Disclaimers: L’autrice
ha il dovere di ricordare al gentile pubblico che i personaggi
partecipanti a questa “opera da tre soldi” non sono i suoi, ma delle
Clamp e dei loro editori giapponesi e italiani. Io gli faccio vivere
storie ai margini della trama originale, sempre cercando di conciliare il
loro spirito clampiano e la mia personale inventiva. Buona
lettura!
Per il tuo
sorriso
di Haruka
capitolo V
L’uomo pensò che
un bagno caldo lo avrebbe liberato dalla fatica di quei giorni e dal lieve
torpore dovuto all’alcool. In compagnia del suo giovane amico, si era
recato in un sushi bar dove servivano dell’ottimo sakè.
Il
suo ospite dormiva beato sotto le lenzuola, aveva tutto il tempo che
voleva.
Si
immerse nella vasca. L’acqua era ad una temperatura ideale, calda
abbastanza per rilassarsi, ma non bollente. Spostò l’attenzione sul
proprio corpo e se compiacque. Fuma aveva ragione a rimanere di stucco
quando lo vedeva nudo!
Rise
del proprio narcisismo.
Ad
un tratto, sentì dei rumori.
-
Fuma, sei tu?-
-
Mi sono alzato per un bicchiere d’acqua, continua pure quello che stavi
facendo- giunse in risposta da una voce mezza assonnata.
Seishiro
sprofondò ancora di più nella vasca, lasciando che l’acqua calda e il
sapone massaggiassero le sue membra. Gli venne un’idea carina.
-
Fuma, potresti venire?- chiese l’uomo, nascondendo appena la malizia
della proposta.
Era
stata una bella serata, meritava essere chiusa alla grande!
Il volto del ragazzo
fece capolino da dietro la porta.
-
Uhm?-
-
Mi laveresti la schiena?- domandò porgendogli la spugna. Lo sentì ridere
e poco dopo due mani robuste passavano il sapone sulla sua pelle umida,
poi, due labbra schioccarono un bacio all’altezza delle scapole.
-
Ti è venuto duro!- gli disse il ragazzo prendendo un po’ di distanza.
Effettivamente,
il suo membro mostrava già i segni di una notevole eccitazione.
-
E non vuoi fare niente a questo proposito?-
-
Non vorrei sembrare inopportuno, il momento è piccante, lo ammetto… ma
sono pieno di bende come una mummia!-
Seishiro
sbuffò.
Fuma
si avvicinò, di nuovo, alla vasca e si inginocchiò immergendo una mano
alla ricerca di quelle dell’altro.
-
Non mi va di star male di nuovo!-
-
Si, si, certo, non ti devi scusare!-
-
E’ solo per questo…altrimenti, lo sai, non so mai dire di no!-
-
Ok!- concluse esasperato l’uomo.
Come
si sentiva frustrato!
Seguì un breve
silenzio, durante il quale Seishiro sentì la sua coscia che veniva
accarezzata con il dorso della mano.
-
Se tu avessi un pizzico di fantasia?!-
Fuma
lo guardò inclinando il capo da un lato.
Ma
quanto era carino, quando cadeva dalle nuvole a quel modo!
Seishiro
prese quella mano vagabonda deciso a realizzare la sua piccola, innocente
fantasia e, aprendo maggiormente le gambe, la posò sul suo pene.
-
Ah!Intendevi questo!- Fuma sorrise e l’afferrò. Con lentezza e
decisione, accarezzò il compagno in quel punto fino a farlo rilasciare.
Seishiro gettò la testa all’indietro socchiudendo gli occhi. Non era
come quando facevano l’amore a letto, ma si era creata una certa
complicità che lo intrigava.
Fuma
si chinò su di lui e lo baciò. Uno di quei tocchi leggeri, che lo si può
chiamare bacio solo perché le loro labbra si sfioravano. Seishiro ormai
conosceva lo schema, questa specie di carezza, poi lui aumentava la
pressione e aveva il via libera. Ma non gli sembrava il caso di
rispettarlo, questa volta, e rimase quieto. Le labbra del ragazzo si
spostarono sulle sue guance e poi di nuovo sulla bocca e la pressione non
mancò.
-
Ho cambiato idea!- sussurrò il più giovane all’altro- Sono sicuro che
troveremo il modo di accontentare tutti e due!-
Le
sue braccia afferrarono l’uomo sotto le ascelle per sollevarlo. Il
pavimento era bagnato e l’uomo pesava troppo per il ragazzo ancora
debilitato, così scivolarono insieme.
Seishiro quasi affogò sotto il peso di Fuma, che, da parte sua,
colpì con il gomito il bordo vasca facendo tirare le ferite fino a fargli
male. Quello sotto dei due cercò di tirarsi su per non soffocare e per
non fare soffocare a sua volta il compagno, che appoggiata la fronte sul
suo petto non riusciva a trattenere le risate.
-
Oggi non è serata!- commentò il ragazzo- Volevo aiutarti ad uscire per
non farti congelare!-
-
Un pensiero gentile il tuo!- Seishiro, finalmente, si decise ad uscire ed
indossò l’accappatoio che Fuma gli tendeva. Si scambiarono un altro
bacio.
Quella
sera non avrebbero fatto l’amore!
Seishiro
si rassegnò all’idea, ma poteva diventare l’occasione per affrontare
l’argomento che più di ogni altro lo aveva avvelenato in quei giorni: lo
scontro a Shibuya!
Andò in soggiorno e
si accese una sigaretta.
- Sai a cosa pensavo-
disse dopo un primo tiro- E’ un po’ di tempo che non ti sento più
nominare Subaru, argomento a te tanto caro, una volta!-
Fuma appoggiò le
spalle al muro.
- E poi salta fuori
che proprio quel timido ragazzo che hai fatto oggetto di tanti sberleffi e
al quale hai accecato un occhio ti ha quasi ucciso. Non ti sembra strano?-
- Più che altro lo
trovo ironico! Comunque non ho mai preso in giro Sumeragi, io prendevo in
giro te!-
- Mi avevi promesso
che mi avresti raccontato quel che è successo!-
- No, ti sbagli, non
ti ho promesso niente-
- Fuma, per favore,
mi puoi dire cosa è successo?- continuò Seishiro con voce conciliante,
ma iniziando a spazientirsi.
- Uhm…ho incontrato
Kamui a Shibuya. Dopo la solita tirata, che mi fa sempre, ce le siamo date
di santa ragione.Poiché aveva eretto la barriera, gli altri sigilli si
sono accorti della battaglia e si sono precipitati sul posto. Ho
riconosciuto la ragazza con la spada, quel buffone di Koya e poi Sumeragi.
Le mie ferite le conosci bene- Il ragazzo si stancò appena dalla parete e
con un gesto ampio della mano indicò il proprio corpo- non mi è stato
possibile evitare l’attacco di quel…ragazzo- Ci fu una breve pausa,
come se “Kamui” non sapesse come definire il tredicesimo capo della
nota famiglia di Kyoto- Tutto qui!-
- Tutto qui?- chiese
scettico Seishiro spegnendo la cicca ormai consunta.
- Si!- rispose
incredulo il ragazzo.
- Perché ho come
l’impressione che tu stia nascondendo qualcosa?-
Fuma si sedé accanto
a lui, sul divano.
- Seishiro!-
- Perché Subaru ti
sfida, perché è questo che è stato, una sfida, parliamoci chiaro, dopo
tutto quello che gli hai fatto?-
- Per proteggere
Kamui - rispose Fuma volgendo lo sguardo oltre la finestra che dava sul
parco di Ueno.
- Per proteggere
Kamui si accanisce su un avversario già sconfitto?-
- Ehi, un attimo!
Sconfitto a chi?!- intervenne risentito il capo dei Draghi della Terra
tornando a guardare il suo interlocutore in faccia.
- Non eri in grado di
renderti pericoloso, la sola presenza dei sigilli era un ottimo
deterrente- si corresse Seishiro con un mezzo sorriso- Allora perché?-
Fuma fissò l’uomo
profondamente, quasi leggendo nella sua anima; uno sguardo così intenso
che fece sentire il Sakurazukamori a disaggio.
- Per affermare la
propria supremazia su un certo ragazzo che ultimamente potrebbe essere
diventato qualcosa di importante per una persona speciale-
Non un filo di
emozione, non un’esitazione, la sua voce non tradì alcun sentimento,
eppure in quel momento, lì seduto su quel divano accanto a quell’uomo
che aveva voluto con tanta determinazione, Fuma si sentì mancare il
respiro.
- Cosa?- Seishiro
guardò il ragazzo con aria sorpresa, mentre il volto dell’altro si
scuriva fino a perdere la luce del suo sorriso.
- Mi mancherà tutto
questo!- sospirò il più giovane mentre con la mano sembrava voler
abbracciare tutta la sala.
- Fuma?- Seishiro era
ormai seriamente preoccupato, oltretutto aveva la sgradevole sensazione di
non riuscire più a seguire il discorso dell’altro.
- Ci sono delle cose,
dei sentimenti e delle situazioni che nemmeno io posso ignorare, tanto
meno tu…Non avrei voluto parlartene, ma…Se il tuo tesoruccio- Il
ragazzo pronunciò quest’ultima parola con il massimo disprezzo- mi ha
quasi ammazzato dipende da…-
Lo sguardo di Fuma,
perso nel vuoto sempre oltre quella finestra che si affacciava sulla lunga
fila di ciliegi (tra cui quel ciliegio in particolare) del parco di Ueno,
tornò a focalizzarsi sull’uomo di fronte a lui.
- Il mio passato-
continuò non senza uno sforzo cercando di non sembrare del tutto
impazzito agli occhi di Seishiro – non esiste più e se ogni tanto
ricordo qualcosa- chiuse gli occhi e subito vide i tre bambini,
stancamente gli riaprì- so di certo che posso ricollegarlo a Kamui, ma
oltre a questo, fra me e lui non c’è altro, non posso andare oltre a ciò.
Se lui è il “Kamui dei Draghi del Cielo” e io il “Kamui dei Draghi
della Terra” è solo un brutto scherzo del Fato, brutto per lui, per
me…non direi. Comunque, dicevo, tra noi non c’è altro! Ma fra te e il
Sumeragi… Sarete uniti per sempre, anche se divisi. Il vostro passato
rivive in voi, qui, nel tuo cuore- Con la punta del dito indice toccò la
parte sinistra del petto e Seishiro raccolse tutta la mano nella sua,
guardandolo con una tristezza che Fuma non pensava fosse in grado di
imitare- Non dire che non è vero!- lo ammonì con un tono serio il
ragazzo- Né lui né te potete ribellarvi a ciò. Neanche io posso farci
niente! Adesso che sono qui a parlartene me ne rendo conto ancora meglio-
- No, Fuma, Subaru è
solo un piacevole passatempo!-
Fuma scosse la testa,
liberandosi dalla lieve stretta dell’uomo.
- Non so se provo più
rabbia o tristezza, quando dici così! L’incantesimo che lega Subaru
all’albero non c’entra niente, tu… tu… possibile che te lo debba
dire io cosa provi per quel maledetto ragazzo?!-
Seishiro gli accarezzò
il volto, non comprendeva una sola parola di quello che Fuma stava
cercando di dirgli!
Il ragazzo si alzò
senza distogliere lo sguardo dagli occhi dell’uomo, uno nocciola,
l’altro bianco e vuoto.
- Usciamo!- disse
dopo un breve attimo di riflessione, che gli richiese tutta la calma e la
pazienza di cui era capace.
- A quest’ora?-
Seishiro guardò l’orologio sul tavolino accanto al telefono, batteva
l’una e tre quarti.
- Si, è l’ideale!-
Due figure coperte
dall’oscurità giunsero in prossimità dell’Istituto Clamp e senza
troppe difficoltà entrarono nell’edificio che ospitava i sigilli.
Attraversarono il corridoio protetti dall’illusione del Sakurazukamori.
- Conoscevi il loro
nascondiglio?-
- Non mi fidavo
troppo di Satsuki, così ho fatto delle ricerche per conto mio!-
- Con maggiore
successo!-
I due uomini si
fermarono davanti ad una porta, Fuma aprì l’uscio con cautela e spiò
dentro, poi richiuse. Guardò l’uomo per un po’, azzardò un sorriso
che risultò spento e poco convinto. Avvicinò il volto al volto
dell’uomo, fermandosi solo quando i loro respiri si confusero insieme,
allora chiuse gli occhi e annullò l’ultima distanza.
Seishiro sentì le
labbra umide e soffici del suo compagno contro le sue e dischiuse la
bocca. Fu un bacio lento, profondo, sensuale, ma non passionale. Non aveva
nulla a che vedere con i baci che si scambiavano di solito, quelli avidi
dei preliminari amorosi o quelli dolcissimi e fuggevoli dei momenti più
teneri. Era un bacio che sapeva di nostalgia, di dolore represso, di
lacrime mai versate.
Fuma sembrava non volersi staccare e neanche Seishiro voleva che quella
dolce-amara delizia terminasse.
Se il bacio finiva,
avrebbero dovuto affrontare ciò che gli aspettava dietro quella porta.
Quando il bacio
finiva, ciò che era dietro quella porta sarebbe stato davanti ai loro
occhi.
Proprio perché il
bacio finiva e la quella porta si apriva, le loro vite avrebbero subito
l’ennesimo cambio di marcia, loro malgrado.
Il bacio finì.
La porta si spalancò
e con lei gli occhi del Sakurazukamori e il velo che fino ad allora aveva
offuscato la sua mente si squarciò.
Fuma si sedé su una
poltrona a guardare.
Giacevano
addormentati placidamente nel letto, tra le increspature delle lenzuola e
delle coperte, la fronte di uno appoggiata sulla spalla dell’altro,
Kamui Shiro e Subaru Sumeragi.
Proprio come aveva
immaginato, Fuma sentì la magia del maroboshi concentrarsi tutta in
quella stanza.
I due ragazzi,
naturalmente, si svegliarono.
- Ciao Kamui!- esordì
Fuma, ormai c’era, tanto valeva dargli una mano!- Scusa l’ora!
Come vanno le tue ferite?-
Subaru si alzò
schierandosi a mo’ di scudo davanti al più giovane del quartetto.
- Ora tutto è più
chiaro!- Seishiro uscì dall’ombra, mentre un dolce vento spandeva
l’aroma e i petali del ciliegio maledetto.
- E invece non hai
capito niente, testone!- pensò Fuma.
Gli occhi verdi di
Subaru tornarono grandi e scintillanti come quando aveva sedici anni.
- Bisogna dire, Fuma,
che come oratore non vali molto; in compenso, hai un gusto per i colpi di
scena quasi teatrale!-
L’uomo si sedé sul
letto, l’unico elemento dell’arredamento originale ad essere stato
mantenuto nell’illusione creata grazie ai poteri del Ciliegio, e riuscì
a circondare con le sue braccia la sua preda, che vedendolo avanzare era
ricaduta all’indietro sulla coperta.
- Sei…Seishiro –
protestò Subaru
- Cosa c’è Subaru
ti sentivi solo?- chiese amorevole il Sakurazukamori come un cobra che
incanta il suo pranzo prima di mangiarselo.
- Lascialo!- Kamui si
avventò sull’uomo, ma Fuma fu lesto a fermarlo immobilizzando sul
materasso.
Lo sguardo delle due
persone, che più di chiunque altro avevano potuto avvicinarsi a
Sakurazuka, si incrociò. Seishiro sentì Subaru tremare
- Subaru, non avere
paura!- gli sussurrò in un orecchio, poi alzò volutamente la voce- Anche
se non sembra, Fuma è il ragazzo più corretto e generoso che io abbia
mai incontrato!- Allora gli occhi dei due ragazzi si spostarono
sull’uomo, quelli di Subaru interrogativi, quelli di Fuma inespressivi,
ormai privi della luce che Seishiro tanto apprezzava.
Fuma scattò in piedi
e trascinò con sé Kamui, che si ribellò non poco e, senza che neanche
lui capisse veramente come aveva fatto, si ritrovarono fuori da quella
stanza, sul corridoio.
- Fuma!- urlò Kamui
avventandosi contro di lui.
Solo allora l’altro
Drago si ricordò di essere ormai fuori alla barriera del Sakurazukamori.
Si era cacciato in
un bel guaio, maledizione all’ottusità di Seishiro!
Non era il caso di
rimanere lì, alla mercé dei Sigilli!
- Calmati, sei
isterico!- rispose con freddo distacco.
Allontanò il suo
opposto con una spinta, e, distruggendo una finestra, in un battere
d’occhio fu fuori dall’edificio.
Il nero “Kamui”
osservò il palazzo ancora un po’ dalla cima di un albero, poi fu
costretto ad una rapida ritirata da alcuni colpi del capo dei Draghi del
Cielo.
- Ti sono sempre
piaciute le uscite ad effetto!- gridò Kamui circondato dall’aurea
minacciosa del suo potere che cresceva.
- Vuoi che rada tutta
la zona al suolo?- chiese con il solito ghigno l’altro “Kamui”.
- E’ tempo che si
faccia un discorso serio, io e te!-
- E di cosa vuoi
parlare?-
- Potremmo iniziare
con quello che è successo stasera!-
I due ragazzi
“atterrarono” in una strada molto tranquilla, illuminata solo da
alcuni lampioni, una profonda spaccatura nel terreno mostrava le tubature
dell’acqua. Il segno dell’ennesimo terremoto.
Quella notte
segnava un punto di svolta, per Seishiro e Subaru, certo, ma forse anche
per loro due.
Fuma respirò a
fondo, doveva fare di tutto per non perdere la calma come l’ultima
volta a Shibuya!
- Kamui!- incominciò
il più grande dei due con il tono più conciliante che conosceva.
- Riconosci questo
posto?- gli chiese l’altro con un sorriso. Fuma scosse la testa- Qui è
dove sono nati i due “Kamui”. Casa mia è laggiù, girando l’angolo;
la tua, tutto in fondo a questa strada.
- Non è un caso se
siamo qui, vero?-
- Io non l’ho
voluto!-
- L’ha voluto il
Fato, Kamui!-
Entrambi si
incamminarono lungo la via, verso il tempio di Togagure. Fu un pensiero
simultaneo, senza bisogno di dirsi nulla.
Dopo alcuni metri,
Fuma tornò all’argomento principe della serata.
- Kamui, lo sai, il
Sakurazukamori è come un demone per Sumeragi. Si devono affrontare se si
voglio capire!-
Kamui ascoltava il
suo vecchio amico di infanzia in un misto di gioia, terrore e devozione.
In quel momento,
lungo quella strada, percorsa mille volte da bambini, gli sembrò che
tutto quello che stava accadendo, la Fine del Mondo, l’Armaggeddon,
Subaru e Seishiro, non fosse una cosa che lo riguardasse. Per tutto il
tempo che durò quella strada, che tante volte lo aveva condotto dai suoi
più cari amici, gli sembrò che loro due non fossero altro che due
adolescenti che hanno fatto tardi la sera, in giro a divertirsi, e che ora
tornano a casa senza troppa fretta parlando del più e del meno.
Se zia Saya non
fosse morta, se io non fossi partito,
ora questa sarebbe la mia vita.
Fuma si puntò
davanti a lui con fare minaccioso.
- Hey, bello, io
avrei di meglio da fare che camminare di notte a fianco del mio peggior
nemico cercando di spiegargli perché il suo amico è così deficiente!-
- Non voglio che
Sakurazuka gli faccia del male!- rispose il sedicenne, ignorando i suoi
pensieri e tornando a concentrarsi sulla questione di quei due.
L’espressione del
messaggero si rassegnerò e tornado ad usare quel tono conciliante, molto
simile a quello di un padre che spiega cose molto importanti al proprio
bambino, tornò a parlare.
- Subaru non potrà
mai essere felice se non si chiarisce con Seishiro. Continuerà a vivere
nel ricordo del passato e nel terrore del futuro. Vuoi questo?-
Il ragazzo scosse la
testa, il pensiero di aver lasciato Subaru da solo con quel “mostro”
lo fece scoppiare in lacrime. Fuma si voltò dall’altra parte.
Erano giunti davanti
il tori di un tempio, dove si leggeva appena la scritta “Tempio di
Togagure”.
Improvvisamente,
Kamui lo abbracciò.
- Voglio che Subaru
sia felice!- sussurrò con la guancia appoggiata sulla schiena del
ragazzo.
- Ora si che ti
riconosco!- rispose Fuma, voltandosi per stringerlo a sé.
Fu un gesto
involontario, riemerso da una memoria perduta da molto tempo. Allora, ebbe
come una vertigine e rivide se stesso abbracciato così a quel ragazzo, ma
in un altro luogo, in un altro tempo. Ancora una volta apparvero quei tre
bambini canticchiando la ormai famosa nenia.
Riaprì gli occhi di
colpo, ora era Kamui a sorreggerlo. Doveva essere svenuto, fra le
braccia del suo opposto?
Era impazzito non
aveva più dubbi!
- Kamui - disse
rialzandosi- la prossima volta che ci vedremo non sarà così romantico!-
e se ne andò.
- Romantico?!?- urlò
il ragazzino- Tu sei l’antitesi di qualsiasi forma di romanticismo,
razza di…di…di… imbecille!-
-Beh, forse un po’
romantico è stato!- pensò in cuor suo Kamui, quando non ebbe più la sua
stella gemella sotto gli occhi.
Nella stanza buia, al
secondo piano dell’edificio riservato ai Sigilli presso l’istituto
Clamp, si confrontavano due modi di usare la stessa magia, due capi di
clan avversari, due uomini, due vite opposte ma parallele,
indissolubilmente legate tra loro.
Subaru, liberatosi
della stretta di Seishiro, si era precipitato nella direzione presa da i
due “Kamui”, per correre in aiuto del suo “Kamui”. Ne udiva le
urla, ma altrettanto chiaramente percepiva la voce e controllata
dell’altro “Kamui”.
- Come fa quel
ragazzo a saper sempre quello che c’è da dire o c’è da fare?-
- E’ un misero!-
rispose l’altro uomo, accendendosi l’ennesima sigaretta.
- E tu lo adori!-
Subaru si girò per guardarlo negli occhi.
- Un ragazzino
simpatico!-
- Non è quello che
lui dice di te-
- Tu che ne sai?-
- Ne abbiamo parlato,
una volta…-
- E bravo Fuma!Non fa
altro che stupirmi!-
Scese il silenzio.
Subaru tornò con la
mente a quel pomeriggio in ospedale, quando “Kamui” venne a trovarlo.
Lì per lì, trovò strano che il ragazzo fosse venuto. In fondo se era
finito in un letto d’ospedale era colpa sua!
-
Di’ la verità, che sei venuto a fare?- chiese ad un tratto il
malato al ragazzo alto appoggiato contro la finestra.
- Uhm, vediamo, credo
che tu abbia qualcosa che voglio io!-
- Kamui?-
- No, lui non mi
interessa in questi termini e poi so benissimo che siete solo due sfigati
che cercano di farsi forza a vicenda!-
- Che cosa?- urlò
Subaru arrabbiandosi- Non ti vergogni a dire così, dopo tutto quello
che…-
Fuma lo fece tacere
appoggiando un dito sulla sua bocca, i suoi occhi nocciola erano così
freddi che avrebbero gelato un morto.
- Mi riferivo a
Seishiro -
- Seishiro?-
- Nonostante tanti
sforzi, sono arrivato alla conclusione che tu possiedi il suo cuore e il
suo futuro! La cosa è una vera seccatura! Vedi, così mi sei proprio di
impiccio. Io faccio dei favori a tanta gente e una volta che voglio fare
una cosa solo per me, ecco che appari tu…seccante, non trovi?-
- Cosa vuoi?-
- Torna da lui!-
- Se impazzito?! Lui
ha ucciso mia sorella!-
- Però tu lo ami
sempre, no?- Subaru si bloccò, non osando andare avanti con le sue
proteste. “Kamui” aveva dato voce al più terribile e sofferto dei
suoi segreti, al più grande tormento del suo cuore.
Come poteva sapere
tutto ciò?
Copiose e spontanee,
lacrime salate solcarono il suo viso. “Kamui” gli posò una mano sulla
spalla per farlo star quieto.
- Non puoi sfuggire
da lui, né lui può sfuggire da te. Verrà il giorno in cui persino io
dovrò arrendermi a questa verità. Potrebbe essere un bel giorno per te,
oppure no!
Che quel giorno
fosse arrivato?
Seishiro si stava
avvicinando e Subaru tornò pienamente in sé.
- Allora Subaru, hai
trovato un nuovo amico? Devo ammettere che ho trovato insolito per un
ragazzo timido come te dormire a quel modo con un altro ragazzo-
- Geloso?-
- Oh, Subaru, non
essere infantile! Lo sai che non provo alcun tipo di sentimento!-
Seishiro si fece più
vicino e bloccò il ragazzo all’albero di ciliegio appoggiando le mani
accanto alla sua testa.
- Seishiro, ti
ricordi quella domanda che mi facevi sempre quando ero un ragazzo?-
- No-
- Mi chiedevi se ti
trovano sexy-
- Ah, già! Ce la
mettevo tutta per farti sciogliere un po’. Allora, mi trovi sexy,
Subaru?-
- Si-
- Ah, grazie!-
- Ti trovo molto sexy
e non solo- La voce del ragazzo si fece improvvisamente profonda- Tu hai
ucciso mia sorella, questo non può cambiarlo nessuno. Non credo, però,
che fosse volontà di Hokuto vedermi consumare dal rancore. Lei mi ha
sempre sorretto e confortato, ero… sono un ragazzo debole. Perso lei, ho
perso il mio punto di riferimento. Ma oggi tutto è cambiato! Non
permetterò a quel presuntuoso di portarmi via l’unica persona che sa
dare un senso alla mia vita!-
Con una
determinazione altrimenti sconosciuta, Subaru puntò i palmi contro il
petto dell’uomo e staccandosi dal sostegno dell’albero, si sporse in
avanti per baciarlo.
Un bacio profondo,
intenso e per questo inaspettato, deciso e penetrante.
Seishiro si scostò
irritato e perfino disgustato.
- Anche per te,
qualcosa è cambiato!- continuò altrettanto irritato Subaru.
- Maledetto
impiccione, non te la do vinta con tanta facilità! “Kamui” è guerra
aperta!- fu l’immediato pensiero che seguì mentre con gli occhi cercava
di assorbire tutta la sorpresa che per poco si era dipinta sul volto
dell’assassino.
Tornò a baciare
l’uomo ancora e se possibile con maggior trasporto.
Il
maroboshi si dissolse.
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|