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Per
amore mio
parte XVI
di Nuel
Un suono secco e il legno si infranse.
Era la fine di una scopa gloriosa, con cui aveva volato centinaia di volte.
Harry ruzzolò sul pavimento, poi si alzò e si scagliò contro l’Auror, ancora
tramortito per il colpo.
Harry l’aveva volontariamente investito a tutta velocità e ora lo colpiva,
lo colpiva, lo colpiva.
I pugni gli facevano male, ma quell’uomo aveva ferito Draco, l’aveva
scaraventato a terra e l’aveva afferrato per il collo, gli aveva scagliato
addosso incantesimi che solo per fortuna aveva evitato.
Le braccia di Draco si serrarono sul petto di Harry, cercando di
trattenerlo. Tremavano. Tutto il corpo di Draco tremava ed Harry abbandonò
il suo feroce attacco per girarsi ed abbracciare stretto il suo ragazzo. Per
consolarlo.
Draco singhiozzava sul suo petto ed Harry gli baciava i capelli, dimentico
dei suoi amici sulla scala.
Ron ed Hermione fissavano la scena muti. Agghiacciati cercavano di negare
che “quello” fosse Malfoy. Avrebbero imboccato il corridoio, l’avrebbero
percorso fino alla fine, girando a destra ed avrebbero preso delle altre
scale, poi avrebbero sceso tre rampe ed avrebbero girato a sinistra,
percorrendo il corridoio che li avrebbe portati da Harry ed a quel punto
avrebbero visto che Harry non stava stringendo Malfoy mentre un Auror
rantolava sul pavimento, ma un altro ragazzo, mentre uno studente con cui
aveva litigato rantolava sul pavimento. Ne erano certi, sarebbe andata così.
-Ha... chiama... to... ha... chiamato- singhiozzava Draco, stretto tra le
braccia di Harry.
-Shh, calmati adesso, ci sono io. Chi ha chiamato?-
-Lord Vol.. “Lui”... Mi avevi detto.... di dir...te...lo...-
Draco sollevò il viso per guardarlo e cercò di calmarsi. -Mi avevi detto...
che dovevo dirtelo... se “Lui” chiamava i Mangiamorte... Ti stavo
cercando...- scoppiò di nuovo a piangere. -Ma mi ha visto... non sono
autorizzato a salire fino a questo piano... mi ha chiamato e io mi sono
messo a correre.... volevo trovarti...-
Harry assotigliò gli occhi. Un leggero livido rosso cominciava gia a
comparire sulla tempia di Draco. Doveva aver picchiato la testa quando l’Auror
l’aveva spinto a terra. Sarebbe comparso un bel ematoma.
-Vieni, ti porto da Madama Chips, intanto-
-Lu..i?- chiese Draco indicando l’Auror.
-Se la caverà-
Harry non era molto disposto ad aiutare l’individuo che aveva sconvolto
tanto Draco e, in ogni caso, sapeva che a momenti sarebbero arrivati Ron ed
Hermione.
Avrebbe di sicuro avuto molto da spiegare, ammesso che fossero ancora
dell’opinione di ascoltarlo, ma di sicuro non avrebbe dovuto rivelargli
l’identità del ragazzo che amava.
Madama Chips spalmò una generosa dose di unguento giallognolo sulla faccia
di Malfoy e gli fece bere una pozione calmante, poi sparì ad occuparsi dell’Auror,
a cui pareva che Harry avesse rotto qualche costola.
Harry rimase seduto sul letto di Malfoy. Il ragazzo aveva smesso di
piangere, ma non voleva sdraiarsi, come se temesse che nel sonno potesse
accadere qualcosa di terribile.
Ron continuava a guardare nella sua direzione.
Come aveva previsto i suoi amici avevano soccorso l’Auror e forse ora
volevano parlargli, ma tenere le mani di Draco nelle sue era immensamente
più importante.
Le loro dita si intrecciavano e si accarezzavano, entrambi fissavano le loro
mani e non dicevano nulla.
-Harry?- la voce di Hermione ora era chiara e distinta, ma Harry non si girò
a guardarla. -Madama Chips ha detto che gli hai solo rotto qualche osso, ma
che è stato fortunato. Avresti potuto ucciderlo. Dovrà fare rapporto alla
preside, lo sai, vero? Potrebbero sospenderti...-
-Grazie Hermione. Ora non mi importa-
-Harry! Come può non importarti? E’ il tuo futuro!-
Cara vecchia Hermione, sempre la stessa... -Non mi importa Herm’-
Harry sorrise a Draco e lui gli rispose. Harry gli sollevò una mano e la
baciò.
-Sarà bene avvisare il professor Lumacorno...- suggerì ancora la ragazza,
fissando la schiena e i gesti dell’amico e lo sguardo di Mafoy, così diverso
da quello che ricordava.
-Se puoi... avvisa anche... Zabini e la Parkinson...-
Sentì i passi di Hermione e di Ron lasciare la stanza. Madama Chips era
ancora indaffarata con l’Auror.
-Spero che mi perdoneranno almeno in parte ora che ti ho salvato... mi sono
giocato una brillante carriera da Auror per te- gli sorrise di nuovo.
Draco rise, ma smise subito per il dolore alla testa che si diffondeva
rapidamente.
-Ho combinato un pasticcio, vero, Harry?-
-No... va bene, solo un po’- concesse Harry, vedendo la sua espressione
scettica.
-Ora cosa intendi fare? Vuoi cercare l’Oscuro?-
-Se tu stessi bene, si... ma adesso preferisco restere con te. Vedrai che a
momenti arriverà la McGranitt. Le dirò di avvisare gli Auror-
-Ho paura che d’ora in poi sarà più complicato per noi... non sai quante
volte ho fantasticato che tu decidessi di farmi scappare... mi mettevi sotto
il tuo mantello e volavamo via sulla tua scopa, fino oltre i confini di
Hogwarts...-
-Temo che la mia scopa non volerà più nemmeno dentro i confini della
scuola... e in quanto a scappare...-
-Non fa per te. Lo so-
In quel momento la porta dell’infermeria si aprì e la preside ed il
professor Lumacorno entrarono a passo di marcia.
La McGranitt aveva un’aria molto arrabbiata. Si rivolse subito
all’infermiera, guardando l’Auror che pareva svenuto, poi si diresse verso i
due ragazzi.
-Che ti avevo detto?!- bisbigliò Harry, stirando le labbra in un sorriso
privo di allegria.
-Potter! Spero che lei abbia un’ottima giustificazione per quel che ha
fatto! E lei, Malfoy? Madama Chips mi ha detto che non ha nulla di grave.
Dovrà spiegare perché è uscito dall’area in cui le è concesso muoversi-
Lumacorno annuiva alle sue spalle, i folti baffi spioventi ancora umidi,
probabilmente era stato interrotto durante uno dei suoi soliti spuntini.
Harry prese subito la parola, stringendo le dita di Draco nelle sue.
-Malfoy stava venendo da me su mia richiesta, signora. Gli avevo chiesto di
avvisarmi subito qualora Voldemort stesse chiamando i suoi Mangiamorte!-
Lumacorno sussultò, mentre, molto più contegnosamente la preside si rivolse
a Malfoy.
-Ha cercato di mettersi in contatto con lei, signor Malfoy?-
Draco scosse la testa. -Non con me: con tutti i Mangiamorte. Quando lui
tocca il Marchio di uno di noi, tutti gli altri lo sentano e sanno che
devono raggiungerlo-
-Il Ministero ne sarà informato immediatamente. Potter, dovrò prendere dei
provvedimenti nei suoi confronti, spero si renda conto che il suo
comportamento è stato inammissibile!-
-Ma signora...-
-Niente “ma”, Potter. L’avevo già avvertita. Si faccia dare una controllata
da Madama Chips e poi mi raggiunga nel mio ufficio!-
-Si, preside- dovette acconsentire Harry.
L’infermiera gli si avvicinò. -Hai preso qualche botta, Harry, cadendo dalla
scopa?-
-No-
La donna gli sorrise comprensiva. Harry aveva passato tanto tempo in
infermeria che avevano preso l’abitudine di parlarsi senza troppi
convenevoli.
-Fammi vedere le mani.... ti si gonfieranno, lo sai?-
-Si-
-Mettiti questa prima di andare a dormire e poi di nuovo domattina- gli
passò una boccetta di unguento giallognolo come quello che aveva spalmato
sul viso di Draco e gli massaggiò le mani con una dose abbondante dello
stesso, prima di passare a dare un’occhiata al Serpeverde.
-Ble! E’ disgustosa!- Protestò Harry appena l’infiermiera li ebbe lasciati
di nuovo soli.
Draco ridacchiò. -E tu ce l’hai solo sulle mani! Io ho mezzo viso coperto da
quella roba puzzolente!-
Harry rise e gli accarezzò la guancia sana. -Rimedio subito mettendotela
anche di qua!-
-Non essere disgustoso, Potter!- protestò subito. -Quella si può usare al
massimo in un altro modo!- Disse allusivo.
-Piccolo pervertito! Non vorrai che approfitti di te in infermeria!-
sghignazzò Harry.
-Tanto ormai...- rise Draco. La pozione calmante doveva aver fatto effetto
perché il ragazzo sembrava completamente rilassato e si lasciò scappare uno
sbadiglio, che però gli fece lacrimare l’occhio per il dolore alla tempia.
Pochi minuti dopo arrivarono la Parkinson e Zabini.
Draco gli sorrise, sembravano immensamente preoccupati.
-Cosa ti è successo? Chi è stato?- si precipitò subito la ragazza,
abbracciandolo.
Zabini fulminò Harry con lo sguardo, pareva pronto a schiantarlo al primo
movimento del Grifondoro.
-Non è stato Harry, Blaise- lo richiamò il biondo, prima che il suo amico
passasse all’azione. -E’ stato l’Auror che mi sorvegliava. Harry mi ha
difeso... l’ha investito con la scopa!-
Draco ed Harry si scambiarono un mezzo ghigno d’intesa, mentre gli altri li
osservavano stupiti.
-Sarà meglio che vada a sentire la mia punizione dalla preside, mentre tu
gli spieghi. A dopo- Harry lo baciò delicatamente sulle labbra,
accarezzandogli brevemente i capelli ed andò via con un gesto rapido per
salutare i due nuovi arrivati.
Pansy lo seguì con lo sguardo per alcuni metri, prima di tornare a fissare
un Draco quasi gongolante che non riusciva a staccare gli occhi di dosso al
ragazzo che stava uscendo.
-Credo che tu abbia molto da dirci, Draco!- lo incoraggiò ad iniziare, la
ragazza.
Harry bussò alla porta della preside e quando entrò si trovò davanti al
ministro Scrimgeour ed al capo degli Auror.
-Buon giorno- li salutò, guardando prima uno, poi l’altro e la preside.
-Si accomodi Potter. Ho riferito ai signori quello che lei ed il signor
Malfoy mi avete riferito e sono molto interessati a conoscere i particolari-
-Si, signora- rispose educatamente Harry, sedendosi.
Il ministro lo fissò con sguardo duro. Forse pensava che ora che Silente era
morto si sarebbe ammorbidito e gli avrebbe dato una mano, ma ad Harry
interessava solo che Voldemort venisse eliminato e che i guai di Draco
finalmente finissero.
Raccontò tutti i particolari di cui era a conoscenza e quando finì attese le
loro reazioni.
-Una squadra di Auror è sempre all’erta, ma se davvero un certo numero di
Mangiamorte è riunito da qualche parte, cercheremo accuratamente. Se
conoscessimo il luogo sarebbe più facile. Provvederemo ad interrogare Malfoy!-
“E intanto finiranno di dirsi quello che devono e se ne torneranno a casa!”
Pensò Harry digrignando i denti.
-Sposteremo immediatamente Malfoy in una delle celle del Ministero, col suo
permesso, preside McGranitt e poi...-
-No!- Harry si alzò con fare bellicolo.
-Si calmi, Potter- intervenne la preside. -Il signor Malfoy è ferito e dovrà
restare qualche giorno in infermeria-
Scrimgeour fissò di nuovo Harry, corrugando le sopracciglia cespugliose.
-Va bene- rispose il capo degli Auror. -Allora gli farò visita in
infermeria, ma poi dovrà essere trasferito ad Azkaban-
-Ma non potete farlo!- Protestò di nuovo Harry. -Draco sarà in pericolo in
quella prigione!- guardò speranzoso la preside.
-Sono sicura, Primo Ministro, che le informazioni che il signor Malfoy sta
fornendo spontaneamente serviranno come attenuanti durante il suo processo-
-Certamente, Minerva, ma... ciò non toglie che quel ragazzo è un criminale-
-Ministro, lei non...-
Scrimgeour trapassò Harry con lo sguardo. -Credo, signor Potter, di averle
già parlato, in passato dell’aiuto che potrebbe dare a questo Paese ed alla
sua comunità magica-
Harry lo fissò negli occhi, cercando di ricomporsi. Le sue energie parvero
scemare come le ombre a mezzogiorno. -Si signore, ho capito-
-Molto bene, giovanotto-
-In quanto a lei, signor Potter, date le circostanze in cui è avvenuta la
sua aggressione all’Auror Pettycot, non prenderò misure troppo severe: da
ora fino alla fine della scuola le vieto di volare e di giocare a quidditch.
Immagino che ora dovrà avvisare i suoi compagni di squadra, vada pure-
-Si signora- rispose Harry mestamente.
-Ah, signor Potter!- lo richiamò la McGranitt. -Credo che non ci vorranno
più di quattro o cinque giorni perché il signor Malfoy venga dimesso
dall’infermeria. E’ tutto-
Harry la fissò con un muto ringraziamento. Draco sarebbe completamente
guarito in un paio di giorni al massimo, la preside aveva fatto quanto in
suo potere per aiutarlo.
Continua
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