Disclaimers: L’autrice ha il dovere di ricordare al gentile pubblico che i personaggi partecipanti a questa “opera da tre soldi” non sono i suoi, ma delle Clamp e dei loro editori giapponesi e italiani. Io gli faccio vivere storie ai margini della trama originale, sempre cercando di conciliare il loro spirito clampiano e la mia personale inventiva.

Buona lettura!

Per il tuo sorriso

di Haruka

capitolo IV

 

La stanza riecheggiava delle urla del ragazzo ferito che costretto su un letto veniva sottoposto alle medicazioni d’uopo da quel energumeno di Kusanagi. Gli altri messaggeri erano lì intorno incerti se rendersi utili o non. C’erano tutti tranne Satsuki, alle prese con le ricerche dell’altro “Kamui”, e Seishiro, che intenzionato a fumarsi una sigaretta, si era ritirato in terrazza.

Come era successo tutto quel bagno di sangue?

Chiaramente Fuma aveva perso il controllo e anche l’altro “Kamui” non aveva dato prova di grande diplomazia!

Per quanto ne avevano capito i Draghi della Terra, le due stelle gemelle si erano incontrate a Shibuya quasi per caso, d’altronde nessuno dei due aveva fretta di avere a che fare con l’altro. Era infuriata una battaglia massacrante, per ambo le parti. Di certo si sapeva che i Draghi del Cielo avevano salvato il loro “Kamui” dall’ultimo assalto e lo avevano portato via, in ospedale o chissà dove (stava a Satsuki scoprirlo!).

Il capo dei messaggeri, invece, era rientrato molto dopo insieme a Nataku nel peggior stato in cui l’avevano mai visto. Ferito e debilitato dallo scontro con la sua stella gemella, aveva dovuto affrontare anche un secondo sigillo, l’identità del quale era ancora un problema di Satsuki.

Seishiro gettò la cicca a terra e la calpestò. Il sole stava tramontando su l’ennesima giornata di scontri per decidere il futuro del pianeta.

 

- Saputo niente?- chiese Yuto quando la giovane hacker entrò nella stanza.

- Ancora no! Mi concedo una pausa!- rispose la ragazza massaggiandosi il naso nel punto dove poggiano gli occhiali.

- Sei così preziosa, Satsuki!- le disse Kanoe baciandola sulla guancia e solo allora la donna notò che anche il Sakurazukamori era entrato nella stanza.

- Preziosa?- domandò questi scettico- Ne sappiamo quanto e prima!- Poi la sua attenzione fu totalmente rivolta ai gemiti che il ferito emetteva mentre quell’uomo dall’aspetto minaccioso, ma dal fare bonario, terminava di chiudere le ferite come meglio poteva.

Poiché era arruolato nell’Esercito per la Difesa,  Kusanagi era pratico di pronto soccorso, sempre meglio delle nozioni quasi perdute di veterinaria che aveva Seishiro!

L’atmosfera in quella stanza si stava facendo pesante, erano tutti molto nervosi.

- Hai finito?- chiese Kanoe vedendo che l’omone aveva fatto una piccola pausa.

- No- rispose questi alzando appena la testa mentre armeggiava con ago e filo.

- Come sei riuscito a tenere calmo quell’esagitato?- chiese Satsuki avvicinandosi incuriosita. Kusanagi alzò una bottiglia quasi vuota di brandy.

- L’avete fatto ubriacare?- chiese scandalizzato Seishiro - Ma chiamare un dottore vero?!-

- Non ci veniva in mente niente di meglio e poi cosa gli dicevamo al medico: “E’ stata una lite tra adolescenti”?!- rispose l’impiegato comunale risentito che il collega non avesse gradito il suo operato- Potevi pensarci tu, invece di sparire per andare a fumare!- continuò ancora mentalmente.

- Ora ho finito!- annunciò Kusanagi dando una pacca sulla spalla del ferito. Giunse in risposta il rantolio di una parolaccia nei riguardi della mamma del buon uomo. Si alzò e lasciò dietro alle sue spalle un “Kamui” quasi svenuto con la schiena fasciata più volte.

 

- Io torno da Beast!- annunciò Satsuki uscendo dietro all’improvvisato medico, fu seguita da Kanoe.

Yuto si voltò in direzione di Seishiro

- Dammi una mano a sistemarlo più comodamente!-

Anche Nataku si avvicinò e, mentre lui e Seishiro tenevano in qualche modo il ragazzo moro in piedi, Yuto si sbrigava a cambiare le lenzuola sporche di sangue. Una volta sistemato il letto, adagiarono il malato sul materasso e Sakurazuka si affrettò a liberarlo dai pantaloni macchiati dal rosso liquido.

Nataku fissò il volto del suo “Kamui” ancora un attimo e poi si voltò per uscire.

- E’ ora che io torni al laboratorio!-

- Allora, anch’io, vi lascio soli!- Yuto guardò Seishiro solo di sfuggita, ma non si perse l’occhiata piena di sorpresa che solo per pochi secondi apparve sul volto dell’assassino.

- Possibile che sapesse?- si chiese Seishiro - E come poteva? Né lui né Fuma avevano messo i manifesti! Meglio lasciar perdere, tanto più che l’altro continuava a parlare-  

- La sacerdotessa non è stata: non sono ferite provocate da una lama. Per lo stesso motivo eliminerei quel tizio con gli occhiali, quello che lavora ad Asuka: il maestro del vento. Dato che non si tratta neanche di bruciature, sono da eliminare quel simpatico buffone con l’accento del Kansai e la donna rossa. Restano la ragazzina con il cane e …-

- Subaru!-

- Pensi a lui? Mi sembra un po’ improbabile…-

Seishiro scosse la testa

- Lui e il giovane sigillo hanno molto in comune, potrebbe aver reagito in sua difesa-

- Ma ti pare possibile che “Kamui” si è fatto vincere da uno su cui ha già avuto la meglio in passato?-

- Doveva essere stremato dallo scontro con quel ragazzino!-

- E Sumeragi doveva essere “incazzato” forte! Beh, poco importa! Lo lascio alle tue cure!- Seishiro sorrise e Yuto finalmente uscì.

 

Seishiro si guardò intorno, riflettendoci era la prima volta che entrava in camera di Fuma.

Kanoe aveva chiesto a tutti i Draghi di fermarsi a vivere al Municipio ma in realtà, quasi nessuno aveva accettato. Lui, neanche per sogno, Kusanagi aveva un appartamento vicino alla stazione di Ichigaya, dove prestava servizio; Nataku viveva nel laboratorio; il Sognatore non aveva preferenze al riguardo; quanto a Kigai viveva lì già da un bel po’e Satsuki non si sarebbe mai allontanata dal suo computer. Fuma aveva scelto di stare lì per pura comodità.

Sakurazuka fece una breve ispezione della stanza: un letto, un armadio, una scrivania, due sedie.

Finito?! Era un po’ poco anche per un tipo spartano come Fuma!

Aprì l’armadio in cerca del pigiama e vide che i vestiti erano ancora tutti dentro due borse. Gli venne da ridere e decise che avrebbe messo un po’ in ordine. Si voltò verso il padrone della stanza e vedendolo addormentato non si fece alcun scrupolo a toccare le sue cose.

Appese i vestiti, in verità due paia di jeans e la divisa scolastica, alle stampelle nell’armadio. Ripiegò i maglioni e le t-shirt e le sistemò in un cassettone mentre nell’altro ripose la biancheria intima. Asciugamani e accappatoio li portò nel bagno, comunicante. Lì quasi si mise ad urlare per il disordine. Panni sporchi per terra, un asciugamano nel lavandino, rasoio e schiuma sul davanzale dello specchio insieme a spazzola, gel, crema dopobarba.

Ma come era riuscito a creare tutto quel disordine?! 

Fattosi coraggio, prese i vestiti e li buttò nella cesta dei panni sporchi, aprì lo sportelletto dietro lo specchio e vi rimise gli oggetti per la barba e per i capelli. Intruppò con i piedi contro i flaconi dello shampoo e del bagnoschiuma, rimise a posto pure quelli. Tornò in camera e decise di dare una collocazione anche agli oggetti contenuti in un bustone di plastica: un pallone da calcio, le scarpette chiodate, cassette e cd vari (il walkman era ai piedi del letto), gli ultimi due numeri di un manga sportivo con un tizio rosso in copertina, un libro giallo. Ripose le scarpe con le altre, il pallone in un angolo, le cassette, i cd e il walkman su una mensola, mentre i fumetti e il libro sulla scrivania.

Sorrise soddisfatto. Ora sapeva qualcosa in più sul suo compagno di cene e notti insonni, bene, gli sarebbe tornato utile!

 

Fino alla sera del giorno dopo, il giovane Drago della Terra non diede segni di miglioramento. Giacente supino, fasciato dalle bende bianche, il respiro affannoso di chi sta compiendo uno sforzo, rimase in uno stato di semi incoscienza lamentandosi di tanto in tanto.

In serata, quando recuperò la lucidità, le cose peggiorarono addirittura. Stanco per la lunga immobilità, si dimenava per potersi alzare, senza in realtà averne le forze. Non bastarono Kusanagi e Nataku a tenerlo calmo.

Seishiro osservava la scena impassibile appoggiato alla parete più lontana dal letto. Dentro di sé si sentiva molto irritato da tutte quelle presenze intorno al ragazzo, in quei due giorni era stato un via vai di gente che entrava ed usciva dalla sua stanza, ma soprattutto era molto irritato da quanto avvenuto a Shibuya.

Subaru contro Fuma!

Alla sola idea si sentiva venire la nausea, questa storia gli stava scappando di mano!

Ad un tratto, Kusanagi, nel tentativo di bloccare il malato, gli afferrò un braccio piegandolo in modo tale da far urlare il ragazzo fino a svenirne.

Quel grido destò Seishiro dal suo torpore e, senza neanche accorgersene,si ritrovò presso la sponda del letto, con modi bruschi scansò l’energumeno e sollevò “Kamui” per poi circondarlo con le sue braccia.

- Fuma- gli sussurrò in un orecchio- per favore, stringi i denti!-

- Seishiro!- fu il breve commentò che sfuggì al giovane, aprendo gli occhi. Stanco come era, non aveva voglia di far questioni e sprofondò ulteriormente in quel caldo abbraccio.

Yuto, che attratto dalle urla era entrato nella stanza, si avvicinò per controllare. Seishiro gli ruggì contro, ma a volume tale che solo lui potesse udirlo – Tutti fuori!-

- Kusanagi, un caffè?- propose a quel punto il biondo, comprendendo che era ora di cambiar aria.

- Perché no!- rispose l’uomo con un sorriso e i due uscirono.

Nataku rimase fermo davanti al letto.

- Nataku, vai a farti un giretto in città e riferiscimi!- gli disse “Kamui” aprendo di nuovo gli occhi e cercando di assumere una posizione più comoda. Il messaggero ubbidì.

Sceso il silenzio nella camera, l’uomo diede un sonoro bacio sulla fronte del suo protetto.

- Sia chiaro che voglio sapere cosa è successo!-

- Seishiro, io non credo che…-

- Zitto!-

Con un dito chiuse le labbra del ragazzo e, poi, per essere sicuro che non si affaticasse parlando inutilmente, lo baciò sulla bocca.

 

Fuma si riaddormentò di lì a poco e stranamente sognò.

Sognò di Kamui, o meglio, rivisse lo scontro di qualche giorno prima, scena per scena, alla perfezione. Soltanto alla fine, invece dell’evocazione da parte del tredicesimo capo della famiglia Sumeragi, che lo aveva tramortito (una fatale ingenuità la sua!), udì le voci di tre bambini.

Con non poco sforzo riuscì anche a vederli. Erano tre bambini sorridenti di otto o nove anni che giocavano in un luogo che non seppe riconoscere, ma gli era famigliare. Ripetevano una cantilena infantile, un motivetto allegro dal senso incerto. Quei bambini allegri cantavano e giocavano insieme con tale naturalezza che anche nell’aria si respirava pace e tranquillità.

 

Svegliandosi, Fuma si sentì pieno di vitalità e decisamente ristabilito. Aveva ancora dolore da qualche parte, ma era accettabile. Sorrise.

Doveva essere un sorriso particolarmente luminoso perché si ritrovò le labbra di Seishiro sulle sue per rubarglielo.

- Ho parecchia fame. Mi vesto e andiamo da qualche parte-

- Ragazzino, mi hai fatto prendere uno spavento!-

- Ma figurati!-

Il malato si alzò con cautela, sorretto dal braccio forte dell’uomo al suo fianco e mosse i primi passi incerti dopo la lunga degenza. Si guardò un po’ attorno e decise che era pronto per stare in piedi con le proprie forze.Si distaccò e fece alcuni passi, poi un leggero capogiro lo fece arretrare ed istintivamente portò il braccio in cerca di un appoggiò. Seishiro, lesto, lo cinse con le braccia alla vita, permettendo alla testa mora, ormai in disordine, di posarsi sul suo petto. Con cautela fece girare il ragazzo verso di sé. Fuma sentì le braccia dell’altro stringersi intorno al suo corpo e la testa appoggiarsi contro la sua guancia. Rimasero in silenzio. Al ragazzo non veniva in mente niente di spiritoso da dire che potesse liberarlo da quella presa. Allora, sprofondando il capo sulla spalla del compagno, attese la prossima mossa, che non tardò.

L’abbracciò mutò in qualcosa di molto meno fraterno, le mani di Seishiro scivolarono sotto la giacca del pigiama. Una accarezzava la curva della spina dorsale, l’altra percorreva il suo cammino lungo il segno degli addominali.

L’ennesimo giochino di Seishiro!

Il tocco lieve procurava belle sensazioni, ma non era il caso di assecondarle: in fondo era ancora ferito!

Fuma fece pressione con le mani contro il petto per allontanarlo e Seishiro smise subito la sua pellegrinazione.

- Non ti senti ancora bene?- chiese l’uomo quando il malato alzò il capo per guardarlo in faccia.

- Tu che dici?!-

- Mi devi perdonare, sai tutti questi giorni…- tornò a sussurrargli Seishiro con voce maliziosa.

-Andare a puttane?!- suggerì maligno il ragazzo, appoggiandosi contro la scrivania.

- Fuma, che dici? Sei veramente irriverente!-

Il ragazzo scoppiò a ridere ignorando la faccia offesa dell’uomo.

- Hai toccato le mie cose?- disse, per cambiare discorso, sfiorando i volumi sul tavolo con le dita.

- Sono stato invadente?- chiese Seishiro tornando a un tono più conciliante.

- Sei un vero rompiscatole!- Fuma si recò davanti all’armadio e lo aprì- Allora questa cenetta romantica?!-



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