Le lezioni di psicologia mi fanno male, lo ho detto io :P
Infatti per vostro dispiacere e sommo terrore (gnè gnè gnè <-- risata sadica
e cattiva ^^''')
questo pomeriggio ho scritto una fic che mi ha fatto venire in mente il mio
prof di Psico.
Ode al mio profe che è un grande *_*
Vi assicuro che è una persona meravigliosa!
Ha, tutto quello che è scritto qua è nato dalla mia fantasia, ma non è molto
lontano da quello che accadeva veramente. Anzi, forse sotto certi aspetti ne
è troppo lontano.
Vi auguro buona lettura e sappiate che è forte, se avete paura delle cose
che possono sconvolgere ( ^^; non esageriamo va^^') non leggete!!!!
CMQ io declino ogni responsabilità per svenimenti eccetera ^_-
Lara aka Laele
Pazzia
parte
III
di
Lara
Le mie mani sono poggiate sul liscio marmo bianco come un giglio della
finestra, il mio sguardo vaga lungo il panorama di tetti piccoli e rossi del
villaggio e colline verdi e marroni punteggiate d'oro e di grigio argenteo.
Il cielo terso e limpido e una leggera brezza profumata d'estate sfiora la
mia pelle accaldata.
Chiudo gli occhi e mi concentro sui profumi e sugli odori.
Dolce sentore inebriante di gelsomino e piccoli e delicati fiori di luna
portano fino a me il loro profumo sulle ali di un vento lieve e dolce come
la carezza di una madre.
Fumo di legna acre ma buono sale in lente volute da qualche parte non
lontana mentre il profumo penetrante e aromatico di carne messa ad arrostire
mi fa salire un lieve languorino e sorrido.
Poi i rumori invadono la mia coscienza.
Voci tranquille e allegre, uomini e donne occupati nei loro lavori, grida
gioiose di bambini, la cuoca che grida e minaccia uno sguattero mentre
quest'ultimo ride...
Lacrime di gioia e delizia mi salgono agli occhi.
Casa finalmente casa!
Le mie preghiere sono state accolte e di nuovo sono l'essere umano che
rinchiuso dentro quel posto non ero.
Finalmente il mio corpo è solo mio, finalmente non devo più sottostare alle
voglie di uomini e ai rovesci del loro umore.
Poi una strana sensazione mi invade.
Una sensazione di calore appiccicoso e inquietante, come se stessi
soffocando...
Non riesco più a respirare e apro gli occhi di scatto.
Un peso sul mio petto e una testa bionda abbandonata su di me nel sonno.
La camera ampia e lussuosa.
Il manicomio.
Era solo un sogno, di nuovo.
Una sola lacrima scende lungo il mio volto.
Sola e infelice.
Unico segno dell'improvviso vuoto che mi invade.
Sono due mesi che ho dato la mia anima in pasto alla lussuria di questo
falso angelo biondo in cambio di una vita da oggetto di riguardo.
No, non sono un essere umano.
Anche una prostituta delle più infime non è un oggetto come lo sono io.
Io sono semplicemente un soprammobile di un certo pregio, di una certa
bellezza, che va usato per il proprio piacere.
E che si lascia usare per non tornare ad essere uno scarto tra gli oggetti.
Le mie mani ora di nuovo lisce e non più segnate e con le unghie spezzate
scorrono morbide sul lenzuolo leggero e liscio, sulla tenda trasparente e
ricamata che circonda il letto, sulla mia pelle candida e non più costellata
da lividi e ferite.
O almeno non più così tante.
Perchè questo falso angelo, questo demone incarnato è capace in un momento
di inspiegabile ira di spezzare il mio corpo e di ridurmi a una palla
rantolante e che disperata invoca la pietà del suo torturatore.
Il mio angelo....
Mi ha salvato dagli abusi di tutti per poter abusare solo lui di me.
Mi ha liberato dallo sporco del corpo per sporcare, e farmi sporcare,
consapevolmente l'ultima parte bianca della mia anima.
Sento che si muove e che si alza, mi guarda con i suoi occhi chiari e tersi
annebbiati dagli ultimi brandelli di sonno.
-Buon giorno Wil.- Non mi dice altro prima che le sue mani accarezzino lente
e languide il mio torace per poi scendere al mio stomaco e accarezzare i peli
ebrunei e ricciuti che attorniano il mio sesso alto come lo è sempre la
mattina.
-Buon giorno..- Sussurro con voce bassa e carezzevole.
La mia anima ormai è corrotta a tal punto che ogni mio gesto è pura finzione
per dargli piacere, per far sembrare che io sia il suo gioco consenziente e
malleabile.
Il nero fuoco che brucia in me invece si nutre di ogni finzione, di ogni
carezza che lui mi da e che io aborro.
Le fiamme infernali che divorano la mia anima divampano alte e incontrollate
per un attimo, quando lui decide di torturare le mie viscere per l'ennesima
volta.
Io fingo, mi aggrappo alle sue spalle con espressione degna dell'amante più
appagato, mi contorco come se fossi preda a indicibile piacere, soffoco la
mia voce come se non volessi gridare il mio piacere.
Invece vorrei gridare il mio odio.
La mia rabbia.
La mia ripugnanza.
Le mie unghie graffiano la schiena del falso angelo mentre il dolore per un
attimo mi acceca e la voglia di scansarmi e farlo uscire da me mi rende
quasi isterico.
Ma non se ne accorge.
Se se ne accorgesse per me sarebbe la fine, credo.
Se sapesse quanto aborro tutto questo lui....
Lui cosa farebbe?
Non lo voglio sapere, ne ho paura.
Anzi il più profondo terrore simile ad acqua nera e impenetrabile che si sa
meglio non esplorare se non si vuole incorrere in cose ancora più mostruose
e spiacevoli.
Poi si accascia su di me, svuotato della sua energia e lascia il suo ingombro
bruciante dentro di me.
Con mosse lente mi districo da lui cercando di non provocare dolore
sopratutto a me stesso ma anche a lui. O si vendicherebbe.
Vado al bacile pieno d'acqua e mi lavo il viso.
Passo un panno umido lungo il mio corpo nudo mentre so che lui mi guarda
ammirando le mie forme.
Sento che si alza e mi prende la pezza umida usandola su di me, pasandola su
ogni centimetro del mio corpo, mentre io immobile lo lascio fare
sorridendogli amabilmente.
Giuda.
Ecco cosa sono.
Un giuda che vorrebbe solo vedere il sangue scarlatto di questo biondo angelo
spargersi sul pavimento. Vedere i grandi fiori rossi di sangue sbocciare
lungo il corpo alto e muscoloso di questo essere, e il mio sorriso si
ingrandisce, i miei occhi si fanno vacui mentre con la mente assaporo il
piacere della morte.
Il mondo attorno a me si fa cremisi, cupo.
La mia mente vede un lago di sangue invadere tutto e sommergere e affogare
l'angelo biondo.
Poi un dolore bruciante e torno alla realtà.
Mi ha schiaffeggiato violentemente sulla bocca, ma non tanto da farmi
sanguinare, e torno alla realtà.
-La tua mente vagava in posti strani mio Wil, avevi una espressione truce, a
che pensavi?-
-Non lo so mio signore. Sapete quanto la mia mente divaghi senza che io ne
serbi alcun ricordo... Ne sono spiacente!- Mi guarda scettico ma il mio
sorriso gronda disarmante sincerità.
Giuda.
Ma per bisogno. Meglio questo angelo demoniaco di Lui.
Lui che è lontano ma che mi rivuole.
Mi aveva detto che mi sarebbe venuto a riprendere. Me lo ha detto e so che
lo farà.
Devo rimanere nelle grazie di questo angelo dagli occhi di cielo per poter
sfuggire a quel demone falso sacerdote di un Dio che si dice sia buono.
La sua mano sale ad accarezzare la mia guancia ancora stranamente imberbe e
sorride in quel suo modo assente, vacuo, che mi spaventa.
Come se stesse pensando a cose talmente turpi e truci da non poter essere
condivise... Neppure da se stesso
Senza dire altro si veste e so che inizia un'altra giornata anche per me.
Con passo lento prendo dalla sedia dove era riposta la vecchia e sdrudicia
lunga camicia grigiastra. La indosso e da amante del direttore torno, per
tutto l'arco di tempo in cui il sole estivo impegna a fare la sua corsa nel
mare azzurro e limpido che ci sovrasta, ad essere un pazzo qualunque.
Ma solo all'apparenza.
Ora i secondini sanno che non sono più carne per loro, che chi è a loro
superiore ha messo su di me il suo marchio.
Sono salvo da loro....
Ma per quanto?
Quando si stancherà di me che potrò mai fare?
Rabbrividisco mentre cammino lungo un corridoio in penombra trafitto da rare
lame di luce abbagliante.
Lo sporco e la puzza.
La disgrazia di queste anime che non hanno avuto la mia... fortuna?
La vecchia prostituta che avevo difeso è morta pochi giorni fa.
Sono stato l'unico a piangerla anche se solo con una piccola lacrima.
Non aveva diritto neppure ad uscire da qui da morta per essere sepolta nel
piccolo cimitero del paese.
Come era stata rinchiusa da viva lo è stata da morta, dentro una fossa nei
terreni del manicomio.
La zona dove tutti gli esseri disgraziati che lasciano il mondo terreno qua
dentro vanno.
Un prete ha detto poche veloci parole, nessuno ha pianto per lei.
Nessuno ha detto una parola buona sulla sua tomba.
Dicono fosse caduta dalle scale ma sono certo che quei lividi non erano dati
da una caduta. Sono certo che la abbiano picchiata a morte.
Se solo potessi far pagare tutto questo a questi uomini usciti dagli inferi
per portare dolore e disgrazia!
Se solo fossi ancora un essere umano con la dignità che riempie quel nome...
Ma sono solo un oggetto.
Mi accascio nel corridoio isolato e piango, pochi e asciutti singhiozzi
amari.
Tutto il lusso che mi concedo prima di rialzarmi lentamente e trascinarmi
nell'enorme sala comune e dintorni dove noi tutti dobbiamo passare il nostro
tempo.
Mi siedo su una panca sgangherata e sporca come tutto qua dentro.
Guardo attorno a me pigramente facendo scivolare il tempo su di me senza che
faccia presa.
Vedo un leggero scompiglio tra i secondini e molti di noi pazzi che attira la
mia attenzione.
Sento il rumore di una carrozza che entra nell'acciottolato antistante il
portone d'entrata.
Un brivido gelido mi corre lungo la schiena e io mi accorgo di voler
scappare da li.
Mi alzo e mi dirigo verso l'entrata della sala seguendo la corrente di corpi
sporchi e guardo con spenta curiosità quello che sta accadendo invece di
seguire il mio istinto e scappare.
Vedo la porta aprirsi e una figura seguire il falso angelo biondo a cui ho
affidato la mia salvezza.
La mia bocca si apre a O perfetta mimando un urlo senza suono.
La gola troppo contratta per emetterne.
Lui è qui.
Lui è tornato a prendermi come diceva.
Lui... Lui.
Cado in ginocchio al suolo e vorrei svenire ma non accade.
Dio, marionettista crudele delle nostre vite, non me lo permette tenendo la
mia mente sveglia davanti a questa scena.
Lui mi ha visto e sorride in quel suo modo talmente dolce e buono...
Talmente osceno.
Pare vero, un sorriso di una anima buona.
Ma non lo è.
Conosco le tenebre che si annidano dietro quelle orbite, conosco l'oscurità
immonda di quella anima, ho provato su di me il sadismo di quelle mani
adunche.
Mi alzo e arretro di un passo, poi un'altro.
Mi trovo il muro alle spalle e il suo sguardo, lo sguardo di Lui, che mi
impala immobilizzandomi e facendomi tremare di terrore.
E' ossequioso all'inverosimile nei confronti di Lui il mio falso salvatore
biondo, e accondiscende subito alla richiesta di Lui di vedermi in privato
senza essere disturbato.
Cercando di non parere troppo interessato alla cosa il mio angelo biondo
dice che sono pericoloso e che sarebbe meglio che ci fosse anche lui ma Lui è
più furbo.
E più malvagio.
Mi ritrovo in una piccola stanza che viene chiusa a chiave da dentro da Lui.
Il nero abito sacerdotale che nasconde il corpo asciutto e forte.
Una forza che era sempre riuscita a piegare e dominare la mia.
Arretro.
Le spalle al muro, lo sguardo selvaggio di un animale braccato.
-Mio dolce fringuello, come ti avevo promesso sono venuto a prenderti, ne
sei lieto?-
Mi sorride con la tenerezza di un padre mentre quegli occhi demoniaci pieni
di libido e malvagità mi inchiodano al mio posto.
-No. Vattene!- Stento a riconoscere la mia voce in quella parodia di voce
umana, flebile e terrorizzata.
-O il mio piccolo fiore fa il prezioso. Oh, ma fammi indovinare, durante la
mia assenza hai trovato altri che ti soddisfano e ora non vuoi più che sia
io a darti piacere?-
Tremo come una foglia di acero scossa dal vento mentre la nebbia rossa
riempie la mia mente e il mio sguardo si fa vacuo.
-Tu non mi hai mai dato piacere. Sei solo un immondo e spregevole animale!-
Il sorriso imperturbabile di Lui per un attimo vacilla non riconoscendo in
me quella creatura debole che aveva lasciato.
Sono diventato pazzo anche io....
E questo mi da stranamente forza.
Reagisco.
-Di certo mio Wil hai scordato come il mio corpo si prendeva cura del tuo,
vediamo se con una piccola dimostrazione...- Mi si avvicina e mi spoglia.
Mi irrigidisco mentre il fuoco nero della mia anima e la nebbia rossa
davanti ai miei occhi diventa cremisi.
Peonie di sangue sbocciano nella mia mente e il mio viso diventa un ghigno
animalesco.
Ma Lui non se ne accorge.
Le mani di Lui percorrono il mio corpo nudo e mi fa voltare verso il muro
appoggiandomi ad esso e spingendomi con il suo peso mentre prima un dito
fastidioso e adunco e poi Lui entra in me e a quel punto esplodo.
Mi volto e nei miei occhi la luce della ragione è scomparsa del tutto.
Carminio, scarlatto, rosso.
Ogni altro colore è scomparso dalla mia mente e i miei occhi vedono tutto
attraverso una nebbia fatta di rabbia densa come la pece.
Le fiamme del mio odio ruggiscono.
L'ira del mio cuore divampa.
Il rombo dei miei sentimenti troppo a lungo repressi dalla paura è
assordante ai miei orecchi.
Colpi furenti alla porta.
Ma è chiusa da dentro ed è solida.
Le mie mani che stringono e stringono forti e salde.
Una risata pazza e acuta che non mi rendo essere mia.
Sento le mie spalle gonfiarsi di forza e rabbia, il sangue rovente scorrere
e pompare nel mio corpo come un ruggente fiume che sradica alberi e abbatte
case.
Le mie mani stringono, stringono.
E io rido di gioia folle mentre i fiori di sangue sbocciati con un ultimo
gorgoglio dalle labbra di Lui lo accompagnano con il loro colore alle porte
dell'inferno a cui appartiene.
Scuoto quella bambola di pezza mentre la porta viene aperta e con violenza e
fatta uscire dai suoi cardini cadendo a terra e due uomini mi strappano da
quel corpo ormai inerte mentre la mia risata gorgogliante si spegne di colpo
nella mia gola.
L'angelo biondo entra e osserva la scena mentre i miei occhi tornano normali
e mi fissa.
-Lo hai ucciso.- Sorrido.
-Sono un pazzo. Lo hai avvertito ma ha voluto lo stesso stare solo con me, è
colpa sua.- Il sorriso che faccio è a dir poco demoniaco.
Ora la mia anima è per sempre perduta.
Mi avvicino all'angelo biondo muovendomi con tutta la sensualità di cui sono
capace e sfioro la guancia morbida e dalla barba corta e ben curata, sorrido
languido e lussurioso.
-E poi mi voleva portare via da te, non potevo permetterlo.-
Ora lui è prigioniero dei miei occhi.
Folli come solo chi è toccato dagli dei li ha.
Io sono prigioniero di queste mura ma lui è prigioniero della mia anima.
Con passo tranquillo mi allontano, so che lui mi proteggerà.
I secondini ora mi temono e sono libero dalla loro ombra.
So che ora non sono più un oggetto ma neppure un essere umano come agonavo
di essere tempo fa.
Ora sono un demone.
Owari ^_^
Bene bene...
Eccovi il "mio" lieto fine *^_^*
Lo ho detto che ho un concetto tutto mio del lieto fine ^_-
Lara aka Laele che si prepara a essere uccisa da un po' di gente :P
Wil: Ora che hai finito VUOI farmi uscire da qui insomma? è___é
Io: Uscire e perchè? O_o? Non ti diverti a terrorizzate il povero angelo?
Angelo: COL C...O!!!! Insomma portatelo via così me ne posso andate in ferie
anche io!!! >_<
Io: Sempre a lamentarvi voi, e pensare che ho fatto anche un lieto fine....
Lui con voce leggermente dall'oltretomba: E tu lo chiami LIETO fine??? Ma ei
più pazza di noi tre messi assieme O_O
Io: BWAHAHAHAWAHAHAA <-- risata demoniaca E ve ne siete accorti ora???
Wil, angelo, Lui: VENDICHIAMOCIIIIII!!!! (inseguono l'autrice con vari
strumenti di morte e di tortura...
Io: (mentre scappa e cerca di salire sull'aereo che la porta in australia)
AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoOoOOoOOOoOoooooooooooooooooooooooooooo
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