Si può scrivere una fic partendo dal solo abbigliamento di uno dei protagonisti?
No?
Vi sbagliate, perchè io invece l'ho fatto e questa cosa qui ne è la prova ^^;;
Dunque... questa fanfic parte, come ho detto, dall'abbigliamento di Rukawa (vestito con scarpe di vernice nera, pantaloni neri, camicia di seta nera e cravatta argento lucido lasciata lenta) e dall'idea che mi aveva dato Junda durante uno sclero in ML ('vestilo così tra una decina d'anni').
Detto questo sapete a chi dare la colpa nel caso la storia non vi piaccia (me bastarda ^^)
Per i fan di Hanamichi... chiedo perdono, giuro che non lo faccio più ^^;;;;
Come sempre: un enorme grazie ad Antares e Ria ^_^
Buona lettura! ^_^



Opinione

di Alessia


Fiori d'arancio ovunque, tovaglie di lino bianco, argenteria, porcellane e bicchieri in cristallo di Boemia.
Una cosa in grande stile non trovate?
Credo di essere l'unico con un abbigliamento e una faccia tali da essere più adatti ad un funerale che ad un matrimonio.
Ma in fondo credete me ne freghi qualcosa?
Assolutamente no!
Aspettate, specifichiamo... non me ne frega nulla di ciò che gli altri possano pensare guardandomi, il matrimonio... beh, quello è un altro paio di maniche.
Non c'è bisogno che vi dica chi sono gli sposi novelli, vero?
Cosa?
Devo dirvelo?!
Cristo, ma allora siete più ottusi di ciò che pensavo!
Sakuragi Hanamichi e Akagi Haruko. O meglio... il signore e la signora Sakuragi.
Quando, dal fondo della chiesa, ho sentito il prete dichiararli marito e moglie e li ho visti baciarsi avrei voluto morire.
O uccidere lei, che forse sarebbe stato anche meglio.
Ma naturalmente non l'ho fatto.
Cosa ci avrei guadagnato?
Nulla, tranne un ergastolo.
E per quanto saperla morta mi renderebbe enormemente felice, non voglio passare la mia vita in una cella di due metri per tre a causa di quell'essere insignificante.
Prendo un altro martini.
Questo qual è?
Il sesto?
Boh, ho perso il conto...
Lo vedete?
Non è meraviglioso il mio do'hao con lo smoking nero, la fascia nera e un bocciolo di rosa bianca all'occhiello?
Mio... sono passati più di cinque anni e ancora non riesco a togliermi dalla mente il fatto che lui non è più mio e mai più lo sarà.
Se fino ad oggi avevo nutrito ancora qualche piccola speranza di vederlo tornare da me, la cerimonia di questa mattina le ha distrutte tutte quante.
Come dite?
Volete sapere cos'è successo?
Ma che è? Oggi siete preda di un attacco acuto di sadismo?
Uff... va bene, tanto... magari raccontarlo esorcizzerà il dolore, no?
Beh, sapete tutti come finì il campionato nazionale, no?
Hanamichi infortunato ed io in ritiro con la nazionale.
Ciò che non sapete è che però io rinunciai alla nazionale per restare con lui.
Suona fantascientifico, vero?
Eppure è così.
Io e lui stavamo insieme da poco ed io non volevo lasciarlo solo.
Certo, Hanamichi per un po' aveva protestato, ma alla fine si era arreso.
La nostra era la storia più bella della Terra.
O almeno io la pensavo così... e forse anche lui.
Ci diplomammo e andammo all'università, restando sempre insieme. Prendemmo in affitto un piccolo appartamento vicino la facoltà, convivevamo.
Quello è stato di sicuro il periodo più bello della mia vita.
Hanamichi era il mio paio di occhiali con le lenti rosa, e attraverso lui - con lui - riuscivo ad essere allegro, divertente, felice, estroverso, un po' come era lui.
Ciò che in fondo anch'io avevo sempre desiderato essere senza mai riuscirci per paura di soffrire.
Sembra un paradosso, non è vero?
Ma quelle lenti - che io consideravo infrangibili - erano in realtà di vetro, e il vetro - si sa - è molto delicato.
E così, per rompere il nostro legame è bastata la dichiarazione di quella... quella... puttana pensate sia un termine adatto?
L'ho sempre considerata innocua, ma... Dio solo sa quanto ho sbagliato!
E' venuta una sera nel nostro appartamento tutta titubante - mi chiedo ancora perché non si sia data alla recitazione - iniziando a balbettare sui suoi sentimenti, di come avesse sempre creduto di amare me, ma che solo ultimamente si era accorta di amare Hanamichi.
Naturalmente le parole sul fatto che sapeva che noi due stavamo insieme si sprecarono, ma secondo lei era giusto che Hanamichi sapesse ciò che lei provava.
Ora, una così voi come la chiamate?
Io è meglio che non ve lo dica...
Comunque, tornando al riassunto della tragedia greca che è diventata la mia vita da quel giorno... in quel momento non diedi peso alle parole della Akagi.
Certo, sapevo bene che Hanamichi ne era stato infatuato, ma altrettanto bene sapevo che lui mi amava.
O almeno credevo che mi amasse, perché è evidente che non era così se ad una settimana da quella assurda dichiarazione d'amore Hanamichi mi ha lasciato.
Così... semplicemente dicendo che aveva capito di amare ancora quella ragazza e che comunque la nostra era stata una relazione di poco conto, un gioco.
Kaede Rukawa ha smesso di vivere in quell'istante.
Ma ho sempre pensato che quelle parole Hanamichi le avesse dette solo per farsi odiare da me, per cercare di non farmi soffrire tropo... ho bisogno di pensare che sia così! Perché se quelle parole fossero state vere...
Come..? Ah, volete sapere cos'ho fatto dopo essere stato scaricato?
Semplice, ho ripreso in mano la mia vita e realizzato quel sogno che avevo accantonato per lui.
Me ne sono andato in America.
Gioco con i Los Angeles Lakers.
Anche se giocare è una parola un po' grossa. Siamo a metà campionato e non sono ancora sceso in campo un minuto di una partita ufficiale.
Mi sono sempre considerato uno dei migliori giocatori di basket, e in Giappone è sicuramente così, ma in America sono solo uno abbastanza bravo da poter far parte di una squadra di serie, ma non abbastanza per figurare nel quintetto titolare.
Kaede Rukawa una riserva.
Altra cosa che ha dell'impossibile, non è vero?
Allento un po' la cravatta color argento lucido, l'unico tocco di colore in questo completo di Armani nero, camicia compresa.
"Ehi, allora sei venuto!"
Una pacca sulle spalle mi fa sbilanciare leggermente e un po' del martini mi schizza la camicia.
"Scusa non volevo" e così dicendo inizia a tamponare la camicia all'altezza del cuore.
Anche se io non ho più un cuore.
Mi domando come faccio ogni volta a superare la visita medica che ci fanno.
Allontano la sua mano con forza, stringendogli il polso sino a fargli male, anche se involontariamente.
"Non pensavo avresti avuto abbastanza coraggio da venire"
Riesce a liberarsi della mia stretta e afferra un flûte di champagne dal vassoio di un cameriere che ci passa davanti.
Certo che sono venuto!
Neanche per un attimo ho pensato di rifiutare l'invito.
Sarebbe stato come dichiararmi sconfitto.
E nessuno può battere Kaede Rukawa.
"La sposa è radiosa, non trovi?"
Alzo gli occhi al cielo.
Ma cosa succede? I matrimoni rendono tutti sadici?
Con la coda dell'occhio lo vedo sorseggiare lo champagne mentre con lo sguardo seguo le coppie danzare sulla pista da ballo. La piccola orchestra sta suonando un walzer viennese.
Il walzer... lo ricordi anche tu Hanamichi?
Era il giorno di Natale e alla televisione davano un concerto.
Noi due avevamo deciso di rimanere nella nostra casa perché dovevamo studiare. O almeno quella era stata la scusa ufficiale con i nostri genitori.
Eravamo accoccolati sul divano quando ti sei alzato e mi hai porto la mano.
Mi concede l'onore di questo ballo?*
Mi sono sentito così scemo, però ho annuito e ti ho concesso la mia mano con la stessa grazia e civetteria di una donna.
Quel giorno abbiamo capito che ne te ne io avremmo mai vinto un premio per il ballo.
"Ancora non gli hai parlato?"
La voce di Sendo mi riscuote dai miei ricordi ed io non posso fare altro che scuotere la testa.
Non ve lo avevo detto?
Quando Hanamichi mi ha detto che per lui ero stato solo un gioco l'ho preso a pugni e me ne sono andato dal nostro piccolo angolo di Paradiso.
Da allora non l'ho più sentito.
Poi, un mese fa, mi è arrivato questo maledetto invito.
Ok, se lo dico vi sembrerà esagerato, ma se un dottore mi avesse detto che non avrei più potuto giocare sono sicuro mi avrebbe fatto meno male.
Smettetela di fare quelle facce dubbiose, saprò ben io come mi sono sentito, no?!
"Dovresti farlo"
Gli lancio un'occhiata gelida "In questo momento è meglio di no... non mi va di passare il resto della mia vita in galera per il do'hao"
Già... ho detto che vorrei la Akagi morta, ma in realtà chi vorrei vedere cadavere è soprattutto lui.
Lui che mi ha usato, ferito, ingannato...
Cristo, sembro l'eroina di un romanzo rosa maltrattata da tutti!!
"Secondo te lui l'ama davvero?"
Perché diavolo l'ho chiesto?
Tanto qualche che sia la risposta non potrà cambiare nulla!
Sendo si stringe nelle spalle "Non lo so, credo di si... in realtà non ci ha mai parlato molto di ciò che prova per lei, non era... non era come con te..."
Annuisco e riesco a stento a sopprimere un sorriso.
Questo è uno dei - per quanto dolorosi - ricordi più dolci che ho.
Hanamichi che parla con chiunque disposto ad ascoltarlo di ciò che provava per me. Mancavano solo i cartelloni pubblicitari, ma col tempo sarebbero arrivati anche quelli...
Tempo...
Cinque anni... questo il tempo che siamo stati insieme...
Una settimana... questo il tempo che ci è voluto per distruggere tutto...
Sei anni... questo il tempo che non ci siamo più visti...
Prendo la giacca dallo sgabello del bar e la indosso.
"Te ne vai già?"
Annuisco "Devo dormire, domani torno a Los Angeles"
Sendo mi guarda, per la prima volta in vita sua credo, serio "Parlagli, dovete parlare e chiarirvi"
Scuoto la testa "Non c'è nulla da spiegare, e forse ho anche fatto male a venire. In fondo non dovevo dimostrare nulla a nessuno, giusto?"
Mi allontano prima di sentire una qualsiasi risposta.
Mi sono reso conto, pronunciando quelle parole, che io invece volevo dimostrare qualcosa.
Volevo dimostrare a me stesso che oramai lo amavo solo per inerzia, e che l'amore e il dolore che provavo erano solo il ricordo di un passato felice ma che avevo dimenticato, anche se non volevo ammetterlo.
Niente di più falso.
Lo amo ancora e soffro ancora.
Sono da manicomio, lo so, non c'è bisogno che me lo facciate notare.
Solo un pazzo può continuare ad amare colui che gli ha distrutto la vita.
Chiudo gli occhi, sedendomi sul bordo di questo gazebo, ascoltando lo stridio dei gabbiani, l'infrangersi delle onde sugli scogli, inspirando l'odore della salsedine che il vento porta fino a me.
Quante volte io e il do'hao abbiamo guardato insieme il nascere del Sole?
Troppe perché possa ricordarle tutte.
Ogni scusa era buona per andare al mare. Sia io che lui lo adoriamo.
"Ciao kitsune..."
Spalanco gli occhi e mi sbilancio... se non fosse stato per lui ora sarei un mucchietto di carne e ossa sanguinolente in fondo a questo dirupo.
Beh... non sarebbe stato tanto male...
Mi ritrovo a specchiarmi nei suoi dolcissimi occhi marroni, Dio, come mi sono mancati!
Mi allontano da lui con gesto stizzito, non voglio passare del tempo con lui, non voglio parlargli, voglio andarmene e...
"Io ti amo ancora..." un sussurro portatomi dal vento.
Mi giro su me stesso, stringendo i pugni.
Lo vedo sorridermi titubante "Io ti amo ancora e mi dispiace per ciò che ti ho fatto, so ciò che hai provato..."
"Fa silenzio!" un sibilo pieno di odio il mio "Non sai nulla tu, non sai cosa significa vedere tutto il proprio mondo crollare, distrutto da chi pensavi non ti avrebbe mai fatto del male!"
Per uno che non parla mai ho detto sin troppo. Soprattutto cose che non avrei mai voluto dire.
Lo vedo abbassare lo sguardo, mortificato.
"Forse hai ragione... forse non so cosa hai provato. Ma so cosa ho provato io rivedendoti: una felicità che credevo dimenticata e il mio cuore ha ripreso a battere. Ho sposato Haruko, ma oggi ho capito di amarti ancora"
Amarmi?
"Mi lasci, sposi un'altra, il giorno del tuo matrimonio dici di essere ancora innamorato di me... e secondo te ora io cosa dovrei fare? Saltarti al collo e baciarti appassionatamente?"
Il suo sguardo basso e il rossore sul suo volto mi dicono che ho azzeccato in pieno.
Stronzo!
Gli volto le spalle e faccio un paio di passi in direzione del parcheggio.
Forse, con un po' di fortuna, riesco a prendere l'ultimo volo per gli Stati Uniti. Quale che sia la destinazione non ha importanza, l'importante è allontanarsi il più in fretta possibile da qui.
"L'ho sposata solo perché è incinta..."
Torno a guardarlo negli occhi.
Ma cosa crede?
Che dopo questa confessione io sarò felice?
"Io non l'amo, non l'amo più, forse... non l'ho mai amata. Mi dispiace per ciò che ti ho fatto, ma avevo paura, tu sembravi non capirmi, lei mi offriva la possibilità di una vita normale..."
Aspettate! 
Fermi tutti! Fatemi capire!
Ora la colpa sarebbe mia?
Beh, certo... dato che non so leggere il pensiero, che quando chiedevo se stava bene mi rispondeva di si ed io gli credevo perché pensavo che se avesse avuto qualche problema me ne avrebbe parlato, dato che è un vigliacco incapace di affrontare le conseguenze delle sue scelte... è ovvio che la colpa è mia!
Certo, di chi altri è la responsabilità del fatto che la mia esistenza è diventata la pantomima di una vita, se non mia?
"Ora hai la tua vita normale, Sakuragi. Ti auguro che sia felice. Devo andare..."
Mi afferra un polso e mi tira a se.
Vi prego... concedetemelo!
Solo un istante... una scheggia di eternità per sentire nuovamente il calore del suo corpo, il profumo della sua pelle, il battere ritmico del suo cuore...
Un secondo solo ancora!
Affinché possa memorizzare tutto e portare con me questo ricordo sino alla fine...
"Rimani con me..."
Un bisbiglio lieve che fa accelerare il mio respiro.
"Non andartene... rimani qui... staremo insieme... saremo amanti clandestini, ma staremo insieme... ovviamente Haruko non dovrà saperne nulla, ma..."
Che cosa!?
Poggio le mie mani sul suo petto e lo allontano da me.
In pratica mi sta - di nuovo - chiedendo di rinunciare ai miei sogni, alla mia vita, a ciò che sono solo per renderlo felice e comunque sarebbe tutto di nascosto...
Certo... diverrei l'amante scomodo che è perfetto per soddisfarlo a letto ma non per la vita di tutti i giorni.
Vigliacco... solo questo è Hanamichi e me ne sto rendendo conto solo adesso.
Lui ha sempre avuto paura di ciò che realmente significava stare con me, in fondo, anche le persone con cui parlava di ciò che sentiva erano in realtà coloro che conosceva benissimo e che sapeva non l'avrebbero mai condannato; e i cartelloni pubblicitari... quelli non sarebbero mai arrivati...
Forse è vero...
Io sapevo tutto questo anche quando stavamo insieme, solo... non volevo accettarlo.
E' tanto grave?
Forse è vero... forse la colpa è mia...
Avrei dovuto lasciarlo... non mi sarei dovuto fare delle illusioni...
Si, in fondo credo sia vero... la colpa di tutto il dolore che ho provato e che continuo a provare è mia, perché sapevo ma non volevo rendermene conto.
Alla fin dei conti... sono stato solo una puttana.
Neanche tanto brava dal punto di vista degli affari se non ho guadagnato neanche uno yen.
"Kaede..?"
Rialzo lo sguardo su di lui.
Un vigliacco, ipocrita, bigotto, pauroso essere umano.
Questo è Hanamichi Sakuragi.
Non è il Tensai, lo spaccone, teppista, anticonformista che mostrava a tutti di essere.
Quella era solo una maschera che indossava per nascondere anche a se stesso la sua mediocrità.
Gli sorrido.
Uno di quei sorrisi che lui mi ha insegnato a fare.
Di questo devo essergliene grato.
Pur nella sua vigliacca mediocrità Hanamichi mi ha insegnato ad essere espansivo. O quanto meno fingere di esserlo.
"Torna da tua moglie, si starà chiedendo che fine tu abbia fatto..."
Mi allontano e questa volta non tenta più di fermarmi.
Perché ho come l'impressione che la sua fosse tutta una scena per capire se l'odio o meno?
Probabilmente è così, perché i mediocri vorrebbero che tutti volessero loro bene e quando non ottengono l'affetto sperato tentano di ottenerlo in tutti i modi possibili.
Lui l'avrebbe fatto tornando a venire a letto con me.
Suona tutto così assurdo.
Salgo sulla decappottabile che ho noleggiato e torno a guardare il mare.
Il mare dove per la prima volta ci siamo detti ti amo
Corrugo le sopracciglia.
Ora che ci penso... lui non mi ha mai detto quelle due semplici parole, ero solo io a pronunciarle, lui rispondeva con anch'io e idem.
Innesto la retromarcia ed esco dal parcheggio di questo albergo costruito in cima ad una collina.
Ho vissuto sei anni nel dolore di una amore distrutto e solo oggi mi sono accorto che quell'amore non esisteva perché era la persona che credevo di amare a non esistere.
Sorrido al ricordo di una frase che disse Sakuragi il giorno in cui ci mettemmo insieme: Oggi, per Hanamichi e Kaede è iniziata una nuova vita piena di felicità e amore...
A più di dieci anni da quel giorno mi ritrovo a sussurrare al vento quelle stesse parole: "Oggi, per Kaede Rukawa, inizia una nuova vita fatta di felicità..."
Sarà così!
Non lo credete anche voi?




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