Fanfiction di Dragon Ball scritta da Akari 

Copyright: Akira Toriyama/Shueisha/Toei Animation

 


Nyoi-bou

di Akari


Anche questa mattina, la prima cosa che ho visto di te e’ stato il sorriso da eterno fanciullo che ti illumina il volto. Da quanti anni ci conosciamo, Son Goku? Mi sembra quasi impossibile che sia gia’ trascorso tutto questo tempo... Non sei cambiato affatto. Per me rimani sempre il bambino ingenuo che, con quell’aria scanzonata e quella vitalita’ innata, rallegrava tutta la foresta. Ti ho visto allenarti, soffrire, affrontare sempre con lo stesso spirito tutte le difficolta’ che ti si paravano innanzi; ti osservavo mentre ti sforzavi di diventare piu’ forte e gioivo con te ad ogni traguardo raggiunto.

Poi sei cresciuto. Ed io sono rimasto sempre al tuo fianco. Mi piace pensare che tu sia diventato cio’ che sei anche grazie al mio aiuto. Mi accorgevo pero’ che non avevi piu’ bisogno di me come una volta: ogni lotta, ogni battaglia, ogni vittoria ti portavano ad un gradino piu’ alto ed io sapevo bene che un giorno non ti sarei stato piu’ utile. Ma tu non mi hai mai abbandonato. Sono sempre stato con te. Ti ho visto abbattere il Grande Mago Piccolo, allenarti senza sosta al palazzo di Dio, vincere il tuo primo Tenkaichi.

Ti ho visto diventare uomo.

Ho vissuto con te i tuoi successi, le tue gioie, le tue ansie, i tuoi dubbi.

Ricordi ancora quanti dubbi ti hanno martellato, Goku? Non hai mai voluto accettare la verita’ sulle tue origini, non hai mai voluto riconoscere di essere un Saiyan, nonostante sapessi bene che nessun altro terrestre poteva avere quella stessa forza e quello stesso desiderio di battaglia. Non ricordo di averti mai visto soffrire come il giorno in cui scopristi la verita’ e capisti di essere stato tu ad uccidere Son Gohan, il tuo adorato nonno. Tuo figlio era troppo piccolo per comprendere e per starti vicino, mentre tua moglie... lei non ha mai voluto che tu combattessi, figuriamoci come avrebbe potuto aiutarti... Hai dovuto farcela da solo. Forse e’ stato quando ti sei trasformato in Super Saiyan la prima volta che hai raggiunto la piena consapevolezza delle tue capacita’ e della tua appartenenza al popolo dei piu’ fieri guerrieri dell’universo. O forse quando hai incontrato lui.

Vegeta.

Il principe dei Saiyan.

L’unico della tua stirpe.

Ti odiava e non desiderava altro che sconfiggerti, ma sembrava che tu non ci badassi. Ero quasi convinto che facessi apposta a provocarlo pur di averlo di fronte, pur di stare in contatto con lui. Possibile che i Saiyan non conoscano altro modo di comunicare se non il combattimento? Perche’ ti piaceva tanto stuzzicarlo? Era davvero ingenuita’ la tua o volevi saggiare fino in fondo cosa si nascondesse nell’animo dell’unico Saiyan puro rimasto oltre te? In realta’, non conoscevi nemmeno tu la risposta.

Una sera come tante uscisti per allenarti ed io ero con te; dopo ore di estenuanti esercizi, cadesti a terra stremato e, come se avessi inseguito un unico pensiero fino a quell’istante, cominciasti a parlare con lui, pur sapendo di avere me e la luna quali unici ascoltatori.

“Nella mia vita non ho fatto altro che battermi, Vegeta... ma quando combatto con te e’ come se dimenticassi totalmente tutto il resto. E so che anche per te e’ lo stesso: lo capisco da come ti muovi, da come prevedi le mie tattiche, da come mi guardi negli occhi e pronunci il mio nome. Lo so che il tuo e’ solo odio, ma allora perche’ mi fa stare tanto bene il sapere di essere comunque al centro del tuo universo? Perche’ mi sento cosi’ fiero per il semplice fatto di esistere nella tua vita? Magari e’ solo perche’ tu sei l’unica persona che mi lega al passato... o perche’ sei l’unico che, nonostante tutto, mi capisce al volo. Ed e’ proprio per questo che non mi lascero’ mai sconfiggere da te: puo’ sembrare strano, ma desidero solo che tu continui a rincorrermi. Voglio trovarti al mio fianco quando mi voltero’. Voglio che tu sia il mio rivale per sempre.”

Lo ammiravi. Stimavi Vegeta piu’ di chiunque altro, per il suo ingegno, per il suo coraggio, per la sua spavalderia. E credevi di poter accettare anche il suo odio, purche’ ti rimanesse vicino. Ma io avevo gia’ capito che quello sguardo cosi’ dolce nascondeva un segreto che neppure tu conoscevi. Presto non sarebbe stata piu’ solo stima. Presto non ti saresti piu’ accontentato del suo odio. O forse te ne rendevi gia’ conto? Ma non hai fatto in tempo a farmelo capire, perche’ arrivo’ quel giorno.

Il giorno della tua morte.

Forse sospettavi gia’ come sarebbe andata a finire, altrimenti non mi avresti mai affidato a Vegeta. “E’ stato uno dei miei compagni migliori: abbine cura, ti prego”.

“Che diavolo vai blaterando, Kakaroth? Parli come se dovessi scomparire per sempre! Togliti dalla testa di fare l’eroe, perche’ saro’ io a sconfiggere Cell, e’ chiaro? Non ti permettero’ di prenderti di nuovo tutto il mer...”

Fu zittito dalla tua mano premuta sulla sua bocca.

“Ti ricorderai sempre che noi abbiamo un combattimento in sospeso?”, gli domandasti all’improvviso.

Lui non rispose subito e continuo’ a fissare, sorpreso, il tuo sorriso triste e il tuo sguardo basso.

“Non m’importa nulla di Cell.”, ti disse poi con voce stranamente calma, “Lo sai che sei tu il mio vero obiettivo.”

“Allora aspettami. Aspettami sempre.”

Volasti via, senza una parola di piu’, e Vegeta non fece nulla per raggiungerti. Non volevo rimanere con lui, il principe dei Saiyan non mi era mai piaciuto. Eppure, in quell’istante, lo sentii tremare: un brivido breve, impercettibile, quasi surreale... Perche’ i sentimenti umani devono essere tanto complicati? Cosa avresti voluto dirgli in realta’? E cosa avrebbe voluto dirti lui?

Moristi sul serio contro Cell. E Vegeta giuro’ a se stesso che non avrebbe combattuto mai piu’. Agi’ cosi’ perche’ era stato nuovamente superato da te? O perche’ voleva adempiere alla promessa che ti aveva fatto in silenzio? Gli avevi chiesto di aspettarti e lui lo ha fatto davvero. Per sette anni. 

Per sette lunghi anni non ho visto che te nei suoi movimenti, nei suoi occhi, nella sua vita. Ed anch’io mi sono sentito meno solo. All’inizio non volevo allenarmi con lui ne’ lui sembrava prendermi in considerazione. Trascorreva le sue giornate chiuso in camera, con le mani intrecciate dietro la testa e gli occhi chiusi. Aveva perso ogni scopo nella vita. O aveva perso la vita stessa.

Una notte mi porto’ fuori e mi colpi’ all’improvviso, forse credendo che io potessi essere te.

“Kakaroth, sei solo un idiota!”, grido’ con tutto il fiato che aveva in gola, quasi come se tu potessi sentirlo. “Come faccio ad aspettarti se tu non tornerai? Perche’ devi torturarmi anche da morto? Quando mi liberero’ di te? Quando...”. Nessun altro udi’ le sue parole. E il tonfo secco di quando cadde al suolo. Nessun altro ascolto’ la promessa che lui affido’ al vento. “Continuero’ ad allenarmi. Ma combattero’ soltanto contro di te. Anche se dovessi trascinarti fino all’Inferno quando moriro’... combattero’ solo con te, Kakaroth, hai capito? Io... ti aspetto...”

Da quel momento in poi, fui fiero di rimanere accanto a lui. Ti assomigliava cosi’ tanto, Goku... Lo stesso spirito, lo stesso ardore, la stessa tenacia... Era anche altero, orgoglioso, ingrato. Ma era la persona che tu amavi. Ed io non desideravo altro che proteggerlo e stargli accanto come avresti fatto tu.

“Tornera’... Domani tornera’ dopo sette anni...”. Quel giorno non potevo credere che cio’ che stesse dicendo Vegeta fosse la verita’. Eppure il suo sguardo, la sua espressione, la sua eccitazione... tutto in lui lasciava trasparire che presto ti avrebbe rivisto sul serio. Puo’ sembrare strano, ma riuscivo a leggere perfettamente nel suo animo: diceva di odiarti, ma come si puo’ detestare qualcuno che abbiamo messo al centro della nostra esistenza? 

Desiderava odiarti. 

Ma, in realta’, sapeva solo amarti.

Ero certo che, se foste tornati insieme, niente avrebbe potuto piu’ separarvi. Ma sbagliavo a credere che tutto potesse risolversi cosi’ facilmente. Non per due come voi.

Vegeta preferi’ lasciarsi possedere da Babidy pur di cancellare quel sentimento dal suo cuore e tu eri troppo impegnato ad impedire il risveglio di Majin Boo perche’ potessi accorgerti di cio’ che lo tormentava. Eppure riusciste nuovamente a ritrovarvi: la fusion, il combattimento e la sconfitta di quel mostro senza che nessuno dei due perdesse la fiducia nell’altro. Di cos’altro avevate bisogno? Perche’ avete perso ancora altro tempo? Era davvero cosi’ difficile ammettere che...?

Sono rimasto con Vegeta. Ma lui mi sembrava spento, nonostante tu fossi tornato, Goku. Ti aveva aspettato, ma forse tu avevi dimenticato la promessa. Quel combattimento tanto a lungo rimandato non ci sarebbe mai stato. Non vi sareste mai piu’ trovati di fronte. Ma perche’ gli uomini sono tanto stupidi?

Lui non riusci’ a resistere a lungo in quella situazione: mi prese con se’ e mi porto’ a casa tua. Ti stupisti quando te lo vedesti comparire dinanzi cosi’ all’improvviso, ma lui non ti lascio’ nemmeno parlare.

“Questo ti appartiene”, ti disse soltanto, dopo avermi gettato con rabbia tra le tue braccia.

“Vegeta...”

“E’ vero che vuoi andartene di nuovo? Che vuoi viaggiare senza meta per continuare ad allenarti?”

Tu non rispondesti ed abbassasti gli occhi su di me. ‘Diglielo Goku, dannazione!’, ricordo che pensai. Non riuscivo a credere che tu volessi davvero farlo uscire dalla tua vita e che non te ne importasse niente: per quale motivo allora mi avresti stretto tanto convulsamente? Perche’ avrei visto le tue labbra serrate e il tuo sguardo cosi’ pieno di dolore? Cosa stavi aspettando?

“Ormai pensi che io non sia piu’ in grado di raggiungerti, vero?”, ti disse con voce amara. “Vuoi superare ulteriormente i tuoi limiti e trovare altri avversari piu’ capaci... Sei solo uno stupido, Kakaroth!!!”, urlo’ poi inaspettatamente, colpendoti in pieno stomaco con un pugno. Traballasti per l’urto, ma non mi lasciasti cadere. Cosa ti fece piu’ male, Goku? Quel dolore lancinante che ti attraverso’ il corpo oppure le sue parole? 

Pensasti che ti avrebbe colpito ancora e chiudesti gli occhi, pronto a ricevere altri pugni. Ma lui non si mosse. La mano era rimasta ferma all’altezza dello stomaco e l’altra stringeva con forza un lembo della tua maglia, mentre la sua fronte premeva contro il tuo torace.

“Sono stato un idiota ad aspettarti... Come ho potuto pensare che tu potessi ricordare quello che mi avevi detto prima di morire?”, sussurro’ con voce appena percettibile. La sua espressione era fredda come il ghiaccio, ma io sapevo bene cosa il principe dei Saiyan stesse covando nel suo cuore: certi uomini non hanno bisogno delle lacrime per piangere.

“Tu... mi hai aspettato... allora...”, ti sentii dire con voce spezzata. Lui alzo’ gli occhi sorpreso e tu gli regalasti quel sorriso infantile che non vedevo piu’ da tanto tempo. “Hai cercato di diventare di nuovo malvagio solo per potermi battere... hai disprezzato l’idea che noi due ci unissimo con la fusion... Vedevo solo il tuo odio per me e non osavo sperare che tu... mi avessi aspettato davvero... Pensavo che soltanto andandomene avrei potuto...”

Caddi.

Mi lasciasti andare senza alcun preavviso.

Non una parola usci’ piu’ dalla tua bocca.

Ti stava baciando.

Con rabbia, con prepotenza, con passione. O forse solo con amore.

Sollevasti le braccia e lo stringesti a te, ricambiando il bacio.

Certi uomini non hanno bisogno delle parole per amare.

Voi due avevate bisogno semplicemente l’uno dell’altro.

E ancora oggi, a distanza di anni, mi chiedo come abbiate potuto stare lontani tanto a lungo. E’ cosi’ buffo vedervi svegliare insieme la mattina, con le facce assonnate e i capelli spettinati; e’ divertente starvi a guardare mentre vi accapigliate per l’ultima bistecca o discutete sui programmi di allenamento.

Sono felice che abbiate scelto di vivere nella casa di Son Gohan. 

Sono felice di essere ritornato qui dopo tanti anni.

Sapevi anche tu che questo era il posto migliore per ricominciare, vero Goku? E’ come se, insieme a Vegeta, avessi riacquistato la spensieratezza che avevi da bambino.

Continuate a stuzzicarvi e a combattere l’uno contro l’altro per diventare ancora piu’ forti, ma non potreste separarvi nemmeno per un giorno. Litigaste seriamente soltanto una volta, ma non ricordo piu’ per quale motivo: lui se ne ando’ sbattendo la porta e urlandoti contro che era stato tutto un errore e che il principe dei Saiyan non avrebbe mai dovuto scegliere un guerriero di basso livello come compagno. Rimanesti impietrito. Ti lasciasti cadere sul divano e fissasti la porta per ore. Avresti potuto raggiungerlo in qualsiasi momento grazie al teletrasporto, ma non lo facesti. Perche’ diavolo dovevate essere entrambi cosi’ testardi? Lo aspettasti per una notte intera, poi ti addormentasti senza neanche accorgertene. Lui torno’ all’alba e ti trovo’ ancora li’, con il capo appoggiato al bracciolo del divano; si sedette accanto a te con un sospiro e pose la tua testa sulle sue ginocchia, facendo attenzione a non svegliarti. 

“Stupido...”, ti sussurro’ poi, accarezzandoti i capelli delicatamente.

Apristi gli occhi, riconoscendo il suo tocco, e gli afferrasti la mano, intrecciando le tue dita con le sue.

“Stavolta... e’ toccato a me aspettarti...”, dicesti in un soffio, senza alzare la testa dalle sue ginocchia.

Lui si chino’ su di te ed affondo’ il viso nei tuoi capelli, mentre il suo braccio ti cingeva la vita in una stretta quasi possessiva.

“Siamo qui adesso. Non avremo piu’ bisogno di aspettare, Kakaroth...”

Due esseri tanto simili eppure cosi’ diversi... Vi basta stare insieme. Ed io sono orgoglioso di essere rimasto con voi.

Come oggi.

“Non dimenticare il Nyoi-bou, Vegeta!”

“Insomma Kakaroth, perche’ diavolo dobbiamo portarci sempre dietro il tuo bastone? Non ci serve a granche’ negli allenamenti...”, sbuffa il principe, mentre mi afferra e mi lancia verso di te.

“Non so cosa dirti”, rispondi sorridendo. “Ma e’ sempre stato parte di me. In fondo, poi, e’ grazie a lui se oggi siamo qui: se tu non me lo avessi riportato quel giorno...”

“Ora non vorrai dire che e’ stato per questo che me l’avevi affidato, vero?”

“E chi lo sa...” dici, alzando le spalle e volando via con lui.

Si’, sono proprio orgoglioso di stare insieme a voi.

Nyoi-bou.

Il bastone dei desideri.

Il vostro l’ho esaudito tanto tempo fa.

 

FINE.



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