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Per amore mio

parte XI

di Nuel

 

Harry cercò in lungo e in largo, ma per tutta la mattina non trovò Malfoy da nessuna parte. Lo vide di sfuggita a pranzo, ma la Parkinson continuava ad ottenere tutta la sua attenzione con le chiacchiere ed Harry non riuscì ad attirare un solo sguardo, fu così che si risolse, nel tardo pomeriggio, a raggiungerlo in biblioteca.
Malfoy era impegnato a studiare. Di fianco aveva la Parkinson e davanti Zabini. Dovette impegnarsi per attirare la sua attenzione e sfuggire contemporaneamente a Madama Pince.
Espose il ciondolo, togliendolo da sotto la camicia e finse di cercare un libro che doveva stare proprio vicino al tavolo dei Serpeverde.
Dopo un po’ la Parkinson notò la sua maldestra presenza e spalancò gli occhi, emettendo un piccolo gemito.
Draco e Blaise alzarono gli occhi e seguirono il suo sguardo. Malfoy, con una scusa si alzò dal tavolo ed uscì dalla biblioteca. Pochi minuti dopo Potter lo seguì.
Si trovarono nell’abituale bagno che aveva visto i loro primi incontri.
Draco gli sorrise appena lo vide entrare, ma Harry pareva decisamente preoccupato. Lo attirò nel piccolo gabinetto e lo guardò dritto negli occhi serrandogli le mani sulle braccia.
-Il Ministero ti ha rimandato qui per processarti dopo che avrai preso i M.A.G.O.!-
-Si-
-Lo sapevi?-
Draco sorrise. -Certo che lo sapevo, Harry. Non sono stupido-
-Ma...-
-Non diventerò un grande mago e neppure una persona importante, Harry. Tutte quelle cavolate che dicevo, che Lui mi avrebbe dato onore e gloria... sapevo che non erano vere... ma pensavo che non avrei mai potuto finire la scuola. Invece ora ho la possibilità di farlo, anche se i M.A.G.O. non mi serviranno a molto in prigione, ma almeno sarò diplomato, non deluderò anche in questo i miei genitori-
-Ma quando avrai il diploma superiore sarai giudicato da una corte più severa!-
-Harry, sono un Malfoy! La corte sarebbe severa con me in ogni caso per il mio nome e la mia posizione sociale! La gente vedrà un giovane mago di ottima famiglia e con un’istruzione adeguata al suo rango, spregiudicato e troppo ricco per capire il prezzo delle sue azioni: il Mangiamorte perfetto. Mi manderanno ad Azkaban e butteranno via la chiave! E’ sempre stato questo il loro piano!-
-Non dare gli esami!-
-Non servirebbe Harry. Il povero Malfoy che non ha studiato abbastanza per capire quel che faceva non regge. Passerò o mi faranno passare gli esami con ottimi risultati in modo da mettere in evidenza come la mia intelligenza ed il mio talento siano totalmente corrotti-
-Ma ci deve essere un modo...-
-Non preoccuparti per me, Harry-
Potter lo guardò, scrutò a fondo nei suoi occhi: Malfoy sapeva, ma non si ribellava... come non si era ribellato a suo padre, a Voldemort.... accettava passivamente, come aveva accettato passivamente che lui lo stuprasse... sentì un impovviso, impellente desiderio di baciarlo.
Lo strinse forte nel suo abbraccio e lo baciò possessivamente.
Draco rispose con entusiasmo e si baciarono ancora, ancora e ancora.
-Abbiamo... tempo... se vuoi...- ansimò il Serpeverde, avvinghiandosi a lui, ma Harry, che continuava a stringerlo ed accarezzargli ora la schiena, ora il viso, pareva intenzionato a divorarlo a baci.
-Draco?-
I due si fermarono immediatamente, rizzando le orecchie.
-Draco sei qui?-
Malfoy fece cenno a Potter di tacere. -E’ Balise- sussurrò.
Il ragazzo, intanto, aveva cominciato ad aprire tutte le porte dei gabinetti, in cerca dell’amico.
Draco baciò al volo il Grifondoro e fece per uscire, ma Harry lo trattenne, interrogativo. Malfoy gli sorrise e gli fece di nuovo cenno di tacere, prima di tirare la cordicella dello sciacquone ed uscire.
-Che c’è Blaise?-
-Oh, finalmente!- Zabini cercò di sbirciare nel gabinetto, ma Draco chiuse la porta e ci si mise davanti.
-Tutto bene?-
-Si... adesso non posso neppure andare in bagno senza scorta?-
-No... ma preferirei che ci venissi solo-
Draco sorrise, era leggermente arrossito e gli brillava lo sguardo.
-Torniamo in biblioteca, Pansy ci aspetta- propose Blaise, affatto convinto.
“Harry si preoccupa per me” continuava a pensare Draco e gli pareva di stare sopra una nuvoletta rosa.

Harry aveva ascoltato con la tensione che cresceva ad ogni respiro. Così Zabini sapeva. O almeno intuiva qualcosa. Non poteva sapere cosa Malfoy gli avesse detto. Se lui e Zabini erano amici come lo erano stati lui e Ron probabilmente Malfoy gli aveva raccontato quasi tutto... Si portò una mano alla bocca, sulla lingua si sentiva ancora il buon sapore del biondo... Merlino! Era stravolto come la prima volta che aveva fatto sesso, solo che, stavolta, era stato molto, molto più coinvolgente... e si erano solo baciati... no, decise, allargandosi il nodo della cravatta, in cerca di un po’ d’aria extra, quello era stato sesso con la lingua. Il miglior sesso che avesse fatto in vita sua.
La giornata trascorse lenta, Harry bruciava dal desiderio di passare altro tempo con Malfoy. Decise che avrebbe passato la notte con lui, intruffolandosi nel suo dormitorio.
A cena notò che Ron gli lanciava delle occhiate preoccupate, gli rivolse un sorriso rapido, approfittando della momentanea distrazione di Hermione e si allontanò con la più totale indifferenza, per estrarre il mantello dell’invisibilità dietro al primo angolo e scendere nei sotterranei, aspettando che un Serpeverde qualsiasi gli aprisse il passaggio.
Malfoy e i suoi compagni di studio di quel pomeriggio non si erano fatti vedere a cena, ma, mentre entrava con gli altri studenti in Sala Grande, aveva sentito di sfuggita Goyle avvisare Nott che i tre avrebbero cenato nella comune perché dovevano parlare di qualcosa.
La sua attesa non fu troppo lunga.
Si infilò dietro una ragazzina che poteva essere al massimo del secondo anno, con una lunga coda di cavallo di sottili capelli neri.
Si accorse di stare sorridendo nel momento in cui smise di farlo: Malfoy scuoteva la testa mentre la Parkinson camminava avanti indietro di fronte a lui.
Zabini, a braccia conserte, stava seduto a fianco di Draco e pareva che la ragazza lo stesse rimproverando.
Harry gli si avvicinò silenziosamente. La Comune era quasi totalmente vuota, ancora, ma i tre Serpeverde evitavano di alzare la voce.
-... come tu abbia potuto!- Stava concludendo la Parkinson.
-Pansy, ti prego...- supplicò Malfoy. Sembrava stesse per piangere tanto era flebile la sua voce.
-No! Draco è inconcepibile che tu perda tempo con... con “Potter”!-
-Pansy...-
-Non ho finito, Draco! Quasi ho fatto un colpo quando ho visto a chi hai dato quel ciondolo! E tutte le tue promesse d’amore? Che fine hanno fatto? “Gli darò il mio cuore”! Come no! L’hai dimenticato per “Potter”!-
-No! Non l’ho dimenticato, piccola! Ma lui non vuole più...-
-Come fai a dire che non ti vuole più?!- Si esasperò lei.
-Non l’ho più sentito...-
-Draco! Era in vacanza! Era tornato a casa per il Natale! Questo non significa che non ti voglia più! E’ a lui che hai promesso eterno amore!-
Draco si mordicchiava il labbro inferiore ed Harry aveva sentito abbastanza.
Quindi stava ancora con Nott. Lo aveva usato per fare sesso mentre l’altro se ne tornava a casa per le vacanze e lui restava solo nella sua maledettissima camera privata!
Si portò le dita a quella maledetta collanina e fece per strapparla via, ma il dolore al petto era tale che subito sciolse le dita e la premette contro il torace, come volesse reggersi il cuore.
Se non avesse saputo che non era incantata avrebbe pensato che un qualche incantesimo gli impedisse di toglierla.
Approfittò dell’ingresso di un altro studente per sgusciare fuori dalla Comune e, senza togliersi il mantello, ritornò al suo dormitorio.
Una risata alle sue spalle lo fece voltare prima di recitare la parola d’ordine: i Grifondoro ritornavano alla spicciolata alla loro torre.
Ron rideva con Hermione e la aiutava con i libri mentre lei si prendeva un fazzolettino di tasca.
Ginny era attorniata da tre ragazzi, pochi gradini più in giù e... sul pianerottolo c’era Romilda. Il fratello minore di Colin le aveva promesso di scattarle delle foto, qualche giorno prima e lei era in posa con una mano appoggiata al parapetto delle scale. Erano carini assieme.
Mentrte li osservava Ron ed Hermione gli passarono tanto vicino da far oscillare il mantello e lui sentì i loro profumi... aveva voglia di sedersi con loro a chiacchierare. Erano i suoi amici... forse se avesse detto loro di avere una ragazza, come aveva suggerito Ron, tutto sarebbe andato a posto. Forse, se avesse fatto un po’ di complimenti a Romilda, avrebbe ancora potuto recuperare la sua simpatia...
Strinse di nuovo il piccolo quadrifoglio. Avrebbe potuto darlo a Romilda oppure ad un’altra ragazza... Malfoy che faccia avrebbe fatto? Avrebbe sofferto?
L’idea che Malfoy potesse soffrire perché lui si era sbarazzato di un suo regalo era spaventosa eppure allettante.
Distolse lo sguardo e seguì i suoi ex migliori amici nella sala.
Ron si sedette pesantemente ed Hermione prese posto accanto a lui.
Harry rimase in piedi a fissarli, proprio davanti ai loro occhi che non potevano vederlo.
I due si baciarono ed Hermione si accoccolò meglio contro di lui, sollevando le gambe per piegarle di lato, stretti nel piccolo divano da due.
-Hai notato che Harry è sparito di nuovo, amore?-
Harry sussultò. Non pensava che Ron parlasse di lui con tanta disinvoltura con Hermione.
-Si... ultimamente è strano-
Ron sospirò. -Vorrei che tutto tornasse come prima... che fossimo amici, intendo!- Precisò prima che lei lo sbranasse.
-Anche a me manca Harry, Ron! Però finché lui manterrà questo atteggiamento non sono disposta a cedere! Lui ha calpestato per capriccio il nostro sentimento! Non si è reso conto del dolore che abbiamo patito Ginny e io! E a me è andata bene, perché tu hai scelto me... ma Ginny... lei ha perso la persona che amava perché Harry ha dimostrato di non saper amare!-
Ron si grattò a disagio dietro l’orecchio. Avevano raccontato un sacco di bugie ed Hermione, per una volta ci era cascata. Harry riconobbe il gesto del suo amico, che, per salvare la sua relazione con Hermione, aveva scaricato tutta la colpa su di lui e riuscì a perdonarlo un’altra volta.
Si diresse lentamente a dormire. Sentiva un dolore acuto al cuore, sentiva che piangere gli avrebbe fatto bene, ma non ci riusciva.
Si spogliò e si infilò nel letto.
Pensare che si era sentito in colpa per Malfoy!
Pensare che aveva desiderato proteggerlo ed aiutarlo!
Aveva addirittura pensato di essere vicino all’innamorarsi di lui!
E Malfoy amava un altro!
Gli avrebbe fatto pagare anche questo.
Non aveva il diritto di prenderlo in giro. Di farlo innamorare e poi abbandonarlo.
Harry strinse il ciondolo e lo premette al petto e soffocò un grido contro il cuscino.


Continua