Disclaimers: Mitsui e Sendoh non sono miei, ma tutti gli altri personaggi sì! Che bello poterlo dire^^.
Avvertenze: questa fic è iniziata per onorare il 14 luglio, ovvero il SenMit - MitSen day, e la dedico alla mia dolcissima Amberyl visto che molte delle idee sono sue.
Buona lettura!


Obsession

parte I

di Yurika


Oggi sono particolarmente allegro. Finalmente sto tornando al Campus dopo il periodo di vacanze.
Non avrei mai creduto che questo posto potesse mancarmi così tanto. Nè che mi ci sarei trovato così bene.
Un anno e mezzo fa, al termine del liceo, pensavo di smettere di studiare e dedicarmi al basket professionistico. Era il giorno della consegna dei diplomi quando sono stato chiamato nell'ufficio del Preside. Ricordo che mi prese un accidente. Pensavo avessero deciso di revocarmi il diploma e farmi rimanere allo Shohoku ancora un anno a causa di qualche provvedimento disciplinare dovuto al mio burrascoso passato. Quando la segretaria mi ha fatto accomodare ho notato subito che nella stanza c'erano anche due estranei (però... perspicace il fanciullo! N.d.Y.). Erano il Vicepreside e l'allenatore della squadra di pallacanestro dell'università S ed erano venuti espressamente per chiedermi di tentare l'esame di ammissione per accedere in quell'istituto.
Non potevo crederci! Il club di basket dell'università S è tra i migliori di tutto il paese. Da lì sono usciti i giocatori più bravi del Giappone. E loro volevano me!
Ho faticato come un dannato per riuscire a passare l'esame per entrare nella facoltà di Letteratura (scelta solo perchè era quella in cui avevo maggior possibilità di passare), non ho mai studiato tanto come in quel periodo. Alla fine, comunque, ci sono riuscito.
I primi tempi sono stati davvero duri! Gli allenamenti sono molto faticosi e impegnativi, in più devo applicarmi con costanza e serietà allo studio perchè, avendo ottenuto una borsa in sussidio, non posso correre il rischio di perderla.
Ora, per fortuna, mi sono abituato ai ritmi della mia nuova vita e sono anche riuscito a ritagliarmi un po' di tempo per me stesso. Esco spesso con i ragazzi della squadra e ogni tanto mi vedo con qualche compagno di corso. Purtroppo i miei vecchi amici li posso incontrare solo quando torno a Kanagawa per le vacanze.
Varco il cancello del campus e con la mente torno indietro a quando ho messo per la prima volta piede qua dentro. Mi sentivo così spaesato e fuori luogo! È già passato un anno...
"Ehi Mitsui! come va bello? Come le hai passate le vacanze?"
"Ciao Wakashimaru. Tutto bene, le vacanze le ho passate dai miei. Non sai quanto mi mancava l'indipendenza di cui godo qui! Comunque sono potuto stare un po' di tempo con i miei amici e questo mi fa molto piacere".
"Dì la verità: ti sei dato alla pazza gioia, eh?"
Mi strizza l'occhio con fare malizioso. Gli rispondo con un sorriso altrettanto malizioso senza fare ulteriori commenti. Se sapesse che ho passato 15 giorni nel timore e nella speranza di poter incontrare una persona che, di fatto, NON ho incontrato, rimarrebbe molto deluso dalle presunte armi di seduzione del sottoscritto.
"Ah senti, hai già saputo il nome del tuo nuovo coinquilino?"
Cavoli, mi stavo dimenticando la seccatura del nuovo compagno di stanza! Noi del club di basket abbiamo diritto a starcene in un'ala del campus completamente riservata a noi. L'edificio che ci è stato assegnato è molto spazioso e un po' isolato. Al piano terra c'è la sala di ricevimento ospiti, la sala comune dove passiamo il tempo a chiacchierare, a vedere la tv o a giocare con il biliardo, la stanza da pranzo e le cucine. Ai piani superiori ci sono le nostre stanze, ognuna con due letti, due scrivanie, due armadi e un bagno. Il mio compagno dell'anno scorso era un ragazzo dell'ultimo anno, Kawamura sempai. Mi sono trovato molto bene con lui, anche perchè era ordinato senza pretendere che io lo fossi altrettanto, serio senza essere scorbutico, silenzioso ma di compagnia, sempre pronto ad ascoltarti e a darti una mano. Ormai, però, si è laureato e quindi mi verrà assegnato un nuovo coinquilino - uno dei nuovi arrivati, naturalmente. Spero che non mi capiti uno di quei pidocchiosi cagacazzi che protestano ogni volta che arrivi un pochino in ritardo rispetto al coprifuoco o che pretendono di dormire e gli dà fastidio la luce accesa quando vuoi leggere.
Mi dirigo verso il nostro alloggio. All'ingresso ci accoglie Notoori sempai con in mano la lista dei nuovi giocatori che si uniranno al nostro gruppo.
"Mitsui! Wakashimaru! Finalmente siete tornati. Era troppo tranquillo questo posto senza di voi".
"Ciao sempai! Allora, è già arrivato il poveraccio che dovrà sopportarsi le nevrosi di questa piattola quando è sotto esame?"
"Ha parlato quello che rimane sempre impassibile e che non si scalda mai per niente, vero?"
Wakashimaru mette subito il broncio per ciò che gli ho appena detto. Ormai lo sanno tutti che basta un nonnulla per far andare Tadashi su tutte le furie. Un po' mi ricorda quella testa matta di Sakuragi.
"E dai ragazzi! Non vorrete mica litigare già dal primo giorno, vero? Comunque il nuovo compagno di stanza di Mitsui è già su che sta mettendo a posto la sua roba e, se mi è consentito dirlo, è una vera perla rara".
"Ma il mio Hisa-kun non si fa di certo affascinare dal primo bel culetto che passa, vero tesorino?"
Un brivido mi corre lungo la schiena appena sento il suono di questa voce. Mi volto con aria terrorizzata verso Notoori mentre Tadashi sghignazza divertito. Cerco disperato una via di fuga, ma ormai è troppo tardi. Due braccia si stringono alla mia vita più forti di una morsa e un corpo si struscia contro la mia schiena.
"Mi sei mancato tanto tesorino". È lui, il mio incubo peggiore: Kaneda Satori.
Costui è l'essere più strano e chiacchierato dell'intera fauna che compone la nostra università. Un tipo imprevedibile, strafottente, menefreghista, cinico, folle, stravagante e, soprattutto, completamente partito per me!
"Avanti Satori, lascialo andare. Lo vedi che non ha voglia di prestarsi ai tuoi scherzi?"
Notoori sempai è sempre molto gentile e protettivo nei nostri confronti ed è l'unico che riesca a farsi minimamente rispettare da Kaneda.
"E chi è che starebbe scherzando? Insomma sempai, nemmeno tu capisci quanto soffra il mio povero cuoricino quando il nostro ruba-cuori non fa altro che respingermi?"
Dicendo questo si stringe ancora di più a me e affonda il viso nei miei capelli che, ora, porto di nuovo lunghi.
"Satori se non stacchi da me quei tentacoli che hai al posto delle braccia entro 5 secondi sarò costretto a rovinare il tuo bel faccino".
Kaneda si scosta immediatamente, ma so che non posso gioire per quest' effimera vittoria. Difatti si piazza di fronte a me con l'espressione di un bambino che mette per la prima volta piede in un negozio di giocattoli.
"Hisa-kun! Davvero pensi che io abbia un bel volto?"
Kami sama! Non mi rendo neppure conto di quello che mi sta dicendo, troppo impegnato a riprendermi dallo shock che mi ha colto appena ho potuto guardarlo bene. Certo, Satori si è sempre vestito in modo strano, truccandosi, spesso, in maniera incredibile. Ma nulla mi aveva preparato a.... questo!
La 'cosa' che mi sta davanti indossa un paio di calzoni di pelle nera attillatissimi, una maglietta nera corta che lascia scoperto l'ombelico e una giacca di lana lunga fino ai piedi con i polsi e il colletto rivestiti di pelliccia sintetica. Al collo porta una strisciolina di cuoio dalla quale pende una piccola croce rovesciata d'argento. Il viso è truccato con pesante ombretto nero attorno agli occhi e rossetto nero sulle labbra. Anche lo smalto sulle unghie è nero e risalta incredibilmente sulle lunghe dita diafane e inanellate da cerchietti di diverso spessore. Tutto ciò potrebbe non essere niente se non fosse per... i capelli! Corti sulla nuca vanno via via allungandosi mano a mano che si avvicinano al volto arrivando fino a sfiorare il mento glabro e il loro colore è un improbabile viola carico.
Anche Tadashi è rimasto a fissarlo a bocca aperta.
"S-satori... cosa diavolo hai fatto ai capelli?"
"Non ti piacciono Wakashimaru? Questo è un taglio che va molto di moda a Londra".
"Chi se ne frega del taglio! Sto parlando del colore. Dì la verità, ti ci ha vomitato in testa un alcolizzato all'ultimo stadio?"
Kaneda diventa rosso dalla rabbia.
"Come osi, brutto spilungone privo di buon gusto!?! Sappi che questo è il colore che mi ha consigliato il mio tesorino".
Wakashimaru si volta con aria sospettosa verso di me.
"Mitsui gliel'hai veramente consigliato tu?"
"Certo che sì! Hisa-kun diglielo anche tu a questo miscredente".
Kaneda mi guarda con espressione fiduciosa. Sbatto un paio di volte gli occhi cercando di fare mente locale. Ma quando mai potrei aver consigliargli una cosa tanto stupida? Dovevo essere ubriaco o... oh no!
Ora che ci penso, l'ultimo giorno prima delle vacanze Satori mi ha parlato di qualcosa, ma, visto che il giorno prima avevamo fatto una festa di addio per i laureati durante la quale avevamo bevuto l'equivalente medio di una fornitura annua di un bar e quindi io non stavo troppo bene, continuavo a dire di sì a tutto ciò che mi diceva senza stare ad ascoltarlo. Probabilmente è stato in quel momento che mi ha fatto la domanda sul colore giusto per i suoi capelli. Cavoli! E ora come faccio? Non posso di certo dirgli che la scelta del viola è stata adottata solamente perchè ero troppo ubriaco per capire un accidente di quello che mi stava dicendo!
"Io trovo... trovo che stia bene".
Cerco di mantenere un tono neutro, ma la voce mi si incrina mentre cerco di trattenere una risata.
Tadashi spalanca talmente tanto gli occhi che ho paura gli possano sfuggire dalla testa e Kaneda batte le mani due volte emettendo un gridolino di soddisfazione.
"Tu... voi dovete essere assolutamente pazzi! Ma non vi rendete conto di quanto tutto ciò sia ridicolo? Diventeremo lo zimbello di tutto il campus! E poi... come facciamo con gli incontri? Possiamo sempre utilizzare Satori come arma finale. Quando siamo in difficoltà lo mostriamo agli avversari così li eliminiamo facendoli morire dalle risate!"
Kaneda si porta le mani sui fianchi e arriccia il naso in una smorfia deliziosa. I suoi occhi color verde-palude diventano due fessure taglienti.
"Senti tu, razza di troglodita che ha scoperto per caso la posizione eretta! Vedi di darci un taglio, perchè se c'è qualcosa che fa ridere qua è solo il tuo modo di giocare a basket".
"Come osi piccolo insolente che non sei altro? Ti posso battere in qualsiasi momento!"
"Ah! Questa è proprio divertente! Ma se non sai neppure palleggiare decentemente!?! Non sei forse tu quello che si è inciampato nella palla finendo lungo disteso per terra durante un incontro e scatenando l'ilarità di tutto il palazzetto".
"ORA BASTA, IO TI SFONDO!!!!!!"
A questo punto decido di filarmela mentre Notoori cerca di frapporsi tra i due litiganti.
Quando arrivo alla porta della mia stanza sto ancora ridendo. Quando apro la porta, il sorriso si spegne.
Un ragazzo alto mi volta la schiena, intento a sistemare i suoi vestiti nell'armadio. Le spalle larghe, i fianchi sinuosi, le gambe muscolose e... i capelli a punta. Non può essere che lui!
Eppure no, non voglio crederci, non può essere vero. Se avesse deciso di iscriversi a questa università lo avrei saputo, giusto? Qualcuno mi avrebbe informato.
L'attenzione del ragazzo viene catturata dalla mia presenza. Si volta con una lentezza esasperante fatta di attimi interminabili. Quando, in fine, riesco a scorgere il più luminoso dei sorrisi che increspa le sue labbra sento la terra cedermi sotto i piedi.
"Ciao Mitsui, è passato parecchio tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrati".
"Akira Sendoh!"
Il sorriso si allarga.
"Io in persona. Spero non ti dispiaccia dover dividere la stanza con me. Quando ho saputo che eri rimasto senza compagno ti confesso che ho insistito parecchio per poter essere assegnato a questo alloggio. Per fortuna il coach Kanaya è stato molto comprensivo ed ha esaudito il mio piccolo capriccio. Sono contento di poter stare vicino a qualcuno che conosco già, i nuovi ambienti in genere mi rendono parecchio nervoso".
Dove cavolo è finito il mio sangue freddo? Possibile che ogni volta che mi trovo davanti a un bel ragazzo il mio cervello si riduca in poltiglia?
No, sto mentendo. Non è un qualunque bel ragazzo a farmi questo effetto. Solo lui. Solamente l'asso del Ryonan.
"Ma no, mi fa piacere".
Mi domando quanto questa affermazione possa essere veritiera. Se da una parte questo sembra la realizzazione di un sogno, dall'altra non è altro che l'avverarsi del mio peggiore incubo.
Sendoh mi si avvicina con passo sicuro fermandosi a pochi centimetri di distanza da me. Rimango bloccato dai suoi occhi di pura lava. Solleva una mano e afferra una delle mie ciocche rigirandosela mollemente tra le dita.
"Ti sei fatto crescere i capelli. Stai molto bene".
La sua voce è un soffio che sfiora delicatamente la mia pelle e che penetra dentro di me fino a raggiungere il mio cuore che viene trafitto da mille aghi invisibili. Il cervello, ormai, è totalmente disconnesso. Sono in sua completa balìa.
"Ehi tu, carciofino! Togli immediatamente le tue manacce dal mio tesorino!"
Akira si irrigidisce per un istante, poi la sua mano abbandona velocemente i miei capelli.
Sono ancora inebetito quando sento Kaneda aggrapparsi al mio braccio.
"Mettiamo subito in chiaro una cosa, Hisa-kun è MIO per cui è inutile che fai tutte quelle mossettine da 'mangiauomini' perchè con lui non attaccano, chiaro?"
Akira scoppia a ridere divertito.
"Tranquillo, non ci stavo provando con il TUO Hisa-kun, stavo solo salutando un vecchio amico che non vedevo da tempo".
Kaneda si volta verso di me e i suoi occhi sembrano volermi scavare nell'animo.
"Tesorino conosci sul serio questo carciofino dal sorriso scintillante?"
"Chi? Ah! Sì, abitiamo nella stessa città. Ci siamo scontrati qualche volta come avversari. È stato battendo la sua squadra che due anni fa siamo riusciti ad andare ai campionati nazionali".
La mascella di Sendoh si contrae leggermente.
"Già, ma l'anno scorso è toccato anche a noi questo onore".
"Se ci fossi stato ancora io non avreste avuto speranze".
"Già, il mio tesorino è il più forte di tutti!"
Satori sfrega la guancia sulla mia spalla. Sendoh socchiude gli occhi impercettibilmente, ma sorride con condiscendenza.
"Ah, ma io non vi ho ancora presentati! Il polipo attacco al mio braccio si chiama Kaneda Satori, è al secondo anno dell' Accademia di Belle Arti ed è il playmaker titolare della squadra di basket. Lui è Akira Sendoh, ex-capitano nonché punta dell'Istituto Superiore Ryonan ed è.... già, a cosa ti sei iscritto?"
"Scienze informatiche".
Lo guardo un po' stupito. Non ce lo vedo Akira nelle vesti di informatico.
"Tesorino hai dimenticato di dire che sono l'uomo della tua vita!"
Kaneda mi guarda con espressione scandalizzata.
"NON l'ho dimenticato..."
"Come sarebbe a dire che NON l'hai dimenticato? Non dirmi che ti vergogni ancora di ammettere che mi ami dopo tutto quello che c'è stato fra di noi!"
"Cos'è che ci sarebbe stato....?"
"SATORI, BRUTTO IDIOTAAAAAAAAAA!!!!!!!!!"
Wakashimaru entra nella stanza con la stessa prepotenza del Diavolo della Tasmania (cosa che fa spesso e per questo è stato soprannominato Taz N.d.Y.).
"Si può sapere che hai tanto da strillare?"
Kaneda non si scompone minimamente nemmeno quando Tadashi lo afferra per la maglietta strattonandolo. Solo la smorfia della bocca dimostra una certa insofferenza.
"Che cavolo hai combinato alla nostra stanza? Ci sono degli scheletri disegnati sulle nostre pareti!!!!"
"Uffa come sei noioso Taz! Ho solo cercato di rallegrare un po' l'ambiente".
"E tu lo chiami rallegrare???? C'è una Morte Cicca con tanto di falce proprio sopra la testata del MIO letto!!!!!"
A questo punto non posso proprio più trattenermi e mi sdraio per terra scosso da una convulsa crisi di riso.
Sendoh è allibito e guarda con la bocca aperta lo svolgersi della situazione.
"Non ti scaldare tanto! A me sembrava una buona idea per ricordarti della caducità delle cose. L'ho fatto solo per il tuo bene".
"Tu sei malato!!! Sei da internare a vita!!! Non ti sopporto più, questa volta cambio stanza veramente!!!"
"Sì certo, come no! ma chi vuoi che ci sia disposto a sopportare un nevrotico schizoide come te?"
Per fortuna i due 'amici' lasciano la nostra stanza così io cerco di riprendere fiato dal troppo ridere.
"Ma chi diavolo sono quei due?"
Certo che l'espressione spaesata di Akira proprio non mi aiuta! Mentre cerco di trattenere una nuova crisi che mi sta riassalendo gli spiego un po' la situazione.
"Quello che è entrato come una furia si chiama Tadashi Wakashimaru, detto Taz, ed è iscritto al terzo anno di Letteratura. È l'ala grande della squadra e, purtroppo per lui, è anche compagno di stanza di Satori. Dovrai abituarti alle loro sfuriate perchè qui sono all'ordine del giorno".
"Ma se non si sopportano perchè non cambiano stanza?"
"Ma no, in realtà sono molto amici. Wakashimaru minaccia di andarsene almeno una decina di volte al giorno, ma, come vedi, è ancora lì".
"Certo che qui non vi annoiate di certo!"
"Ci puoi giurare. Vedrai che ti troverai bene anche tu, una volta ambientato".
Gli sorrido rassicurante. Lui mi osserva qualche attimo in silenzio.
"Comunque non ti preoccupare, non ho davvero intenzione di strapparti via dal tuo 'tesorino'".
Non faccio in tempo a replicare che l'urlo che annuncia che la cena è pronta riecheggia per tutto l'edificio. Ci incamminiamo in silenzio verso la sala mensa, mentre io cerco di capire se ho voglia di ringraziare Satori o di ammazzarlo in modo lento e doloroso.

FINE PRIMA PARTE


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