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Per amore mio

parte VI

di Nuel

 

-Non è una scusa, Draco!- Stava strepitando Zabini, camminando avanti e indietro nella camera del suo migliore amico.
Draco si spostò a disagio nel letto, non riuscendo a trovare una posizione comoda per il suo corpo ancora dolorante.
Blaise lo aveva accompagnato in camera ed aveva aspettato a lungo, mentre Draco si faceva una doccia quanto mai purificatrice.
Draco aveva ancora i capelli bagnati e rimaneva a testa bassa. Gli aveva raccontato cos’era successo.
-Non mi sarei mai immaginato un comportamento del genere da Potter!- Ringhiò di nuovo Zabini.
-Abbiamo fatto lo stesso errore di cui li abbiamo sempre accusati, Blaise: abbiamo giudicato dalle apparenza...-
-In nome di Salazar, Draco! Tu lo difendi! Ma come puoi dopo quello che ti ha fatto?!-
Draco si morse il labbro per un po’. -Non cambia nulla, Blaise: lui è l’eroe buono e io il cattivo in attesa di condanna... se anche lo dicessi, non mi crederebbe nessuno-
Zabini sapeva che Malfoy aveva ragione. Si sedette sul letto, accanto a lui e lo abbracciò.
Draco fu confortato da quel contatto tiepido e dal profumo di Blaise. Appoggiò la testa tra spalla e collo e si rilassò ascoltando il cuore di Zabini pulsare velocemente.
-Non resterai più solo, Draco. Ti staremo sempre vicino e non lasceremo più che Potter ti avvicini!- Gli promise dopo un po’, finalmente più calmo.
-Vorrei che gli altri non lo sapessero. Pansy scoppierebbe a piangere e Theo cercherebbe di scuoiare vivo Potter... non che non se lo meriti, ma... non voglio altri guai-
-Draco, noi siamo qui per aiutarti! Sarai anche un insopportabile spocchioso, viziato figlio di papà, ma sei soprattutto il nostro punto di riferimento... cosa sarebbe rimasto dei Serpeverde se tu non ci avessi tenuti uniti, dal ritorno di tu_sai_chi? E ti ricordi quando il padre di Marcus si mise nei guai e tu insistesti con tuo padre perché lo aiutasse? O quando ruppero la scopa a Duglas e tu gli mettesti nell’armadio la tua perché suo padre non gliene avrebbe comprata un’altra, dato che non voleva che il figlio perdesse tempo a volare?-
Draco abozzò un sorriso. -Quella volta ne ricavai una scopa nuova e di ultimo modello, Blaise-
-Si, ma tu sapevi che tuo padre non avrebbe battuto ciglio se gli avessi detto di aver rotto la tua scopa, invece Duglas ne avrebbe sofferto... sei rimasto senza scopa per una settimana...-
-Ho volato con la tua...-
-Tu hai sempre dato una mano ai tuoi amici! E’ il nostro turno di aiutare te!-
Draco si sistemò meglio e circondò i fianchi di Blaise con le braccia, senza aprire gli occhi e Zabini lo cullò finché non sentì il suo respiro farsi lento e profondo.

Potter dormì male. Incubi senza senso lo tormentarono per tutta la notte. Draco piangeva e gli dava del bastardo e lui cercava di difendersi, ma non poteva perché era nudo e dal suo pene gocciolavano ancora sperma e sangue.
Gridava che Draco era solo una puttana, che scopava con Nott e che era stato l’amante di Voldemort, ma una voce profonda e sconosciuta gli chiedeva di giustificare il sangue. Ribatteva che Draco non era una donna, che non era una prova della sua verginità, ma raffiche di vento lo colpivano e lo respingevano e la voce gli diceva ancora di giustificare il sangue.
Harry gridava che non lo aveva preparato, che era stato rude e “forse” gli aveva fatto male, ma il vento lo colpiva ancora e lo allontanava da Draco, in ginocchio, che continuava a piangere.
La voce gli diceva che sapeva di mentire e lui sentiva di nuovo la calda, conturbante sensazione di sprofondare nel corpo di Draco, solo che il Serpeverde era di fronte a lui e lo guardava con le guance rigate di lacrime mentre invadeva una copia di sè.
Harry si svegliò di soprassalto, sudato e di pessimo umore.
Sperò, per il bene di Malfoy e per il suo, di non trovarselo davanti, quel giorno.

Zabini mantenne la sua promessa, trovando mille scuse per non lasciare mai Draco solo, ma la verità era che Potter non tentò di avvicinarsi nei giorni seguenti.
Era brusco e scostante e pareva che neppure il quidditch riuscisse più a divertirlo.
Dopo la partita con Tassorosso, che Grifondoro vinse 160 a 140, passò un’ora buona ad inveire contro Weasley, che aveva incassato quattordici tiri, riuscendo a pararne a malapena tre. Ginny intervenne in difesa del fratello e per poco non vennero alle mani.
Tra Ginny ed Harry volarono insulti pesanti ed il risultato finale fu che tutta la squadra venne a conoscenza del motivo della frattura del trio.
Ron uscì sbattendo la porta, rosso fin sopra le orecchie ed il giorno seguente tutta Hogwarts sapeva che Harry aveva conteso Ron ad Hermione, ma che aveva perso.
A chi protestava dicendo che, l’anno precedente, Harry aveva baciato Ginny di fronte a tutta la scuola, i più pronti rispondevano che il ragazzo d’oro aveva usato la rossa per avvicinarsi ancora di più al ragazzo.
Harry odiava stare al centro dell’attenzione ed odiava che si parlasse male di lui alle sue spalle. In capo ad una settimana era furioso col mondo intero.
Da giorni non riusciva neppure a farsi una sega come Merlino comandava. Dietro ad ogni porta gli sembrava di sentire voci mormorare. Non trovava rifugio neppure nelle sue fantasie perché il suo animaletto non miagolava e non faceva più le fusa.
Doveva togliersi dalla mente le lacrime di Malfoy o non sarebbe più riuscito a farselo venire duro.
Proprio mentre cercava, frustrato, una soluzione, Malfoy gli tagliò la strada, scortato dai due gorilla senza cervello.
Harry non rifletté, allungò il braccio ed afferrò Malfoy. -Vieni con me!-
Il Serpeverde impallidì visibilmente, mentre i due che lo accompagnavano grugnirono per protesta. -Vince! Greg! Non preoccupatevi, vi raggiugo tra poco-
-Ma, Draco... Blaise dice...-
-Dopo lo spiego io a Blaise, andate, adesso-
Goyle e Tiger si guardarono e si allontanarono, rigirandosi ogni tanto.
Draco non sapeva perché lo avesse fatto. Potter gli faceva paura da quando... ma stranamente aveva atteso ogni giorno che lui lo pretendesse ancora.
La vita non aveva più quel sapore nostalgico delle loro liti, delle loro sfide, da troppo tempo. Per cinque anni Draco si era sentito al centro del mondo ogni volta che aveva litigato con Potter, poi, l’anno prima, schiacciato da responsabilità che non voleva, incapace di uscire da una situazione spaventosa... aveva visto il loro rapporto prendere una direzione diversa, inaspettata. Aveva avuto paura, aveva avuto paura che Potter lo vedesse per quello che era e che si allontanasse per sempre. Quando Harry lo aveva quasi ucciso, nel bagno di Mirtilla, per un solo, brevissimo attimo, era stato felice che tutto finisse, di non vedere le conseguenze. Adesso... non capiva bene cosa provasse, ma la presenza di Potter nella sua vita gli era necessaria.
Harry lo trascinò nel solito bagno, aprendo nervosamente la porticina del solito gabinetto e sbattendoci dentro Malfoy.
Si guardarono per qualche momento negli occhi, decisi a sostenere lo sguardo dell’altro.
Infine Harry capitolò. -Non serve che ti dica cosa voglio, Malfoy-
-Si, invece, Potter. Vuoi che te lo succhi o preferisci scoparmi come l’ultima volta?- Lo provocò.
-Non farmi arrabbiare, Malfoy! Non ti conviene!-
-Perché Potter? Ti scoccia che tutta la scuola sappia di te e Weasley?! Com’è il suo uccello, Potter? Coperto di lentiggini?-
-Non esagerare, Malfoy!- Harry gli rivolse uno sguardo infuriato.
-Se devi scoparmi per sfogarti, almeno fallo bene, Potter! E dimmi che non pensi al culo di Weasley quando entri nel mio!-
Harry fu sul punto di colpirlo, ma Malfoy era già in ginocchio a lavorare sulla sua cintura.
Harry sentì un’ondata di eccitazione travolgerlo e non poté trattenere un gemito sonoro quando il Serpeverde lo prese in bocca senza nessun preavviso.
Draco lasciava quanta più saliva possibile sul pene di Harry e, nel frattempo, con una mano, si liberava della cintura.
Harry grugnì contrariato quando un brivido lo avvisò che Malfoy non intendeva finire la sua fantastica opera di suzzione. Spalancò gli occhi e rizzò la testa, trovandosi davanti gli occhi chiari di Malfoy, che finiva di sfilarsi i pantaloni e li ripiegava sul coperchio del water.
Il serpeverde si mise faccia al muro e si puntellò con le braccia, allargando le gambe. -Vedi di non farmi più male del necessario, Potter-
Harry impiegò qualche minuto a capire quel che il biondo gli stava dicendo, tuttavia la saliva che diventava fredda rapidamente sul suo amichetto lo convinse a non perdere altro tempo. Scivolò piano dentro di lui e gemette di nuovo.
Gli afferrò i fianchi e si premette contro la schiena di Malfoy, iniziando un dondolio lento e profondo. Squisitamente stretto e caldo. Harry si rilassò, aumentando appena la velocità delle spinte, conficcando la fronte contro la spalla del biondo, mentre una mano gli scivolava alla base del sesso della sua vittima che, pazientemente sopportava.
Le dita di Harry, inconsciamente scivolarono intorno al pene molle, mentre il mignolo, quasi abbandonato, andava a stuzzicare curiosamente lo scroto.
Draco si irrigidì, sentendosi ancora più vulnerabile.
In quel momento Harry affondò di nuovo in lui, trovando un punto particolare e Draco sentì, malgrado tutto, brividi di piacere e di eccitazione attraversargli il corpo. Represse un gemito, ma il suo pene iniziò a gonfiarsi. La stretta di Harry intorno a lui divenne più decisa. Il Grifondoro lo accarezzò timidamente, affondando ancora e Draco produsse un basso gemito di piacere che lo fece venire istantaneamente.
Harry si immobilizzò, respirando affannosamente. Lasciò la presa e, poco alla volta, si sollevò dal corpo che aveva premuto contro al muro.
Per qualche momento rimase con la testa conficcata nella sua spalla come se volesse penetrarvi, infine risalì lungo il collo del biondo e lo baciò delicatamente.
Draco rimase paralizzato, il cuore fermo, il respiro bloccaro, il sesso che improvvisamente voleva esplodere di eccitazione.
Harry uscì senza una parola e Draco attese di sentire richiudere la porta del bagno.
Potter lo aveva baciato.
Aveva appoggiato le labbra sul suo colo e lo aveva baciato.
Improvvisamente Draco tornò a sentire i battiti accelerati del suo cuore, mentre il respiro si faceva fin troppo rapido ed un sorriso idiota gli illuminava il viso.
Si rivestì alla svelta e corse a perdifiato a cercare Blaise.

Zabini venne travolto da un abbraccio strangolante mentre Draco rideva, con gli occhi lucidi di gioia.
-Mi ha baciato! Merlino, Blaise! Dopo mi ha baciato!-
Zabini lo fissò allibito, poi decise di prendere in mano la situazione, dato che Draco continuava a sorridere in modo stupido e non diceva più nulla.
Lo trascinò nella stanza di Draco e lo fece sedere. -Chi ti ha baciato?-
Draco aprì la bocca, formando delle lettere, ma non emise suono. Mise a fuoco il suo amico con sguardo raggiante e finalmente rispose in modo comprensibile. -Harry!-
Zabini rimase perplesso per qualche attimo, come a voler ricordare tutti gli Harry della scuola, poi aggrottò le soprcciglia. -Potter?-
Draco annuì e gli raccontò il loro recente incontro.
-Draco, quello non è un bacio!- Protestò. -Si è appoggiato dopo aver fatto di nuovo i suoi porci comodi e tu hai avuto l’impressione che ti baciasse!- Ringhiò arrabbiato.
Draco negò con decisione. -So cosa ho sentito, Blaise. Ho sentito le sue labbra che mi baciavano... proprio qui!- Ripiegò il braccio per indicare un punto dietro al collo.
-Che Salazar ti aiuti, Draco perché stai perdendo il senno!-
Draco gli sorrise con un’espressione degna di Luna Lovegood, ma ignorò totalmente il suo commento.

Harry si dava mentalmente dell’idiota. Cosa gli era passato per la mente per baciare Draco Malfoy? Sperava solo che il Serpeverde non si fosse accorto del suo gesto. Ma, Merlino! Quelle scopate nel cesso stavano diventando il miglior sesso della sua vita! Quando lo aveva sentito gemere... aveva perso il controllo. Per un attimo realtà e fantasia si erano fuse ed aveva pensato di poter toccare il Draco nella sua testa! Il ricordo di quel verso lo infiammò per tutta la notte. Lo rivoleva. Voleva sentirlo gemere ancora e più forte. Quel maledetto di Malfoy doveva averlo stregato!
La mattina dopo scalpitò irrequieto per tutta la prima lezione, in attesa della successiva ora buca. Schizzò fuori dall’aula e corse a cercare Malfoy. Praticamente lo rapì sotto gli occhi di un paio di Tassorosso che non commentarono.
Arrivati al solito corridoio, Draco cominciò a stare al passo, senza più farsi tirare.
-Che diavolo hai, Potter? Non riesci più a tenerlo nei pantaloni?- Lo provocò nascondendo una vaga soddisfazione.
Harry chiuse la porta alle loro spalle e si avventò su di lui, iniziando a sbottonargli con urgenza i pantaloni e rigirandolo faccia al muro.
Draco si sentì penetrare di colpo, ma non fu doloroso come si era aspettato. Sentì qualcosa di freddo e scivoloso e capì che Potter doveva aver ustato un lubrificante. Forse non era mai stata sua intenzione fargli del male.
-Miagola!-
-Cosa?- Chiese Draco, sorpreso. Un brivido lo aveva percorso appena sentito il fiato caldo di Potter contro il suo orecchio e la voce bassa e roca che gli ordinava di miagolare.
Potter spinse e gemette e Draco gli rispose con un basso verso strozzato.
-Più forte, Malfoy!- Gli ordinò sentendo il suo pene contrarsi al breve suono del biondo. Spostò una mano sul sesso del Serpeverde e cominciò a toccarlo.
Draco iniziò ad eccitarsi sotto le carezze e le spinte lente e profonde e quasi urlò quando sentì l’altra mano del Grifondoro infilarsi sotto la sua camicia e raggiungergli un capezzolo, titillandolo piano e stringendolo poi tra le dita.
Harry grugnì di piacere, incuneandosi in profondità dentro di lui e fermandosi a riprendere fiato. Il sudore gli imperlava la fronte.
Draco trattenne il fiato, in attesa di cosa avrebbe fatto, poi sentì di non poter più sopportare il silenzio. -Ti voglio...-
Potter si risvegliò di colpo, quasi fosse scivolato, per qualche istante, in un sogno.
-Certo che mi vuoi, Malfoy!- Gli abbaiò rabbioso, staccandosi velocemente da lui ed afferrandogli il polso sinistro. Con la mano libera gli strattonò le maniche della giacca e della camicia, esponendo il Marchio Nero.
-Tutti quanti voi mi volete! Per consegnarmi a Voldemort!- Lo lasciò con un moto di disgusto ed uscì.
Draco, sconvolto, trattenne a fatica i singhiozzi. -Non è vero, Harry!- Mormorò, quasi volesse provare a se stesso di saper pronunciare quelle parole.
Spalancò la porta, Potter stava per sparire nel corridoio deserto. -Non è vero!- Gli gridò prima che sparisse.
Mestamente riprese i suoi abiti e si rivestì.

Harry aveva bisogno d’aria. Con passo deciso si diresse al portone e lo spalancò, uscendo nel parco. La neve copriva ogni cosa e le orme dei ragazzi usciti a giocare erano state sepolte da un nuovo strato falsamente morbido.
Harry si incamminò verso il lago, ma non si avvicinò. La tomba di Silente era perfettamente mimetizzata, marmo bianco tra neve bianca. Strinse i pugni, sorprendendosi di avere le dita gelate. Erano già passati mesi e lui cosa aveva fatto? Aveva subito la protezione non voluta del ministero e scopava con Malfoy... Quella notte e i giorni successivi aveva pensato a Malfoy come ad un’altra vittima, aveva cercato di giustificarlo, ma quando lo aveva avuto nuovamente davanti....
Harry respirò a fondo sentendo il freddo penetrarlo.... Malfoy doveva pagare. Doveva pagare per sua zia, per suo padre, per Piton.... C’era solo lui su cui poteva mettere le mani quindi avrebbe pagato per tutti. Su di lui avrebbe riversato frustrazione, odio e amarezza e poi, forse, sarebbe riuscito a perdonarlo.


Continua