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your mind
di
Choco
Gojyo si svegliò di
soprassalto, scattando a sedere sul letto.
Da principio non riuscì nemmeno a capire cosa avesse interrotto il suo
sonno; gli sembrava di avere avuto un incubo, uno di quelli talmente
brutti, angoscianti e spaventosi da indurre l'inconscio a fartene uscire
subito, spingendoti ad aprire gli occhi di scatto e lasciandoti la fronte
imperlata di tante piccole goccioline di sudore gelato.
In fondo, non era nuovo a questa sensazione: da quel giorno maledetto gli
era capitato talmente tante volte da perderne il conto...
L'immagine del viso straziato di suo fratello bagnato dalle lacrime...
Quel pezzo di legno che teneva in mano... Il rosso del sangue che
contrastava in maniera terrificante con il bianco della veste di sua
madre...
Quei ricordi avrebbero continuato a perseguitarlo per sempre, nonostante
lui cercasse di affrontare la vita con tutto l'ottimismo ed il coraggio
che poteva.
Solo che...
Quella notte non gli pareva di aver sognato...
...Non era stato un *suo * incubo ad averlo svegliato... Si era trattato
qualcos' altro. Anche se la sensazione agghiacciante che aveva provato era
stata molto simile.
Qualcuno aveva gridato, nel silenzio ovattato della notte; era stato
quello a interrompere il suo sonno.
Forse non si era trattato di un vero e proprio grido, ma in tutto quel
buio da cui era avvolta la stanzetta della locanda dove alloggiavano lui
ed i suoi compagni di viaggio e con solo i grilli a turbare la quiete
notturna di quel piccolo villaggio ai piedi delle colline, anche una
parola poco più che sussurrata riusciva a trasformarsi in qualcosa di
allarmante...
...Specie se poi, una volta svegli e consapevoli di essere al sicuro in un
tiepido futon, ci si rendeva conto che la parola in questione era uscita
dalle labbra di uno dei propri compagni di stanza che, al momento, stava
continuando a lamentarsi nel sonno, agitandosi.
Gojyo si avvicinò gattonando al letto del ragazzo che riposava accanto a
lui, poggiandogli gentilmente una mano sulla spalla.
"Hakkai... " Chiamò piano. "Hakkai, svegliati..."
Cho Hakkai non sembrò accorgersi della presenza dell'amico accanto al
proprio futon; anzi, il tocco di Gojyo lo fece sussultare.
"No.... No, non toccarmi, no..."
Gojyo sbatté le palpebre, allarmato. Provò a scrollare dolcemente il
compagno.
"Hakkai, svegliati... Stai facendo un brutto sogno. Svegliati!" Continuò a
chiamarlo, a bassa voce, nel tentativo di non svegliare Sanzo e Goku.
"No... Lasciami.... "
La voce di Hakkai era impastata, nel tipico modo di chi sta parlando nel
sonno; eppure, anche così, lasciava trapelare tutta quella serie di
emozioni che erano sempre così chiare, in lui, quando permetteva ai
ricordi del passato di riemergere dal profondo del suo cuore, dove cercava
di tenerli ben chiusi a chiave; ricordi che avevano il potere di
cancellare quel sorriso dolcissimo dal suo viso gentile.
A Gojyo non piaceva per niente vedere soffrire i suoi amici... E Hakkai
era un amico speciale. E poi... Si sentiva particolarmente turbato, ogni
volta che lo vedeva incupirsi, o rattristarsi. Era una sensazione al
contempo straziante e... Fastidiosa. Non sapeva spiegarselo, ma in quei
momenti era come se una specie di invisibile folletto antipatico gli
tirasse una ciocca dei lunghi capelli cremisi, per renderlo cosciente di
una remotissima parte del suo essere che lui voleva ad ogni costo
continuare ad ignorare... Forse perché si trattava della sua parte più
sensibile, quella che era più pericoloso mettere a nudo...
Per quello stesso motivo, decise che non era il caso di lasciare che
Hakkai venisse ulteriormente tormentato dai sogni.
Lo afferrò più saldamente, questa volta per entrambe le spalle,
scrollandolo con più forza.
"Hakkai! Avanti, apri quei begli occhioni, su..." Tentò, quasi disperato,
avvertendo il suo respiro affannato. Non sopportava di vederlo così...
Perché non riusciva a svegliarlo?
"Hakkai!"
"NOOOOOOOOOOOOOOOMmmmmmmmmmph...."
...Ecco, quello sarebbe stato un vero grido, se Gojyo non fosse stato
abbastanza svelto da premere entrambe le mani sulla bocca del compagno, la
sua preoccupazione per un attimo spazzata via dal *terrore * che quel
pazzo di un monaco si svegliasse anche lui nel cuore della notte,
cominciando a sparare addosso a loro due perché stavano facendo troppo
rumore...
Si guardò alle spalle, guardingo, sudando freddo per qualche secondo; ma
tutto sembrava tranquillo, Occhi_Suadenti era pacificamente addormentato
con quell'espressione innocua che la sua faccia riusciva ad assumere solo
nel sonno... Ed era sdraiato nel solito modo languido di quando dormiva,
come se avesse appena finito di fare del sesso.
Gojyo non fece in tempo a rallegrarsi: le lunghe dita sottili di Hakkai si
erano avvinghiate ai suoi polsi, scostandogli le mani, mentre il ragazzo
si dibatteva e gemeva sotto di lui, che invece cercava di trattenerlo.
"Accidenti Hakkai, smettila! Sono io, Gojyo! Piantala... Svegliati!" ,
sibilò tra i denti, cercando di fare del suo meglio per non parlare troppo
forte; improvvisamente, gli occhi verdi di Hakkai si spalancarono,
scintillando nell'oscurità come quelli di un gatto.
Gojyo sbatté le palpebre, immobilizzandosi; due secondi dopo, il suo amico
era scattato a sedere e gli aveva gettato le braccia al collo,
stringendosi convulsamente a lui.
"Gojyo... Gojyo..." , sussurrò Hakkai in un filo di voce tremante, mentre
continuava a respirare affannosamente sulla spalla dell'amico.
Gojyo chiuse un abbraccio insicuro intorno al compagno, appoggiandogli il
mento sulla spalla.
"Ssssh... Va tutto bene... Va tutto bene..."
Ma il dolce Hakkai non sembrava dello stesso parere: continuava a tremare
violentemente tra le sue braccia, mentre gli ansiti che gli uscivano dalla
gola si stavano pian piano tramutando in acuti singhiozzi, che penetravano
uno ad uno nel cuore di Gojyo come tante piccole stilettate; quest'ultimo
provò a posare una mano sulla testa corvina dell'amico, in una
rassicurante carezza.
"Hakkai... Sssssh... E' stato solo un incubo... Sei al sicuro...Calmati,
per favore..."
'Si, calmati, ti prego... Non ce la faccio a vederti così...'
"Non... Non è stato un sogno... E' accaduto davvero... Gojyo... Tutto quel
sangue... Kanan..."
*Kanan*
... Già...
Chi altro avrebbe potuto turbare il sonno del solitamente tranquillissimo
ragazzo, se non il ricordo del suo amore finito in tragedia? Cos'altro
sarebbe riuscito a farlo gridare nel cuore della notte?
"Sssssh... E' finita, Hakkai... E' stato tanto tempo fa, una vita fa...
Adesso sei qui con noi... Se qui con *me*."
Una *vita* fa... Una vita fa.
Cho Gonon era morto e risorto con un altro nome... Ma se fosse bastato
davvero solo cambiargli il nome per strappargli dal cuore tutto quello che
aveva passato... Se fosse bastato davvero solo quello...
"No... No Gojyo... Non è finita, non è finita... Non finirà *mai*..."
Hakkai si aggrappò ancora di più al compagno, senza riuscire a smettere di
tremare; Gojyo lo abbracciò più stretto, continuando ad accarezzargli i
capelli, cullandolo piano.
"Ssssssh... Hakkai, per favore.... Stai tranquillo, tranquillo... Non
vorrai svegliare Sanzo e Goku, vero? Lo sai che quella stupida scimmia se
si sveglia comincia a chiedere da mangiare e quell'altro pazzo... E'
capace di mettersi a sparare nel sonno se lo disturbiamo troppo! Quindi ti
prego, cerca di calmarti... Fallo per il bene di tutti, eh?"
Naturalmente, la preoccupazione per la reazione del monaco dagli occhi
viola e della piccola bertuccia rappresentavano una minima parte del
malessere di Gojyo; stava cercando di sdrammatizzare, di buttarla sul
ridere ed essere sarcarstico... Vedere l'amico in quelle condizioni lo
rendeva vulnerabile, troppo per i suoi gusti. E lo faceva soffrire.
"Scu... Scusami, Gojyo... Scusami..."
"Oh, Hakkai... Non ti scusare sempre di tutto... Aspetta... Rimettiti
giù... Torno subito."
***
Goku si svegliò all'altro capo della stanza, disturbato da una sensazione
sgradevole: era come se qualcuno gli stesse stringendo il cuore in una
mano, procurandogli un terribile senso di oppressione e tristezza.
Contrariamente al suo solito, invece di scattare a sedere come una molla
sul futon e cominciare a svegliare uno dopo l'altro i suoi compagni di
viaggio chiedendo di andare a fare subito colazione, si sollevò su un
gomito con molta circospezione, stropicciandosi i grandi occhi color
dell'ambra per poi scrutare nel buio. Gli sembrava come di aver sentito...
Una mano grande dalle lunghe dita sottili gli si poggiò su una spalla,
facendolo sussultare: il ragazzino si voltò in direzione del futon che
accoglieva Sanzo, dispiegato accanto al suo; riuscì a vedere il monaco
scuotere lentamente il capo anche attraverso tutta quell'oscurità e stava
per replicare quando il viso di Sanzo si avvicinò alla sua spalla e quelle
labbra sottili e perennemente imbronciate gli sussurrarono all'orecchio:
"Continua a dormire, Goku. Non sono affari nostri."
Il piccolo demone si indignò leggermente.
"Ma, Sanzo!", bisbigliò a sua volta nell'orecchio del monaco,
aggrappandoglisi ad un braccio, " Hakkai... Mi pareva che stesse
piangendo, e..."
"Bakazaru... Fai silenzio e lascialo in pace. Non è da solo. Adesso
rimettiti giù e dormi."
"Demo... Sanzo..."
"Urusai! Dormi!", sentenziò Sanzo, prima di afferrare saldamente entrambe
le spalle di Goku e spingerlo a forza giù sul futon, per poi sdraiarsi di
nuovo a sua volta.
Il ragazzino sospirò pesantemente, chiudendo gli occhi e tirandosi la
trapunta fin sopra al naso; Sanzo alle volte sembrava davvero un cinico
senza cuore... Eppure lui *sapeva* che non era così.
E, anche se non riusciva a capire il significato delle parole che il suo
tutore gli aveva sussurrato poco prima, forse lasciare Hakkai tranquillo
era davvero la soluzione migliore...
***
Gojyo si sciolse dall'abbraccio disperato del compagno, lasciandolo
accovacciato e tremante sul futon; il ragazzo si diresse, brancolando nel
buio, in direzione della finestra.
Era abbastanza spaventato all'idea di urtare qualcosa e provocare un
qualche tipo di rumore sgradito alle sensibilissime orecchie del
Monaco_Corrotto, ma per fortuna riuscì a raggiungere la meta senza
incidenti e ad aprire gli scuri in legno, facendo così penetrare nella
stanza la tenue luce dorata delle lanterne appese all'ingresso della
locanda, lasciate accese tutta la notte per permettere ai viaggiatori di
identificare quel luogo di ristoro anche nelle serate buie e senza luna.
Già solo quel lieve chiarore riuscì ad irradiare la stanza di una
confortevole aura di calore, di sicurezza, come se la luce fosse stata in
grado di cacciare via le presenze oscure e maligne che scatenano le
inquietudini nell'animo di chi è immerso nel sonno, portando incubi e
sogni angosciosi...
Gojyo tornò sui suoi passi, accanto al futon di Hakkai che lo aspettava
seduto sui talloni, seguendo ogni suo movimento con lo sguardo; si
inginocchiò, osservando gli occhi angosciati dell'amico, la sua
espressione terrorizzata ed il suo viso madido di sudore.
Hakkai teneva le braccia strette attorno al corpo, le dita serrate attorno
alle maniche della scollatissima maglia di cotone immacolato che usava per
dormire.
Gojyo alzò una mano, un po' esitante; per qualche strano motivo, il cuore
gli saltò un battito mentre faceva passare le dita tra le arruffate
ciocche corvine del compagno. Quest'ultimo chiuse gli occhi e sospirò,
come se il tocco di Gojyo riuscisse, in qualche modo, a fargli provare un
po' di sollievo.
"Gardati qui, sei tutto sudato... Dai, rimettiti giù."
Il ragazzo dai capelli cremisi appoggiò entrambe le mani sulle spalle di
Hakkai, spingendolo delicatamente giù; in posizione supina; lui non oppose
resistenza, si lasciò guidare, ma il suo corpo non voleva saperne di
rilassarsi: era ancora teso come una corda di violino, con le braccia
incrociate sul petto e la trama della maglia convulsamente stretta nei
pugni chiusi; era come se avesse avuto paura di venire assalito da un
mostro orribile, non uno dei demoni contro i quali era solito battersi,
bensì uno di quei mostri da cui non ci si può difendere, quelli che
nascono dalle proprie paure, che ti si insinuano dentro divorandoti
l'anima... Hakkai continuava a tremare, il respiro affannoso.
Gojyo si alzò di nuovo in piedi con un sospiro, raggiungendo la caraffa
d'acqua fresca che la locandiera aveva lasciato sul tavolo, accanto alla
finestra, assieme ad un vassoio e quattro bicchieri di terracotta; frugò
qualche istante tra i bagagli addossati alla parete, estraendone qualche
benda.
Strappò un pezzo di tessuto della misura di un fazzoletto e, dopo avervi
versato sopra un po' d'acqua e riposto la caraffa, ritornò al capezzale
dell'amico, inginocchiandosi accanto a lui; cominciò quindi a passare la
benda inumidita sul viso di Hakkai, che continuava a tenere gli occhi
chiusi, esalando un altro sospiro di sollievo.
L'altra mano di Gojyo si posò su un pugno serrato del compagno, cercando
di fargli aprire le dita con delicatezza.
"Rilassati, Hakkai... Cerca di rilassarti, adesso...", mormorò,
continuando ad accarezzargli il viso con il lembo di stoffa intriso
d'acqua.
Gli occhi di Hakkai si aprirono lentamente, puntandosi in quelli
rosso-rubino di Gojyo, che ora si stava prendendo cura dell'altro pugno
convulsamente chiuso; un sorriso tirato si dipinse sul volto pallidissimo
del ragazzo dai capelli corvini.
"Non finirò mai di essere un peso per te, Gojyo... gomen ne...", sussurrò,
la voce ancora roca e un po' tremante.
Fu il turno di Gojyo di sospirare.
"Ma se sei tu quello che si prende sempre cura di tutti...", replicò,
seguitando a tamponare il viso ed il collo dell'amico con la stoffa
inumidita.
C'era qualcosa di terribilmente intimo in quel gesto, qualcosa che lo
riempiva di tenerezza e, al tempo stesso, gli procurava una strana
sensazione che non avrebbe saputo spiegarsi; un pensiero vagamente
disturbante lo fece avvampare, obbligandolo istintivamente a fermarsi,
lasciando cadere a terra la garza che teneva in mano.
Gojyo si concesse il lusso di passare ancora una volta le dita tra la
massa di seta nera che erano i capelli di Hakkai, avvertendo un leggero
brivido al contatto.
"Va un po' meglio?", chiese poi all'amico, che aveva nuovamente chiuso gli
occhi, abbandonandosi sul futon e alle sue attenzioni.
Hakkai risollevò le palpebre sulle iridi smeraldine velate di tristezza,
guardando intensamente in quelle quasi porpora del mezzo-demone.
"Si... Sto meglio... Grazie. Ah... So che potrebbe sembrare sciocco, ma...
Non è che lasceresti aperti gli scuri, per favore? Non me la sento di
rimanere di nuovo al buio...", rispose, lasciandosi scappare un singhiozzo
camuffato da risata.
Gojyo gli regalò uno di quei sorrisi riservati, solitamente, alle belle
ragazze: seduttivo e tenero al tempo stesso, un sorriso che fece
sfarfalleggiare qualcosa all'interno del suo stomaco... Una sensazione
che, ormai, pensava di aver dimenticato.
"Farò di meglio..." , sussurrò quindi Gojyo, "Starò qui con te... Ti
disturbo?", domandò, una volta che ormai aveva già sollevato un lembo
della trapunta e si stava coricando accanto al compagno.
Non sapeva bene nemmeno lui come gli fosse venuta in mente un'idea simile
e nemmeno gli importava; sapeva soltanto che, in quel momento, gli
sembrava la cosa giusta da fare. Si sdraiò sul fianco destro, appoggiato
su un gomito e studiò per qualche istante l'espressione solo vagamente
incredula di Hakkai.
"...Sarò il guardiano dei tuoi sogni fino a domattina!", sentenziò quindi
Gojyo in un tono ironico che voleva essere più un tentativo di far tornare
il bellissimo sorriso a cui era abituato sul volto di Hakkai più che di
nascondere il proprio imbarazzo per essersi infilato nel suo letto...
...A pensarci bene, in qualsiasi altro momento della sua esistenza
dividere le lenzuola con un altro uomo sarebbe stata un'idea da
voltastomaco, per lui... Eppure era lì, sdraiato accanto ad Hakkai...
*Contento* di esserlo. E quella sensazione di benessere si fece più
intensa quando vide i bei lineamenti delicati dipingersi di un vago
stupore, quei bellissimi occhi che erano stati capaci di catturare la sua
attenzione dal primo momento in cui li aveva incrociati sgranarsi per un
attimo e brillare di una luce più intensa... Fino a quando, pochi attimi
dopo, quell'espressione perplessa sul volto di Hakkai fu sostituita da
un'altra, dolcissima ed inaspettata.
"...E' bellissimo quello che hai appena detto... Arigato, Gojyo."
Hakkai aveva appoggiato una mano sul viso dell'amico, pronunciando quelle
parole; lasciò che i polpastrelli scivolassero a sfiorargli una guancia in
una carezza appena accennata, prima di accoccolarsi contro al suo petto,
come avrebbe fatto un bambino, passandogli le braccia attorno alle spalle.
"...Arigato, Gojyo...", ripeté poi in un sospiro, senza curarsi di
staccare le labbra della camicia di cotone grezzo che indossava il
compagno.
Gojyo avvertì un lunghissimo brivido percorrergli la spina dorsale;
cominciava a sentirsi davvero... *strano*... Come se fosse stato in preda
ad una sbronza, o meglio, come quando al posto delle solite sigarette lui
e Sanzo rimediavano qualcosa di meglio dai mercanti di spezie di
contrabbando... La sensazione di appartenenza, di contentezza che provava
stava lasciando il posto ad una strana euforia. Appoggiò casualmente il
braccio attorno alla vita di Hakkai, cercando di non farlo sembrare un
gesto troppo intimo.
"Allora, Hakkai... Cosa farai quando avremo sconfitto Gyumah-O e quest'avventura
finirà? Ti deciderai finalmente a ricostruirti una vita e a tornare ad
insegnare?"
Lo aveva detto così, senza pensarci e subito dopo se ne pentì a morte.
"Beh... io pensavo che saremmo ritornati insieme... Al *nostro* villaggio,
tanto per cominciare e poi avremmo deciso che fare delle nostre vite, dopo
un periodo di meritato riposo... Se eri così ansioso di liberarti di me,
Gojyo, avresti potuto dirmelo anche prima che tutto questo cominciasse...
"
C'era stata una nota di ironia a colorare la voce di Hakkai, ma Gojyo si
sentì comunque un verme... Era come se gli avesse detto che sperava
togliesse presto il disturbo! Ma cosa gli era saltato in mente?
"No, no... Non fraintendermi, io... Non voglio mica cacciarti di casa...
solo... Davvero, vorrei che tu ricominciassi a *vivere*... A vivere
davvero, Hakkai."
Un altro, lungo sospiro uscì dalle labbra del ragazzo.
"Vedi, Gojyo... Certe ferite sono difficli da guarire... Ci vuole molto
tempo e ogni tanto, proprio quando sembra che si stiano per chiudere
definitivamente, se cambia il tempo ricominciano di nuovo a bruciare... Ma
poi ritorna il sereno, e allora loro smettono di fare male... almeno per
un altro po'."
Gojyo sbatté le palpebre, imbarazzato.
"Ecco... se volevi dirmi che non stai tutto il giorno a rimuginare sul tuo
passato... Beh, mi dispiace... Io non intendevo..."
"Non ti preoccupare per me, Gojyo... Io ho già trovato qualcosa per cui
andare avanti... Per cui *vivere* davvero, come dici tu. La vostra
amicizia, per me, è stato un dono preziosissimo... Un dono che non
meritavo, dopo tutto il male che ho fatto... Una seconda chance di capire
cosa sono le vere emozioni, di provare sentimenti forti, profondi... Di
avere una meta da raggiungere. Anche se ogni tanto gli incubi del passato
riemergono, io adesso non sono infelice... Davvero. Mi sento al sicuro,
con voi, nonostante tutto quello che stiamo affrontando ogni giorno. Mi
sento... Non so come spiegarlo, è una sensazione strana... Mi sento *a
casa*. Come se conoscessi voi tre da secoli..." Hakkai aveva parlato
tenendo gli occhi chiusi, con una guancia appoggiata al petto di Gojyo e
continuando a tenerlo abbracciato come se fosse la cosa più naturale del
mondo; a quel punto, però, sollevò il viso, discostandosi un po' per
riuscire a guardare il suo compagno negli occhi con un'espressione
serissima ed un po' incredula, come se lui stesso trovasse strano quanto
stava per uscirgli dalle labbra: "E quando sono da solo con te... Quando
sono da solo con te mi sento ancora più a casa." , asserì, arrossendo
furiosamente ma continuando a sostenere il confuso sguardo rosso-rubino.
Gojyo si sentì completamente... *perso*.
Seguitava a guardare in quelle due pozze smeraldine che erano gli occhi di
Hakkai, registrando al contempo la tonalità rosso-fragola che gli zigomi
solitamente color avorio avevano assunto; cercò di elaborare velocemente
le ultime parole pronunciate dal compagno, cercando di attribuire loro un
significato razionale, ma si accorse di non riuscire a pensare, in quel
momento, di non riuscirci affatto.
Qualcosa... anzi, no, *tutto* quello che era accaduto negli ultimi minuti
l'aveva rapidamente fatto cadere in uno stato di totale confusione mentale
ed incapacità di agire; il cuore aveva cominciato a battergli furiosamente
nel petto e sentiva un'inequivocabile e ben nota sensazione di vuoto allo
stomaco... L'unica cosa che riuscì a fare fu cingere più saldamente la
vita di Hakkai con il braccio e avvicinarglisi... Avvicinarsi a lui sempre
di più, come se una forza misteriosa lo stesse trascinando, vicino, sempre
più vicino a quel viso che ora come non mai gli appariva dolce e
bellissimo, più vicino a quegli occhi che si stavano sgranando per la
sorpresa, più vicino a quelle labbra scure che ora erano leggermente
socchiuse, forse nell'intento di pronunciare qualcosa...
Fallendo.
Gojyo le chiuse con le proprie, mentre il suo lato più istintivo prendeva
il sopravvento, rendendolo schiavo del suo corpo.
Avvertì Hakkai irrigidirsi nel suo abbraccio, le sue mani spingergli
contro il petto in un tentativo di resistenza che non fece altro se non
accrescere quell'improvviso, folle desiderio che si era impossessato di
lui... Fece risalire la mano dal fianco di Hakkai lungo la sua schiena in
una veloce ma sensuale carezza, per poi lasciare scivolare le dita tra le
ciocche corvine e premere il viso dell'amico contro il proprio, in modo di
non dargli lo spazio necessario a scappargli, ad allontanarsi... Gli
sembrò di udire un gemito,una specie di protesta soffocata, ma decise di
ignorarla e presto sentì le labbra serrate sotto alle proprie
ammorbidirsi, sciogliersi, aprirsi... Cominciando a muoversi in sincronia
con le sue .
Gojyo si azzardò a passare la punta della lingua sul labbro inferiore di
Hakkai, mordicchiandolo quindi dolcemente,
per poi indugiare in un altro bacio...
...Prima che la ragione si risvegliasse dentro di lui, costringendolo ad
allontanarsi, shoccato, consapevole dello stesso attonimento che leggeva
negli occhi del compagno; ma non fece nemmeno in tempo a chiedersi che
diavolo lo avesse spinto ad agire in quel modo che le braccia di Hakkai
gli si insinuarono attorno al collo, trascinandolo di nuovo sulle sue
dolcissime labbra.
Gojyo si sdraiò accanto a lui, cingendolo con entrambe le braccia e
stringendoselo contro dolcemente, cautamente, in modo da non spaventarlo;
questa volta era più che consapevole di quello che stava facendo: stava
baciando Hakkai, il suo migliore amico, il ragazzo che aveva salvato
quella notte di pioggia, l'uomo che aveva protetto a costo della vita,
colui per il quale aveva pianto, pensandolo giustiziato dopo che si era
costituito a Sanzo, tre anni prima... Stava baciando la persona a cui
forse teneva di più, l'essere con i più begli occhi ed il sorriso più
dolce che avesse mai visto... Stava baciando un *uomo*.
Ed era bellissimo.
Era diverso da tutte le altre volte che si era ritrovato qualche ragazza
tra le braccia... E non perché si trattasse di un uomo, questa volta, ma
proprio perché si trattava di Hakkai. Perché c'era qualcosa di più
*profondo*, di più dolce, di più metafisico, oltre all'attrazione
puramente chimica che,ormai poteva ammetterlo, in fondo aveva sempre
provato nei suoi confronti.
...E poi c'era anche qualcos'altro. Qualcosa che non riusciva a spiegarsi,
a cui non riusciva a dare un nome... Quella sensazione di *appartenenza*,
di *casa*, come aveva detto prima Hakkai...
...Era come se in qualche altra vita, in qualche altra parte del mondo
avesse già stretto quel corpo al tempo stesso sottile e muscoloso contro
il proprio, come se avesse già assaggiato quelle labbra dolci e morbide e
avesse già respirato il profumo speziato di quei capelli color ebano...
Come se fosse tutto assolutamente *giusto*.
Hakkai gemette piano nella sua bocca, stringendosi ancora di più a lui,
schiudendo le labbra e lasciandogli libero accesso, compiacendosi
dell'esperienza e del talento del compagno; nessuno poteva sapere quanto
avesse bisogno di quel tipo di attenzioni e, soprattutto, di sapere che il
suo corpo era ancora in grado di provare quelle meravigliose sensazioni...
Anche senza Kanan.
Rispondeva a Gojyo con tutta la passione che era rimasta sopita in lui per
anni e sentiva il suo corpo risvegliarsi secondo dopo secondo... Insinuò
una gamba tra quelle del compagno, strusciandosi suggestivamente contro di
lui; sentì Gojyo mugolare sommessamente, le sue labbra spostarsi sul collo
e cominciare a morderlo delicatamente, mentre una mano grande e calda gli
si infilava sotto alla maglia, accarezzando gli addominali tonici,
sfiorando la cicatrice che avrebbe segnato per sempre il suo legame con il
passato...
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e li strinse forte, aggrappandosi a
Gojyo disperatamente e desiderando andare fino in fondo, perdendosi nella
passione che lo stava bruciando in quell'istante, al sicuro dai ricordi...
...Ma, dopo un ultimo bacio sulle labbra, Gojyo si staccò da lui e la mano
che lo stava accarezzando si fermò, posandosi all'altezza del suo cuore.
Hakkai aprì gli occhi, confuso; ma Gojyo lo baciò sulla fronte,
rassicurandolo.
"...Devo essere completamente impazzito.", commentò il mezzo-Kappa,
posando poi un'altro bacio sulla testa corvina dell'amico. "Scusami,
Hakkai...", aggiunse, cominciando ad accarezzare la schiena del ragazzo
sdraiato accanto a lui, "Ma credo di essermi preso una terribile sbandata
per te."
Un sorriso più dolce di tutti quelli che Gojyo aveva mai potuto ammirare
illuminò il viso di Hakkai, ancora lievemente arrossato per quanto era
appena accaduto.
"Beh... Non è che devi scusarti... Ci siamo baciati in due... E poi era
una vita che speravo lo facessi..."
"Na... Nani?"
Hakkai rise sottovoce, divertito dal tono incredulo e anche vagamente
sconvolto di cui era tinta la voce dell'amico.
"Te lo giuro... E' da un pezzo che mi sono reso conto di quanto tu
significhi per me... Che sei *speciale*. All'inizio pensavo che i miei
sentimenti così forti verso di te dipendessero dal fatto che mi avevi
salvato... E non solo la vita, anche l'anima. Invece... Ora ho capito che
non si tratta solo di quello... Ho capito che c'è qualcosa di assoluto, di
inevitabile, tra di noi... Ho amato Kanan con tutto me stesso ed una parte
di lei continuerà a vivere per sempre nel mio cuore, ma... Ma ciò che
provo per te è completamente diverso e forse persino più intenso... Anche
se non ho ancora ben compreso di *cosa* si tratti."
"...Quando prima ti ho baciato, però, sulle prime non mi sei sembrato
tanto convinto...", replicò Gojyo in tono sarcastico, posandogli un altro
bacio tra i capelli nerissimi e stringendoselo possessivamente contro.
"..Beh, devo ammettere che mi hai sorpreso... *Piacevolmente*,
sorpreso..."
Fu la volta di Gojyo di sospirare.
"Hakkai... Sono confuso. Neanche io riesco a dare un nome a tutto questo.
So solo che l'idea di baciare un altro uomo mi ha sempre dato il
voltastomaco, mentre prima non avrei più voluto fermarmi... E non mi sarei
limitato a quello. Credo che sarebbe il caso di darci tempo..."
"...Senza giungere a conclusioni affrettate? Beh... Credo che abbiamo
tutto il tempo che vogliamo, Gojyo... Nessuno ci punta la pistola alla
tempia obbligandoci a far chiarezza nei nostri cuori... ne?"
Gojyo sorrise, mentre accarezzava ancora le labbra di Hakkai con le
proprie.
"La pistola all tempia ce l'avremo puntata entrambi entro qualche minuto,
se continuiamo a parlare... Occhi_Suadenti ha il sonno leggero, lo sai...
E noi abbiamo bisogno di dormirci sopra. Tutti e due."
"...La tua proposta di farmi da guardiano dei sogni è ancora valida?",
chiese quindi timidamente Hakkai, accoccolandosi meglio contro il petto di
Gojyo.
"E' sempre valida..." , rispose il ragazzo dai capelli cremisi in un
sussurro, affondando una mano nella massa setosa di capelli corvini. "Oyasumi
nasai... ", sospirò quindi sulla bocca di Hakkai, appoggiandogli poi le
labbra sulla fronte e chiudendo gli occhi...
***
"Ne, Sanzooo..."
Goku si era nuovamente svegliato, dopo essere ricaduto in un sonno
leggero; era rimasto un po' sorpreso nel trovare la stanza soffusamente
illuminata dalle luci esterne e si era presto reso conto che qualcuno si
doveva essere alzato ad aprire gli scuri, che tutto sembrava perfettamente
tranquillo e che la sensazione di oppressione provata poco prima era
scomparsa... Nondimeno, il *qualcuno* che si era preso la briga di aprire
le serrande non stava dormendo nel *suo* futon, bensì...
"Sanzo! Sanzooooooooooo..."
Goku riprovò a svegliare il monaco, chiamandolo insistentemente e
scrollandolo per le spalle; prima ancora di notare la tipica smorfia
infastidita stirare le labbra del ragazzo, un pugno lo colpì sulla sommità
del capo.
"Ahiaaaaaaaaaaaaaaaa... Sanzo, mi hai fatto male!", si lamentò, con la sua
voce strascicata ed infantile.
"Ben ti sta! Così impari a rompere le scatole a tutti nel cuore della
notte... Bakazaru.", replicò il ragazzo, senza nemmeno prendersi la briga
di aprire gli occhi e degnare il piccolo demone di uno sguardo.
"Ma, Sanzo... Gojyo non è nel suo letto! Sta dormendo vicino ad Hakkai...
Non è che si sarà sentito male?!? Non credi che dovremmo svegliare il
Kappa pervertito e chiedergli cosa c'è che non va?"
Sanzo aprì gli occhi, rivolgendo lo sguardo sulla parete opposta. A Goku
sembrò che sulle labbra sottili si disegnasse l'accenno di un sorriso,
anche se dalla gola del monaco uscì un suono che ricordava tanto i suoi
tipici sbuffi di sufficienza.
"Sono sicuro che Gojyo se la cava benissimo da solo... Adesso stai
zitto... E..." Un braccio scolpito e guantato di nero si sollevò,
circondando le spalle di Goku. "DORMI!"
Un grido soffocato uscì dalla gola del ragazzino, quando il suo tutore lo
attirò contro di se, facendogli perdere l'equilibrio e precipitare sul suo
petto.
Goku si ritrovò con una guancia premuta proprio sopra il cuore di Sanzo e,
per qualche inspiegabile motivo, si sentì andare a fuoco le guance e si
convinse che da lì a pochi secondi il cuore gli sarebbe esploso.
"Sa... Sanzo..." , balbettò, cercando qualcosa di intelligente da
chiedere, teso in quell'abbraccio inaspettato.
"Dormi... Bakazaru. Questo è l'ultimo avvertimento, poi ti uccido."
Il piccolo demone avvertì una carezza tenerissima, nettamente contrastante
con le parole che gli erano appena state rivolte, posarsi fra i suoi
capelli; sospirò, abbandonandosi, mentre appoggiava la testa nell'incavo
della spalla di Sanzo.
"Oyasumi nasai... Sanzo."
"Mh."
Goku sorrise, mentre una bellissima sensazione di calore pervadeva tutto
il suo piccolo essere.
***
Kanzeon Bosatsu sospirò, accarezzando il fiore di loto che, quella
mattina, le adornava i capelli.
Un sorriso compiaciuto era accennato sulle sue labbra.
Finalmente, quel vecchio rottame aveva cominciato a rimettersi insieme...
E, questa volta, sul serio.
***
Owarii
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