Disclaimers: L’autrice ha il dovere di ricordare al gentile pubblico che i personaggi partecipanti a questa “opera da tre soldi” non sono i suoi, ma delle Clamp e dei loro editori giapponesi e italiani. Io gli faccio vivere storie ai margini della trama originale, sempre cercando di conciliare il loro spirito clampiano e la mia personale inventiva. Ci sono spoliers riguardanti il volumetto numero 16, inoltre questa è la mia personale visione di come andranno le cose perché a tutt’oggi le Clamp non ci hanno ancora fatto saper qual è la sorte di Subaru, né cosa Seishiro abbia pronunciato nell’orecchio di Subaru al Rainbow Bridge.

Buona lettura!

Per il tuo sorriso

di Haruka

capitolo VI

Era una bella giornata di sole, il cielo era grigio privo di nubi, non c’era vento. Dicembre era ormai alle porte. Fra le macerie di un quartiere, dove ancora si udivano le urla dei sopravissuti in cerca di una via di salvezza, un giovane dai capelli scuri tremò per il freddo. Circondò il suo torace con le braccia, sfregandole con le mani, sperando di scaldarsi un po’. Fece poi un piccolo giro su se stesso per ammirare il panorama.

- Non c’è male!- disse poi tirando un calcio ad un ciottolo- Credo che stasera nevicherà!-

Erano passate già due settimane dal crollo della barriera del Rainbow Bridge, due settimane dalla disfatta del primo Drago, un Drago della Terra, per giunta! 

In compenso il corrispondente Drago del Cielo non era più in grado di erigere una barriera, perciò i conti erano ancora pari

Un Sakurazukamori era morto e ai fini della battaglia per la fine del mondo non era cambiato nulla.

Già, ma solo da quel punto di vista non era cambiato nulla… 

C’era stato un avvicendarsi alla guardia del Ciliegio maledetto e la sua vita era stata risucchiata in quel vortice di segreti mai rivelati, di parole dette e non dette, di sogni e di desideri da avverare, di attese, e di dolore.

Sospirò. 

Orami era andata, non rimaneva che aspettare la dipartita del prossimo Drago!

Ora, aveva una certa premura di mettere fine a tutta questa maledetta storia! 

 

Senza nessuno che gli mettesse fretta, il giovane capo dei Draghi della Terra si incamminò verso una caffetteria, dove facevano un ottima torta alle mele, sperando che fosse ancora in piedi. Con sua somma soddisfazione, trovò l’edificio dove ricordava e si prese un caffè per accompagnare quella delizia del palato.

Rise, ultimamente stava esagerando con i dolci! 

Un po’ svogliatamente si alzò dal tavolo. Una cameriera biondina lo salutò arrossendo, il ragazzo rispose con un cenno del capo e un sorriso gentile. Di lì a poco, i vetri delle finestre si frantumarono in mille piccole schegge, ferendo i passanti e gran parte della persone all’interno del caffè rimasero uccise dal crollo del soffitto.

Un’altra parte di Tokyo non esisteva più. 

La cameriera di prima uscì in lacrime dal locale, il volto sfigurato dai frammenti di vetro e dal rosso del suo stesso sangue. Nella folla riconobbe il giovane molto attraente di prima, illeso.

- La prego mi aiuti!- implorò con le poche forze rimaste.

“Kamui” si avvicinò a lei e l’aiutò a …morire.

- Il tuo desiderio era smettere di soffrire il prima possibile, giovane donna! Eccoti accontentata!- Il corpo senza anima della ragazza cadde a terra, gli occhi ad indicare un punto indistinto in fondo alla via, forse la strada per casa sua- Questo è il mio potere, leggere nel cuore degli uomini ed esaudirne i capricci è il mio passatempo preferito!L’ho fatto con tutti, senza distinzione, senza riguardo per i miei desideri!-

 

Qualche ora dopo, mentre il telegiornale dava notizia dell’ennesimo devastante terremoto, Fuma si buttò sul letto per leggere distrattamente il giornale. 

Orami era notte, il parco di Ueno era illuminato dai lampioni.

Era tornato ancora nell’appartamento di Seishiro perché non aveva nessuna voglia di vedere gli altri messaggeri. Nataku, soprattutto, aveva intuito che qualcosa aveva turbato la sua quiete e sembrava non volerlo più lasciare da solo. L’unico modo per togliersi di mezzo quell’ombra fedele, era di non farsi vedere proprio! Né Nataku, né gli altri avrebbero avuto l’ardire di venire a cercarlo. 

Si era fatto vivo solo con Kakyuo, per cercare di capire meglio la storia dell’incantesimo riflesso e tutto il resto, non che lo interessasse la sorte di Sumeragi, persona della quale aveva una bassissima stima, così, per curiosità. Ma quel pomeriggio, anche Kakyou gli era sembrato insopportabile, se si fosse messo a piangere un'altra volta per quella gallina, lo avrebbe strozzato! Ma non poteva, non ancora, gli serviva per l’ultima grande battaglia.

 

Si addormentò e sognò ancora i tre bambini che giocavano. La bambina bionda si girò nella sua direzione e tutto il suo corpo fu smembrato da fili invisibili, mentre la sua testa rotolava ai piedi del Nero “Kamui”. L’atro bambino scoppiò in lacrime, in suoi enormi occhi viola si riempirono immediatamente del salato liquido che prese a scivolare lungo le guance in abbondanza; urlava ma Fuma non riusciva ad udirlo. Allora il giovane Drago si incamminò verso il terzo bambino, che era rimasto quieto, e lo fece voltare: non aveva faccia! Seguì una tempesta di petali e piume e la cantilena divenne insopportabile, come un disco rotto che continua a girare sempre a velocità maggiore. Ad un tratto qualcuno parlò. Fuma si girò di scatto e vide la bocca che era appartenuta a quella bambina muoversi.

- Il destino non è ancora stato deciso!-

A quelle parole, il ragazzo si sentì crescere una grande rabbia dentro e richiamò a se il suo potere, dei bambini non rimase nulla. Nel silenzio e vuoto che seguì solo una piuma bianca aleggiava nell’aria leggera e soffice.

Il destino non è ancora stato deciso!

 

Fuma si svegliò di colpo, di pessimo umore, tirò alcuni calci alle coperte e si mise a sedere. Aveva mal di testa e, nonostante fuori facesse molto freddo, aprì la finestra, fece dei respiri profondi chiudendo gli occhi. I bambini non c’erano più né la musica si udiva.

Non l’avrebbe udita mai più!

Fu allora, perso nel buio e nel freddo di Tokyo, che lo sentì entrare. Il sangue gli si gelò e fu veramente la prima volta.

Qualcuno dal fare circospetto stava entrando nell’appartamento appartenuto al precedente Sakurazukamori.

Il tipico odore del ciliegio,un misto tra sangue e l’essenza dei petali rosa, il vago aroma acre del tabacco.

Mild Seven non c’è dubbio!

Si girò di colpo,lasciandosi dietro le spalle la finestra spalancata.

Non poteva essere! 

Come poteva essere? 

In un attimo raggiunse il soggiorno e davanti ai suoi occhi apparve il Sakurazukamori…

Un occhio verde opaco e il suo rispettivo bianco e vuoto, il lungo cappotto bianco ancora sporco di sangue, del suo sangue

 

Il ragazzo spalancò gli occhi quando l’alta e possente figura del “Kamui” dei Draghi della Terra, camicia stropicciata, capelli scapigliati, apparve nel vano della porta di quella che doveva essere la  camera da letto. 

I due ragazzi si osservarono per un momento, Fuma sempre più divertito, Subaru sempre più confuso.

Che ci faceva quello a casa di Seishiro?!

Alla fine la tensione fu spezzata dalle risate di Fuma,che scoppiò a ridere di gusto, da tenersi lo stomaco, da asciugarsi le lacrime ai lati degli occhi.

- Avevo sentito- cercava di dire il ragazzo tra una risata e l’altra- la presenza del Ciliegio, l’odore dei petali, addirittura le sigarette. E mi sono detto: “Non può essere!”- Fece alcuni passi in avanti, mentre la faccia di Subaru da semplicemente stupita diventava molto seccata, decisamente nera

- E invece, può essere benissimo, perché TU sei il Sakurazukamori!- 

Decisamente non ce la faceva più, questo era troppo divertente!

- Tu, il capo dei Sumeragi, sei il Sakurazukamori!- 

Fuma fu costretto a mettersi a sedere, per non perdere l’equilibrio, cercava di fare lunghi respiri per non morire soffocato dalle risate.

- Ora basta!- tuonò Subaru al colmo della sopportazione- Che cavolo hai da ridere?-

- Oh, si, hai ragione, ora basta o morirò soffocato!- Fuma si asciugò le lacrime e tutto di colpo divenne serio.

- Innanzitutto- incominciò Sumeragi, cercando di avere un minimo di autorità su quel irriverente, presuntuoso ragazzino- cosa ci fai tu qui? Questa era casa di Seishiro!- 

- No, innanzitutto- gli rispose Fuma- grazie!-

- Cosa?- Subaru perse subito quel poco di fermezza che era riuscito a trovare per mostrare tutta la sua incredulità.

- Grazie, perché prima non mi sentivo tanto bene, ma ora che ti ho visto sto benissimo. Tutto quel ridere mi ha rimesso al mondo! Grazie di cuore!-

- TU, brutto figlio…-

Fuma si alzò e si avvicinò al giovane uomo fissandolo con occhi gelidi, si fermò a pochi passi da lui e lo afferrò per il bavero del cappotto.

- Il suo sangue?- 

Subaru lo fissava senza parlare, dritto negli occhi nocciola.

Neanche quelli di Seishiro erano stati così freddi e inquietanti!

- Un po’ kitsch come ricordo dell’amato, non trovi?- 

Sumeragi si liberò dalla presa con uno strattone.

- Non sono cose che ti riguardano!- gli urlò.

- No, infatti, non mi riguardano più, anzi a buon diritto non mi hanno mai riguardato- questa risposta colpì molto il ragazzo privo dell’occhio destro. 

L’altro tornò a sedersi, voltandogli le spalle per ammirare le piccole fiammelle elettriche che illuminano  il parco di Ueno.

- Non hai paura a darmi le spalle?- chiese con tono di sfida Subaru.

- Non sei in grado di fare del male neanche a te stesso!- fu l’acida e sprezzante risposta.

Cade il silenzio. 

 

Il nuovo Sakurazukamori fece un giro di ispezione nell’appartamento del suo predecessore, che ora toccava a lui, mentre l’altro rimase quieto seduto sul divano. Non sembrava avere l’intenzione di andarsene, né Subaru voleva che lo facesse, molte cose gli doveva chiedere.

- Da qui si può controllare benissimo il Ciliegio- esordì ad un tratto “Kamui” alzandosi- Lo vedi?- Subaru si avvicinò alla finestra annuendo con il capo- Il tuo predecessore lo aveva scelto per questo, inoltre abbiamo deciso di aspettare l’ultimo momento per distruggere questa barriera-

- Perché?-

- Per rispetto a Kusanagi. Lui è una specie di ambientalista, non vuole vedere morire tutti questi alberi. Siamo arrivati al compromesso che questa sarà una delle ultime barriere a cadere-

- Capisco-

- In casa c’è tutto quello che ti può servire, vieni ti faccio vedere!-

Subaru seguì il suo cicerone in giro per la casa, cercando di memorizzare il posto degli oggetti per la cucina o del bagno. Una volta in camera da letto, ebbe un sussulto, un vero tuffo al cuore, quando furono aperte le ante dell’armadio e il dolce amaro odore di Seishiro si diffuse per la stanza.

Eau de toilette e tabacco!

- Raccolgo le mie cose e vado!- gli disse Fuma dirigendosi di nuovo in bagno- Immagino che ti fermerai a vivere qui-

- Non tornerò dai sigilli!-

- Lo so, non puoi! Non sei più in grado di erigere una barriera, hai perso l’unica cosa che valeva la pena di essere protetta. Ora sei più simile a me che all’altro “Kamui”. Ma…-

Fuma si girò di scatto e lo afferrò per un braccio, stringendolo,.

- Ma non osare unirti a noi, chiaro? Per quel che mi riguarda tu sei morto! Non ti sopporto e non voglio avere niente a che fare con te, chiaro?-

- Sentimento reciproco!-

 

Un quarto d’ora più tardi, una borsa da ginnastica giaceva vicino alla porta e il suo proprietario stava controllando per l’ultima volta se dimenticava qualcosa.

- Posso chiederti se vivevi qui, con lui?-

Fuma si fermò davanti al bancone della cucina e vi posò le chiavi.

- No-

- No, non vivevi con lui o no non posso chiedertelo?-

Il ragazzo sorrise.

- No, non vivevo con lui. Non lo avrei sopportato, troppo precisino! Venivo ogni tanto, per cena e capitava che mi fermassi a dormire…-

- Dormivate insieme?-

- Ma tu da dove vieni, dal paese dell’innocenza? Certo che non dormivamo…-

Subaru sospirò di sollievo e Fuma con il suo sorriso machiavellico accostò la sua bocca all’orecchio dell’altro uomo.

- Facevano l’amore!-

Proprio come si immaginava lo sentì sussultare, allora è ancora possibile ferirlo in qualche modo!

- Bastardo!- urlò Sumeragi allontanandosi.

- Chi? Io o lui?-

Subaru lo guardò senza rispondere, già chi era stato il vero bastardo?

- Credo che non ci sia altro, a mai più rivederci!-

- Aspetta!-

Non voleva che l’ultima persona che aveva conosciuto Seishiro, sparisse nel nulla. Chissà quante cose aveva capito e saputo apprezzare di Seishiro!

Lui che aveva potuto vedere il vero volto del suo perduto amore, lui che proprio come Seishiro non provava nulla, lo aveva capito, gli aveva fatto compagnia, forse lo aveva anche amato.

Amare? 

C’è qualcuno veramente in grado di provare un sentimento così annientante, così profondo e così assoluto?

- Hai avuto il suo corpo…- Neanche Subaru sapeva come terminare questa frase.

- Tu hai avuto il suo futuro, il suo potere, la sua anima, il suo cuore, che poteva amare una persona sola. Hai avuto la parte più importante di quella straordinaria persona. Tu eri colui che lui aveva scelto per renderlo felice-

- Felice?-

- Nessuno può vivere per sempre in solitudine, te ne accorgerai ora che sei il Sakurazukamori. Lui ti aveva scelto perché lo uccidessi. Il Sakurazukamori può amare una persona sola, la persona che lo ucciderà-

- Si, lo so, ora lo so!-

- Tu hai realizzato il suo unico sogno a discapito del tuo, ma non è questo amare? Sacrificare se stessi per il bene della persona amata?-

- Non lo so, non lo più! Sono il Sakurazukamori, adesso!-

- Neanche io lo so!-

Cadde di nuovo il silenzio.

- Ho avuto il suo corpo, ma non altro. In fondo, per Seishiro, venire a letto con me o con un altro non faceva molta differenza. Gli piacevo, si certo, ma veramente era solo una questione di orgasmo!-

- E per te, era così anche per te?-

Fuma aveva parlato con una tale tristezza che Subaru si chiese se fosse veramente la verità.

- Non ti riguarda!-

- Seishiro disse che eri una persona corretta e generosa, disse anche che eri un ragazzino simpatico-

- Uhm…hai deciso di farmi piangere per la commozione, Sumeragi?- gli rispose con acidità il ragazzo- Non mi importa cosa pensa di me un cadavere. Quando uno è morto è morto, non serve più a nulla, perciò è perfettamente inutile continuare a pensarci-

- Sarà come dici tu- annuì il giovane uomo dall’occhio verde osservando la stella a cinque punte rovesciata sul dorso della sua mano.

- Allora addio!- ma a dispetto delle sue parole Fuma non si mosse.

Uscito da lì non avrebbe avuto nessun diritto di ritornarci. 

Uscito da lì, gli rimaneva solo il Municipio con gli altri messaggeri. 

Uscito da lì, solo la Fine del Mondo. 

 

Dicono che casa è quel posto dove c’è qualcuno che aspetta il tuo ritorno. Seishiro una volta lo aveva aspettato, ma lui non era riuscito a raggiungerlo. Non glielo aveva detto ma c’era stato male.

Allora, anche se solo per poco tempo, quella era stata casa sua.

Provava una rabbia incredibile a causa della sua impotenza. Lo aveva visto morire, lo aveva udito sussurrare le sue ultime parole, e aveva sentito con glaciale certezza di non poterci fare nulla.

Il destino è già stato deciso! 

- Addio!- la voce del Sumeragi giunse fredda e monotona fino alle sue orecchie.

Fuma focalizzò lo sguardo su quella persona.

Si era del tutto dimenticato della sua presenza!

- Sumeragi, il destino è stato già deciso- ma pronunciò quelle parole più per convincere se stesso che il suo interlocutore- Tra le trame che il Fato ha tessuto per noi, ogni tanto abbiamo la possibilità di muoverci un po’ più liberamente e ci illudiamo di poter sfuggire al nostro destino, ma non è così. Nessuno può sfuggire a ciò che è stato prestabilito. Tu, io, Seishiro… Solo, Seishiro sapeva cosa gli sarebbe successo e così si è concesso il lusso di scegliere chi avrebbe indossato la maschera del destino per lui. Non so se ne aveva il diritto. So però che tutto quello che vogliono gli uomini è vedere i loro sogni realizzati, per sentirsi felici, per essere vivi. Uccidendolo, lo hai reso vivo!-

- Immagino che le tue parole mi dovrebbero farmi sentire meglio-

- Hey, Sumeragi- concluse Fuma ritrovando il suo sorriso a trentasei denti- puoi sempre fare una cosa: ti puoi impiccare all’albero! Sempre, che l’albero in questione non si sia dato fuoco da solo quando ha saputo che quel genio di Seishiro ha lasciato a te il compito di accudirlo!-

- Cosa?- Subaru non ci vide più dalla rabbia- Fuori da qui!-

 

Gli si gettò contro, spingendolo contro il mobile della cucina, dove il ragazzo più alto colpì la testa. Allora questi, riuscì ad alzarsi e con uno schiaffo di inaudita forza fece cadere a terra Subaru. Seduto sul pavimento, massaggiandosi la guancia colpita, il giovane uomo guardava il suo avversario con profondo odio, il velo che da un po’ appannava i suoi occhi, ora non c’era più. Fuma, ancora in piedi, ricambiò il gelido sguardo.

Dopo poco erano tutti e due a terra rotolandosi e colpendosi in qualunque punto il nemico avesse lasciato scoperto. Urlavano di dolore, ma anche di rabbia.

Quando stremati rinunciarono a colpirsi ancora, nella stanza tornò il silenzio.

Fuma appoggiò la testa  sul pavimento, respirando affannosamente. Sentiva dolore un po’ ovunque. Passò un dito sul labbro inferiore, sanguinava! Pulì la bocca passandoci velocemente la lingua. Poi allargò le braccia e chiuse gli occhi.

Piccolo, brutto stronzo!

Subaru si trascinò sul divano, dove letteralmente si accasciò tenendosi la testa tra le mani. Sentiva del liquido caldo lungo la guancia, lacrime, sangue? Cercò di normalizzare il suo respiro, doveva avere qualcosa di rotto, ne era sicuro.

Maledetto bastardo!

- Che aspetti a levarti dai piedi?- domandò Sumeragi con quel poco di voce che aveva ancora, ma con il massimo disprezzo nel tono.

- Impiccati, idiota!- rispose a mezza bocca Fuma, alzandosi lentamente da terra, poi si girò a guardarlo negli occhi- Non sto scherzando, impiccati!Il Sakurazukamori ama la persona che ha scelto come suo successore, ma tu hai già ucciso colui che amavi. Ti è concessa una sola persona da amare, ti sei già giocato la tua possibilità!Non ti resta altro che suicidarti!-

- Fuori!-

Nella luce diffusa dei lampioni che illumina il parco di Ueno la sera, l’alta figura di un giovane dai capelli corvini con una sacca in spalla attraversava il viale alberato a passi lenti, senza nessuna fretta. Ad un trattò si fermò davanti al più maestoso e imponente tra gli alberi del parco. L’unico che anche nella stagione invernale conservava i suoi fiori rosa. Petali che in un tempo lontano erano stati bianchi, ma che si erano macchiati del sangue di milioni di vittime sacrificate al Ciliegio, immolate in nome di un amore disperatamente cercato ed invocato dal gelido cuore dei tanti guardiani che si erano avvicendati nei secoli.

Il ragazzo sorrise stringendo l’oggetto che nascondeva nella tasca dei jeans, un regalino preso da casa di quell’uomo così terribilmente affascinante.

- E’ stato così per tanto tempo, ma ora la Terra verrà distrutta e con lei termina la spietata e assurda tragedia dei Sakurazukamori. Riposa in pace, Seishiro! Ora è tempo di realizzare il mio desiderio!-

Il “Kamui” dei Draghi della Terra osservava il desolato scenario dell’ennesima barriera caduta sotto i suoi colpi.

- Mi dispiace tanto, Kusanagi, ma era tempo che anche Ueno venisse distrutta! Ora manca poco alla fine di tutto-

Un sorriso gelido e sinceramente crudele nell’oscurità della notte fu illuminato dalla fiammella di un accendino. Le labbra sorridenti si accostarono ad una sigaretta e aspirarono la prima, amara, profonda boccata. Sollevò leggermente le dita all’altezza della tempia destra, come per salutare.

-Alla tua, vecchio pazzo! Sei stato veramente un inguaribile romantico, oltre che un amante indimenticabile!-

Sulle labbra si formò ancora quel sorriso freddo e luminoso, come l’alba di una mattina di dicembre.

FINE

I miei ringraziamenti a Ria che nonostante i mal di pancia mi ha consigliato e supportato.. Ci tengo a precisare che è “tutta farina del mio sacco” e perciò mi accollo la responsabilità di quel che ho scritto. Spero che la storia sia stata di vostro gradimento

Alla prossima fiction! 

Haruka

 



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