I personaggi di questa storia sono tutti creati da me,non esistono e non esiste neanche il loro negozio,però fantasticare è bello! Dedicata a tutti quelli che si divertono a frugare nei negozi di roba usata.

 

 


Orario continuato

di Puma

LA VERGINE FOLLE E IL SUO SPOSO INFERNALE

Di mattina presto tre ragazze passano velocemente in quel vicolo stretto puzzolente e perennemente buio discorrendo fra di loro: sono studentesse dell’università con i loro zaini dei libri pieni di pupazzetti di peluche che dondolano. Hanno un buon profumo delicato.

Entrano nel negozio di abiti e accessori usati di Guglielmo e Riccardo.

In quel negozio c’è odore di chiuso,muffa,vecchio,disinfettante,sigarette e per coprire tutto sono accesi qua e là degli incensini dal profumo acre.Quando uno esce di lì si sente addosso questo misto di odori.

Quelle tre ragazze hanno confidenza con Guglielmo, sanno il suo nome,scherzano con lui.

Riccardo le ha viste spesso, ma non le ha mai considerate.

Nel negozio cuce sempre e non parla con nessuno.

Alza gli occhi dal suo lavoro solo per guardare Guglielmo che, chiacchierando con le amiche, sale su uno sgabello e tira giù da una mensola tutta imbarcata uno scatolone polveroso e sfondato pieno di vecchie borse.

Quando alza le braccia per prendere lo scatolone, la sua maglietta con Paperino davanti va in su e i suoi pantaloni vanno un po’ in giù, mettendo in mostra il suo ombelico con piantata un’anelletta di metallo e altre meraviglie che fanno restare Riccardo fisso a guardarlo.

Riccardo vorrebbe infilare le dita, una mano,tute e due le mani in quei pantaloni larghi e pieni di tasche dalla cintura dei quali spunta l’elastico di una mutanda grigia con un gattino bianco addormentato disegnato davanti… giocare un po’ ad accarezzare quel “gattino”…svegliarlo…tirargliela giù quella mutanda!…perderci le mani…poi la bocca…

Riccardo si scuote, taglia l’asola di una giacca con un forbicino e comincia a rifinirlo con un filo di seta nera.

Però gli batte il cuore.

Guglielmo non gli basta mai: sono anni che vivono insieme, ma lo trova ancora incredibilmente attraente e provocante. Lavorare con lui è piacevole perché può vederlo, possono parlare, se il negozio è vuoto possono anche scambiarsi un po’ di affetto; allo stesso tempo è una tortura vederlo e non poterlo avere… è come trovarsi davanti a un pasticcino squisito e non poterlo mangiare!

Guglielmo dice qualcosa alle ragazze e guarda Riccardo seduto su quel vecchio divano rosso, mezzo sfondato a forma di bocca mentre taglia il filo dell’occhiello che ha finito e pianta uno spillo nel punto dove attaccherà il bottone.

Riccardo non vuole parlare con nessuno e non vorrebbe neanche essere visto da nessuno, ma attira l’attenzione di tutti per i suoi capelli corvini lunghi fino a metà coscia, gli occhi profondi, nerissimi, il naso “da persiano” e la pelle chiarissima. Sua mamma è turca e lui ha proprio i lineamenti orientali.

I clienti del negozio, vedendo che sta sempre lì a cucire, sono tutti persuasi che non capisca una parola di italiano. Pensano che il padrone del negozio sia Guglielmo e si rivolgono solo a lui.

Guglielmo osserva Riccardo con i suoi begli occhi da cerbiatto: per lui è bellissimo e ogni suo gesto è estremamente sexy.

E Guglielmo si perde nel ricordo di come avevano passato la serata: lo avevano fatto nella vasca dell’idromassaggio… aveva legato l’amatissimo Riki ai rubinetti… se lo era scopato a più non posso… gli era sempre piaciuto giocare a legarlo, imbavagliarlo, coprirgli gli occhi… e Riki ci tiene ancora più di lui… poi, infreddoliti si erano infilati sotto le coperte e Riki era stato suo fino allo sfinimento… quando si era addormentato, Guglielmo era rimasto a lungo ad accarezzarlo alla luce tremante del fuoco nella stufa che si andava spegnendo. Peccato che Riki in tanti anni non ha mai voluto scambiarsi i ruoli… peccato…già

- Per favore, è pronta la mia gonna?

È entrata una signora e Guglielmo non se n’è nemmeno accorto!

Si è portata dentro una ventata di odore della vicina pescheria.

Le ragazze si voltano ridendo.

Riccardo si alza e tira fuori da un sacco la gonna a quadrettini a cui ha fatto l’orlo.

Mentre cammina, Guglielmo guarda ondeggiare la sua lunghissima coda di cavallo… poterla disfare… per poi rifarla… per disfarla ancora…

Guglielmo sorride imbambolato.

Le tre ragazze escono ridendo ancora, con una borsa d’oro in un sacco.

Qualcuno ha steso il bucato tra una casa e l’altra del vicolo e l’aria profuma di ammorbidente.

È bello camminare sotto quella distesa di lenzuoli: sembrano le vele di una nave incantata.

Quella che si è comprata la borsa, la tira fuori dal sacco per osservarla e dice:

-Che maniaco quel Guglielmo! Aveva gli occhi umidi e dei pensieri vergognosi scritti sulla fronte!

-Quello là che cuce sempre deve essere un mezzo pazzo, non parla, non ti guarda neanche in faccia…

-Non capisce niente e Guglielmo gli fa tutto quello che vuole!

-Guglielmo è come lo sposo infernale di “Una stagione all’inferno”: sembra dolce, in realtà è cattivissimo!

-Quello con la coda, come si chiama?

-Un giorno ho sentito Guglielmo che lo chiamava Topino…

Scoppiano a ridere.

-Topino? Uno come quello?

-Non deve avere il cervello a posto: è come la vergine folle delle poesie…

-…vergine? Insomma….

UNA TENTAZIONE INFINITA

Entrano due donne in cerca di un passeggino, un ragazzo che si prova delle giacche di pelle, una signora vestita in modo ottocentesco che parla in dialetto e chiede dei pizzi per fare i vestiti alle bambole di porcellana: anche lei sembra una bambola antica.

Riccardo e Guglielmo si scambiano un’occhiata.

Guglielmo ride e le da un sacchetto di pizzi.

La restauratrice di bambole ride a vederlo ridere e descrive a Guglielmo le ultime bambole che ha trovato.

Lui ride e lei gli dice: - Guglielmo, un giorno deve venire a casa mia a vedere la mia collezione di bambole: ne ho più di cinquecento! Quanto le devo per i pizzi?

-Niente, siamo amici… glieli regalo.

Se qualcuno guardasse Riccardo noterebbe una specie di sorriso sul suo viso impassibile.

Lui e Guglielmo ridono per una vecchia storia… se la signora delle bambole potesse immaginarsela non verrebbe mai più nel loro negozio.

Dai macellai lì intorno  entra ed esce gente  e nell’aria del vicolo si respira odore di refrescume, di carne e di salumi. Quando tira il vento di tramontana arriva anche l’odore dell’antica tripperia che è molto più in su.

Arriva nel negozio la signora che ha fatto fare la giacca nera a Riccardo, è così grossa che probabilmente vestiti già confezionati non ne trova.

Lui la aiuta a provarsela senza parlare.

Riccardo indossa dei jeans tutti stracciati, dietro c’è una tasca sola e al posto dell’altra uno strappo che scopre la sua mutanda che è andata un pochino in mezzo a… quelle due mele da mordere!

Guglielmo vorrebbe far scorrere un dito tra i fili di quello strappo, insinuarlo sotto la mutanda di Riki fino a trovare… il centro dell’universo… infilarlo anche lì e giocarci all'infinito!

A Guglielmo piace impadronirsi di Riki con le dita; quando nel negozio non c’è nessuno lo fa spesso.

Un giorno erano seduti sul divano, Guglielmo parlava con quella signora delle bambole e intanto rigirava un dito in quel buco bollente! Per questo ogni volta che la vedono ridono.

Secondo come Riccardo muove la testa, la sua coda nera copre o scopre quello strappo, quelle Mutande, quelle fantasie proibite.

Guglielmo si tocca la cintura: sente che i pantaloni gli danno fastidio.

Guarda la cliente che, tutta contenta, si ammira nello specchio con la sua giacca pensando: -Vattene!

Mentre lei esce, entra il solito vecchietto che passa tutti i giorni a fare quattro chiacchiere con Guglielmo, il signor Edilio.

Ha portato dentro un odore di stoccafisso da tapparsi il naso, infatti ha un sacco del mercato: probabilmente sua moglie lo ha mandato a fare la spesa per levarselo un po’ di casa.

Riccardo non lo può vedere.

Guglielmo l'invita a sedersi su un vecchio baule di legno, ma non riesce a staccare gli occhi da Riki che ha steso una pezza di stoffa rosa su un tavolino e sta tagliando la fodera di un vestito da sera degli anni ’50 che qualcuno gli ha chiesto di rimodernare.

Indossa una giacchetta striminzita di tuta da ginnastica degli anni ’70, blu con le righe bianche sulle maniche. La cerniera mezza chiusa, tutta storta, che non va più né su né giù quando sta in piedi gli scopre l’ombelico e il piercing con due punte di ferro incrociate; quando si china su quella fodera rosa gli scopre il petto e l’altro piercing con due palline azzurre che gli buca un capezzolo.

Guglielmo pensa che vorrebbe proprio mettere le sue mani sui fianchi di Riki, farle scorrere fin sotto le ascelle, sfilargli la tuta dalla testa facendogli alzare le braccia e divorarlo dai baci…

Anche il vecchio Edilio lancia un’occhiata a Riccardo e pensa:

-Guglielmo deve averglielo messo dappertutto!

Poi si vergogna del suo pensiero e tossisce borbottando qualcosa contro il governo e i prezzi troppo alti della frutta.

Mentre Guglielmo parla con il signor Edilio, Riccardo vede attraverso il suo sacco della spesa:vicino allo stoccafisso c’è un vaso di pesche sciroppate.

Riccardo si mette in bocca un dito pensando di intingerlo nello sciroppo delle pesche e di farlo scorrere sulle labbra di Guglielmo… leccarle…. intingere di nuovo il dito nello sciroppo e passarglielo su… e poi leccarlo come per mangiarsi "Guglielmo con le pesche"…

Mentre loro parlano, Riccardo guarda il sacco della spesa e fa scorrere le dita sulla fodera rosa come per piantarci le unghie, come se fosse la schiena di Guglielmo nella quale vorrebbe piantare le unghie.

Il signor Edilio esce.

Nel vicolo c’è un odore di fritto tremendo.

Guglielmo fa una carezza sulla testa di Riccardo infilandosi il cappotto e dice:

-Hai fame,Topino? Oggi è giovedì e si fa orario continuato, mangiamo qualcosa qui nel negozio, vado dal cinese là in fondo: cosa ti prendo?

Riccardo alza le spalle come per dire “quello che vuoi”.

Guglielmo esce nel vicolo.

Riccardo resta solo seduto sul divano con la fodera rosa sulle ginocchia e fissa il vuoto pensando:

-Orario continuato! Ora è soltanto mezzogiorno: questo vuol dire che ci sono ancora più di sette ore prima di tornare a casa! Maledizione! Sette ore!

 La prima cosa che faccio quando entro in casa è tirare giù i pantaloni di Guglielmo, comincio a sbottonarglieli nelle scale… entriamo dalla porta e glieli tolgo, con la mutanda del gatto insieme! Poi senza tanti discorsi lo scaravento sul letto e… lo voglio sentire subito dentro di me… voglio che mi leghi al letto con la sua cintura e che mi scopi fino a non poterne più…

La suoneria chiassosa di un telefonino lo strappa dalle sue fantasie a luci rosse.

Entrano nel negozio due donne con i capelli tutti a trecce, una risponde al telefono in una lingua incomprensibile. Probabilmente sono prostitute, nei vicoli c’è pieno.

L’altra è vestita tutta di leopardo e chiede:

- C’è Guglielmo?

Riccardo la guarda e fa segno di no

Lei resta un po’ lì a pensare,poi parla lentamente, come a uno che non capisce:

-Per  favore  ce  l’hai  una  gonna  di  camoscio?

L’amica parla sempre al telefono e ride.

Riccardo si alza e le fa vedere alcune gonne appese in mezzo agli abiti da sera. Quello è il negozio più disordinato che si può immaginare.

Lei lo guarda negli occhi e chiede lentamente:

-Posso provarmele?

Riccardo gliele allunga pensando:

-Mi trattano tutti come se fossi un pazzo… be’, lo sono! Sono pazzo d’amore per Guglielmo!

E Guglielmo parla di sicuro anche con i cinesi o chissà con chi altro perché arriva dopo tanto tempo con un sacchetto, una bottiglia di birra e un gran odore di fritto nei capelli.

Si leva il cappotto e abbraccia con forza Riki dicendo:

-è tutta la mattina che mi provochi!

E gli infila le mani gelate sotto la tuta facendogli fare un salto indietro.

-Sei tu che provochi me!

E Riccardo accarezza con le mani calde il gattino .

Guglielmo appoggia la testa sulla sua spalla:

-Topino, sei una tentazione infinita…

-Io? Sei tu che ti vesti troppo poco…

Si baciano.

Guglielmo infila un dito nello strappo al posto della tasca dei pantaloni di Riki e traccia dei cerchi sul suo sedere.

Si baciano.

GUGLIELMO SA SEMPRE TUTTO!

Un rumore di passi pesanti e un trascinare di catene li fa staccare di colpo.

La porta sbatte,entra un ragazzo grosso, vestito di nero, borchie e catene che tintinnano, la barba e i capelli color mogano legati a coda di cavallo.

Riccardo lo sbircia mentre cerca dei bottoni in una scatola: gli manca una spada e poi sembra proprio uscito da un gioco di ruolo magico e fantastico.

Guglielmo tira fuori da un armadio degli stivali tutti fibbie, evidentemente quel ragazzo glieli aveva chiesti tempo fa e ora è riuscito a procurarglieli.

Mentre se li prova parlano di giochi, carte, elfi, maghi, malefici…

Anche Guglielmo qualche anno fa giocava ai giochi di ruolo: era un arciere o qualcosa del genere. Da quando Riccardo si è tagliato le vene ha smesso di giocare e non lo ha lasciato solo neanche per una sera.

Riccardo sprofonda sul divano schiacciato come dal peso di un ricordo triste e comincia a imbastire la fodera che ha tagliato prima, quando c’era il vecchio Edilio.

Si mette due auricolari nelle orecchie e accende il suo lettore cd a tutto volume.

Guarda Guglielmo parlare, ridere e gesticolare con quella specie di guerriero, ma con la musica assordante che ha nel cervello non sente niente.

E non gli importa neanche di sentirli.

Gli importa solo che quello se ne vada, che passi la giornata in fretta e di infilarsi nel letto con Guglielmo.

Quel ragazzo fa qualche passo con gli stivali che si è provato: dalla sua espressione Riccardo capisce che gli piacciono.

Mentre se li allaccia meglio, Guglielmo si china verso di lui facendo segno di tacere come se stesse per rivelargli un segreto.

Quel ragazzo lo ascolta meravigliato, poi scoppiano tutti e due a ridere.

Ha un dente di metallo proprio davanti.

Sicuramente Guglielmo gli sta raccontando qualche pettegolezzo. Anche lui viene spesso nel negozio, a volte solo per parlare con Guglielmo.

La canzone che Riccardo ascoltava finisce.

In quell’attimo di silenzio sente quel ragazzo  chiedere ridendo a Guglielmo.

-Ma tu, come lo sai?

Guglielmo, ride,s trizza l’occhio e risponde:

-Guglielmo è come le puttane, sa sempre tutto!

 

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