parte I - Rientro a Hogwarts di Daniela L’orologio finalmente batté le ore nove, solitamente tutti a quell’ora erano già in piedi, ma probabilmente quella non era una delle solite giornate. Quella mattina, la piccola casa dei Signori Weasley era completamente immersa nella luce di quel bellissimo e tiepidissimo primo sole di settembre. La cucina era silenziosa, molto strano in quella famiglia e a quell’ora, ma i soliti incantesimi continuavano ad andare avanti: i due ferri n. 7 stavano preparando già i regali di Natale per tutta la famiglia, anche quest’anno maglioni, aveva pensato Ron appena li aveva visti in azione; i piatti si stavano facendo lavare da una grossa spugna verde magica che li insaponava e li strofinava ben bene. La sera precedente tutti i componenti avevano dato vita ad una piccola festa per festeggiare il rientro alla tanto amata scuola di magia; erano tutti molto sereni, tranne Ron che, nonostante tutta l’allegria che lo circondava, non faceva altro che starsene in disparte. Harry avrebbe voluto sedersi accanto a lui, gli sarebbe piaciuto che il suo amico si confidasse come faceva sempre, ma il Signor Weasley, quasi intuendo i suoi pensieri, lo aveva bloccato e costretto a bere un succo di zucca insieme a lui. Quando dopo circa quaranta minuti si era voltato verso la poltrona, Ron se ne era già andato. Sapeva che era andato a dormire, sapeva di essere egoista ma, in quel momento, preferiva godersi quell’atmosfera familiare che lui non riusciva quasi mai a vedere.
Regnava l’assoluta quiete tra quelle solide mura, tutto era in assoluto ordine ed ogni cosa andava per il verso giusto. Ad un certo punto un rumore di passi lungo le scale ruppe quel meraviglioso silenzio. La prima a scendere i gradini di corsa fu la Signora Weasley, la quale, dopo aver preparato velocemente la colazione, corse di nuovo al piano superiore per svegliare tutti i suoi ragazzi. Era tardissimo.
Quando, dopo poco, entrò nella camera di suo figlio Ron, si diresse verso le finestre e spalancò le tende in modo che la luce del sole settembrino potesse inondare quella camera tutta sottosopra: Ron era veramente disordinato, lo avrebbe dovuto sgridare, ma non quella mattina, era il giorno di rientro a Hogwarts. Si diresse verso il letto di Ron ma si accorse, quasi subito, che i capelli che sbucavano da sotto il manto di coperte non erano rossi, tipici della sua famiglia. Harry aveva passato gli ultimi quindici giorni di vacanza in casa loro, erano stati molto felici di averlo come ospite, soprattutto Ron, erano diventati inseparabili, specialmente negli ultimi anni. Non credeva che suo figlio avesse per amico il leggendario Harry Potter. Si chinò su quei capelli scuri e sussurrò dolcemente: “Harry caro, è l’ora di alzarsi, vi aspetta il viaggio di rientro alla scuola, dovete prepararvi, o farete tardi” detto questo si avvicinò al sacco a pelo verde disteso a terra dove sbucavano inconfondibili dei ciuffi rosso fuoco. Si, quello era Ron, e doveva svegliarlo altrimenti avrebbero perso tutti il treno: “RONALD WEASLEY! ALZATI IMMEDIATAMENTE!!!” Ron, quasi fosse stato elettrizzato da una scarica ad alto voltaggio, si alzò con un salto dal sacco a pelo, inciampando nel suo stesso pigiama, e rovinò a terra in un modo piuttosto buffo. La Signora Weasley lo guardò con uno sguardo carico di affetto ma anche di rimprovero: amava profondamente i suoi figli ma quella camera era un disastro e loro erano ancora in pigiama. Gli lanciò un’ultima occhiata di disapprovazione e si diresse verso la porta, ma prima di uscire, si rivolse ad Harry: ”Sono molto felice che tu abbia passato questi ultimi giorni a casa nostra, credimi, siamo veramente onorati di averti qui, ma non perché sei Harry Potter, ma perché sei l’amico più caro di uno dei miei figli; grazie di stargli sempre accanto, non so bene chi sarebbe diventato quel selvaggio se non avesse incontrato te.” Appena terminato il piccolo ringraziamento, la Signora uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Ron non credeva alle proprie orecchie, guardò con stupore la porta dalla quale era uscita sua madre, non si aspettava di certo un discorsetto del genere, ma era comunque molto soddisfatto di quello che aveva detto al suo amico: lo aveva sempre saputo, sua madre aveva veramente un gran cuore. Harry osservò per un po’ Ron ancora con la bocca spalancata e, dopo un fugace sguardo all’orologio, disse: “E’ meglio che ci prepariamo Ron, se non vogliamo fare tardi per la partenza.” Si vestirono in fretta e prepararono le ultime cose da portare a Hogwarts. Iniziava un altro anno e loro, come tutte le altre volte, volavano già ad un metro dal suolo.
La colazione era squisita, come sempre, pensarono tutti i fratelli Weasley. Purtroppo però non se la poterono godere a lungo: tra prepararsi, lavarsi e mangiare erano già scoccate le 10.15; dovevano sbrigarsi: avevano imparato con gli anni che il loro treno magico partiva sempre alle undici precise, spaccando il minuto. Entrarono uno per uno nel camino e, grazie alla polvere magica, in un attimo furono tutti alla stazione, pronti per attraversare il muro tra il binario nove e dieci che li avrebbe trasportati davanti al loro treno.
Eccolo finalmente il treno per Hogwarts. Era già pronto alla partenza infatti tutti gli studenti erano ammassati davanti alle entrate del vagone pronti per iniziare un altro anno nella loro scuola di magia e stregoneria. Ron ed Harry si guardarono a lungo intorno per vedere se, nella moltitudine, riconoscevano qualcuno di loro conoscenza. Ed ecco arrivare verso di loro una bellissima ragazza dai capelli castani e due occhi incantevoli. Hermione salutò per primo Harry, abbracciandolo affettuosamente e chiedendogli subito che fine avesse fatto negli ultimi tempi. Dopo una breve descrizione delle sue penose vacanze a casa Dursley, si illuminò subito nel raccontare quei quindici giorni indimenticabili trascorsi a casa del suo migliore amico. Ron era assente, sia per il fatto che Harry non faceva che adulare lui e tutta la sua famiglia, ma anche perché aveva finalmente davanti a sé, dopo molto mesi, la sua dolce Hermione. Quando, dopo una breve chiacchierata, la ragazza si rivolse a lui, Ron avvampò e non seppe cosa rispondere neanche quando lei gli chiese come stava. Hermione: “Ehi Ron, ma che ti sta succedendo, mi sembri strano, tutto bene?” Ron: “Oh… s-si si Hermione davvero tutto a posto, mai stato meglio” ridendo tra sé e sé Harry: “Non farci caso, è da questa mattina che è strano, da quando sua mamma mi ha ringraziato di salvare suo figlio da chissà quale disgrazia. Ma tu come stai Hermione? So che sei andata a stare dai tuoi zii a Parigi per tutta l’estate, giusto?” Hermione: “Si, hai visto giusto! Sono stata dai miei zii, non proprio a Parigi centro, almeno non sotto la torre Eiffel, ma un po’ più in periferia; ma, stai tranquillo, mi sono divertita lo stesso! Vedessi che prato e che villa hanno questi miei parenti! Poi un giorno se volete, potete accompagnarmi, anche l’estate prossima, se vi va!” Ron: “Si si Hermione, verrei ovunque tu mi voglia portare….a me e ad Harry, si intende….” Ron era sempre più imbarazzato, non riusciva a mettere in croce quattro parole che subito faceva qualche figuraccia: ok, una persona si può anche innamorare, ma lui stava passando solo da stupido e nulla più. Si disse che era arrivato il momento di mettere la parola stop a tutte quelle situazioni imbarazzanti, doveva assolutamente parlare con Hermione e confessarle chiaramente cosa nutriva nei suoi confronti. Aveva trascorso quasi tutta l’estate a pensare a lei, ed era stato anche notevolmente bravo a non far accorgere Harry di quello che provava in realtà, anche se, era sicuro, che il suo amico sospettasse qualcosa. Spesso lo aveva sorpreso a sospirare guardando le fotografie di loro tre a scuola, era sicuro che il geniale Potter avesse capito tutto, ma quando gli chiedeva cosa avesse tanto da sospirare, lui rispondeva semplicemente che gli mancava Hogwarts ed Harry sembrava accettare quella piccola bugia. Del resto era vero, gli mancava la scuola, anche.
Harry si era accorto da tempo che Ron gli stava nascondendo la verità su quello che provava per la loro comune amica. Quando lo vedeva sospirare davanti a quelle foto, non aveva mai creduto neanche una volta alla scusa della nostalgia della scuola. Sapeva che soffriva perché voleva rivedere Hermione, ogni tanto lo vedeva perdersi nel vuoto, ad osservare il cielo e a pensare a chissà quali cose, ma lui sapeva già tutto. Harry si era affezionato tantissimo al suo amico Ron. Tutti quegli anni e tutte le avventure che avevano affrontato insieme, avevano reso la loro amicizia un legame inscindibile. Passavano quasi sempre insieme la maggior parte del loro tempo libero, riuscivano a trovare il momento per fare tutto quello di cui avevano voglia. Erano diventati veramente inseparabili; tutta la scuola, o quasi tutta, li invidiava e le ragazze facevano la fila per poter uscire con uno dei due giovani. I duri allenamenti di Quidditch e i loro scontri con i vari nemici, avevano modellato bene i loro corpi, erano diventati davvero due bei ragazzi, non c’era che dire. Ron sapeva quasi tutto del suo compagno, anche se non l’aveva mai visto ancora veramente preso da qualche ragazza, mai innamorato sul serio. Lui, lo sapevano anche i muri, amava con tutto se stesso la bella Hermione, ma Harry? Che dire del cuore di Harry, aveva mai battuto intensamente per qualche donzella? Ron era più o meno sicuro che così non fosse, ma la scuola stava per terminare ed il suo più caro amico non ne sarebbe uscito single, come del resto neppure lui! Molte volte si erano ritrovati a toccare l’argomento ma appena si arrivava alla domanda “Chi ti piace?” Ron sbuffava e se ne andava, Harry cambiava repentinamente argomento; sembrava che entrambi avessero qualcosa da nascondere, ma non erano certo queste le difficoltà che potevano incrinare un’amicizia come la loro.
Hermione aveva trascorso un’estate bellissima, non c’era che dire, la sua vacanza a Parigi si era rivelata migliore del previsto. Inizialmente, quando i suoi genitori le avevano annunciato che da lì ad una settimana sarebbero partiti per la capitale francese, lei si era risentita, non voleva andare via dalla sua casa per tre mesi interi, voleva rimanere lì, e poi voleva vedere i suoi amici, non voleva allontanarsi troppo, potevano aver bisogno di lei. Ma i Signori Granger erano assolutamente convinti di partire ed il lunedi successivo erano già in viaggio verso la Francia. Stare tre mesi lontana dalla sua patria l’aveva demoralizzata, ma la villeggiatura si era rivelata, nonostante tutto, molto piacevole. Aveva conosciuto tantissime persone, aveva imparato a parlare meglio il francese ed aveva conosciuto molti ragazzi che le avevano fatto una corte spietata in quei mesi. Si era divertita tanto e, tornando a casa, aveva avvertito le prime note di nostalgia. Ma adesso era di nuovo di fronte alle persone che contavano più di tutte per lei, il suo amico Harry e Ron. Ron. Quante volte, lontana da Hogwarts, aveva ripetuto il suo nome prima di dormire, e quante volte si svegliava con il suo nome di nuovo sulle labbra. Aveva capito che provava qualcosa per quella testa rossa, ma non aveva ancora il coraggio di ammetterlo, tantomeno a sé stessa. Decise che forse, quello che sentiva, era solo la lontananza, niente di più, si stava illudendo e stava fantasticando su idee sciocche, lo sapeva, ma Ron le era sempre piaciuto in un certo qual modo. Le sue risate, i suoi scherzi, il suo sorriso e le sue mani, doveva essere bellissimo essere accarezzati da quelle dita lunghe e affusolate, quelle spalle larghe chissà come l’avrebbero fatta sentire, e le sue labbra….ma erano solo pensieri, non doveva crederci troppo, Ron era Ron, un amico e basta.
Dopo qualche minuto in cui stettero in assoluto silenzio, Hermione ruppe quella tensione annunciando che il treno sarebbe partito di lì a pochi minuti, anche senza di loro, quindi era meglio sbrigarsi. Salirono di corsa, sistemando i bagagli come meglio potevano, e solo in quel momento Harry si accorse di essere osservato. Girò lo sguardo verso il finestrino, ma quello che vide al di là del vetro lo lasciò sconcertato: due occhi grigio-azzurri, bellissimi, lo stavano fissando.
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