Disclaimers: L’autrice ha il dovere di ricordare al gentile pubblico che i personaggi partecipanti a questa “opera da tre soldi” non sono i suoi, ma delle Clamp e dei loro editori giapponesi e italiani. Io gli faccio vivere storie ai margini della trama originale, sempre cercando di conciliare il loro spirito clampiano e la mia personale inventiva.

Buona lettura!

Per il tuo sorriso

di Haruka

capitolo V

 

L’uomo pensò che un bagno caldo lo avrebbe liberato dalla fatica di quei giorni e dal lieve torpore dovuto all’alcool. In compagnia del suo giovane amico, si era recato in un sushi bar dove servivano dell’ottimo sakè.

Il suo ospite dormiva beato sotto le lenzuola, aveva tutto il tempo che voleva.

Si immerse nella vasca. L’acqua era ad una temperatura ideale, calda abbastanza per rilassarsi, ma non bollente. Spostò l’attenzione sul proprio corpo e se compiacque. Fuma aveva ragione a rimanere di stucco quando lo vedeva nudo! 

Rise del proprio narcisismo.

Ad un tratto, sentì dei rumori.

- Fuma, sei tu?-

- Mi sono alzato per un bicchiere d’acqua, continua pure quello che stavi facendo- giunse in risposta da una voce mezza assonnata.

Seishiro sprofondò ancora di più nella vasca, lasciando che l’acqua calda e il sapone massaggiassero le sue membra. Gli venne un’idea carina.

- Fuma, potresti venire?- chiese l’uomo, nascondendo appena la malizia della proposta. 

Era stata una bella serata, meritava essere chiusa alla grande! 

Il volto del ragazzo fece capolino da dietro la porta.

- Uhm?-

- Mi laveresti la schiena?- domandò porgendogli la spugna. Lo sentì ridere e poco dopo due mani robuste passavano il sapone sulla sua pelle umida, poi, due labbra schioccarono un bacio all’altezza delle scapole.

- Ti è venuto duro!- gli disse il ragazzo prendendo un po’ di distanza.

Effettivamente, il suo membro mostrava già i segni di una notevole eccitazione.

- E non vuoi fare niente a questo proposito?-

- Non vorrei sembrare inopportuno, il momento è piccante, lo ammetto… ma sono pieno di bende come una mummia!-

Seishiro sbuffò. 

Fuma si avvicinò, di nuovo, alla vasca e si inginocchiò immergendo una mano alla ricerca di quelle dell’altro.

- Non mi va di star male di nuovo!-

- Si, si, certo, non ti devi scusare!-

- E’ solo per questo…altrimenti, lo sai, non so mai dire di no!-

- Ok!- concluse esasperato l’uomo. 

Come si sentiva frustrato!

Seguì un breve silenzio, durante il quale Seishiro sentì la sua coscia che veniva accarezzata con il dorso della mano.

- Se tu avessi un pizzico di fantasia?!-

Fuma lo guardò inclinando il capo da un lato. 

Ma quanto era carino, quando cadeva dalle nuvole a quel modo!

Seishiro prese quella mano vagabonda deciso a realizzare la sua piccola, innocente fantasia e, aprendo maggiormente le gambe, la posò sul suo pene.

- Ah!Intendevi questo!- Fuma sorrise e l’afferrò. Con lentezza e decisione, accarezzò il compagno in quel punto fino a farlo rilasciare. Seishiro gettò la testa all’indietro socchiudendo gli occhi. Non era come quando facevano l’amore a letto, ma si era creata una certa complicità che lo intrigava.

Fuma si chinò su di lui e lo baciò. Uno di quei tocchi leggeri, che lo si può chiamare bacio solo perché le loro labbra si sfioravano. Seishiro ormai conosceva lo schema, questa specie di carezza, poi lui aumentava la pressione e aveva il via libera. Ma non gli sembrava il caso di rispettarlo, questa volta, e rimase quieto. Le labbra del ragazzo si spostarono sulle sue guance e poi di nuovo sulla bocca e la pressione non mancò. 

- Ho cambiato idea!- sussurrò il più giovane all’altro- Sono sicuro che troveremo il modo di accontentare tutti e due!-

Le sue braccia afferrarono l’uomo sotto le ascelle per sollevarlo. Il pavimento era bagnato e l’uomo pesava troppo per il ragazzo ancora debilitato, così scivolarono insieme.  Seishiro quasi affogò sotto il peso di Fuma, che, da parte sua, colpì con il gomito il bordo vasca facendo tirare le ferite fino a fargli male. Quello sotto dei due cercò di tirarsi su per non soffocare e per non fare soffocare a sua volta il compagno, che appoggiata la fronte sul suo petto non riusciva a trattenere le risate.

- Oggi non è serata!- commentò il ragazzo- Volevo aiutarti ad uscire per non farti congelare!-

- Un pensiero gentile il tuo!- Seishiro, finalmente, si decise ad uscire ed indossò l’accappatoio che Fuma gli tendeva. Si scambiarono un altro bacio.

Quella sera non avrebbero fatto l’amore! 

Seishiro si rassegnò all’idea, ma poteva diventare l’occasione per affrontare l’argomento che più di ogni altro lo aveva avvelenato in quei giorni: lo scontro a Shibuya!

 

Andò in soggiorno e si accese una sigaretta.

- Sai a cosa pensavo- disse dopo un primo tiro- E’ un po’ di tempo che non ti sento più nominare Subaru, argomento a te tanto caro, una volta!-

Fuma appoggiò le spalle al muro.

- E poi salta fuori che proprio quel timido ragazzo che hai fatto oggetto di tanti sberleffi e al quale hai accecato un occhio ti ha quasi ucciso. Non ti sembra strano?-

- Più che altro lo trovo ironico! Comunque non ho mai preso in giro Sumeragi, io prendevo in giro te!-

- Mi avevi promesso che mi avresti raccontato quel che è successo!-

- No, ti sbagli, non ti ho promesso niente-

- Fuma, per favore, mi puoi dire cosa è successo?- continuò Seishiro con voce conciliante, ma iniziando a spazientirsi.

- Uhm…ho incontrato Kamui a Shibuya. Dopo la solita tirata, che mi fa sempre, ce le siamo date di santa ragione.Poiché aveva eretto la barriera, gli altri sigilli si sono accorti della battaglia e si sono precipitati sul posto. Ho riconosciuto la ragazza con la spada, quel buffone di Koya e poi Sumeragi. Le mie ferite le conosci bene- Il ragazzo si stancò appena dalla parete e con un gesto ampio della mano indicò il proprio corpo- non mi è stato possibile evitare l’attacco di quel…ragazzo- Ci fu una breve pausa, come se “Kamui” non sapesse come definire il tredicesimo capo della nota famiglia di Kyoto- Tutto qui!-

- Tutto qui?- chiese scettico Seishiro spegnendo la cicca ormai consunta.

- Si!- rispose incredulo il ragazzo.

- Perché ho come l’impressione che tu stia nascondendo qualcosa?-

Fuma si sedé accanto a lui, sul divano.

- Seishiro!-

- Perché Subaru ti sfida, perché è questo che è stato, una sfida, parliamoci chiaro, dopo tutto quello che gli hai fatto?-

- Per proteggere Kamui - rispose Fuma volgendo lo sguardo oltre la finestra che dava sul parco di Ueno.

- Per proteggere Kamui si accanisce su un avversario già sconfitto?-

- Ehi, un attimo! Sconfitto a chi?!- intervenne risentito il capo dei Draghi della Terra tornando a guardare il suo interlocutore in faccia.

- Non eri in grado di renderti pericoloso, la sola presenza dei sigilli era un ottimo deterrente- si corresse Seishiro con un mezzo sorriso- Allora perché?-

Fuma fissò l’uomo profondamente, quasi leggendo nella sua anima; uno sguardo così intenso che fece sentire il Sakurazukamori a disaggio.

- Per affermare la propria supremazia su un certo ragazzo che ultimamente potrebbe essere diventato qualcosa di importante per una persona speciale-

Non un filo di emozione, non un’esitazione, la sua voce non tradì alcun sentimento, eppure in quel momento, lì seduto su quel divano accanto a quell’uomo che aveva voluto con tanta determinazione, Fuma si sentì mancare il respiro.

- Cosa?- Seishiro guardò il ragazzo con aria sorpresa, mentre il volto dell’altro si scuriva fino a perdere la luce del suo sorriso.

- Mi mancherà tutto questo!- sospirò il più giovane mentre con la mano sembrava voler abbracciare tutta la sala.

- Fuma?- Seishiro era ormai seriamente preoccupato, oltretutto aveva la sgradevole sensazione di non riuscire più a seguire il discorso dell’altro.

- Ci sono delle cose, dei sentimenti e delle situazioni che nemmeno io posso ignorare, tanto meno tu…Non avrei voluto parlartene, ma…Se il tuo tesoruccio- Il ragazzo pronunciò quest’ultima parola con il massimo disprezzo- mi ha quasi ammazzato dipende da…-

Lo sguardo di Fuma, perso nel vuoto sempre oltre quella finestra che si affacciava sulla lunga fila di ciliegi (tra cui quel ciliegio in particolare) del parco di Ueno, tornò a focalizzarsi sull’uomo di fronte a lui.

- Il mio passato- continuò non senza uno sforzo cercando di non sembrare del tutto impazzito agli occhi di Seishiro – non esiste più e se ogni tanto ricordo qualcosa- chiuse gli occhi e subito vide i tre bambini, stancamente gli riaprì- so di certo che posso ricollegarlo a Kamui, ma oltre a questo, fra me e lui non c’è altro, non posso andare oltre a ciò. Se lui è il “Kamui dei Draghi del Cielo” e io il “Kamui dei Draghi della Terra” è solo un brutto scherzo del Fato, brutto per lui, per me…non direi. Comunque, dicevo, tra noi non c’è altro! Ma fra te e il Sumeragi… Sarete uniti per sempre, anche se divisi. Il vostro passato rivive in voi, qui, nel tuo cuore- Con la punta del dito indice toccò la parte sinistra del petto e Seishiro raccolse tutta la mano nella sua, guardandolo con una tristezza che Fuma non pensava fosse in grado di imitare- Non dire che non è vero!- lo ammonì con un tono serio il ragazzo- Né lui né te potete ribellarvi a ciò. Neanche io posso farci niente! Adesso che sono qui a parlartene me ne rendo conto ancora meglio-

- No, Fuma, Subaru è solo un piacevole passatempo!-

Fuma scosse la testa, liberandosi dalla lieve stretta dell’uomo.

- Non so se provo più rabbia o tristezza, quando dici così! L’incantesimo che lega Subaru all’albero non c’entra niente, tu… tu… possibile che te lo debba dire io cosa provi per quel maledetto ragazzo?!-

Seishiro gli accarezzò il volto, non comprendeva una sola parola di quello che Fuma stava cercando di dirgli!

Il ragazzo si alzò senza distogliere lo sguardo dagli occhi dell’uomo, uno nocciola, l’altro bianco e vuoto.

- Usciamo!- disse dopo un breve attimo di riflessione, che gli richiese tutta la calma e la pazienza di cui era capace.

- A quest’ora?- Seishiro guardò l’orologio sul tavolino accanto al telefono, batteva l’una e tre quarti.

- Si, è l’ideale!-

 

Due figure coperte dall’oscurità giunsero in prossimità dell’Istituto Clamp e senza troppe difficoltà entrarono nell’edificio che ospitava i sigilli. Attraversarono il corridoio protetti dall’illusione del Sakurazukamori.

- Conoscevi il loro nascondiglio?-

- Non mi fidavo troppo di Satsuki, così ho fatto delle ricerche per conto mio!-

- Con maggiore successo!-

I due uomini si fermarono davanti ad una porta, Fuma aprì l’uscio con cautela e spiò dentro, poi richiuse. Guardò l’uomo per un po’, azzardò un sorriso che risultò spento e poco convinto. Avvicinò il volto al volto dell’uomo, fermandosi solo quando i loro respiri si confusero insieme, allora chiuse gli occhi e annullò l’ultima distanza.

Seishiro sentì le labbra umide e soffici del suo compagno contro le sue e dischiuse la bocca. Fu un bacio lento, profondo, sensuale, ma non passionale. Non aveva nulla a che vedere con i baci che si scambiavano di solito, quelli avidi dei preliminari amorosi o quelli dolcissimi e fuggevoli dei momenti più teneri. Era un bacio che sapeva di nostalgia, di dolore represso, di lacrime mai versate.
Fuma sembrava non volersi staccare e neanche Seishiro voleva che quella dolce-amara delizia terminasse.

Se il bacio finiva, avrebbero dovuto affrontare ciò che gli aspettava dietro quella porta.

Quando il bacio finiva, ciò che era dietro quella porta sarebbe stato davanti ai loro occhi.

Proprio perché il bacio finiva e la quella porta si apriva, le loro vite avrebbero subito l’ennesimo cambio di marcia, loro malgrado.

Il bacio finì.

La porta si spalancò e con lei gli occhi del Sakurazukamori e il velo che fino ad allora aveva offuscato la sua mente si squarciò.

Fuma si sedé su una poltrona a guardare.

Giacevano addormentati placidamente nel letto, tra le increspature delle lenzuola e delle coperte, la fronte di uno appoggiata sulla spalla dell’altro, Kamui Shiro e Subaru Sumeragi.

Proprio come aveva immaginato, Fuma sentì la magia del maroboshi concentrarsi tutta in quella stanza.

I due ragazzi, naturalmente, si svegliarono.

- Ciao Kamui!- esordì Fuma, ormai c’era, tanto valeva dargli una mano!- Scusa l’ora! Come vanno le tue ferite?-

Subaru si alzò schierandosi a mo’ di scudo davanti al più giovane del quartetto.

- Ora tutto è più chiaro!- Seishiro uscì dall’ombra, mentre un dolce vento spandeva l’aroma e i petali del ciliegio maledetto.

- E invece non hai capito niente, testone!- pensò Fuma.

Gli occhi verdi di Subaru tornarono grandi e scintillanti come quando aveva sedici anni.

- Bisogna dire, Fuma, che come oratore non vali molto; in compenso, hai un gusto per i colpi di scena quasi teatrale!-

L’uomo si sedé sul letto, l’unico elemento dell’arredamento originale ad essere stato mantenuto nell’illusione creata grazie ai poteri del Ciliegio, e riuscì a circondare con le sue braccia la sua preda, che vedendolo avanzare era ricaduta all’indietro sulla coperta.

- Sei…Seishiro – protestò Subaru

- Cosa c’è Subaru ti sentivi solo?- chiese amorevole il Sakurazukamori come un cobra che incanta il suo pranzo prima di mangiarselo.

- Lascialo!- Kamui si avventò sull’uomo, ma Fuma fu lesto a fermarlo immobilizzando sul materasso.

Lo sguardo delle due persone, che più di chiunque altro avevano potuto avvicinarsi a Sakurazuka, si incrociò. Seishiro sentì Subaru tremare

- Subaru, non avere paura!- gli sussurrò in un orecchio, poi alzò volutamente la voce- Anche se non sembra, Fuma è il ragazzo più corretto e generoso che io abbia mai incontrato!- Allora gli occhi dei due ragazzi si spostarono sull’uomo, quelli di Subaru interrogativi, quelli di Fuma inespressivi, ormai privi della luce che Seishiro tanto apprezzava.

Fuma scattò in piedi e trascinò con sé Kamui, che si ribellò non poco e, senza che neanche lui capisse veramente come aveva fatto, si ritrovarono fuori da quella stanza, sul corridoio.

- Fuma!- urlò Kamui avventandosi contro di lui.

Solo allora l’altro Drago si ricordò di essere ormai fuori alla barriera del Sakurazukamori

Si era cacciato in un bel guaio, maledizione all’ottusità di Seishiro!

Non era il caso di rimanere lì, alla mercé dei Sigilli!

- Calmati, sei isterico!- rispose con freddo distacco.

Allontanò il suo opposto con una spinta, e, distruggendo una finestra, in un battere d’occhio fu fuori dall’edificio.

 

Il nero “Kamui” osservò il palazzo ancora un po’ dalla cima di un albero, poi fu costretto ad una rapida ritirata da alcuni colpi del capo dei Draghi del Cielo.

- Ti sono sempre piaciute le uscite ad effetto!- gridò Kamui circondato dall’aurea minacciosa del suo potere che cresceva.

- Vuoi che rada tutta la zona al suolo?- chiese con il solito ghigno l’altro “Kamui”.

- E’ tempo che si faccia un discorso serio, io e te!-

- E di cosa vuoi parlare?-

- Potremmo iniziare con quello che è successo stasera!-

I due ragazzi “atterrarono” in una strada molto tranquilla, illuminata solo da alcuni lampioni, una profonda spaccatura nel terreno mostrava le tubature dell’acqua. Il segno dell’ennesimo terremoto.

Quella notte segnava un punto di svolta, per Seishiro e Subaru, certo, ma forse anche per loro due.

Fuma respirò a fondo, doveva fare di tutto per non perdere la calma come l’ultima volta a Shibuya!

- Kamui!- incominciò il più grande dei due con il tono più conciliante che conosceva.

- Riconosci questo posto?- gli chiese l’altro con un sorriso. Fuma scosse la testa- Qui è dove sono nati i due “Kamui”. Casa mia è laggiù, girando l’angolo; la tua, tutto in fondo a questa strada.

- Non è un caso se siamo qui, vero?-

- Io non l’ho voluto!-

- L’ha voluto il Fato, Kamui!-

Entrambi si incamminarono lungo la via, verso il tempio di Togagure. Fu un pensiero simultaneo, senza bisogno di dirsi nulla.

Dopo alcuni metri, Fuma tornò all’argomento principe della serata.

- Kamui, lo sai, il Sakurazukamori è come un demone per Sumeragi. Si devono affrontare se si voglio capire!-

Kamui ascoltava il suo vecchio amico di infanzia in un misto di gioia, terrore e devozione.

In quel momento, lungo quella strada, percorsa mille volte da bambini, gli sembrò che tutto quello che stava accadendo, la Fine del Mondo, l’Armaggeddon, Subaru e Seishiro, non fosse una cosa che lo riguardasse. Per tutto il tempo che durò quella strada, che tante volte lo aveva condotto dai suoi più cari amici, gli sembrò che loro due non fossero altro che due adolescenti che hanno fatto tardi la sera, in giro a divertirsi, e che ora tornano a casa senza troppa fretta parlando del più e del meno.

Se zia Saya non fosse morta, se io non fossi partito,  ora questa sarebbe la mia vita.

Fuma si puntò davanti a lui con fare minaccioso.

- Hey, bello, io avrei di meglio da fare che camminare di notte a fianco del mio peggior nemico cercando di spiegargli perché il suo amico è così deficiente!-

- Non voglio che Sakurazuka gli faccia del male!- rispose il sedicenne, ignorando i suoi pensieri e tornando a concentrarsi sulla questione di quei due.

L’espressione del messaggero si rassegnerò e tornado ad usare quel tono conciliante, molto simile a quello di un padre che spiega cose molto importanti al proprio bambino, tornò a parlare.

- Subaru non potrà mai essere felice se non si chiarisce con Seishiro. Continuerà a vivere nel ricordo del passato e nel terrore del futuro. Vuoi questo?-

Il ragazzo scosse la testa, il pensiero di aver lasciato Subaru da solo con quel “mostro” lo fece scoppiare in lacrime. Fuma si voltò dall’altra parte.

Erano giunti davanti il tori di un tempio, dove si leggeva appena la scritta “Tempio di Togagure”.

Improvvisamente, Kamui lo abbracciò.

- Voglio che Subaru sia felice!- sussurrò con la guancia appoggiata sulla schiena del ragazzo.

- Ora si che ti riconosco!- rispose Fuma, voltandosi per stringerlo a sé.

Fu un gesto involontario, riemerso da una memoria perduta da molto tempo. Allora, ebbe come una vertigine e rivide se stesso abbracciato così a quel ragazzo, ma in un altro luogo, in un altro tempo. Ancora una volta apparvero quei tre bambini canticchiando la ormai famosa nenia.

Riaprì gli occhi di colpo, ora era Kamui a sorreggerlo. Doveva essere svenuto, fra le braccia del suo opposto? 

Era impazzito non aveva più dubbi!

- Kamui - disse rialzandosi- la prossima volta che ci vedremo non sarà così romantico!- e se ne andò.

- Romantico?!?- urlò il ragazzino- Tu sei l’antitesi di qualsiasi forma di romanticismo, razza di…di…di… imbecille!-

-Beh, forse un po’ romantico è stato!- pensò in cuor suo Kamui, quando non ebbe più la sua stella gemella sotto gli occhi.

 

Nella stanza buia, al secondo piano dell’edificio riservato ai Sigilli presso l’istituto Clamp, si confrontavano due modi di usare la stessa magia, due capi di clan avversari, due uomini, due vite opposte ma parallele, indissolubilmente legate tra loro.

Subaru, liberatosi della stretta di Seishiro, si era precipitato nella direzione presa da i due “Kamui”, per correre in aiuto del suo “Kamui”. Ne udiva le urla, ma altrettanto chiaramente percepiva la voce e controllata dell’altro “Kamui”.

- Come fa quel ragazzo a saper sempre quello che c’è da dire o c’è da fare?-

- E’ un misero!- rispose l’altro uomo, accendendosi l’ennesima sigaretta.

- E tu lo adori!- Subaru si girò per guardarlo negli occhi.

- Un ragazzino simpatico!-

- Non è quello che lui dice di te-

- Tu che ne sai?-

- Ne abbiamo parlato, una volta…-

- E bravo Fuma!Non fa altro che stupirmi!-

Scese il silenzio.

 

Subaru tornò con la mente a quel pomeriggio in ospedale, quando “Kamui” venne a trovarlo. Lì per lì, trovò strano che il ragazzo fosse venuto. In fondo se era finito in un letto d’ospedale era colpa sua!

-  Di’ la verità, che sei venuto a fare?- chiese ad un tratto il malato al ragazzo alto appoggiato contro la finestra.

- Uhm, vediamo, credo che tu abbia qualcosa che voglio io!-

- Kamui?-

- No, lui non mi interessa in questi termini e poi so benissimo che siete solo due sfigati che cercano di farsi forza a vicenda!-

- Che cosa?- urlò Subaru arrabbiandosi- Non ti vergogni a dire così, dopo tutto quello che…-

Fuma lo fece tacere appoggiando un dito sulla sua bocca, i suoi occhi nocciola erano così freddi che avrebbero gelato un morto.

- Mi riferivo a Seishiro -

- Seishiro?- 

- Nonostante tanti sforzi, sono arrivato alla conclusione che tu possiedi il suo cuore e il suo futuro! La cosa è una vera seccatura! Vedi, così mi sei proprio di impiccio. Io faccio dei favori a tanta gente e una volta che voglio fare una cosa solo per me, ecco che appari tu…seccante, non trovi?-

- Cosa vuoi?-

- Torna da lui!-

- Se impazzito?! Lui ha ucciso mia sorella!-

- Però tu lo ami sempre, no?- Subaru si bloccò, non osando andare avanti con le sue proteste. “Kamui” aveva dato voce al più terribile e sofferto dei suoi segreti, al più grande tormento del suo cuore.

Come poteva sapere tutto ciò?

Copiose e spontanee, lacrime salate solcarono il suo viso. “Kamui” gli posò una mano sulla spalla per farlo star quieto.

- Non puoi sfuggire da lui, né lui può sfuggire da te. Verrà il giorno in cui persino io dovrò arrendermi a questa verità. Potrebbe essere un bel giorno per te, oppure no!

Che quel giorno fosse arrivato?

 

Seishiro si stava avvicinando e Subaru tornò pienamente in sé.

- Allora Subaru, hai trovato un nuovo amico? Devo ammettere che ho trovato insolito per un ragazzo timido come te dormire a quel modo con un altro ragazzo-

- Geloso?-

- Oh, Subaru, non essere infantile! Lo sai che non provo alcun tipo di sentimento!-

Seishiro si fece più vicino e bloccò il ragazzo all’albero di ciliegio appoggiando le mani accanto alla sua testa.

- Seishiro, ti ricordi quella domanda che mi facevi sempre quando ero un ragazzo?-

- No-

- Mi chiedevi se ti trovano sexy-

- Ah, già! Ce la mettevo tutta per farti sciogliere un po’. Allora, mi trovi sexy, Subaru?-

- Si-

- Ah, grazie!-

- Ti trovo molto sexy e non solo- La voce del ragazzo si fece improvvisamente profonda- Tu hai ucciso mia sorella, questo non può cambiarlo nessuno. Non credo, però, che fosse volontà di Hokuto vedermi consumare dal rancore. Lei mi ha sempre sorretto e confortato, ero… sono un ragazzo debole. Perso lei, ho perso il mio punto di riferimento. Ma oggi tutto è cambiato! Non permetterò a quel presuntuoso di portarmi via l’unica persona che sa dare un senso alla mia vita!-

Con una determinazione altrimenti sconosciuta, Subaru puntò i palmi contro il petto dell’uomo e staccandosi dal sostegno dell’albero, si sporse in avanti per baciarlo.

Un bacio profondo, intenso e per questo inaspettato, deciso e penetrante.

Seishiro si scostò irritato e perfino disgustato.

- Anche per te, qualcosa è cambiato!- continuò altrettanto irritato Subaru.

- Maledetto impiccione, non te la do vinta con tanta facilità! “Kamui” è guerra aperta!- fu l’immediato pensiero che seguì mentre con gli occhi cercava di assorbire tutta la sorpresa che per poco si era dipinta sul volto dell’assassino.

Tornò a baciare l’uomo ancora e se possibile con maggior trasporto.

Il maroboshi si dissolse.



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