Disclaimers: Mitsui e Sendoh appartengono a Inoue-sama, gli altri... boh? Passavano di qui per caso.
Attenzione: tra le due cornicette c' è la parte descritta da un narratore esterno.
Dedicato alle mie sorelle, alle mie cucciole, ad Amberyl che mi ha suggerito la simpatica 'gara' tra Sendoh e Mitsui, a Naika e a Lara. Un bacione a Clanes che si è innamorata di Satori.
Buona lettura!


Obsession

parte VIII

di Yurika


Sono felice! Mai prima d'ora nella mia vita ho potuto affermare di esserlo, ma ora è tutto cambiato. Frequento una prestigiosa università, gioco in una delle migliori squadre di basket del paese, sono circondato da un sacco di amici e, soprattutto, ho il mio amore vicino. Cosa potrei volere di più? Bè, una cosa in effetti c'è.... 
Sono ormai giorni che Satori e Wakashimaru non si parlano. Tadashi è sempre nervoso e scorbutico con tutti. Kaneda si comporta come al solito di fronte agli altri, ma è molto pallido e mangia appena. L'altro giorno ha rischiato di svenire durante l'allenamento a causa della sua malnutrizione.
Come se ciò non bastasse, ci si mette anche Sasa a complicare ulteriormente la situazione. Quando Satori ha qualche gesto espansivo nei miei confronti - sì, perchè, nonostante Akira, Kaneda non ha mai smesso di saltarmi al collo ogni volta che ne ha l'occasione - tira fuori una parolina acida che ricorda gli avvenimenti nel laboratorio di pittura. Si può vedere, allora, che Satori ammutolisce e diventa bianco come un cadavere, Wakashimaru che freme stringendo i pugni e contraendo la mascella e Sendoh che sospira e scuote la testa. Io mi limito a incenerire Yukito con uno sguardo.
Ho pensato varie volte di fare un bel 'discorsetto' con quel damerino dagli occhi cangianti, ma non so come mai c'era sempre Akira a pronto a frenarmi dicendo che era meglio lasciarlo stare o avrei messo ancora di più nei guai Kaneda. In effetti ha ragione. Sasa non è il tipo da spaventarsi con due minacce e, se arrivassi a pestarlo, come meriterebbe, sicuramente mi farebbe espellere dal Campus.
"Dovremmo fare qualcosa per loro".
Sendoh ed io siamo nella nostra stanza intenti a studiare o, almeno, lui è intento, io, più che altro, seguo il filo dei miei pensieri. Anche se non ho pronunciato il nome dei soggetti della frase Akira capisce immediatamente di chi sto parlando e mi sorride con un velo di tristezza che gli copre gli occhi.
"Temo che non ci sia molto che possiamo fare. Abbiamo già provato a parlare ad entrambi, ma non è servito. Finché non sono loro due a voler chiarire le cose tra di loro il nostro intervento sarebbe del tutto inutile".
"Lo so, ma impazzisco a stare qui senza poter fare nulla!"
Akira si alza e viene ad abbracciarmi.
"Sei il mio dolce ragazzo troppo sensibile. Purtroppo possiamo solo stare a guardare come si evolvono le cose e offrire una spalla su cui piangere".
Mi giro nel suo abbraccio e lo bacio delicatamente.
"Secondo te Satori ricambia i sentimenti di Wakashimaru?"
Akira assume un'aria pensierosa.
"Difficile dirlo. Satori è il tipo che non riesce a nascondere ciò che prova e per questo direi che è ancora innamorato di te. Però il rapporto che lo lega a Taz è sempre stato di un genere molto particolare, ma se si tratti di un amore ancora in boccio o di una profonda amicizia, questo non saprei dirlo".
Mi abbondo tra le braccia del mio amante, posandogli la testa nell'incavo del collo.
"Vorrei che potessero essere felici come noi".
Lo sento ridacchiare.
"Nessuno può essere felice come noi".
Sorrido e comincio a mordicchiarlo sul mento.
"Mmmmh! Il mio animaletto ha voglia di giocare, eh?"
Interrompo ciò che stavo facendo e alzo la testa di scatto.
"Il tuo COSA????"
Akira mi rivolge un sorriso poco rassicurante. Gli occhi gli scintillano di malizia.
"Scommetti che riuscirò a farti venire prima ancora che tu ti renda conto di ciò che sta succedendo?"
Senza lasciarmi il tempo di replicare mi sfila la maglia con violenza e mi spinge sul letto sdraiandomisi sopra e avventandosi sulla mia bocca.
"N-non ci... Ah!... riuscirai..."
Di nuovo quel sorriso predatore si dipinge sul suo viso prima di andare ad occuparsi del mio capezzolo sinistro. Una mano tortura l'altro capezzolo, mentre l'altra gioca con i miei testicoli.
Merda! Non sono mica più tanto sicuro di uscire vincitore da questa sfida.
Lentamente comincia a scendere sul mio torace compiendo tortuosi percorsi con la lingua. Raggiunto il mio inguine stacca la bocca dalla mia pelle facendomi mugolare frustrato. Una risatina leggiadra sfiora come una dolce musica le mie orecchie. Akira schiude le mie gambe e vi si posiziona nel mezzo. Le sue dita carezzano in un movimento a spirale l'epidermide intorno all'ombelico mentre mi posa leggeri morsi nella zona sensibile all'interno coscia.
Forse è meglio se penso a qualcos'altro che non siano le labbra del mio ragazzo, altrimenti gli darò la soddisfazione di aver vinto ancora prima che sia messo seriamente d'impegno! Se mi concentro sui versi di quella poesia che ha letto ieri in aula il professore potrei.... Kami sama!!!
All'improvviso mi trovo sprofondato nella cavità orale di Akira, mentre lui si mette a succhiare tanto forte da sembrare un vampiro che prosciuga la sua vittima saziandosi del suo sangue.
Comincio ad urlare talmente forte che dopo pochi minuti Sendoh è costretto a lasciare il mio basso ventre e a sporgersi sulla mia bocca baciandola profondamente.
"Sono contento che tu gradisca il mio trattamento, ma se non fai un po' più piano penseranno tutti che ti stia sbudellando e verranno ad interromperci per vedere cosa succede".
Non ho neppure la forza di rispondergli, troppo concentrato sulla sua mano che ha ripreso il lavoro sul mio sesso lasciato a metà. Sono talmente rapito dall'estasi che mi pervade che non mi accorgo quasi delle dita che, truffaldine, si sono inserite nel mio corpo. So già che non uscirò vivo da questa giornata!
Quando le dita vengono sostituite da qualcosa di più grosso che mi riempie completamente, le mie grida riprendono con tutta la loro potenza. Sono costretto a mordermi una mano per riuscire ad attutire il rumore. Il desiderio che arrivi subito il momento supremo e quello che questa gradita tortura non finisca mai si combattono a vicenda.
"Dai.... piccolo... fammi vedere.... quanto sei bello.... quando vieni..."
Le parole di Akira mi riportano con prepotenza alla realtà. E no, bello mio! Non creder che sia tanto facile sopraffarmi.
Con una spinta lo faccio uscire da me scaraventandolo giù dal letto. Quando lo raggiungo per terra è ancora troppo stupito per opporsi e con gesto rapido lo metto prono. Mentre lo sto preparando massaggiandogli il piccolo orifizio gli mormoro all'orecchio:
"Adesso vediamo un po' chi è che viene per primo".
Mi insinuo dentro di lui con delicatezza, non voglio fargli male, voglio che possa godere il più possibile. Akira mugola di piacere. Aumento sempre di più le mie spinte fino a dar loro un ritmo frenetico. Siamo totalmente preda dei nostri sensi. Mi accorgo che non resisterò ancora a lungo e questo pensiero mi fa infuriare. Non voglio perdere!!!
Passo un braccio sul torace di Akira sollevandolo, in modo che la sua schiena sia appoggiata al mio petto. Con l'altra mano scendo fino alla sua virilità pompandola in sincronia con le mie spinte.
Non facciamo che ripetere i nostri nomi come una cantilena. Sono arrivato al culmine, non posso proprio più trattenermi. Mordo con violenza una spalla del mio amante per soffocare il grido che vuole prorompere dalla mia gola mentre mi sciolgo nel suo corpo. Akira, non aspettandosi il mio gesto e venendone distratto, viene copiosamente nella mia mano urlando una qualche parola non ben definibile.
Siamo pari. Ma in fondo dovevo aspettarmelo, no? siamo talmente sintonizzati che il risultato era scontato.
Stancamente riusciamo a risalire sul letto e a coprirci con il lenzuolo.
"Cavoli! Ci avranno sentito fino negli studi dei professori".
Soffoco una risata nel cuscino, poi mi stringo maggiormente al mio koibito.
"Se ci hanno sentito non possono fare a meno di invidiarci".
"Ah, questo è poco, ma sicuro. Credo che non siano molti quelli che potrebbero vantarsi di aver raggiunto tali vette d'orgasmo".
Ci appisoliamo l'uno nelle braccia dell'altro dopo aver riso ancora un po' sull'argomento.
All'improvviso vengo strappato al sonno dal rumore di una porta che sbatte, dal fragore di oggetti lanciati e dalle urla di Taz.
"Vattene immediatamente di qui, hai capito? Non sopporto più neppure la vista della tua finta aria afflitta. Sei solo uno sporco bugiardo, un pervertito di merda! Mi fai schifo, lo vuoi capire? MI FAI SCHIFO!!!"
"Aspetta Tadashi, lascia almeno..."
Di nuovo la porta che sbatte, poi i singhiozzi di Satori che si allontana lentamente.
Salto a sedere sul letto pronto a precipitarmi dietro il mio amico, ma poi mi fermo indeciso. Non ho voglia di lasciare da solo Akira proprio adesso. Cosa penserebbe se, subito dopo aver fatto l'amore con lui, corressi dietro ad un altro uomo? Eppure Kaneda ha bisogno di me ora...
Il mio bel compagno di camera mi abbraccia da dietro e strofina un paio di volte il naso sul mio collo.
"Vai da lui, non possiamo lasciarlo solo".
Quanto lo amo! Come fa a capire sempre a cosa sto pensando? 
Lo bacio appassionatamente per alcuni secondi. Quando ci stacchiamo mi alzo velocemente e mi infilo un paio di jeans e la prima maglietta che mi capita sotto mano - e che, mi renderò conto solo dopo, appartiene a Sendoh.
Non faccio fatica a trovare Kaneda. È accoccolato sul gradino della porta di casa, le braccia attorno alle gambe e la fronte appoggiata alle ginocchia. Sta ancora piangendo. Quando mi siedo di fianco a lui alza la testa e mi si getta tra le braccia aumentando l'intensità del pianto. Il suo fragile corpo è squassato dai singhiozzi. Gli accarezzo la schiena, come una madre, finché non si calma.
"Non vuole neppure provare ad ascoltarmi. Ogni volta che provo a parlargli mi ricopre di insulti".
Il respiro gli è tornato normale, ma porta ancora addosso i segni della sua disperazione: gli occhi sono rossi e gonfi e le gote sono macchiate da striature di nero per il trucco sfatto.
"Non riesce a sentire ragione. Sta soffrendo molto e non riesce più a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso".
Annuisce stancamente.
"E' per questo che sto così male. Non per me - io ci sono abituato a queste cose. È per lui".
Passo una mano tra i capelli viola sorridendogli.
"Dagli tempo e vedrai che tornerà in sè. Allora vi potrete chiarire".
"Ma non capisci che non posso più aspettare?"
La nota di disperazione che intuisco nella sua voce mi spaventa.
"Cosa intendi dire?"
Rimane in silenzio per attimi che mi sembrano ore. Poi, con gli occhi bassi, mormora con un filo di voce:
"Sasa".
Subito una feroce rabbia mi esplode dentro.
"Che cazzo vuole ancora quello? Non dirmi che continua a perseguitarti?"
Di nuovo Kaneda fa segni di sì con la testa.
"Mi segue ovunque vada. Mi dice delle cose... delle cose spaventose. Dice che farà in modo che tutti qua mi odiate, così che io possa capire che solo lui è in grado di volermi bene pur conoscendo la mia abiezione".
"Ma quello è pazzo!!!!"
Rimango a bocca aperta con gli occhi spalancati. Una parte del mio cervello si rifiuta di credere che Sasa abbia realmente pronunciato quelle parole, ma perchè Kaneda dovrebbe mentirmi?
"Dimmi Hisa-kun: sono davvero così disgustoso come dicono?"
Il suo è solo un sussurro che faccio fatica a sentire.
"Satori, guardami negli occhi".
Lo afferro per le spalle e lo faccio voltare in modo che i nostri sguardi si incrocino.
"Tu sei la persona più dolce ed altruista che io abbia mai conosciuto. Chiunque dovrebbe guardare a te come a un esempio da seguire e non come qualcosa da cui rifuggire. La tua spontaneità e la tua allegria mettono addosso pace e sicurezza. Sei un ragazzo meraviglioso, un bravo artista e un ottimo giocatore di basket. E, cosa che non guasta mai, sei piuttosto belloccio".
"Solo belloccio?"
Il suo volto si contrae nella pallida imitazione del famoso 'broncio alla Kaneda'. È già qualcosa, piano piano sta tornando sè stesso.
Scoppio a ridere e lo abbraccio.
"E va bene, diciamo che sei molto bello".
"Direi che 'uno schianto' siano le parole più appropriate".
Lo allontano mentre cerca di infilarmi le mani nei pantaloni per palparmi il sedere.
"Adesso non esagerare".
Mi mostra la lingua e io gli sorrido.
"Dai, torniamo dentro, ti va?"
"Meglio di no. Me ne starò qua fuori dando il tempo a Taz di calmarsi almeno un po'. Se torno adesso è capace di sbattermi fuori dalla stanza una volta per tutte".
"Sì, credo che tu abbia ragione. Se hai bisogno di qualunque cosa bussa pure alla nostra porta".
Mi rivolge un'occhiata maliziosa.
"Non è che ci stai di nuovo provando? Sai, fare sesso con te e carciofino è stata un'esperienza esaltante, ma anche stancante. Siete entrambi insaziabili".
Arrossisco come una stupida ragazzetta e, borbottandogli dietro qualche maledizione, rientro in casa.
Sul primo gradino delle scale che portano al piano di sopra c'è Sasa che mi guarda con un sorriso sprezzante. Mi stava aspettando al varco.
"Cosa c'è Mitsui? Hai cambiato idea? Eppure da ciò che ho sentito prima non sembrava che tu ti fossi già stancato del tuo nuovo ragazzo. Oh, ho capito! forse non ti basta! Hai bisogno anche di Satori per riuscire a soddisfarti".
Lo squadro con indifferenza.
"Sai qual' è il tuo problema Yuki-kun? Che giudichi le persone in base al tuo metro. Non sono tutti come te che hai una fidanzata da poter sfoggiare nel mondo e poi ti sbatti i tuoi compagni di squadra al buio della tua stanza".
Sto per superarlo quando si volta di scatto. Gli occhi sono talmente scuri da sembrare neri, le labbra tirate una smorfia di stizza.
"Ti ho già detto di non sfidarmi, Mitsui. Stai lontano da lui, Kaneda è mio e ciò che mi appartiene non lo divido mai con nessuno".
Gli mostro il mio miglior sorriso da teppista.
"Vedremo".

La mattina dopo, finita la colazione, Akira ed io stiamo per uscire di casa per andare a lezione quando, come una furia, scende Wakashimaru di corsa con gli occhi spiritati. Appena ci scorge si butta addosso a noi urlando.
"Avete visto Satori da qualche parte?"
"No, giù in mensa non è venuto".
"Che succede Taz?"
"Stanotte non è tornato in camera e non so che fine abbia fatto".
"Non mi stupisce dopo il modo in cui lo hai trattato ieri".
"Hisashi, non essere così duro con lui, non vedi che è sconvolto?"
Tadashi abbassa lo sguardo balbettando qualche scusa.
"Va bene Wakashimaru, questo non è il momento adatto per parlarne. Sarà meglio cercare Satori".
"Akira ha ragione. Dividiamoci, sarà più facile trovarlo".
Corriamo fuori a cercare il nostro amico scomparso. Una sensazione orribile mi fa rimpiangere di non aver insistito a portarmelo dietro ieri sera. Dobbiamo assolutamente scoprire dov'è!


Ormai è mattina. Chissà se i suoi amici lo stanno cercando? Probabilmente Taz è ancora arrabbiato con lui ed è solo felice di non averlo tra i piedi in questo momento.
Taz! Strano come il ricordo di quel ragazzo dalla gentilezza scontrosa sia il suo unico conforto in questo momento. 
Kaneda tira fuori dalla tasca il suo inseparabile pupazzetto. L'ha mostrato solo a Mitsui. In realtà lo sapevano anche Sasa e Wakashimaru che lui se lo portava sempre dietro, il primo perchè glielo aveva trovato una volta mentre lo stava spogliando e il secondo perchè, abitando in stanza con lui, lo aveva visto riporselo in tasca.
Quante cose sa di lui il suo amico Tadashi! Gli è stato vicino nei momenti peggiori, specialmente alla fine della brutta storia con Yukito. Eppure ora gli ha voltato le spalle. Non lo vuole più vedere. Probabilmente lo ha stancato con tutti i suoi problemi e le sue isterie.
Il ragazzo dai capelli viola sospira abbracciando la riproduzione del personaggio dei cartoni animati.
Quanto ancora dovrebbe rimanere lì dentro? Finché Sasa non si stanchi, naturalmente. O finché lui non gli ceda. Ritorna con la mente agli avvenimenti della sera precedente.
FLASHBACK
Stava facendo un giretto nei dintorni della loro casa quando si trovò davanti Yukito. Si spaventò perchè non lo aveva sentito arrivare.
"Ti posso parlare un momento Kane-chan? Per favore, è importante".
Si lasciò commuovere dal suo sguardo implorante, dimentico di quali arti recitative era dotato il ragazzo.
"Non qui, però. Potrebbero sentirci. Vieni, conosco un posto dove non ci disturberà nessuno".
Esitò. In fondo non si fidava del tutto di lui.
"Non temere, non ho intenzione di farti nulla. Voglio solo parlare".
Lo seguì di malavoglia. Sasa lo portò fino ad un capanno che serviva come rimessa per gli attrezzi di manutenzione dei vari edifici che compongono il Campus. Si stupì che la porta fosse aperta, aveva sempre pensato che ci fosse una qualche serratura.
"Allora Yukito, cosa vuoi?"
Gli occhi chiari del ragazzo si riempirono di dolcezza e di un velo di malinconia.
"Da quanto tempo non mi chiamavi più così".
"Sì, bè... in realtà l'ho fatto senza volerlo".
"Probabilmente perchè continui a volermi bene, nonostante tutto".
Lo guardò dritto negli occhi e con il tono più tagliente che avesse gli disse:
"Scordatelo. Fra di noi non c'è più nulla".
"Smettila di dire così! Non ci credo, non ci posso credere!"
Kaneda rimase interdetto. Cos'erano quelle gocce trasparenti che scivolavano sulle guance di Sasa? Possibile che lui stesse.... no! impossibile! Lui non era capace di piangere, non lo aveva mai fatto. O, almeno, così credeva.
Si sorprese in un gesto d'affetto verso quel ragazzo che lo stava tormentando ormai da mesi. Con un tocco lieve delle dita gli asciugò le lacrime.
"Non piangere. Mi spiace se questo ti fa soffrire, ma la verità è che non può esserci più niente fra noi".
"Perchè?"
Sasa gli si buttò tra le braccia in una stretta disperata.
"Perchè non mi ami più?"
"Yukito, probabilmente non ti ho mai amato. Amavo solo ciò che tu mi facevi credere di essere".
"Io posso essere tutto quello che vuoi".
Il ragazzo gli baciava con passione il collo e il volto.
"Dimmi cosa vuoi che sia e lo sarò. Farò qualunque cosa per riaverti. Sono stato uno stupido a lasciarti andare, solo ora me ne rendo conto. Ti prego, non dirmi che è troppo tardi per rimediare al mio errore".
Sasa lo baciò sulle labbra mordicchiandole delicatamente. La sua lingua cercava un accesso alla sua bocca. Quando lo trovò il bacio divenne profondo e coinvolgente.
Kaneda cominciò a pensare a quanto gli era mancato tutto questo. I baci di Mitsui erano eccitanti, ma non vi si scorgeva nessuna traccia d'amore. Ora poteva di nuovo abbandonarsi, sarebbe stato così semplice!
Sentì le gambe cedergli e si aggrappò con forza alle spalle dell'altro, il quale ne approfittò per stringerglisi maggiormente e intensificare il contatto tra i loro corpi.
Oh sì, era tutto così facile e bello! Un bacio di passione, un bacio d'amore...
All'improvviso spalancò gli occhi rendendosene conto. No, non era un bacio d'amore quello. Era solo il ribadire il possesso su una proprietà, una specie di marchio del territori come la pipì dei cani.
Si staccò con violenza.
"E' troppo tardi Yukito".
Occhi color del cielo a mezzogiorno si incupirono fino ad assumere i toni del blu profondo di una notte senza luna.
"Mi deludi Kane-chan! Non hai ancora capito? Non ti puoi opporre a me. Sarà meglio che tu rimanga qui a riflettere sulle tue scelte. Qualche giorno di meditazione ti potrà aiutare a capire qual' è la cosa più giusta da fare per te".
Si diresse verso la porta. Kaneda, spaventato, lo seguì.
"Che cosa vuoi dire?"
Sasa si girò di scatto e lo colpì allo stomaco facendolo cadere in ginocchio boccheggiante.
"A domani, Kane-chan".
La porta si richiuse. Si udì il rumore dello scatto di un lucchetto. Non aveva vie di scampo.
FINE FLASHBACK
E lui davvero ha riflettuto. È rimasto sveglio tutta la notte arrovellandosi il cervello pensando alla sua situazione. Vuole i suoi amici. Ma chissà se loro possono trovarlo. O vogliono trovarlo.
No! non deve lasciarsi condizionare dai vaneggiamenti di quel pazzo. A quest'ora di sicuro Mitsui e Sendoh lo stanno cercando. E Taz...
Taz gli ha rivolto delle parole orribili. Gli ha detto che non lo vuole più vedere. Forse sarebbe meglio se non ritornasse. Forse Taz potrebbe essere di nuovo felice senza di lui. Forse...
Di nuovo lo scatto del lucchetto e la porta si apre.
"Buon giorno Kane-chan. Allora, hai capito come stanno le cose?"
Sasa gli si avvicina con un sorriso pieno di aspettative dipinto in faccia. Kaneda ha solo voglia di vomitare.
"Che cos'hai qui?"
Prima che se ne renda conto, Yukito gli strappa di mano il suo pupazzo.
"Ancora questo stupido giocattolo? Ah, cucciolo mio, non dovresti perdere tempo con tali sciocchezze".
"Lascialo andare!"
Sasa scoppia a ridere.
"Tranquillo, non gli torcerò neppure un pelo".
Il ragazzo dai capelli neri lancia il pupazzetto dall'altra parte dello stanzone.
"Pensiamo a cose più serie. Vuoi uscire di qui, vero?"
Kaneda annuì.
"Bene! E sai cosa devi fare per riuscire a riottenere la tua libertà?"
"Come hai ottenuto le chiavi di questo posto?"
Cerca di prendere tempo per non arrivare alla conclusione di quel discorso che, ormai, sembra inevitabile. Sasa se ne rende conto, ma decide di accontentarlo e gli sorride condiscendente.
"Uno stupido custode distratto le ha lasciate in giro qualche mese fa. Io ne ho fatto una copia pensando che, prima o poi, mi sarebbero tornate utili. A quanto pare avevo ragione".
Gli accarezza una guancia scatenandogli violenti brividi, ma non di piacere. Sono brividi di disgusto quelli che sente lungo la schiena.
Gli si fa più vicino accostando la bocca al suo orecchio.
"Non mi hai ancora risposto Kane-chan. Sai ciò che devi fare per ottenere la libertà?"
Satori vorrebbe piangere, ma non lo farà. Non gli darà questa soddisfazione. Non lo vedrà distrutto.
Annuisce di nuovo.
Sasa scoppia in una risata che si addirebbe ad un folle e Kaneda trema chiudendo gli occhi.
Si sente stendere sul pavimento. Sente le mani di Yukito percorrergli il corpo, sente la sua bocca leccarlo e succhiarlo, sente la sua eccitazione sfregarglisi contro la coscia.
Cose deve fare? Cosa PUO' fare? Nulla. Ormai è perduto.
Riapre gli occhi annebbiati dalle lacrime che cercano di uscire nonostante la sua volontà contraria. Sul pavimento giace il suo adorato pupazzetto.
'Taz... Tadashi! Aiutami, ti prego. Aiutami!'

Wakashimaru corre a perdifiato per tutto il Campus in cerca di quello scriteriato del suo compagno di stanza.
"Dove sei, stupida testa matta? Perchè mi devi far preoccupare in questo modo? Lo sapevo io che i prodotti che usi per farti quell'orribile colore di capelli avrebbero danneggiato le poche cellule cerebrali che ti rimangono. Ma si può sapere dove sei?"
La gente che lo vede passare si scansa allarmata dalla sua furia e dal suo incessante parlare da solo.
'E' scappato per colpa mia'.
Questo grida la sua mente.
Hanno litigato, gli ha detto parole che lo hanno ferito profondamente e lo ha fatto scappare. Se gli succedesse qualcosa potrebbe accusare solo sè stesso.
'Se gli succede qualcosa ne morirò'.
Questo grida il suo cuore.
Ad un tratto nota con la coda dell'occhio il vecchio capanno per gli attrezzi. Ma non dovrebbe esserci un lucchetto a chiuderlo? Vuoi vedere che...

Sasa gli ha già levato la camicia ed ora sta armeggiando con la chiusura dei suoi pantaloni.
"Sei bellissimo Kane-chan. Mi fai impazzire (nel vero senso della parola, temo -___- N.d.Y.)".
Non vede l'ora che tutto questo abbia termine. Non gli importa di ciò che succederà al suo corpo, ma vuole che la sua anima rimanga intatta. Non gli permetterà di portargli via anche quella.
Improvvisamente si spalanca la porta. Wakashimaru si staglia contro l'apertura guardandoli con occhi sbarrati. Vorrebbe parlare, dirgli di aiutarlo, ma quando apre la bocca nessun suono esce da quella.
"Che diavolo vuoi Wakashimaru? Non vedi che ci stai disturbando?"
Sasa lo guarda con puro odio. Tadashi si volta per andarsene.
'Ti prego, non andartene! Ho bisogno del tuo aiuto, ho bisogno di te!'
La sua mente e il suo cuore non facevano che gridare all'indirizzo del suo più caro amico, ma la sua voce continuava a non ubbidirgli.
La porta si sta richiudendo riportando il buio più cupo dentro allo stanzone.
'No, per favore, no!'
Nessuna parte del suo corpo rispondeva ai suoi ordini, cercava di dibattersi e di urlare, ma non faceva che rimanere passivamente fermo e muto sotto le mani invadenti del suo aguzzino.
'E' tutto perduto. È tutto perduto'.
D'un tratto la porta si riapre. Wakashimaru è di nuovo lì e lo guarda dritto negli occhi.
"Insomma Taz, ti ho detto di andartene!"
Ma Tadashi non lo ascolta, continua a fissare il volto di Kaneda senza dire una parola.
Poi in lui scatta qualcosa. Si getta come una furia contro Yukito con un grido animalesco. Lo stacca dal suo amico e lo scaraventa per terra. Comincia a tempestarlo di calci e pugni.
"Lurido bastardo, cosa gli stavi facendo? Ti ho già detto una volta che non lo devi più toccare, hai capito? Io ti ammazzo!!!"


Sono già due ora che stiamo cercando senza posa Satori e ora non troviamo più neanche Wakashimaru. La mia preoccupazione non fa che aumentare di minuto in minuto.
"Hisashi non senti? Non è la voce di Taz questa?"
Mi fermo in ascolto. In effetti è proprio lui! E sta gridando!
"Non è che ha trovato Satori e ora lo sta menando?"
In effetti potrebbe essere.
"Meglio andare a vedere che succede".
Akira annuisce e ci dirigiamo di corsa verso il luogo da cui proviene il trambusto.
Quando entriamo nel capanno degli attrezzi vediamo Wakashimaru che sta pestando a sangue Sasa mentre Satori, poco discosto, è steso per terra a torso nudo e con i pantaloni slacciati. Lacrime silenziose gli scendono sulle guance pallide.
"Taz fermati, adesso basta!"
Sendoh cerca di fermare Wakashimaru tenendolo fermo per le braccia.
"Quel figlio di puttana ha cercato di violentare Kaneda!"
"Va bene, ma ora smettila o lo ammazzerai! Hisashi aiutami a fermarlo!"
Perchè dovrei? Io invece stavo pensando di dargli una mano a far fuori quel rifiuto umano e a trovare un modo per occultarne il cadavere. Nonostante i miei desideri faccio come mi chiede Akira.
"Calmati Tadashi. Credo sia meglio pensare a Satori ora, no?"
La mia frase lo calma subito. Si scosta da noi e si mette a guardare il ragazzo che continua a rimanere immobile sul pavimento. Sta per andare verso di lui quando inciampa su qualcosa. Un pupazzo. Il pupazzo Taz, ad essere precisi. Lo raccoglie e lo dà a Satori mentre lo aiuta a mettersi a sedere.
"Tieni piccolo. Lo avevi fatto cadere".
Mi commuove il tono di voce dolce che quel ragazzo che, fino a un minuto fa, sembrava essere disposto ad uccidere un suo simile rivolge al suo amico.
Kaneda prende la bambolina dalle mani di Wakashimaru e se la stringe al petto tutto tremante.
Tadashi raccoglie la sua camicia e gliela appoggia sulle spalle. Poi, con delicatezza, lo prende in braccio e lo solleva. Satori gli nasconde il viso nel collo. 
Mi avvicino a loro con l'intento di aiutare Wakashimaru a trasportare Kaneda.
"Non lo toccare!"
Il suo urlo mi spaventa. Rimango fermo dove sono guardando i due ragazzi che escono in silenzio.
Sasa è ancora accasciato al suolo e sembra privo di conoscenza. Stringo forte i pugni. Avrei davvero voglia di ammazzarlo!
Una mano si posa sul mio braccio.
"Non ne vale la pena. Finiresti nei guai e questo non sarebbe di aiuto a nessuno. La cosa importante è che Satori stia bene".
Alzo lo sguardo verso di lui e affondo nei suoi laghi colmi di amore e tenerezza. Ha ragione, non ne vale la pena.
Mentre ci avviciniamo all'uscita mollo ancora un calcio a Yukito, che geme senza rinvenire.
Akira mi guarda contrariato e io gli sorrido. Almeno per questo ne valeva la pena.

FINE OTTAVA PARTE




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