"Chissà se basterà una sola confezione di pigne
dorate. Oi, secondo te, kitsune? Dici che saranno sufficienti?".
"Se aggiungerai le pigne che hai nella testa,
saranno anche troppe…".
Voi dite che sarebbe poco romantico finire in prigione
a pochi giorni dal Natale per aver cercato di ridurre a stola la propria,
personalissima, insopportabile volpe?
"GRRRR… Cosa stai insinuando? Se c’è qualcuno
esperto di pigne, qui, quello sei tu!!! I boschi sono pieni di pigne e le
volpi vivono nei boschi, no? Ma io non mi abbasserò al livello di una
kitsune e non te lo rinfaccerò…" concludo, ostentando una nobile
superiorità e rimettendomi a rovistare fra gli scaffali del negozio,
cercando di ignorare il tizio della sorveglianza del negozio che mi punta
probabilmente temendo che possa distruggere tutto.
Questo sarà il primo Natale insieme, per me e Kaede,
e, in più, non siamo una coppia da molto tempo quindi l’occasione si
presenta come ancora più speciale: la nostra prima festa!!! Che è una
delle mie preferite, tra l’altro: adoro questo periodo e quest’anno me
lo potrò godere fino in fondo, grazie ad una serie di fortunate
coincidenze; seguitemi: il 23 dicembre è festa nazionale (*), poi
seguono, secondo l’ordine naturale, la vigilia e il giorno di Natale. Il
fatto è che qui in Giappone non è una festa ufficiale ed è abbastanza
seccante, perché significa dover andare a scuola o al lavoro dopo gli
appuntamenti del 24 sera! Non che io li abbia mai avuti, eh! Nei 50
rifiuti sono compresi anche gli scaricamenti natalizi…
Ma non è questo il punto! Il punto è che, invece,
quest’anno la vigilia cade di venerdì e il Natale di sabato, quindi
comunque il 25 non andremmo a scuola e allora…ta-daaan: il preside ha
deciso di comportarsi umanamente e di farci ‘fare ponte’ il 24!!!!
Fantastico…
Quella sera staremo a casa di Kaede.
La mia è più piccola e poi probabilmente faremo le
ore piccole e non vorrei disturbare mia madre, quando tornerà dal suo
turno di lavoro. Sì, perché lei ovviamente lavorerà anche a Natale:
ogni anno, però, lei ed i suoi colleghi di corsia riescono a festeggiare
un po’, prendendosi una piccola pausa (casi di emergenza permettendo…)
per mangiare tutti insieme una di quelle bellissime torte di cui sono
piene le pasticcerie giapponesi a dicembre: completamente ricoperte di
panna montata, decorate con abeti di zucchero e glassa, con scritte "Merry
Christmas" fatte di cioccolata e con tanti Santa Claus rossi e
paffuti, somiglianti in modo inquietante al nonnetto Anzai!
La kitsune ancora non lo sa, ma ho intenzione di
comprare una torta così anche per la nostra serata; il programma
prevede che io vada a casa sua già dalla mattina del 24, per addobbare il
salotto e decorare l’albero insieme a lui. Sarà bellissimo!! Oh,
naturalmente ci sarà anche un albero a casa mia: a me e a mia madre
piacciono le cose colorate e luccicanti…
Ma ci tengo particolarmente a passare la serata da
Kaede, soli io e lui. E se me ne chiedete la ragione… Non so se
riuscirò a spiegarmi bene, ma casa mia… beh, non che sia un vero e
proprio porto di mare, ma c’è sempre stato parecchio via vai: Yohei ed
i ragazzi della Gundan, le amiche di mia madre nei loro rari momenti di
tempo libero, i colleghi e amici di mio padre che hanno continuato a farci
visita anche dopo, per assicurarsi che mia madre stesse bene…
La casa di Kaede, invece, ha una atmosfera
completamente diversa: è più grande, certo, è una villa!, ma è
silenziosa e si ‘sente’ che è poco frequentata, da quando il padre
del mio volpino ha deciso di stabilirsi a Tokyo. E poi Kaede ha con lei il
rapporto che ha un animaletto con la tana! Quindi il fatto che mi abbia
aperto il suo ‘territorio’ (lo dicevo che è una volpe, no? Lo so, lo
so… ho sempre ragione!) per me è importantissimo: è un atto di
fiducia, è un segno della profondità cui è già arrivato il nostro
legame.
Come dite?
Vi aspettavate più sicurezza da parte del Tensai?
Sì, beh… non stiamo insieme da moltissimo tempo e se
considerate che i miei precedenti difficilmente possono essere definiti
brillanti… Ma non è neanche questo: semplicemente, ho bisogno di
certezze, perché amo infinitamente la mia volpetta e mi sento felice,
contento, quando anche lui mi dimostra silenziosamente i suoi sentimenti.
Però ho divagato dall’argomento principale e questo
non va bene!
Di che stavo parlando? Ah, già: delle decorazioni.
Ho deciso sempre io di ricomprarle tutte nuove, perché
questo sarà il nostro primo, nuovo Natale! Non voglio che Kaede veda
niente che possa ricordargli gli anni passati e su questo siamo stati
subito d’accordo.
Il problema è che abbiamo iniziato a discutere non
appena messo piede in questo negozio!
Guardo soddisfatto quello che ho scelto finora: dieci
confezioni da sei di palline, cinque scatole di campanelle e due di
pignette dorate, dodici fili rossi e dorati…
"Chissà se basteranno…".
Lo sto chiedendo più che altro a me stesso, ma la
dannata kitsune non perde l’occasione per provocarmi l’ennesima volta.
"Hn… guarda che devi decorare un abete, mica un
bosco!".
GRRR… ecco, che vi dicevo!!! Non facciamo che
questionare…
"Lo so benissimo, cosa credi?! Mi hai preso per un
cretino?" gli dico, cercando di ringhiare a bassa voce, per non far
capire agli altri clienti che sono messe in discussione le decisioni del
Tensai. A parte che già un paio di vecchiette ci hanno guardati male…
cioè, mi hanno guardato male! Senza contare le madri con i bambini
piccoli! Mpf… solo perché stavo monopolizzando lo spazio dedicato ai
Santa Claus di pelouche, che poi non abbiamo comprato per l’impuntatura
negativa della volpaccia.
"Certo che sei un cretino. Sei un do’aho,
no?" insiste lui.
"NO!!!" puntualizzo io, a voce più alta,
stavolta, e anche leggermente ringhiosa. E infatti un paio di teste si
voltano verso di noi, con sguardi di disapprovazione.
"Senti- replico- bisogna essere previdenti: questi
affari sono fragili e si rompono e bisogna averne di rimpiazzo,
ecco!!".
"Guarda che NON si rompono, se li si maneggia con
cura" osserva lui, alzando un sopracciglio.
"Ti dico che SI ROMPONO!!! Insomma, ne so
qualcosa! E comunque il mio gusto non si discute, alla fine mi
ringrazierai.
ribatto
invece:
"Eh, vorrei pure vedere che non ti fidassi della
parola del Tensai! Io sono un duro&puro e, quando prometto,
mantengo!!! E per quanto riguarda queste stupide ghirlande… - la mia
voce si abbassa di tono e torna gentile, nel sorridergli-… io direi di
prendere questa. Che ne dici, volpetta?" ma è una domanda retorica,
perché ho scelto quella che piaceva a lui.
Kaede lo comprende e il suo sguardo si fa più intenso
nel guardarmi.
"Ok. Ora però andiamo via, Hana: sarà quasi un’ora
che stiamo qua dentro e mi sta venendo mal di testa: il riscaldamento è
troppo alto" mi dice poi, indicandomi la cassa e l’uscita con un
cenno del capo.
Stranamente, sono d’accordo con la stupida volpe:
"Sì, tanto abbiamo finito! Direi che abbiamo tutto. Fantastico: oggi
è il 20 e l’unica cosa che ancora ci manca sono…".
Oddio.
"Sono…" .
Oddio. Ma avremo abbastanza tempo?
Lampo di panico negli occhi blu di Kaede.
"I REGALI!!!!!" esclamo, terrorizzato:
noooooo!!!! Non ho ancora neanche deciso che cosa comprargli! Ho bisogno
di più tempoooooooo!
La volpaccia è meno agitata di me, rimane
sovrapensiero per qualche istante e dice: "Non è così grave: domani
e dopodomani usciremo ognuno per conto suo e…".
"NO!!! – mi spiace, ma non ci sto!- NO, NO,
NO!!! Voglio uscire con te e poi tu senza di me non esci!!!" mi
impunto, accigliandomi minacciosamente.
"A parte che esco anche senza di te- precisa Kaede,
fermamente- E’ proprio per fare così che ci siamo ridotti a cinque
giorni dal Natale senza aver ancora comprato nulla".
Il ragionamento non fa una piega e io non so cosa
replicare (il che mi urta da morire), così decido di prendere tempo.
"Uhm… intanto andiamo a pagare queste cose,
kitsune. Tornando a casa, ti concederò l’onore di un compromesso"
suggerisco, con aria saputa. Dopotutto, potrei sempre pedinarlo, no?
"E non sognarti di pedinarmi, do’aho" mi
fulmina lui.
"Che cos… come cavolo hai fatto a
capirlo?!" mi sto deprimendo: possibile che mi conosca così bene,
che io sia così trasparente per lui?
"Lo dici sempre anche tu, Hana" è la sua
enigmatica risposta.
"Che cosa dico?".
"Che sono una volpe…".
Già. E, come tale, non potevi non stregarmi, vero,
amore?
Vivo in questa casa da quando sono nato, ma da che mi
ricordo mai, prima d’ora, i miei vicini avevano guardato con un tale
stupore, un misto di incredulità e approvazione, il mio giardino in cui
da ieri troneggia un grande pupazzo di neve.
Sì, alla fine la neve è arrivata, proprio come
avevano annunciato le previsioni, e Hanamichi ovviamente ne ha subito
approfittato, non rinunciando a coinvolgermi.
L’idea del pupazzo l’ha avuta lui, non dovrei
neanche aver bisogno di specificarlo, ma mi sono divertito anche io,
soprattutto al momento di sistemare la carota a mo’ di naso. E poi, c’è
stato un bel momento, che mi ha dato calore, anche se eravamo nel freddo…
È stato quando ci siamo distanziati un poco dalla
nostra ‘creazione’, per osservarla meglio, ed io mi sono accorto che
il berretto e la sciarpa di lana con cui lo avevamo vestito erano quelli
del mio do’aho!!!
Io mi sono leggermente accigliato e gli ho fatto
notare:
"Se me lo avessi detto, sarei andato a prendere
qualche accessorio di mio padre, tanto non li usa nessuno… In questo
modo, i tuoi si sono bagnati".
Ma lui non si è arrabbiato per questo mio piccolo
rimprovero, come avrebbe fatto solitamente. Sarà stata la neve, l’allegria
che pervadeva l’atmosfera…
Hanamichi ha scosso il capo, ridendo e scrollando le
spalle con divertita indifferenza: "Sei la solita volpe precisina! Ok,
si sono bagnati, e allora? Che importa, Kaede? Come si sono bagnati, così
si asciugheranno! Ti stavi divertendo, lo vedevo… no, non protestare, si
capiva benissimo dal tuo sguardo!!! Tu ti stavi divertendo e io volevo che
il pupazzo fosse subito pronto, finito e… beh, non si può stare sempre
a ragionare su tutto, ti pare?".
Hai portato così tanta allegria nella mia vita, amore
mio: io non sarò mai come te, ma, anche se non la capisco, mi piace
essere circondato dalla tua spensieratezza, dalla tua istintività…
Io ti ho sorriso in quel modo che ti fa diventare rosso
dall’emozione e allora tu mi hai abbracciato di slancio, nel bel mezzo
del giardino, dandomi un bacio sulla guancia.
Salvo aggiungere, da autentica volpe dispettosa: "Hn.
se ragionassi almeno su qualcosa, sarebbe già un buon inizio…" gli
ho detto, per provocarlo e riuscendoci in pieno.
"CHECCOSA?! STUPIDISSIMA VOLPE, COME OSIIIIII?!!!"
è stato il suo grido.
Devo proprio dire che a quel punto è iniziata una
battaglia di palle di neve all’ultimo sangue? E che alla fine,
infreddoliti e quasi esausti, ci siamo lasciati cadere nella neve senza
neanche più ricordare perché fosse cominciata questa inconsistente lite?
E devo proprio precisarvi che, dopo, ne è iniziata un’altra
per stabilire chi avesse vinto la prima?
Ma ora non importa, in fondo…
È la sera della vigilia di Natale e da stamattina
Hanamichi è qui con me: prima abbiamo pensato all’addobbo del giardino,
che sarebbe il pupazzo di neve, e poi ci siamo dedicati alla casa, o
meglio al salotto. Ah, abbiamo anche appeso la ghirlanda alla porta d’ingresso,
è vero! Alla fine, le decorazioni comprate si sono rivelate un po’ in
eccesso, anche perché non è corretto dire che ‘si rompono’: non si
rompono no, se uno sta attento, cosa a cui ho costretto il mio do’aho!
Ma non è un problema: il nostro albero è particolarmente ricco e molto
bello.
Pochi minuti fa Hanamichi mi ha chiesto (prima con fare
imperioso e poi quasi implorando) di voltarmi verso la finestra per non
osservarlo mentre dà gli ultimi tocchi; che poi, sarebbero le luci. Dice
che vuole farmi una sorpresa, mostrandomelo acceso.
E quindi me ne sto a guardare il nostro pupazzo e la
neve che scende copiosa, mentre lo sento trafficare alle mie spalle.
"Ho quasi finito, kitsune: non osare
voltarti!!" mi ripete lui per la decima volta.
"Hn".
"Aspetta che attacco la spina… dov’è la
presa?".
Ma come? Perché se lo scorda sempre?
"Esattamente dove era ieri".
"GRRR… non ti scomodare a darmi qualche indizio,
volpaccia! L’ho individuata: nulla sfugge al tensai!! Stai sempre
voltato, eh, Kaede!" si agita lui, dietro di me.
"Sì, sì… tu, piuttosto, vedi di non provocare
un cortocircuito…" lo provoco.
"Mpf! Non spreco neanche il fiato per replicare,
perché tra poco avrai la prova che sono un genio dell’elettronica e
dovrai rimangiarti tutto. Non muoverti ancora, sto per spegnere la
luce".
Click.
Il suono dell’interruttore mi fa sentire emozionato
come se fossi un bambino e mi stupisco io per primo di questo. Possibile?
Evidentemente sì…
"Ora posso voltarmi?" gli chiedo; anche
così, mi arriva il bagliore delle luci alle mie spalle, misto al buio
della stanza.
"AAHHH!!! No, aspetta, aspetta!!! Voglio un
sottofondo musicale! Metto su un cd, dammi solo altri due minuti.
AHIA!!" si lamenta lui.
"Che stai combinando?" ha sbattuto contro uno
dei mobili, ho riconosciuto il rumore tipico…
"Niente, non ti preoccupare: ho trovato il cd che
volevo".
TUMP!
"Hn. Ma non potresti riaccendere la luce, per fare
prima ed evitare disastri?" non posso fare a meno di fargli notare.
Ma lo dico sorridendo, perché nel riflesso del vetro
riesco a vedere il nostro albero di Natale ed è veramente meraviglioso,
tutto rosso e dorato.
"Oh, sta’ zitto, volpino!! – si impunta lui-
Ho solo fatto cadere un libro che tu non avevi rimesso bene al suo
posto. Ecco fatto, fammi solo trovare il pulsante di ‘play’…via!"
conclude Hanamichi, entusiasta.
La musica e le parole di "White Chritmas"
riempiono il salotto.
"Ora puoi voltarti, Kaede" mi dice Hana,
palesemente emozionato.
Caso più unico che raro, obbedisco e sono contento di
avergli dato retta: l’albero illuminato è bellissimo nella stanza buia,
le decorazioni brillano con riflessi scuri che creano un’atmosfera
magica. E sarà anche questa canzone, e la neve di fuori, ma… è tutto
perfetto…
Hanamichi si siede a terra, davanti all’albero, e mi
fa cenno di raggiungerlo: "Vieni qui, Kaede! Stai vicino a me".
Quando faccio per sedermi accanto a lui, però, mi
induce a spostarmi, per farmi stare con la schiena contro il suo torace,
mentre le sue braccia e le sue gambe si avviticchiano tutte intorno a me;
le sue labbra mi sfiorano il collo e la guancia.
"Ti piace, amore? Ho mantenuto la promessa?"
mi mormora all’orecchio.
Io mi volto nel suo abbraccio, lo bacio, intreccio le
mie dita alle sue.
"Direi di sì…" gli soffio sulle labbra.
"Mmmm… direi che anche la canzone è perfetta,
no? Le luci qui dentro, la neve là fuori: insomma, è più o meno quel
che dice il testo, no?".
"Sì" confermo io.
"I regali li scartiamo a mezzanotte? Ah, quanto a
questo… beh, spero che ti piaccia quel che ho scelto per te. Ci ho
pensato due giorni interi e poi…".
"Non ti avrà fatto male?" lo prendo in giro,
strofinando però il viso contro il suo collo.
"Oi ma su di te la formula che a Natale siamo
tutti più buoni non funziona, eh!! Uff… beh, comunque quello è il
regalo: fattelo piacere!!!" conclude lui, imbronciandosi per finta.
Per finta, sì, perché in realtà mi sta tenendo più stretto.
"Anche io spero che ti piaccia il mio" gli
dico allora, a bassa voce.
Lui si rilassa subito, sorridendomi: "Mi piacerà,
kitsune: non può non piacermi qualcosa che mi viene data da te".
Sei tu il mio regalo, lo sai, amore mio?
Per qualche minuto rimaniamo in silenzio, stringendoci
l’un l’altro e osservando l’albero, finché io non dico: "Mio
padre ha un amico che vive in Europa, sai? Per lavoro. Una volta che era
venuto a trovarci, ci aveva raccontato molte cose delle tradizioni europee
e me ne aveva colpito una in particolare: aveva parlato delle campane e
dello scampanio festoso che fanno la notte di Natale. Aveva detto che era
un suono di gioia, vivo, molto diverso da quello delle tipiche campane dei
templi orientali. Mi piacerebbe sentirlo, una volta" concludo; non so
perché gli abbia raccontato questo ricordo: forse perché questo è l’unico
particolare che ci mancherà stasera per un autentico Bianco Natale, ma
davvero non potevamo rimediare. E poi, in fondo forse non ci manca niente:
come ho detto, è tutto perfetto così…
"Davvero? Mi hai incuriosito, adesso piacerebbe
anche a me ascoltarlo! Facciamo così, Kaede: fra qualche anno, quando
saremo maggiorenni e avremo un lavoro, cioè un ingaggio, e potremo
viaggiare andando dove vorremo, una volta ce ne andremo in Europa durante
il periodo natalizio. Che ne dici, ti va?" si entusiasma Hanamichi.
"Hn. Suona un ottimo piano…" mormoro.
Davvero ottimo…
"Anzi, potremmo organizzarci un bel tour, da nord
a sud oppure il contrario, vedremo! Ho letto che esiste anche il vero
villaggio di Santa Claus, kitsune, ci pensi?! Ovviamente non ce lo
perderemo e poi…".
Lo sapevo, è già partito in quarta.
"Oi, guarda che abbiamo tempo: non dobbiamo
organizzare il viaggio questa sera" gli faccio notare.
"Eh? Ah, già… è che è divertente pensarci,
Kaede! Anzi, ti dico subito che, nella mia magnanimità, farò decidere a
te in che anno partire- la sua voce si abbassa, non è più scherzosa, ma
innamorata e intensa- Tanto, abbiamo a disposizione gli anni di tutta una
vita fra cui scegliere…".
Io mi volto nel suo abbraccio, lo fisso negli occhi:
"Ti ho già detto che ti amo, Hanamichi?" gli
dico lentamente, perché senta bene ogni singola parola.
"Sì, una volta sì. Beh, ma mica mi offendo se me
lo ripeti!!" mi sorride lui, accarezzandomi una guancia.
Ci abbracciamo di nuovo e io poggio il capo nell’incavo
della sua spalla.
"Ti amo, Kaede. Buon Natale".
May your days be merry and bright and may all your
Chritmases be white
Fine ^^