Disclaimer: i personaggi di questa serie non appartengono a me ma a Natsuki Takaya….a parte Hatori che è solo e soltanto MIO!*çççç*  Chi lo tocca è finito….passerà le ultime ore della sua vita a sfuggire ad oggetti falciformi lanciati dalla sottoscritta, fino a quando non lo prendo e lo faccio a fettine! è____é NdMiyu che brandisce la sua amatissima falce a doppia lama.

Ora comincio a preoccuparmi sul serio…….-__- NdHatori

Pure io…..non si preannuncia nulla di buono!-_-;;;;;  NdShigure

Nota1: la canzone presente in questa fic, da cui ho tratto ispirazione anche per il titolo, è “Painted On My Heart” by The Cult quindi tutti i diritti vanno a loro e non a me!^^

Nota2: in questa fic sono presenti spoiler fino a metà della serie anime (circa) ma soprattutto sul passato di Hatori! in oltre Shigure potrebbe essere un tantino OOC!^^;;;

Nota3: questa fic è dedicata ad Anny , Saya, Nat e Pam per il loro compleanno!(anche se come al solito non riesco mai a scrivere in tempoç_ç) Spero tanto che vi piaccia!

 


Painted on my heart

di Miyuki



La stanza è avvolta nel silenzio e nell’oscurità come fuori da queste misere mura è calata la notte. Un’altra notte da aggiungere alla mia triste esistenza. Un'altra ombra da aggiungere al mio cuore.

Ormai sono talmente tante queste ombre che non riesco più a contarle e sinceramente non mi interessa più farlo. E’ da tanto che mi sono arreso all’oscurità. E’ diventata una parte di me….così famigliare, triste, dolce e malinconica allo stesso tempo.

Il mio cuore è una parte dell’oscurità….se non addirittura l’oscurità stessa.

La mia vita è la notte più tetra, sempre accompagnata dalla sorella sofferenza.

Non esiste alcuna luce che possa raggiungermi e donarmi la tanto desiderata serenità che penso di meritarmi Non esiste sole o luna i cui raggi riescano a scaldarmi anche solo per qualche istante.

Per me c’è solo l’inverno….nulla di più.

Al contrario degli altri, che sono sprofondati da tempo nel regno di Morfeo, io fingo di dormire. Neanche volendo non riuscirei a prendere sonno…..non in questa situazione.

Decido così di alzarmi dal mio futon, cercando di fare il minor rumore possibile per non disturbare l’altro ospite di questa stanza. Una volta in piedi abbasso lo sguardo per accertarmi che Aya stia ancora dormendo e, fortunatamente, è così. E’ ancora disteso nel futon accanto al mio, con la testa bendata ed il viso incerottato. Quello stupido di Yuki non ci è andato per nulla leggero con lui. Scommetto che domani mattina si sveglierà con un bel mal di testa ed inizierà a tormentare tutti con le sue lamentele.

Quando si decideranno quei due ad andare d’accordo!? La risposta la so già ma spero sempre in un miracolo….

Mentre mi dirigo verso la porta il mio sguardo cade sul terzo futon. Vuoto. La cosa però non mi sorprende poiché ero sveglio quando Hatori, poco più di un’ora fa, si è alzato ed è uscito…..e credo anche di sapere il perché.

Mi lascio la stanza alle spalle, attraverso il salotto silenzioso e giungo finalmente alla vetrata che conduce in terrazza.

Non mi sorprendo di trovarlo lì…..in quello stesso luogo dove solamente qualche ora fa eravamo seduti tutti insieme a chiacchierare allegramente.

Non ti sei ancora accorto della mia presenza perché mi volti le spalle e probabilmente perché la tua mente è persa in altri pensieri….o ricordi dovrei dire. Il tuo sguardo è distante anni da me….fissa il fiume ed il suo lontano orizzonte….ed il vento ti scompiglia delicatamente i capelli.

Sei bello ed irraggiungibile….come una splendida visione che scompare davanti agli occhi appena ti avvicini troppo.

“Hatori….che cosa ci fai qua fuori a quest’ora?”

La mia voce alle sue orecchie deve sembrare allegra e sorpresa…come al solito…..come tutti si aspettano che sia del resto. Non possono sapere che la maggior parte delle volte è finta, che i sentimenti che traspaiono da essa sono imposti con la forza in modo da non attirare l’attenzione degli altri e non farli preoccupare. Anche se magari, in realtà, avrei una voglia matta di piangere o di annegarmi nella vasca da bagno per smetterla di soffrire.

Loro non lo sapranno mai, non lo devono sapere. Devono continuare a credere che tutto vada bene e che il loro caro e sorridente Shigure è sempre pronto a tirare su il morale a tutti con una delle sue allegre battutine.

Hatori si volta di scatto al suono della mia voce. Sembra teso ma appena mi vede si rilassa.

“Shigure sei tu. Mi hai spaventato.”

“Ha-san…..non è da te farti sorprendere così alle spalle da qualcuno!” gli dico con una nota di rimprovero.

“Stavo pensando”

“Questo lo avevo notato”

“Che ci fai qui fuori?”

“Niente di speciale. Mi sono svegliato e ho pensato di andarmi a fare una bella tazza di tea!”

Mento. Ormai tutto di me è una menzogna….una finzione.

Anche l’espressione del mio volto fa parte dell’immagine standard che tutti hanno di me.

Sorrido mentre mi avvicino a lui e lo raggiungo, appoggiandomi alla ringhiera della terrazza. Lui mi fissa un attimo e poi torna a guardare il fiume.

Non vuole parlare, come al solito, quindi tocca a me tirargli fuori le parole di bocca. Lui si ostina a volersi tenere tutto dentro quando sa che parlando dei propri problemi con qualcun altro ci si toglie un enorme peso dallo stomaco.

E’ buffo come in realtà noi siamo simili. Nessuno ci crederebbe mai a guardarci.

Entrambi preferiamo tacere e soffocare il nostro dolore dentro noi stessi….ma lui, al contrario di me, ne può parlare liberamente con gli altri, volendo. Perché tutti sono in grado di comprendere la sua situazione e consolarlo…..ma non saranno mai in grado di comprendere la mia.

“Stavi pensando a Kana, non è vero?” gli chiedo assumendo improvvisamente un tono serio.

So che è così senza che mi risponda. Ho visto le foto scattate al suo matrimonio sparse sul tavolo lì vicino a noi….quelle stesse foto che Hatori aveva detto di non voler vedere perché non era più interessato. Una bugia grande come una casa!

Lo vedo chiudere gli occhi e sospirare rassegnato.

“Non ti si può proprio nascondere nulla eh?”

“Nessuno può ingannare il vecchio e saggio Shigure!” dico con aria estremamente soddisfatta ma come sempre imposta con la forza “Aya può averci creduto alla storia che ormai tra te e lei non c’è più niente e che a te non interessa più nulla….forse da una parte è davvero così…..ma in fondo in fondo ci stai ancora soffrendo…e parecchio non è vero?”

Segue un attimo di profondo silenzio ed aspetto pazientemente perché so che per Hatori non è fecile parlare dei propri sentimenti.

“Non riesco a darmi pace. So che questo matrimonio è il meglio per lei. Ora è felice e nessuno più di lei merita di esserlo dopo tutto quello che ha dovuto sopportare per colpa mia…..ed io stesso sono felice per Kana ma….” la sua voce trema leggermente “….ma il mio cuore non riesce comunque a darsi pace.”

Lui soffre ed io soffro con lui nel vederlo in queste condizioni.

E’ lui la causa di tutto il mio dolore…..lo è sempre stato.

Vorrei afferrarlo e stringerlo tra le mie braccia per non lasciarlo più andare. Voglio consolarlo con tutto ciò che possiedo….con il mio corpo, con la mia anima, con la mia vita…..ma purtroppo mi devo accontentare della mia sola voce.

“Aya ha ragione, sai? Sei troppo buono….ed è proprio questa tua gentilezza la causa della tua sofferenza. Ti sei caricato sulle spalle il peso della colpa di aver amato Kana e tutto il suo dolore, che con le tue stesse mani hai rimosso dalla sua memoria. Non è giusto che sia solo tu a pagare per tutti….devi trovare un modo per scaricarti un po’!” rifletto qualche istante alla ricerca di una delle mie solite uscite cretine e quando l’ho trovata imprimo sulle mie labbra un sorriso soddisfatto “L’ideale sarebbe andare a casa di Kana e prendere un po’ a calci il suo nuovo marito…..di sicuro ti sentiresti meglio ma non credo che faresti una gran bella figura!”

Quella frase ha raggiunto il suo scopo. Vedo le sue labbra arricciarsi in quello che per lui è un lieve sorriso.

“Sei davvero incredibile. Non riesco ancora a capire come tu possa comprendermi così bene.”

‘E’ perché siamo simili. E’ perché ti amo e ti voglio vedere felice.’ questo risponde il mio cuore….la mia anima….la verità.

“E’ merito della mia mentalità da geniale scrittore di romanzi! Vedo intrighi e situazioni complicate ovunque….e tu complicato lo sei parecchio mio caro Ha-san!” ma questo è quello che la mia voce pronuncia.

Lui non aggiunge altro così sono di nuovo io a dover prendere l’iniziativa.

“Riuscirai mai a dimenticarla?”

“No…” risponde con voce calma e serena “….e non ho neppure intenzione di farlo!”

‘Neppure per me?’ vorrei chiedere ma taccio.

Conoscevo già la risposta, come già tutte le precedenti….ma non posso evitare al mio cuore di sprofondare in un baratro senza ritorno.

“Kana è stata come un raggio di sole nella mia vita. Durante quel pezzetto di vita trascorsa assieme siamo stati felici ed abbiamo condiviso molte cose. Mi è sempre stata accanto. Mi ha sempre appoggiato nei momenti del bisogno….senza mai chiedere nulla in cambio se non un mio gesto d’affetto o un mio sorriso. Non posso dimenticarla…non posso!”

Ad ogni sua parola il mio cuore si frantuma in piccoli pezzettini, per poi ricomporsi lentamente, pronto ad essere frantumato un’altra volta.

Anche io non desidero altro che ricevere un tuo gesto d’affetto o un tuo sorriso. E’ da tanto tempo che non ne vedo uno sincero sulle tue labbra…..da tanto quanto non ne vedo uno sincero sulle mie.

Ma so che non potrò mai essere paragonato a Kana. I miei sentimenti non valgono come i suoi ne sono degni dei tuoi. Tu continuerai ad ignorarli ed io continuerò a soffrire in silenzio, osservandoti e proteggendoti da lontano.

“Quindi presumo che il desiderio di Aya….quello di vederti cento, mille volte più felice di lei non si potrà mai realizzare.”

La mia non è una domanda ma lui risponde lo stesso.

“No”

“Neppure il mio? E’ troppo sperare che tu possa trovare qualcuno con cui trascorrere serenamente il resto della tua vita?”

“Si perché nessuno potrà mai possedere i requisiti necessari per stare assieme a me senza soffrire”

Con questo la discussione è chiusa….lo capisco chiaramente.

Dovrei congedarmi e tornare a dormire, o per lo meno a fingermi addormentato. Dovrei convincere a tornare a letto pure lui. Invece il mio corpo e la mia anima, desiderose di lasciarsi andare almeno per una volta, hanno la meglio sulla parte razionale di me, ormai da tempo stanca di combattere.

Il mio corpo inizia a muoversi di volontà propria. La mia mano sale a sfiorargli una guancia per poi scendere, accarezzandolo dolcemente, fino alla spalla dove si ferma.

Hatori si volta sorpreso a guardarmi ma ancora prima che possa dire qualcosa si ritrova le mie labbra premute contro le proprie. Il mio bacio è ciò che di più casto esista a questo mondo ma allo stesso tempo, per me, è puro nettare afrodisiaco….è il mio ossigeno. E’ qualcosa che ho desiderato ardentemente per molto tempo….ma so che sarà l’unica ed ultima volta che potrò osare tanto con lui.

Infatti lo sento presto riprendersi dallo schock iniziale ed allontanarmi bruscamente.

“Shigure! Cosa stai facendo?”

Lui ha un’espressione sconvolta sul volto e la mia non deve essere migliore. La separazione è stata troppo rapida e così indesiderata che mi sento stordito, incapace di reagire.

Fortunatamente la parte razionale di me prende subito la situazione in mano e cerca di rimediare al danno commesso in un attimo di debolezza. Nasconde subito la delusione e lo sconforto espressi dai miei occhi e rimette in sesto la solita maschera allegra sul mio volto.

“Dai Ha-san! Non fare quella faccia sconvolta! Ahah!” rido ma dentro piango “Stavo scherzando! Speravo di tirarti un po’ su di morale così! Non arrabbiarti dai!”

Lui mi fissa ancora un po’ incredulo, poi si ricompone e mi tira una sberla in testa.

“Cretino! Ti sembrano scherzi da fare questi?”

“Ahia! Cattivo mi ha fatto male!” metto il broncio.

“Piantala di fare tutte queste storie! Torniamocene a letto prima che Ayame si svegli e ponga fine alla quiete di questo posto!”

Detto questo se ne va in direzione della nostra camera ed io lo seguo, qualche passo in dietro.

Ora che mi sta dando le spalle, ora che l’oscurità della casa mi fornisce un ulteriore protezione dai suoi occhi, lascio scivolare via la mia maschera…..mentre un'unica lacrima solitaria solca il mio volto…..unica espressione del mio cuore e del mio animo morente.

 

**********************************

 

I thought….you’d be out of my mind

And I’d finally found a way to

Learn to live without you

I thought.....it was just a matter of time

Till I had a hundred reasons

Not to think about you

 

But it’s just not so

And after all this time

I still can’t let go

 

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Sono già trascorse due settimane da quella famosa vacanza alla casa estiva della famiglia Souma ed io mi sento sempre più stanco. Sempre più stanco di questa vita ingrata. Sempre più stanco di vivere e basta!

Ormai il mio cuore ha perso la capacità di ricomporsi ogni volta che viene frantumato e basta solo un altro colpo per vederlo distrutto per sempre.

Il colpo di grazia l’ho ricevuto qualche giorno fa. Hatori mi ha telefonato per chiedermi di accompagnarlo a casa di Kana. Ha detto di volersi solamente congratulare con lei per il suo matrimonio e augurarle di essere felice. In fondo c’era d’aspettarsela una cosa del genere da Hatori. Nonostante Kana abbia dimenticato di essere stata innamorata di lui non si è mai dimenticata di aver lavorato con lui quindi ogni capo, o ex-capo, che si rispetti si doveva far vivo almeno per un saluto.

E Hatori è un capo davvero molto gentile.

Io, da bravo amico quale sono, non ho potuto di certo rifiutarmi di accompagnarlo…sarebbe stato scortese….anche se sapevo che la ragione di quella visita era un’altra. Voleva rivederla, anche se solo per un ultima volta. Ed io gli ho fatto da spalla. Ero lì con loro mentre chiacchieravano tranquillamente del più e del meno.

Kana era letteralmente raggiante e ci ha accolto con uno splendido sorriso. Anche Hatori, nonostante tutto, era sereno.

Un osservatore attento, come me in questo caso, non avrebbe potuto non notare l’espressione dei suoi occhi. Erano pieni di un amore infinito ed un’altrettanto infinita tristezza.

In quel momento…a quella vista….il mio cuore si è sgretolato e ricomposto per l’ultima volta mentre una domanda continuava a scorrere dolorosamente nella mia mente.

Perché non posso essere io l’oggetto di tutto quell’amore?

Non desidero altro da tanto tempo. Ogni anno prego gli dei di potermi dare anche solo una piccola possibilità di avere quello sguardo puntato su di me…..ma a quanto pare nessuno è disposto a perdere un po’ di tempo per ascoltare le mie stupide preghiere.

Sarei disposto a morire pur di vedermi almeno una volta amato da lui. Se non altro morirei felice.

Ho continuato a sorridere per tutta la durata del loro incontro….e fingere non mi è mai sembrato tanto difficile e stressante. L’ho aiutato a lasciarsi un po’ andare in sua presenza, sapendo che c’ero io al suo fianco pronto a sorreggerlo. Poi ci siamo congedati da Kana, mi ha riaccompagnato a casa e mi ha ringraziato prima di tornarse a lavoro.

Ditemi voi se questa è una vita degna di essere vissuta!?

Tutti si aspettano qualcosa da me. Pensano che io sia in grado di compiere miracoli. Sarebbe bello se potessi! Ma non è così purtroppo….non riesco neppure a farmi notare dalla persona che amo….per lui sono solo un amico e tale rimarrò sempre…..quindi equivale ad essere invisibile ai suoi occhi.

Sono dannatamente stufo di fare la parte del buon samaritano!

Con questo umore non riesco neppure a scrivere una sola parola del mio nuovo romanzo e non mi va di ritrovarmi quella scocciatrice della mia produttrice ad urlare per casa. Per carità, è una brava ragazza che fa solamente il suo lavoro, ma certe volte non la riesco davvero a sopportare.

Mi alzo e decido di andarmi a prendere un bicchiere d’acqua. Passo davanti al soggiorno e trovo Tohru intenta a leggere niente poco di meno che uno dei miei libri. La cosa mi stupisce.

“Tohru….da quando in qua ti piacciono i miei romanzi?”

Lei distoglie di scatto lo sguardo dalla pagina che stava leggendo appena sente la mia voce. Mi fissa ed arrossisce mentre cerca di nascondere da qualche altra parte il libro.

“Shigure-san…..mi dispiace io….non volevo….è solo che trovo i tuoi libri davvero molto belli e leggendoli spero di poter imparare qualcosa di nuovo su di te! Ma forse ti da fastidio che li legga proprio qui in casa!? Se è così la smetto subito! Però è un peccato perché mi ha appassionato davvero questa storia! So che è solo uno di quei romanzetti d’amore che tu hai scritto per passatempo e che non è nulla in confronto agli altri…ho provato a leggere pure quelli ma sono un po’ troppo complicati per me…..”

“Buona Tohru…calmati! Non è il caso di reagire in questo modo!”

E’ meglio che la blocchi prima che svenga per mancanza d’ossigeno. Non riesco ancora a capire come possano uscire così tante parole dalla sua bocca in una sola volta.

Se fossi solo un po’ meno depresso penso che il sorriso che ho sulle labbra risulterebbe molto più facile da sostenere…e forse un po’ più vero.

“Quindi non ti da fastidio che io….”

“Per niente! Anzi…sono felice che trovi le mie storie interessanti….”

“Oh si, sono bellissime! Riesci a descrivere talmente bene i sentimenti e le situazioni della coppia protagonista che mi sembra quasi di poterle toccare con mano da tanto sono reali! Però non riesco a capire una cosa….perché nonostante le tue storie siano sempre allegre e a lieto fine su di esse aleggia sempre un’aria di profonda tristezza? Ho notato anche che gli occhi di tutti i protagonisti maschili sono sempre dello stesso colore…..mi ricordano tanto quelli di Hatori-san.”

Colpito.

Il mio cuore è stato colpito nuovamente, anche se lievemente. Questo però basta a creparne leggermente la fragile superficie di cristallo e a farlo vacillare pericolosamente.

L’espressione del mio volto deve essere cambiata di colpo perché ti vedo sgranare gli occhi sorpresa ed inchinarti per chiedermi perdono.

“Scusami tanto Shigure-san! Non sto dicendo altro che stupidaggini! Non so neanche perché ho parlato! Ti sto solo facendo perdere tempo!”

Si zittisce quando sente la mia mano posarsi delicatamente sulla sua testa.

“Grazie Tohru”

Lei mi guarda sorpresa. Il mio sorriso questa volta è sincero…..triste ma sincero.

Detto questo me ne vado in cucina a prendere il mio bicchiere d’acqua, lasciandola a scervellarsi sul perché l’abbia ringraziata.

Ovviamente non ha capito e forse non lo capirà mai….ma questa è stata la prima volta che qualcuno è riuscito a comprendere una parte del vero me stesso….qualla parte che ho impresso nei miei libri. Tohru è davvero una ragazza straordinaria.

E’ talmente pura che riesce a leggerti dentro l’anima…..ma la mia è sprofondata troppo nel baratro perché la si riesca a raggiungere completamente.

Ormai penso che lo abbiano capito anche i muri che sono innamorato perso di Hatori e che non riesco a fare nulla senza trasmettere un po’ di questo amore in ogni cosa che faccio. Forse spero che in questo modo scompaia…..che possa finalmente liberarmi da questo sentimento che mi opprime e mi schiaccia……ma ancora una volta dimostro di essere molto simile a lui.

Non voglio che questo sentimento mi abbandoni, come Hatori non si vuole dimenticare di Kana…..l’unica differenza è che assieme al desiderio di custodire questo amore, ho perso la voglia di vivere…..perché so che non potrà mai essere ricambiato.

Torno nella mia stanza con un bel bicchiere d’acqua in mano, apro il cassetto del comodino ed estraggo un barattolino di pillole.

Antidepressivi.

Nessuno sa che li prendo, nemmeno Hatori, e trovo improbabile che qualcuno lo scopra mai. Kyo e Yuki non oserebbero mai entrare in camera mia a curiosare in giro….e Tohru non ce la vedo proprio. Quindi, ancora una volta, il mio segreto è al sicuro.

Afferro due pillole e me le ficco in bocca, ingerendole poi con l’aiuto di un po’ d’acqua. Mi lascio scivolare stancamente a terra, contro il muro, appoggiando la testa sulle ginocchia.

Sono così stanco. Stanco di tutto e di tutti. Non esiste un luogo dove io possa trovare pace.

Ma allo stesso tempo sarebbe così facile porre fine a tutto. Basterebbe ingoiare questo adorabile barattolino di pillole tutto in una volta e lasciarsi andare. Sembra quasi che non aspetti altro.

La serenità, volendo, è a portata di mano.

 

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I’ve still got your face

Painted on my heart

Carved upon my soul

Etched upon my memory....baby

 

And I’ve got your kiss

Still burning on my lips

The touch of his fingertips

Is left so deep inside me.....baby

 

**************************

 

“Kyo-kun….Yuki-kun…..per favore smettetela di litigare!” disse Tohru fissando preoccupata i due ragazzi che avevano incominciato uno dei loro soliti scontri.

“E’ stato questo maledetto a cominciare per primo! Non posso di certo tirarmi in dietro prima di averlo conciato per le feste!”

“Ma piantala idiota di un gatto!”

“Come osi!? Non chiamarmi in quel modo!!”

Kyo si scagliò contro il proprio cugino sferrando una serie di pugni che Yuki schivò senza troppi problemi con faccia annoiata.

“Piuttosto Tohru….come mai sei vestita? Stai uscendo?” chiese Yuki non degnando più di uno sguardo l’altro ragazzo.

“Si…avevo intenzione di andare a fare la spesa visto che il frigo, ormai, è quasi vuoto!”

“Allora lascia che ti accompagni, così ti aiuto a portare le borse!”

“Grazie Yuki-kun….sei molto gentile!” disse la ragazza sorridendo.

“Ehi!! Vengo anch’io con voi!!” urlò Kyo all’improvviso. Entrambi i ragazzi si erano completamente dimenticati del loro scontro.

“Grazie Kyo-kun….in tre è molto più divertente andare a fare la spesa! Vado solo a chiedere a Shigure-san se vuole che gli compriamo qualcosa in particolare mentre siamo fuori!”

“Lascialo stare quel maniaco e andiamocene subito….così non facciamo tardi!”

Tohru ovviamente non prestò molta attenzione a Kyo e si diresse verso la camera dello scrittore. Una volta giunta di fronte alla porta bussò lievemente prima di aprirla.

“Shigure-san! Noi stiamo andando a fare la spesa! Vuoi che ti compria…mo….qual…co…s…a……..”

Silenzio.

Shock.

Panico.

Terrore.

“SHHIIGUUUURREEEE-SAAAAAANNNNNNNN!!!!!!!!!!!”

L’urlo di Tohru rieccheggiò nella casa dei Souma in maniera agghiacciante tanto che spaventò a morte sia Kyo che Yuki, i quali comparvero pochi attimi dopo al suo fianco.

“Che è successo Tohru??” chiese il ragazzo dai capelli argentati allarmato.

La ragazza non rispose. Non ne aveva la forza. Si limitava a fissare qualcosa con gli occhi spalancati dal terrore e le mani tremanti che le coprivano la bocca. I due ragazzi seguirono il suo sguardo e finalmente capirono cosa avesse spaventato a quel modo la loro amica.

Shigure giaceva steso al suolo…immobile….mortalmente pallido…..con il barattolino di antidepressivi completamente vuoto, abbandonato accanto al suo corpo.

Kyo reagì prontamente e balzò subito accanto al cugino per accertarsi delle due condizioni mentre Yuki, ancora incredulo e senza parole, cercava in qualche modo di tranquillizzare Tohru.

“Dannazione!!” imprecò il ragazzo dai capelli arancio “E’ ancora vivo ma è ridotto davvero molto male! Se non chiamiamo immediatamente aiuto questo qui ci lascia la pelle!”

“Ma…chi…chi…po-possiamo….” balbetto Tohru.

“Hatori!!! Vai subito a chiamare Hatori!! Digli di correre subito qui…alla svelta!!!!” disse Yuki scuotendo la ragazza cercando di farla riprendere. Tohru registrò le sue parole e schizzò fuori dalla stanza per raggiungere il telefono.

 

Hatori era comodamente seduto alla sua scrivania, nel suo ufficio, a compilare dei moduli, fumando una sigaretta, quando sentì il telefono suonare. Allungò distrattamente una mano verso la cornetta senza neppure staccare gli occhi dai suoi fogli.

“Pronto?”

“Hatori-san! Ha-Hatori-san……oddio…è successa una cosa terribile…..”

“Tohru?” disse sorpreso ed improvvisamente allarmato al suono della sua voce. Sembrava disperata, per non citare il fatto che stava singhiozzando in preda alle lacrime. La cosa non lo rassicurò per niente.

“Lo abbiamo tro-trovato lì…..non so cosa sia successo…..non sappiamo cosa fa-fare…..”

“Calmati Tohru e spiegati bene! Cos’è successo?”

“Shigure-san sta morendo!!”

Al suono di quella frase ad Hatori si gelò il sangue nelle vene mentre la sigaretta gli sfuggiva dalle labbra, completamente dimenticata.

“Co-cosa?” chiese con un filo di voce, incredulo…..sperando di aver capito male.

“Lo abbiamo trovato steso a terra…..deve aver ingerito una confezione di non so che pillole…..pensiamo abbia tentato di suicidarsi, non so….” si interruppe un attimo in preda ad un attacco di lacrime mentre Hatori registrava mentalmente quello che gli era stato appena detto “Ti prego Hatori-san, corri subito qui da noi! Shigure-san sta davvero molto male….ti supplico….non lasciarlo morire!!”

Hatori balzò di scatto in piedi, facendo cadere a terra la sedia.

“Sarò lì il più presto possibile!! Tenete duro ragazzi! Intanto cercate di fargli riprendere a tutti i costi conoscenza e cercate di fargli rimettere tutto quello schifo che ha ingerito! Capito!?”

“Si…”

Senza aspettare altro sbatte giù la cornetta ed afferrò le chiavi della macchina che giacevano sulla scrivania. Poi corse fuori dalla stanza in direzione dell’ambulatorio per recuperare tutto il materiale necessario a salvare la vita a Shigure…..l’attimo dopo era al volante della sua auto con il piede premuto a tavoletta sull’acceleratore.

Non poteva ancora credere a quello che aveva appena sentito. Per quale motivo Shigure avrebbe voluto suicidarsi!? Si erano visti appena la settimana scorsa ed in quella occasione non aveva notato nulla di diverso dal solito in lui. Non aveva senso! Ma quello non poteva di certo essere uno scherzo…..Tohru era troppo disperata perché potesse esserlo davvero.

“Dannazione!!!”

Hatori era molto preoccupato….non era mai stato così preoccupato in vita sua. Il solo pensiero di poter arrivare troppo tardi per aiutare il cugino lo stava facendo letteralmente impazzire…..non se la sarebbe mai perdonata una cosa del genere.

Afferrò con forza ancora maggiore il volante, tanto da farsi diventare le nocche biance, ed accelerò ulteriormente….ignorando completamente i segnali stradali ed i semafori rossi.

Dannazione! Non ti permetto di farmi una carognata del genere Shigure! Devi assolutamente resistere fino a quando non sono arrivato lì! Se mi muori giuro che in qualche modo te la faccio pagare molto cara!

Venti minuti dopo…dopo aver rischiato di causare una decina di incidenti e di essere arrestato dalla polizia per tentato omicidio di un’infinità di pedoni….Hatori era finalmente arrivato a casa degli altri membri della famiglia Souma.

Entrò senza neppure bussare e corse subito, con la valigetta in mano, verso la camera di Shigure dove trovò una situazione agghiacciante. Steso a terra giaceva il cugino ed accanto a lui c’erano i tre ragazzi. Tohru era ancora in preda alle lacrime mentre Kyo e Yuki stavano cercando di mantenere cosciente Shigure.

Con due rapide falciate raggiunse il gruppo.

“Ha-Hatori-san….grazie al cielo sei arrivato!” disse Tohru sollevata.

Il ragazzo non disse nulla ma studiò attentamente il cugino con lo sguardo, poi cominciò ad impartire ordini con una freddezza ed una calma straordinaria, che però era solo apparente. Dentro la sua anima era in subbuglio.

“Kyo! Yuki! Andate subito alla macchina e scaricate il resto della roba che è rimasta sopra! Portatemela qui alla svelta! Tohru! Corri in cucina e fai bollire un pentolino d’acqua calda!”

I tre ragazzi non fiatarono e fecero immediatamente come era stato loro ordinato.

Hatori, intanto, iniziò a studiare più attentamente il cugino. Controllò il battito cardiaco e la respirazione….entrambi erano molto deboli ed irregolari. Sembrava essere in uno stato di semi-coscienza e grazie ai ragazzi sembrava aver rimesso una piccola parte di quello che aveva ingerito.

Il problema era da quanto tempo si era avvelenato e quanto quelle pillole erano riuscite a fare effetto nel suo organismo…..e da quello che poteva vedere la situazione non sembrava per nulla delle migliori.

Vide lì vicino il barattolino che conteneva le pillole e lo afferrò, in modo da scoprire contro cosa doveva combattere. Quando lesse il nome sull’etichetta gli venne un colpo e qualcosa dentro di lui scattò.

Antidepressivi…..e di quelli piuttosto forti per di più.

Il ragazzo afferrò la valigetta e l’aprì, estraendo una siringa ed una fiala. Da un momento all’altro Shigure avrebbe potuto avere una crisi convulsiva dovuta all’ingerimento di quei farmaci quindi, per prima cosa, doveva assolutamente far diminuire il livello di quella sostanza nel sangue.

Kyo e Yuki entrarono con il resto del materiale nel momento esatto in cui Hatori si apprestava a fare l’iniezione. Il ragazzo era concentrato al massimo e non li degnò di uno sguardo ma parlò con voce seria e decisa.

“Ragazzi….aprite quella borsa marrone…dentro vi dovreste trovare un sacchettino nero con delle erbe essiccate! Portatelo immediatamente a Tohru e ditele di buttare dentro l’acqua una bella manciata di quelle erbe, dopo averle tritate! Le deve lasciare bollire un paio di minuti e poi mi deve portare tutto qui!”

I due frugarono un attimo nella borsa e poi corsero al piano di sotto per riferire a Tohru le istruzioni di quella specie di tisana.

Hatori non potè non notare che Yuki e Kyo, per una volta, stavano cooperando senza litigare e la cosa gli avrebbe fatto anche piacere se le circostanze fossero state diverse. In quel momento, però, non poteva farsi distrarre….la situazione era troppo delicata e ne andava della vita di Shigure.

Afferrò nuovamente il polso del ragazzo per controllare il battito alla ricerca di un qualche segno di miglioramento…. purtroppo nulla era cambiato, era ancora molto debole, anzi….forse stava addirittura peggiorando. Ora Shigure aveva cominciato a tremare lievemente e a lamentarsi nel suo stato di semi-coscienza.

Hatori appoggiò una mano sul suo volto e notò subito che la temperatura corporea era in qualche modo diminuita. Gli antidepressivi stavano cominciando ad avere ancora più effetto….la vera lotta cominciava in quel momento.

“Maledizione Shigure! Per una volta non puoi rendermi le cose facili!?” imprecò furioso, in verità più con se stesso che con l’altro ragazzo.

Prese il cugino e lo sollevò da terra per portarlo verso il suo futon. I ragazzi lo avevano lasciato più o meno nello stesso punto in cui lo avevano trovato per paura di peggiorare la situazione muovendolo. Ora, però, doveva assolutamente tenerlo al caldo…non poteva permettere che la temperatura scendesse ancora.

Lo mise nel futon e poi si diresse verso l’armadio alla ricerca di una seconda coperta da utilizzare. In quello stesso momento entrò Tohru con un bollitore in mano, contenente l’essenza delle erbe, ed una tazza.

Appoggiò il tutto accanto a Shigure e poi uscì dalla stanza, non voleva essere d’intralcio al lavoro di Hatori…..ed in ogni caso, se il ragazzo avesse voluto qualcosa da loro non avrebbe fatto altro che chiamarli.

Hatori sistemò la seconda coperta su Shigure e iniziò a versare l’estratto di erbe nella tazza. I rimedi naturali in quelle situazioni erano sempre i migliori. Non voleva correre il rischio di somministrargli un altro farmaco, poiché ne aveva già ingeriti a sufficienza da solo, mentre quell’essenza avrebbe svolto un molteplice ruolo.

Avrebbe riscaldato Shigure, gli avrebbe purificato l’intestino e lo avrebbe aiutato a rimettere tutto ciò che aveva nello stomaco. Ora non doveva fare altro che farglielo bere.

Prese il corpo del cugino tra le braccia, facendogli appoggiare la testa sulla sua  spalla, poi iniziò a schiaffeggiarlo dolcemente per fargli riprendere i sensi.

“Shigure! Ti prego Shigure svegliati! Dai….cerca di aiutarmi un po’ anche tu! Collabora per la miseria!!”

Il ragazzo, però, non aveva nessuna intenzione di svegliarsi e dalla sua bocca non uscivano altro che suoni e versi sconnessi. Hatori era ad un passo dalla disperazione. Gli si stringeva il cuore a quella scena ed i suoi occhi erano pronti a riempirsi di lacrime da un momento all’altro.

Strinse i denti! Non si sarebbe arreso…mai! Se era necessario lo avrebbe preso a pugni pur di farlo svegliare.

”Shigure dannazione svegliati!!” lo implorò scuotendolo, con voce rotta dall’esasperazione e dal dolore. Fu allora che successe qualcosa.

“Ha….Ha…to..ri…..”

Un bisbiglio.

Il ragazzo s’interruppe di colpo e fissò il cugino con sguardo intenso ed attento. Aveva sentito male?

Un attimo dopo, però, vide gli occhi di Shigure aprirsi leggermente e rimanere socchiusi. Non era del tutto cosciente, sembrava essere molto di più in uno stato di trance, ma ciò bastava a fargli bere l’estratto di erbe.

“Avanti Shigure…bevi questo….vedrai che tra un po’ ti sentirai meglio….” dicendo questo lo aiuto ad inghiottire quella specie di tisana.

 

Quasi quaranta minuti dopo Shigure giaceva addormentato nel suo futon, con lo stomaco completamente svuotato da qualsiasi sostanza, una maschera d’ossigeno sul volto ed in condizioni abbastanza stabili.

Hatori uscì dalla stanza per raggiungere i ragazzi in soggiorno ed informarli sulle condizioni del cugino.

Il giovane medico aveva una pessima cera. Quella era stata l’ora peggiore di tutta la sua vita. Era stata un esperienza che lo aveva distrutto sia fisicamente che psicologicamente. Anche il suo abbigliamento non era immacolato come sempre….la cravatta era allentata ed i primi bottoni della camicia erano aperti, in oltre, dalla fretta di uscire, aveva lasciato la sua giacca in ambulatorio. Non che in un momento simile gli importasse qualcosa del suo aspetto.

Entrò in soggiorno sospirando stancamente e passandosi una mano tra i capelli. Aveva bisogno di una forte aspirina.

“Hatori-san! Come sta Shigure-san!?” chiese subito Tohru, con gli occhi arrossati dalle lacrime.

“Ce la farà vero?” chiese Kyo.

“Ora come ora non ve lo so proprio dire.” disse sedendosi al tavolo e appoggiandovi sopra le braccia “Ho fatto tutto ciò che era possibile fare ed in questo momento le condizioni di Shigure sono stabili…..ma fino a quando non riprende conoscenza può succedere di tutto! Per questo non voglio allontanarmi troppo da lui….devo essere pronto ad agire all’istante in caso di ricaduta! Solo…dovevo solo staccare un po’ la spina….”

Hatori si prese la testa fra le mani. Era davvero a pezzi. Un altro minuto in quella stanza ed i suoi nervi avrebbero ceduto. La tensione e la paura di poter perdere Shigure erano state troppo forti.

“Hatori….lascia che ci pensi io a Shigure per un po’….almeno per un paio di ore! Tu hai bisogno di riposarti un po’ altrimenti crolli!Se dovesse succedere qualcosa ti chiamerò all’istante!” disse Yuki fissando il cugino.

Lo sguardo di Yuki non lasciava spazio a repliche quindi Hatori accennò un sorriso e ringraziò di cuore il ragazzo per il gesto, che sparì un attimo dopo in direzione della camera di Shigure. Intanto Tohru era sparita in cucina a preparare un po’ di tea e tornò poco dopo con tre tazze belle fumanti.

“Senti Hatori….non pensi che sia il caso di avvertire qualcuno di quello che è successo?” chiese Kyo.

“Se ti stai riferendo ad Akito avevo gia intenzione di chiamarlo dopo….” sospirò “….per quanto riguarda gli altri non so se è il caso di farli preoccupare. Poi, conoscendoli, si catapulterebbero subito qua….e addio tranquillità…”

“Questo è vero ma anche loro vogliono bene a Shigure-san e credo che sia giusto che anche loro siano informati dell’accaduto!” aggiunse Tohru.

“Forse hai ragione tu…..in ogni caso verrebbero comunque a saperlo e ce li ritroveremmo lo stesso per casa…..”

“Però Hatori-san….c’è una cosa che mi tormenta…..perché Shigure-san ha fatto una cosa del genere?”

Eccola la domanda da due milioni di yen…..alla quale nessuno sapeva dare risposta.

“Vorrei tanto saperlo…..giuro che lo vorrei proprio…..”

 

*****************************

 

I was trying

Everything that I can

To get my heart to forget you

But it just can’t seem to

 

I guess it’s just no use

In every part of me

Is still a part of you

 

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Era notte e la casa era completamente avvolta nel silenzio.

Hatori era seduto accanto al futon nel quale Shigure giaceva addormentato e vegliava, come un bravo guardiano, sul suo sonno. Non si era allontanato da lui neanche per un istante dopo aver fatto cambio con Yuki, che gli aveva gentilmente permesso di riposarsi un paio d’ore. Temeva troppo che il cugino avesse una ricaduta improvvisa e lui voleva essere pronto ad agire.

Ma per fortuna, o forse sarebbe meglio dire purtroppo, nulla era cambiato nelle condizioni di Shigure, ne in peggio….tanto meno in meglio……ed Hatori stava cominciando a preoccuparsi e a diventare pessimista.

Cosa sarebbe successo se Shigure non si fosse più svegliato? Forse lo shock era stato troppo forte….forse quella sostanza gli era stata più nociva di quello che aveva pensato all’inizio…..forse…..forse troppe cose alle quali era inutile pensare in quel momento.

Sapeva che era la situazione quasi disperata a spingerlo a ragionare in quel modo ma non poteva evitarlo. Era più forte di lui. Anche se fuori poteva sembrare freddo e calmo dentro di sé non riusciva a sopportare la vista di Shigure sdraiato lì, nel suo futon…immobile e pallido….con la stessa maschera d’ossigeno di qualche ora prima  adagiata sul volto e una flebo attaccata al braccio.

Era un’immagine così diversa dallo Shigure che tutti loro conoscevano….sempre allegro e con la battuta pronta.

Ormai Hatori avrebbe dovuto cominciare a sentire il peso della stanchezza, vista l’ora tarda che si era fatta,  ma il sonno quella sera sembrava non avere nessun effetto su di lui. Avrebbe vegliato ininterrottamente su Shigure fino a quando si sarebbe svegliato, anche se ci sarebbero voluti giorni, settimane o mesi! Sentiva questo bisogno irrefrenabile…..e ciò avrebbe fatto.

Si passò una mano sugli occhi, quasi a voler cancellare per un istante quella vista e sperare che nel riaprirli tutto si sarebbe rivelato essere solamente un sogno….un incubo in verità.

Un sospiro stanco gli uscì dalle labbra.

“Posso venire a tenerti compagnia?” disse improvvisamente una voce alle sue spalle.

Hatori non si era accorto di essere osservato, la presenza dell’altro ragazzo gli era passata completamente inosservata.

“Ayame!” disse voltandosi di scatto. Cavolo! Era la seconda volta in due settimane che qualcuno lo prendeva alle spalle di sorpresa…..non andava per nulla bene!

“E chi altri se no?” disse il ragazzo dagli occhi dorati con un piccolo sorriso sulle labbra, che si fece subito triste alla vista di Shigure “Come sta?”

“Non bene….non lo so…..non ha dato ancora nessun segno di ripresa….”

“Capisco”

Ayame si adagiò sul pavimento accanto ad Hatori.

Il giovane medico si era quasi dimenticato della sua presenza nella casa….della presenza di tutti gli altri.

Sotto consiglio di Tohru e Kyo aveva telefonato al resto della famiglia Souma, almeno ai diretti interessati, per avvertirli dell’accaduto. La prima telefonata era stata per Akito, il quale alla notizia dell’incidente di Shigure non si era scomposto più di tanto anzi, era uscito con la bellissima frase ‘Fammi sapere se muore ok?’. Hatori, per la prima volta in vita sua, era stato fortemente tentato di andare dal capofamiglia dei Souma e fargli rimangiare quello che aveva appena detto. Non avrebbe potuto chiedere ‘Fammi sapere quando si riprende’!? No! Aveva proprio utilizzato la parola che ogni medico che si rispetti odia con tutte le proprie forze…..morte…..il ‘nulla’ contro cui dovevano lottare quotidianamente e contro il quale non sempre riuscivano ad essere vincitori. In ogni caso riuscì a mantenere il proprio controllo….non era da lui fare una scenata e non era neppure il momento per farlo.

La seconda telefonata fu ad Hatsuharu, il quale si prese il compito di avvertire Momiji e Kagura, mentre Ayame lo volle avvertire lui stesso con la terza telefonata.

Così, nel giro di un paio d’ore, erano comparsi tutti quanti davanti alla porta di casa.

Erano tutti molto preoccupati per Shigure tanto che Kyo non fece storie quando si trovò davanti la sua ossessione, Kagura non iniziò come al solito a ‘girare attorno’ al ragazzo ma se ne rimase tranquilla vicina a Tohru e Yuki non prese in giro il fratello ma cercò di consolarlo quando scoppiò in un pianto disperato dopo aver saputo il resoconto dell’accaduto. Il tempo era trascorso quasi in assoluto silenzio e la cosa era davvero inquietante visto che una delle particolarità di quella strana famiglia era quella di combinare un danno dopo l’altro e fare casino a più non posso.

Alla fine decisero tutti di rimanere a dormire lì e si divisero nelle varie stanze a disposizione: Kagura con Tohru, Hatsuharu con Kyo, Momiji e Ayame con Yuki.

“Credi…dici che ce la farà?” disse improvvisamente Aya, con voce tremante.

“Ma certo! Shigure non è un tipo che cede facilmente!” rispose Hatori, cercando contemporaneamente di convincere sé stesso di quello che aveva appena detto.

“Però….come dire….se ha voluto davvero suicidarsi temo che l’ago della bilancia tenderà molto di più nella direzione opposta….non credi anche tu?”

A quella sentenza Hatori si voltò di scatto verso l’altro ragazzo, sconvolto. Fino a quel momento non aveva mai visto la cosa da quel punto di vista….ed ora che glielo avevano fatto notare cominciava a temere sempre di più che non avrebbe più rivisto il suo amico svegliarsi.

“E’ da prima che volevo parlare con te di questa cosa ma…beh…davanti ai ragazzi non mi sembrava il caso e poi…diciamo che…non ero molto in me in quel momento….” dissa Ayame con lo sguardo tremendamente triste “Perché lo ha fatto Hatori?”

“Tohru mi ha fatto la tua stessa domanda ma davvero….non riesco a trovare una risposta. Nonostante mi sia sforzato non sono riuscito a trovarla! Ho parlato con lui meno di una settimana fa ed ero certo che stesse bene. Non ho notato nulla di diverso dal solito in lui. Per questo non riesco a darmi pace…..”

“Sai…da quando mi hai telefonato per dirmi che Shigure aveva tentato il s-suicidi-dio ho cominciato a pensarci molto anch’io e….beh….sono giunto alla conclusione che forse….da un po’ di tempo a questa parte, non so di preciso da quanto….forse Shigure fingeva di essere felice e allegro come al solito ma in realtà c’era qualcosa che lo tormentava profondamente! Per questo ha deciso di ingerire un intero flacone di antidepressivi…..forse non riusciva più a sopportare il peso della sua situazione e non voleva parlarne con noi….”

“Già…perché un motivo ci deve essere per forza stato per spingerlo a cercare di togliersi la vita….ed un motivo piuttosto serio anche….”

Hatori aveva ascoltato attentamente ogni parola che Ayame aveva pronunciato ed il suo ragionamento non faceva una grinza. Era così semplice in fondo….ma lui non ci aveva pensato….non aveva notato nulla di diverso in lui ed aveva creduto che tutto andasse bene. Non aveva prestato abbastanza attenzione a quei segni che magari avrebbero potuto aiutarlo a capire la realtà della situazione….e così lo aveva lasciato a soffrire in silenzio, senza poterlo aiutare….lui che più di tutti avrebbe voluto ricambiare le continue gentilezze di Shigure nei suoi confronti! Gli era sempre stato vicino e lo aveva supportato in ogni situazione mentre lui non era riuscito a fare assolutamente nulla…..

“La colpa di tutto questo è mia” disse improvvisamente Hatori.

“Come scusa?” chiese l’altro sbalordito.

“E’ colpa mia. Mi sarei dovuto accorgere del cambiamento di Shigure….ma soprattutto avrei dovuto notare che aveva cominciato a prendere degli antidepressivi! Sono un medico in fondo! Il mio compito è quello di accorgermi dei malesseri delle persone e curarli! Ma questa volta ho fallito miseramente…..ho fallito come amico e come medico!”

“Non dire queste cose! La colpa non è stata solo tua ma di tutti noi….nessuno si è accorto di quello che stava accadendo a Shigure! NESSUNO! Non puoi ritenerti l’unico responsabile di quello che è successo perché siamo tutti colpevoli allo stesso modo! Shigure era anche amico mio….amico nostro!” disse Ayame appoggiando una mano sulla spalla del cugino.

“Lo so….ma non posso evitare di sentirmi male….”

“Sai Hatori….piangere certe volte ti fa sentire meglio….”

“E’ vero….ma in questo momento non ne ho la forza….e non poso davvero permettermi un attimo di debolezza. Non ora.”

Ayame sospirò.

“Fai come credi. Sappi che se hai bisogno di una spalla su cui appoggiarti…beh….la mia è a tua completa disposizione!” disse accennando un lieve sorriso “E ricordati che per quanto tu forte possa essere….sei in ogni caso un essere umano come tutti!”

“Grazie Ayame!” disse ricambiando il sorriso.

“Di nulla…..ora però penso sia meglio che torni da Yuki, altrimenti se si sveglia e non mi trova potrebbe preoccuparsi!” si alzò in piedi e diede una pacca sulla spalla ad Hatori “Cerca di riposarti un po’, capito?”

“Certo”

Con questo il ragazzo dai capelli argentati uscì dalla stanza per tornare in quella di Yuki, lasciando il giovane dottore ai suoi pensieri.

 

*******************************

 

I’ve still got your face

Painted on my heart

Carved upon my soul

Etched upon my memory....baby

 

And I’ve got your kiss

Still burning on my lips

The touch of his fingertips

Is left so deep inside me...baby

 

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Una volta che Hatori rimase da solo la sua concentrazione ritornò sul ragazzo che giaceva sdraiato a pochi centimetri da lui.

Ora la luna si era affacciata alla finestra della stanza e con i suoi tenui raggi illuminava quel corpo donandogli una luminosità quasi spettrale. Sembrava sul punto di scomparire da un momento all’altro.

Il giovane medico fu attraversato da un brivido freddo lungo tutto il corpo.

Doveva smetterla di pensare queste cose. Shigure non sarebbe morto…lui non lo avrebbe permesso!

Parlare con Ayame, se da una parte lo aveva in qualche modo aiutato a chiarirsi le idee e a vedere la situazione da un altro punto di vista, quello più veritiero, dall’altra lo aveva reso ancora più nervoso e preoccupato.

Sapeva che il cugino ci aveva visto giusto quando aveva detto che l’ago della bilancia si sarebbe rivolto maggiormente verso l’eterno oblio…..se davvero il desiderio di Shigure di morire era così grande come il suo gesto lasciava ad intendere. Però lui sperava che non fosse così…..che l’attaccamento del ragazzo per la vita vincesse la tentazione della morte.

Come si era potuti arrivare a questo? Era davvero inevitabile che la situazione si evolvesse in questo modo?

Shigure sei uno stupido! Pensi davvero che togliersi la vita sia l’unico modo per risolvere i problemi? Perché non sei venuto a parlarne con me? Io ti avrei ascoltato e avrei fatto tutto il possibile per aiutarti! Perché hai preferito scegliere questa strada…perché?

Gira e rigira la domanda che continuava ad assillarlo era sempre quella…e solo Shigure avrebbe potuto rispondervi.

Hatori voleva sapere quale fosse stato il motivo che lo aveva spinto ad un gesto tanto estremo. Non riusciva a credere che la situazione fosse così grave da non poterne neppure parlare con qualcuno! Non diceva di dover essere per forza lui il suo confidente ma era sufficiente un membro qualsiasi della famiglia di cui si fidasse! Sarebbe andato bene chiunque purchè si fosse liberato dal peso che lo opprimeva!

Non poteva neanche credere che il dolore provato fosse così grande da essere mascherato con tanta facilità. Lui stesso, al tempo in cui aveva dovuto cancellare la memoria di Kana per impedirle di impazzire, aveva sofferto come un cane e non era riuscito a nasconderlo, nonostante il suo comportamento freddo e distaccato. Aveva cercato di soffrire in silenzio ma non ci era riuscito….e così si era rifugiato a casa di suo cugino, quello stesso ragazzo che giaceva in quel futon, a sfogarsi e a cercare conforto.

Ad essere sinceri all’inizio pure lui era stato tentato di suicidarsi ma poi….forse per mancanza di coraggio, forse perché sapeva che prima o poi il dolore sarebbe diminuito ma mai scomparso del tutto….non lo aveva fatto.

E ne era felice.

Per questo non capiva come lo avesse potuto fare Shigure! Non lo aveva fatto per debolezza poiché Shigure non era mai stato un debole ne un vigliacco.

Possibile che avesse perso la voglia di vivere? Ma di nuovo si chiedeva per quale motivo e come avesse potuto nascondere una simile cosa agli occhi di tutti.

Sospirò sconsolato.

Basta, è inutile pensarci…tanto non verrò mai a capo dei miei ragionamenti da solo.

Tornò a fissare il cugino lasciando che la sua mente si svuotasse da qualsiasi altro pensiero. Rimase in quello stato di semi-trance per più di un’ora quando finalmente si riscosse e decise di controllare nuovamente le condizioni del cugino.

Con una rapida occhiata all’orologio scoprì che erano le tre di mattina.

Afferrò il polso di Shigure per contare le pulsazioni. Regolari. Poi tolse dal viso del ragazzo la maschera d’ossigeno per controllare la respirazione. Regolare anche quella.

Tutto esattamente come prima. Nessun cambiamento.

Hatori stava per rimettergli la maschera dell’ossigeno quando notò una ciocca di capelli che gli cadeva ribelle sugli occhi. Con un leggero tocco delle dita la spostò dal suo volto…..sembrava così sereno in quel momento…

Fu proprio mentre lo osservava che il suo sguardo si posò sulle sue labbra semi-dischiuse…..e subito dopo gli tornò alla mente quella notte nella casa estiva della famiglia Souma. Il bacio che gli aveva dato Shigure.

Da allora non ci aveva più pensato…..era stato solo uno stupido scherzo del cugino e poi erano successe troppe cose in quelle due settimane….il fatto gli era semplicemente sfuggito di mente.

Ma ora era tornato…..vivido come nessun altro ricordo…..quasi fosse successo tutto poche ore prima.

Si portò lentamente una mano alle labbra. Poteva ancora sentire il calore della bocca di Shigure sulla sua ….il tocco simile a quello di un petalo di rosa e la sua infinita morbidezza.

In quell’occasione lo aveva respinto…..ma non lo aveva fatto subito. Si era lasciato baciare senza problemi prima di decidere di allontanarlo. Aveva scaricato tutta la colpa sullo shock o sul fatto che era confuso da quel insolito gesto…..ma non era stato completamente sincero con sé stesso.

Era vero….lo shock all’inizio c’era stato…..però era durato solo un istante. Il resto del tempo si era lasciato baciare volontariamente, anche se non aveva osato rispondere ad esso.

Lo aveva trovato piacevole anzi più che piacevole…..avrebbe voluto lasciarsi andare di più e dimenticare in quel modo tutti i suoi problemi…..fu quello il motivo per cui si allontanò bruscamente da Shigure. Non avrebbe mai potuto fare una cosa così meschina al suo migliore amico….non avrebbe mai potuto usarlo in quel modo. Era vero che era stato Shigure stesso a baciarlo per primo….ma era convinto che lo avesse fatto solo per consolarlo, nulla di più.

Una volta separati aveva assunto un aria scocciata ed arrabbiata….e forse lo era davvero….ma non con Shigure, mai con lui! Era arrabbiato con sé stesso per aver pensato una cosa simile…..era imperdonabile da parte sua, anche se era un pensiero dettato da un attimo di debolezza!

Aveva chiesto al cugino una spiegazione per il suo gesto nonostante potesse benissimo intuire quale fosse…..ed in quel momento…..non ne era sicuro….ma gli era sembrato di leggere una nota di disappunto e sofferenza nel suo sguardo.

Di certo si era sbagliato perché l’attimo dopo era tutto sorridente, pronto a prenderlo in giro per averlo fregato in quel modo. Era impossibile che Shigure lo avesse baciato perché davvero voleva farlo…..non poteva essere andata in quel modo…….vero?

In quel momento un pensiero al quale non voleva credere gli passò per la mente.

Se davvero come aveva detto Ayame, il sorriso di Shigure era solo una facciata…..era possibile che quello sguardo triste e malinconico che aveva notato fosse reale. Per non citare il fatto che il bacio in sé era stato l’unica stranezza che il ragazzo avesse mai commesso.

No…….non può essere vero………

I suoi occhi tornarono a posarsi sulle sue labbra…..e tra le tante sensazioni che provò in quell’istante….la più sconvolgente ed inattesa fu il desiderio di sentire di nuovo la loro morbidezza.

Voleva riassaporare quel frutto proibito…..voleva che Shigure lo baciasse di nuovo….LUI stesso voleva baciare Shigure…..voleva rivedere i suoi profondi occhi grigi….voleva risentire la sua voce…..

Improvvisamente, la mano che gli copriva ancora la bocca percepì qualcosa di bagnato. Con sua enorme sorpresa si rese conto di stare piangendo.

Il suo autocontrollo aveva ceduto. Tutta la preoccupazione, lo stress, le nuove scoperte, le rivelazioni, la confusione…….si erano dimostrate troppo pesanti da sopportare e le protezioni che si era costruito attorno avevano ceduto come un castello di sabbia alla prima onda.

Ayame gli aveva detto che piangere gli avrebbe fatto bene….e pure quella volta che aveva pianto sulla spalla di Shigure gli era stata utile per togliersi un peso dallo stomaco e dall’anima…..così decise di lasciarsi andare.

Era da solo e nessuno lo avrebbe visto.

Per una volta si sarebbe lasciando travolgere dalla disperazione.

 

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Something in your eyes keeps haunting me

I’m trying to forget you

But I know there ain’t no way to

Chase you from my mind

 

********************************

 

Il giorno seguente tutti si svegliarono con l’umore sotto le scarpe.

Nessuno dei ragazzi aveva la forza di andare a scuola…e neppure volevano andarci. Volevano rimanere a casa in attesa che Shigure si svegliasse.

Ma Hatori aveva detto loro che nessuno poteva essere certo di quando questo sarebbe accaduto ed intanto loro avrebbero perso delle lezioni importanti. Così, con il supporto di Ayame, il giovane medico riuscì a convincere i sei ragazzi ad andare a scuola mentre loro due si sarebbero occupati del loro ‘malato’.

La mattinata….il pomeriggio…..la sera…..trascorsero velocemente e lentamente allo stesso tempo.

Tutti erano ancora accampati nella casa dei tre membri della famiglia Souma e nessuno accennava a volersene andare. Così avrebbero trascorso un’altra notte sotto lo stesso tetto mentre Hatori avrebbe svolto il suo compito di guardiano accanto al futon di Shigure.

Quella sera era decisamente più calmo e rilassato. Non era più sotto il forte stress del giorno precedente….solo che adesso era la stanchezza a farsi sentire.

La mancanza di sonno e tutta la fatica che aveva dovuto sopportare cominciavano a farsi sentire….ma non sarebbe mai venuto meno alla promessa che si era auto-imposto! Avrebbe vegliato Shigure ininterrottamente fino al suo risveglio…..anche a costo d’imbottirsi di caffè per rimanere sveglio!

Solo che verso le 5 cinque di mattina Hatori stava davvero lottando contro il sonno. Da un momento all’altro si sarebbe accasciato al suolo, pronto ad entrare nel regno dei sogni.

Fu proprio in un momento di dormiveglia che percepì un lieve  movimento accanto a sé. Si riscosse dal torpore che gli aveva inferto il sonno e si guardò attorno incerto. Non c’era nessuno nella stanza oltre a lui e Shigure.

Abbassò casualmente lo sguardo sul ragazzo sdraiato nel futon per controllare che tutto fosse a posto….e lo notò….notò il lieve e quasi impercettibile movimento delle palpebre, segno che il ragazzo stava per riprendersi.

Hatori non si accorse neppure di stare trattenendo il fiato. Solo quando lo vide aprire lentamente gli occhi lasciò andare tutta l’aria che aveva trattenuto nei polmoni in un sospiro di sollievo. Un sorriso sincero e sereno gli comparve sulle labbra…..l’incubo era finito….Shigure era definitivamente fuori pericolo ora.

Shigure fissò qualche istante il soffitto, cercando di mettere a fuoco le immagini. La stanza, o almeno credeva di essere in un luogo chiuso, vorticava paurosamente davanti ai suoi occhi. Era decisamente confuso.

“Finalmente ti sei svegliato! Ci ha fatto preoccupare da matti lo sai?”

Sentendo quella voce famigliare così vicina a sè, voltò la testa nella sua direzione e fu allora che vide Hatori sorridente al suo fianco.

“Sono morto?” chiese con voce piatta Shigure. Il suo sguardo era vuoto e dal suo volto non traspariva nessun sentimento.

Hatori tentennò un istante di fronte ad una simile domanda…e così diretta per di più…ma non lasciò cadere il sorriso dalle labbra.

“No, non sei morto. I ragazzi ti hanno trovato steso a terra privo di sensi e mi hanno subito chiamato. Fortunatamente non era passato molto tempo da quando avevi ingerito quel flacone di antidepressivi.”

Shigure non disse nulla ma sospirò triste, tornando a fissare il soffitto e portandosi le braccia in grembo. Rimasero in silenzio alcuni istanti fino a quando Hatori non decise di parlare.

“Come ti senti?”

“In generale bene….sono solo un pò stanco……”

Altro silenzio. Il giovane medico aveva smesso di sorridere ed era tornato serio…..a quanto sembrava non era ancora tempo di smettere di preoccuparsi. Qualcosa non andava in Shigure. Non era quello il comportamento che si sarebbe aspettato da lui al suo risveglio.

Forse era quello il vero Shigure, quello di cui aveva parlato Ayame la sera precedente. Perché il ragazzo vuoto e triste che aveva davanti agli occhi non sembrava affatto il cugino che conosceva….o almeno, che credeva di conoscere.

“Perché mi avete salvato?”

Quella domanda prese Hatori alla sprovvista.

Come poteva chiedere una cosa del genere? Non si era reso conto di quanto il suo gesto avesse fatto preoccupare tutti loro? Aveva così scarsa considerazione dei loro sentimenti?

Quella domanda fece infuriare il giovane medico molto di più della sentenza di Akito del giorno precedente. Solo che, anche questa volta, riuscì a mantenere la calma.

“Perché non avremmo dovuto farlo scusa? Come medico è il mio compito quello di salvare la vita delle persone e poi tu sei il mio migliore amico! Credi che ti avrei lasciato morire senza combattere? Te lo puoi scordare!”

“Stupido” disse voltandosi verso Hatori “Non lo sai che le persone che tentano il suicidio lo fanno perché sono stufe di vivere? Riportandole in vita non fate altro che prolungare la loro sofferenza!”

A quella sentenza Hatori fu seriamente tentato di prendere a schiaffi il cugino, fregandosene se era convalescente oppure no! Si rendeva conto delle assurdità che stava dicendo!? Oppure gli antidepressivi gli avevano inquinato completamente il cervello!?

“Beh…scusami tanto se mi sono fatto il culo per salvarti ma io non avevo nessuna intenzione di lasciarti morire senza che prima mi avessi dato delle spiegazioni! Penso che il tentato-suicidio sia stata l’azione più stupida che tu abbia mai commesso! Se hai dei problemi affrontali! Parlane con qualcuno! Ma non cercare una scappatoia!”

“Tu non sai neanche di cosa stai parlando Hatori!”

“Certo che non lo so visto che tu non me ne vuoi parlare!” ribattè il medico furioso….aveva oltrepassato il limite “Non so se te ne rendi conto ma, mentre tu facevi una bella passeggiatina sul confine tra la vita e la morte, noi qui abbiamo passato ore d’inferno! Yuki e Kyo erano spaventati come mai li avevo visti prima d’ora! Tohru, Momoji  e pure Ayame erano in preda alle lacrime mentre Kagura e Hatsuharu avevano perso tutta la loro vitalità! IO era preoccupato all’inverosimile! Quando ti ho visto steso sul pavimento, in quello stato pietoso, credo di aver perso dieci anni di vita! Quindi assumiti la responsabilità delle tue azioni……io esigo delle risposte!”

Shigure voleva ribattere con qualcosa, qualsiasi cosa che gli passasse per la mente in quell’istante, ma non ce la fece. Così voltò la testa dall’altra parte, lontana da quegli occhi. Non riusciva a sopportare l’intensità di quello sguardo colmo d’ira nei suoi confronti. Gli faceva più male di una pugnalata al cuore.

“Hatori che succede? Ti ho sentito urlare….” disse improvvisamente Momiji con voce assonnata, comparendo sulla porta della stanza.

I due ragazzi si voltarono nella sua direzione e lo videro stropicciarsi gli occhi con le mani. Non si era ancora accorto di nulla ma passò poco tempo prima che lo notasse anche lui. Infatti, non appena si sbarazzò dall’influsso del sonno vide che Shigure si era ripreso e allora……

“SHIGUREEEEE!!!!!!! TI SEI SVEGLIATOOOOO!!!!” disse il ragazzino piombando addosso al cugino.

Nel giro di pochi istanti la camera fu presa d’assedio da tutti gli altri abitanti della casa, preoccupati ed allarmati dalle urla di Momiji. Quando poi scoprirono la causa di quelle urla divennero loro stessi parte della baraonda che si generò subito dopo.

Nessuno di loro era mai stato più felice. Tohru scoppiò a piangere dalla gioia, Kyo iniziò ad insultare Shigure per averli fatti preoccupare a quel modo, Kagura iniziò a saltare per la camera ma fu fermata da Hatsuharu prima che distruggesse qualcosa mentre Ayame abbracciò il suo migliore amico con le lacrime agli occhi.

La gioia era quasi tangibile.

Hatori, in quei momenti di caos totale, riuscì a far sbollire la rabbia e a pensare di nuovo con mente lucida. Ordinò a tutti i ragazzi di tornare nelle proprie stanze e di lasciare in pace Shigure, che era ancora convalescente e si doveva riposare.

I ragazzi fecero come era stato loro detto, anche se non riuscirono più a chiudere occhio, e lasciarono i due da soli nella stanza.

Hatori non disse una parola e Shigure nemmeno. Non era necessario. Il giovane scrittore aveva capito soltanto fissando l’amico negli occhi che la loro conversazione era solamente rimandata e che lui avrebbe fatto meglio a tornare a dormire, prima che il cugino decidesse di fargli perdere i sensi con la forza.

 

 

Il giorno dopo l’atmosfera nella casa era decisamente più allegra.

I ragazzi andarono a scuola con il sorriso stampato sulle labbra ed il cuore leggero. Hatori si prese un po’ di meritato riposo mentre Ayame teneva sotto controllo la situazione, ovvero si era dato alle faccende domestiche che per due giorni erano state completamente dimenticate.

Il giovane medico dormì tutta mattina fino ed oltre l’ora di pranzo per scoprire che anche Shigure aveva seguito il suo stesso esempio. Era ancora sprofondato nel mondo dei sogni quando Hatori decise di scendere al piano di sotto alla ricerca di Aya e di qualcosa da mettere sotto i denti.

Entrò in cucina, dove era convinto di trovare l’altro ragazzo, ma la stanza era vuota. Un’annotazione su un foglio di carta era però appesa al frigorifero.

 

Ehilà Hatori!^__^

Io sono dovuto tornare in negozio per accertarmi che le cose vadano bene e per controllare che la mia assistente non abbia fatto troppi danni in mia assenza!

Questa mattina sono andato a fare la spesa ed ora il frigo è pieno! Ah! Ti ho lasciato anche qualcosa da mangiare in forno e sulla piastra ……mi raccomando! Ingozza a dovere quello stupido di Shigure! Altrimenti non si rimetterà mai in forze!

Se fa resistenza ti autorizzo a sculacciarlo come si farebbe con un bambino capriccioso!^__~

Ci vediamo sta sera!!

 

KissKiss

 

Ayame

 

Leggendo quel messaggio Hatori non potè evitare di sorridere. Aya era davvero un idiota certe volte.

Riscaldò in forno quello che il ragazzo gli aveva cucinato e una volta finito di mangiare, preparò un vassoio per portare qualcosa anche a Shigure.

Entrò nella stanza cercando di non fare troppo rumore ed appoggiò a terra il vassoio, per poi avvicinarsi al ragazzo ancora bello e addormentato.

Anche quella volta, guardandolo dormire, non potè fare a meno di notare quanto la sua espressione fosse serena in quel momento…..priva del peso di qualsiasi tipo di preoccupazione. Perché non poteva essere sempre così? Egli più di ogni altra cosa al mondo voleva vedere Shigure felice…..proprio come gli aveva augurato a lui il ragazzo qualche settimana prima…..non desiderava altro.

Gli posò delicatamente una mano sulla guancia, entrando in contatto con la sua pelle morbida, ed iniziò a chiamarlo con voce calma e decisa. Purtroppo Shigure non era per nulla intenzionato a svegliarsi così la sua mano lasciò la guancia per vagare fino alla spalla. Lo scosse gentilmente, con la sua voce come sottofondo.

“Shigure….avanti svegliati dormiglione!”

“Mmmm….ancora cinque minuti…..” bisbigliò con la voce impastata dal sonno.

Hatori sorrise divertito.

Dopo ben altri due tentativi Shigure giaceva seduto nel suo futon completamente sveglio e con il vassoio preparato da Hatori sulle ginocchia.

“Brodo di pollo e rabanira! Dal profumo sembrerebbe squisito! Sei stato tu a cucinare?”

“No…è stato Ayame prima di andarsene….ci aveva lasciato il cibo pronto in cucina”

“Oh beh…allora è meglio non deluderlo dopo tutta la fatica che ha fatto per prepararlo! Buon appetito!” disse sorridendo goloso.

Hatori lo osservava attento mentre mangiava. Sembrava in qualche modo migliorato rispetto a quella stessa mattina; gli era tornato il sorriso e la sua solita aria allegra ma ormai Hatori non sapeva più se credergli.

Non si fidava più dell’apparenza.

Shigure mangiò in silenzio, facendo solo ogni tanto qualche apprezzamento sul cibo, poi riconsegnò i piatti al cugino che li riportò in cucina.

Una volta che il ragazzo fu ritornato nella camera trovò Shigure con lo sguardo perso nel vuoto, concentrato su pensieri a lui sconosciuti. Hatori però era certo che avesse percepito la sua presenza e che fosse in attesa che compisse il primo passo.

Tutte le carte erano in mano sua….stava a lui giocarle nel modo migliore ora.

“Shigure…”

“Dimmi Hatori” rispose lui, focalizzando lo sguardo sul ragazzo che gli era seduto accanto.

Sapeva quello che sarebbe successo….lo sentiva….era giunto il fatidico momento delle spiegazioni.

“Ti prego….dimmi quello che ti sta accadendo”

“Non ti vuoi proprio arrendere, eh? E’ troppo chiederti di dimenticare questa storia e continuare come se nulla fosse successo?” chiese con un sorriso amaro sulle labbra.

“Si perché so che prima o poi commetterai qualche altra sciocchezza…..se continuerai ad essere tormentato dai tuoi problemi”

“Mi conosci troppo bene….con te non c’è gusto a discutere.” sospirò “In ogni caso non ti posso dire nulla….tanto non capiresti mai e finiresti soltanto per disprezzarmi”

“Questo lascialo decidere a me se non ti dispiace! Io voglio che tu mi racconti tutto….perché sono stufo di vederti soffrire e voglio poterti aiutare! Rimpiangerò per sempre il fatto di non essermi accorto prima della tua situazione”

“Non è stata colpa tua! Io ho fatto in modo che nessuno se ne accorgesse perché non volevo causarvi fastidi ed in ogni caso, nessuno mi avrebbe mai potuto aiutare!”

Hatori vedeva il dolore e la sofferenza trasparire dagli occhi di Shigure e questo gli causò una fitta tremenda al cuore.

In quel momento la sua decisione di andare a fondo di quella storia era più salda che mai. Non avrebbe abbandonato Shigure al suo destino…..mai……avrebbe lottato per salvarlo da sé stesso e dai suoi problemi.

Era pronto a giocare il tutto per tutto con lui.

“Qualunque cosa tu dica non mi farà cambiare idea….io sto ancora aspettando che tu ti confidi con me!”

“Dannazione Hatori! Perché non vuoi demordere!?” disse il giovane scrittore tra l’esasperazione e la rabbia.

I suoi occhi si inchiodarono su quelli di Hatori, che sostenne senza timore, senza vacillare l’intensità del suo sguardo.

“Lo sai che quando voglio so essere davvero molto testardo!” rispose serio ma sereno.

Passarono alcuni attimi di silenzio poi Shigure parlò con voce tesa e sofferente.

“Sei uno stupido Hatori! Non capisci che il tuo comportamento non fa altro che peggiorare le cose?”

“Non era mia intenzione farlo, voglio soltanto aiutarti….quindi ti prego dimmi se la causa di tutto questo sono io!?”

Shigure sussultò un attimo. Poteva aver capito? No, era impossibile. Era sempre stato molto attento a non lasciare trasparire i suoi sentimenti…..quindi a cosa poteva mai riferirsi?

Ad essere sinceri neppure Hatori era certo di quello che stava facendo….la sua era solo una vaga ipotesi…e per di più molto rischiosa….ma in quelle condizioni tanto valeva rischiare. Cosa aveva da perderci?

“Non capisco cosa tu intenda! Per quale motivo credi che sia tu il mio problema?” chiese cercando di mantenere calma la voce per non tradire la propria ansia.

Ecco…..era arrivato il momento di giocare le proprie carte….e sperare in un buon esito.

“Vedi Shigure….in questi giorni ho avuto modo di pensare a fondo a tutta questa situazione. Ti sei sempre comportato normalmente con tutti, non hai mai dato segno del tuo dolore….eppure c’è stata una volta nella quale credo che tu ti sia lasciato andare. Sto parlando di quella sera che mi hai baciato. Non capisco ancora bene il perché ma credo che quella vicenda centri qualcosa…..tanto quanto me….”

Shigure si irrigidì di colpo mentre i ricordi cominciavano a riaffiorargli alla mente.

Quella volta aveva commesso il più grande errore della sua vita. Non sarebbe mai dovuto succedere. Non avrebbe mai dovuto baciarlo. Non avrebbe dovuto cedere alla debolezza.

Ora Hatori avrebbe scoperto il suo segreto e tutto sarebbe stato rovinato. Anche se non lo avrebbe odiato nulla sarebbe più stato come prima. Avrebbe perso la sua amicizia e la sua stima.

Eppure….

Eppure in quell’occasione aveva assaporato per qualche istante la vera felicità.

Per quanto stupida, avventata ed impulsiva fosse stata la sua azione non avrebbe rimpianto quello che aveva fatto….perché nel momento in cui le loro labbra si erano sfiorate aveva visto il suo sogno realizzarsi….anche se per poco tempo.

No.

Quello era un ricordo troppo prezioso. Se lo sarebbe tenuto stretto!

L’unico problema era limitare i danni con Hatori….ma come? Doveva cercare di negare tutto…convincerlo che non c’era nessun significato nascosto dietro quel suo piccolo gesto.

Shigure però non osava ancora parlare e neppure alzare lo sguardo. Lo teneva inchiodato sulla coperta del suo futon per paura che l’altro ragazzo potesse scorgere nei suoi occhi i sentimenti contrastanti che lottavano disperatamente per emergere. Si stava tormentando le mani per il nervosismo senza neppure accorgersene.

Perché tutto doveva essere così complicato e doloroso?

“Ti sbagli….” disse cercando di assumere un tono convincente, anche se si rifiutava ancora di fissarlo in volto “…il bacio non centra nulla….è stato solo uno stupido scherzo….cercavo di tirarti un po’ su il morale, niente di più!”

“Non ne sono molto convinto…”

Shigure, se possibile, si irrigidì ancora di più.

“…ma se è davvero come dici tu - continuò – devi ripetermelo…questa volta però fissandomi negli occhi”

Il corpo del giovane scrittore fu attraversato da panico allo stato puro quando sentì una lieve pressione alla base del mento. Hatori lo stava costringendo, dolcemente, a voltarsi e a guardarlo. Lo stava costringendo ad affrontarlo.

Non fece resistenza, non ci riuscì, e l’attimo dopo i loro sguardi si incrociarono e si incatenarono.

Shigure si perse nella profondità di quegli occhi azzurri.

Erano così caldi e penetranti, nonostante il colore, che era impossibile non rimanerne affascinati. Lo stavano fissando con una tale intensità che ne venne quasi travolto ed ormai aveva la certezza che non sarebbe mai riuscito a mentire di fronte ad uno sguardo simile……uno sguardo che trapassava il corpo per leggere l’anima.

“Ora parla…ripetimi quello che hai appena detto….”

Quella che Hatori aveva lanciato era una sfida in piena regola e Shigure già sapeva di averla persa. Si limitava a fissare l’amico, mentre quest’ultimo manteneva salda la presa sul suo mento per impedirgli di fuggire, e non riusciva a ripescare le parole che aveva usato poco prima.

Era totalmente incapace di connettere.

“Io…io…Hatori….non è…come….”

Tentò inutilmente di parlare ma apriva e chiudeva la bocca senza che ne uscisse una frase di senso compiuto. Balbettava cose senza senso sotto lo sguardo dolcemente indagatore dell’altro ragazzo.

Tutta quella situazione era una vera tortura per Shigure. Lui ed Hatori erano troppo vicini, talmente vicini che poteva quasi percepire il respiro dell’altro sulla sua pelle….o era soltanto la sua immaginazione?

No. Non stava sognando nulla.

Gli bastava così poco per poter assaporare nuovamente quelle soffici labbra. Il suo corpo e la sua anima non desideravano altro che raggiungere un'altra volta quella serenità e quella pace che aveva provato nel baciare la prima volta Hatori.

Anche se sapevano che sarebbe davvero stata la sua rovina

Ma questa volta non lo fece, non cadde in tentazione……poiché fu un altro il sentimento che fece cedere l’ultimo barlume di autocontrollo che aveva.

“Perché?” chiese mentre una calda lacrima iniziò a scivolargli lungo una guancia “Perché mi stai facendo questo Hatori? Ti diverti tanto a farmi soffrire in questo modo?”

Ben presto altre lacrime solcarono il suo viso.

Hatori rimase molto colpito da una simile reazione. Non gli era capitato spesso di veder piangere Shigure e tutte le volte che era accaduto si era sempre sentito enormemente triste e addolorato, quasi riuscisse a condividere in minima parte i suoi sentimenti.

Solo che nulla di quello che aveva provato in quelle occasioni era lontanamente paragonabile a quello che stava provando in quel momento. Il dolore che provava nell’assistere a quella scena era straziante…..tanto quanto il pensiero di essere lui la causa di quelle lacrime.

Istintivamente portò una mano al suo volto e ne asciugò la pelle bagnata mentre con l’altro braccio circondava la vita dell’amico e lo attirava a sé in un tenero abbraccio.

Shigure si lasciò andare e gli si accoccolò contro, dando sfogo a tutta la sua sofferenza. Era troppo stanco e confuso per riuscire a reagire in un qualsiasi altro modo e poi il corpo di Hatori era così caldo e confortante che non lo avrebbe mai voluto abbandonare.

Gli piaceva stare tra le sue braccia in quel modo…..si sentiva protetto.

Hatori, vedendolo lentamente rilassarsi, lo strinse maggiormente a se, cullandolo come se fosse un bambino spaventato e maledicendosi per averlo fatto stare così male.

Forse ho esagerato ad insistere a quel modo. La sua condizione psicologica è già abbastanza fragile….eppure voglio aiutarlo.

Voglio che sia finalmente felice come merita.

Perché Shigure io…io…..

Silenzio.

La sua mente si era completamente svuotata.

Ora aveva finalmente capito. La verità lo avevo colpito alla sprovvista proprio come una secchiata d’acqua gelida.

Hatori appoggiò la testa su quella di Shigure ed iniziò ad accarezzargli la schiena con le mani, con tocco gentile, coccolandolo per cercare di trasmettergli un po’ di calma e sicurezza. Fargli capire che lui era lì e che non lo avrebbe mai abbandonato.

“Continua così Shigure…sfogati. Vedrai che poi ti sentirai meglio.”

Passarono alcuni minuti prima che il ragazzo si tranquillizzasse e smettesse di piangere e tremare. Nessuno dei due si era ancora mosso ed il silenzio regnava sovrano nella stanza, disturbato leggermente dal suono dei loro respiri.

Fu Shigure il primo a riprendersi e ad allontanarsi leggermente da Hatori, abbandonando a malincuore la sicurezza ed il tepore del suo abbraccio.

Alzò timidamente lo sguardo fino ad incontrare quello dell’altro ragazzo e ne rimase particolarmente incantato. Gli occhi di Hatori avevano qualcosa di diverso dal solito, brillavano di una strana ed intensa luce che lo travolgeva e lo lasciava senza fiato.

Era come fissare la superficie del mare cosparsa da riflessi cristallini. Non trovò neppure la forza di volontà per parlare da tanto era rimasto affascinato.

“Come ti senti?” chiese Hatori con voce estremamente dolce.

“Bene…” riuscì solamente a bisbigliare.

Nessuno aggiunse altro.

I loro sguardi continuarono a rimanere incantati l’uno all’altro, senza vacillare, per attimi di tempo che sembravano interminabili. Poi la mente di Shigure, annebbiata da tutti quegli strani sentimenti, registrò un movimento da parte di Hatori.

Il ragazzo aveva allungato una mano e l’aveva posata sul suo volto, accarezzandolo dolcemente e cancellando gli ultimi segni rimasti delle lacrime. Una volta fatto ciò la sua mano scivolò giù, verso il mento, e con il pollice iniziò a percorrere la linea sottile delle sue labbra, scoprendone la morbidezza col tatto.

Shigure non riusciva a muoversi. Temeva che con un suo gesto o con una sua parola tutto questo sarebbe scomparso, proprio come un sogno, e lui sarebbe rimasto solo e vuoto come sempre. Non voleva che tutto questo finisse.

Hatori, da parte sua, non aveva nessuna intenzione di smettere o di andarsene anzi, senza pensarci troppo, avvicinò il suo volto a quello dell’amico, lentamente, senza spaventarlo, e alla fine lo baciò.

Era un bacio casto, proprio come quello che gli aveva dato Shigure un paio di settimane prima, ma bastò a rievocare tutte le sensazioni provate allora e molto di più.

In quel momento tutto sembrò incastrarsi alla perfezione….tutto era perfetto. Stava provando una straordinaria sensazione di completamento.

Shigure era ancora troppo incredulo per poter reagire quindi rimase immobile mentre Hatori continuava a baciarlo. Poi il suo corpo, il suo istinto, prese il sopravvento sulla sua mente caotica e decise di agire e di rendersi partecipe.

Lentamente il giovane scrittore fece scivolare le braccia attorno al collo dell’altro ragazzo e si premette maggiormente contro di lui alla ricerca di contatto fisico. Hatori non tardò molto ad afferrargli la vita e a stringerlo a sé mentre cercava di approfondire il bacio.

Fece scorrere la lingua sulle labbra di Shigure che subito le schiuse lasciandogli libero accesso alla sua bocca. Così, ben presto, i due si ritrovarono rinchiusi in un duello all’ultimo respiro mentre le loro lingue si incontravano, si intrecciavano l’una all’altra.

La passione ed il desiderio che stavano travolgendo i due ragazzi cresceva sempre di più e ben presto sarebbero diventati incontrollabili. Forse fu per questo o per la mancanza di ossigeno che Shigure si allontanò bruscamente da Hatori, interrompendo il bacio.

Questa volta fu Hatori a rimanere frastornato da una simile interruzione.

“No…è sbagliato…non voglio…” disse il giovane scrittore mentre cercava di riprendere il controllo della propria respirazione.

Non doveva lasciarsi andare. Non era giusto per Hatori perché lui non lo amava, lo sapeva.

Ma allora perché lo aveva baciato?

La risposta arrivò subito. Era ovvio, doveva aver capito tutto. Doveva aver capito che era innamorato di lui e si sentiva in colpa per averlo fatto soffrire. Aveva cercato di consolarlo in qualche modo.

Lo aveva baciato come gesto di amicizia e di scusa, perché non avrebbe mai potuto ricambiarlo. Era per forza così.

“Shigure…” iniziò Hatori allungando una mano verso di lui ma il ragazzo si tirò in dietro di colpo.

“No! Non mi toccare! Non dire niente! Non ho bisogno della tua pietà!” urlò mentre altre lacrime, lacrime di disperazione, iniziarono a solcare di nuovo il suo volto.

Il cugino era sorpreso e lo fissava con sguardo interrogativo.

“Non capisco Shigure….perché dovrei avere pietà di te?”

“Perché hai capito tutto non è vero? Questo bacio…..ti senti in colpa perché non potrai mai provare lo stesso per me! Questo lo sapevo già da tempo Hatori quindi smettila di torturarmi in questo modo! Smettila…”

“Provare cosa…io non so…”

“Tu non mi ami!! Non potrai mai amarmi! Per te c’è sempre stata solo Kana ed io posso anche capirti….è giusto che ti sia innamorato di una bella ragazza come lei! Ed è giusto anche che presto troverai qualcun’altra con cui essere di nuovo felice!” un sorriso amaro comparve sulle sue labbra “ Io non ho mai avuto nessuna possibilità con te. Dannazione! Avrei preferito che mi avessi lasciato morire!”

Hatori fissò il cugino con occhi spalancati, incapace di parlare, quasi di respirare. Guardava il ragazzo piangere e disperarsi….e la causa era lui. Ora ne aveva la certezza.

“Era…era per questo che hai tentato di suicidarti? Oddio! Possibile che sia stato così stupido e cieco da non accorgermene!?”

Il suo cuore si infranse dal dolore. Avrebbe voluto scoppiare a piangere pure lui ripensando alle crudeltà che aveva commesso, anche se inconsapevolmente….e proprio ad una delle persone che non avrebbe mai voluto ferire.

Era andato da Shigure molte volte per renderlo partecipe della sua felicità, ottenuta grazie a Kana. Era andato da lui molte volte a confidarsi ed altrettante per sfogare il proprio dolore. La settimana scorsa gli aveva pure chiesto di accompagnarlo da lei…..e lui, da bravo amico, lo aveva fatto mentre, sotto sotto, chissà quanto stava soffrendo…e tutto per causa sua!

Se solo mi fossi accorto prima di tutto questo. Se solo avessi capito prima che qualcosa in me era cambiato, che i miei sentimenti erano cambiati, avrei potuto evitare tutto! Ma ero troppo concentrato su me stesso, ero ancora incatenato al mio passato e al mio dolore per capire che la felicità che tanto bramavo l’avevo sempre avuta a portata di mano.

Doveva proprio accadere tutto questo prima che mi potessi finalmente accorgere della verità!?

Come sono stato stupido! Non era Kana la persona che mi era sempre rimasta accanto nei momenti difficili e che mi aveva aiutato a superare gli ostacoli della vita! Non era lei la persona da cui andavo a confidarmi e a cercare supporto. Non era con lei che avevo trascorso la maggior parte degli anni della mia vita.

La persona più importante per me non era Kana bensì Shigure!

Non posso negare di aver voluto bene a Kana ma non è la stessa cosa che ora provo per lui.

Inconsciamente credo di aver traslato la figura di Shigure su di lei sapendo, ancora prima di capire chi realmente amavo, che con tutta probabilità sarei stato rifiutato da lui.

Invece non sarebbe successo e così ho finito per far soffrire lui!Chissà da quanto tempo sta soffocando i suoi sentimenti  nel bene della nostra amicizia.

Oh Shigure perdonami per quello che ti ho fatto….e grazie dei! Grazie per non averlo fatto morire, per avermi dato una seconda possibilità per rimediare ai miei errori!

Questa volta non ti lascerò andare Shigure!

Arrivato a questa decisione tornò a fissare il suo migliore amico. Sembrava ancora più miserabile di prima, tutto tremante a causa delle lacrime e con le mani che gli coprivano il volto in un vano tentativo di nascondere il proprio dolore dalla vista degli altri.

Ancora una volta Hatori si maledisse per quello che aveva fatto.

“Shigure…” bisbigliò dolcemente afferrando le sue mani e allontanandole dal suo volto per poterlo fissare negli occhi “…ti prego perdonami! Io non avevo alcuna intenzione di arrecarti tutta questa sofferenza! Smetti di piangere…altrimenti non so più come comportarmi…non mi piace vederti così triste.”

“Tu…tu non mi odi? Dopo quello che….ora che sai?”

“Come potrei odiarti!? Dovresti essere tu ad odiare me, a non volermi più vedere dopo tutto quello che ti ho fatto!”

“No..io…io ti amo…da troppo tempo per poterlo fare…e poi tu non l’hai fatto di proposito. Era giusto che ti innamorassi di una ragazza. Sono io che sono sbagliato. Sono io…”

“Smettila subito! Smettila! Non ti permetto di parlare in questo modo di te!” prese il suo volto fra le mani per impedirgli di fuggire al suo sguardo.

Doveva capirlo dai suoi occhi che quello che stava per dirgli era vero, che non voleva prenderlo in giro.

“Tu sei una persona fantastica! Sei dolce, buono e gentile! Hai un cuore d’oro e tutta questa situazione, tutto quello che hai dovuto sopportare ne è una prova eclatante! Sono io che ho sbagliato tutto non tu!” sospirò tristemente e poi riprese deciso “ Io non ti odio ne tanto meno provo pietà di te. E’ di me che ho pietà perché sono stato così cieco per tutto questo tempo. Ho negato i miei veri sentimenti e li ho proiettati su di un’altra persona facendo soffrire quella che veramente amavo!”

Shigure lo fissò intontito, perso ed affascinato dall’intensità del suo sguardo. Le lacrime avevano smesso di cadere ma sarebbe bastato davvero poco per farle riprendere.

Cercava di capire cosa stava provando a dirgli Hatori ma la sua mente era ancora troppo confusa e annebbiata per poter comprendere a fondo il significato delle sue parole. Eppure era così ovvio quello che stava cercando di dirgli…erano chiarissime anche le sue intenzioni.

“E’ dovuto succedere tutto questo prima che potessi finalmente capire. Ho dovuto rischiare di perderti per poter capire che ti amo Shigure! Sei sempre stato l’unico….solo che a quel tempo non me n’ero ancora reso conto. Avevo visto te in Kana….per questo avevo creduto di amarla ma in realtà non era così….le ho voluto bene ma niente di più! E’ vero che ho sofferto quando ho dovuto cancellare i suoi ricordi e lasciarla ma il motivo era doverso da quello che avevo lasciato ad intendere! Inconsciamente avevo registrato tutto come un possibile rifiuto da parte tua…perché pensavo di non aver speranze con te!”

Ora Shigure fissava l’amico con occhi spalancati mentre continuava a mantenere salda la presa sul suo volto.

Era davvero possibile? Aveva capito bene quello che gli aveva appena detto Hatori? Non era un sogno vero?

Intanto il giovane medico della famiglia Souma continuava a parlare, sperando in questo modo di convincere Shigure della verità delle sue parole e di ottenere una qualche reazione da lui.

“Il bacio che ti ho dato qualche attimo fa non è stato generato dalla pietà o dai sensi di colpa….è stata la realizzazione del mio amore per te a spingermi a compiere quel gesto! Shigure, io ti amo sul serio, non scherzo! E se tu vorrai concedermi l’onore ed il privilegio di una seconda possibilità vorrei cercare di renderti finalmente felice! Se invece è troppo tardi giuro che non ti infastidirò più e mi limiterò ad essere semplicemente un tuo amico….sempre che ti vada ancora di esserlo.”

Mentre parlava non aveva smesso un attimo di guardarlo negli occhi, pronto a leggervi qualsiasi tipo di sentimento, ma essi continuavano a rimanere vuoti.

Hatori ormai non sapeva più cosa dire per cercare di convincerlo e stava ormai cominciando a temere di non avere più speranze ma, alla fine, la tanto attesa reazione arrivò.

Altre lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi, andando a bagnare le mani che erano ancora posate sul suo volto.

“Possibile che io non riesca a far altro che farti piangere?” sospirò Hatori rassegnato mentre cercava di asciugare quelle goccie salate con le dita.

“Dici…dici sul serio?” balbettò Shigure con voce roca.

“Riguardo a cosa?”

“A quello…che hai appena detto”

Hatori sorrise dolcemente.

“Si. Credo fermamente in ogni singola parola che ho pronunciato….ma se hai bisogno di un ulteriore prova chiedimi pure quello che vuoi. Qualsiasi cosa ed io la farò.”

Shigure lo fissò negli occhi e poi scosse la testa.

“Non ce né bisogno”

“Questo significa che mi darai una seconda possibilità?”

“Sarei io lo stupido se non accettassi la tua proposta….dopo tutto quello che ho passato…”

“Oh Shigure..”

Hatori non resistette un attimo di più. Avvicinò il suo volto a quello dell’altro ragazzo e lo bacio dolcemente. Lo afferrò saldamente per la vita mentre Shigure si lasciava docilmente guidare, assaporando a fondo il contatto delle loro labbra quasi a cercare di convincersi che non stava sognando.

Per lui era un sogno diventato realtà. Era il paradiso in terra.

Alla fine anche Shigure iniziò a stringersi maggiormente contro il corpo dell’altro ragazzo, afferrandolo per le braccia per paura che potesse scappare. Socchiuse leggermente le labbra in un tacito invito che fu subito accolto. Hatori infilò la sua lingua nella bocca calda ed accogliente del compagno.

Da quel momento in avanti nulla ebbe più importanza se non il loro bacio, le loro lingue unite in un duello senza tempo ed i loro corpi quasi fusi l’uno all’altro. Finalmente dopo tanto tempo entrambi i ragazzi avevano trovato l’anima gemella, quella persona con la quale avrebbero potuto trascorrere insieme il resto della propria vita e trovare finalmente la felicità.

Pensare che erano stati così vicini per tutto questo tempo. Sarebbe bastato allungare la mano per trovarsi ma il destino era stato contro di loro….fino ad allora.

I due si separarono per respirare ma le loro fronti rimasero unite. I loro occhi erano resi particolarmente brillanti da quell’amore che per troppo tempo avevano represso e che ora potevano finalmente consumare.

“Ti amo”

“Anch’io ti amo, alla follia! Perdonami per averti fatto soffrire.”

“Ora non ha più importanza. Mi basta avere te al mio fianco.”

“Mi avrai per sempre, te lo giuro…e se mai fossi così pazzo da separarmi da te, allora ti do il permesso di uccidermi!”

“Non credo che sarà necessario arrivare a tanto”

“Neppure io”

Hatori gli diede un paio di piccoli baci sulle labbra prima di allontanarsi di nuovo ed accarezzargli il volto, ora, dopo tanto tempo, finalmente sereno e con un sorriso sincero. I due si fissarono intensamente per alcuni istanti poi Shigure riprese a parlare.

“Hatori, prima hai detto che avresti fatto qualunque cosa ti avessi chiesto, giusto?”

“Esatto”

“Allora esaudisci questa mia richiesta….fai l’amore con me”

Hatori fissò il compagno sorpreso. Tutto si sarebbe aspettato tranne quello. Temeva quasi di aver sentito male ma guardando il ragazzo negli occhi vi poteva scorgere una ferrea determinazione e, forse, anche un po’ d’ansia.

“Shigure, sei sicuro? Secondo me è troppo presto…ma per favore non pensare male! Non è che io non voglia farlo, è solo che tu sei ancora convalescente e poi è giorno, non mi sembra il caso. Qualcuno potrebbe piombare qui da un momento all’altro.”

“Non mi importa. Non mi negare questa richiesta! Io….sono anni che aspetto questo momento, quest’occasione….ti prego! E poi l’hai detto tu stesso che Ayame non tornerà prima di sera mentre i ragazzi non rincaseranno prima del tardo pomeriggio….volendo abbiamo tutto il tempo che ci serve!”

“Si…..però Shigure….”

“Hatori, niente però….”  disse avvicinando nuovamente il suo volto a quello dell’altro ragazzo e sussurrandogli nell’orecchio “Te lo sto chiedendo….ti sto implorando…..quale altra conferma vuoi che è questo quello che desidero e che non me ne frega nulla di tutto il resto?”

Piantò un lieve bacio sul suo collo del compagno per poi risalire ed afferrare con i denti il lobo del suo orecchio. Iniziò a mordicchiarlo delicatamente, facendo passare sopra anche la sua lingua.

Intanto Hatori era combattuto tra l’impulso di sbattere Shigure su quel futon e mandare tutti i suoi problemi a quel paese e l’istinto razionale di medico. La prima prese decisamente il sopravvento.

“Sei perfido, lo sai? Come posso resistere in questo modo?”

“La mia intenzione era proprio quella di farti cedere” sorrise malizioso.

“Allora ci sei riuscito”

Il medico afferrò il compagno per le spalle e lo baciò con foga, mentre lo faceva stendere lentamente. La risposta di Shigure non si fece attendere e, non appena sentì le labbra dell’altro ragazzo sulle proprie, le dischiuse subito per dare libero accesso alle loro lingue, che non tardarono ad incontrarsi. Ripresero il gioco che avevano interrotto prima con l’unica differenza delle mani dello scrittore che cercavano di intrufolarsi sotto la camicia del compagno.

Hatori fu attraversato da un brivido di piacere. Mai avrebbe pensato di potersi trovare in una situazione simile…con il suo migliore amico….ma ora non gli veniva in mente un posto migliore dove avrebbe voluto stare in quel momento. Si chiedeva come aveva fatto a resistere tutto questo tempo senza poter assaporare quelle labbra di pesca, senza poter stringere quel corpo perfetto a sé…aveva pure rischiato di perdere tutto……era stato davvero un pazzo!

I due continuarono a baciarsi mentre le loro mani continuavano a lavorare sui reciproci vestiti. Shigure ci mise un po’ a sfilare la camicia dai pantaloni e a sbottonarla, lasciandola scivolare a terra, ma alla fine riuscì nel suo intento. Ora poteva ammirare il petto scolpito del suo amico.

Ancora una volta rimase incantato a fissarlo ma fu subito riportato con i piedi per terra da Hatori, che gli aveva slacciato senza problemi lo yukata ed aveva esposto il suo corpo praticamente nudo. Sotto, infatti, indossava solamente un paio di boxer blu.

Shigure non potè fare a meno di arrossire sotto lo sguardo famelico del compagno, che aveva interrotto il loro bacio solo per poterlo ammirare.

“Perfetto” mormorò prima di scendere ad esplorare quei nuovi territori.

Per prima cosa gli baciò, mordicchiò e leccò il collo, scendendo poi a fare la stessa cosa con la spalla mentre le mani di Shigure vagavano senza meta lungo la schiena di Hatori.

Si strinsero maggiormente l’uno all’altro, facendo incontrare i loro bacini e le loro nascenti erezioni. Lo scrittore inarcò la schiena a quel contatto, lasciandosi sfuggire un gemito dalle labbra.

Hatori sorrise e diresse la propria bocca verso i capezzoli del ragazzo, cominciando a stuzzicarli con la propria lingua. Con una mano gli accerezzò i fianchi, su e giù, in un movimento quasi ipnotico poi decise di procedere oltre e sfiorò con le dita l’ormai evidente erezione nascosta dietro i boxer. Shigure gemette e si contorse sotto il corpo del compagno. Lo stava torturando di proposito, ne era certo, e lui voleva di più….molto di più.

“T-Ti prego….ahh…Hato..ri…”

Il ragazzo interruppe il proprio lavoro sui capezzoli ed alzò la testa per incontrare lo sguardo dell’amico. In esso vi leggeva desiderio, passione, amore ma anche un irrefrenabile bisogno. Capì subito quello che gli si stava chiedendo ma continuò a fissarlo ancora qualche istante per avere la certezza di potersi spingere davvero così in là. Non avrebbe mai voluto fare qualcosa che l’altro non desiderava.

Vedendo anche determinazione nei suoi occhi, si convinse e gli regalò un sorriso tra il dolce ed il malizioso prima di abbassarsi a baciare nuovamente i suoi capezzoli. Dopo averci giocherellato qualche istante decise di scendere lentamente verso il basso, lasciando una scia di umidi baci lungo il suo percorso improvvisato.

Alla fine arrivò all’elastico dei boxer. Si fermò un attimo a pensare poi ne afferrò i bordi ed iniziò a sfilarli con calma, godendosi i gemiti ed i lamenti insofferenti ed irritati di Shigure. Quando la sua erezione fu finalmente liberata da quel fastidioso indumento sospirò soddisfatto.

Hatori rimase incantato da una simile perfezione. Il ragazzo che giaceva sotto di lui era davvero una creatura stupenda…..ed ora era suo. Shigure, quasi percependo quello sguardo, socchiuse gli occhi per fissare il suo volto e subito arrossì di fronte a due occhi così intensi. Per quanto volesse tutto quello non riusciva ad evitare di sentirsi terribilmente in imbarazzo. Eppure non era più un ragazzino.

Quella serie di pensieri furono bruscamente interrotti da  un’ondata di piacere indescrivibile. Reclinò di colpo la testa  in dietro ed un gemito strozzato gli uscì dalla bocca mentre il compagno aveva cominciato ad accarezzare la sua erezione con una mano e a leccarne la punta umida. Istintivamente intrufolò le sue dita fra i suoi capelli, cercando in qualche modo di spingerlo ad approfondire il contatto prima che impazzisse.

Un attimo dopo la sua mano fu sostituita dalla bocca ed ora tutto il membro di Shigure era sprofondato in quel calore. Era tutto così intenso che sembrava impossibile da sopportare.

Infatti non riuscì a trattenere la propria voce anche se, in ogni caso, non c’era anima viva per chilometri. Quindi non avrebbe disturbato nessuno.

“Oh…Dio!!….H-Hato..ri…..non smettere…ti prego….”

Il ragazzo non aveva nessuna intenzione di farlo, anzi iniziò a succhiare più forte, facendolo quasi urlare dal piacere mentre le mani del compagno gli artigliavano i capelli.

Shigure arrivò presto al limite. Sentì il suo corpo, ogni suo muscolo irrigidirsi e capì che sarebbe giunto all’orgasmo da un momento all’altro. Cercò di avvertire Hatori ma la sua voce non ne volle proprio sapere di uscire e così si svuotò all’interno della bocca dell’amante.

Hatori non si allontanò bensì ingerì avidamente ogni goccia di seme che gli era stata donata poi lasciò uscire il membro ormai spendo della sua bocca. Ne baciò la punta prima di alzarsi leggermente per godersi l’espressione stravolta e appagata di Shigure. Un senso di soddisfazione invase il suo corpo di fronte a quella scena. Vedere il compagno con gli occhi chiusi, il volto arrossato ed il respiro irregolare era un vero spettacolo….era capace di farlo venire all’istante.

Iniziò a cospargere di piccoli baci il suo addome, cercando di riportare l’altro ragazzo con i piedi per terra. Voleva la sua totale attenzione. Il divertimento non era ancora finito.

Salì lentamente fino alla base del collo, iniziando a mordicchiare la morbida pelle mentre le mani di Shigure, che erano rimaste annodate tra i suoi capelli, cominciarono lentamente a scendere ad accarezzargli la schiena.

“Shigure….”

“Mmm…”

“Sei sicuro di volere davvero tutto questo?” disse alzandosi sui gomiti per fissare il compagno negli occhi “Non vorrei….che ti spingessi troppo in là. Sei ancora molto debole. Forse sarebbe meglio…”

“Sshhh….non aggiungere altro.” disse appoggiando un dito sulle sue labbra ”So perfettamente quello che voglio….ed io voglio questo, voglio te.”

“Allora lasciati amare” disse dopo un attimo di esitazione.

“Non aspetto altro”

Le loro labbra si unirono in un nuovo bacio carico d’amore e cieca fiducia. Shigure poteva sentire nella bocca dell’amante il proprio sapore e la cosa lo eccitava da morire. Allargò le gambe in modo che Hatori potesse accomodarvisi in mezzo e solo allora notò che il compagno era vestito ancora per metà.

Senza interrompere il loro bacio fece scendere le mani lungo tutto il suo corpo fino a raggiungere il bordo dei pantaloni. Iniziò a trafficare con la cintura e poi con i bottoni e con un piccolo aiuto da parte dell’altro ragazzo riuscì finalmente a sfilare l’indumento. Ora rimanevano soltanto gli slip, che lasciavano decisamente poco all’immaginazione.

Hatori si allontanò quel tanto che bastava per toglierseli e gettarli in una parte indefinita della stanza, poi tornò a sdraiarsi sul corpo di Shigure.

La sensazione provata quando i loro corpi, ora finalmente nudi, entrarono in contatto fu indescrivibile. Il giovane scrittore gemette e si contorse sentendo la propria erezione risvegliarsi nuovamente mentre quella del compagno era già eccitata al punto giusto.

Afferrò Hatori per le spalle e lo trascinò giù per un nuovo bacio, questa volta molto più passionale. Il ragazzo comprese subito la tacita richiesta nascosta in quel gesto quindi inziò a far scorrere le proprie mani lungo tutto il corpo di Shigure. Attraverso i muscoli poteva percepire una lieve tensione, probabilmente dovuta al nervosismo, ma siccome il compagno era stato più che chiaro nelle proprie intenzioni non esitò oltre. Fece solo nota mentale di non correre troppo e di stare allerta in caso di qualche complicazione o segno di stanchezza nell’amico.

Allargò ulteriormente le gambe di Shigure facendovi scivolare in mezzo una mano. Cominciò ad accarezzare la morbida pelle del suo interno coscia fino a giungere alla piccola fessura tra le natiche. Il ragazzo si tese leggermente a quel tocco.

“Tranquillo amore. Rilassati e lascia fare a me…andrà tutto bene” gli sussurrò in un orecchio.

Shigure sorrise dolcemente al compagno, cercando di fare come gli era stato detto, e poi si mise a fissare affascinato Hatori che inumidiva le dita della propria mano con la saliva. Era una scena decisamente erotica dal suo punto di vista.

Dopo averle inumidite a sufficienza Hatori riportò la mano tra le sue gambe ed iniziò a premere dolcemente con un dito contro l’apertura. Lentamente iniziò a penetrarla mentre con lo sguardo controllava attentamente il volto di Shigure alla ricerca di un qualche segno di dolore o di fastidio.

Una volta che il dito fu completamente inserito iniziò a muoverlo dentro e fuori, cercando di far abituare i muscoli alla vera penetrazione che sarebbe venuta tra poco. Poco dopo aggiunse anche un secondo ed un terzo dito, muovendoli ed allargandoli nel corpo del compagno.

Quando poi Hatori toccò quel punto particolare dentro di lui, Shigure urlò di piacere e si inarcò istintivamente impalandosi su quelle dita cercando di nuovo quel contatto.

“Ha…tori…ahhh…..fallo ancora!!”

“Con calma….non avere fretta…”

Continuò con quel ritmo per ancora qualche attimo e poi tolse le dita, lasciando Shigure vuoto ed insoddisfatto. Era sul punto di urlare la sua frustrazione quando sentì qualcosa di più grosso premere contro la sua apertura.

“Ti farà un po’ male Shigure ma cerca di rilassarti.” disse Hatori accarezzando dolcemente il volto dell’amato “Se qualcosa non va e vuoi che smetta dimmelo subito, capito?”

“Si…ma ora ti prego! Non farmi aspettare oltre!”

A quella richiesta Hatori iniziò a spingere dentro di lui, lentamente e cercando di trattenere i propri impulsi. Shigure era così caldo e stretto che era fortemente tentato di penetrarlo in una sola volta ma non lo avrebbe fatto. Non avrebbe causato dolore inutile alla persona che amava.

Shigure chiuse gli occhi e strinse i denti. Al contrario di prima, che aveva percepito solo un po’ di fastidio, ora poteva chiaramente sentire un forte dolore, quasi lo stessero aprendo in due.

Il giovane medico notò la sofferenza del compagno e cercò in qualche modo di rallentare i propri movimenti e di distrarlo cominciando ad accarezzare la sua erezione. La cosa sembrò in qualche modo funzionare e poco dopo Hatori era completamente dentro di lui.

Rimase immobile alcuni istanti dando il tempo al ragazzo di abituarsi a quell’intrusione mentre asciugava con le labbra le lacrime salate che erano state versate.

“Scusami…avrei dovuto stare più attento…” disse tra un bacio e l’altro.

“Non importa….co-continua…”

“Sei sicuro?”

“Si”

Shigure allacciò le gambe attorno alla vita di Hatori che iniziò ad uscire dal suo corpo fino a lasciarvi dentro solo la punta del suo membro, poi spinse di nuovo. Questa volta non ci fu solo dolore ma anche piacere….un piacere che spinta dopo spinta cresceva sempre di più.

Alla fine il giovane scrittore si ritrovò gemere senza controllo, anticipando le penetrazioni ed impalandosi sul membro eretto del compagno. Gli sembrava di toccare il cielo con un dito. Hatori, dopo tutti quegli anni, era finalmente suo. A quel pensiero non riuscì a trattenere alcune lacrime di gioia mentre si aggrappava con forza alle sue spalle per riuscire a sollevarsi e a baciarlo con passione, esprimendo ciò che a parole non riusciva a descrivere.

Hatori comprese lo stato d’animo del compagno, lo stesso valeva per lui. Essere dentro il corpo di Shigure, muoversi dentro di lui e donargli piacere era una sensazione straordinaria. Si sentiva completo in un modo che non avrebbe mai immaginato possibile. Ora più che mai era fermamente intenzionato a proteggere Shigure da qualsiasi persona che avrebbe anche solo osato fargli del male…lo avrebbe protetto addirittura da Akito se fosse stato necessario. Ciò che era successo a Kana non si sarebbe ripetuto un’altra volta.

Sentendo che il suo autocontrollo era quasi al limite, Hatori iniziò a penetrare Shigure con forza sempre maggiore, colpendo ogni volta quel punto particolare che faceva urlare il compagno senza più alcuna vergogna. Poi prese la sua virilità ed inizio a pomparla con lo stesso ritmo delle sue spinte.

“AAHH! Ha…Hato..ri…oddio! Non…non resisto più!….”

Alcuni attimi dopo Shigure inarcò la schiena e si svuotò per la seconda volta nella mano del compagno, cospargendo i loro petti con il proprio seme. Durante l’orgasmo i muscoli si strinsero inconsciamente attorno all’erezione di Hatori, che gemette e si svuotò dopo alcune spinte nel corpo del compagno.

Stremato si accasciò su Shigure. Entrambi non si mossero, rimasero attanagliati in quell’intimo abbraccio fino a quando non ripresero il controllo della propria respirazione e del proprio corpo. Allora Shigure circondò il torace del compagno con le braccia e ne baciò i morbidi capelli.

“Grazie Hatori….grazie…”

Hatori si alzò stancamente sui gomiti e regalò al suo amato uno dei sorrisi più dolci che avesse mai visto.

“No…grazie a te per avermi dato una seconda possibilità…saprò renderti felice, te lo giuro.”

“Lo so”

Hatori uscì lentamente dal corpo del compagno e si distese al suo fianco, attirandolo subito a sé e chiudendolo in un forte e sicuro abbraccio mentre copriva entrambi con il lenzuolo del futon. Lo baciò sulla fronte.

“Ora riposati Shigure. Per oggi ti sei affaticato a sufficienza.”

“Mmm…ok…” disse accoccolandosi contro il suo corpo caldo, già mezzo addormentato.

“Shigure?”

“Mmm?”

“Promettimi che non commetterai più un’azione tanto stupida come il suicidio.”

“Promesso….ora che ho te non me serve altro.”

 

********************************

 

I’ve still got your face

Painted on my heart

Carved upon my soul

Etched upon my memory....baby

 

And I’ve got your kiss

Still burning on mi lips

The touch of his fingertips

Is left si deep inside of me....baby

 

********************************

 

Mancava poco più di un’ora al calar del sole. Ayame era appena ritornato dal suo negozio, dove si era accertato che la sua assistente stava compiendo un ottimo lavoro in sua assenza. In mano aveva due borsoni pieni di vestiti che avrebbe regalato ad Hatori, Shigure e tutti gli altri. Visto che era in negozio e che era di ottimo umore, aveva pensato di fare una sorpresina a tutti per festeggiare la guarigione del loro amico.

Aprì la porta d’entrata della casa del cugino e si diresse automaticamente verso il soggiorno, dove appoggio le borse.

“Hatori!! Ragazzi!! Sono tornato!!!” urlò, rendendo nota la propria presenza.

Non sentendo alcuna risposta pensò che Yuki e gli altri dovessero ancora tornare, il che era probabile, ma si domandò che fine avesse fatto Hatori. Si guardò un po’ in giro ma di lui non c’era traccia al piano terra.

“Probabilmente sarà in camera di Shigure a dargli una controllatina…chissà se ha fatto come gli ho detto ed ha ingozzato per bene quello stupido.” detto questo si diresse su per le scale e raggiunse la porta della stanza.

Uno strano silenzio aleggiava nel corridoio ma Ayame non si preoccupò di fermarsi a riflettere su questo piccolo particolare. Spalancò la porta, pronto a salutare i due ragazzi con un enorme sorriso sulle labbra, ma rimase troppo sconvolto per poter solo pensare di muoversi.

Rimase imbambolato alcuni istanti prima di decidere di chiudere la bocca, che lo stava facendo sembrare un pesce lesso. Sbattè un paio di volte gli occhi incredulo, pensando che stesse assistendo a non si sa quale strana visione.

La scena però non cambiava, quindi era tutto vero quello a cui stava assistendo.

Nella stanza c’erano Hatori e Shigure, stesi dentro il futon di quest’ultimo evidentemente nudi. Il giovane medico teneva stretto per la vita il compagno, che dormiva pacifico mezzo sdraiato sopra di lui. I loro volti erano sereni come mai li aveva visti.

Ayame dovette tapparsi la bocca con le mani per non lasciarsi sfuggire un esulto e non rischiare di svegliare i suoi amici. Aveva gli occhi liquidi dalla commozione e dalla gioia. Finalmente due dei suoi più grandi desideri si erano avverati…ed in una sola volta!

Il primo era quello di vedere finalmente Hatori felice, mille volte più felice di Kana, mentre il secondo….beh…era sempre stato il suo piccolo segreto. Aveva sempre sperato che quei due si mettessero assieme prima o poi. In questo modo si sarebbero presi cura l’uno dell’altro.

Era strano ma il suo intuito e la sua sensibilità avevano già capito da tempo quello che ci sarebbe potuto essere tra di loro.

Allontanò le mani dal suo volto e sorrise. Ora non avrebbe più dovuto preoccuparsi.

“E bravo Ha-chan! Questa volta hai fatto centro al primo colpo! Ora avrò qualcosa d’interessante con cui punzecchiarvi!” bisbigliò prima di chiudere la porta e scendere al piano di sotto.

 

 

*Owari*

 

*Miyu fa ballettino della vittoria per essere riuscita a finire questa fic che va avanti da Natale*

Saku- brava sori!!!! sei stata grandiosa!^___^

Miyu- grassie….sono commossa!ç___ç

Saku- hai visto, non è stata poi così dura fare un bel lieto fine invece di una delle tue soliti stragi!^_^

Hatori- con nostra immensa fortuna…..già l’inizio prometteva male!-_-

Shigure- concordo! e poi sono sempre io che devo soffrire!ç____ç

Miyu- non pretenderai certo che faccia del male al mio Hatori-pucci-caro, vero!?è_é beh….almeno per il momento è ovvio!^^

Hatori&Shigure-  -___-;;;;;;;

Saku- sori….^^;;;;;;;

Miyu- beh….cmq ti è andata davvero bene Shi-chan….se non fossi stata ehmm, come dire, persuasa avrei fatto un finale bomba! sapete quanto adoro i finali drammatici!*_*

Shigure- non voglio sapere…..

Hatori- ma penso che lei ce lo dirà lo stesso. -_____-

Miyu- avrei potuto farti venire un improvvisa crisi cardiaca proprio quando avevate entrambi trovato la tanto agognata felicità e farti morire tra le braccia di Hatori! oppure farti avere una ricaduta proprio nel bel mezzo del..ehm….divertimento! *____*

Hatori&Shigure- ………. *troppo sconvolti per parlare*

Saku- eeehhh !?!? O_____O

Miyu- scommetto che a Saya sarebbe piaciuto un finale del genere!

Saya- siiiiii!!!! belle le tue stragi!*__*

Saku- non ti ci mettere pure te….non è il caso d’incoraggiarla! Miyu tu….tu…tuuuu…arrghhh!!! te l’avevo detto che stare troppo in compagnia di QUELLO STRONZO ti influenza negativamente!è____é

Miyu- non è vero!! Muraki non mi influenza negativamente….caso mai sono io ad ispirare lui! ohohoh!^O^

Saku- …… *senza parole*

Hatori&Shigure- aiutooooo!!!!ç______ç

 



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