15
ottobre 2000
Kenshin:
Yatta!!! Non riesco a crederci!!
Abbiamo finito!! ^__^
Grifis: Sniff... ç_ç (in lacrime per la commozione)
Kenshin:
Non pensavo che ce l’avremmo fatta
prima del 28 di ottobre!
Grifis: Dovevamo
Kenshin, la nostra fanfic si basa sull’ultimo capitolo uscito su Be Boy Gold,
se aspettavamo il nuovo si rischiava di sballare tutto...
Kenshin:
Già…
Ah,
a proposito, dovremmo avvertire che dentro la fanfic ci sono spoiler su fatti
che avvengono nei volumi 2, 3 e il futuro volume 7, che ancora non è neanche
uscito!
Piuttosto...
pensi che piacerà?!?!
Grifis:
E’ la prima fanfiction che
scriviamo, non possono essere troppo severi, non credi? ^_^;;
Kenshin: Speriamo...
T_T
Un'ultima
cosa, prima di lasciare i nostri lettori: per il titolo ci siamo ispirate
all'omonima canzone della colonna sonora di City Hunter '91, perché ci piaceva
e ci sembrava molto adatto! "Onegai" significa "ti prego".
Le altre parole giapponesi che si trovano nel testo sono tradotte nelle note a
fine pagina.
E
adesso...
G&K: Buona lettura!! ^___^ * inchino *
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ONEGAI, KISS ME AGAIN
Kai
uscì dalla ryokan(1), zaino sulle spalle e valigia nella mano
destra. Era una bellissima mattinata! Il sole brillava così forte da obbligarlo
a coprirsi gli occhi con la mano libera, l’aria era fresca e gli unici rumori
che si sentivano erano il cinguettio degli uccelli e lo scorrere di un torrente
lì vicino.
Era
veramente un peccato doversene andare così presto da un posto tanto
incantevole!
Normalmente
non si sarebbe soffermato ad ammirare il paesaggio, ma quei suoni,
quell’atmosfera pacata, lo avevano accompagnato in quei giorni così importanti
per lui, giorni in cui era riuscito a far luce dentro di sé più che in tutti
gli anni passati. Kai non voleva staccarsene, forse per paura di dover tornare
indietro: alla sua vita di tutti i giorni, ma non solo. Sarebbe voluto rimanere
lì. Avrebbe avuto bisogno di qualche giorno in più… sì, forse sarebbe bastato
solo qualche giorno in più.
Ad
un certo punto una mano sfiorò la sua: Masa era venuto a prendere la sua
valigia per caricarla in auto.
Kai
si volse per ringraziarlo, ma l’uomo lo aveva già oltrepassato, dirigendosi
verso la macchina.
“Dannazione
- pensò Kai - non mi ha guardato neppure in faccia!”
Non
che il ragazzo si fosse aspettato qualche gesto affettuoso, ma Masa lo stava
deliberatamente evitando.
No,
questa volta no! Potevano tornare alla vita di sempre, potevano lasciare quel
luogo, ma Kai non gli avrebbe permesso di tornare sui suoi passi!
Dopo
quello che era successo la notte prima, ormai non c’erano più dubbi!
La
prima volta aveva potuto accettare la giustificazione di Masa, che si fosse trattato di uno scherzo - era poco
più di un bambino, in fondo - ma adesso Kai ne era assolutamente certo: Masa
doveva provare qualcosa di più per lui, molto più di un semplice sentimento
paterno o fraterno! Aveva ammesso che gli voleva bene! Lo aveva baciato per la
seconda volta e aveva detto che per lui il suo bon(2) era la persona più importante!
E
ormai anche i sentimenti del ragazzo erano chiari: l’uomo che lo aveva
cresciuto, che lo aveva trattato come un figlio, poi come un fratello, poi come
un amico, adesso Kai lo amava, lo desiderava! Adesso che sapeva cosa si provava
ad essere stretti da quelle braccia, accarezzati da quelle mani e baciati da
quella bocca, Kai voleva di più!
Il
flusso dei pensieri del ragazzo fu interrotto dall’uscita di Enjouji e Ranmaru
che litigavano proprio come due sposini.
A
quanto pare Enjouji non aveva lasciato
un attimo in pace Ran-chan, mentre quest’ultimo preparava la valigia. Non solo, quindi, non lo aveva
aiutato, ma aveva anche intralciato il suo lavoro, e adesso Ranmaru lo stava
insultando, dicendogli che era solo un maniaco sessuale!
Una
volta l’ex-campione di kendo era stato il suo grande amore… o forse era stato
solo un modo per non pensare all’uomo che amava in realtà?
Non
era stato facile rendersi conto e poi accettare la realtà dei suoi sentimenti,
ma adesso che lo aveva fatto niente avrebbe potuto fermarlo, né suo padre, né
la sua posizione, né Masa stesso.
Ma
cosa avrebbe potuto fare ora che stavano tornando a Osaka, nella casa di suo
padre, dove sarebbero stati perennemente circondati dagli yakuza della sua
famiglia?!
Beh,
la pazienza è la virtù dei forti, no? E Kai avrebbe atteso il momento giusto.
La pazienza non era certo una delle sue caratteristiche principali, ma pur di
avere Masa avrebbe fatto questo ed altro!
“Kai,
cosa diavolo fai lì impalato?!?!?! Qui stiamo tutti aspettando te!!”
Era
suo fratello che lo chiamava. Erano già tutti entrati in auto e anche il motore
era già stato avviato.
“Aho(3)!!!
Se non fosse per te che non volevi saperne di uscire dalla camera, saremmo già
in viaggio da mezz’ora!!”
Kai
camminò risoluto verso la macchina, si voltò un’ultima volta a guardare la
ryokan, infine si sedette e chiuse lo sportello.
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Tre
settimane! Erano tornati dalle terme da tre settimane e ancora non era successo
assolutamente niente!!
Kai
si era immaginato che a casa non si sarebbe potuta mai creare una situazione
ideale per mettere a nudo i propri sentimenti, ma lui e Masa si erano
addirittura a malapena parlati!
L’uomo
si era apparentemente comportato come al solito, ma Kai aveva avuto la
sensazione che avesse deliberatamente cercato di evitare che loro due
rimanessero soli. E anche quando si trovavano a parlare insieme ad altre
persone, gli sembrava che Masa cercasse in tutti i modi di sfuggire il suo
sguardo.
Che
si fosse già pentito dell’accaduto?
Beh,
quella sera l’avrebbe scoperto.
L’anno
accademico sarebbe ricominciato di lì a pochi giorni e Kai tre sere prima era
tornato a Tokyo.
Anche
Masa, quel giorno, era giunto lì per affari e Kai si era fatto promettere che
avrebbero cenato insieme nel suo appartamento.
Lo
aveva praticamente obbligato ad accettare la proposta, rinfacciandogli quel
periodo in cui non si erano visti per tre mesi, non lo aveva mai chiamato, non
era andato a trovarlo neanche quando si trovavano nella stessa città…. Sembrava
passato un secolo, ma in fondo era successo tutto solo nei quattro mesi
precedenti.
Il
ragazzo si era sentito crudele a rivangare quei fatti (in fondo Masa aveva
avuto i suoi motivi per agire così), ma la pazienza di Kai era ormai giunta a
termine e non sapeva quando sarebbe arrivata un’altra occasione come quella!
Kai controllò la cottura per l’ennesima volta,
poi spense il fuoco, guardandosi attorno soddisfatto. Il chabudai(4) era apparecchiato e il cibo era pronto. Beh, è vero che qualcosa
lo aveva comprato al ristorante, ma aveva anche sgobbato in cucina tutto il
pomeriggio per preparare a Masa una cenetta romantica.
Sarebbe stato tutto perfetto. Adesso non doveva
far altro che sedersi ed aspettare l’arrivo di Masa.
Gettò uno sguardo all’orologio appeso alla
parete: fra meno di mezz’ora sarebbe stato lì.
Gli sembrava che nel suo stomaco si trovassero
centinaia di farfalle impazzite.
Perché diavolo doveva sentirsi così impaurito?
Aveva paura? - si chiese - Sì, un po’… non di
Masa, ovviamente. Non avrebbe mai avuto paura di lui. Delle sue reazioni,
forse; del fatto che avrebbe potuto rifiutarlo, o scoraggiarlo.
Gli erano sempre bastate poche parole, a volte un
semplice sguardo, per farlo sentire insicuro. Lui si era sempre vantato di fare
ogni volta a modo suo, di fregarsene di quello che gli altri pensavano di lui,
ma con Masa questo non gli riusciva. Aveva sempre tenuto alla sua approvazione
più che ad ogni altra cosa.
“E se mi dice di no?” Si chiese “Cosa
faccio se non mi vuole?” Kai sentì una nuova fitta allo stomaco, poi reagì.
Non si sarebbe arreso, dannazione! Per niente al mondo! E poi era inutile preoccuparsi
adesso, si disse. Andò allo specchio e si pettinò i capelli con le dita. I
lunghi ciuffi castani gli ricaddero sugli occhi. Kai sorrise al suo riflesso.
No, non si sarebbe arreso.
Lo squillo del campanello lo fece sobbalzare.
“Accidenti, accidenti… è in anticipo!” Kai si
fermò un attimo e impose a sé stesso di rilassarsi: “Ok, è in anticipo, che
problema c’è? E’ tutto pronto.”
Bene! Kai avanzò deciso verso la porta, raddrizzò le spalle, fece un profondo
respiro e aprì, sfoggiando il suo sorriso più seducente.
Per poco non cadde dalla sorpresa!
Dietro Masa, impeccabile nel suo completo scuro,
Kyousuke e Toshi lo guardavano sorridenti.
Che cosa fanno qui?!
“Bon?” fece Masa, rompendo l’imbarazzante
silenzio che si era creato.
Kai si rese conto che stava fissando il terzetto
a bocca aperta.
“Perché
sono qui anche loro?” chiese con voce alterata.
“Erano con me a Tokyo per affari, Bon.”
Dannazione! Dannazione! Lo stava facendo di
nuovo! Stava cercando di fuggire da lui!
Kai rifletté velocemente. Doveva farli entrare?
Erano lì, ormai, davanti alla porta! Ma se li faceva entrare, tutti i suoi
sforzi sarebbero stai vani, non sarebbero serviti a niente!
No! Non ti lascerò fuggire!
Kai raddrizzò la schiena, guardò Masa dritto
negli occhi e scandì bene le parole : “Non ho invitato anche loro.”
“Bon - fece Kyousuke conciliante - se è un
problema di cibo, possiamo andare a comp-“
Kai si sentì ribollire il sangue dalla rabbia.
Avrebbe voluto scaraventare quei rompiscatole giù dalle scale. Ma i due non
avevano alcuna colpa, si disse, cercando di controllarsi.
“Mi sembra di aver appena detto che voi non siete
stati invitati.” Affermò Kai glaciale, mentre con una mano tirava dentro Masa.
Poi ci ripensò un attimo e sporse la testa dalla
porta: “Andatevene a cena da qualche altra parte, poi andate pure a dormire o
dove vi pare, non mi interessa. E non disturbatevi a tornare a prenderlo, ce la
caviamo benissimo da soli!”
Nonostante le apparenze, Kai era furioso. Stava
letteralmente tremando dalla rabbia! Si fermò ansimante, tentando di calmarsi,
fece uscire piano il fiato, poi si girò e si rivolse a Masa.
“Prego - disse, spostandosi di lato -
accomodati.”
“Accidenti, non ho mai visto
Botchan(5) così! Cosa gli sarà preso?!”
Si lamentò Toshi scendendo mestamente le scale.
Kyousuke gli sorrise con fare noncurante: “Non
farci caso, Toshi. Sai bene com’è fatto.”
Poi guardò le scale sopra di sé con aria
pensierosa, e rimase in silenzio.
Masa si inginocchiò davanti al tavolo senza una parola,
mentre Kai lo guardava, improvvisamente intimidito, aspettandosi un rimprovero
per il comportamento di poco prima.
L’uomo abbassò gli occhi sul chabudai e sentì venir meno
il distacco con cui si era imposto di comportarsi. Non era certo da Kai preparare
la tavola con tanta cura. Quanto aveva lavorato per accoglierlo in quel modo?
“Sembra tutto buonissimo.” Disse con un lieve
sorriso, togliendosi gli occhiali scuri e infilandoli nel taschino della
giacca.
Kai si rianimò, sedette sorridente accanto a lui,
e cominciò a servire la cena.
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La serata stava procedendo velocemente
No, così non andava!!
I due si stavano limitando a mangiare e a parlare
di cose sciocche ed inutili, come il tempo o i corsi che Kai avrebbe
frequentato nell’anno a venire. Neanche un accenno al suo comportamento nei
confronti di Kyousuke e Toshi!
Kai si sentiva veramente un’idiota: a causa delle
sue paure ed indecisioni stava perdendo un sacco di tempo! Altri 20 minuti e
l’uomo che amava probabilmente se ne sarebbe andato con tanti ringraziamenti
per la cena… e lui si sarebbe ritrovato punto e daccapo!
Era arrivato il momento di agire, adesso o mai
più!
“… quindi cerca di frequentare
più assiduamente le lezioni quest’anno, non- …”
“Perché
avevi invitato anche Kyousuke e Toshi?” Lo interruppe Kai.
“Semplicemente perché sono venuti a Tokyo con me
e pensavo…”
“Cosa pensavi?! Di usarli come scudo?!”
Kai aveva deciso di tentare il tutto per tutto,
scoprendo completamente il suo gioco.
“Che significa,
Bon?”
“Non ti permetterò di tornare indietro… “ Kai
iniziò a girare intorno al tavolo, avvicinandosi all’altro uomo.
“Bon,
cosa…”
“… di rinnegare quello che c’è stato fra noi!”
E nel dire questo lo raggiunse, gli gettò le
braccia al collo e posò con decisione le sue labbra su quelle di Masa.
“Bon, ti
prego… no.” Gli sussurrò sulle labbra.
Kai lo guardò con gli occhi sbarrati: “M-ma
perché?”
Lo stava
rifiutando? No! Non poteva rifiutarlo! Anche Masa lo amava! Era così, doveva
essere così!
L’uomo allontanò il ragazzo, tenendolo con forza
per le braccia.
“Bon, io credo che tu stia
agendo troppo impulsivamente…”
“Tutto questo non mi interessa! Voglio solo
sapere cosa provi per me!”
“…dovresti fermarti a pensare …”
“Mi ami?”
“… e allora, forse, capiresti
che …”
“MI AMI?!?!”
Masa chiuse lentamente gli occhi e allentò la
presa.
Silenzio.
Kai alzò le braccia e prese fra le mani il volto
dell’uomo.
“No, Masa, guardami negli occhi!
Non credere che per me sia stato facile accettare
i miei sentimenti.
In questi ultimi quattro mesi ho sofferto in modo
indescrivibile per la tua assenza, all’inizio senza pienamente capire. Quando
poi pensavo che mi odiassi ho creduto di morire…
Tu eri sempre stato accanto a me, mi avevi sempre
voluto bene, appoggiato, consolato, incoraggiato, ma anche sgridato e
criticato. Eri l’unica persona che si fosse presa cura di me dalla morte di mia
madre. Come avrei potuto vivere senza di te?
Poi ho cominciato a capire che non era solo
questo che mi legava a te…
La mia mente era confusa, ma il mio cuore già
sapeva, e l’ho capito da come mi faceva male ogni volta che pensavo a te
lontano… da come mi batteva quando ripensavo al nostro primo vero bacio…
Ci ripensavo, e sognavo che accadesse di nuovo…
volevo ancora sentire le tue braccia intorno a me, le tue mani che mi
accarezzavano e la tua bocca che esplorava le mie labbra e il mio corpo… ti
volevo, ti desideravo da impazzire! Quando mi hai baciato di nuovo, alle terme,
è stato come un sogno diventato realtà!
E una volta accettato tutto questo, il passo
verso la comprensione dell’intera verità è stato breve.
Adesso posso dirlo a voce alta, sicuro, senza
vergogna, senza più nascondermi: io ti amo!
E se tu provi anche solo la metà dell’amore che
provo io, allora, ti prego, non farmi del male… anzi, no, non FARCI del male
rifiutandomi!
Io ho bisogno di te!”
Masa aveva preso le mani di Kai nelle sue e aveva
di nuovo chiuso gli occhi.
“Ti prego, di qualcosa!”
E nel dire questo, Kai si gettò in lacrime tra le
braccia dell’altro. Aveva fatto tutto quello che era in suo potere, si sentiva
stanco, spossato e disperato. Ormai si era completamente scoperto, la sua vita
era nelle mani del suo amore, poteva fare di lui quello che voleva.
Masa lo strinse a sé con forza e iniziò a
cullarlo dolcemente, carezzandogli e baciandogli i capelli.
L’uomo si trovava di fronte ad uno dei momenti
più difficili della sua vita. Il ragazzo che amava più di ogni altra cosa al
mondo era vicino a lui, così vicino da essere inondato dal profumo della sua
pelle, dal calore del suo corpo.
Tutto ciò che desiderava era stringerlo tra le
braccia e baciarlo selvaggiamente.
Era doloroso dover contrastare ogni volta il suo
desiderio. Sempre più doloroso. Però non era giusto continuare a fuggire. Kai
aveva diritto comunque a delle spiegazioni. Non poteva più continuare ad
evitare il problema. Non dopo quanto era successo a alle terme.
“Perché stai in silenzio?”
“Forse hai paura di dirmi che… tu… non mi ami?
Che mi consideri ancora soltanto un bambino da accudire e niente più?”
Masa sorrise tristemente, i suoi occhi parevano
più scuri che mai: “ Bon… non potrai mai capire quanto ti amo”
“…Ma non mi vuoi… Non… non fai altro che
evitarmi!” Kai sentì di nuovo le lacrime salirgli agli occhi. Non voleva
piangere… non voleva arrendersi!
“Bon -
Masa tentò di trovare le parole adatte - quali che siano i nostri sentimenti…
non sempre… è possibile seguire unicamente il proprio cuore. Ci sono troppe
cose da considerare… cose importanti a cui forse tu non pensi ma…”
“Non mi vuoi…” Kai tirò su col naso e alzò appena
la testa. La sua fronte sfiorò il bavero della giacca di Masa.
“Bon, non c’è cosa che vorrei di più che poter
stare con te!”
Kai tirò su la testa per guardarlo.
“Ma…? Perché c’è un ‘ma’, vero? Perché non sei
sincero, una volta per tutte?! Hai paura che ti crei dei problemi, non è vero?!
Hai paura che io sia un peso per te! Avanti, abbi il coraggio di ammetterlo!”
Masa lo fissò incredulo. Era questo quello che
pensava?
“Bon…”
“E piantala una buona volta di chiamarmi Bon,
aho!”
Masa scosse la testa impercettibilmente. Era come
se decine di fiamme ardessero negli occhi di Kai.
“Cosa c’è? Non ce la fai a chiamarmi per nom-”
Kai si bloccò di colpo. Masa aveva poggiato una
mano sulla sua guancia, accarezzandola dolcemente.
“E’ questo che pensi? Che ti tengo a distanza
perché credo che saresti un fastidio, un peso?”
Kai rimase in silenzio. Masa lo stava guardando
con un’espressione strana: un misto di dolore e tenerezza. In quel momento si
rese conto che l’aveva vista solo una volta prima di allora sul volto
dell’uomo. Era stata la mattina dopo il loro primo bacio, quando Masa era
appena tornato dall’ospedale. Allora non vi aveva fatto caso, ma adesso la
riconosceva come in un lampo.
L’uomo pose due dita sotto il mento di Kai e lo
sollevò dolcemente, costringendolo a fissarlo negli occhi.
“Tu sei l’unico che avrebbe tutto da perdere in
una nostra relazione.”
I secondi che passarono sembrarono al ragazzo
un’eternità. Che stupidaggini stava dicendo?!
“Kai, rifletti su questa situazione.
Io sono solo uno yakuza, per di più al servizio
di tuo padre. Cosa pensi che direbbe se scoprisse cosa provi per me? O peggio…
se venisse a sapere di una nostra relazione?! Già quando siamo tornati dalla
vacanza, a causa di quello che era successo, ho vissuto nella paura che
qualcuno capisse, anche solo scrutando nei miei occhi, osservando come ti
guardavo… che capisse… - l’uomo abbassò lo sguardo – quali sono i miei veri
sentimenti.”
Il cuore di Kai mancò un battito.
“Allora
è per questo che fuggiva da me…” pensò.
“E anche se lavorassi per qualcun altro, io non
vorrei comunque legarti a me e al mio sporco lavoro. Inoltre io sono un uomo di
quasi 20 anni più grande di te, perché dovresti perdere il tuo tempo dietro a
qualcuno che potrebbe essere tuo padre? Dietro a qualcuno che rischia la vita
ogni giorno e che mette in pericolo anche la tua, nonostante tenti in tutti i
modi di evitarlo? Dovresti trovare una persona
che possa davvero renderti felice.”
Kai lo guardò. Era rimasto in silenzio ad
ascoltare e, che Masa ci credesse o no, aveva valutato attentamente ogni cosa
che gli aveva detto.
Aveva veramente sentito bene?
“Sei uno stupido.”
L’uomo alzò impercettibilmente le sopracciglia
“Problemi, ecco tutto quello a cui sai pensare!
Non hai fatto altro che dirmi come potrei evitare di soffrire! Perché non provi
a pensare a cosa potrebbe rendermi felice?
Perché non provi a capire che senza di te non
posso esserlo?
Perché non capisci che
sei tu tutto quello che voglio?”
Kai stava
gridando, ora. Ansimò nel tentativo di riprendere fiato.
La dolce espressione sul viso di Masa era
scomparsa, lasciando il posto a quella che Kai era ben più abituato a vedere, e
che faceva apparire il volto dell’uomo come privo di qualsiasi emozione.
Si aggrappò alla giacca di Masa, disperato
“Che cosa vuoi che me ne importi di mio padre?
Che cosa vuoi che mi importi se TU potresti essere mio padre? Senza di te non
mi importa più di niente!!”
“Basta
ora…”
Cosa?
Kai tirò su il viso. Masa lo stava guardando
intensamente.
“…Kai…”
Kai…
Kai si accorse delle lacrime che gli stavano
solcando le guance solo quando Masa vi pose sopra le labbra, baciandole
dolcemente.
“…ho paura che stiamo facendo l’errore più grande
della nostra vita, certe linee non dovrebbero essere mai attraversate…“
Il ragazzo lo fissò con gli occhi ancora umidi,
ma già brillanti di gioia.
“Io so solo che è l’unica cosa che voglio. E
qualsiasi cosa accadrà in futuro, non me ne pentirò mai.
Adesso dimentica le tue preoccupazioni e lasciati
andare… fidati di me e del nostro amore… “
E nel dire questo sfiorò appena la bocca di Masa
con la sua, socchiudendo gli occhi. Sentì la lingua dell’altro premere
delicatamente sulle sue labbra dischiuse, insinuandosi fra esse, e Kai la
accolse con desiderio.
Si strinse a
lui, facendo scivolare le mani sotto la
sua giacca, fino ad accarezzargli la schiena ampia e sentendola fremere sotto
le sue dita. Il corpo di Masa era così caldo, sotto ai vestiti, le sue labbra
imprigionavano quelle di Kai in un bacio così intenso che il ragazzo si sentiva
svenire.
Masa sollevò Kai tra le braccia con la stessa
facilità con cui avrebbe preso in collo un bambino e si diresse verso la camera
da letto, cospargendo il viso del ragazzo di tanti piccoli, teneri baci.
Lo adagiò
sul futon(6) e Kai si impossessò di nuovo delle sue labbra,
attirandolo a sé.
Le dita del ragazzo armeggiarono con la cravatta
dell’uomo, in un goffo tentativo di scioglierla.
“Piano,
Kai, piano…” gli sussurrò Masa con un sorriso, sfilandosi la giacca. Poi
sollevò la maglietta di Kai, accarezzandone la serica pelle, con un sospiro.
Kai si mise a sedere e alzò le braccia, come per incoraggiarlo, e Masa gliela
sfilò completamente.
Il ragazzo lo imitò subito, iniziando a
sbottonargli la camicia, facendogliela poi scivolare dalle spalle e rimanendo
incantato a guardare quel corpo muscoloso che aveva già visto in passato, ma
che in quel momento gli sembrava di poter ammirare per la prima volta.
Masa spinse Kai a sdraiarsi di nuovo, portò le
sue manì più in basso ed aprì i pantaloni del ragazzo, per poi sfilarli insieme
alla sua biancheria.
Iniziò la stessa operazione su di sé, ma Kai lo
interruppe per poterlo spogliare lui stesso, con le sue mani.
In pochi, frenetici momenti, i pochi vestiti
rimasti finirono ammonticchiati ai lati del futon.
“Mmmhh… Masaa…” gemette Kai stringendosi a lui...
Il contatto dei loro corpi nudi lo lasciava senza fiato. Aveva abbracciato Masa
tante volte, ma sentire la sua pelle calda contro la propria era una sensazione
totalmente nuova, così diversa, tanto
desiderata!
Le labbra di Masa si spostarono sul suo
collo, seguendone la linea della gola con la punta della lingua, alternando dei
piccoli morsi.
Aaahhh…
così… pensò Kai.
Poi insinuò le dita tra i capelli dell’uomo,
tirandolo su e pretendendo un nuovo bacio. Il suo desiderio era così violento,
e nello stesso tempo così innocente che Masa non riuscì più a controllarsi.
Passò una mano dietro la nuca di Kai, sollevandolo appena, e premette le labbra
contro quelle di lui, impossessandosene, cercando la dolcezza della sua lingua
in un duello sempre più profondo; Masa lo baciò ancora, e ancora, e ancora,
giocando con le labbra di Kai, mordicchiandole, sfiorandole appena con la
lingua, per poi affondarla di nuovo nella sua bocca travolgendolo in un bacio
senza respiro.
Kai non resisteva più… le sue mani si muovevano frenetiche
sul corpo dell’uomo, su quelle spalle così ampie, sui muscoli possenti delle
braccia, sui suoi fianchi…
Lo voleva disperatamente. Sì inarcò
contro di lui, riuscendo a malapena a muoversi sotto il suo peso. Masa si
sollevò un poco, spostando una mano in una lenta carezza sul fianco di Kai.
“Mmmhhh… amore mio…”,
gli sussurrò all’orecchio, mordicchiandone il lobo.
Kai gli passò le braccia attorno al
collo: “Masaa…” mormorò gettando la testa all’indietro, offrendo la delicata
pelle della gola alle sue labbra.
Fece scivolare le mani sul possente torace dell’uomo, fino ad
avvertire sotto le dita i capezzoli turgidi.
“Ah, questo… - sussurrò Kai con un sorriso suadente - …
non volevi che lo vedessi.” Disse scendendo con le labbra sul capezzolo
nascosto dal tatuaggio. Masa sospirò di piacere nel sentire la lingua di Kai
passare su quel punto sensibile. Il ragazzo lo baciò di nuovo : “Ti amo, Masa”
.
Masa si sentì travolgere dal desiderio. Lo strinse di più a sé,
sussurrandogli di amarlo più di ogni altra cosa.
Kai sospirò di piacere, poi sussultò
nel sentire la turgida erezione dell’uomo scivolargli tra le gambe. Abbracciò
Masa ancora più stretto, ma cominciò a tremare.
Masa avvertì subito il cambiamento;
si spostò su un fianco, continuando a tenerlo abbracciato:
“Cosa c’è, Kai? Cosa c’è, amore mio? Hai paura?”
Kai era furioso con se stesso, ma
d’un tratto non aveva potuto fare a meno di ricordare la violenza subita. Non
aveva più avuto un rapporto da allora, e conosceva solo quel dolore.
Kai si strinse di più a Masa,
nascondendo il viso nell’incavo della sua spalla.
L’uomo gli accarezzò i morbidi, lisci
capelli, posandovi sopra le labbra.
“Hai paura…di me?”
No! Questo no. Non avrebbe mai potuto aver paura di Masa.
“N-no… è solo che…”
“Pensi che sarà come con lui?”
Kai sbarrò gli occhi: aveva capito!
Scosse la testa velocemente.
“No, no… io…”
Masa gli afferrò le spalle e lo tirò
indietro con delicatezza, costringendolo a guardarlo negli occhi.
“Non è quello fare l’amore.”
Kai si perse in quegli occhi scuri.
“A- allora perché… perché non fai in
modo di farmi dimenticare tutto?” Sussurrò, mentre le guance gli si
infiammavano.
Masa lo abbracciò di nuovo. Avere Kai
stretto contro di lui gli aveva fatto dimenticare ogni prudenza. Doveva fare
in modo di non spaventarlo.
Ma il ragazzo non aveva intenzione di permettere al passato di
condizionarlo. Voleva Masa, voleva far l’amore con lui, voleva sentire il corpo
dell’uomo che amava muoversi sopra il proprio: al diavolo se anche avesse
sentito un po’ di dolore! Kai sollevò gli occhi di nuovo e gli sorrise.
“Prendimi Masa! Voglio sentirti
dentro di me! Voglio essere completamente tuo!”
Masa si sentiva sul punto di perdere il controllo; spostò
il suo corpo a coprire quello del ragazzo,
baciandolo dappertutto, facendogli scivolare la lingua in mille disegni
sopra la pelle.
Kai si inarcò
gemendo, mentre le labbra dell’uomo scendevano lungo il suo corpo,
mordicchiando leggermente la delicata carne all’interno della coscia. Accarezzò
i fianchi del ragazzo e fece scivolare le mani sotto le natiche, sollevandole
dal futon. La sua lingua ne percorse lentamente la fessura, insinuandosi
nell’apertura all’interno di essa. Kai sussultò e cominciò a sospirare tra
gemiti sempre più ravvicinati. Prese nuovamente a tremare, ma stavolta non era
la paura.
“Aaahhh…. Masa… Masaa… nnnh… ahhhh,
ssìì…”
L’uomo fece scivolare la lingua lungo
il membro eretto di Kai, la passò sulla punta insinuandola più e più volte
dentro la fessura.
“Aaahhhhh…” Kai ansimava e gemeva ad
ogni sollecitazione delle labbra di Masa.
Masa prese tra le labbra la punta e
la succhiò dolcemente, portando Kai al limite dell’orgasmo.
Poi si fermò per baciargli la pelle
tesa dell’addome, scendendo giù a coprire di leggeri baci i testicoli e
risalendo di nuovo a prenderlo in bocca, portando Kai sull’orlo della pazzia.
Il ragazzo muoveva la testa da una
parte all’altra, con brevi grida soffocate, inarcando la schiena. Immerse le
dita tra i capelli di Masa, incitandone
i movimenti.
“Oh, ti pregotipregotiprego…” mormorò
in preda agli spasimi.
“Non ancora Kai… non ancora…” mormorò
risalendo a baciargli i capezzoli, facendo poi passare la lingua lungo la linea
della gola per immergersi di nuovo nella sua bocca.
Si sollevò un poco per guardarlo,
mentre il ragazzo inarcava i fianchi contro di lui, impaziente.
Insinuò due dita tra le labbra di
Kai, e il ragazzo le succhiò delicatamente, facendo gemere Masa di desiderio.
Non poteva più resistere. Fece
scivolare la mano tra le gambe di Kai e inserì delicatamente le dita bagnate
dentro di lui. Kai si irrigidì per un attimo, poi si rilassò, aprendo le gambe
un po’ di più.
Masa cercò le labbra di Kai con le
proprie, baciandolo dolcemente, e cominciando a muovere le dita su e giù dentro
di lui, cercando il punto sensibile all’interno.
Un’improvvisa fitta di piacere spiazzò il ragazzo, che lanciò un piccolo
grido, cominciando inconsciamente a seguire i movimenti della mano dell’uomo... L’interno del suo corpo
stava reagendo a quella stimolazione come Kai non si sarebbe mai aspettato.
Cominciò a gemere piano contro le labbra di Masa, accompagnando le carezze
dell’uomo con i suoi fianchi.
Fece scivolare una mano giù, lungo il
corpo dell’uomo, accarezzandone i muscoli dell’addome, e poi più giù, trattenendo
il respiro. Quando le sue dita incontrarono la virilità pulsante di Masa, Kai
cominciò ad ansimare, mentre la
accarezzava in tutta la sua lunghezza.
Era più di quanto l’uomo potesse
ancora sopportare.
Fece uscire le dita e mise la sua
mano su quella di Kai, stretta attorno al suo sesso, facendogli accompagnare il
membro fino ad appoggiarne la punta contro l’entrata di Kai
Si fermò solo un attimo per
guardarlo, per assicurarsi che fosse quello che voleva anche lui.
Kai lo guardò con gli occhi socchiusi
e gli fece un tenero sorriso.
Masa gli allargò un po’ di più le
gambe e spinse lentamente dentro di lui.
Kai gettò un grido acuto, puntando le mani sul petto dell’uomo.
Masa si fermò immediatamente
accarezzandolo, cercando di dargli il tempo di accettarlo dentro di lui.
Gli baciò le lacrime che erano
apparse all’angolo dei suoi occhi, lottando allo stesso tempo per mantenere il
controllo: Kai era così deliziosamente stretto, che era difficile per Masa
anche solo tentare di essere paziente.
Cominciò a muoversi lentamente,
facendo attenzione a qualsiasi manifestazione di dolore del ragazzo.
“….ahhh… pia… piano.” gemette Kai
mentre l’uomo con una nuova, lentissima spinta, lo riempiva completamente.
Kai tremava tra le braccia di Masa,
ansimando, ma il dolore stava lasciando sempre più velocemente il posto ad
altre sensazioni. Il sesso di Masa che spingeva all’interno di lui gli faceva
provare un piacere più violento di quello sentito con le carezze. Si sentiva
così caldo, così eccitato, che il suo corpo aveva cominciato a seguire
inconsciamente i movimenti dei fianchi di Masa.
Masa si muoveva lentamente, ma senza
fermarsi, e Kai cominciò ad avvertire fitte di piacere sempre più intense
susseguirsi mentre l’uomo si muoveva dentro di lui.
Lanciò un grido acuto. Masa si fermò respirando
affannosamente, lottando con se stesso per rimanere fermo .
“Mmhhhhh… n-no, non smettere!” Mugolò Kai stringendogli i
fianchi tra le cosce.
Con un gemito Masa cominciò a muoversi di nuovo , con
spinte più forti.
“Aaaahhhhhh, MasaMasaMasa….
ahhhhhhhh!”
Gridò ansimante, incrociandogli le
gambe sopra la vita.
Masa sospirò di piacere, si sollevò
sulle braccia e lasciò cadere ogni freno continuando a muoversi sempre più
forte.
“Kai…
Kai… aahhhhh”
Il sesso di Masa scivolava contro il
punto sensibile all’interno di Kai, facendolo sussultare di piacere ad ogni
spinta.
“ Aaahhhh, sì, così, sì, sì, sì… !”
Kai si inarcò contro di lui, non
riuscendo a far altro che mugolare il suo nome, mentre il piacere si faceva
sempre più intenso. Le spinte di Masa si erano fatte così potenti e così veloci
che Kai non riusciva più a resistere. Non si rendeva conto neppure delle
lacrime che avevano cominciato a scorrergli sulle guance. Non si rendeva conto
di niente che non fosse il corpo dell’uomo sopra di sé.
Masa gli passò un braccio sotto al
ginocchio, sollevandolo e spingendo più profondamente dentro di lui, facendolo
gridare. Kai gemeva, lo implorava di continuare con piccole grida soffocate,
rendendo Masa folle di desiderio, portandolo così vicino all’orgasmo da farlo
tremare. Strinse tra le dita le coperte sotto di sé, gemendo e incitando Kai a
muoversi con lui, fino a quando non lo sentì inarcarsi spasmodicamente contro
il suo corpo.
Kai gemeva disperatamente. Il piacere
era diventato quasi insopportabile. Il suo sesso era stretto tra i loro corpi
nudi. Masa lo stava portando sull’orlo della pazzia. Kai sentì mille brividi
percorrergli la schiena mentre l’estasi lo sommergeva.
“AAAAaaaaaaaah… “
Gridò aggrappandosi a Masa, mentre il
suo seme sprizzava fuori e si spargeva tra i loro corpi.
Masa poté smettere di trattenere il
suo desiderio. Si spinse all’interno di Kai con violenza, mentre il piacere lo
faceva gemere e gridare come non gli era mai successo, ed esplodeva dentro di
lui.
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Il respiro di Masa era regolare:
probabilmente stava già dormendo.
Kai no.
Era sveglio, con la testa appoggiata
sul petto del suo amante, il braccio intorno alla sua vita, avvolto dalle braccia dell’altro. Si stava
crogiolando in quel tepore, in quella sensazione di completezza che ora lo
pervadeva.
Alzò la testa per guardare in faccia
l’uomo che amava con tutto sé stesso: nel sonno era, se possibile, ancora più
bello.
Kai si sentiva appagato e felice come
non lo era mai stato prima, la sua vita aveva finalmente acquistato un senso.
Quasi non poteva credere che fosse successo davvero…
“Grazie…” sussurrò delicatamente.
Poi riabbassò la testa, chiuse gli
occhi e si fermò ad ascoltare i battiti del cuore di Masa.
Cullato da quel suono caldo, soffice
e vellutato, si lasciò lentamente trascinare nel sonno.
~ OWARI ~
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Note:
(1) Ryokan: è una tipica pensione giapponese.
(2) Bon: è il modo in cui gli yakuza di Sagano chiamano Kai.
Significa qualcosa tipo “padroncino”.
(3) Aho: significa “scemo”.
(4) Chabudai: è il tipico tavolo basso giapponese.
(5) Botchan: è il diminutivo di Bon.
(6) Futon: è il letto giapponese, costituito solo da una specie di
materasso da stendere in terra.
(7) Owari: fine, ovviamente ^_^