo
avrebbe mai e poi mai accettato.
Ma la presa di Rukawa si fece più forte, impedendogli di fuggire.
Lo strinse a sé con tutta la forza che aveva.
Continuò a baciarlo con passione, quasi togliendogli il respiro, e
inclinando la testa lateralmente per riuscirci meglio.
Hanamichi dovette cedere, e lo assecondò per un po’.
-Ti stai baciando romanticamente con un ragazzo, con la volpe, il tuo
peggior nemico! E se non sbaglio, questo è il tuo primo, vero, bacio….caro
Genio.
Che cosa dirà Haruko quando vi vedrà insieme? Che cosa penserà Yohei
quando lo verrà a sapere? Penseranno che sei pazzo o pervertito e avranno
paura di te!!-
La vocina parlò di nuovo, con tono sarcastico
- Vedo che gli stai pure dando corda…ma bravo….! E così da oggi sei
ufficialmente gay! Benvenuto nel club,Hanamichi!-
La parola “gay” rimbombò incessantemente nella sua testa, fino a farlo
impazzire.
Riuscì a liberarsi dalla stretta, e si allontanò indietreggiando da Rukawa.
-come si è permesso di baciare il grande tensai?…che oltraggio
incredibile!!!era il mio primo bacio..…ora lo sistemo io!!!!!…-
Detto fatto, il tensai non ci pensò su due volte, e iniziò ad aggredirlo:
“Maledetto, adesso basta!! Devi smetterla di baciarmi, io non sono
OMOSESSUALE come te, hai capito?”
Rukawa sgranò leggermente gli occhi, senza manifestare apertamente gli
effetti del colpo che aveva ricevuto.
“Non ti voglio, brutta volpaccia mi fai schifo! Io…sono normale, a me
piace Harukina dolce, e non tu!!!…. E... adesso..vattene….sparisci
immediatamente dalla mia vista!”
Quelle parole pronunciate con tutta quella rabbia gli fecero ancora più
male.
Ebbe un fremito di dolore, poiché era stato appena trafitto da una lama
tagliente, e si sentiva morire.
Rimasero zitti entrambi, mentre Hanamichi, in preda al panico, si
artigliava i palmi delle mani serrate a pugno.
“Come vuoi,…..se ti da fastidio….non mi avvicinerò mai più a te. Ma sappi
una cosa, Do’aho…. Io ti ho sempre amato e non smetterò di farlo.Per
nessuna ragione al mondo.”
La fitta che aveva al cuore quasi gli impediva di parlare, e quelle parole
gli uscirono faticosamente di bocca.
Detto questo, Kaede si voltò e uscì dal portone senza fare alcun
rumore….con la stessa delicatezza con la quale era entrato nella sua vita,
ne uscì silenziosamente.
-Io ti ho sempre amato e non smetterò di farlo.Per nessuna ragione al
mondo-
la frase che aveva sempre desiderato sentirsi dire: eccola lì, gliel’aveva
spiattellata in faccia.
Nessuno prima di allora si era lontanamente sognato di esprimere
sentimenti simili verso di lui.
Aveva cercato disperatamente l’amore, dappertutto, ma adesso che lo aveva
trovato, si era accorto che la cosa era assolutamente sbagliata.
Loro due non potevano amarsi, no.
Rimase ancora una volta solo, i pugni stretti, a guardare il pavimento.
Era consapevole di averlo ferito, il suo comportamento era stato
crudele,spietato e soprattutto, ambiguo.
Sembrava incredibile, ma per la prima volta, qualcuno stava soffrendo per
lui.
Si morse un labbro, così forte da farsi uscire il sangue.
Pianse inconsapevolmente per una buona mezz’ora.
Odio e amore, amore e odio….
Odiava Rukawa ma al tempo stesso lo desiderava, e farlo soffrire era
l’ultima cosa che avrebbe voluto.
Quando l'aveva visto piangere aveva capito tutto, tutto quello che non
voleva capire, e che anche adesso allontanava da sé con rabbia, nel
disperato tentativo di dominare il sentimento nefasto.
Si abbandonò a peso morto sul letto, prigioniero dei suoi stessi pensieri,
cercando di trovare una risposta ai suoi mille perché. Rimuginò a lungo,
finchè non si sentì stanco e con le palpebre pesanti.
Mentre ancora singhiozzava, si addormentò.
Si risvegliò verso sera. Di fuori pioveva e aveva rinfrescato.
Andò in cucina e mise a bollire l’acqua per il tè.
Successivamente, si sedette sul letto e si voltò dalla parte della
finestra.
Per qualche minuto stette così a pensare (ancora una volta) a quello che
era successo.
Nella sua casa si udiva solo lo scroscio dell’acqua, rumore che Hanamichi
amava molto ascoltare nei momenti di tristezza e confusione.
Distolse lo sguardo dal vetro sgocciolante, e si diresse in cucina.
Dopodiché si sedette al tavolo e bevve una tazza di tè verde fumante,
sorseggiandola lentamente.
Lo assaporò fino all’ultima goccia, per poi rimanere immobile a fissare la
tazza vuota.
-Ricorderò questa giornata per il resto dei miei giorni- disse tra sé e sé
Hanamichi, iniziando a giocherellare tristemente con il recipiente dello
zucchero.
-Ma non perché sia accaduto qualcosa di meraviglioso, al contrario… questo
per me è il giorno più nero della mia intera esistenza!-
Era infatti il giorno in cui aveva scoperto una grande verità: lui, il
grande tensai del basket, l’uomo dalle mille risorse, Sakuragi
l’immenso….amava un'altro uomo.
Ci aveva riflettuto a lungo sopra, e aveva capito che se non fosse stato
così, poche ore prima non avrebbe provato quell’inaspettata passione nel
baciare Rukawa.
E solo questo era già motivo di grande sconforto per lui, che si sentiva
disorientato e terrorizzato alla sola idea di provare quel sentimento.
Però la cosa che gli opprimeva ancor di più il cuore, era stato il suo
atteggiamento irrazionale nei confronti di Rukawa.
L’aveva offeso, maltrattato, ferito e umiliato.
Il senso di colpa non lo lasciava in pace, avvertiva un urgente bisogno di
chiarirsi con lui.
“Sono uno stupido, non dovevo trattarlo così…”
Chissà come doveva sentirsi adesso il volpino…. Certo, gli aveva detto che
avrebbe continuato ad amarlo, ma….
-E se avesse cambiato idea?-
Questo poi….. se Rukawa avesse sofferto a tal punto da non poterlo più
sopportare? Sarebbe stato lui ad essere rifiutato questa volta, e avrebbe
sofferto ancora di più.
Pensò al record delle 51 donne che lo avevano scaricato. Non poteva
permettersi il bonus “+ 1 scaricamento da parte di un uomo”….!
-O Dio, perché ce l’hai tanto con me? -
Se ne andò a letto sperando di soffocare il suo dilemma nel sonno.
CAP4
Col cuore a pezzi, Rukawa camminava nel cortile della scuola.
Questa volta non dormiva in piedi, anche se moriva di sonno.
Infatti non aveva chiuso occhio quella notte, tormentato dal dolore che
gli aveva provocato Hanamichi.
Quel fuoco che gli si era acceso dentro quando l’aveva baciato, era stato
spietatamente spento a secchiate d’acqua gelida.
-Mi hai fatto veramente male, Do’ aho… dovrei odiarti con tutto me stesso…
ma non ci riesco….-
Intanto una folla ondeggiante di ragazzine liceali era entrata in estasi
vedendolo passare.
Spettinato, con aria sonnecchiante, tanto per non smentirsi, glaciale e
incavolata di primo mattino, e una mano appoggiata al petto.
“Waaaaa, guardate là! Rukawaaaa!”
“Oggi è bellissimo, divino, semplicemente….figo!”
“Avete visto? Tiene la mano sul cuore… che romantico!!”
“Non sapevo fosse un sentimentale…. Che carino….”
Appena arrivò al suo banco,vi si sdraiò come era solito fare, e si
addormentò.
Hanamichi arrivò poco dopo,anche lui, a pezzi.
Davanti alla scuola trovò Yoei e gli altri suoi amici che lo aspettavano
preoccupati.
“Hey ragazzi, guardate! E’ arrivato il re degli idioti!”
“Complimenti Hanamichi, sei riuscito a fare una figuraccia perfetta
davanti agli occhi di Haruko…c’è da festeggiare!!”
“Quando mi hanno detto che è stato investito da RUKAWA mentre cercava di
regalarle un mazzo di rose, mi sono sbellicato dalle risate!!!hahahaha!
Hanamichi, sei sempre il solito deficiente!”
Udendo quel nome, Hanamichi sobbalzò nervosamente.
Yoei notò la sua reazione e rimase di stucco.
“Lasciatemi stare, non è giornata.”
“Hey Hanamichi, ancora non ti sei ripreso,eh?”
“Per forza!La figuraccia che ha fatto è stata clamorosa, ecco perché ieri
non si è presentato alle lezioni!”
Ma Yoei aveva intuito che c’era dell’altro…. La tristezza di Hanamichi era
infinitamente più grande del solito….. doveva essergli capitato qualcosa
di molto serio.
“State zitti ragazzi, non è il caso di continuare….”
“Ma Yoei, che ti prende? Non è la prima volta che….”
”Ho detto di lasciarlo stare. Non mi sembra il caso…. sarà meglio non
interferire, potrebbe essere una cosa seria.”
“Oooohhh……”
Non poterono trattenere un grido di sorpresa. Che cos’altro c’era che non
sapevano? Forse era stato scaricato di nuovo?……Mistero della fede.
Tacquero tutti e quattro, rimanendo sul cancello a guardarlo mentre si
allontanava senza vitalità.
Certo che era proprio un bel soggetto da studiare….
Ormai davano per scontato che un giorno sarebbe entrato a far parte del
guinnes dei primati.
Il tensai quel giorno sembrava circondato da un’aura di negatività.
Addirittura il professore non osò avvicinarglisi, nemmeno quando si mise a
russare sul banco.
Sembrava posseduto dalle tenebre, e il suo sguardo era insolitamente
spento e glaciale.
Suonò la ricreazione, e Hanamichi rimase sul banco a dormire.
Uscirono tutti dall’aula, e entrò una ragazza: era LEI.
Haruko gli si avvicinò, per vedere come stava, e quando lo chiamò, lui si
voltò con sguardo gelido, fulminandola.
Lei si sentì sconcertata. Era lo stesso sguardo di Rukawa, pensò dentro di
sé. Strano che però fosse proprio Hanamichi ad averlo.
“Che vuoi?”
Rispose scortesemente Hanamichi.
“Ehm…..come stai…? Mi stavo preoccupando…dato che ieri….tu e Rukawa….non
siete venuti a scuola….Rukawa sta bene, anche se oggi è strano….. ma tu mi
sembri un po’…..più strano di lui…”
Era decisamente troppo.
“Questi non sono affari tuoi, lasciami solo!! Non sono dell’umore giusto
per parlarne.”
Haruko non si aspettava una risposta così scorbutica dall’allegro e solare
Hanamichi.
“D’….d’accordo….”
fece per andarsene,visibilmente shockata, ma Hanamichi la chiamò. Si voltò
nella sua direzione.
“Scusa Haruko… non volevo offenderti….. è che non mi sento bene.”
“non preoccuparti…. Non fa niente….”
“Senti, non è che potresti dire a Rukawa di aspettarmi all’uscita? Ho
bisogno di parlargli.”
“C-certo…. Ok…..farò come dici tu.”
- Oddio, speriamo che non voglia picchiarlo….-
“Ti ringrazio. E scusa ancora per prima.”
“Niente…. Ciao… Hanamichi”
Adesso aveva la conferma palese ed inequivocabile a tutte le sue domande.
Rispondere male ad Haruko sarebbe stato l’equivalente di bestemmiare per
lui.
E adesso, con quanta facilità quelle parole gli erano scappate di bocca.
Sentiva di volerle ancora bene, ma non l’amava più….
Era carina, gentile e simpatica….certo….però quel calore nel petto che
aveva provato con Rukawa era unico e insostituibile.
Non c’era niente da fare, per lei non avrebbe mai provato quello che
provava per Rukawa: un’attrazione fatale.
Loro due erano indissolubilmente legati da qualcosa di più grande di loro,
non v'era scampo.
Haruko naturalmente fu molto felice di avere motivo di comunicazione con
il moretto, che si limitò a rispondere a monosillabi al suo annuncio.
-E così vuole parlarmi….. Do’aho…..che cosa vuoi ancora da me?-
si grattò il capo con aria perplessa, per poi ripiombare nel suo solito
sonno.
Il termine delle lezioni giunse presto tra un sogno e l’altro, e Rukawa
raccolse tutti i libri in fretta per scendere nel posto dell’appuntamento.
Il cuore gli batteva all’impazzata per le scale, ma comunque decise che
sarebbe stato meglio se non l’avessero visto. Si arrestò nell’atrio.
Voleva essere sicuro che uscissero tutti (almeno la maggior parte) per non
rischiare di essere disturbato mentre parlava con Hanamichi.
Intanto Sakuragi si era appoggiato al muro esterno dell’edificio, e aveva
iniziato a fare le lastre a chiunque uscisse, per vedere se ci fosse la
sua volpina.
“Mammamia, il rossino!Hai visto che sguardo truce cha ha?”
“Perché guarda nella mia direzione?? Io non gli ho fatto niente!”
“Misà che si è alzato col piede sbagliato, quello è un elemento
pericoloso….sarà meglio affrettarsi a tornare a casa….”
Tutti gli studenti si dileguarono, sentendo il suo sguardo maligno su di
loro.
Tutti tranne uno: Yoei.
Si avvicinò all’amico, con aria preoccupata.
“Hanamichi…ti va di parlarne?”
Era veramente molto acuto….aveva già capito tutto.
“Non adesso Yoei… sto aspettando una persona…”
“Ah…capisco….” Il sospetto di Yoei si stava lentamente concretizzando.“Una
persona che inizia con la R e finisce con ukawa?”
“Ma…come fai a…..!”
“Ti sei forse dimenticato che io sono il tuo migliore amico?”
“Già…”
”non vorrei esser di intralcio…forse è meglio che tolga il disturbo….bè in
bocca al lupo,Hanamichi. E ricorda che se ti servirà qualcuno con cui
parlare potrai sempre contare su di me.Poi fammi sapere come è andata a
finire.”
“Grazie Yoei, ti chiamerò stasera.”
Se c’era una cosa che Hanamichi non sarebbe mai riuscito a fare, neanche
in cent’anni di vita, quello era nascondere qualcosa al suo migliore
amico.
Per lui Sakuragi era come un libro aperto: gli leggeva in faccia
esattamente tutto ciò che pensava e provava.
Del resto le amicizie importanti sono fatte anche di questo….
Mentre lo guardava camminare, ormai lontano, sul sentiero di casa,
Hanamichi non si accorse della presenza di Rukawa.
“Do’ aho…!!!”
Inutile dire che si spaventò a morte, sentendo quella voce all’improvviso.
“Ah….sei tu….Rukawa….” balbettò Hanamichi,ancora allibito, mentre
abbracciava il tronco di un albero nel tentativo di arrampicarcisi sopra.
“ Tsk!Sempre il solito idiota…"
“N-no…..no…..è che..ero soprappensiero…tutto qua.” rispose Hanamichi,
mollando il tronco e avvicinandosi a lui.
“Di che dovevi parlarmi?….”
la voce di Rukawa suonò un po’ indecisa e tremolante, come se avesse paura
a chiederglielo. Era evidente che temeva di soffrire ancora, e che doveva
fare un notevole sforzo per rimanere impassibile.
Gli occhi nocciola di Hanamichi si piantarono in quelli azzurri di zaffiro
della volpe, e li squadrarono con decisione.
-Ecco…me lo sento…. Sta per dirmi qualcosa di terribile…-
la bocca di Sakuragi si dischiuse appena.
A Rukawa venne in mente la scatola di Pandora, che quando si aprì, liberò
tutti i mali esistenti nel mondo.
-e adesso da lì usciranno tutte le cattiverie possibili ed
immaginabili…..saranno tutte per me. Non so se ce la farò ad ascoltare….-
“Kaede…..io……”
-dai dillo, “io ti odio” “io non posso più vederti” “io amo Haruko” “io ti
ammazzerei di botte”…..-
“io….ti amo….”
CAP5
Le catene che l’avevano imprigionato nella tristezza fino a un attimo
prima, si spezzarono e il cuore di Rukawa si librò leggero in aria, come
una colomba che prende il volo.
Anche Sakuragi provò una sensazione simile, perché il suo volto si
rischiarò e tornò ad essere quello di sempre.
“Anche io ti amo Do’aho…”
“allora non mi odi per quello che ti ho detto ieri sera? Eh, Kitsune?”
“no,Hanamichi. Ci ho provato, ma giuro, non ci sono riuscito.”
-Hanamichi… mi ha chiamato per nome….che bello!-
I due ragazzi tacquero,così diversi eppure così simili, e stettero ad
ascoltare il rumore dei ricordi.
“Come sarei io, senza di te?”
chiese Hanamichi, stringendo tra le sue braccia Rukawa.
“Saresti sempre lo stesso: Do’aho…!”
“No, non lo sarei….non senza la mia volpetta preferita.”
E così dicendo si scambiarono il bacio più appassionato della loro
esistenza.
Pensarono che quello non fosse il luogo e il momento adatto, e salendo in
due sulla bicicletta si proposero di raggiungere il mare.
Il rossino,infatti, conosceva un angolo di spiaggia deserto, in cui amava
passeggiare quando era pensieroso o quando voleva fare il
romanticone....era il suo piccolo posto segreto...e adesso ci stava
portando per la prima volta qualcun'altro!
Ovviamente Hanamichi aveva pedalato per due, mentre la kitsune se la
spassava sul portapacchi, avvinghiato alla schiena del suo idiota.
Arrivarono dopo una buona mezz'oretta di pedalata e di finti litigi di
ordinaria amministrazione.
La spiaggia era deserta, essendo autunno, e risplendeva di un biancore
candido che contrastava con l’azzurro dell’acqua marina.
Kaede si sdraiò sulla sabbia fine, trascinando con sé nella caduta il
tensai, e rotolarono avvinghiati per un po’.
Poi si fermarono.
Le loro labbra si sfiorarono, poi si unirono in un bacio e un altro
ancora, finchè non si sentirono ardere, ognuno desiderando l’altro con
tutta l’anima e corpo.
La mano di Rukawa scivolò sotto la camicia dell’altro, iniziando ad
accarezzarlo e a solleticarlo maliziosamente.
Sakuragi slacciò il colletto di Kaede e cominciò a tempestarlo di baci sul
collo, facendolo fremere di piacere.
I loro movimenti si facevano sempre più frenetici,accesi dal ritmo della
passione….
Fintanto che Kaede sbottonò la divisa di Hanamichi e la gettò lontano,
mentre lui gli sfilava i jeans.
In un attimo si ritrovarono a contatto l’uno contro l’altro, senza niente
addosso.
Hanamichi attirò ancora di più Rukawa verso sé, finchè non furono così
uniti da diventare una cosa sola.
Stavano vivendo un momento idilliaco, di quelli che ti chiedi se sogni o
sei desto, cullati dal mormorio del mare in sottofondo, e dall’eco di
qualche gabbiano in lontananza.
Si levò una leggera brezza e i capelli dei due ragazzi si agitarono al
vento,mescolandosi il rosso nel nero, mentre consumavano la loro prima
volta, i palpiti dei loro cuori a contatto e le loro menti sgombre.
Salirono di corsa le scale del paradiso e entrarono in un'altra
dimensione.
Poi si lasciarono ricadere dolcemente dal cielo, come due petali di rosa
trasportati dal vento.
Entrambi si sentirono impazzire, e nel momento in cui furono esausti si
lasciarono avvolgere completamente dalla magia del sogno di venere.
Dopo un po' Hanamichi si girò su un fianco, aprendo un occhio e
massaggiandosi la schiena.
"Kaede...."
disse una voce flebile, impastata dal sonno.
"...hm?..."
"...tu sei mio...solo mio,capito Baka-kitsune?"
"Tsk...fa come vuoi..."
"hey??!Come puoi parlare così dopo che...dopo che....*\*!!Si insomma, hai
capito!!"
Con un leggero sorriso dipinto sulle labbra, cosa rarissima e al contempo
splendida da vedere, la Kitsune si voltò verso il suo Do'aho, i capelli
fini spettinati che gli ricadevano a ciocche scomposte sulla fronte.
"Sarò tuo, solo se tu sarai mio...per sempre...."
Il color nocciola degli occhi di Hanamichi si confuse nell'azzurro
cristallino di Rukawa, che successivamente aveva appoggiato la testa al
suo petto adagiandosi docilmente fra le sue braccia.
"Certo che sì, stupida volpe....non ti lascerò più,per nulla al
mondo....perchè..."
La kitsune risalì con lo sguardo dal petto agli occhi del rossino, e con
sguardo furbo e curioso domandò "perchè...?"
Hanamichi sorrise comprendendo il giochetto della volpacchiotta e lo
strinse a sè sigillando quella promessa in un bacio.
"Perchè...mi sembra di avertelo già detto....no?"
"Voglio risentirlo."
La risposta secca tipica della volpe, che adesso fingeva di essere
arrabbiata.
"Perchè ti amo...."
Il sole si stava ormai spegnendo all’orizzonte, illuminando di rosso due
figure in riva al mare, che riposavano l’una sul petto dell’altra, quasi a
confondersi in una cosa sola, strette in un abbraccio senza fine
nel tentativo di rendere eterno l’attimo più intenso della loro vita.
L’angolo di Kamiya
oooh, finalmente è finita!!!!
E’ una delle prime storie che riesco a portare a termine, evvai!!!
Rullino i tamburi, via con la musichetta di sottofondo, e…. clap clap
clap…grazie degli applausi!!!
E’ la mia prima fan fiction in assoluto, e dunque anche la prima su Slam
Dunk.
Poteva venire meglio, in effetti... °___°'''
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