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questa fic appartengono agli aventi diritto
Per
amore mio
parte XIII
di Nuel
Aveva sganciato i suoi
compagni di squadra con una scusa e si era allontanato dagli spogliatoi con
finta calma finché non era stato sicuro che soltanto un gatto avrebbe potuto
vederlo, in mezzo a tutto quel buio, quindi aveva infilato sulla testa il
mantello dell’invisibilità ed aveva corso a perdifiato fino ai sotterranei.
Erano le dieci e cinquantacinque quando, ansimante, era arrivato a
destinazione.
L’Auror posto davanti all’ingresso della sala comune dei Serpeverde stava
sbadigliando, appoggiato al muro.
“Fate presto!” Pensò Harry, rabbrividendo per il freddo. Si era asciugato i
capelli solo con un asciugamano per non perdere tempo e sentiva che, per il
mattino dopo, avrebbe avuto un raffreddore coi fiocchi.
Alle undici precise il muro si mosse con un rumore di pietra che stride
sulla pietra. L’Auror si riscosse ed estrasse la bacchetta. -Dove pensate di
andare, voi due?-
-Noi... vorremmo fare uno spuntino...- Goyle incespicò un po’ sulle parole,
fissando la bacchetta sguainata e ridacchiando nervosamente.
Harry si avvicinò e maledì mentalmente la stazza di Tiger, che si era
fermato sul passaggio ed Harry era certo che non sarebbe riuscito a passare
senza toccarlo: era un rischio che non poteva correre.
-Stiamo veramente morendo di fame, signore... non dormiremo se non mangiamo
qualcosa e se domani andremo male in classe...-
-Si, si, ho capito! Ma fate in fretta!- Tagliò corto l’Auror, facendo loro
segno di andare.
I due sorrisero e corsero verso le cucine.
Per la prima volta in vita sua Harry apprezzo qualcosa di Tiger: “Se domani
andremo male in classe”! Era quasi ridicolo: c’era mai stato un giorno in
cui non erano andati male in classe? Ciò non toglieva che il ragazzo avesse
avuto un colpo di genio in quel momento.
Harry riuscì ad intrufolarsi nel dormitorio.
I Serpeverde erano andati in buona parte a letto. Draco leggeva, accomodato
su una poltrona davanti al camino. Il rossore agli occhi si era attenuato,
ma il gonfiore persisteva ancora.
Harry gli si avvicinò e si piegò a parlargli all’orecchio. -Sono qui-
Draco sorrise e chiuse il libro. Salutò un paio di ragazzi ed annunciò che
andava a letto.
Harry lo seguì lungo le scale a chiocciola e dentro la sua camera,
liberandosi del mantello non appena la porta si chiuse alle sue spalle ed
abbracciandolo famelico.
Si baciarono a lungo e si diressero al letto, cadendoci a peso morto.
-Hai ancora i capelli bagnati...-
-Non volevo rischiare di fare tardi-
-Sciocco! Rischi di prenderti un malanno!-
-In Infermeria c’è sempre un letto per me!- Ironozzò Potter, sbadigliando
incontenibilmente.
-Vuoi dormire un po’?-
Harry mugolò e si accoccolò contro Malfoy. -No-
-Spogliati e andiamo sotto le coperte-
-E’ una proposta indecente?-
-Forse... se ritieni di avere la forza di fare cose indecenti...-
Harry si tolse le scarpe ed a fatica riuscì ad ultimare la svestizione.
Draco lo accolse tra le braccia e soffiò sulle candele per spegnerle.
Harry già russava e Draco non capiva perché, ma ne era immensamente felice.
Lo strinse possessivamente e si addormentò a sua volta.
Quando la comune si era ormai svuotata e di Draco non si era ancora vista
traccia, sbuffando, Blaise si decise ad andare a bussare alla sua porta.
Fermò le nocche a pochi millimetri dal legno, intravedendo la possibilità di
fare uno scherzo al suo pigro migliore amico e spostò la mano in basso,
sulla maniglia, abbassandola lentamente e spingendo piano.
Alla pallida luce della finta finestra vide chiaramente i due corpi
abbracciati che dormivano beatamente e fu colto da un improvviso
risentimento.
“Non è possibile che lo abbia fatto entrare qui!”
-Blaise, andia...- Pansy sbirciò di lato del suo ragazzo e le parole le
morirono in gola.
-Andiamocene, Pansy- Zabini richiuse la porta senza fare rumore e spinse via
la sua ragazza, ancora sconvolta.
-Come ha fatto ad entrare, Blaise?-
-Non lo so, ma è ora di fare un altro discorsetto a Draco! Non farne parola
con nessuno, mi raccomando-
-Ci puoi giurare!-
Mentre gli ultimi Serpeverde lasciavano i sotterranei diretti alle varie
aule, Harry si risvegliò e si stiracchiò ampiamente, svegliando Malfoy, che
dormiva con la testa appoggiata alla sua spalla.
-Ciao-
-Ti ho svegliato?-
-Mmm-
-Cavolo, ma che ore sono?!-
-Mattina, direi-
Harry scattò a sedere. -Malfoy non posso stare qui!-
-Calmati Harry. A quest’ora saranno già tutti usciti-
Harry tornò a sdraiarsi. -Non sono venuti a chiamarti...-
Draco fece spallucce, guardandolo con un sorriso dolce che metteva Harry in
un vago imbarazzo.
Harry si schiarì la voce, fissando il soffitto e sentendosi vagamente
accaldato sul viso. -Non ho lezione per le prime due ore...-
-Allora rimani-
-Mi dispiace per ieri... mi sono addormentato appena ho toccato il
cuscino...-
Draco si issò sul suo petto, baciandolo a fior di labbra. -E’ stata una
notte stupenda-
-Ma... se non abbiamo fatto nulla!-
Draco ghignò e per un attimo Harry fu felice di vedere la vecchia
espressione.
Il Serpeverde si stiracchiò e si alzò sui gomiti, oltrepassando Harry con
una gamba e poi mettendosi ginocchioni a cavallo del suo bacino.
-Che vuoi fare?- Chiese Harry un po’ frastornato dalla posizione affatto
abituale.
Draco allargò il suo ghigno e cominciò a far scorrere i palmi aperti sul
petto liscio di Harry. -Recuperare quello che non abbiamo fatto ieri notte-
Si abbassò a baciarlo, stringendo dolcemente i capezzoli del moro, che si
inturgidirono subito.
Harry sentì l’eccitazione divampare come un ritorno di fiamma, afferrò il
suo compagno per i fianchi e lo fece girare a schiena in giù.
-Attento! Vuoi farmi cadere?!- Rise Draco, sul bordo del letto.
-No- Harry sollevò un sopracciglio e gli infilò una mano sotto il sedere.
-Voglio farti godere!-
Draco arrossì fino alle punte delle orecchie. -Harry...-
Harry lo zittì con un bacio profondo e soffocante.
Draco si inarcò gemendo, arpionandogli le spalle.
-Malfoy...-
-Si...?-
-Devo andare in bagno...-
-Anche io... dopo- Draco gli catturò di nuovo le labbra, affamato di baci
come mai prima.
-Adesso!-
Il Serpeverde si stacco a malincuore e gli indicò il suo bagno personale.
Harry ci schizzò dentro così rapidamente da non sentire neppure il commento
del suo compagno.
A braccia allargate, una penzoloni fuori dal letto, Draco sorrise al
soffitto. -La nostra storia è fatta di cessi- si alzò a sua volta e
raggiunse il Grifondoro in bagno.
-Fammi posto- Gli diede una piccola spinta iniziando a svuotare la vescica
nella tazza, assieme a lui.
Harry arrossì e Draco cominciò a ridere. -Potter! Non dirmi che ti imbarazza
“questo”!-
Harry arrossì ancora di più e si andò a lavare le mani, seguito a ruota da
Draco.
-Ti amo, Harry-
Potter abbassò lo sguardo imbarazzato. -Anch’io- mormorò appena udibile.
Draco sentì il cuore fare una capriola: l’aveva detto sul serio! Ora non
avrebbe più potuto tirarsi indietro!
Gli si avvicinò ed Harry fu ben felice di stringerlo e baciarlo ancora,
togliendosi d’impaccio.
All’ora di pranzo, Pansy aveva elaborato il suo piano e fulminava Potter dal
suo posto a tavola. Blaise non voleva raccontarle alcune cose. Di questo si
era accorta e le faceva male, ma adesso doveva occuparsi dell’intrusione di
Potter nel loro dormitorio.
-Draco, questa sera vorremmo parlarti, se per te va bene-
-Nessun problema, piccola- Le sorrise il biondo, senza alcun sospetto.
Tuttavia, i loro programmi vennero vanificati dalla preside che, durante
quella cena, annunciò la sua scelta del nuovo responsabile della Casa di
Grifondoro ed avvisò Capiscuola e Prefetti che li avrebbe attesi, dopo cena,
nel suo studio, per una breve riunione.
Harry approfittò dell’uscita di Ron ed Hermione dalla Sala Comune per
avventurarsi fino ai sotterranei col suo mantello dell’invisibilità.
Riuscì ad entrare nella Comune di Serpeverde ed individuò subito Malfoy. Per
un po’ lo stette semplicemente a guardare mentre leggeva ed appuntava poche
parole su una pergamena, ma poi si riscosse e lo raggiunse, palesandogli la
sua presenza.
In meno di un minuto Draco raccattò libro, pergamena e piuma e si diresse in
camera sua.
Harry non gli dette neppure il tempo di poggiare il tutto sulla scrivania
prima di cominciare a baciarlo e Draco lasciò cadere tutto a terra per
circondargli il collo con le braccia.
Harry gli sfilò la camicia dai pantaloni e cominciò ad accarezzargli la
pelle della schiena con le mani calde.
-Merlino! Ti prego, Harry! Ti prego...-
Harry lo spinse lentamente verso il letto, mentre scendeva con le labbra
sulla mascella e sul collo. Aveva scoperto di adorare il sapore della pelle
di Malfoy e mentre lo faceva adagiare sl letto e gli accarezzava con le mani
i fianchi e l’addome, non riusciva a negarsi quel piacere aggiuntivo e gli
leccava il collo e succhiava i pomo d’Adamo che sporgeva così bene quando
Malfoy inarcava il collo, buttando la testa all’indietro.
Senza guardare i movimenti delle sue mani cominciò ad aprire la camicia del
Serpeverde, perlustrando ogni centimetro di stoffa che ricopriva il centro
del suo petto per trovare i piccoli bottoni di madreperla e sfilarli dal
loro occhiello.
Draco, nel frattempo, si era sfilato le scarpe, spingendo l’una con le dita
del piede opposto e si era issato meglio sul letto, tirandosi addosso Harry
che, finalmente scopertagli lo sterno, cominciò a passarci la lingua e
riempirlo di piccoli morsi delicati.
Draco fece passare e ripassare le dita tra i capelli arruffati e li tirò
piano, ma con decisione, per sollevare la testa di Harry. -Baciami!-
Harry infilò le braccia sotto la sua schiena, sollevandolo con la forza
delle sue braccia e lo baciò, respingendolo contro il letto, facendolo
inarcare e piegare fino quasi a spezzarsi.
Quel bacio parve spossarli entrambi, lasciandoli distesi sul letto,
abbracciati e col fiatone.
-Quasi non osavo sperare che venissi anche stasera-
Harry, in tutta risposta, mosse la mano sul suo petto in una lunga carezza,
dal collo in giù, per terminare sul fianco e stringerlo di più a sé.
-Sei troppo vestito...- Draco iniziò ad aprire i bottoni della giacca e
della camicia di Harry, sollevandosi quel tanto che gli bastava a
raggiungere il torace del Grifondoro con le labbra per lasciarci una scia di
baci.
Harry sospirò di piacere e si abbandonò al tocco gentile di Draco,
cominciando ad accarezzargli i capelli, freschi e sottili.
Draco sorrise contro la sua pelle e si allungò, seppellendo il viso contro
il suo collo e cominciando a fare le fusa.
Ad Harry sfuggì un sorriso soddisfatto ed alzò l’altro braccio per
circondargli le spalle, senza smettere quella carezza rilassante. Avrebbe
potuto restare così per ore, con Draco che sospirava sul suo collo e ogni
tanto gli dava un piccolo bacio e gli accarezzava pigramente il petto.
Dopo un po’ si assopirono, totalmente rilassati e la porta si aprì
all’improvviso.
-Dra... Draco!-
La voce di Pansy Parkinson li risvegliò di soprassalto.
-Piccola...- la chiamò Draco con la voce un po’ impastata.
-Piccola un corno, Draco! Come hai potuto farlo entrare?!-
Harry si alzò e si riaggiustò la camicia senza troppe cerimonie, senza
staccar gli occhi da Zabini, comparso dietro alla Parkinson all’incirca alla
quarta parola di lei.
-Fuori di qui, Potter!- Sibilò il moro con voce tagliente.
-Aspettate... per favore, un momento- tentò di calmare le acque Draco.
-Aspettare cosa “esattamente”?- Gli chiese Zabini, per nulla
accondiscensdente.
Harry sentì Draco bisbigliare un “cazzo!” a denti stretti e lo osservò
mentre si alzava dal letto e si passava una mano tra i capelli cercando di
riordinarli.
-Cosa succe...?- Arrivò la voce di Nott -..de-
-Ci mancava solo lui- borbottò Harry e notò Draco arrossire appena, a
disagio.
-Potter!- Sbottò Nott senza nascondere il disprezzo. Poi realizzò “dove” si
trovavano e guardò Draco spalancando gli occhi. Il labbro inferiore gli
tremò leggermente, mentre pronunciava con incertezza il nome del suo ex
ragazzo.
Quando Nott si scagliò contro Harry, Draco si frappose tra loro. -Theo... ti
prego...-
-Fuori di qui, Sfregiato! FUORI!- Tuonò il nuovo arrivato, tremante di
rabbia, mentre il biondo lo tratteneva a fatica.
-Si, Potter! Esci! Vedrai come ti accoglieranno i nostri compagni, appena
metterai il naso fuori da questa stanza!- Ghignò perfida la Parkinson.
-Vorrei sapere come sei entrato, Potter. Mi rifiuto di credere che Draco ti
abbia “dato” la parola chiave- Zabini fissò con rimprovero Draco,
immaginando che fosse andata proprio così.
-Spiacente di deludervi: non so la vostra parola chiave e temo che nessuno
mi vedrà perché me ne andrò esattamente come sono venuto!- Così dicendo
Harry raccolse il suo mantello dell’invisibilità da terra e se lo mise
addosso.
La Parkinson emise un piccolo grido e, pochi istanti dopo, la porta della
camera di Draco sbatté fragorosamente.
Nott parve calmarsi e Draco lasciò la presa su di lui.
Un silenzio imbarazzante cadde sulla stanza e Draco sentì la necessità di
richiudere la camicia, come se la stoffa leggera potesse proteggerlo.
-Non è per lui che ho rinunciato a te, Draco...- cominciò Nott.
-Mi dispiace, Theo...-
-No! Non voglio neppure sentirti, Draco! Tu non devi avere nulla a che fare
con Potter!-
-Noi volevamo tutti aiutarti Draco- incominciò la ragazza -Volevamo aiutarti
a trovare il tuo amore... quando parlavi di lui ti brillavano gli occhi e
noi volevamo aiutarvi a stare assieme, ma... quand’è che è entrato in gioco
Potter? Perché hai rinunciato a lui per Potter?! Hai detto di amarlo, ma io
non ci posso credere!-
-A parte questo, Draco: Potter non ha alcun diritto di stare qui. Questo è
il dormitorio di Serpeverde e, fino a prova contraria, Potter è un
Grifondoro. Se vuoi farti picchiare, stuprare e umiliare da lui non è un
problema mio, ma se i piccoli non si sentono a loro agio perché in quella
che dovrebbe essere la loro Casa c’è un intruso, allora si: diventa un
problema mio-
Draco era impallidito e Pansy aveva strabuzzato gli occhi e fissava il suo
ragazzo trattenendo il respiro. Possibile...?
Nott guardò Draco con preoccupazione e cercò di toccargli un braccio in un
gesto d’incoraggiamento, ma Draco lo scansò in malo modo.
-Non è così Blaise... Harry mi... mi ama...-
Zabini sbuffò. -E’ per questo che ho dovuto recuperarti in bagno, quella
volta-
-Le cose sono cambiate!-
-Ma davvero!-
-Blaise te lo giuro! Ve lo giuro! Pansy! Theodor! Harry non si comporta più
male con me!-
-Aspetta solo che gli metta la mani addosso, Draco!- Sibilò Nott, per nulla
convinto.
-No! Come ve lo dievo dire?! Lasciatelo in pace! Se dovete prendervela con
qualcuno...-
-Basta Draco!- Pansy si tratteneva a stento dal piangere. -Come puoi
difenderlo fino a questo punto?!-
-Perché lo amo, piccola-
-Ma avevi detto che lui non ti avrebbe mai ricambiato! Avevi detto che non
poteva...-
-E che mi sarei tagliato il braccio per lui. Pansy, abbiamo passato assieme
le vacanze di Natale. Abbiamo parlato... Harry ha detto che mi ama e io...-
-E tu gli credi- Tagliò corto Zabini.
-E’ Harry!-
-Già: lo stesso San Potter che ti ha violentato. Solo che sei così disperato
che credi alle sue favolette!-
-Blaise non è come pensi...-
-Sveglia Draco! Dov’è finito il tuo istinto Serpeverde? Il tuo orgoglio
Malfoy che fine ha fatto? Ti fai imbrogliare come un Tassorosso!-
-E’ un Grifondolo!-
-Vuole solo scoparti!-
Draco lasciò cadere le spalle, guardando Blaise ormai senza forze. -Fuori di
qui-
-Draco?- Cercò di consolarlo Pansy.
-Fuori! Tutti e tre! Credevo mi voleste bene: io sono felice con Harry! Se
anche mi stesse mentendo... non me ne importa niente. Non ho tutta la vita
davanti; ho solo qualche mese prima di finire ad Azkaban e se Harry volesse
solo fare sesso con me, purché duri fino a quel momento mi va bene!-
Nott lasciò la stanza a grandi passi e con la testa bassa, precedendo gli
altri due.
-Per favore: convincetelo a non fare male ad Harry- Draco li congedò e si
sedette sul letto, ignorando i singhiozzi di Pansy.
Blaise la condusse fuori e chiuse silenziosamente la porta.
Rimasto solo, Draco non riuscì più a trattenere i singhiozzi, finché non si
sentì abbracciare da braccia invisibili.
-Harry?-
-Sono qui-
Draco arrossì. -Hai sentito...?-
-Si. Non sto fingendo-
Draco annuì.
Harry si tolse il mantello e si sedette sul letto accanto a lui,
abbracciandolo. -Grazie-
-E di cosa?-
-Della fiducia che hai in me. Di amarmi... e di avermi perdonato per tutto
quello che ti ho fatto-
Draco sorrise mestamente e si appoggio alla sua spalla. -Tu hai sopportato
le mie angherie per sei anni... hai perso Si... Sile...- un singhiozzo gli
impedì di terminare e non riuscì a fermare i successivi.
Harry lo strinse ed allargò il mantello dell’invisibilità su entrambi. -A
volte il mondo esterno non vuol proprio saperne di starsene fuori, così mi
chiudo dentro io. Adesso, anche se entrassero, non potrebbero vederci e noi
potremmo ignorarli- cercò lo sguardo di Draco e non gli sorrise, non lo
guardò neppure con occhi duri, gli lasciò vedere una parte infinitamente
triste della sua anima ed i singhiozzi di Draco si calmarono.
Rimasero sotto il mantello a lungo, chiusi in una nicchia separata da tutto
il resto. Solo loro. Il mondo avrebbe avuto importanza in un altro momento.
Continua
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