Dunque questa fic l'ho scritta esattamente il 4
luglio....vi dice nulla questa data? Massì, l'incontro a Treviso! L'ho fatta
tutta di getto in treno tornando indietro. Finalmente mi sono decisa a
batterla a pc! Quanto sono pigra(Sei abbi fede, prima o poi ti batto le tue
due piccine picciò)! Naturalmente la dedico a tutte quelle che c'erano quel
giorno che sono: Seimei, Clanes, Naika, Parsifal e Mikako. Volevo scrivere
qualcosa di pazzoide ma è venuto così! Pasiensa! Baci Akane*
DIS: i pg nun shono muiei!!!! Sig sob sig...tristess!
Pensiero sfuggevole
di
Akane
L'ho dimenticato.
Qualcosa di assolutamente importante mi è
sfuggito.
Un pensiero essenziale se ne è andato e non
riesco a rincorrerlo, a prenderlo, mi ha mollato così ed io ora non so che
fare, come fare.
E' terribile.
Non so perchè ma so che lo è, ne sono
sicuro.
Cosa faccio?
Cerco di sforzarmi in tutti i modi ma è
impossibile, la testa mi scoppia, non ce la faccio.
Proprio non ricordo, è andato lontano.
Non capisco che sto facendo e dove sono,
forse cammino, forse volo, forse sono disteso...chissà...ma non è questo che
mi importa, io devo assolutamente ricordare, prima di capire dove sono e
cosa sto facendo.
Provo a concentrarmi ma non succede nulla,
non mi torna in mente quel pensiero importante.
Sto impazzendo, allora comincio ad agitarmi
non so esattamente che sto facendo.
Grido forse?
Mi muovo?
Corro?
Sudo?
Mi dispero?
Non so e non mi importa, nulla conta senza
quel pensiero, questa è l'unica certezza che mi è rimasta. L'unica.
Come posso andare avanti così?
Se non ricordo io non sarò più io, ma da
solo non ce la faccio.
E se non torna più da me per sempre, se
quel pensiero importante non torna più nella mia mente io poi che faccio?
No, non voglio che sia così.
Aiuto.
Qualcuno mi deve aiutare o potrei non
tornare più me stesso.
Senza quella certezza mi sento vuoto.
Aiuto.
- Akane...-
Il mio nome...qualcuno mi chiama, chi è?
Una voce familiare, mi piace il suono del
mio nome con questa voce, come viene pronunciato.
- ...Akane...-
Si, ancora, questa volta è più chiara e
accompagnata da un tocco, mi sta toccando, è una mano calda, morbida,
gentile, come se appartenesse a me da sempre insieme a quella voce.
Credo che il ricordo perduto sia legato a
questa voce che sussurra basso e roco il mio nome e a queste mani che il mio
corpo stesso riconosce e accetta.
Mi accarezza il viso che solo ora sento
accaldato e sudato.
-...Akane, svegliati...-
Di scatto apro gli occhi che vanno
inevitabilmente e involontariamente a posarsi su altri due che mi fissano
profondamente.
Sono color nocciola ma intorno alla pupilla
presentano sfumature e pagliuzza dorate dando un tocco di magia a questo
sguardo incredibilmente affascinante e magnetico.
Questi occhi mi hanno sempre fatto
impazzire e perdendomi in quelle meraviglie come un flash mi ritorna il
pensiero che tanto cercavo.
In realtà non l'avevo mai dimenticato, e
come avrei potuto?
Osservo attentamente il mio ragazzo chino
su di me e quasi a volermi accertare che sia veramente lui e che non stia
sognando ancora pronuncio a fior di labbra il suo nome:
- ...Hitonari...sei qui...-
lo vedo fissarmi incerto e dire:
- lo sono sempre stato, sai?-
ma non sento veramente le sue parole, non
sono ancora sicuro di non essere più nel mio sogno dove non capivo più nulla
e il pensiero, la certezza, più importante della mia vita mi sfuggiva in
continuazione.
Se non faccio subito qualcosa l'incubo
potrebbe trasformarsi in realtà e potrebbe sfuggirmi di nuovo il mio
pensiero.
E' per questo che immediatamente alzo la
testa e lo bacio ribaltando con foga le posizioni.
Lontanamente realizzo che siamo sul suo
letto e che mi sono disteso a cavalcioni sopra di lui; fuori è il classico
cielo stellato credo, ma nemmeno questo mi importa.
Con voracità divoro la sua bocca
violentando quasi la sua lingua che ancora una volta insieme al suo corpo,
cuore e anima devono essere miei.
Inizialmente è sorpreso e me lo immagino a
guardarmi con quei suoi occhioni sempre attenti a ogni cosa, ma man mano che
il bacio procede mi viene in contro, mi asseconda, si scioglie e mi lascia
fare.
Non mi basta baciarlo, ho bisogno di più.
Non è proprio voglia e desiderio.
C'è passione perchè la mettiamo in ogni
cosa che facciamo ma quello che mi muove ora e mi fa fare tutto questo è
solo bisogno di lui, di sentirmelo sotto la pelle, di toccarlo, di farlo
mio, di essere un tutt'uno e di entrare in lui facendolo unicamente mio.
Bisogno di avere ancora questi nostri
sentimenti per me e basta.
Sarò egoista forse ma va bene così, devo
assicurarmi che quel sogno non si avveri, anche se ancora una volta mi dico
che è impossibile dimenticare ciò che nell'incubo mi sfuggiva.
Devo sentirlo di più.
Il bisogno cresce.
Lo tocco, accarezzo il corpo nudo e caldo,
la nostra pelle va a fuoco e la sua pallida risalta sulla mia creando
contrasti piacevoli.
Mani.
Mani che corrono.
Le mie su di lui e le sue su di me.
Sfiorano, danno piacere, piacere
accompagnate dalla mia lingua affamata del suo sapore, mani che si cercano e
quando si trovano si uniscono intrecciando dita e dando inizio ad una
piccola fusione mentre quella grande sta avendo inizio in questo momento.
Gemiti.
I suoi gemiti di piacere mi giungono agli
orecchi.
Sono ubriaco dei suoi gemiti, della sua
voce sempre più roca al limite, del sapore della sua pelle salata imperlata
di sudore, delle sue mani che stringono le mie, della mia lingua che
assaggia ogni piccola parte, delle sue gambe allacciate alla mia vita, dei
nostri bacini che si strofinano ipnotizzandoci, delle nostre virilità
arrivate al limite di ogni sopportazione.
Sono ubriaco di lui e mentre mi riapproprio
sempre di più del mio pensiero del sogno soddisfo pienamente il mio bisogno
entrando in lui più dolcemente che riesco.
Sollievo, all'istante, immediatamente e
continuando a muoverci acquistiamo il nostro ritmo diventando un tutt'uno
fino a raggiungere insieme l'apice e il benessere assoluto.
Sul momento rimaniamo distesi, io sopra di
lui senza forze e lui sotto di me che mi cinge delicato la schiena. Stiamo
fermi e in silenzio ad ascoltare solo i nostri cuori e i nostri respiri
andare all'unisono.
Non saprei per quanto stiamo così ad
ascoltarci, so solo che ad un certo punto lui mi chiede cosa fosse successo
ed io mi decido a spostarmi e a distendermi accanto a lui che a sua volta si
gira verso di me per guardarmi negli occhi seri e concentrati.
Con due dita si mette a giocherellare con
le mie ciocche nere che mi ricadono disordinatamente sul viso, mi guarda
come solo lui sa fare.
E' pronto ad ascoltare.
Ricordando ciò che era accaduto prima mi
decido a raccontarglielo mantenendo un tono normale e semplice stando
attento a non farmi coinvolgere nuovamente come già successo. Anche se ora
non potrei comunque non rimanere scosso con lui qua con me.
- Prima ho fatto un sogno in cui ero solo e
mi disperavo perchè non ricordavo un pensiero importante, una mia certezza,
stavo male per questo ma non riuscivo a trovarlo.-
Mi fermo e guardo con più attenzione il suo
sguardo sempre più attento a me.
Non dice nulla.
Aspetta.
- Poi tu mi hai svegliato e appena ti ho
visto mi è tornato alla mente quel che cercavo.
In realtà non l'avevo mai dimenticato-
Ancora un'occhiata al silenzioso ragazzo
che ferma le dita fra i miei capelli per sentire la risposta che sa bene
essere importante.
La conoscerebbe anche se io non gliela
dicessi, ma voglio dirlo lo stesso:
- Il pensiero eri tu. Il sentimento
indefinibile che provo per te.-
Potrei forse chiamarlo amore ma la luce di
emozione che brilla nei suoi occhi mi fa capire che sa cosa intendevo, anche
per lui è la stessa cosa, il bacio che mi da subito dopo d'istinto me lo
dice.
Le cose che gli ho appena detto l'hanno
colpito e in fondo mi fa piacere.
Forse lui non aveva mai ricevuto parole del
genere e aveva bisogno di sentirsele dire dalla persona più importante come
io ne avevo bisogno di dirle a lui.
Ora entrambi siamo completi.
FINE
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