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Per amore mio

parte XX

di Nuel


A peggiorare lo stato confusionale di Harry, arrivarono i sorrisi di Zabini e della Parkinson.
-Ma non capisci, Potter? E’ fantastico!- esclamò la ragazza.
-Ma cosa?- chiese Harry, che, dopo aver raccontato per filo e per segno ogni cosa, non capiva il motivo della loro contentezza.
-La votazione, Potter!-
Harry lo guardò ancora senza capire.
-Il Desiderio!- aggiunse la Parkinson. -Non potrai sbagliare! Ti basterà desiderare che ogni pallina nel sacchetto sia bianca ad eccezione di una! Nessun giurato potrà dire che la votazione non è valida!-
Harry cominciò a capire. -Perché nessuno saprà come hanno votato gli altri...-
-Esatto!- esultò la Parkinson.
Harry, sfinito, ma contento si lasciò cadere su una sedia. -Credo che questa notte riuscirò a dormire-
-Inoltre- aggiunse Zabini -La votazione avrà luogo il sei giugno, quindi Draco sarà maggiorenne e non dovrà passare un solo giorno sotto la tutela di qualcuno!-
Harry sorrise e, davvero, quella notte riuscì a dormire.

Il giorno della sentenza, Harry prese il Desiderio e, molto nervoso, raggiunse l’ufficio della preside. Insieme andarono al Ministero ed Harry si irrigidì, continuando a ripetersi che non doveva assolutamente farlo.
Cominciò a sudare, nonostante sentisse freddo e si impose di non guardare in modo circospetto ogni Auror che incontravano.
-Si calmi, Potter- gli bisbigliò la McGranitt e, per un attimo, Harry si chiese se la strega “sapesse”. In fondo, Silente sembrava sapere sempre tutto. Possibile che fosse retaggio del preside di Hogwards? O forse aveva solo percepito la sua tensione e pensava che fosse preoccuppato per la sentenza.
Mentre pensava e percorreva la strada senza guardarla, conoscendola ormai a memoria, arrivarono all’aula.
Harry infilò le mani in tasca, stringendo il Desiderio e liberando la mente, invasa dalla paura.
Arrivarono i membri del Wizengamot e Draco ed il suo avvocato.
Scrimgeour chiese ai giurati se avessero votato ed un loro portavoce rispose di si. Teneva in mano un sacchetto nero.
Percy Weasley si avvicinò al giurato e prese in custodia il sacchetto.
Harry espresse il desiderio con tutta la forza che aveva, serrando gli occhi e pregando.
Percy aprì i cordoni del sacchetto e, davanti a tutti, cominciò ad estrarre le palline una ad una.
-Bianca!- annunciò la prima.
-Bianca!- ripeté un attimo dopo.
Una ragazza dall’aria severa annotava su una pergamena.
-Nera!-
Ci fu un brusio lungo quanto un respiro e poi tornò il silenzio.
-Bianca!-
Il brusio tornò di nuovo e scomparve.
-Bianca!- la conta delle palline bianche andò avanti per un po’.
Harry credeva che il suo cuore sarebbe esploso prima della fine. Quante maledette biglie c’erano in quello stramaledetto sacchetto?!
Quando Persy annunciò la fine ed il numero delle bianche era decisamente superiore alle nere, le voci si alzarono di nuovo, ma Scrimgeour batté il suo martelletto.
-La giuria ha votato: l’imputato Draco Malfoy è prosciolto da ogni accusa. La seduta è tolta!-
L’avvocato di Draco gli strinse la mano. I bracciali si erano già aperti e Draco si alzò in piedi, muovendo alcuni piccoli passi.
Harry non riusciva a muoversi.
Lady Malfoy non si era presentata, non poteva abbracciare suo figlio pubblicamente.
La McGranitt si alzò e gli diede un colpetto sulla spalla. -Si muova, Potter! Vada da lui!- la strega sembrava compiaciuta, le labbre atteggiate in un sorriso mal celato.
Harry raggiunse Draco, ma non aveva il coraggio di abbracciarlo.
Erano passati tre mesi.
-Harry- Draco camminò lentamente fino a lui.
Si guardarono per qualche istante, avevano entrambi gli occhi pieni di lacrime.
-Mi dispiace...- Draco gli buttò le braccia al collo, lasciandosi scappare un singhiozzo e nascondendo il viso contro il suo collo.
-Di cosa ti dispiace?- Harry sentì a malapena la propria voce.
-Ho fatto ricadere la colpa su di te... ho rovinato la tua immagine pubblica...-
Harry sorrise, stringendolo.
Malfoy produsse un basso gemito, quasi delle fusa. Adorava essere stretto da Harry. Gli era mancato tanto.
-Credi che me ne importi?! Tu piuttosto...-
Draco socchiuse le labbra in una specie di sorriso, senza sollevare gli angoli della bocca e lo guardò intensamente.
-Dobbiamo tornare a scuola, adesso- li chiamò la preside, interrompendo il loro momento.
Harry sostenne Draco per tutto il tempo. Sembrava debole e stanco.
La preside li condusse in una stanza vicina alla Sala Grande.
Narcissa Malfoy, Zabini e la Parkinson aspettavano lì.
-Draco!-
Draco si buttò tra le braccia di sua madre, che lo abbracciò e lo baciò teneramente, con le lacrime agli occhi.
Anche i Serpeverde erano commossi ed aspettavano che la madre lo lasciasse per poterlo abbracciare a loro volta.
Harry si ritrasse, tornando alla torre di Grifondoro. Aveva fatto il suo dovere, Draco era libero ed al sicuro. L’Ordine della Fenice avrebbe protetto madre e figlio e ora lui poteva dormire davvero e recuperare tutte le notti insonni e la tensione accumulata in quei mesi.
Aveva promesso che avrebbe lasciato Draco... un singhiozzo gli sfuggì contro il cuscino e poi cominciò a piangere.
Ron entrò piano, chiamandolo a bassa voce, ma sentendo i suoi singhiozzi si avvicinò senza esitazioni.
Hermione era con lui e chiuse la porta del dormitorio.
-Harry... cosa c’è?- Ron gli si sedette accanto, accarezzandogli i capelli.
Harry scosse la testa e si alzò a sedere. Si asciugò le lacrime col dorso della mano e sorrise ai suoi amici.

Ormai tirava aria di esami. Harry aveva saltato la colazione ed il pranzo. Sicuramente in Sala Grande tutti stavano bisbigliando di Draco e lui e di come il Serpeverde avesse evitato la prigione. Probabilmente Draco si sentiva solo... o forse, come aveva detto la Parkinson, finalmente si sarebbe ricongiunto col ragazzo che amava veramente. Se era così, lui preferiva starne fuori.
Si era seduto di fronte alla tomba di Silente, guardando il marmo bianco come se il suo amato preside potesse impartirgli ancora qualche insegnamento.
L’aria era tiepida, presto sarebbe stata estate. Doveva decidere cosa fare della sua vita, dopo la scuola. Dubitava seriamente che sarebbe stato ammesso alla scuola per Auror, dopo tutti i casini che aveva fatto. Certo, per un po’ sarebbe stato l’uomo di Scrimgeour... ammesso che il Ministro lo volesse ancora, adesso che era l’icona dei maghi omosessuali di mezzo mondo.
-Che fai?-
Harry sussultò sentendo la voce di Malfoy alle sue spalle. -Ciao. Non ti avevo sentito- si giustificò.
Il Serpeverde si sedette accanto a lui, guardando la tomba bianca e restando in silenzio per qualche minuto.
-Cosa farai, adesso?- gli chiese poi.
-Non lo so. E tu?-
Malfoy fece spallucce. -Non riesco a pensare a cosa farò tra un mese. E’ già abbastanza difficile pensare a domani, adesso-
Harry annuì comprensivo e passarono altri minuti.
-Blaise e Pansy mi hanno raccontato... siete stati forti!-
-Già- Harry sorrise brevemente. -Non sono male i tuoi amici-
-Lo so- sorrise Draco, con una punta di orgoglio. -Sai cosa pensavo, quando ero in quella cella?- riprese Malfoy.
-Cosa?-
-Pensavo che, quando sarei uscito... - si inumidì le labbra con la punta della lingua e sospirò. -... avremmo fatto sesso fino a non poterne più- gli sorrise con una certa sofferenza ed Harry deglutì a vuoto.
-Perché non sei venuto da me, ieri notte? Ti ho aspettato-
-Draco...-
-La McGranitt mi ha lasciato la mia stanza, dice che è più sicuro. Ho tanta voglia di dormire, Harry... sono così stanco che credo potrei dormire per una anno intero, ma ho paura- si interruppe guardando il cielo e strizzando gli occhi a causa della luce.
-Ho paura di svegliarmi e scoprire che era un sogno, che in realtà mi hanno chiuso ad Azkaban e che tu non ci sei. Non voglio dormire da solo-
Harry strinse le labbra e strappò qualche filo d’erba.
-In aula hai detto di amarmi...-
Harry sentì il cuore partire a più non posso. -E’... è vero. Ti amo, Draco-
-Allora perché sei ancora lì impalato, invece di baciarmi e stringermi forte... tu mi sei mancato da morire... ma forse, tu, in questi mesi... hai...-
-No!- Harry si girò a guardarlo per la prima volta. -Mi sei mancato-
-Non me lo dimostri...-
Harry tornò a guardare davanti a sè. Sentiva un groppo in gola. -La Parkinson mi ha detto che la storia che avevi prima... era importante..-
Draco piegò la testa di lato, confuso.
-Mi ha fatto promettere che non ti sarei stato addosso, una volta libero, per darti il tempo di capire con chi vuoi stare-
Draco rise piano e scosse la testa.
Harry tornò a fissarlo, incredulo. -Cosa c’è da ridere? Non mi avrebbero aiutato se non glielo avessi promesso!-
-Credi davvero?-
Harry ammutolì.
-Mi volevano fuori quanto te, Harry. Avresti potuto dirgli che mi volevi aiutare per uccidermi con le tue mani e loro ti avrebbero dato il Desiderio ugualmente e si sarebbero occupati di te dopo- sorrise della sua ingenuità con qugli occhi chiari come l’acqua ed Harry riuscì a sorridere a sua volta.
-Serpeverde!- sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Ancora non mi abbracci?-
Harry allungò una mano ad accarezzargli il viso e Draco gli fece le fusa, baciandogli il palmo ad occhi chiusi. -Ho iniziato nel modo sbagliato con te... voglio anch’io che tu sia sicuro-
-Sono sicuro, Harry-
-Ma l’altro ragazzo...-
-Non c’e nessun altro, Harry. Solo tu. E’ solo te che amo-
-Ma la Parkinson... e Nott-
-Sono un Legillimens, Harry-
-Cosa? Che c’entra adesso?-
-Non so chi fosse: captavo i suoi pensieri su di me-
Harry aggrottò le sopracciglia. -Cosa?-
-Ero disperato e mi sono aggrappato a quest’idea: c’era un ragazzo, a scuola, che doveva avere del debole per me... volevo trovarlo e ricambiare il suo affetto perché era l’unico che vedeva qualcosa di buono in me...-
-Cosa pensava? Voglio dire... che... che razza di pensieri faceva su di te?-
Draco sorrise dolcemente, come si sorride ai ricordi che ci sono cari e distolse lo sguardo da Harry, arrossendo vagamente. -Non posso dirtelo-
-Perché non puoi?- si scaldò subito Harry.
-Perché sono cose... personali!-
Harry si mise in ginocchio, pronto a scattare. -Stai dicendo che c’è qualcuno in questa scuola che fa pensieri sconci su di te?!-
Draco rise di cuore. -Geloso?-
-Ma io lo schianto! Voglio sapere chi è! Nessuno tranne me può pensare a te in modo meno che casto!-
Draco ghignò e si alzò in piedi, cominciando ad incamminarsi verso il castello.
-Vuoi dire, Potter, che tu fai pensieri sconci su di me?- chiese allusivo, alzando un sopracciglio e continuando a ghignare.
-Certo! Ne faccio un sacco! Dove pensi di scappare?- si mise in piedi per raggiungerlo, ma Draco allungò il passo.- Vieni qui Malfoy!-
-E che cosa pensi?- gli chiese per stuzzicarlo un altro po’.
Harry scattò in avanti, raggiungendolo ed agguantandolo strettamente.
-Penso che ho voglia di mettere in pratica tutte le mie fantasie su di te- gli soffiò ad un millimetro dalle sue labbra.
-Allora, ti ricordo che la mia camera è disponibile- colmò la distanza praticamente inesistente tra le loro labbra e lo baciò appassionatamente, stringendolo.
-Devo dirti una cosa- ansimò Harry dopo il bacio.
-Cosa?-
-Ho fatto pace con Ron ed Hermione-
Draco lo guardò un momento e poi sorrise. -Credo che la Granger ed io potremmo diventare dei terribili alleati se tu Weasley...-
-Non succederà mai, te lo giuro!- lo interruppe Harry, senza farlo finire. -E’ solo te che voglio!-
-Bene, Potter... perché ho tre mesi di sesso con te in arretrato e non intendo dividerti con nessuno!-
Harry gli sorrise beffardo. -Ma non eri tanto stanco da poter dormire un anno intero?-
-Dormiremo, Harry! E faremo l’amore e mangeremo e rideremo e litigheremo e faremo tutto...- Un singhiozzo lo interruppe ed Harry vide le lacrime colmargli gli occhi.
-Si. Abbiamo tutta la vita davanti per fare tutto!- Lo strinse e lo baciò e sentì che anche dai suoi occhi scivolavano lacrime. Lacrime di gioia e di sollievo, si disse.
Lacrime in cui si riflettevono per la prima volta gli occhi limpidi come acque marine che aveva tanto sognato.


Fine