Nuovo desiderio per il Puzzle
di Hymeko
"Parlate! E vedete di fare in fretta!"
Kaiba diede una manata sulla finestra, facendo sussultare i ragazzi seduti sui divanetti davanti alla scrivania, di solito occupati solo da Mokuba e dal suo amante.
Invece quel pomeriggio c’erano Anzu, Jono-uchi, Honda e Bakura. Il club dei perdenti quasi al completo, senza Yugi. Senza il suo Faraone, quindi.
Digrignò i denti. Gli era successo qualcosa, e quei quattro sfigati erano subito corsi ad avvisarlo. Il suo ragazzo, il suo Faraone…nascose la preoccupazione sorseggiando dell'acqua. Non voleva farsi vedere così da loro.
Dell’inutile anima di Yugi non gli importava molto, anche se era meglio che il suo amante non lo sapesse. L’importante era che il Faraone tornasse da lui, stretto fra le sue braccia.
Irrigidì le dita di una mano…non l’avrebbe perso. Avrebbe rivoltato il mondo pur di ritrovarlo, e poi avrebbe annientato chi gliel’aveva sottratto. La sua ira sarebbe stata terribile quanto quella del Drago Finale Occhi Blu, avrebbe usato tutto il suo potere per spazzarli via!
Anzu sospirò, decidendo di essere lei a metterlo al corrente di tutto. Era meglio che Jono-uchi non interagisse con Kaiba, e gli altri avevano ancora meno feeling di lei col presidente, quindi…
"Credo che l’inizio risalga alla disavventura con la Corona del Sole, quando voi…non stavate più insieme"
Kaiba grugnì e si sedette nella sua poltrona, tentando di non far riaffiorare la solitudine di quei giorni. In quei momenti la preoccupazione per Mokuba e l’astio nei confronti del Faraone avevano annullato il senso di vuoto che aveva dentro, ma quando tutto era andato a posto si era sentito orribilmente solo. Dopo aver duellato e salvato il fratellino gli sarebbe piaciuto farsi un bagno caldo col suo ragazzo, immersi nella schiuma e nelle bolle, a massaggiarsi a vicenda le membra stanche…invece si era accontentato di una doccia veloce e un tè prima di andare a dormire, con la mente piena di lui e di quello che si erano detti nel rimorchio del camion. Raramente si era sentito tanto stupido sebbene, in piena contraddizione, avesse conservato la certezza di essere nel giusto.
"C’entra Nakano?"
sibilò gelido, nonostante il sangue gli stesse andando alla testa.
"Non lo sappiamo. I componenti dell’Ombra Lunare giravano sempre incappucciati, non li abbiamo mai visti in viso"
Il presidente annuì, pensieroso. Non credeva che quel pivello facesse parte dell’organizzazione, ma non avrebbe scartato quell’idea sino alla completa sicurezza della sua estraneità.
Sospirò piano. Non voleva aver ancora a che fare con lui. Dopo che erano tornati assieme, il suo ragazzo lo aveva contattato per mettere le cose in chiaro, per fargli capire che fra loro non ci sarebbe mai stato nulla. Kaiba aveva trovato nella sua voce troppa gentilezza per i suoi gusti, ma dato che il Faraone l'aveva fatto solo per fargli piacere, aveva dovuto ingoiare le sue obiezioni.
"Continua"
Anzu prese fiato:
"Da quanto abbiamo capito, l’Ombra Lunare aveva bisogno della Corona del Sole per aprire le Porte del Cielo…"
"E di due duelli sacri, affrontati dai sommi sacerdoti della Luna, che rappresentavano la faccia visibile e la faccia nascosta del satellite"
aggiunse Bakura, picchiettando sul Millenium Ring. Anche lui era preoccupato per il Faraone e per il Puzzle…ne aveva bisogno per compiere il suo destino.
"Esatto. Yugi ha sconfitto uno dei due, l’altro immagino l’abbia battuto tu. Poi avete sconfitto vari sacerdoti inferiori che volevano vendicare gli altri"
Kaiba annuì, ricordando quel duello. Era stato uno dei più difficili della sua vita, dopo quelli contro il Faraone. Certe notti ancora rifletteva sulle mosse fatte, sulle carte giocate dal suo avversario…e gli venivano i brividi al ricordo del pericolo corso. Se avesse perso, lui e Mokuba sarebbero stati intrappolati per sempre nel Chiar di Luna, una specie di dimensione immateriale che collegava la Terra al satellite, e nemmeno Yugi avrebbe potuto salvarli.
Si morse l’interno del labbro. Non voleva affrontare di nuovo quella gente, odiava ammetterlo ma gli davano i brividi. Quelle facce pallide e malaticce, cha a quanto pareva s’erano mostrate solo a loro, lo disgustavano e agghiacciavano allo stesso tempo. Non riusciva nemmeno a immaginare come si fosse sentito Mokuba in quel luogo, circondato da folli abbigliati come spettri…
"Le Porte del Cielo collegavano questo mondo con una dimensione parallela, il Chiar di Luna, zeppa di potere allo stato primordiale. Nemmeno loro sapevano bene quel che facevano, credo, perché mano a mano che andavano avanti si facevano nervosi, bisbigliavano o sibilavano irati"
"Avevano paura, me lo ricordo bene. Eppure non si fermavano…"
mormorò Jono-uchi, senza distogliere lo sguardo dal tavolino di cristallo fra i divani. Il suo migliore amico gli era stato portato via da davanti al naso, e lui non aveva potuto che gridare e svenire…Kaiba faceva bene a disprezzarlo, se quelle erano tutte le sue potenzialità.
"Dato che eravamo prigionieri non sappiamo bene come siano andate le cose, comunque, da quanto abbiamo capito, dopo che siete arrivati voi e avete inserito la Corona del Sole nel portale, i due sacerdoti si sono divisi e vi sono venuti incontro. E lì li avete affrontati e sconfitti, giusto?"
"Per quanto mi riguarda"
rispose Kaiba. Non ne aveva parlato col suo ragazzo, non sapeva cosa gli fosse successo.
"Anche Yugi ha vinto, e ci ha liberati mentre tutti scappavano. Ci ha detto che avresti pensato tu a Mokuba-kun, quindi siamo usciti fuori. E alla fine un terremoto ha fatto afflosciare su di sé la struttura…questo dovrebbe essere tutto"
"O almeno così pensavamo"
Bakura si alzò e iniziò a gironzolare, in preda al nervosismo. Nessuno oltre a lui doveva prendersela col Faraone, la sua sete di vendetta non era ancora stata placata!
"Ditemi quello che è successo ieri"
Gli altri si guardarono…era difficile da confessare, eppure nemmeno loro sapevano bene cosa fosse successo.
"È tutto…indistinto"
cominciò Honda, massaggiandosi gli occhi.
"Stavamo tornando da scuola, attraverso il parco…non c’era nessuno in giro, ci siamo fermati a un chiosco di takoyaki…e poi sono spuntati dai cespugli"
"Erano quelli dell’Ombra Lunare?"
Mokuba si strinse al fratello…per giorni aveva avuto gli incubi, dopo quel rapimento. Nemmeno Pegasus era riuscito a spaventarlo tanto.
Anzu annuì e riprese a parlare:
"Sì, sulla fronte portavano il tatuaggio della falce bianca, lo stesso che avevano sui cappucci. Non avevano intenzione di duellare, volevano quelli che li avevano portati alla rovina. Yugi, e te"
mormorò, gettando uno sguardo spento verso il presidente.
"E perché non sono venuti a cercarmi?"
chiese questi, sentendo odore di bruciato. Il suo servizio di sicurezza non aveva registrato particolari allarmi.
"Perché dopo il rapimento di Mokuba sapevano che siete sempre circondati da guardie del corpo, che quindi non avrebbero potuto arrivare a voi tanto facilmente. Così hanno deciso di prendere Yugi in ostaggio, per avere il coltello dalla parte del manico. Ci hanno gettato contro delle fiale di sonnifero, per poi svanire nel nulla. Lasciandoci solo un messaggio"
La ragazza posò sul legno chiaro della scrivania un foglio di carta…Kaiba lo squadrò un attimo, poi prese delle pinze dal cassetto, lo sollevò e lo lesse sottovoce:
"Portateci l’altro distruttore delle Porte del Cielo alla Grotta di Kaguya. Avete tre giorni, o non rivedrete più il vostro amico"
Un attimo di silenzio, poi Kaiba si rivolse al fratellino:
"Portalo al laboratorio, fanne una copia e fai analizzare l’originale"
"Vado subito"
Mokuba imbustò il foglio e sparì oltre le pesanti porte dell’ufficio, mentre la stanza ripiombava nel silenzio. Ognuno era immerso nei suoi pensieri…cosa sarebbe successo una volta andati alla grotta?
"Kaiba-kun…secondo te sanno che state assieme? Sarà anche per questo che l’hanno rapito?"
gli chiese Anzu, tremando in caso di risposta affermativa…in quel caso, che razza di potere avrebbero avuto su di lui?
"No, non credo. Penso anzi che ritengano che ci odiamo…in fondo, quando siamo venuti a salvarvi, prima di dividerci abbiamo passato la metà del tempo a insultarci"
"Quindi mirano solo alla vendetta, non dovrebbe esserci un secondo fine"
"Non possiamo escluderlo con certezza. Potrebbero avervi sorvegliati fino ad ora!"
Tutti guardarono il viso pallido di Jono-uchi, che mai s’era mostrato così debole. Prostrato e avvilito, non riusciva a staccare gli occhi dal tappeto. Tutto il suo dinamismo era svanito, scoppiato come una bolla di sapone, schiacciato dal senso di colpa. Yugi aveva sempre fatto tanto per loro, e lui si era lasciato sconfiggere come un poppante alle prima armi. Era un esperto di risse e pestaggi…e non era riuscito ad alzare un dito per proteggere il suo amico!
’Kaiba ha ragione…Yugi è la nostra balia, e noi siamo inermi senza di lui! Che rabbia!!!’
Ma a mortificarlo era soprattutto la vergogna della propria debolezza. Se almeno avessero duellato avrebbe potuto tentare di fare qualcosa, ma quegli uomini lo avevano snobbato sia come uomo, che come duellante. A loro interessavano solo Yugi e Kaiba, sempre e solo loro, mai che ci fosse un modo di dividerli, anche nelle vendette altrui quei due erano sempre insieme!
’Io a che servo? Loro possono appoggiarsi l’uno all’altro, mentre io come posso sostenere il mio migliore amico? A Yugi serve Anzu, al Faraone Kaiba…io che senso ho?’
"Jono…non preoccuparti, risolveremo anche questa"
Honda gli posò una mano sulla spalla. Sapeva bene come si sentiva l’amico, dato che lui stesso era in preda ai rimorsi, ai dubbi. Riviveva continuamente la scena, chiedendosi dove avesse sbagliato, in che modo sarebbe potuto intervenire. Ma la risposta era umiliante…niente, non avrebbe potuto fare nulla, quella gente era troppo, troppo forte per lui…si era dovuto arrendere, senza possibilità di lottare. Come avevano fatto Yugi e Kaiba a vincere? Erano davvero su un livello tanto più alto, rispetto a loro? O era la forza del loro legame- in quel momento interrotto ma non spezzato- a renderli così forti? E lui, si sarebbe potuto riscattare?
"Oh, questo è certo. La Grotta di Kaguya è quella vicino al lago Inawashiro, in elicottero ci metteremo meno di un’ora"
Kaiba si alzò e prese da uno scaffale una valigetta metallica. La aprì e ne controllò il contenuto: il suo deck, le carte di riserva e il Duel Disk.
"Non possiamo andare là così, allo sbaraglio! Kaiba, è una follia!"
Jono-uchi fu fulminato dallo sguardo del presidente:
"Io ci vado. Voi fate quello che volete"
e dopo aver chiamato il fratellino, diede ordine di preparare l’elicottero.
"Ma…"
Honda e Jono-uchi si fissarono, prima che Anzu intervenisse:
"Non ha tutti i torti. Forse non aspettano il nostro arrivo tanto in fretta. E poi…"
aggiunse, abbassando la voce perché solo loro sentissero…
"…non penso che sarà possibile farlo ragionare, finché il Faraone non sarà tornato con lui, al sicuro"
I ragazzi annuirono, sospirando sconfitti. Nonostante tutti i suoi proclami, Kaiba poteva essere irrazionale quanto l’occulto che tanto aborriva. Se il suo ragazzo, o il fratellino non erano con lui, perdeva clamorosamente la testa, e metteva in pericolo tutto se stesso per riaverli, senza riuscire a pensare lucidamente. Se fosse un comportamento da lodare o meno, loro non riuscivano a capirlo.
.........
"Merda merda merda merda!!!"
Jono-uchi imprecò contro tutto e tutti, correndo all’impazzata. Nulla era andato come previsto, assolutamente nulla! Tutti i piani che avevano fatto erano andati in fumo, mandati per aria dalla follia che si erano trovati davanti. L’Ombra Lunare, i suoi sacerdoti sacri…non era nulla di tutto quello! L’organizzazione era crollata con la distruzione della loro fortezza, e la Corona del Sole era andata in pezzi, sepolti e ormai irraggiungibili sotto le macerie della costruzione. Persa quella, le Porte del Cielo erano sigillate per sempre…non c’era più nulla da temere al riguardo.
"Smettila di sprecare fiato e corri!"
Il biondino ringhiò contro Kaiba…era facile per lui, con quelle gambe chilometriche che si ritrovava! Con Mokuba al sicuro in elicottero, a guardare dall’alto, non aveva nessuno di cui preoccuparsi, il signorino presidente! Non aveva Anzu, Honda e Bakura da tener d’occhio…nonostante quest’ultimo potesse essere ben più spaventoso dei loro avversari, in quel frangente era stato un prezioso alleato.
"Maledetto Kaiba!!!"
Neppure duellare al suo fianco era stato facile. Il presidente aveva la tendenza a strafare, letteralmente. E perdeva la testa al primo imprevisto, soprattutto quelli causati da lui.
’Forse…per quelli non aveva tanto torto. Forse’
Sapeva bene che non si fidava di lui, e che lo considerava una nullità, ma il suo modo di duellare era comunque insostenibile. Basato sulla forza dei suoi Draghi Bianchi, non lasciava spazio alla collaborazione, né a qualcosa di diverso dall’annientamento totale dell’avversario. Come avesse fatto Yugi a duellarci assieme, e più di una volta, proprio non lo capiva…Kaiba era l’espressione più pura del campione nato per giocare da solo.
’E il mio amico ci sta pure assieme!’
Cosa ci trovava il Faraone in lui se lo doveva proprio far spiegare…erano la notte e il giorno, l’amore e l’odio, la gentilezza e l’arroganza unite assieme…come facevano a non scoppiare ad ogni momento? Eppure stavano assieme da tanto…e a parte quella parentesi, non facevano che tubare come colombe…
"No, non di nuovo!"
Kaiba si bloccò, lasciandosi raggiungere dagli altri, perché potessero vedere chi sbarrava loro la strada…un altro dei sopravvissuti dell’Ombra Lunare.
"Insomma, la volete smettere? Vi abbiamo già sconfitti, non ne possiamo più di voi!!!"
Jono-uchi si stava per lanciare contro di lui, ma l’altro attivò il suo Duel Disk.
"Ma perché???!!! Non ne posso più!!!"
Fra lui, Kaiba e Bakura avevano già sconfitto una quindicina di avversari…ma battuto uno, dopo dieci minuti ne spuntava subito un altro.
"Non l’hai ancora capito, Re dei Perdenti?"
"Kaiiiiibaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!"
Ma l’altro si preparò al duello:
"Ci stanno tenendo indietro…ci stanno facendo perdere tempo. Il loro capo sta tramando qualcosa, vuole che lo seguiamo a distanza, per condurci da qualche parte giusto in tempo per…qualcosa"
Il suo avversario rantolò una risata:
"Anche se l’hai capito non ti servirà a niente…avete distrutto tutto quello in cui credevamo…avete rovinato anche la nostra vendetta…ma il nostro ultimo sire ha sempre delle soluzioni! Piangerete come non avete mai fatto! Duel!"
Kaiba pescò, ed iniziò il duello.
………
Il Drago Bianco Occhi Blu spazzò via il mostro dell’avversario, annientando i suoi ultimi Life Points. Era stato uno scontro a senso unico, Kaiba non aveva subito nemmeno un danno, persino Anzu avrebbe vinto contro quel duellante. Ma al seguace di quel che restava dell’Ombra Lunare non importava, sapeva di non aver mai avuto la minima speranza di poter sconfiggere Seto Kaiba. Ma aveva raggiunto il suo scopo, rallentato la loro corsa e dato tempo al loro capo di proseguire col suo progetto. Per questo rideva, rideva senza badare più a nulla. In fondo, non era stato lui quello realmente sconfitto.
Kaiba si avvicinò a lui e lo prese per il colletto, alzandolo di peso e sbattendolo contro il tronco di un albero:
"Adesso dimmi dov’è andato!"
L’altro non smise di ridere mentre indicava l’alto, la cima della montagna:
"C’è un sentiero che sale…buona corsa"
Il presidente lo scaraventò a terra e riprese a correre, senza degnarsi di aspettare la compagnia dei perdenti, che faticava a stargli dietro.
"Maledetto Kaiba!!!"
Jono-uchi imprecò ancora, stavolta contro la sua testardaggine e arroganza. Se fosse capitato in una trappola non avrebbero potuto aiutarlo!
"Kaiba rallenta!!! È pericoloso andare così avanti da solo!!!"
Ma il ragazzo non li degnò di uno sguardo, benché sapesse che avevano ragione. Se avessero teso un agguato, lui ci sarebbe finito nel mezzo senza via di scampo, rischiando di andar a fare compagnia al suo ragazzo, invece che salvarlo. Ma non riusciva a rallentare, ad ogni sua falcata Yugi si avvicinava sempre più, presto lo avrebbe ritrovato, e poi salvato. Non era solo una questione legata ai suoi sentimenti, era anche un modo di sdebitarsi con lui, sebbene non l’avrebbe mai ammesso nemmeno con Mokuba. Doveva molto a Yugi, sia la vita che l’azienda, e tirarlo fuori dai guai in quell’occasione sarebbe stato una maniera di ripagare il suo debito. Per cui non aveva scelta, doveva correre il rischio e continuare a correre, mettere in palio tutto se stesso per ritrovarlo.
Un brivido lo percorse quando passò sotto le fronte intrecciate di due alberi, una specie di arco naturale, ma non vi diede peso. Il suo sesto senso gli urlò che era in pericolo, ma lui scosse la testa e proseguì la corsa. Il suo ragazzo non era distante, già intravedeva una grossa radura, il sentiero aveva iniziato a scendere, non poteva che essere lì…
Jono-uchi e gli altri passarono sotto l’arco di rami senza sentire nulla. Avevano il fiatone e grondavano di sudore per lo sforzo di stargli dietro, ma non potevano rallentare. Il loro compagno di classe sembrava instancabile, sorretto da una volontà d’acciaio e un corpo in perfetta forma…ma dove trovava tante energie? A scuola aveva scelto di non fare educazione fisica, non l’avevano mai visto alle prese con l’atletica. Che si allenasse privatamente?
Poi, una cinquantina di metri davanti a loro, Kaiba si fermò.
"C-Che h-hai?"
gli domandò dopo qualche secondo Jono-uchi, una volta giunto al suo fianco, sebbene fosse piegato in due dallo sforzo. Anche gli altri non erano in condizioni migliori, boccheggiavano e si tenevano lo stomaco premuto, a tentare di calmare i crampi.
"L’abbiamo trovato"
Il sussurro del presidente fu condotto a tutti gli altri, che alzarono di scatto il capo, senza più badare alla stanchezza.
Yugi era di fronte a loro, semi incosciente, stancamente accasciato fra le braccia del suo rapitore. I suoi occhi socchiusi erano appannati, il viola delle iridi non splendeva più, non riusciva ad ammaliare gli animi.
"Yugi"
Il gemito di Anzu coprì quello di Kaiba, mentre da Jono-uchi e Honda usciva un ringhio animalesco. Per la prima volta, Bakura lasciò che lo spirito malvagio che risiedeva nel Millenium Ring prendesse possesso del suo corpo senza lottare, lasciando che fosse lui ad occuparsi della salvezza del Faraone.
"È meglio che lo lasci andare"
sibilò velenoso il presidente, gli occhi blu diventati incredibilmente scuri.
"E perché? La mia vittoria è sicura!"
Il presidente sbuffò:
"E come pensi di poterla ottenere? Se tu fossi stato qualcuno di importante ti avrei incontrato l’altra volta. Il fatto che non riconosca la tua voce significa che sei talmente scarso che non eri presente, quindi come osi presentarti sulla mia strada?"
terminò alzando la voce, l’ira che iniziava a traboccare.
"Kaiba…calmo…"
Jono-uchi pregò che il compagno non desse di matto, perché Yugi era ancora in mano al loro avversario.
"Oh, è molto semplice. So benissimo che non posso sconfiggervi, non a Magic & Wizard almeno"
"Allora lascia andare il nostro amico e vattene!"
Anzu non voleva uno scontro, voleva solo tornare a casa, tutti sani e salvi. Vedere il suo amico, il ragazzo di cui era innamorata, tra le braccia di un seguace dell’Ordine Lunare era troppo doloroso…perché dovevano sempre soffrire in quel modo?
"Non senza aver compiuto la mia vendetta! Voi verserete innumerevoli lacrime, migliaia per ognuna che abbiamo pianto noi!"
Kaiba, Bakura e Jono-uchi attivarono i Duel Disk:
"Combattiamo allora!"
"Scordatevelo! Ve lo già detto, so benissimo che non potrei vincervi! Io non miro alla vostra sconfitta, ma al dolore! Il vostro strazio sarà la mia gioia!"
I tre si aprirono a ventaglio, mentre Honda guardava loro le spalle. Kaiba al centro, gli altri ai lati, si avvicinarono piano all’avversario, che mano a mano si spostava all’indietro, verso il bordo della radura.
"Non ve ne siete resi conto, vero? Non avete capito in cosa siete finiti"
"Di che stai parlando?"
Jono-uchi gettò un’occhiata agli altri. Kaiba scrollò le spalle, mentre Bakura non disse nulla, gli occhi che saettavano da un lato all’altro.
"Della bolla d’energia lunare in cui vi trovate. L’ho creata grazie all’impegno di tutti gli accoliti del nostro Ordine! Ho impiegato le nostre energie, le conoscenze tramandateci dai nostri superiori, e le ho adattate a sconfiggere voi, portatori degli Oggetti Millenari!"
Con un tintinnio, le pareti di un’enorme bolla apparvero attorno a loro, di un trasparente colore giallo-arancione, la tonalità della luna piena quando è ancora bassa nel cielo.
"Vi porterò via ciò che di più prezioso avete!"
e mozzò il respiro di tutti togliendo il Puzzle dal collo di Yugi.
"Lascia subito il Puzzle"
ringhiò Kaiba, il gelo che lo avvolgeva. Lì dentro c’era il suo ragazzo…dunque sapeva sicuramente che in quel corpo vivevano due anime, e che erano importanti entrambe per loro.
Ma l’altro sogghignò:
"Sapete la particolarità di questa bolla? È una gabbia per gli Oggetti Millenari, in particolare per questo Millenium Puzzle, e per i loro possessori"
"Attento, insetto. Non giocare col fuoco, o ne rimarrai scottato"
Il Millenium Item di Bakura tintinnò, mentre il suo possessore si colmava del suo potere. Gli altri non sapevano cosa fare, stava solo bluffando o aveva davvero intenzione di scatenare la sua forza?
"Non sono io quello che rimarrà scottato!"
e prima che potessero far nulla, scagliò il Puzzle contro una roccia e lo frantumò in tutti i suoi pezzi, schegge d’oro impazzite che si libravano fra le folate del vento. Mentre i leggeri tonfi dell’oro nell’erba risuonavano come i rintocchi delle campane a morto, nel silenzio strozzato si udì l’urlo soffocato di Yugi, che veniva trascinato fuori dalla bolla.
"Yugi!!!"
Jono-uchi si lanciò verso di loro, mentre Kaiba schizzava a radunare i pezzi del Puzzle, e Anzu singhiozzava.
"Fossi in te non lo farei!"
Le risate crudeli dell’adepto fermarono il biondino, che barcollò sino a cadere sulle ginocchia:
"Cosa credi di aver fatto? Ci riprenderemo Yugi e lui rimonterà il Puzzle, non hai ottenuto nulla!"
"È qui che ti sbagli. La barriera impedisce ai portatori degli Oggetti Millenari di rientrare, una volta usciti! Questo moccioso non potrà più rimetter piede nella radura, finché ci sarà la bolla! E gli Oggetti Millenari ne possono uscire solo nella loro forma definitiva, completa!"
Anzu rantolò:
"Q-Questo vuol dire che…"
"Che non potete portare fuori il Puzzle a pezzi! E colui che potrebbe rimontarlo non lo può raggiungere! L’avete perso, l’avete perso per sempre, e io ho vinto!!!"
Sull’orlo della pazzia riempì la foresta di risa sguaiate, gettando lontano l’ormai inutile Yugi, godendosi quei momenti di folle piacere, la certezza di aver schiacciato i propri nemici, vendicato il proprio Ordine. Era il momento più alto della sua vita.
"C’è un grosso punto debole della tua strategia. La durata della bolla. Basterà distruggerla, o costringerti a farlo, e Yugi potrà rimontare il suo Puzzle"
La mente di Kaiba era a pieno regime, la soluzione non era poi così difficile…non avrebbe perso il suo ragazzo.
"Sbagliato! Io non ho più potere sulla bolla, la sua esistenza è indipendente dalla mia. E la sua durata è di un paio di centinaia d’anni…così ho deciso, così ho realizzato nell’incantesimo!"
Nessuno degli altri parlò. Le conseguenze di quel gesto erano spaventosamente semplici…avevano perso il Faraone.
"Bakura…non puoi fare nulla?"
Lui era l’unico ad avere un Oggetto Millenario lì…era la loro ultima speranza, Anzu lo sapeva. Odiava chiedere aiuto a un nemico del Faraone, ma in quel momento la priorità era riaverlo con loro.
"No…l’incantesimo è perfetto…il mio Millenium Ring non è riuscito a spezzarlo"
"V-Vuol dire che…"
La ragazza annegò il resto della frase nelle lacrime, mentre Honda si afflosciava al suo fianco, senza emettere nemmeno un rantolo. Non aveva idee, non sapeva cosa fare, non riusciva a muovere un muscolo…la disperazione aveva annientato la sua forza, essere esperto di kendo non era servito a nulla, l’anima del Faraone era a pezzi…a pezzi…
Guardò Jono-uchi e Kaiba, poco distanti l’uno dall’altro. Il suo amico fissava stordito il corpo di Yugi, che ancora giaceva a terra. Forse non si era nemmeno reso conto di quello che era appena successo…o forse la sua anima, legata empaticamente a quella dello Spirito del Puzzle, stava condividendo la sua stessa sofferenza.
Kaiba invece era più strano. Non aveva emesso un suono da quando il Puzzle era stato distrutto, sebbene lui in fondo avrebbe avuto il diritto di essere il più disperato di tutti. Invece si stava limitando a fissare in silenzio i pochi frammenti del Puzzle che aveva raccolto, riempiendosi gli occhi dei riflessi del sole sugli spigoli d’oro.
Forse era davvero il più affranto di tutti, forse stava disperatamente cercando in quel metallo freddo una traccia del suo amore…
"Kaib…"
"Radunate i pezzi! Muovetevi!"
Tutti sobbalzarono, trasalendo.
"Kaiba…"
"Non mi avete sentito? Radunate i pezzi! Trovateli tutti!"
e si mise a rovistare nell’erba alta, alla ricerca dei frammenti d’oro massiccio. Non sapeva nemmeno lui il motivo, eppure non aveva sofferto come avrebbe dovuto quando il Millenium Puzzle era stato frantumato. Ancora prima che sbattesse contro la roccia, una certezza era esplosa nella sua mente: lui l’avrebbe potuto rimontare. Non sapeva perché, conosceva gli sforzi e il tempo impiegati da Yugi per metterlo assieme, eppure ne era certo. Lui l’avrebbe potuto ricomporre, fra le sue dita i frammenti si sarebbero riuniti in un unico, potente Millenium Item. Mentre fissava, quasi ipnotizzato, le forme e gli spigoli dei pezzi, un brivido era scorso sulla pelle delle sue mani. Era un sicurezza latente in lui, che si era improvvisamente manifestata. Poteva incastrarli nel giusto ordine, vedeva mentalmente ogni pezzo combaciare con gli altri, le sue dita sapevano già come muoversi. Non sapeva bene cosa fosse quella sensazione, ma gli piaceva pensare che fosse l’anima del suo ragazzo a guidarlo, a indicargli la strada. Nemmeno lui voleva che tutto finisse lì, su questo non c’erano dubbi. Avevano ancora una vita da passare assieme, e toccava a lui far sì che questo accadesse.
"Allora? Vi volete dare una mossa?"
Ma gli altri non si erano ancora spostati da dove erano.
"K-Kaiba-kun…che cosa vuoi fare?"
"Sei cieca o cosa? Rimontare il Puzzle, è questo che voglio fare!"
"Non parlare così ad Anzu! E comunque solo Yugi può farlo!"
Il ragazzino si puntò sulle ginocchia, aggrappandosi a un cespuglio:
"N-No! Asc…olta…telo. I-Il Faraone…è c-con lui, f-forse l-lui…può…farlo"
e cadde di nuovo a terra, ansimando.
"Yugi!!!"
strillarono i suoi amici dall’interno della bolla, mentre l’accolito dell’Ombra Lunare danzava sotto gli alberi, senza più curarsi di loro, ormai impazzito.
Ma il ragazzo scosse la testa, e indicò Kaiba con le poche forze che gli rimanevano:
"A-Aiut…atel…"
e posò la testa sull’erba, chiudendo gli occhi. Aveva così bisogno di riposare…
"Non avete sentito il possessore del Puzzle? Muovetevi!"
Bakura li spronò a iniziare a cercare, mettendosi per primo a rovistare nell’erba. Non sapeva se Kaiba sarebbe davvero riuscito a rimontare il Puzzle, ma era obbligato a crederci, se voleva avere ancora speranze di vendetta.
Il presidente respirò profondamente, togliendosi il soprabito e stendendolo sull’erba, appoggiandovi sopra tutti i frammenti che aveva trovato. Era il momento di dare una realtà alle sue parole, e di ricreare il Puzzle. Mano a mano che ritrovavano i pezzi, gli altri andavano a posarli accanto ai suoi, formando una piccola pigna di oro prezioso, imbevuto di magia.
Pigna che però lui non riusciva a far diminuire.
’Che diavolo sta succedendo?’
Sebbene studiasse con attenzione i frammenti, li facesse ruotare e li collocasse mentalmente nello spazio, non riusciva a incastrarli. Eppure era stato così sicuro di poterlo fare, aveva avuto la certezza di poterlo rimontare…cosa stava succedendo? Perché non riusciva a trovare la giusta sequenza? In cosa sbagliava?
"Kaiba-kun, cerca di stare calmo. Yugi in fondo ci ha messo otto anni, prima di riuscire a montarlo"
"Lui non aveva gli stimoli giusti"
le ribatté seccamente. Non poteva certo stare ad ascoltarla, non aveva tutto quel tempo! L’anima del suo ragazzo era a pezzi, nessuno di loro poteva capire cosa significasse sopportare un’esperienza simile! Solo lui, solo lui poteva! E non voleva che il Faraone rimanesse ancora in quello stato…aveva già passato tre millenni così, doveva ricomporlo, e poi stringerlo violentemente a sé.
’Aiutami…’
Cosa doveva fare? Cosa stava sbagliando? Perché non ci riusciva più? Perché quel formicolio che lo aveva indirizzato lungo la direzione giusta era sparito? Perché la sua mente non riusciva più a visualizzare il giusto ordine, come aveva fatto prima?
Il cuore…usa il cuore
"Ah!"
Kaiba di voltò di scatto, ma accanto a lui non c’era nessuno. Gli altri stavano ancora cercando, mentre Honda era uscito a soccorrere Yugi, e a scacciare l’ormai inutile seguace. Eppure gli era sembrato di aver sentito una voce, la sua voce, che gli diceva di…usare il cuore.
’Merda!!!’
Lui non era abituato a certe cose!!! Non faceva altro che usare il cervello per sistemare i suoi affari, il cuore era roba da associazioni religiose, o da innamorati!!!
’Ma io lo…’
Si rese conto di non avere scelta, doveva provare a farlo. La sua razionalità in quel frangente era inutile, e in fondo ciò che lo legava al Faraone era il cuore, non il cervello…poi anche il cuore era una parte di lui, quindi non sarebbe stato come chiedere aiuto a quello scemo di Jono-uchi o a quella gallinaccia di Anzu…
…doveva lasciarsi andare ai sentimenti, solo lasciarsi riempire…
…pensare a lui,alla fiducia con cui gli si consegnava…
…al calore con cui l’aveva accolto…
…e Seto Kaiba fece una cosa che non aveva mai fatto in vita sua. Si arrese ai sentimenti. Chiuse gli occhi, e lasciò che fossero loro a dirigere le dita.
E pezzo dopo pezzo, lentamente, la pigna iniziò a calare.
………
"Ne manca uno"
Kaiba sbiancò, contando i pezzi e osservando il lavoro quasi completo. C’era ancora un grosso buco sulla parte di fronte, e sulla sinistra.
"Non è possibile! Abbiamo ispezionato tutto il prato, devono esserci tutti!"
Il presidente lanciò un’occhiataccia a Jono-uchi:
"Puoi capirlo persino tu. Guarda qua: manca l’angolo in alto a sinistra. Li vedi questi? Sono due spigoli e il pezzo centrale, quello con l’Occhio di Ra. Manca l’angolo che li unisce"
"Oddio…"
Anzu crollò a terra, bianca come un cencio…avevano passato con attenzione il prato, ma se non c’era dove poteva esser andato a finire?
"Non può essere sotto il tuo soprabito?"
Kaiba raccolse in una mano i pezzi, e Jono-uchi spostò l’indumento, ispezionando i ciuffi d’erba e i buchi dei grilli. Nulla, assolutamente nulla.
"Non c’è, non c’è!"
Il biondino stava per mettersi a piangere…non poteva finire così, non era giusto! Ci erano andati tanto vicini, era persino felice che fosse Kaiba a prendersi il merito di tutto…le loro speranze non potevano crollare come un castello di carte!
"Smettila di frignare, il pezzo è ancora qui! Non ricordi quel che ha detto quel matto? Il Puzzle potrà uscire dalla bolla solo in forma completa, quindi deve essere per forza in questa radura! E l’unico modo di trovarlo è ricominciare a cercare!"
"Kaiba ha ragione. Il frammento è nelle vicinanze, il mio Millenium Ring lo percepisce"
"Bakura, non puoi trovarlo tu?"
Il ragazzo scosse la testa:
"Il fatto che sia solo un frammento disturba l’operato del mio Oggetto. Posso indicare la zona, ma non sono in grado di dire con precisione dove sia"
Chiuse gli occhi, e tentò di captare il potere latente nel singolo frammento. Neppure la parte della sua anima, che aveva inserito nel Puzzle molto tempo prima, serviva a dargli un’indicazione precisa.
"…è lì, più o mano lì"
La sua mano indicò un dolce declivio che spariva fra i cespugli…sia Anzu che Jono-uchi si precipitarono a cercare.
"Ehi, qua va giù a strapiombo!"
"Ed è anche pieno di ortiche!!! Quel bastardo me la pagherà cara!"
Il biondino imprecò contro l’accolito, riproponendosi di massacrarlo una volta ritrovato…poteva sopportare che Kaiba si prendesse la gloria, ma avere la faccia e le braccia deformate dalle ortiche no!
"Smettetela di lagnarvi e cercate! Dovete trovarlo! Non fate i mocciosi!"
Non era stato Kaiba a strapazzarli, ma Honda. Jono-uchi affogò la rispostaccia che aveva in mente, era facile per lui dall’esterno della bolla, con solo Yugi di cui preoccuparsi.
’Yugi…’
Forse no, forse non era così facile. Il loro amico era ancora steso fra le braccia di Honda, e li guardava con la speranza dipinta sul volto pallido…probabilmente stava pregando perché ritrovassero in fretta il pezzo mancante, perché la nuova solitudine dello spirito che vi dimorava terminasse. Solo lui poteva comprendere appieno cosa significasse la rottura del Puzzle, solo con lui il Faraone aveva diviso la propria anima. Solo lui conosceva il suo dolore, quindi aveva ragione Honda, dovevano sbrigarsi a trovarlo, a riportare il Faraone al calore della loro amicizia.
"L’ho trovato!!! L’ho trovato!!!"
Anzu schizzò in piedi e alzò il braccio, i raggi del sole che si scomponevano in mille scintillii sugli spigoli del frammento d’oro. Senza aspettare ancora corse da Kaiba e glielo ficcò in mano, accasciandosi poi sull’erba, iniziando a piangere sommessamente. Mancava poco, mancava pochissimo…Kaiba l’avrebbe completato in fretta, già i pezzi si incastravano al loro posto…i due spigoli laterali e poi l’angolo che li teneva fermi…ne mancava solo uno, solo l’Occhio di Ra…
"Aspetta Kaiba!"
Tutti fissarono Yugi, che aveva emesso quell’urlo strozzato.
"Amico, che c’è? Perché non vuoi che lo completi?"
Il ragazzino ringraziò Honda con un cenno del capo, poi si mise a sedere:
"Ascoltami, mentre lo completi devi esprimere un desiderio. Mi hai capito? Devi desiderarlo col cuore, e il Puzzle lo esaudirà"
Il presidente non disse nulla, passando lo sguardo da Yugi al Puzzle. Esaudire un desiderio? Davvero credeva a una cosa simile? Non riusciva- o meglio, non voleva neppure prendere in considerazione l’idea di provarci- a spiegarsi tutto, ma a lui importava solo dell’anima contenuta lì dentro.
’Desideri…’
Lui i suoi sogni li faceva diventare realtà grazie all’impegno e alla costanza, non alla magia o ad altre sciocchezze simili!
"Mi hai capito? Devi esprimerlo! Devi esprimerlo col cuore!"
ripeté, piangendo dalla fatica.
Sembrava che lui ci credesse davvero…per una volta, Seto Kaiba decise di provare a dargli retta. In fondo, il cuore era già servito a fargli rimontare il Puzzle, e poi nessuno avrebbe sentito quello che avrebbe desiderato. Sarebbe rimasto fra lui e, al massimo, il suo ragazzo. No, non ci sarebbe stato nulla di male a crederci.
Inserì l’ultimo pezzo, e mentre lo faceva, pensò intensamente al suo ragazzo.
’Voglio stare per sempre con lui…voglio che lui stia per sempre con me. Concedici di continuare a camminare fianco a fianco’
e se lo mise al collo.
Kaiba…
"Argh!!!"
Kaiba saltò indietro, il volto quasi cadaverico. Era apparso…il suo ragazzo era apparso accanto a lui!
"Che ti prende adesso?"
Fu Yugi a rispondere, con una risata:
"Credo che il Faraone sia apparso vicino a lui di colpo, senza preavviso. La prima volta in effetti è un po’ scioccante. Comunque sono contento che sia andato tutto a posto…"
e chiuse gli occhi, abbandonandosi alle braccia di Honda.
"Ah! Yugi!!!"
Ora che tutto era finito, Anzu e Jono-uchi corsero fuori dalla bolla, accanto ai loro amici.
"Non preoccupatevi, è solo svenuto. Credo che abbia terminato le energie"
Meno male
fu il pensiero del Faraone, prima di rivolgersi di nuovo verso il suo ragazzo.
Ma il presidente già non badava più a loro…non riusciva a staccare gli occhi dallo spirito accoccolato accanto a lui, con un sorriso dolce sul viso, quasi imbarazzato. L'antico re capiva che per lui doveva essere abbastanza difficile vederlo così incorporeo, trasparente. Fra loro le cose erano sempre state parecchio fisiche…
"Yugi…"
Ma il suo ragazzo gli posò un dito sulle labbra.
Col cuore e con l’anima…parla con loro
Kaiba inclinò un po’ la testa, quella non era esattamente la specialità di un presidente razionale, votato solo ai numeri e ai circuiti…ma il Faraone aveva intenzione di sciogliere la sua resistenza. Prima che potesse parlare di nuovo, allungò il viso impalpabile e posò le labbra sulle sue, in un tocco irreale e dolcissimo.
Rendilo reale…solo tu puoi. Nello stesso modo in cui hai assemblato il Puzzle
Un sospiro, e Kaiba si lasciò di nuovo andare, conscio che il salto nel vuoto non ci sarebbe stato. Il suo ragazzo l’avrebbe afferrato prima che cadesse…
Y-Yugi…
lo chiamò, aggrappandosi a lui…e la sua anima incontrò effettivamente quella dell’altro, nella stanza disadorna all’interno del Puzzle.
D-Dove siamo?
Nel Puzzle
…questo luogo è dove vivi?
Kaiba scrutò quelle pareti di pietra…era brutto pensarlo, ma sembrava una prigione.
Sì. Vieni
e lo prese per mano, portandolo fuori a vedere le sterminate scale e le porte che componevano il labirinto del Puzzle.
Ma…
Questa è la forma che rappresenta la mia mancanza di memoria…da qualche parte, oltre una di quelle porte, ci sono i miei ricordi
Percepiva il suo dolore, intensamente come non mai…il presidente non poteva sopportarlo oltre. Prima che potesse parlare, lo abbracciò e lo strinse a sé con tutta la forza della propria anima, coprendo il freddo di quel luogo col proprio calore.
Aggrappati a me…io non ti lascerò mai andare
Kaiba…grazie…di non avermi lasciato nelle tenebre…
Il presidente si annullò in quella stretta, accarezzando l’anima sottile premuta contro la sua. Era persino più piacevole che in forma corporea…forse perché quello era totalmente il Faraone, la sua anima gli si presentava senza la mediazione del corpo di un altro…
...quanto lo amava…
"Kaiba? Tutto a posto?"
Kaiba sussultò, mentre Bakura lo scrollava. Poteva vedere il suo ragazzo ancora aggrappato a lui, le braccia strette sulla sua schiena e il viso nascosto contro la base del suo collo.
Scosse la testa, e sebbene gli sarebbe piaciuto, non potevano rimanere ancora lì. Esser colti di sorpresa da qualche altro matto poteva rivelarsi pericoloso.
"Andiamo"
balbettò, mentre si sollevava, e l’anima del Faraone fluttuava vicino a lui, sorridente ed aggrappata al suo braccio.
Senza problemi uscirono dalla barriera, i due Millenium Items che scintillavano al sole, e si fermarono accanto agli altri, a Yugi ancora svenuto.
Devo già…ridarti a lui?
chiese al suo ragazzo…non voleva doversi staccare così in fretta.
Non so…in fondo è privo di sensi
Il Faraone non aveva una gran voglia di andare al collo di Yugi mentre era svenuto. Non avrebbe nemmeno potuto condividere i suoi sogni, così…
"…credo sia meglio che lo tenga tu ancora un po’"
Jono-uchi guardò l’amica:
"Ma…Anzu!"
Lei scosse la testa:
"Finché Yugi è svenuto è meglio così. Tieni tu il Puzzle"
"…sì"
Kaiba strinse con una mano il Puzzle e riprese il a camminare, senza badare a loro. Poco lontano c’era uno spiazzo, e Mokuba stava facendo atterrare l’elicottero. Ma anche quello lo vedeva distrattamente…tutta il suo essere era concentrato sul ragazzo che galleggiava al suo fianco, le loro mani intrecciate. Mai nella sua vita aveva provato una simile sensazione di calma e completezza…e sebbene sapesse che il Puzzle apparteneva a Yugi, si rese conto di non volerlo ridare indietro…di volerlo per sè, solo per sè…in un eterno abbraccio…
"…e alla fine Kaiba-kun è riuscito a rimettere insieme il Puzzle! Mi sono sentita così sollevata! Ora Yugi sta dormendo, e domani riavrà il suo Puzzle tutto intero. Per ora l’abbiamo lasciato a Kaiba-kun, in fondo è giusto così, è il suo ragazzo e l’ha rimontato lui"
Anzu accarezzò con sguardo materno Yugi addormentato. Mokuba li aveva portati nella clinica della Kaiba più vicina, e gli altri stavano riposando in uno degli alberghi della famiglia, a meno di cento metri dall’ospedale. Aveva deciso di chiamare Isis e di raccontarle tutto, giudicava giusto farle sapere quel che era successo, in quanto Guardiani del segreto del Re avevano il diritto di essere informati. Ma, stranamente, la donna era molto silenziosa.
"Isis-san, c’è qualcosa che non va?"
"Anzu-san, sei davvero certa che Seto abbiamo rimontato il Puzzle senza nessun aiuto?"
"Sì, perché?"
La donna attese ancora qualche secondo, poi sospirò:
"Perché solo il legittimo proprietario del Puzzle può farlo. Noi davamo per scontato che fosse solo Yugi, ma a quanto pare…"
Anzu spalancò gli occhi:
"Anche Kaiba-kun?"
"Sì…non so come questo sia potuto accadere, le cronache del periodo sono andate perse, ma evidentemente anche lui ha dei diritti sul Puzzle"
"Pensi che la sua vita precedente…"
L’altra sospirò:
"Non so cosa dire…davvero, non so. Ma credo sia meglio lasciare le cose come stanno…il Faraone e Yugi hanno un destino da compiere, se Seto decidesse di rivendicare i suoi diritti sul Puzzle…"
"Non preoccuparti. Non dirò nulla…a presto"
Anzu spense il cellulare si appoggiò alla finestra…non sapeva se fosse la cosa giusta da fare. Se Kaiba avesse chiesto per sé il Puzzle, forse avrebbe risparmiato una grande sofferenza a sé e al Faraone…
Fine
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