SERIE: Tes: i Puffi, sììììììììììì…  qui c'è Grande Puffo che balla la lap-dance*_*…

Teddy: °____________°

Tes: ok, ok… SDç_ç…

DEDICHE: ancor prima di iscrivermi allo ysal, avevo letto la saga di July su altri siti, e l'avevo trovata adorabile, come ogni altra tua opera. 

Ise, che tu sei brava, te l'ho sempre detto, sin dalla prima volta che ci siamo sentite. Brava, con una grandissima fantasia creativa, e questo nessuno te lo potrà mai negare…Ma non voglio parlare della Ise scrittrice, ma della mia Isuccia-amica personale.

Sei stato un regalo dal cielo, una confidente, mia hai rassicurata, consigliata, fatta sentire meglio…

Sei una persona meravigliosa, a cui voglio veramente tantissimo bene, con la tua semplicità e dolcezza mi hai conquistata…

So che non è abbastanza questa fic, ma è almeno un primo passo per ringraziarti, per tutto quello che hai fatto per me. Felice di averti conosciuta, felice di avere un'amica come te.

Grazie di esistere e volermi bene.

Ti adoro,

Tes

DESCLAIMERS: non sono miei ç_______ç...

***

Only Changing

 -2 di 2-

 

  di Tesla  

 

 

È l'illusione, la cosa che odio di più.

È avere una cosa davanti a te e vederla sfumare, inerme.

È avere un piano deciso nei dettagli che va a puttane per un capriccio.

È la rabbia che ti sale dentro e ti fa piangere, quando capisci che tutto ciò che hai fatto è stato inutile.

Cerchi di sforzarti, e non riesci comunque, le cose non cambiano, merda, non lo fanno mai.

E allora di chi è la colpa?

Degli altri?

Del Destino?

Non è forse mia e solo mia?

IO-PERSONA.

Me stesso.

Io, Kaede.

Io, che osservo.

L'illusione.

La pigrizia dietro la codardia.

Pensavo Sendoh potesse cambiarmi, trasformarmi senza fatiche, ma non è successo. Mi sono lasciato abbindolare da fantasie di speranza, di vita migliore. Immaginavo un Kaede felice e sereno, che se ne va al cinema col ragazzo, o fa l'amore con lui… immaginavo tutto, mentre ero nel mio letto, e ancora solo, e ancora nel silenzio di una stanza, schiacciando i singhiozzi contro il cuscino, per quel futuro che, ero convinto, non sarebbe arrivato mai, in cui neanche io credevo.

Cosa merito?

Ma io chi sono?

Cosa sono, io?

Odio, perché mi arrabbio.

Penso, perché sono immerso in una melassa di solitudine da troppo tempo.

Non è mai cambiato nulla. Mai.

Eppure voglio tornare a sperare.

Non so perché, e perché ora, l'unica cosa di cui sono certo è che questo Kaede Rukawa non mi piace, e non è quello che voglio essere nel mio futuro.

Nessun altro può decidere il mio domani, se non io stesso.

Nessun altro può cambiarlo, se non sono io a decidere di cambiare.

E io voglio farlo.

Cambiare.

Difficile, lo so, ma voglio sperare.

Voglio… io voglio poter stare accanto ad Hanamichi e sorridergli, e se magari non può proprio amargli, se proprio non può, allora parlare insieme, ridacchiare, come vecchi amici, sentire il caldo palmo della sua mano contro la mia schiena se vuole consolarmi…

Voglio tutto, e accetterò quello che lui può concedermi.

Ogni cosa.

Ma non sarà più un altro sogno da cui svegliarmi frustrato, ma la realtà.

Non avrò più bisogno di chiudere gli occhi per fantasticare sul colore dei suoi occhi o adorare i nei sul suo collo… mi basterà alzare lo sguardo, senza tremori, senza paure.

I miei occhi, su di lui.

E lui, davanti a me, che ricambierà il mio sguardo, sorridendo.

 

Non mi arrendo, non ancora, non finchè posso, finchè il corpo regge.

Non mi arrenderò, no.

Non voglio.

Voglio ancora vita, per me. Se è possibile, vi prego… ancora un po'.

Ancora sperare, per stare meglio.

Amarlo, senza certezze assolute nel male.

Per continuare a guardare avanti.

O forse, semplicemente, per vivere ancora un po'.

Cazzo, è arrivato il momento di cambiare.

 

***

 

Ha passato tutto l'allenamento a fissarmi, sguardo stralunato che fa sembrare lui il più dolce idiota della Terra e me l'orso ballerino con un tutù sulle piste di un circo scalcagnato.

Tutti lo fanno, ma più lui mi guarda, più mi dico: COGLIONE! KAEDE, SEI SOLO UN MALEDETTISSIMO COGLIONE!… perché non riesco a distogliere lo sguardo dalla palla, alzare il viso in maniera vaga, e vedere i suoi occhi, come mi guarda, se con disgusto, o schifo, o forse no, forse compassione, forse piacere… cazzo, perché non riesco a credere ad un suo sguardo non disgustato?!?

Merda!

Ho sbagliato la presa, la palla scivola via e finisce oltre la linea del campo. Appoggio le mani sulle ginocchia e piego il busto, respira, Kaede, respira. Intorno a me si sono zittiti tutti, e mi guardano, i loro occhi addosso, come si aspettassero indossassi il tutù da un momento all'altro, pronto per  nuove sfide su un triciclo…

Perché non ci provi veramente, Kaede? Perché invece di continuare questa pallida imitazione di esistenza, non muovi il culo e fai qualcosa? Davvero, dai, renditi ridicolo, metti incinta una di quelle stupide oche, sposatela, vivi una vita mediocre che possa almeno essere chiamata VITA! Smetti, ti prego, smetti di essere la puttana della noia e datti da fare, qualunque cosa, cazzo cazzo cazzo, fai qualcosa, QUALUNQUE COSA!

Sento lacrime bruciare agli angoli degli occhi, e no, non è possibile, sto mollando, lo so, sto mollando… ti stai lasciando andare, Kaede, ti togli davanti a tutti il tutù da orso ballerino per rilasciare il tuo involucro di nulla che sei.

Che merda, la vita.

Che merda, la MIA vita.

Perché sono nato, se non sono in grado di vivere normalmente? Perché? Per quale DANNATO MOTIVO!?!

Respiro a fondo, respiro a lungo, cerco di trattenere le lacrime, ma ormai le sento sul bordo, stanno per rotolar via. Lascio il campo e mi avvio agli spogliatoi.

Voi potete andare avanti anche senza di me.

Fanculo tutto, andate avanti senza di me.

Non reggo il vostro passo.

Non reggo il vostro ritmo di emozioni.

Nessuno mi ha mai insegnato come si fa, a vivere.

 

Apro il rubinetto e sbatto il viso contro il getto freddo, cancello l'acqua dei miei occhi con l'acqua del mondo, spero di disintegrarmi e scorrere via con lei… perché questo è quello che faccio da sempre.

Scorrere via.

Correre.

E poi rallentare.

E poi camminare.

E poi solo zoppicare.

Ed infine fermarmi.

 

(Diglielo, Kaede, diglielo)

 

Mi esce fuori uno sbuffo divertito… No, perché, diavolo, l'intera situazione è maledettamente buffa, perché ho risparmiato il fiato per diciassette anni, rifiutando tutte quelle stupide oche che mi venivano dietro… lo risparmio, sono certo, prima o poi arriverà lui, un lui di nome Hanamichi che mi guarda sorridente e pieno d'amore, un Hanamichi che osserva i miei difetti e che li ama, perché sono parte di te, Kaede, e non c'è nessun " purtroppo", nessun "ma", sono parte di te e li accetto… perché ti amo, per come sei, e anche per il modo in cui sbuffi quando non hai voglia di parlare, o per il modo un po' apatico in cui affronti qualcosa che non sia il basket, o me. Perché sono anche i tuoi difetti a renderti unico tra tutti gli altri, perché sono TUOI, inconfondibili, e li amerò tra tutti, e amerò solo loro….

E ti amo, senza dire mai "per sempre", io lo so e tu lo sai, ma non diciamolo ad alta voce, le parole scompaiono nel vento. Sei TU accanto a me, è la tua dolcezza nei miei confronti, le piccole premure di ogni minuto passato insieme: è questo il mio "per sempre".

Io ti dico "ti amo", ti abbraccio, voglio darti un bacio o fare l'amore con te quando lo desideriamo… ma procede tutto una passo alla volta, senza promesse, lento lento come lo scorrere del fiume… perché Kae, lo sai, i fiumi portano lontano, e mi piacerebbe condurti fino a girare la Terra trenta volte, e altre trenta quando le finiremo, e altre trenta volte ancora.

Dimentica ogni cosa e ricorda solo questo: ti amo.

Dimmi ti amo.

Hana, dimmi ti amo. Con tutto il corpo, con tutto il cuore.

Hana.

Hana.

 

-         Rukawa?

L'acqua è gelida contro il viso, ghiaccia la pelle, tende fino a farla bruciare.

La sua voce. Non è un sogno, questo.

-         Cos'è successo?

Vorrei girarmi, ma tremo leggermente, non ho più forze. Vorrei fare tante cose, ma rimango a fissare il rubinetto che piscia acqua davanti a me. Dio, maledettamente buffo. Mi vien da ridacchiare. Forse lo faccio, non so.

Vorrei solo avere occhi sulla nuca per poter osservare Hana di nascosto senza vergognarmi.

Vorrei solo…

-         Ehi, sto parlando con te!

-         Niente, Sakuragi, non è successo nulla.

-         Perché ti sei tagliato i capelli?

MERDA, PERCHÉ NON MI LASCI IN PACE? PERCHÉ NON RAGGIUNGI ANCHE TU GLI ALTRI… no, idiota, no, ti prego, non andare! Hana, ti prego, non lasciarmi solo, non andartene, ti prego…

-         Vaffanculo, fai come vuoi!- ringhia, e si allontana.

Continuo a fissare il rubinetto, e il riflesso di quei capelli rossi che sfuma lentamente contro il grigio dell'acciaio.

Bisbiglio:

-         Non andartene-,

ma le urla dei sempai che rientrano dall'allenamento soffocano le mie parole.

 

Lui è lì, accanto a me. Infila la canotta sudata nella borsa, si passa un asciugamano sul viso, sul collo, sul petto, cancella via gocce di sudore, quelle che io vorrei leccare dalla sua pelle, che son certo, sa di buono. Le rapisce brutalmente tra i boccoli della stoffa, senza rimorsi.

Rapido, si infila una maglietta pulita, scarpe ordinarie, una pettinata ai capelli e poi si avvia, sacca in spalla.

Se ne sta andando.

Lontano da me.

Lontano.

Merda.

Parlo senza pensarci.

È istinto di sopravvivenza, perché Hana è la mia vita.

-         Aspetta - dico, e questa volta la mia voce è alta, è udibile. Ho allungato una mano verso di lui, ma trema, e la ritiro a me prima che possa scorgerla. La stringo contro il petto, come fosse insanguinata, ne massaggio le dita, nella speranza di fermarne il tremore.

Hanamichi si volta. Mio Dio, è così bello.

-         Cosa vuoi?

Arido, duro, ma mi sta pur sempre parlando, e ringrazio il cielo per questo dono.

-         Accompagnami in un posto.

-         E se ti dicessi di no?- domanda, ma non è una vera risposta negativa. Ne intravedo la sua curiosità, un po' ferita. È come chiedesse : perché dovrei farlo? Perché dopo che hai respinto il mio aiuto?

Ed io, io devo essere un attore nato. Sembro così sicuro di me stesso che quasi ne esco convinto. Non sono quel verme che batte i denti dentro la mia testa, non… non il ragazzo che usciva con Sendoh. Per qualche istante, ho avuto la sensazione di essere un uomo degno di Hanamichi. Degno di guardarlo negli occhi senza timore, degno di potergli sfiorare il viso o le labbra, degno di poterlo amare senza riserve o paure, perché il mio amore è di certo ricambiato.

Un attimo prima sognavo di essere nato d'acqua, per poter scorrere via dalla mia mediocrità. Ora adoro la concretezza della mia carne, perché posso amare Hanamichi.

L'acqua non ha parole, ma io sì, sì, ho una bocca con cui esprimermi.

Io ne ho tante, di parole da dire, Hana.

Tanto è l'amore che voglio donarti.

 

(e se ti dicessi di no?)

 

Bella domanda, Kaede.

Davvero, e se ti dicesse di no? Ne avrebbe tutti i diritti, non credi? Dirti di no e mandarti a quel paese, Volpe, deve essere una delle sue fantasie erotiche quando cerca un orgasmo potente…

Ma la risposta è semplice, chiara nella mia testa. È come fosse stata lì da sempre, in attesa solo di essere pronunciata.

-         Te lo chiederei ancora domani. E il giorno dopo. E quello dopo ancora. E ancora.

Hanamichi mi fissa, leggermente stordito. Poi scrolla le spalle.

-         E va bene. Dove vuoi andare?

Impiego un paio di secondi per realizzare la sua risposta.

(E va bene)

È… una risposta affermativa.

O mio Dio.

O. MIO. DIO.

I miei muscoli facciali non si muovono, ma dentro sento il cuore esplodermi in petto. Vorrei saltare, urlare, abbracciarlo forte a me e riempirlo di baci, fargli capire quanto potere ha su di me, se con così poche parole mi ha donato la vita.

Invece non mostro nulla, perché non so come si fa.

È la prima volta in vita mia, che mi sento così…

Ma ce la farò, prima o poi. Questo è il tempo dei cambiamenti, no? C'è un altro passo da fare.

-         Accompagnami a fare un piercing.

Lui straluna gli occhi, così tenero… poi riporta lo sguardo sui miei capelli corti, e per la seconda volta scrolla le spalle. Sghignazza senza malignità.

-         Volpe teppista!

La mia mossa successiva stupisce entrambi. Mi inchino cerimoniosamente davanti a lui, un sorriso debole sulle labbra. Amichevole, spero.

Mio Dio, come è possibile? Ho cercato per diciassette anni di cambiare… come mai solo ora…?

Hanamichi è stordito quanto me da questa novità, ma si riprende in fretta, e mi fa cenno di far strada.

Incredulo, tremando dentro, mi incammino.

 

***

 

Non so come, ci comportiamo in maniera civile.

Hanamichi è una macchinetta, continua a parlare senza sosta, ogni tanto mi fa una domanda e io rispondo ad un cenno affermativo o negativo del capo. Anche volendo, non potei parlare, non ho fiato nei polmoni. La presenza del suo corpo che cammina accanto al mio è in grado di concedermi aria a sufficienza per le funzioni vitali, non altro.

E a me basta, Dio, mi basta.

Con lui al mio fianco, potei vivere di sola aria.

Potrei vivere, sì, di tutto l'amore che provo per lui.

Cammino in una sorta di trance, incantato tra le sue parole e il rumore delle suole delle nostre scarpe sul marciapiede. A ritmi regolari, la luce dei lampioni si abbatte su di noi, gettando sull'asfalto due ombre chine l'una sull'altra. Guardandole distrattamente, sembrano baciarsi.

Le osservo quanto più superficialmente posso… ad ogni singolo lampione.

 

Ancora una volta, sono stupito.

La negoziante mi punta la pistola contro, e sono certo che ieri, nella stessa situazione, Hana avrebbe fatto i salti di gioia: il suo peggior nemico, una pistola - anche se solo quella per inserire i piercing - puntatagli contro…

Ora ha un'aria solidale.

Sono ancora convinto della mia scelta, però sono nervoso.

Farà male?

Afferro inconsciamente un lembo della felpa che Hana si è legato intorno alla vita. Lui prende il mio polso

 

(mi caccerà, respingerà)

 

e lo stringe delicatamente, per farmi forza. Accarezza col pollice il dorso della mia mano.

Quando il negoziante inserisce l'anellino nell'elice del mio orecchio, non sento dolore. E' questione di un attimo, un getto di spray gelido, avvicina la pistola, preme il grilletto, si allontana.

Rimango stordito per la sua rapidità…

…o forse è il calore del tocco leggero dei Hana sul mio polso che travolge ogni realtà, lasciandosi dietro l'odore salato della sua pelle?

Sono quasi le nove, camminiamo ancora fianco a fianco, come due amici. Lui continua a parlare, ma adesso oso delle battute, e lui ride.

Si diverte, sembra.

Dio, avrei mai potuto sperare tanto?

Una felicità così… totale?

Con Sendoh erano solo sguardi spenti, risposte acide alle sue osservazioni, pomiciate troppo umide, mani che raspavano come zampe di cane sul mio corpo.

Non sentivo nulla.

Ero morto dentro.

Ora, cammino accanto d Hana, senza nemmeno sfiorarlo, e sono felice.

Quanto è grande il potere della persona che ami, una forza che non potrà mai realizzare.

Mai.

 

***

 

Quando scendiamo dal treno, so che è arrivato il momento di lasciarci. Se ne accorge anche lui, del mio silenzio improvviso.

Conto gli scalini via via che li calpesto, e li odio, ognuno di loro, perché mi allontanano ogni passo di più da Hanamichi. Tocco il marciapiede, ho davanti il bivio da prendere. È arrivato il momento.

Hanamichi si ferma accanto a me.

-         Volpe, da che parte devi andare?

Gli indico la strada a destra.

-         Questa.

Sospira, un po'… deluso?

-         Oh. Allora ci separiamo qui…

Vorrei dirgli: " No, dai, ti accompagno per un pezzo", e invece sorprenderlo, e camminare con lui sin sotto casa sua… e in una fantasia codarda, lo vedo chinarsi nel buio verso me, baciarmi.

Non ho la forza di farlo.

Non più coraggio per azzardare così lontano.

-         Ru, ma non avevi la bici?- domanda Hana all'improvviso.

Bici? Quale bic… O MERDA! L'ho lasciata a scuola! E domani come faccio a…

… domani?

Sai che ti dico, Kaede? Vaffanculo il Domani, come puoi pensare a un tempo in cui non hai Hana accanto a te?

Faccio spallucce.

-         Camminerò- dico, e poi aggiungo, e non ci credo, ed è solo un sussurro - Ne valeva comunque la pena.

Poi allungo la mano, e gli scompiglio affettuosamente i capelli. Sono morbidi e lisci. Mi piacciono tanto.

Lui ridacchia.

-         Allora ciao.

-         Ah… ciao.

Costringo il mio corpo a girarsi e camminare, nonostante la stanchezza. Dopo qualche passo, sento Hanamichi chiamarmi:

-         Kaede?

Rimango immobile, sciockato.

(Kaede)

-         Sì?

-         Dopo gli allenamenti avevo un appuntamento con Haruko- dice. Ma c'è qualcosa che mi colpisce, nel suo tono: non lo sta dicendo come se lo fosse appena ricordato e si fosse pentito di tutto. Forse…

-         Dovevo uscire con lei - continua lui, pensoso - e invece sono uscito con te. E, cazzo!, ne è valsa la pena!

Mi giro di scatto, il respiro serrato nel petto.

Hanamichi mi guarda, e sorride. È un sorriso dolcissimo. È un sorriso che dice tante cose.

Sotto i miei occhi, si esibisce in un largo inchino, mi lancia un bacio sulla punta delle dita, si volta in fretta e si incammina rapido verso casa.

Rimango una decina di secondi bloccato dallo shock.

Poi penso: " CHE CAZZO STO FACENDO ANCORA QUI?!?"

Al diavolo la codardia,

al diavolo tutte le mie paure,

al diavolo i pensieri sul " e poi…".

Raggiungo Hanamichi di corsa, lo volto bruscamente, lo attiro a me… credo all'inizio volesse protestare, ma baciarlo è un ottimo modo per soffocare qualunque lamentela. Si arrende, mugugna qualcosa di incomprensibile attraverso le nostre lingue intrecciate e mi abbraccia stretto.

 

 

Ora che ricordo, immagino avrebbe dovuto sbalordirmi la differenza tra quelle labbra tenere e umide e quelle morte e fredde di Sendoh… o preoccuparmi che nessuno ci vedesse… che mia madre forse era preoccupata a casa… o almeno accorgermi che aveva iniziato a piovere, e ci stavamo bagnando entrambi fino alle ossa.

La realtà è che c'era solo Hanamichi.

Hanamichi e sì, incredibile, c'ero anch'io.

Attaccato alle sue labbra, il cuore come un geyser nel petto.

Al diavolo tutto, sì. Il mondo, il tempo, ogni cosa.

C'era Hanamichi, e c'era il mio amore.. e c'erano le sue labbra calde contro le mie, e il pulsare furioso del suo sangue sotto la pelle.

Nient'altro importa.

Nient'altro esisteva

Hanamichi.

Hana.

Ed io.

E la pioggia intorno a noi.

 

 

 

"Ora non sentirete più la pioggia,

perché ognuno sarà il riparo dell'altro.

Ora non sentirete più il freddo,

perché ognuno sarà il calore dell'altro."

 

(Benedizione matrimoniale Apache)

 

 

***

 

^^''''''''''' peggio di Beutiful 2…

Isuccia, volevo veramente scriverti qualcosa di carinoç_ç, scusami…

Ti voglio un mare di bene, tesoro!!!!!!!

Un bacione e un abbraccio,

Tes

Per i commenti delle anime pie, a tesla_vampire@mns.com ... ^___^ grazie!!!


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