Open up your mind

di Choco


Gojyo si svegliò di soprassalto, scattando a sedere sul letto.
Da principio non riuscì nemmeno a capire cosa avesse interrotto il suo sonno; gli sembrava di avere avuto un incubo, uno di quelli talmente brutti, angoscianti e spaventosi da indurre l'inconscio a fartene uscire subito, spingendoti ad aprire gli occhi di scatto e lasciandoti la fronte imperlata di tante piccole goccioline di sudore gelato.
In fondo, non era nuovo a questa sensazione: da quel giorno maledetto gli era capitato talmente tante volte da perderne il conto...
L'immagine del viso straziato di suo fratello bagnato dalle lacrime... Quel pezzo di legno che teneva in mano... Il rosso del sangue che contrastava in maniera terrificante con il bianco della veste di sua madre...
Quei ricordi avrebbero continuato a perseguitarlo per sempre, nonostante lui cercasse di affrontare la vita con tutto l'ottimismo ed il coraggio che poteva.
Solo che...
Quella notte non gli pareva di aver sognato...
...Non era stato un *suo * incubo ad averlo svegliato... Si era trattato qualcos' altro. Anche se la sensazione agghiacciante che aveva provato era stata molto simile.
Qualcuno aveva gridato, nel silenzio ovattato della notte; era stato quello a interrompere il suo sonno.
Forse non si era trattato di un vero e proprio grido, ma in tutto quel buio da cui era avvolta la stanzetta della locanda dove alloggiavano lui ed i suoi compagni di viaggio e con solo i grilli a turbare la quiete notturna di quel piccolo villaggio ai piedi delle colline, anche una parola poco più che sussurrata riusciva a trasformarsi in qualcosa di allarmante...
...Specie se poi, una volta svegli e consapevoli di essere al sicuro in un tiepido futon, ci si rendeva conto che la parola in questione era uscita dalle labbra di uno dei propri compagni di stanza che, al momento, stava continuando a lamentarsi nel sonno, agitandosi.
Gojyo si avvicinò gattonando al letto del ragazzo che riposava accanto a lui, poggiandogli gentilmente una mano sulla spalla.
"Hakkai... " Chiamò piano. "Hakkai, svegliati..."
Cho Hakkai non sembrò accorgersi della presenza dell'amico accanto al proprio futon; anzi, il tocco di Gojyo lo fece sussultare.
"No.... No, non toccarmi, no..."
Gojyo sbatté le palpebre, allarmato. Provò a scrollare dolcemente il compagno.
"Hakkai, svegliati... Stai facendo un brutto sogno. Svegliati!" Continuò a chiamarlo, a bassa voce, nel tentativo di non svegliare Sanzo e Goku.
"No... Lasciami.... "
La voce di Hakkai era impastata, nel tipico modo di chi sta parlando nel sonno; eppure, anche così, lasciava trapelare tutta quella serie di emozioni che erano sempre così chiare, in lui, quando permetteva ai ricordi del passato di riemergere dal profondo del suo cuore, dove cercava di tenerli ben chiusi a chiave; ricordi che avevano il potere di cancellare quel sorriso dolcissimo dal suo viso gentile.
A Gojyo non piaceva per niente vedere soffrire i suoi amici... E Hakkai era un amico speciale. E poi... Si sentiva particolarmente turbato, ogni volta che lo vedeva incupirsi, o rattristarsi. Era una sensazione al contempo straziante e... Fastidiosa. Non sapeva spiegarselo, ma in quei momenti era come se una specie di invisibile folletto antipatico gli tirasse una ciocca dei lunghi capelli cremisi, per renderlo cosciente di una remotissima parte del suo essere che lui voleva ad ogni costo continuare ad ignorare... Forse perché si trattava della sua parte più sensibile, quella che era più pericoloso mettere a nudo...
Per quello stesso motivo, decise che non era il caso di lasciare che Hakkai venisse ulteriormente tormentato dai sogni.
Lo afferrò più saldamente, questa volta per entrambe le spalle, scrollandolo con più forza.
"Hakkai! Avanti, apri quei begli occhioni, su..." Tentò, quasi disperato, avvertendo il suo respiro affannato. Non sopportava di vederlo così... Perché non riusciva a svegliarlo?
"Hakkai!"
"NOOOOOOOOOOOOOOOMmmmmmmmmmph...."
...Ecco, quello sarebbe stato un vero grido, se Gojyo non fosse stato abbastanza svelto da premere entrambe le mani sulla bocca del compagno, la sua preoccupazione per un attimo spazzata via dal *terrore * che quel pazzo di un monaco si svegliasse anche lui nel cuore della notte, cominciando a sparare addosso a loro due perché stavano facendo troppo rumore...
Si guardò alle spalle, guardingo, sudando freddo per qualche secondo; ma tutto sembrava tranquillo, Occhi_Suadenti era pacificamente addormentato con quell'espressione innocua che la sua faccia riusciva ad assumere solo nel sonno... Ed era sdraiato nel solito modo languido di quando dormiva, come se avesse appena finito di fare del sesso.
Gojyo non fece in tempo a rallegrarsi: le lunghe dita sottili di Hakkai si erano avvinghiate ai suoi polsi, scostandogli le mani, mentre il ragazzo si dibatteva e gemeva sotto di lui, che invece cercava di trattenerlo.
"Accidenti Hakkai, smettila! Sono io, Gojyo! Piantala... Svegliati!" , sibilò tra i denti, cercando di fare del suo meglio per non parlare troppo forte; improvvisamente, gli occhi verdi di Hakkai si spalancarono, scintillando nell'oscurità come quelli di un gatto.
Gojyo sbatté le palpebre, immobilizzandosi; due secondi dopo, il suo amico era scattato a sedere e gli aveva gettato le braccia al collo, stringendosi convulsamente a lui.
"Gojyo... Gojyo..." , sussurrò Hakkai in un filo di voce tremante, mentre continuava a respirare affannosamente sulla spalla dell'amico.
Gojyo chiuse un abbraccio insicuro intorno al compagno, appoggiandogli il mento sulla spalla.
"Ssssh... Va tutto bene... Va tutto bene..."
Ma il dolce Hakkai non sembrava dello stesso parere: continuava a tremare violentemente tra le sue braccia, mentre gli ansiti che gli uscivano dalla gola si stavano pian piano tramutando in acuti singhiozzi, che penetravano uno ad uno nel cuore di Gojyo come tante piccole stilettate; quest'ultimo provò a posare una mano sulla testa corvina dell'amico, in una rassicurante carezza.
"Hakkai... Sssssh... E' stato solo un incubo... Sei al sicuro...Calmati, per favore..."
'Si, calmati, ti prego... Non ce la faccio a vederti così...'
"Non... Non è stato un sogno... E' accaduto davvero... Gojyo... Tutto quel sangue... Kanan..."
*Kanan*
... Già...
Chi altro avrebbe potuto turbare il sonno del solitamente tranquillissimo ragazzo, se non il ricordo del suo amore finito in tragedia? Cos'altro sarebbe riuscito a farlo gridare nel cuore della notte?
"Sssssh... E' finita, Hakkai... E' stato tanto tempo fa, una vita fa... Adesso sei qui con noi... Se qui con *me*."
Una *vita* fa... Una vita fa.
Cho Gonon era morto e risorto con un altro nome... Ma se fosse bastato davvero solo cambiargli il nome per strappargli dal cuore tutto quello che aveva passato... Se fosse bastato davvero solo quello...
"No... No Gojyo... Non è finita, non è finita... Non finirà *mai*..."
Hakkai si aggrappò ancora di più al compagno, senza riuscire a smettere di tremare; Gojyo lo abbracciò più stretto, continuando ad accarezzargli i capelli, cullandolo piano.
"Ssssssh... Hakkai, per favore.... Stai tranquillo, tranquillo... Non vorrai svegliare Sanzo e Goku, vero? Lo sai che quella stupida scimmia se si sveglia comincia a chiedere da mangiare e quell'altro pazzo... E' capace di mettersi a sparare nel sonno se lo disturbiamo troppo! Quindi ti prego, cerca di calmarti... Fallo per il bene di tutti, eh?"
Naturalmente, la preoccupazione per la reazione del monaco dagli occhi viola e della piccola bertuccia rappresentavano una minima parte del malessere di Gojyo; stava cercando di sdrammatizzare, di buttarla sul ridere ed essere sarcarstico... Vedere l'amico in quelle condizioni lo rendeva vulnerabile, troppo per i suoi gusti. E lo faceva soffrire.
"Scu... Scusami, Gojyo... Scusami..."
"Oh, Hakkai... Non ti scusare sempre di tutto... Aspetta... Rimettiti giù... Torno subito."

***
Goku si svegliò all'altro capo della stanza, disturbato da una sensazione sgradevole: era come se qualcuno gli stesse stringendo il cuore in una mano, procurandogli un terribile senso di oppressione e tristezza.
Contrariamente al suo solito, invece di scattare a sedere come una molla sul futon e cominciare a svegliare uno dopo l'altro i suoi compagni di viaggio chiedendo di andare a fare subito colazione, si sollevò su un gomito con molta circospezione, stropicciandosi i grandi occhi color dell'ambra per poi scrutare nel buio. Gli sembrava come di aver sentito...
Una mano grande dalle lunghe dita sottili gli si poggiò su una spalla, facendolo sussultare: il ragazzino si voltò in direzione del futon che accoglieva Sanzo, dispiegato accanto al suo; riuscì a vedere il monaco scuotere lentamente il capo anche attraverso tutta quell'oscurità e stava per replicare quando il viso di Sanzo si avvicinò alla sua spalla e quelle labbra sottili e perennemente imbronciate gli sussurrarono all'orecchio:
"Continua a dormire, Goku. Non sono affari nostri."
Il piccolo demone si indignò leggermente.
"Ma, Sanzo!", bisbigliò a sua volta nell'orecchio del monaco, aggrappandoglisi ad un braccio, " Hakkai... Mi pareva che stesse piangendo, e..."
"Bakazaru... Fai silenzio e lascialo in pace. Non è da solo. Adesso rimettiti giù e dormi."
"Demo... Sanzo..."
"Urusai! Dormi!", sentenziò Sanzo, prima di afferrare saldamente entrambe le spalle di Goku e spingerlo a forza giù sul futon, per poi sdraiarsi di nuovo a sua volta.
Il ragazzino sospirò pesantemente, chiudendo gli occhi e tirandosi la trapunta fin sopra al naso; Sanzo alle volte sembrava davvero un cinico senza cuore... Eppure lui *sapeva* che non era così.
E, anche se non riusciva a capire il significato delle parole che il suo tutore gli aveva sussurrato poco prima, forse lasciare Hakkai tranquillo era davvero la soluzione migliore...

***
Gojyo si sciolse dall'abbraccio disperato del compagno, lasciandolo accovacciato e tremante sul futon; il ragazzo si diresse, brancolando nel buio, in direzione della finestra.
Era abbastanza spaventato all'idea di urtare qualcosa e provocare un qualche tipo di rumore sgradito alle sensibilissime orecchie del Monaco_Corrotto, ma per fortuna riuscì a raggiungere la meta senza incidenti e ad aprire gli scuri in legno, facendo così penetrare nella stanza la tenue luce dorata delle lanterne appese all'ingresso della locanda, lasciate accese tutta la notte per permettere ai viaggiatori di identificare quel luogo di ristoro anche nelle serate buie e senza luna.
Già solo quel lieve chiarore riuscì ad irradiare la stanza di una confortevole aura di calore, di sicurezza, come se la luce fosse stata in grado di cacciare via le presenze oscure e maligne che scatenano le inquietudini nell'animo di chi è immerso nel sonno, portando incubi e sogni angosciosi...
Gojyo tornò sui suoi passi, accanto al futon di Hakkai che lo aspettava seduto sui talloni, seguendo ogni suo movimento con lo sguardo; si inginocchiò, osservando gli occhi angosciati dell'amico, la sua espressione terrorizzata ed il suo viso madido di sudore.
Hakkai teneva le braccia strette attorno al corpo, le dita serrate attorno alle maniche della scollatissima maglia di cotone immacolato che usava per dormire.
Gojyo alzò una mano, un po' esitante; per qualche strano motivo, il cuore gli saltò un battito mentre faceva passare le dita tra le arruffate ciocche corvine del compagno. Quest'ultimo chiuse gli occhi e sospirò, come se il tocco di Gojyo riuscisse, in qualche modo, a fargli provare un po' di sollievo.
"Gardati qui, sei tutto sudato... Dai, rimettiti giù."
Il ragazzo dai capelli cremisi appoggiò entrambe le mani sulle spalle di Hakkai, spingendolo delicatamente giù; in posizione supina; lui non oppose resistenza, si lasciò guidare, ma il suo corpo non voleva saperne di rilassarsi: era ancora teso come una corda di violino, con le braccia incrociate sul petto e la trama della maglia convulsamente stretta nei pugni chiusi; era come se avesse avuto paura di venire assalito da un mostro orribile, non uno dei demoni contro i quali era solito battersi, bensì uno di quei mostri da cui non ci si può difendere, quelli che nascono dalle proprie paure, che ti si insinuano dentro divorandoti l'anima... Hakkai continuava a tremare, il respiro affannoso.
Gojyo si alzò di nuovo in piedi con un sospiro, raggiungendo la caraffa d'acqua fresca che la locandiera aveva lasciato sul tavolo, accanto alla finestra, assieme ad un vassoio e quattro bicchieri di terracotta; frugò qualche istante tra i bagagli addossati alla parete, estraendone qualche benda.
Strappò un pezzo di tessuto della misura di un fazzoletto e, dopo avervi versato sopra un po' d'acqua e riposto la caraffa, ritornò al capezzale dell'amico, inginocchiandosi accanto a lui; cominciò quindi a passare la benda inumidita sul viso di Hakkai, che continuava a tenere gli occhi chiusi, esalando un altro sospiro di sollievo.
L'altra mano di Gojyo si posò su un pugno serrato del compagno, cercando di fargli aprire le dita con delicatezza.
"Rilassati, Hakkai... Cerca di rilassarti, adesso...", mormorò, continuando ad accarezzargli il viso con il lembo di stoffa intriso d'acqua.
Gli occhi di Hakkai si aprirono lentamente, puntandosi in quelli rosso-rubino di Gojyo, che ora si stava prendendo cura dell'altro pugno convulsamente chiuso; un sorriso tirato si dipinse sul volto pallidissimo del ragazzo dai capelli corvini.
"Non finirò mai di essere un peso per te, Gojyo... gomen ne...", sussurrò, la voce ancora roca e un po' tremante.
Fu il turno di Gojyo di sospirare.
"Ma se sei tu quello che si prende sempre cura di tutti...", replicò, seguitando a tamponare il viso ed il collo dell'amico con la stoffa inumidita.
C'era qualcosa di terribilmente intimo in quel gesto, qualcosa che lo riempiva di tenerezza e, al tempo stesso, gli procurava una strana sensazione che non avrebbe saputo spiegarsi; un pensiero vagamente disturbante lo fece avvampare, obbligandolo istintivamente a fermarsi, lasciando cadere a terra la garza che teneva in mano.
Gojyo si concesse il lusso di passare ancora una volta le dita tra la massa di seta nera che erano i capelli di Hakkai, avvertendo un leggero brivido al contatto.
"Va un po' meglio?", chiese poi all'amico, che aveva nuovamente chiuso gli occhi, abbandonandosi sul futon e alle sue attenzioni.
Hakkai risollevò le palpebre sulle iridi smeraldine velate di tristezza, guardando intensamente in quelle quasi porpora del mezzo-demone.
"Si... Sto meglio... Grazie. Ah... So che potrebbe sembrare sciocco, ma... Non è che lasceresti aperti gli scuri, per favore? Non me la sento di rimanere di nuovo al buio...", rispose, lasciandosi scappare un singhiozzo camuffato da risata.
Gojyo gli regalò uno di quei sorrisi riservati, solitamente, alle belle ragazze: seduttivo e tenero al tempo stesso, un sorriso che fece sfarfalleggiare qualcosa all'interno del suo stomaco... Una sensazione che, ormai, pensava di aver dimenticato.
"Farò di meglio..." , sussurrò quindi Gojyo, "Starò qui con te... Ti disturbo?", domandò, una volta che ormai aveva già sollevato un lembo della trapunta e si stava coricando accanto al compagno.
Non sapeva bene nemmeno lui come gli fosse venuta in mente un'idea simile e nemmeno gli importava; sapeva soltanto che, in quel momento, gli sembrava la cosa giusta da fare. Si sdraiò sul fianco destro, appoggiato su un gomito e studiò per qualche istante l'espressione solo vagamente incredula di Hakkai.
"...Sarò il guardiano dei tuoi sogni fino a domattina!", sentenziò quindi Gojyo in un tono ironico che voleva essere più un tentativo di far tornare il bellissimo sorriso a cui era abituato sul volto di Hakkai più che di nascondere il proprio imbarazzo per essersi infilato nel suo letto...
...A pensarci bene, in qualsiasi altro momento della sua esistenza dividere le lenzuola con un altro uomo sarebbe stata un'idea da voltastomaco, per lui... Eppure era lì, sdraiato accanto ad Hakkai... *Contento* di esserlo. E quella sensazione di benessere si fece più intensa quando vide i bei lineamenti delicati dipingersi di un vago stupore, quei bellissimi occhi che erano stati capaci di catturare la sua attenzione dal primo momento in cui li aveva incrociati sgranarsi per un attimo e brillare di una luce più intensa... Fino a quando, pochi attimi dopo, quell'espressione perplessa sul volto di Hakkai fu sostituita da un'altra, dolcissima ed inaspettata.
"...E' bellissimo quello che hai appena detto... Arigato, Gojyo."
Hakkai aveva appoggiato una mano sul viso dell'amico, pronunciando quelle parole; lasciò che i polpastrelli scivolassero a sfiorargli una guancia in una carezza appena accennata, prima di accoccolarsi contro al suo petto, come avrebbe fatto un bambino, passandogli le braccia attorno alle spalle.
"...Arigato, Gojyo...", ripeté poi in un sospiro, senza curarsi di staccare le labbra della camicia di cotone grezzo che indossava il compagno.
Gojyo avvertì un lunghissimo brivido percorrergli la spina dorsale; cominciava a sentirsi davvero... *strano*... Come se fosse stato in preda ad una sbronza, o meglio, come quando al posto delle solite sigarette lui e Sanzo rimediavano qualcosa di meglio dai mercanti di spezie di contrabbando... La sensazione di appartenenza, di contentezza che provava stava lasciando il posto ad una strana euforia. Appoggiò casualmente il braccio attorno alla vita di Hakkai, cercando di non farlo sembrare un gesto troppo intimo.
"Allora, Hakkai... Cosa farai quando avremo sconfitto Gyumah-O e quest'avventura finirà? Ti deciderai finalmente a ricostruirti una vita e a tornare ad insegnare?"
Lo aveva detto così, senza pensarci e subito dopo se ne pentì a morte.
"Beh... io pensavo che saremmo ritornati insieme... Al *nostro* villaggio, tanto per cominciare e poi avremmo deciso che fare delle nostre vite, dopo un periodo di meritato riposo... Se eri così ansioso di liberarti di me, Gojyo, avresti potuto dirmelo anche prima che tutto questo cominciasse... "
C'era stata una nota di ironia a colorare la voce di Hakkai, ma Gojyo si sentì comunque un verme... Era come se gli avesse detto che sperava togliesse presto il disturbo! Ma cosa gli era saltato in mente?
"No, no... Non fraintendermi, io... Non voglio mica cacciarti di casa... solo... Davvero, vorrei che tu ricominciassi a *vivere*... A vivere davvero, Hakkai."
Un altro, lungo sospiro uscì dalle labbra del ragazzo.
"Vedi, Gojyo... Certe ferite sono difficli da guarire... Ci vuole molto tempo e ogni tanto, proprio quando sembra che si stiano per chiudere definitivamente, se cambia il tempo ricominciano di nuovo a bruciare... Ma poi ritorna il sereno, e allora loro smettono di fare male... almeno per un altro po'."
Gojyo sbatté le palpebre, imbarazzato.
"Ecco... se volevi dirmi che non stai tutto il giorno a rimuginare sul tuo passato... Beh, mi dispiace... Io non intendevo..."
"Non ti preoccupare per me, Gojyo... Io ho già trovato qualcosa per cui andare avanti... Per cui *vivere* davvero, come dici tu. La vostra amicizia, per me, è stato un dono preziosissimo... Un dono che non meritavo, dopo tutto il male che ho fatto... Una seconda chance di capire cosa sono le vere emozioni, di provare sentimenti forti, profondi... Di avere una meta da raggiungere. Anche se ogni tanto gli incubi del passato riemergono, io adesso non sono infelice... Davvero. Mi sento al sicuro, con voi, nonostante tutto quello che stiamo affrontando ogni giorno. Mi sento... Non so come spiegarlo, è una sensazione strana... Mi sento *a casa*. Come se conoscessi voi tre da secoli..." Hakkai aveva parlato tenendo gli occhi chiusi, con una guancia appoggiata al petto di Gojyo e continuando a tenerlo abbracciato come se fosse la cosa più naturale del mondo; a quel punto, però, sollevò il viso, discostandosi un po' per riuscire a guardare il suo compagno negli occhi con un'espressione serissima ed un po' incredula, come se lui stesso trovasse strano quanto stava per uscirgli dalle labbra: "E quando sono da solo con te... Quando sono da solo con te mi sento ancora più a casa." , asserì, arrossendo furiosamente ma continuando a sostenere il confuso sguardo rosso-rubino.
Gojyo si sentì completamente... *perso*.
Seguitava a guardare in quelle due pozze smeraldine che erano gli occhi di Hakkai, registrando al contempo la tonalità rosso-fragola che gli zigomi solitamente color avorio avevano assunto; cercò di elaborare velocemente le ultime parole pronunciate dal compagno, cercando di attribuire loro un significato razionale, ma si accorse di non riuscire a pensare, in quel momento, di non riuscirci affatto.
Qualcosa... anzi, no, *tutto* quello che era accaduto negli ultimi minuti l'aveva rapidamente fatto cadere in uno stato di totale confusione mentale ed incapacità di agire; il cuore aveva cominciato a battergli furiosamente nel petto e sentiva un'inequivocabile e ben nota sensazione di vuoto allo stomaco... L'unica cosa che riuscì a fare fu cingere più saldamente la vita di Hakkai con il braccio e avvicinarglisi... Avvicinarsi a lui sempre di più, come se una forza misteriosa lo stesse trascinando, vicino, sempre più vicino a quel viso che ora come non mai gli appariva dolce e bellissimo, più vicino a quegli occhi che si stavano sgranando per la sorpresa, più vicino a quelle labbra scure che ora erano leggermente socchiuse, forse nell'intento di pronunciare qualcosa...
Fallendo.
Gojyo le chiuse con le proprie, mentre il suo lato più istintivo prendeva il sopravvento, rendendolo schiavo del suo corpo.
Avvertì Hakkai irrigidirsi nel suo abbraccio, le sue mani spingergli contro il petto in un tentativo di resistenza che non fece altro se non accrescere quell'improvviso, folle desiderio che si era impossessato di lui... Fece risalire la mano dal fianco di Hakkai lungo la sua schiena in una veloce ma sensuale carezza, per poi lasciare scivolare le dita tra le ciocche corvine e premere il viso dell'amico contro il proprio, in modo di non dargli lo spazio necessario a scappargli, ad allontanarsi... Gli sembrò di udire un gemito,una specie di protesta soffocata, ma decise di ignorarla e presto sentì le labbra serrate sotto alle proprie ammorbidirsi, sciogliersi, aprirsi... Cominciando a muoversi in sincronia con le sue .
Gojyo si azzardò a passare la punta della lingua sul labbro inferiore di Hakkai, mordicchiandolo quindi dolcemente,
per poi indugiare in un altro bacio...
...Prima che la ragione si risvegliasse dentro di lui, costringendolo ad allontanarsi, shoccato, consapevole dello stesso attonimento che leggeva negli occhi del compagno; ma non fece nemmeno in tempo a chiedersi che diavolo lo avesse spinto ad agire in quel modo che le braccia di Hakkai gli si insinuarono attorno al collo, trascinandolo di nuovo sulle sue dolcissime labbra.
Gojyo si sdraiò accanto a lui, cingendolo con entrambe le braccia e stringendoselo contro dolcemente, cautamente, in modo da non spaventarlo; questa volta era più che consapevole di quello che stava facendo: stava baciando Hakkai, il suo migliore amico, il ragazzo che aveva salvato quella notte di pioggia, l'uomo che aveva protetto a costo della vita, colui per il quale aveva pianto, pensandolo giustiziato dopo che si era costituito a Sanzo, tre anni prima... Stava baciando la persona a cui forse teneva di più, l'essere con i più begli occhi ed il sorriso più dolce che avesse mai visto... Stava baciando un *uomo*.
Ed era bellissimo.
Era diverso da tutte le altre volte che si era ritrovato qualche ragazza tra le braccia... E non perché si trattasse di un uomo, questa volta, ma proprio perché si trattava di Hakkai. Perché c'era qualcosa di più *profondo*, di più dolce, di più metafisico, oltre all'attrazione puramente chimica che,ormai poteva ammetterlo, in fondo aveva sempre provato nei suoi confronti.
...E poi c'era anche qualcos'altro. Qualcosa che non riusciva a spiegarsi, a cui non riusciva a dare un nome... Quella sensazione di *appartenenza*, di *casa*, come aveva detto prima Hakkai...
...Era come se in qualche altra vita, in qualche altra parte del mondo avesse già stretto quel corpo al tempo stesso sottile e muscoloso contro il proprio, come se avesse già assaggiato quelle labbra dolci e morbide e avesse già respirato il profumo speziato di quei capelli color ebano...
Come se fosse tutto assolutamente *giusto*.
Hakkai gemette piano nella sua bocca, stringendosi ancora di più a lui, schiudendo le labbra e lasciandogli libero accesso, compiacendosi dell'esperienza e del talento del compagno; nessuno poteva sapere quanto avesse bisogno di quel tipo di attenzioni e, soprattutto, di sapere che il suo corpo era ancora in grado di provare quelle meravigliose sensazioni... Anche senza Kanan.
Rispondeva a Gojyo con tutta la passione che era rimasta sopita in lui per anni e sentiva il suo corpo risvegliarsi secondo dopo secondo... Insinuò una gamba tra quelle del compagno, strusciandosi suggestivamente contro di lui; sentì Gojyo mugolare sommessamente, le sue labbra spostarsi sul collo e cominciare a morderlo delicatamente, mentre una mano grande e calda gli si infilava sotto alla maglia, accarezzando gli addominali tonici, sfiorando la cicatrice che avrebbe segnato per sempre il suo legame con il passato...
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e li strinse forte, aggrappandosi a Gojyo disperatamente e desiderando andare fino in fondo, perdendosi nella passione che lo stava bruciando in quell'istante, al sicuro dai ricordi...
...Ma, dopo un ultimo bacio sulle labbra, Gojyo si staccò da lui e la mano che lo stava accarezzando si fermò, posandosi all'altezza del suo cuore.
Hakkai aprì gli occhi, confuso; ma Gojyo lo baciò sulla fronte, rassicurandolo.
"...Devo essere completamente impazzito.", commentò il mezzo-Kappa, posando poi un'altro bacio sulla testa corvina dell'amico. "Scusami, Hakkai...", aggiunse, cominciando ad accarezzare la schiena del ragazzo sdraiato accanto a lui, "Ma credo di essermi preso una terribile sbandata per te."
Un sorriso più dolce di tutti quelli che Gojyo aveva mai potuto ammirare illuminò il viso di Hakkai, ancora lievemente arrossato per quanto era appena accaduto.
"Beh... Non è che devi scusarti... Ci siamo baciati in due... E poi era una vita che speravo lo facessi..."
"Na... Nani?"
Hakkai rise sottovoce, divertito dal tono incredulo e anche vagamente sconvolto di cui era tinta la voce dell'amico.
"Te lo giuro... E' da un pezzo che mi sono reso conto di quanto tu significhi per me... Che sei *speciale*. All'inizio pensavo che i miei sentimenti così forti verso di te dipendessero dal fatto che mi avevi salvato... E non solo la vita, anche l'anima. Invece... Ora ho capito che non si tratta solo di quello... Ho capito che c'è qualcosa di assoluto, di inevitabile, tra di noi... Ho amato Kanan con tutto me stesso ed una parte di lei continuerà a vivere per sempre nel mio cuore, ma... Ma ciò che provo per te è completamente diverso e forse persino più intenso... Anche se non ho ancora ben compreso di *cosa* si tratti."
"...Quando prima ti ho baciato, però, sulle prime non mi sei sembrato tanto convinto...", replicò Gojyo in tono sarcastico, posandogli un altro bacio tra i capelli nerissimi e stringendoselo possessivamente contro.
"..Beh, devo ammettere che mi hai sorpreso... *Piacevolmente*, sorpreso..."
Fu la volta di Gojyo di sospirare.
"Hakkai... Sono confuso. Neanche io riesco a dare un nome a tutto questo. So solo che l'idea di baciare un altro uomo mi ha sempre dato il voltastomaco, mentre prima non avrei più voluto fermarmi... E non mi sarei limitato a quello. Credo che sarebbe il caso di darci tempo..."
"...Senza giungere a conclusioni affrettate? Beh... Credo che abbiamo tutto il tempo che vogliamo, Gojyo... Nessuno ci punta la pistola alla tempia obbligandoci a far chiarezza nei nostri cuori... ne?"
Gojyo sorrise, mentre accarezzava ancora le labbra di Hakkai con le proprie.
"La pistola all tempia ce l'avremo puntata entrambi entro qualche minuto, se continuiamo a parlare... Occhi_Suadenti ha il sonno leggero, lo sai... E noi abbiamo bisogno di dormirci sopra. Tutti e due."
"...La tua proposta di farmi da guardiano dei sogni è ancora valida?", chiese quindi timidamente Hakkai, accoccolandosi meglio contro il petto di Gojyo.
"E' sempre valida..." , rispose il ragazzo dai capelli cremisi in un sussurro, affondando una mano nella massa setosa di capelli corvini. "Oyasumi nasai... ", sospirò quindi sulla bocca di Hakkai, appoggiandogli poi le labbra sulla fronte e chiudendo gli occhi...

***

"Ne, Sanzooo..."
Goku si era nuovamente svegliato, dopo essere ricaduto in un sonno leggero; era rimasto un po' sorpreso nel trovare la stanza soffusamente illuminata dalle luci esterne e si era presto reso conto che qualcuno si doveva essere alzato ad aprire gli scuri, che tutto sembrava perfettamente tranquillo e che la sensazione di oppressione provata poco prima era scomparsa... Nondimeno, il *qualcuno* che si era preso la briga di aprire le serrande non stava dormendo nel *suo* futon, bensì...
"Sanzo! Sanzooooooooooo..."
Goku riprovò a svegliare il monaco, chiamandolo insistentemente e scrollandolo per le spalle; prima ancora di notare la tipica smorfia infastidita stirare le labbra del ragazzo, un pugno lo colpì sulla sommità del capo.
"Ahiaaaaaaaaaaaaaaaa... Sanzo, mi hai fatto male!", si lamentò, con la sua voce strascicata ed infantile.
"Ben ti sta! Così impari a rompere le scatole a tutti nel cuore della notte... Bakazaru.", replicò il ragazzo, senza nemmeno prendersi la briga di aprire gli occhi e degnare il piccolo demone di uno sguardo.
"Ma, Sanzo... Gojyo non è nel suo letto! Sta dormendo vicino ad Hakkai... Non è che si sarà sentito male?!? Non credi che dovremmo svegliare il Kappa pervertito e chiedergli cosa c'è che non va?"
Sanzo aprì gli occhi, rivolgendo lo sguardo sulla parete opposta. A Goku sembrò che sulle labbra sottili si disegnasse l'accenno di un sorriso, anche se dalla gola del monaco uscì un suono che ricordava tanto i suoi tipici sbuffi di sufficienza.
"Sono sicuro che Gojyo se la cava benissimo da solo... Adesso stai zitto... E..." Un braccio scolpito e guantato di nero si sollevò, circondando le spalle di Goku. "DORMI!"
Un grido soffocato uscì dalla gola del ragazzino, quando il suo tutore lo attirò contro di se, facendogli perdere l'equilibrio e precipitare sul suo petto.
Goku si ritrovò con una guancia premuta proprio sopra il cuore di Sanzo e, per qualche inspiegabile motivo, si sentì andare a fuoco le guance e si convinse che da lì a pochi secondi il cuore gli sarebbe esploso.
"Sa... Sanzo..." , balbettò, cercando qualcosa di intelligente da chiedere, teso in quell'abbraccio inaspettato.
"Dormi... Bakazaru. Questo è l'ultimo avvertimento, poi ti uccido."
Il piccolo demone avvertì una carezza tenerissima, nettamente contrastante con le parole che gli erano appena state rivolte, posarsi fra i suoi capelli; sospirò, abbandonandosi, mentre appoggiava la testa nell'incavo della spalla di Sanzo.
"Oyasumi nasai... Sanzo."
"Mh."
Goku sorrise, mentre una bellissima sensazione di calore pervadeva tutto il suo piccolo essere.

***


Kanzeon Bosatsu sospirò, accarezzando il fiore di loto che, quella mattina, le adornava i capelli.
Un sorriso compiaciuto era accennato sulle sue labbra.
Finalmente, quel vecchio rottame aveva cominciato a rimettersi insieme... E, questa volta, sul serio.

***

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