DISCLAMER: Tutti i personaggi di questa fic appartengono agli aventi diritto

 

 


Per amore mio

parte III

di Nuel

 

Il corridoio fu invaso da un turbine di primini urlanti che correvano a perdifiato, tanto che gli studenti più grandi dovettero addossarsi alle pareti per non essere travolti.
Harry per poco non perse l’equilibrio nel tentativo di scansare un paio di ragazzini rimasti un po’ in dietro. Era un piacere vedere tanta gioia e fu ancora col sorriso sulle labbra che si girò per imboccare un corridoio silenzioso.
Il suo buon umore svanì immediatamente, appena gli occhi gli si posarono su due figure indiscutibilmente allacciate, il cui atteggiamento non lasciava dubbi sulle loro attività.
Harry sentì montare dentro una rabbia immensa e l’odio verso Malfoy crebbe istantaneamente.
Come osava quel bastardo pomiciare e farsi baciare a quel modo lungo un corridoio?!
Pochi attimi dopo, quando, praticamente gli era già alle spalle, riconobbe nell’altro ragazzo Nott.
-Bene, Malfoy, ora saprò spiegare perché qualcuno ha ancora voglia di difenderti!- Sibilò con la sua migliore espressione cattiva.
Nott e Malfoy si separarono all’istante, come si fossero scottati.
Malfoy impallidì immediatamente, mentre Nott assumeva una colorazione rossastra.
-Non ti resta altro che fartela con le nullità, Malfoy! Sei proprio caduto in basso!- Infierì Potter, mentre Nott illividiva oltraggiato.
Prima che Theodor potesse muoversi, Draco gli afferrò il braccio, dicendogli di lasciar fare a lui e pregandolo di lasciarli soli.
Il ragazzo protestò, ma Malfoy gli disse di raggiungere l’aula per la lezione successiva e rimase solo col rivale di sempre.
Quando Nott sparì dietro l’angolo del corridoio, Malfoy si decise a parlare.
Non sapeva perché lo infastidisse tanto l’essere stato scoperto da Potter, ma non voleva che Theodor subisse le ripercussioni dell’essere il suo ragazzo.
Nessuno, al di fuori dei Serpeverde, doveva sapere che Nott lo frequentava.
-Non dirlo a nessuno, Potter- gli chiese con tono basso, affatto imperioso.
-E perché dovrei accontentarti, Malfoy?-
-Perché sei un Grifondoro! E i Grifondoro non fanno queste cose!-
-Ma sentilo! Il piccolo Mangiamorte che si preoccupa per il suo amichetto! Fottiti, Malfoy!- Harry non riusciva a dimenticare che Malfoy era implicato nella morte di Silente e neppure che fosse il nipote di Bellatrix. Dalla sua famiglia gli era venuto ogni male, negli ultimi sei anni. Sapeva che quel ragazzo era stato poco più che una pedina, che forse non aveva avuto scelta, ma non si era mai ribellato, non lo aveva mai visto lottare... voleva ferirlo, farlo sanguinare... voleva riversare su di lui tutta la sua rabbia ed il suo dolore.
-Va bene, Potter! Cosa vuoi per mantenere il silenzio?-
-Pensi di comprarmi come....?- Harry si fermò a metà frase, riflettendo.
Draco attese. Sapeva che tutti, per certo, avevano un prezzo. Neppure San Potter era escluso da questa regola.
-Vieni con me, Malfoy!- Gli ordinò Harry. Si diceva “Carpe diem”, giusto? E lui l’avrebbe fatto.
Il cuore gli picchiava forte nel petto. Non era orgoglioso di quello che voleva fare, ma mise a tacere la propria coscienza dicendosi che Malfoy meritava questo ed altro.
Entrarono nel bagno silenzioso di un corridoio vicino. Harry spalancò la porta di un gabinetto e ci spinse malamente dentro Malfoy.
-Giù!- Gli ordinò secco. -Fammi vedere come sai usare la lingua quando non la usi per parlare a sproposito!-
-Potter, non...-
-Zitto e ubbidisci! O preferisci far sapere a tutta la scuola che ti scopi Nott o è lui a sbattere te, Malfoy?-
Draco illividì di rabbia e mortificazione, ma si inginocchiò davanti a Potter e lavorò con mani tremanti sulla sua cintura e sulla cerniera, fino ad estrarne il sesso turgido e rosso di Potter.
Harry doveva ammettere che avere Malfoy in ginocchio davanti a lui gli dava una sensazione molto piacevole. Attese col cuore in gola finché il Serpeverde non si decise a prenderlo in bocca e rilasciò un respiro profondo e roco.
Finalmente le sue fantasie si avveravano.
Malfoy si muoveva a scatti, non troppo sicuro di quel che faceva. Il pene di Harry gli riempiva la bocca e la salivazione era aumentata copiosamente. Il suo sapore lo stava intossicando. L’odore era pungente ed eccitante e lo stava velocemente facendo eccitare a sua volta. Eppure lui non voleva!
All’improvviso sentì le dita di Potter artigliargli i capelli ed una contrazione nella sua bocca.
Potter venne schizzandogli sperma in gola e Draco ebbe la forza di respingerlo, tossendo lasciando colare dalla bocca spalancata seme e saliva, la lingua immobile, come sospesa, mentre altra saliva gli si formava sotto di essa e colava subito fuori.
Alcune gocce gli erano schizzate direttamente in gola ed aveva dovuto ingoiarle suo malgrado.
Le lacrime gli bruciavano gli occhi, ma era troppo sconvolto per piangerle.
Potter, ancora ansimante, si richiuse i pantaloni.
-Niente male, Malfoy. Credo che ripeteremo questa esperienza- fece per uscire dal gabinetto, scavalcandolo, ma gli rivolse un’ultima frase, carica di scherno.
-Vedi di darti una ripulita, prima di uscire, Malfoy!-
Draco, allora, riuscì a versare quelle due lacrime amare, afferrò un po’ di carta igienica e si ripulì il mento, alzandosi poi sulle gambe malferme.
Si guardò e si rese conto di aver sbavato sulla divisa... senza bacchetta non poteva neppure usare un incantesimo pulente. Si sentì misero e scoppiò a piangere, appoggiato alla porta.
Aveva fatto la cosa giusta. Se lo ripetè almeno una decina di volte mentre cercava di smettere di piangere. Non poteva permettere che Theodor venisse compromesso.
Theo era così gentile e premuroso con lui. Draco non poteva permettere che fosse additato come un simpatizzante dei Mangiamorte. Non poteva compromettere il suo futuro. Pensare che solo poche ore prima si erano svegliati nello stesso letto, abbracciati. La sera prima avrebbero potuto fare l’amore, ma Theo aveva sentito il disagio di Draco, che non si sentiva ancora pronto e gli aveva detto che non c’era fretta, che poteva aspettare.
Si erano scambiati carezze e baci intimi... Theo gli aveva fatto raggiungere l’orgasmo solo toccandolo, gli aveva massaggiato lungamente il sedere, sfiorando di tanto in tanto il suo ingresso, facendolo rilassare, succhiandogli i capezzoli tanto che Draco aveva pensato che non sarebbero più tornati molli e lui lo aveva toccato appena...
Stavano assieme appena da una settimana e gli pareva ancora così strano stare con lui... aveva colto altre volte le fantasie che lo riguardavano, aveva provato ad estorcere una confessione da Theo, ma lui non cedeva di un passo... e ora aveva succhiato l’uccello a Potter!
Si strinse addosso il mantello e cercò di non farsi vedere dagli Auror che, solitamente, lo tenevano d’occhio e sgusciò, attraverso corridoi bui, fino ai sotterranei.

Harry si sentiva straordinariamente bene. Aveva bisogno di uno sfogo ed era così tanto che fantasticava su Malfoy che nessun senso di colpa poteva neppure lontanamente affacciarsi alla sua mente.
Fottere la bocca del Serpeverde era stata, senza ombra di dubbio, l’esperienza più eccitante della sua maledetta vita.
Sorrise beatamente a Ron ed Hermione, fregandosene delle loro opinioni e si mise ad attendere l’inizio della lezione.

Quando Nott raggiunse la Comune dei sotterranei, lasciò i libri sul primo piano d’appoggio che trovò e si precipitò in camera del suo ragazzo, immensamente preoccupato per la sua assenza da lezione.
Draco era sprofondato nel suo letto, col viso nascosto tra i cuscini e Theodor lo scosse piano, toccandogli una spalla.
-Draco? Come stai? Cos’è successo con Potter?-
Draco si riscosse subito dal leggero torpore in cui era immerso, impallidì e si costrinse a girare il volto verso il suo ragazzo, ma non riuscì a guardarlo in faccia.
-Niente, non preoccuparti. Ho la sua parola che manterrà il segreto-
-Ma non me ne importa niente, Draco! Io vorrei dirlo al mondo intero che sto con te! Vorrei gridare a tutti che ti amo! Sono preoccupato per quello che ti può aver fatto quel maledetto Sfregiato!-
Draco arrossì e tornò a seppellirsi tra i guanciali.
-Draco, per favore, guardami!-
Draco gli ubbidì piuttosto riluttante.
-Ti ha fatto qualcosa?- Insistette Nott, premuroso.
-No, Theo. Non preoccuparti- gli mentì con un sorriso tirato quanto falso.
-Meno male, amore mio-
Nott lo attirò a sé per baciarlo, ma Draco si ritrasse. La bocca gli si riempì di saliva e trattenne le lacrime che gli erano risalite agli occhi. Gli pareva di risentire quel sapore in bocca e... sentì il suo pene irrigidirsi e gonfiarsi appena.
“E’ da malati! Merlino.... Potter... è come se mi avesse stuprato e io mi eccito? Non è possibile!”
Nott lo abbracciò protettivamente e lo tenne stretto per almeno mezz’ora, prima che arrivasse Blaise e capisse che qualcosa non andava.
Il ragazzo, con la scusa di dover parlare un attimo da solo col suo migliore amico, allontanò Nott e si sedette sul letto accanto a lui.
Draco fu grato di quella vicinanza, ma non osò chiedergli un abbraccio. Per quanto il suo rapporto con Theo fosse diventato fisicamente coinvolgente, era ancora Blaise che gli faceva battere il cuore e gli svegliava la mente.
-Cos’è successo, Draco?- Gli chiese Zabini con tono accorato.
Draco ghignò. -Se te lo dico devi promettermi di non dirlo a Theo-
Zabini sollevò un sopracciglio con fare interrogativo. -Hai già dei segreti col tuo ragazzo? Comunque, ok, te lo prometto-
-Ho fatto un pompino a Potter in un gabinetto-
Zabini impiegò qualche secondo a digerire la notizia. -Scusa?-
Draco si sollevò a sedere e lo guardò in viso.
-Potter ci ha beccati a baciarci in un corridoio. Ho cercato di comprare il suo silenzio e questo è stato il prezzo-
Zabini rimase in silenzio ancora un po’. -Questo non è un prezzo, Draco. E’ una molestia!-
-Si, ma...- Si leccò le labbra soprappensiero. -...subito ho desiderato di morire, Blaise.... ma poi... io continuo a pensarci e, più ci penso e più vorrei...-
-Draco!-
-Non so cosa mi succede, Blaise! Potter mi fa salire il sangue alla testa! Mi toglie il fiato! Merlino! Io credo... di desiderarlo!-
-Draco, tu non stai affatto bene! Sei diventato masochista?-
Draco sospirò. -Finirò ad Azkaban, Blaise... lì non dovrò certo limitarmi ad elargire pompini!-
-Non è detto che tu ci finisca!-
-Come no! Questo bel disegnino domani sparirà dal mio braccio! Ci credo, Blaise! Certo che ci credo! Tanto vale che mi abitui a dar via il culo, almeno quando qualcuno degli “amici” di mio padre cercherà di sfondarmelo avrò già un po’ di esperienza!-
Zabini ammutolì. Odiava litigare con Draco e stavolta il suo amico si era messo a gridare come non aveva mai fatto. E forse non aveva poi tutti i torti su quello che lo aspettava in prigione.
-Scusa Blaise. Sto sragionando-
-Non importa... resta quello che ti ha fatto Potter. Deve pagarla- rispose il moro con voce mesta.
-Stanne fuori, Blaise. Me la vedo io con Potter. Se non altro ha dimostrato di non essere un Santo... vuol dire che posso affrontarlo alla pari, giusto?-
Zabini sospirò. -Tu sei sorvegliato dagli Auror e lui è il salvatore del mondo magico: non siete alla pari, Draco-
-Se anche lo dicessi, qualcuno mi crederebbe Blaise? Non c’è più Severus a difendermi. Non ho nessuno...-
Blaise rimase in silenzio, fissandosi la punta delle scarpe. Draco aveva ragione.
-Comunque grazie. Mi sono sfogato. C’è sempre stata tanta animosità tra me e Potter... forse questo è il naturale evolversi degli eventi. Sai, lui ti somiglia... forse la prossima volta che succederà, se immaginerò di essere con te non sarà così male-
Zabini sussultò, arrossendo violentemente. -La prossima volta?-
-Si, Potter ha detto che ripeteremo l’esperienza... posso pensare a te, Blaise?-
-E... e... Theo?- Gracchiò Zabini, a disagio.
-Stai tranquillo, Blaise. Se non vuoi non penserò a te. Non ti farei mai del male, lo sai. Theo... sto bene con lui, ma ancora non sento scoccare la scintilla... se intendi cosa voglio dire-
Zabini sembrava essersi ripreso. -Draco, in tutta sincerità: io non penso che sia Theo il tipo di cui cogli i pensieri. Lo conosco: Theo non è tipo da fantasie del genere!-
Draco lo fissò con gli occhi duri e tristi. -Se è come dici, allora sto sbagliando tutto...- chinò la testa e rimase in silenzio.
Zabini, piuttosto goffamente, gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla.
Quando Draco lo guardò con gli occhi lucidi, l’abituale confidenza prese il sopravvento e lo abbracciò.
Non poteva neppure immaginare quanto quel gesto fosse di conforto a Draco e quanto gliene fosse grato.
Mentre si separavano, Pansy bussò rapidamente alla porta della camera ed entrò senza troppi preamboli, salutando entrambi ed appoggiando un vassoio sul letto di Draco.
-Ho pensato che non sareste scesi a cena a forza di confabulare tra voi ed infatti, eccovi qui! Vi ho portato qualcosa per riempirvi lo stomaco appena vi renderete conto che la cena è finita da un pezzo e vi verrà fame!- Spiegò lei, allungando ad entrambi delle salviette.
Draco e Blaise si scambiarono uno sguardo e si resero conto che il tempo era effettivamente volato.
Draco si precipitò a baciarle una guancia e poi lei si rivolse verso Zabini, con entrambe le sopracciglia sollevate, finché lui si decise a baciarla.
Draco sorrise. Cominciava ad abituarsi a quella situazione.
Pansy aveva lasciato la porta aperta e Theodor bussò sullo stipite.
-E’ una festa privata o posso unirmi anch’io?-
-Entra Theo!- Cinguettò la ragazza, senza esitare ed il Serpeverde prese posto accanto al suo ragazzo.
Mentre Draco lo guardava pensieroso Nott gli scoccò un bacio sulle labbra e Draco arrossì, facendo scoppiare a ridere la sua migliore amica.
Blaise intuì il reale motivo di quel rossore, mentre Nott pareva totalmente lusingato e gli passò una salvietta dicendogli di mangiare qualcosa.
I quattro si misero a banchettare sul letto di Malfoy, con Pansy che parlava a raffica e Draco si ritrovò avvolto nel caldo abbraccio del suo ragazzo.
Non sarebbe stato male se il tempo si fosse fermato in quel momento. Chiuse gli occhi e sospirò. Lo sguardo duro di Potter mentre gli ordinava di inginocchiarsi gli attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno e gli mancò il fiato. Gli occhi gli si riempirono di lacrime che mascherò con uno sbadiglio mentre spalancava gli occhi e si accoccolò meglio contro il petto di Theo, in cerca di protezione.

Continua