Disclaimers: L’autrice
ha il dovere di ricordare al gentile pubblico che i personaggi
partecipanti a questa “opera da tre soldi” non sono i suoi, ma delle
Clamp e dei loro editori giapponesi e italiani. Io gli faccio vivere
storie ai margini della trama originale, sempre cercando di conciliare il
loro spirito clampiano e la mia personale inventiva. Buona
lettura!
Per il tuo
sorriso
di Haruka
capitolo III
Fuma
tornò ancora di sera, per la loro cena silenziosa e poi ancora in altre
occasioni, sempre senza avvisare. Pretesti per fermarsi a dormire non ci
furono e Seishiro un po’ se ne dispiacque. Aveva avuto l’intenzione di
chiederglielo molte volte, ma non lo aveva fatto perché, dolente
ammetterlo, si sentiva a disaggio a l’idea di rivivere ancora
quell’intimità. Si sentiva come se non ne avessero il diritto, come se
unendo le loro due rispettive solitudini facessero un torto a qualcuno.
Ma
a chi?
Il
Sakurazukamori si guardò intorno. Nella sala del computer, del
“cucciolone” come amorevolmente lo chiamava Satsuki, nei seminterrati
del Municipio, si erano riuniti tutti i messaggeri per “questioni
urgenti”, come aveva detto Kanoe. In realtà la donna voleva solo sapere
che fine avevano fatto quei sette disgraziati a cui pagava vitto e
alloggio per distruggere la terra. C’erano stati dei rallentamenti nei
lavori di smantellamento della città.
- Ho
avuto da fare!- aveva risposto angelico il loro “Kamui”, quando fu
interpellato al riguardo.
Aveva
avuto molto da fare, aveva portato Nataku al parco giochi!
Fuma
desiderava poter provare tutto quello che di piacevole la capitale poteva
offrire ad un adolescente libero da legami famigliari, prima di raderla al
suolo. Kanoe non capiva, ma Seishiro si, in fondo, anche lui faceva
parte del divertimento!
Seishiro
osservò la faccia divertita di Kigai e quella accigliata di Shiyu, poi
focalizzò l’attenzione sul suo “Kamui” che parlava con Nataku.
Che
ragazzino impertinente!
Satsuki
stava chiedendo qualcosa riguardo una cena tutti insieme. Seishiro inorridì
al solo pensiero, come colleghi vanno bene, ma come compagnia per la
sera…
Uno
solo di loro poteva rendere la serata del Sakurazukamori degna di essere
ricordata.
Già,
ma quando?
E
poi quella strana sensazione, come di frutto rapito?
Seishiro
si sentiva come un bambino che hanno sorpreso a fare qualcosa di
sbagliato, ma vuole farlo ancora temendo, però, l’ira dei suoi
genitori. L’uomo capì quanto assurdo fosse questo pensiero.
Si
accese una sigaretta ed uscì
Dopo
alcune boccate tornò a concentrarsi su questo “sentimento” di
inadeguatezza, Era decisamente la prima volta che si sentiva così.
Dunque,
voleva chiedere a Fuma di rimanere a dormire da lui ma non lo aveva ancora
fatto perché…perché sentiva che non poteva…
Veramente
assurdo!
-
Ragazzino- disse tra sé e sé – che strani pensieri mi fai fare!-
Seishiro
non era certo legato a nessuno, né sentimentalmente ( e come potrebbe!) né
legalmente. Perfino Subaru non era altro che uno dei tanti aspetti del suo
“lavoro”, forse uno dei più piacevoli, ma diammine, solo lavoro!
Quanto
a Fuma ( e qui l’analisi si faceva più complicata), solo il ricordo di
Kamui, il suo opposto, poteva trattenerlo fuori dal suo letto.
Ma
non erano stati solo amici d’infanzia?
Quel
ragazzo minuto dai grandi occhi viola poteva c’entrare qualcosa con la
loro liason?
Non
era, forse, solo uno ostacolo agli occhi del capo dei Draghi della Terra?
No,
non poteva essere niente altro che una difficoltà in più tra il “Kamui
dei Draghi della Terra” e il compimento del suo dovere.
Conosceva
Fuma abbastanza per poter affermare che le cose che destavano la sua
attenzione, e solo per pochi minuti, si contavano sulla punta delle dita.
Quanto alle persone, si divertiva a realizzarne i desideri arrecandogli più
danni che benefici. Le persone fastidiose, come le cose, non gli piacevano
e se ne disfaceva il prima possibile.
Questo
era il destino del “Kamui dei Draghi del Cielo”, buttato via come roba
vecchia!
Seishiro
rise, ma solo un attimo, due grandi occhi verdi, apparsi nella sua
memoria, lo riportarono al nocciolo della questione.
Subaru!
Per
un qualche motivo quel ragazzo si ritrovava sempre sul suo cammino. Come
allora, quando era un ragazzo, così adesso, con l’unica differenza che,
adesso, il ragazzo in questione era un altro.
Subaru
e Fuma!
Era
improponibile un paragone tra i due. Li aveva incontrati tutti e due
durante la loro adolescenza, ma c’era adolescente e adolescente!
Subaru
così dolce e indifeso, sempre troppo severo con se stesso, pronto ad
aiutare tutti e a regalare i suoi sorrisi, bello come una bambola di
porcellana, come una donna, con quegli occhi verdi…
Fuma,
impertinente e presuntoso come un bambino viziato, ma anche maturo e
responsabile all’occorrenza, sempre in vena di scherzare e desideroso
solo di divertirsi, ma capace di profonda serietà quando doveva compiere
il suo dovere, un corpo atletico che poco aveva ancora del fanciullesco e
il suo sorriso luminoso ….
Seishiro
sospirò, poi si diede dell’idiota. Il Subaru della sua memoria non
esisteva più.
Il
ricordo dell’interesse che aveva nutrito per quella creatura così pura
doveva rimanere fuori da questa nuova storia.
Un
ragazzo bello e dannatamente intrigante era a sua disposizione, il mondo
era giunto alla sua conclusione, non si sarebbe lasciato scappare una
simile occasione. Quella sera stessa avrebbe chiesto a Fuma di rimanere,
di stare con lui, di fargli compagnia. Da troppo tempo aveva soffocato il
desiderio di quell’abbraccio. Teneva troppo alla compagnia di Fuma.
Stare
vicino a quell’irritante ragazzaccio, lo faceva sentire leggermente
diverso. La compagnia di una persona incapace di provare alcun tipo di
sentimento, come lui, gli dava l’impressione di essere meno diverso
dagli altri. Non che “gli altri” lo interessassero, ma dopo tanti anni
ad indossare una maschera, scoprire che esiste qualcuno in grado di
capirti, di sentire come senti tu (ovvero di non sentire nulla) era
rassicurante.
Se
Fuma lo aveva cercato e lo aveva voluto con tanta determinazione era
proprio per questo motivo: non sentirsi più solo.
Seishiro
rientrò a casa un po’ prima del solito e si mise ai fornelli. Preso
com’era dall’elaborazione del piatto, non si era accorto che era
passata da un pezzo l’ora in cui il suo ospite si faceva vivo. Attese
ancora, tutto taceva. Per ingannare il tempo, gironzolò per la casa,
spostò alcuni oggetti, si fermò davanti allo specchio per sistemare
meglio i capelli, poi l’occhio gli cadde sulla porta della camera da
letto. Lentamente aprì l’uscio e apparve il letto vuoto. Quasi
inconsciamente vi si sedé sopra e accarezzò la stoffa del copriletto.
Gli sembrava di poterlo vedere e sentire lì, ora, sdraiato sul materasso
parlando del programma da vedere. Si sdraiò completamente. Sentiva una
morsa allo stomaco che premeva verso il basso, fino all’inguine.
Ma
dove era quell’idiota?
Possibile
che si fosse dimenticato della loro cena?
Era
vero che non si erano accordati per vedersi, però…
Possibile
che per lui non significasse niente il loro muto desinare insieme?
Si
addormentò con quello strano disappunto nell’interiora.
Il
giorno dopo il Sakurazukamori era di pessimo umore, trattò Satsuki e Yuto
con gelido distacco e se avesse avuto Fuma a portata di mano lo avrebbe
strozzato. Per sua fortuna, il ragazzo non venne nei sotterranei del
municipio.
Quella
sera il Sakurazukamori
rinunciò volutamente a farsi da mangiare. Aveva deciso che avrebbe cenato
fuori, a casa non sarebbe restato.
Fece
una doccia ed uscì.
Non
appena varcò il portone del suo edificio notò che un’alta figura stava
venendo nella sua direzione. Quando l’ebbe davanti, gli occhi e, forse,
il cuore si allargarono.
-
Fuma!- esclamò.
-
Seishiro!- rispose questi un po’ ansimante, doveva essere venuto di
corsa- Stavi…uscendo?-
-
Si!-
L’uomo,
da dietro i suoi occhiali scuri, non volle dargli il minimo sentore di ciò
che aveva passato la sera prima.
-
Ah!E sei uscito anche ieri sera?- chiese il ragazzo titubante.
- Si,
perché? Mi hai cercato?-
- No,
veramente, ieri ho avuto un contrattempo, una vera seccatura…Quel monaco
buffone di Koya mi ha fatto perdere un sacco di tempo…- Seishiro gli
sorrise avanzando- e così…- gli si fece vicino- non sono…- molto
vicino- potuto…- e prese fra le mani la testa del ragazzo e lo baciò
con veemenza, senza dargli il tempo di capire. Le mani accarezzarono
frenetiche i neri capelli e la bocca bramosa non riusciva a saziarsi di
quelle labbra e di quella lingua.
-
…venire- Fuma, finalmente, riuscì a chiudere la frase che stava
pronunciando prima che quel baciò così inatteso e pure molto sperato lo
rapisse con tale enfasi.
-
Saliamo!- disse Seishiro prendendolo per un polso.
- Ma
non stavi uscendo?-
Seishiro
si voltò e togliendosi gli occhiali rispose- Non importa, dimentica. Ora
voglio te!-
-
Beh, anch’io!-
Detto
ciò, il ragazzo moro si ritrovò con le spalle contro una delle pareti
dell’ascensore e il corpo del compagno premuto contro, bocca e lingua
vaganti sul viso, sul collo e poi le mani muoversi a ritmo di una danza
tribale lungo la linea del suo torace e poi giù sul sedere, sulle cosce.
Fuma
si sentì divinamente a disaggio. Se entrava qualcuno, che avrebbe
pensato? Non che lui fosse tipo da scandalizzarsi per tanto poco, ma
in quel palazzo Seishiro ci abitava e la gente non gradisce mai pubbliche
effusioni tra due uomini. Comunque non c’era verso di toglierselo di
dosso e preferì accettare il rischio.
Arrivati
al loro piano, i due Draghi percorsero il pianerottolo fino
all’appartamento rincorrendosi, fermandosi per un bacio e rincorrendosi
ancora. Davanti alla porta, le chiavi caddero di mano a Seishiro un paio
di volte perché il suo ospite non faceva altro che impedirlo nei
movimenti con quelle dita, insinuatesi fin sotto la camicia.
-
Basta!- urlò esasperato il padrone di casa la terza volta che le chiavi
toccarono il suolo. Fuma si allontanò di qualche passo facendo il vago.
Sorrideva, anzi rideva, ma senza emettere suono. Anche Sakurazuka sorrise.
Quanto
aveva desiderato questo momento ed era bastato un niente per averlo!
La
chiave fece il suo dovere, il proprietario dell’appartamento si girò e,
preso il ragazzo per un braccio, lo trascinò dentro quasi di peso. Tale
l’impeto, si ritrovarono entrambi per terra nell’ingresso, Seishiro
sul pavimento e Fuma sopra di lui. Con un calcio la porta fu richiusa.
In un
turbinio di baci, carezze e quant’altro serva a far aumentare
l’eccitazione, si liberarono di scarpe e cappotti. Velocemente in piedi,
si scrutarono divertiti e ansimanti.
Fuma
si avvicinò e con una mossa fulminea cinse Seishiro alla vita tirandolo
con violenza al proprio petto, lo baciò in profondità e poi, riprendendo
fiato, gli circondò il collo con le braccia.
- Mi
dispiace di non esser venuto ieri!-
- Non
mi sembra di essere arrabbiato!-
- Mi
dispiace lo stesso!-
Detto
ciò iniziarono a volare nell’ordine: cravatta, giacca, cintura e
camicia. Allora Seishiro decise di sbarazzarsi del maglione e della polo (finalmente
si era deciso a vestirsi come quel freddo autunnale richiedeva!). Il
resto dei vestiti finì ai piedi del letto, da dove gli echi di una danza
frenetica risuonarono per un po’.
Un
paio di ore dopo, i due uomini erano ancora a letto. Il più giovane,
ancora addormentato, giaceva sulla schiena con una mano sul grembo e
l’altra vicino alla guancia, sul cuscino. Il volto, ora sereno, dopo la
tensione del piacere, era appoggiato sul guanciale e semi nascosto dai
capelli scuri e disordinati (neanche tutta la gelatina che usava aveva
resistito alla frenesia delle dita del suo amante). Seishiro, girato su un
fianco, le lenzuola fino alla vita, con la testa appoggiata sul braccio
che la sosteneva, lo guardava in silenzio e rifletteva.
Era
contento di essersi svegliato per primo, per due motivi: uno di ordine
pratico, non si fidava di Fuma; l’altro era, per così dire, un motivo
romantico, poteva guardare il bel corpo sinuoso ed atletico e il bel viso
riposato in tutta calma e compiacersi di una conquista così appetitosa.
A
dire il vero, era lui ad essere stato conquistato.
Solo
ora, che aveva ottenuto il calore di quel corpo dopo tanto bisogno
taciuto, se ne rendeva conto.Fuma gli aveva girato sopra come un avvoltoio
e paziente aveva atteso che l’uomo gli cedesse.
Oddio,
non era carino paragonare quel ragazzo così attraente ad un avvoltoio,
però rendeva bene l’idea!
Seishiro
spostò con le dita alcune ciocche di capelli che coprivano gli occhi.
E
ora, che aveva ottenuto ciò che voleva?
L’assenza
del giorno prima andava interpretata solo come un episodio sporadico?
Fuma
si mosse nel sogno infastidito dal tocco sulla fronte, Seishiro arretrò
la mano temendo di averlo svegliato, invece il ragazzo tornò quieto,
perso nei suoi sogni.
Sakuarazuka
scosse la testa di fronte a questa sua nuova ed inaspettata paura.
Non
c’erano rischi!
Non
si sarebbero lasciati tanto facilmente, o almeno lui non avrebbe lasciato
il ragazzo libero, non ora che aveva capito di averne bisogno. Anche Fuma
doveva aver pensato qualcosa del genere. L’uomo lo aveva intuito quando
si era lasciato sopraffare dai quei baci così avidi.
In
qualche modo avevano bisogno l’uno della compagnia dell’altro.
Seishiro
sorrise ritrovandosi pienamente padrone della sua mente e della sua anima.
Tutto
considerato, non gli dispiaceva di essere stato quello a cedere, tanto più
che il ragazzo non sembrava mettere in discussione quella specie di
gerarchia che si era instaurata tra loro, fin dalla prima volta, se non
altro per una questione di età.
L’uomo
sorrise ancora e baciò con dolcezza il palmo aperto della mano appoggiata
sul cuscino.
Era
ora di svegliarsi, anche per Fuma!
Sotto
quel tocco le dita cominciarono a muoversi e gli occhi del ragazzo
lentamente si aprirono. Un fuggevole sorriso apparve sul suo volto, ma non
il solito ghigno ironico, piuttosto una lieve e dolcissima increspatura
della labbra, poi i suoi occhi, persi nel vuoto, focalizzarono il volto
sopra di lui e seri lo scrutarono, ne indagarono ogni linea, curva e
particolare. Gli occhi nocciola si chiusero di nuovo, non erano abituati
all’oscurità che il tramonto aveva lasciato in quella stanza.
- Hai
fame?- chiese Seishiro con la voce più amorevole di cui era capace.
Giunse
una specie di grugnito in risposta. Sakurazuka scoppiò a ridere- Sei un
orso!Diventi intrattabile quando hai fame!-
Fuma
adesso era ben sveglio, ma non aveva modificato sensibilmente la sua
posizione. Poi ad un tratto accostò una mano sul viso del compagno mentre
l’altra passava lentamente davanti all’occhio sinistro per posarsi
sulla guancia destra, lì nell’angolo cieco. Il tocco divenne un
massaggio per distendere i muscoli del viso, il mento e la fronte.
-
Sono contento!L’altra volta mi era dispiaciuto di non essermi
concentrato sulla tua faccia. Sta volta l’ho fatto e sono contento-
-
Perché?- Seishiro aveva catturato le mani del ragazzo tra le sue e ora lo
guardava incuriosito.
-
Lascia stare, fantasie adolescenziali-
-
Ovvero?-
- Non
lo vorrai sapere sul serio?!- commentò irritato Fuma cercando di mettersi
a sedere- Cose mie!-
- Che
fai con me!- aggiunse l’uomo divertito da tanto riserbo fuori luogo.
Il
ragazzo cercò di allentare l’abbraccio e di uscire dal letto, ma
l’altro lo gettò di nuovo contro il cuscino e, sedendosi a cavalcioni
sul suo stomaco, puntellò le braccia della sua “vittima” contro il
materasso.
- Ora
non puoi più scappare!-
- Ma
posso tacere!-
-
Allora ti farò parlare con la tortura!-
Seishiro
si chinò a mordergli un capezzolo che sapeva essere ancora sensibile.
-
Ahia, fa male!- protestò quello dei due che era costretto sotto, tirando
calci all’aria, ma in vano perché il suo “carceriere” era ben saldo
nella sua presa.
-
Allora sto aspettando, perché trovi così interessante la mia faccia?-
Nella voce dell’uomo non c’era più traccia di gentilezza o di
affetto, aumentò la pressione nelle braccia e, come si aspettava, i
muscoli sotto di lui divennero tesi e pronti a scattare. Non erano più
due amanti che avevano fatto l’amore da poco, bensì il Sakurazukamori e
il nero “Kamui” della Terra.
Seishiro
trovò la cosa estremamente stimolante.
Anche
Fuma si sentiva molto stimolato dallo scontro, non gli andava di
sottomettersi e così cercò di volgere le posizioni. Riuscì a tirarsi a
sedere, nonostante la notevole pressione contraria esercitata
dall’altro. Fra le lenzuola arrotolate, Seishiro perse l’equilibrio e
si ritrovò un ginocchio premuto contro la coscia destra, istintivamente
flagellò l’aria con il braccio fino a quando la sua mano non schioccò
un doloroso schiaffo sulla guancia del ragazzo. Questi si ritrasse offeso.
-
Scusa!- disse massaggiandosi il volto mentre due occhi increduli, come
quelli di un bimbo innocente, lo fissavano stupito- Volevo solo vedere il
tuo bel viso mentre venivamo!-
Fuma
la recitava proprio bene la parte del piccolo bambino indifeso!
La
rabbia di Seishiro sbollì in fretta. Si lasciò cadere all’indietro tra
le coperte ridendo. Fuma saltò giù dal letto e si infilò i boxer, poi
si voltò a guardare il suo compagno attendendo che questi facesse lo
stesso.
Una
volta in soggiorno, Seishiro gli strinse le spalle con le mani
- Sei
un ragazzino!-
- Si
lo so!E mi diverte esserlo!- Scoppiò a ridere di quella risata sonora che
solo il capo dei Draghi della Terra poteva avere.
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