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Per amore mio

parte X

di Nuel

 

Draco era stato severamente rimproverato dal responsabile della sua Casa. Non era stato confinato nel suo dormitorio solo perché Lumacorno era estremamente sensibile alle richieste di Harry ed il Grifondoro aveva interceduto per il ragazzo davanti a professori, Auror e l’inviato del Ministero.
L’uomo era arrivato quella mattina con la benedetta nomina. Il Ministro si era finalmente risolto a nominare la professoressa McGranitt preside di Hogwarts.
Ciò rendeva necessaria la nomina di un nuovo responsabile per Grifondoro, la scelta della preside sarebbe stata resa nota nei primi giorni di scuola del nuovo anno.
Harry rimuginava su queste e su altre cose mentre si dirigeva al suo dormitorio per la notte. Lui e Malfoy dovevano perdere il brutto vizio che avevano preso e dovevano perderlo in fretta dato che le vacanze di Natale sarebbero finite anche troppo presto.
Con la scuola vuota scopare praticamente dietro ad ogni angolo non costituiva un grande rischio, ma appena tutti gli studenti fossero tornati non sarebbe stato altrettanto facile.
Malfoy era stato umiliato più che abbastanza in un giorno solo per aver passato la notte fuori, così che avevano cominciato a sfogare i loro istinti letteralmente ovunque.
Per poco non erano stati beccati da un Auror, ma da come l’uomo si era schiarito la gola ed era tornato sui suoi passi, Harry riteneva che si fosse fatto un’idea piuttosto precisa delle loro attività extrascolastiche.
Mancava giusto la Sala Grande, magari davanti a qualche professore, stavolta, pensò Harry, con una punta di rimprovero a se stesso. Si era fatto sfuggire la situazione di mano o, come aveva detto una volta Malfoy, non riusciva più a tenerlo nei pantaloni.
Appena ce l’aveva davanti doveva toccarlo, baciarlo, averlo. Non riusciva a stargli lontano e, decisamente, la cosa non andava bene.
Gli si stringeva il cuore ogni sera ed ogni mattina trovandosi solo nel suo letto. Ripensare alla notte trascorsa assieme, al risveglio... gli mandava in tilt il cervello, ma non voleva assolutamente soffermarsi a pensare cosa potesse significare.
Malfoy aveva quel maledetto Marchio sul braccio, quindi, potevano fare ottimo sesso, ma nulla di più. Non poteva. Soprattutto, non voleva.
Altri due giorni così e, Harry lo sapeva: sarebbe esploso: aveva bisogno di tutte quelle maledette cose a cui l’aveva assuefatto la Stanza delle Necessità.
Ci si può assuefare a qualcosa in un paio di volte?
Sinceramente non lo sapeva e non gli importava: voleva un letto, voleva Malfoy in orizzontale anziché contro un muro e voleva passarci tutta la notte.
Cinque minuti, in piedi, dietro ad un’armatura, con la paura di essere scoperti non era scopare, era una sveltina neanche troppo appagante per svuotarsi le palle.
La sua mente registrò vagamente che Sir Nicholas gli aveva rivolto il saluto. Lo ignorò e tornò in dietro, rifece tutta la maledetta strada al contrario, scese le scale fino ai sotterranei e... arrivò giusto in tempo per vedere una cosa: il grosso Auror coi capelli rossicci e radi sulla fronte che spingeva in malomodo Draco oltre il muro della sua Casa, rivolgendogli parole poco carine e mettendosi di guardia al passaggio, per assicurarsi che il Serpeverde non uscisse durante la notte.
Harry tornò su per le scale, arrivando al suo dormitorio, spogliandosi in fretta, buttando gli abiti alla rinfusa e cacciandosi addosso la maglia che usava per dormire come se fosse colpa sua se sentiva un magone tremendo nello stomaco.
Il giorno dopo Malfoy stava facendo colazione come sempre, come se nulla fosse.
Harry lo guardò pensieroso e si tastò la tasca in cui teneva il suo fedele mantello dell’invisibilità.
Ultimamente non se lo era sempre portato appresso ed aveva fatto male.
Gironzolò tutto il giorno per i fatti suoi, pensando e cercando di negare ogni conclusione fastidiosa cui arrivava.
Malfoy sembrava piuttosto demoralizzato a metà pomeriggio, quando cominciava a diventare buio ed Harry lo raggiunse lungo un corridoio. Che fosse triste perché quel giorno non avevano ancora sfogato i loro istinti adolescenziali?
Harry, camminando silenziosamente, gli arrivò alle spalle, ammantato d’invisibilità.
Alzò il mantello ed avvolse Malfoy al suo interno, circondandolo strettamente e spingendolo verso le finestre.
Malfoy sussultò per lo spavento, poi riconobbe Harry e si rilassò. Guardò incredulo il tessuto traslucido ed il mondo al di fuori attraverso esso. Il cuore gli batteva forte e l’anticipazione stava facendo convergere quanto più sangue possibile alle sue parti basse.
Harry si fermò, le braccia intrecciate intorno ai fianchi di Malfoy, davanti ad una finestra e si mise a guardare il sorgere dell’oscurità.
Draco si girò a guardarlo, cercando di capire che intenzioni avesse. Vedendo il suo sguardo perso sull’orizzonte, si rivolse nella medesima direzzione e le ultime tracce del tramonto invernale lo colsero di sorpresa. Si rilassò contro il petto di Harry, appoggiando le mani sulle sue, in silenzio, godendo del momento.
-Stasera rientra presto nella tua comune. Ti seguirò con il mantello-
Draco trattenne il fiato e strinse le dita attorno a quelle di Harry. -Domani rientrano tutti...-
-Vorrà dire che me ne andrò presto-
Draco avrebbe voluto protrarre quel momento, ma Harry lasciò la presa, gli sfiorò l’orecchio con le labbra chiuse e gli tolse il mantello, allontanandosi chissà dove.
Draco contò i secondi in attesa della sera.
Dopo cena fu svelto a lasciare la Sala Grande e si diresse ai sotterranei. Un Auror lo seguiva, come sempre, per accertarsi che stesse andando al suo dormitorio e Draco avrebbe voluto essere certo che anche Harry lo stasse seguendo.
Quasi avesse intuito i suoi pensieri, Harry lo sfiorò appena. Il mantello era fresco e liscio come seta e Draco rabbrividì.
Quando il muro fu chiuso alle sue spalle, Draco attese per un interminabile istante.
Harry tolse il mantello e lo travolse con un bacio appassionato.
Cedevole come avesse avuto le gambe di burro, Draco mugolò e si appese a lui.
-Camera tua, Malfoy- ansimò Harry senza staccarsi completamente dalle sue labbra e Draco lo condusse alla sua stanza.
Harry lo rovesciò sul letto e si spogliarono a vicenda, freneticamente.
Harry, da quando lo aveva baciato sulla bocca la prima volta, non era più riuscito a negarselo, quasi una penetrazione dei piani alti, molto, molto soddisfacente.
E a Malfoy non pareva spiacere.
Al momento dell’orgasmo Harry sprofondava nella sua bocca e gridava dentro di lui, riempiendolo di seme e di suono e tutto questo lo lasciava esausto e soddisfatto come null’altro al mondo.
Sudati ed ansimanti si arresero in un abbraccio reciproco, spingendo verso il basso le lenzuola cercando di muoversi il meno possibile ed infilandocisi dentro per poter dormire.
-Come facciamo da domani, Harry?-
-Non ne ho idea- fu la sconsolante risposta del Grifondoro, prima di addormentarsi.
Draco si svegliò con un gemito sonoro, venendo in pochi istanti nella bocca di Potter e passando dal totale rilassamento del sonno, al totalizzante appagamento di sensi.
Harry risalì strisciando lungo il suo corpo per dargli il bacio del buongiorno e mentre Draco pareva ancora sotto l’effetto di un incantesimo, ridiscese cominciando a succhiargli un capezzolo, mentre le dita giocavano con l’altro.
Draco gli infilò le mani tra i capelli, sgrovigliandoli dolcemente e massaggiandogli la cute. -Hai intenzione di farmi morire giovane?-
Harry mugolò una risposta senza staccare le labbra dal suo petto.
-Potrebbe essere un bel modo di morire, morire per troppo sesso-
Potter gli mordicchiò e pizzicò contemporaneamente i capezzoli, facendolo inarcare e mugolare.
-Sai, Pansy mi ha detto che una donna può avere un’orgasmo solo stimolandole i capezzoli....-
-Vuoi verificare se funziona anche per un uomo?- Gli chiese Harry, tornando a coprirgli il viso col proprio.
Draco impiegò un po’ a rispondere, molto preso dal nuovo bacio. -Magari un’altra volta... ora voglio...- arrossì in un modo che Harry adorava e si morse il labbro.
-Vuoi che ti scopi?-
Draco annuì appena ed Harry non lo fece aspettare oltre.
Malfoy lo accolse docilmente, adorando la sensazione di Harry che entrava ed usciva ritmicamente da lui. Doveva trovare il coraggio di dirlo, la prossima volta: “Voglio che mi scopi”. Non era difficile, era... così brutto rispetto a “Voglio fare l’amore”, ma Potter non era certo innamorato di lui. Lo avrebbe deriso, in fondo, non era il Grifondoro che aveva sempre creduto. E lui... lui non avrebbe potuto innamorarsi di un Grifondoro per bene, troppo per bene.
A metà mattina erano ancora stesi a letto. Harry non era particolarmente loquace e si guardava intorno con palese curiosità. A Draco non dispiaceva. Aveva Harry accanto e poteva sonnecchiare con la testa appoggiata sul suo petto, accanto al piccolo quadrifoglio ed ascoltare il battito regolare del suo cuore.
-Potrei intrufolarmi qui, ogni tanto, col mantello- suggerì Harry all’improvviso.
-Potrebbe funzionare... ma Pansy e Blaise sono abituati ad entrare in camera mia quando vogliono... anche senza bussare-
-Vorrà dire che chiuderemo a chiave-
-Harry- Draco si sollevò sul gomito, mettendoglisi difronte. -Vorrei che sapessi che questi giorni, per me...-
-Lascia perdere, Malfoy. Niente falsi sentimentalismi tra noi- lo liquidò sbrigativamente il moro.
Draco si riaccucciò al suo posto, circondandogli i fianchi con le braccia.
Harry fissò il profilo del Marchio e cominciò a sfiorare la pelle intorno con le dita.
Draco rabbrividì.
-Ti ha fatto male?-
Draco annuì. -E’ un dolore acuto. Dura solo un momento, in cui credi di impazzire. Anche se è magia, senti la carne sfrigolare come se davvero bruciasse e l’odore di carne e sangue bruciato ti penetra nella testa.... e sai che è la tua carne. Il tuo sangue. Poi fa male per alcuni giorni, come se fosse una botta terribile e anche la stoffa ti fa male e l’acqua, quando ti lavi-
-Tra poche ore arriveranno. Vuoi fare qualcosa?- Cambiò discorso Harry.
-Stare con te-
Harry sospirò e se lo strinse al petto. -Malfoy non durerà in eterno, la sai, vero?-
Draco annuì in silenzio e si strinse di più a lui.
Harry si insultava in tutti i modi che conosceva per la situazione in cui si era cacciato e ancor di più perché adorava sentire i capelli di Malfoy sul suo torace ed il peso della sua testa.

Quella sera, a cena, la Sala Grande era di nuovo gremita di studenti chiassosi che si raccontavano delle vacanze.
Draco era stato sommerso dagli abbracci di Pansy e Blaise e dalle loro chiacchiere, Harry era stato coinvolto dai suoi compagni di casa in una lunga serie di resoconti, tra una chiacchiera e l’altra riuscì a sussurrare un “grazie” a Ron ed a sfiorargli la mano.
Era strano: non c’era mai stata elettricità tra loro, ma pensava che sarebbe stato più emozionato, invece, l’unica cosa che pensò fu che la pelle di Ron non era morbida quanto quella di Malfoy e che il rischio di essere visto da Hermione era nulla rispetto a quello di essere visto dagli Auror mentre faceva sesso con Malfoy.
Sbirciò al tavolo di Serpeverde e vide il principe detronizzato circondato dall’affetto dei suoi amici. Fu contento per lui. Per quella sera non se ne parlava di strisciare nei sotterranei.
La mattina dopo, la sua attenzione fu totalmente rapita da una conversazione. Hermione parlava di qualcosa che c’entrava con Storia della Magia. Aiutava a ripassare un ragazzino del quarto anno e faceva degli esempi che lo toccavano da vicino.
-Per esempio, considera la situazione di Malfoy. Il Ministero l’ha rimandato ad Hogwarts in base alla legge per la tutela dei maghi minorenni, ma questa legge prevede che in presenza di un parente, il mago minorenne sia affidato alla sua custodia. Tuttavia, a seconda del grado di istruzione di un mago il verdetto del processo...-
Harry sentì i capelli rizzarglisi sulla nuca. Nella sua mente arrivò velocemente alle conclusioni e schizzò fuori dalla comune come un razzo, in cerca del Serpeverde.

Continua