Disclaimers: Mitsui e Sendoh sono sempre di Inoue, mentre gli altri sono sempre miei (anche se a volte ho il dubbio che sia io ad appartenere a Kaneda O___o).
Avvertenze: dedicato ad Amberyl. Ringrazio la mia gemella Seimei che mi fa da consulente per i vestiti di Kaneda Satori ^-^.
Buona lettura!


Obsession

parte IV

di Yurika


Un trillo fastidioso mi penetra nel cervello fastidiosamente.
"Basta, falla smettere!!!!!"
Quanto odio il suono della sveglia!
Sendoh si tira su a sedere sul letto con aria assonnata e allunga la mano per spegnere l'aggeggio infernale.
Strano, c'è qualcosa che non quadra questa mattina. In genere vengo svegliato dall'esuberanza di Satori che si fionda sul mio letto cinque minuti prima dell'ora in cui ho puntato la sveglia. Come mai questa mattina non si è ancora presentato?
Mi alzo borbottando contro i professori che hanno deciso di fissare le proprie lezioni a orari così disumani.
Akira è ancora seduto sul letto fissando un punto imprecisato sulla parete di fronte a lui. Dio, quanto è sexy in questo momento: i capelli arruffati, ancora liberi dalla costrizione del gel, gli ricadono sulla fronte andando a coprire le palpebre semichiuse per il sonno che attarda ad abbandonarle e la bocca è leggermente schiusa mettendo in risalto le sue dolci labbra vellutate.
Ecco, ora mi toccherà farmi un'altra doccia fredda! Per fortuna Sendoh, nel suo stato comatoso, non si è accorto della tensione innaturale dei miei boxer. Mi precipito in bagno e mi caccio subito sotto l'acqua. Quando riesco a riprendere il controllo sul mio corpo mi torna in mente la strana assenza di Satori. È la prima volta che manca al mio risveglio da quando ha cominciato a urlare a destra e a manca il suo amore per me. Non vorrei che gli fosse successo qualcosa.
Uscito dal bagno trovo Sendoh in piedi e ormai completamente sveglio che mi rivolge il consueto sorriso. Uff! che complicazione convivere con un ragazzo così bello! A questo pensiero non posso fare a meno di rabbuiarmi.
Dopo venti minuti ci troviamo in sala mensa per fare colazione. Sendoh, seduto, come sempre, accanto a me, ride e scherza insieme ai nostri compagni, ma io non partecipo alla conversazione. La mia mente è troppo occupata a riflettere sulla mancanza di Kaneda, sul motivo per cui questa mi dia così fastidio e su quanto sia tenera l'espressione di Akira appena sveglio.
"Ehi, Satori! Finalmente ti sei deciso a scendere. Dì la verità, hai fatto le ore piccole stanotte, eh?"
La voce del vicecapitano mi riscuote dai miei pensieri. Mi volto immediatamente verso la porta e vedo un Kaneda ancora più pallido del solito avvicinarsi alla tavola.
"Già, è così. Ma non ho fatto nulla di ciò che stai pensando".
Noda sghignazza divertito e riprende a mangiare.
"Satori va tutto bene?"
"Oh Hisa-kun, perdonami! Non sono proprio potuto venire stamattina a darti il bacio del buongiorno".
"Aaaaahhhh!!!! Ora si spiega perchè Mitsui è giù di morale questa mattina. Se me lo dicevi prima mi sarei offerto volontario per svolgere le funzioni di Satori. 'Tesorino, fatti dare un bacino!!!!!'"
Noda si porta le mani strette a pugno sul mento e mi guarda sbattendo le ciglia. Cerco di fulminarlo con lo sguardo anche se, in realtà, mi scappa da ridere.
"No no, vice, proprio non ci siamo. Ne hai ancora di strada da fare prima di poter prendere degnamente il mio posto. Intanto devi imparare ad aggiungere un tocco di malizia a quello sguardo da pesce lesso che ti ritrovi".
Si può dire tutto di Satori, tranne che gli manchi autoironia.
Tra le risate generali sento qualcosa di fastidioso alla mia sinistra. Quando mi volto mi ritrovo due sfere di ghiaccio fisse su di me. Un brivido mi percorre lungo la schiena. Poi, all'improvviso, gli occhi di Sasa tornano ad assumere una tonalità vicina al turchino e lui mi sorride come sempre.
"Stupido di un Wakashimaru, cosa ci fai in piedi? Ti avevo detto di aspettarmi in camera che ti avrei portato io qualcosa da mangiare!"
L'entrata di Tadashi nella stanza ha mandato Kaneda su tutte le furie.
"Smettila di starnazzare come un'oca! Te l'ho già detto che non sono un bambino e che so badare a me stesso".
Wakashimaru appare sofferente. Ha un brutto colorito verdastro in faccia e la smorfia di dolore che gli contrae il viso è il sicuro indice di un fortissimo mal di testa.
"E' così che mi tratti dopo che ieri sera ti ho dovuto riportare a casa in spalla, visto che il signorino aveva deciso di ubriacarsi? La prossima volta ti lascio in mezzo alla strada! E soprattutto ti puoi scordare che passi un'altra notte come questa a reggerti la testa mentre vomiti, per evitare che tu cada nella tazza del cesso da stronzo quale sei!!!"
Tadashi si tappa le orecchie con le mani chiudendo gli occhi con aria sofferente. Appena Kaneda smette di parlare si mette a sedere borbottando un 'ma chi diavolo ti ha chiesto niente'.
Anche Satori si siede con le braccia incrociate sul petto e un'espressione talmente spaventosa da scoraggiare chiunque a rivolgergli la parola.
Sorprendo Sendoh a fissare in modo pensieroso Wakashimaru. Quando si accorge che lo sto guardando si gira verso di me e mi sorride.
"Deve aver preso una sbronza colossale il nostro amico".
"E' strano! In genere non si comporta mai così. Ho sempre pensato che, al di là della sua impulsività, fosse un ragazzo coscienzioso".
"Ci sono cose che fanno perdere la ragione anche al più razionale degli uomini".
Akira appoggia il mento su una mano e guarda nel vuoto con aria assente. Aspetto qualche istante per vedere se ha intenzione di proseguire, ma, visto che sembra perso dietro i suoi ragionamenti, provo a fargli una domanda.
"Che cosa intendi dire?"
Si riscuote dai pensieri in cui era sprofondato e mi sorride di nuovo.
"Niente. Scusa, non farci caso, oggi devo essermi anch'io svegliato storto. Sarà meglio che vada, ora, o farò tardi".
"Va bene. Ricordi che dobbiamo fare le pulizie, per cui cerca di tenerti libero per dopo pranzo".
Sendoh esce dalla mensa rivolgendomi appena un cenno del capo.

Dopo pranzo ci troviamo assieme agli altri ragazzi incaricati delle pulizie del piano inferiore. Nella distribuzione dei compiti a Sendoh e ad altri due ragazzi viene assegnata la sala comune, mentre a me e a Sasa tocca la sala di ricevimento degli ospiti.
Questa non è altro che un salottino discreto dove gli occupanti dell'edificio possono ricevere persone esterne al Campus in visita, come parenti o fidanzate. Visto che è una stanza di rappresentanza, è qui che vengono tenuti tutti gli oggetti preziosi appartenenti alla casa: fanno mostra di sè quadri, tappeti, vasi antichi e, naturalmente, tutti i trofei vinti dalla squadra di basket dal giorno della sua fondazione fino ad oggi. È un compito ingrato pulire qui dentro perchè, se casualmente rovini qualcosa, puoi assistere uno degli spettacoli più terrificanti e, per fortuna, rari della vita universitaria: l'ira di Notoori sempai. Una volta ad una matricola è caduto un vaso mentre lo spolverava. Il sempai, appena saputo dell'accaduto, ha chiamato il povero malcapitato per un colloquio a porte chiuse nella sua camera. Quando è uscito il ragazzo era a dir poco sconvolto: aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto e il respiro rotto dai singhiozzi. Non ha mai voluto raccontarci cosa sia successo veramente quel giorno, ma per due mesi ha strisciato lungo le pareti della casa e della palestra per non dover incrociare lo sguardo del compagno più grande.
Sasa ed io ci concentriamo sul lavoro che dobbiamo svolgere per paura di un possibile errore inopportuno. Quando ormai il più è fatto e ci rimane solo da passare l'aspirapolvere sui tappeti Yukito attacca discorso.
"Satori sembrava avere una brutta cera stamattina".
"Era solo stanco. Direi che quello messo peggio era Wakashimaru".
Sasa fa una smorfia contrariata.
"Chissà poi perchè si è dovuto ridurre in quello stato. E quell'altro idiota che gli va dietro come un cagnolino".
"Se stai parlando di Satori non mi sembra proprio che la descrizione coincida".
Il blu profondo dell'oceano si rispecchia negli occhi di Sasa. Mi si accosta con gli angoli della bocca leggermente rivolti all'insù.
"E' questo che affascina tanto di te, Mitsui. Dietro questa maschera da finto duro sei una delle persone più ingenue che conosca".
Ora gli spacco quello stupido nasino che si ritrova e vediamo se osa ancora darmi dell'ingenuo con la maschera da finto duro!
"Non dirmi che ti sei offeso? Credimi, il mio voleva essere un complimento. Non potrei mai dire nulla di male sul tuo conto. Forse non te ne sei accorto, ma noi due abbiamo più cose in comune di quanto credi".
Solleva una mano e mi sistema una ciocca sfuggita alla coda in cui ho appuntato i capelli in modo che non mi infastidissero facendo le pulizie.
Sono assolutamente irritato dal suo comportamento eppure rimango ipnotizzato dalle sue movenze studiate talmente alla perfezione da parere casuali.
"Io non credo che Satori sia la persona adatta a te. Per una persona della tua specie ci vuole qualcuno di diverso".
"Sentiamo, a quale specie apparterrei?"
Mi rivolge un sorriso lascivo.
"A quella dei predatori".
Se non fosse che sto affogando nel mare intenso dei suoi occhi, scoppierei a ridere.
"E perchè Satori non va bene per me?"
"Perchè lui è uno di quelli devoti fino alla morte. Ti starà sempre intorno esaudendo ogni tuo più piccolo desiderio ancora prima di esprimerlo. Questo sarebbe un bene per la maggior parte degli altri uomini, ma non per te. Tu hai bisogno della sfida. Hai bisogno di qualcuno che ti sfugga tra le dita ogni volta che pensi di averlo agguantato. Solo così potrai divertirti veramente".
Sono davvero così? No, non posso crederlo. Eppure in un certo senso ha ragione. Kaneda è un ragazzo speciale e meraviglioso e sarebbe pronto a gettarsi nel fuoco per me. Allora perchè non ho nemmeno mai preso in considerazione l'ipotesi di mettermi con lui? E perchè continuo a rimanere aggrappato ad un ricordo del passato che mi tormenta ogni volta che vedo il sorriso sulla bocca di Sendoh?
"Ti vedo confuso, Mitsui. stai riflettendo sulle mie parole? Dentro di te sai che ho ragione. Lascia perdere quel piccolo insignificante esserino petulante. È convinto di essere alternativo e misterioso, ma in realtà è solo un noioso ragazzino complessato, anche piuttosto banale".
"Ora smettila! Satori è un mio caro amico e io non permetto a nessuno di parlare in questo modo ai miei amici. Avrà anche molti difetti e forse non tutti i suoi atteggiamenti sono spontanei, ma di una cosa sono sicuro: è la persona più dolce e disponibile che abbia mai conosciuto. E, nonostante quello che hai detto, io gli voglio molto bene. C'è un'altra cosa che voglio che tu sappia: Satori ha talento. Non solo come artista, ma, soprattutto, come giocatore di basket!"
Sasa socchiude le palpebre sugli occhi divenuti del colore degli abissi e si avvicina al mio viso fino a sussurrarmi sulle labbra.
"Stai attento a non sfidarmi, Hisa-kun".
"Mitsui, hai finito?"
Faccio un salto sentendo la voce di Akira e mi allontano velocemente da Yukito.
"Sì, ho finito. Hai bisogno di me?"
Sasa guarda fissamente Sendoh. Il suo è uno sguardo carico d'odio. Akira non distoglie gli occhi da lui continuando a sorridere.
"Sarà meglio che me ne vada. Ah, Mitsui! Noi due siamo amici, vero?"
Yukito si volge verso di me con l'espressione serafica di sempre.
"Bè... sì".
Mi sorride, ma questa volta il mio cuore continua a battere tranquillamente. Sendoh segue con lo sguardo Sasa finché questi non esce dalla stanza.
"Pare che io non sia molto simpatico a Mr. Perfettino".
"Sendoh credo seriamente che tu abbia la coda di paglia. A sentire te dovrebbero detestarti tutti qui dentro".
Sono ancora un po' irritato per la conversazione appena sostenuta e non mi va di ascoltare le lamentele del porcospino.
"Chissà, forse dipende dal fatto che ho l'onore di dividere la camera con il ragazzo più ambito del club di pallacanestro".
"Spiritoso! Comunque non vedo cosa c'entri questo con Sasa, visto che lui è eterosessuale. Ha pure una fidanzata molto bella che lo viene a trovare spesso".
Akira corruga leggermente la fronte.
"Ma davvero? Allora mi devo essere sbagliato".
"Sì, lo credo anch'io. Adesso andiamo che è tardi. Il capitano Asada sarà già in palestra ad aspettarci".
Sendoh mi risponde con un sorriso e ci dirigiamo al piano di sopra a prendere le nostre borse.

Un altro giorno è passato. Questa mattina sono stato di nuovo svegliato da Satori che è balzato sul mio letto urlando a squarciagola che sarebbe stato mio per sempre.
Un sospiro involontario mi esce dalle labbra. Akira, appena Kaneda è uscito di stanza, mi ha guardato con un sorriso malinconico dicendomi che un po' ci invidiava, poi è sparito nel bagno senza lasciarmi il tempo di rispondere.
Devo assolutamente trovare il modo di chiarire la faccenda al più presto. Non che mi interessi se la gente pensa che io e Satori abbiamo una storia, ma non mi va di mentire al mio compagno di stanza, ecco tutto.
Mi stiracchio appoggiando la schiena allo schienale della sedia. Per oggi ho studiato abbastanza. Raggiungo gli altri che aspettano che arrivi l'ora per recarsi agli allenamenti nella sala comune. Appena metto piede nella stanza si sente lo sbattere della porta principale e dopo pochi secondi mi ritrovo qualcuno aggrappato alla mia schiena.
"Tesorino, che bello! Stavo proprio cercando te".
"Satori scendi immediatamente da lì o finiremo entrambi per terra".
Per fortuna Kaneda mi ubbidisce subito. Sembra molto eccitato per qualcosa.
"Hisa-kun ti devo assolutamente parlare!"
"Satori, ma cosa diavolo stai indossando?"
Kaneda ha una bandana bianca e nera a coprirgli i capelli, indossa una maglietta bianca a maniche lunghe, una salopette di jeans macchiata di vernice e, sopra, una canottiera rossa molto larga con sopra la scritta 'Shohoku 14'.
"Ah, parli di questa? Me la sono fatta fare l'anno scorso dopo che mi hai mostrato la foto in cui eri ritratto insieme al resto della tua squadra di basket del liceo. La indosso sempre quando devo creare, aiuta la mia ispirazione".
Strofina il viso sopra la maglietta in un gesto che mi fa rabbrividire.
"S-satori, non dovevi dirmi qualcosa?"
Le mie parole sembrano risvegliarlo di colpo da qualche sogno ad occhi aperti.
"Ah, giusto! Senti, per il corso di pittura anatomica mi hanno assegnato un lavoro su un nudo maschile e..."
"No! assolutamente no!"
Il mio grido richiama l'attenzione di tutti i ragazzi presenti, i quali fanno subito cerchio attorno a noi.
"Che succede?"
"Non hai sentito?"
"Ma, ho capito bene?"
"Satori ha chiesto a Mitsui di posare nudo per lui!"
"Davvero? Cavoli, che storia!"
Kaneda sembra disorientato e passa alternativamente lo sguardo sulla gente che lo circonda e sul mio viso infuriato.
"Ma cosa avete capito? Non ho chiesto affatto al mio tesorino di posare nudo! Oddio, non che mi dispiacerebbe la cosa, ma solo se il quadro rimanesse per una visione privata. Non vado di certo in giro a mostrare le meravigliose forme del mio tesoro col rischio che altri assatanati (oltre a lui, intende N.d.Y.) si interessino a lui!"
Tiro un grosso sospiro di sollievo, mentre l'agitazione intorno sfuma velocemente.
"Ma allora cosa intendevi dirmi?"
"Volevo solo che tu sapessi che non ti devi preoccupare. Anche se dovrò ritrarre il ragazzo più bello e maschio del mondo, per me è solo un lavoro. La mia mente, il mio cuore e il mio corpo sono solo tuoi".
Un gemito sommesso mi esce dalle labbra.
"Scusa Satori, sai già chi dovrai ritrarre?"
La domanda di una matricola catalizza l'attenzione di Kaneda.
"In realtà no. dovrei essere io a scegliere il soggetto, ma non ho ancora in mente nessuno".
"Se per te va bene, vorrei posare io per il tuo quadro".
Tutti ci giriamo verso la voce che ha parlato.
Sendoh ci sorride con espressione allegra.
"Sendoh che cavolo ti salta in mente?"
Non posso fare a meno di esprimere il mio disappunto.
"Insomma, ti sembra che tu potresti..."
"Sarebbe perfetto!!!"
Mi volto verso Kaneda con faccia stralunata.
"Non dirmi che hai intenzione di accettare veramente?"
"Certo che sì! Il carciofino sarebbe un soggetto perfetto per il mio quadro. Sono sicuro che prenderò il massimo dei voti!"
Tutto contento Kaneda si avvicina ad Akira per mettersi d'accordo con lui sugli orari delle sedute.
Sono confuso e intontito. Non riesco a pensare a niente per cinque minuti di fila senza che la visione di Satori che dipinge il corpo nudo di Sendoh non mi si pari davanti agli occhi. Penso di rimanere seduto a guardare fisso nel vuoto per un'ora buona.
"Ehi, Mitsui. Tutto bene?"
"Cosa? Ah sì, non ti preoccupare. Stavo solo pensando".
Akira si avvicina a me e si siede nel posto vuoto sul divano accanto al mio.
"Ti dà fastidio che io posi 'senza veli' per il tuo ragazzo?"
"Ma no, figurati, non mi dà affatto fastidio!"
Vai Hisashi, questa è l'occasione giusta per chiarire le cose.
".... e poi Satori non è il mio ragazzo".
Puro stupore è ciò che trasparisce dal suo viso.
"Come non è il tuo ragazzo? Ma, allora..."
"...allora lui mi sta dietro fin dall'anno scorso, ma, anche se il suo comportamento lascia intuire il contrario, tra di noi non c'è mai stato nulla. Solo qualche lieve bacetto ogni tanto, ma più per amicizia che per altro (parla per te >.< N.d.Kaneda)".
"Cavoli, questa sì che è una notizia inaspettata".
Akira sembra davvero scosso e, non so il perchè, ma nel profondo del mio cuore questo mi riempie di soddisfazione.
Mi alzo in piedi e mi dirigo verso la scala che porta alle camere al piano superiore.
"Muoviti ora che abbiamo gli allenamenti".
"Mitsui, sai una cosa?"
Mi volto verso di lui con aria interrogativa.
"Io non sono come Satori".
"Che intendi dire?"
Mi si avvicina e mentre mi supera salendo le scale mi sussurra.
"Io non parlo... agisco".
Rimango parecchi minuti fermo immobile con una mano poggiata sul corrimano e l'altra premuta sul petto, aspettando che il mio cuore decida di tornare a battere normalmente.

FINE QUARTA PARTE



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