NOTE: sto incominciando ad odiarla,
proprio non vuole uscire fuori
l'ispirazione x sta cosa!!!. grrrrr! Non mi piace molto com'è scritta, è
cicciata fuori così-_-, ma sono sotto esami.. Nia-chan, spero che ti piaccia
almeno un po'-_-... Stress stress.
DEDICHE: per la laurea di Niaaaaaaane!!!!!!!! Augurosi e un'infinità di
complimenti, piccola mia!!! Piccola. beh, sì, insomma. vabbè, 'piccola', in
barba ad ASH^____^!!!! Ti voglio un casino di bene, dottoressa^_^!!!!
One Last
Wish
parte I
di Tesla
Certo che a volte il destino è strano.
Passa anni, intere generazioni, intere ere, a sconvolgere la povera
umanità
bramosa di desideri, e aspetta, con calma, con pazienza, fin quando i
propri
sogni si son talmente insozzati di avidità che si è disposti a combattere,
ad uccidere, per farli realizzare.
Questa è l'umanità.
Questo è il pianeta Terra,
Sistema solare,
Via Lattea.
Questo è il qui.
Questo è l'ora.
Il "qui" è la città di Kanagawa, a poche centinaia di metri dal porto,
sulla costa a picco.
L'"ora" è il 27 maggio di un anno imprecisato, prime ore della mattinata.
È una bella giornata, lo pensano tutti quelli che hanno avuto il coraggio
e
la fortuna di alzarsi presto questa mattina, ritrovandosi davanti lo
spettacolo del sole che sorge con mille riflessi sull'acqua.
È una bella giornata.
Sì, lo pensa anche Kaede Rukawa, che accucciato su un masso tra le creste
rocciose, osserva il panorama, aspettando di riprendere la sua corsa
mattutina. Ed è così preso ad osservare, che non si accorge dei passi alle
sue spalle se non all'ultimo, passi leggeri, sembrano di donna.
Per un attimo, gli sembra di riconoscere il fruscio delicato dei passi
di
sua madre, quando con un sorriso gli accarezzava i capelli augurandogli il
buongiorno, la colazione è pronta. Ma con un gesto deciso scrolla la testa
e
cancella quell'allucinazione dalla sua testa, sua madre è morta, da
tanto,
tanto tempo. Come suo padre.
Per un altro folle momento,
(son così tanti i momenti in cui non ti leghi alla realtà, sai dirmi il
perché, Kaede?)
teme che sia un'altra invasata del suo fan club che l'ha pedinato,
scoprendo
il suo piccolo nascondiglio segreto. Ma il rumore dei passi era troppo
delicato e leggero per poter essere una di "quelle".
Alla fine lancia un'occhiata distratta alle sue spalle, e la vede.
La più bella ragazza che in 16 anni di vita lui abbia mai visto. Sebbene
si
sia accorto da parecchio tempo che le ragazze non lo attraggano
sessualmente, davanti a quella visione il suo cuore salta alcuni battiti.
Bella, senza trovare altre parole stupide che possano impoverire questo
concetto.
Bella.
Bella, e troppo vicina al bordo della cresta rocciosa per i suoi gusti, il
crepaccio è alto circa una dozzina di metri rispetto al livello del mare,
ed
in quel punto i massi non sono esattamente fermi, il terreno è piuttosto
scosceso.
La ragazza volta solo un attimo il viso verso Kaede, ed in quel momento,
lui
intuisce.
Sa che la ragazza è perfettamente a conoscenza delle condizioni delle
rocce
in quel punto.
Sa anche che è quello che finalmente cercava da tempo.
Le sue sofferenze stanno per sgretolarsi, lavate via dalla spuma marina.
È arrivato il tempo di partir via, per non tornare mai più.
I loro sguardi si sono incontrati solo per un attimo, e dentro quegli
occhi,
Kaede ha visto la sua volontà.
Ha visto tutto, e trema.
- Vieni spesso qui?- la frase è solo un sussurro, ma è solo l'alba, è la
città è ancora avvolta in una cappa di silenzio irreale.
- Sì, corro- le risponde.
- Sai, questo era il mio nascondiglio segreto, - gli confessa, - ci venivo
spesso quando ero triste, quando i compagni mi prendevano in giro, una
volta
mi hanno tirato pure dei pomodori. dicevano che ero brutta.
Kaede strabuzza gli occhi in silenzio, gli sembra impossibile che qualcuno
le abbia potuto recare offese simili, la bellezza di questa ragazza è
talmente vasta, immensa, da soverchiare qualsiasi sentimento di invidia.
(Bella, semplicemente bella, senza trovare altre parole stupide che
possano
impoverire questo concetto)
- Ho pianto, perché le loro parole mi facevano male, perché loro avevano
ragione. Ero brutta. Ero un mostro.
- Sei bella-, la contraria lui.
Lei gli lancia un sorriso strano, che non riesce a comprendere se sia
sfoggio di orgoglio o tristezza.
- Ero brutta. Sono bella. Avresti mai creduto possibile una cosa del
genere?
Kaede rimane ancora senza parole. Si potrebbe trovare una motivazione
nella
sua natura solitaria e silenziosa, ma questa volta non dice nulla per
altro.
Non vuole rompere questo momento.
( la frase è solo un sussurro, ma è solo l'alba, e la città è ancora
avvolta
in una cappa di silenzio irreale)
- Avevo una sola possibilità.
- .
- .una sola.
- .
- .un'unica, singola possibilità.
- .
- . e come una stupida, l'ho bruciata.
La ragazza smettere di parlare, e Kaede riesce a sentire il fruscio delle
vesti smosse da una brezza leggera.
Il sole è quasi emerso del tutto dalla linea blu del mare.
Tra poco, il sole nascerà per l'ennesima volta.
Tra poco, la ragazza davanti a lui si addormenterà per sempre.
Può servire a qualcosa dirle di non fare una tale stupidaggine? Vorrebbe
poter trovare le parole, ma si è reso conto ormai, dal primo momento in
cui
l'ha scorta, forse anche dal primo attimo in cui ha udito il sussurrare
del
tessuto contro pelle delle sue belle gambe, che non c'è più nulla da fare.
La decisione è presa.
( Avevo una sola possibilità, una sola, un'unica, singola possibilità, e
come una stupida, l'ho bruciata)
Ma può rimanere fermo, inerme, davanti a lei? Kaede si alza e le si
avvicina: adesso, se entrambi allungassero le mani, potrebbero sentire le
proprie dita sfiorarsi. Ma nessuno dei due si muove, rimangono in
silenzio,
ad osservarsi, in un silenzioso gioco di sguardi.
Rukawa non è in grado di dire quanto tempo sia passato da quel momento, il
disco solare è diventato improvvisamente così incandescente da non poterlo
guardare e potersi regolare sulla sua posizione.
Lei continua a fissarlo,
lui non riesce a distogliere gli occhi.
- Tu non sei come me, tu puoi..- bisbiglia con un sorriso ancora
incomprensibile la ragazza. Anche questa volta, lui non riesce a capire se
voglia esprimere rammarico, rancore, invidia.
Speranza.
(Avevo una sola possibilità, una sola, un'unica, singola possibilità, e
come
una stupida, l'ho bruciata)
- Sì, tu puoi.
- Posso cosa?- riesce finalmente a dire Kaede.
- Farai ciò che io non ho avuto il coraggio di compiere,.
- .
- .saprai ciò che io non sono riuscita a trovare.
E solo un istante, quello che segue, ma un instante che Rukawa rivedrà
mille
volte nella sua mente.
È l'istante in cui la ragazza fa un passo indietro e si affida al vuoto
della costa.
Allunga la mano, le afferra le dita, perde l'equilibrio e si ritrova
disteso
tra le rocce fino allo stomaco, il resto perso nel vuoto. Davanti agli
occhi, ha la ragazza.
Oltre la ragazza, un abisso spumoso.
Lei gli sorride, è serena, finalmente.
- Si, tu saprai ciò che io non sono riuscito a trovare.
- Cos'è?- sussurra lui, terrorizzato dal fatto che sente le dita
scivolargli
dalla presa.
- .la felicità.
Un momento dopo, perde la presa, e la ragazza cade precipita nel vuoto.
Kaede urla.
Le onde del mare inghiottono il corpo, vede solo un ultimo scintillio di
capelli, poi più niente.
Rimane sdraiato sui massi, fissando il punto in cui è sparita, ancora
incredulo. Incapace di pensare.
Lentamente, si rialza in piedi, tremante.
Quando riprende un minimo di lucidità, si accorge che tra le dita stringe
un
pendaglio d'argento.
(Si, tu saprai ciò che io non sono riuscito a trovare)
(Cos'è?)
(.la felicità )
***
CAPITOLO 2
La polizia ha raccolto la sua testimonianza e l'ha mandato a casa. ' Fatti
un bella dormita ', gli hanno detto, ma non può, non riesce a dormire, a
chiudere gli occhi. davanti a sé rivede il volto sorridente della ragazza
mentre affonda nell'acqua, mentre le sua esistenza cessa per sempre.
Poteva
fare qualcosa, per salvarla? Kaede si sente malissimo, il rimorso morde e
corrode il suo animo.
Avrebbe potuto salvarla?
Se solo non avesse accantonato subito l'idea.
Se solo non avesse voluto rispettare la sua volontà.
Se solo non fosse rimasto così incantato dalla sua pelle splendente.
Se solo.
Se.
Stringe il pendaglio tra le dita, e riesce a sentirne la superficie fredda
premere contro il palmo della mano. Perché gli ha lasciato quel
medaglione?
Perché. proprio a lui?
(Si, tu saprai ciò che io non sono riuscito a trovare)
Perché quelle parole? Perché proprio a lui?
Scuote la testa con forza, cercando disperatamente di scacciare via
pensieri, dubbi, rimorsi, visioni di persone che non ci sono più. Tra poco
ci sarà l'amichevole con il Kainan, e lo Shohoku non perderà.
LUI non perderà.
Non può arrendersi davanti a niente, non può arrendersi dinanzi a nessuno,
fosse anche un tormento. deve solo allenarsi, perché l'NBA è lì che lo
aspetta, aspetta nuovi talenti, e Kaede Rukawa è uno di essi.
Kaede Rukawa combatterà per realizzare il suo sogno.
Kaede Rukawa non mangerà, non dormirà, sputerà sangue. ma alla fine
giocherà, e vincerà.
Perché questo è il suo primo desiderio.
Il desiderio più grande custodito nella sua mente.
Un attimo prima sta osservando il medaglione.
Un attimo dopo è profondamente addormentato.
***
STAI SOGNANDO, KAEDE, TE NE RENDI CONTO, VERO?
sì, ma a me piacciono i sogni, è per questo che dormo sempre.
È PERCHÉ QUI RIESCI AD ESSERE CHI VUOI, VERO? RIESCI AD ESAUDIRE I TUOI
DESIDERI, QUANDO SOGNI, NON È COSÌ?
.
DIMMI., KAEDE, È COSÌ?
Sì.
IO SO QUALI SONO I TUOI DESIDERI, IO RIESCO A LEGGERE LA TUA MENTE. IO SO
COSE CHE TU NEGHI A TE STESSO. ORA LASCIA CHE IO TI MOSTRI CIÒ CHE VEDO.
LASCIA CHE TI FACCIA VEDERE QUANTO È VASTO E DIFFICILE IL SOGNO CHE
INSEGUI.
***
-luce. Luce accecante. Kaede chiude gli occhi, copre le palpebre strette
con
l'avambraccio.-
***
KAEDE, ORA PUOI GUARDARE, KAEDE. NON TI FERIRAI GLI OCCHI. FIDATI DI ME.
***
-Kaede si fida e apre gli occhi. È vero, ora riesce a distinguere il mondo
intorno a sé. È un mondo fatto di parquet lucido per pavimento e cemento
per
mura. È un mondo fatto di due canestri ai lati opposti dell'edificio e un
pallone arancione a righe circolari nere. È il mondo del basket. È in una
palestra-
***
Dove mi trovo?
IN UNA PALESTRA.
Sì, ma dove? In che luogo sono? In che città?
KAEDE, QUESTO È UN SOGNO. NEI SOGNI NON CI SONO LUOGHI REALI. CI SONO SOLO
VISIONI, FANTASIE, RICORDI. DEVI DIRMELO TU DOVE SIAMO.
Avevi detto che conoscevi i miei più profondi segreti.
SÌ, È COSÌ INFATTI. MA I SOGNI SERVONO PER CAPIRE, PER COMUNICARE CON SE
STESSI. ORA DIMMI, CHE POSTO È QUESTO?
***
-Kaede si guarda un'occhiata in giro. Sa dove si trova, ha riconosciuto la
palestra.-
***
Siamo a scuola. Questo è lo Shohoku.
ESATTO, KAEDE. TRA POCO SI SVOLGERÀ L'AMICHEVOLE CON IL KAINAN. VOI NON
SIETE MAI RIUSCITI A BATTERLO, VERO?
No.
QUESTO È L'INIZIO, KAEDE. QUESTO È IL PRINCIPIO DELLA TUA VISIONE. INIZIA
QUI IL TUO VIAGGIO.
Che intendi?
ORA, KAEDE, TI MOSTRERÒ L'IMMENSITÀ DEL TUO VERO DESIDERIO.
***
Si ritrova nel campetto vicino casa, il primo campetto che abbia mai
calpestato nella sua vita.
È tornato indietro di 9 anni. Davanti a sé, vede un piccolo Kaede che
scruta
affascinato un canestro troppo alto per lui. Accanto al piccolo Kaede, c'è
suo padre.
Hanno entrambi la stessa tenuta, calzoncini e maglietta leggera. Il signor
Rukawa porta all'avambraccio una fascetta di spugna nera. Riconosce
benissimo quella spugnetta. È la stessa che lui porta al braccio quando
gioca.
Il piccolo Kaede guarda il canestro con un broncio tenerissimo. I capelli
sono tagliati a spazzola( fa molto caldo), e la sua pelle è abbronzata.
L'altro giorno il babbo e la mamma l'hanno portato al mare. Ricorda ancora
bene il sorriso splendente di lei mentre gli spalmava l'abbronzante solare
sulla pelle, i capelli neri raccolti con un mollettone sulla nuca. Ricorda
ancora che li aveva spalmati con un gel , per proteggerli dalla
salsedine,
e il passaggio del pettine li aveva divisi in minuscole ciocchette
lineari.
Al piccolo Kaede, quando aveva visto quei capelli, era venuto in mente un
campo arato. Aveva sorriso. Pur se somigliavano ad un campo arato, i
capelli della mamma sapevano sempre di buono.
E perché, che dire del suo papà? Aveva preso scherzosamente in giro il
figlio quando l'aveva visto ritirarsi dopo aver immerso le dita dei piedi
nel mare.
' Cosa c'è, Ka-chan, ti spaventa l'acqua fredda?'
Ka-chan l'aveva guardato male, il musetto imbronciato come al suo solito.
Il
nasino si era leggermente arrossato, e l'intero viso si era coperto di
lentiggini. Aveva incrociato le braccia, gonfiandosi il petto, lo sguardo
più truce che mai.
Allora la mamma l'aveva preso per mano, insieme erano saliti sul canotto e
l'avevano spinto in acqua. Tutto sotto gli occhi del signor Rukawa, che li
guardava sulla spiaggia.
La mamma si accostò all'orecchio di Ka-chan e gli bisbigliò piano:
' Ci vendichiamo, tesoro?
Kaede le rivolse un sorriso enorme e annuì gioiosamente.
La mamma gli aveva strizzato l'occhio, poi si era rivolta al marito,
ancora
sul bagnasciuga.
' Senti tu, esempio di macho! Perché non dai tu l'esempio a tuo figlio?'
gli suggerì, indicandogli con una mano l'acqua.
Il babbo aveva gonfiato il petto e non aveva aspettato un attimo.
Attraversò
l'acqua bassa con una corsa e si gettò in essa.
Come aveva previsto la madre, ne era uscito urlando e tremando dal freddo.
Con un paio di bracciate, aveva raggiunto uno scoglio e c'era salito
sopra.
Si era avvolto le braccia intorno al petto, il corpo scosso da brividi.
Il piccolo Ka-chan e la mamma avevano cominciato a ridere come pazzi.
' Eih!Eih, voi due, fate poco gli spiritosi e venite a recuperarmi!!'
aveva
urlato lui., cercando di trattenere le risate e fingersi offeso.
Mamma e figlio prima si erano guardati, poi avevano guardato il papà.
' Noooooooooooooooo, meglio di no!' avevano detto contemporaneamente,
ridendo.
'Come sarebbe a dire? Sareste capaci di lasciarmi qui solo e al freddo?
Avevano annuito vigorosamente, ancora in sincronia.
' Nuota! La riva non è lontana!
' Ma l'acqua è freeeedda!' si era lamentato il babbo.
' Non lo era per Ka-chan, no?' gli aveva risposto la mamma pronta,
lasciandolo sullo scoglio.
Accanto a lei, il piccolo Rukawa si era sbellicato dalle risate.
Il babbo, alla fine, se l'era dovuta fare a nuoto.
- Kaede, naturalmente tu sai benissimo i trascorsi grandiosi del tuo
babbo,
vero?
- Intendi come ieri al mare?- ride lui. Il babbo lo guarda con aria
fintamente truce.
- Senti, hai intenzione di prendermi in giro fino alla fine dei miei
giorni?
- Sì.
- Ah, bene.
- Perché mi hai portato qui, papà?- domanda.
- Ka-chan, ti ho parlato mai del basket?
Kaede lo guarda curioso. Sì, qualche volta gli ha raccontato che faceva
parte del club di basket al liceo, e la sera, quando il piccolo Rukawa si
addormentava sulle ginocchia del suo papà, la tv trasmetteva qualche
partita dell'NBA. Perché adesso glielo chiedeva? Non sa darsi una
risposta,
e si limita ad annuire con la testa.
- Mi piacerebbe tanto che tu imparassi il basket, Ka-chan, perché è uno
sport stupendo. Certo, per un tappo come te sarà difficile.
- Papà!!! - esclama offeso lui,- Io non sono basso, sono solo giovane!
- Tappo!- lo prende in giro lui.
- Giovane!
- Tappo!
- Giovane!
- Tappo tappo tappo!
- Scommetto che quando sarò grande, ti batterò! Sarò più alto di te, più
bravo di te e ti straccerò!!!
Il viso del signor Rukawa si addolcisce teneramente e lo abbraccia.
- Lo spero, Ka-chan! Anzi, guarda,- gli dice sfilandosi la fascetta di
spugna nera che porta all'avambraccio,- questa mi ha portato sempre
fortuna.
Ora è tua, sono certo che ti renderà famoso!
- Grazie, papà- gli risponde sorridendo.
Suo padre gli inizia a spiegare le regole. Quando tornano a casa la sera
tardi, trovano la tavola è apparecchiata e la mamma furente.
- Dove diavolo siete stati senza avvertirmi fino a quest ora?
- Mamma, mamma, papà mi ha insegnato a giocare a basket!- urla lui
contento
abbracciandola. Lei sorride e gli accarezza la testa. Tra le sue braccia,
Kaede sente l'odore biscottato della mamma. Il profumo più buono del
mondo.
Come il battito del suo cuore. Il suono più delicato della terra.
- Eh eh, gli ho regalato la mia fascetta, ora Ka-chan diverrà imbattibile
come suo padre. Sarà un vero uomo.
- E CHE uomo! L'abbiamo visto ieri in acqua!- lo punzecchia lei.
- Uuuuh, - si lamenta lui, sogghignando, - tu e tuo figlio avete davvero
intenzione di sfottermi fino alla fine dei miei giorni?
- Sìiiiiiiiiiiiiiiii!- esclamano loro all'unisono.
Tutti e tre scoppiano a ridere come pazzi.
Una settimana dopo, a quella stessa ora, i suoi genitori sono morti.
***
***
QUESTO È STATO IL TUO PRIMO INCONTRO CON IL BASKET, NON È VERO?
Sì.
COSA PROVI?
Tristezza. Quei momenti non ci sono più.
MA C'È IL FUTURO, KAEDE. LO VUOI VEDERE, IL TUO FUTURO?
***
-Kaede esita. Poi cede, e fa cenno di sì col capo. Lo vuole vedere. Vuole
vedere se ciò che desidera lo desidera abbastanza da farlo avverare.
Chiude
gli occhi, e la luce lo avvolge-
***
APRI GLI OCCHI, KAEDE.
Dove mi trovo?
APRI GLI OCCHI, E VEDRAI. SAPRAI TUTTO CIÒ CHE IO POSSO DARTI.
***
Kaede apre gli occhi, e sussulta. C'è un uomo davanti a lui. La sua pelle
è
scura, e stringe tra le mani una palla di basket. Sa benissimo chi è.
Michael Jordan.
***
Lui. lui è.
IL TUO FUTURO.
Ma io.
COSA?
Io.
NON CREDEVI SARESTI ARRIVATO FINO A QUESTO PUNTO, VERO? NON CREDEVI
SARESTI
ARRIVATO. SINO A LUI.
.
VERO?
No. Non lo credevo possibile. Non fino a qui.
E INVECE È QUESTA LA REALTÀ. IL TUO FUTURO. IL TUO DESTINO. TUTTO..
.
TUTTO, SE TU VUOI.
Che intendi dire?
CHE SE TU VUOI, SE TU 'DESIDERI', ACCADRÀ. AVVERRÀ TUTTO QUELLO CHE VUOI,
TUTTO QUELLO CHE HAI SEMPRE SOGNATO DA QUEL GIORNO I N CUI TUO PADRE TI
INSEGNÒ COME IMPUGNARE LA PALLA.
Tutto.
SÌ, TUTTO CIÒ CHE DESIDERI, VINCERAI OGNI SCONTRO, SARAI L'ASSO DELLO
SHOHOKU, DI KANAGAWA, MVP, IL NUMERO UNO DEL GIAPPONE, DEL CONTINENTE, DEL
MONDO. BATTERAI I TUOI AVVERSARI, SCONFIGGERAI CHI TI AFFRONTA. ARRIVERAI
IN
AMERICA E LA CONQUISTERAI, AVRAI INGAGGI MILIARDARI, LE SQUADRE FARANNO A
PUGNI PER AVERTI. RIMARRAI NELLA LEGGENDA COME IL GIOCATORE DI BASKET PIÙ
BRAVO DEL MONDO. TU.
.
. SARAI LA STELLA.
***
Kaede osserva il gigante davanti a lui.
NBA.
NBA.
***
Posso arrivare sino a lui?
E OLTRE, KAEDE, E ANCORA OLTRE, E OLTRE. PIÙ DI QUANTO TU POSSA
IMMAGINARE,
PIÙ DI QUANTO TU POSSA DESIDERARE. SE È QUESTO IL TUO DESIDERIO, KAEDE,
ACCADRÀ. OGNI COSA. COME VOLEVA TUO PADRE.
Non lo so.
PENSACI, KAEDE. SARAI LA STELLA DEL BASKET. SARAI IL NUMERO UNO DI TUTTI.
Devo pensarci. Fammi pensare.
VUOI VERAMENTE PENSARCI, KAEDE? NON È QUESTO IL TUO PIÙ PROFONDO
DESIDERIO?
IO POSSO LEGGERE DENTRO DI TE, LO SAI.
Voglio pensarci. Voglio.
***
Kaede non termina la frase. Improvvisamente si riscuote, è di nuovo nel
salone di casa sua.
Basta sogni, basta fantasie, Kaede. Hai una partita da giocare.
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