DISCLAIMERS: Personaggi tutti miei,  poi fregati da Inoue -____- ladro, ridammeli! (magari!)


Il numero uno del Giappone

di Junda


Era solo in camera.
Non aveva voglia di cenare: aveva lo stomaco chiuso dalla rabbia e dall'amarezza.
Avevano perso.
Dopo la splendida partita contro il Sannoh, dopo quella clamorosa vittoria, era arrivata la sconfitta.
Era brutto perdere. Era terribile.
Forse dopo aver battuto la favorita del campionato, avevano creduto di avere la vittoria in mano.
Erano stati solo degli stupidi... Si erano dimostrati i principianti che in realtà erano..
Quando l'arbitro aveva fischiato la fine dell'incontro si era sentito morire dentro.
L'unica cosa che gli interessava al mondo, l'unica dannatissima cosa che lo emozionasse... e non era stato all'altezza.
Non doveva forse diventare il numero uno del Giappone? E come aveva potuto lasciarsi sconfiggere così facilmente?
"dannazione!" pensò, alzandosi di scatto dal letto su cui era rimasto sdraiato per più di due ore.
In silenzio, come sempre...
Aveva sentito i singhiozzi di Sakuragi, le imprecazioni di Mitsui. 
Aveva ascoltato le parole rincuoranti di Kogure. I borbottii quasi disperati del capitano.
Aveva visto Miyagi correre tra le braccia di Ayako per avere un po' di conforto.
Solo lui era rimasto impassibile. Fermo in mezzo al campo, apparentemente indifferente alle urla del pubblico che acclamavano la squadra dell'Aiwa.
Ma lui non era tipo da lasciarsi andare alle lacrime.
Piangere era così inutile.
Così come urlare o battere i pugni contro un muro.
No, tutte queste scenate isteriche non erano da lui.
Conosceva un unico modo per sfogare tutta la rabbia che aveva accumulato....
Prese la sacca e uscì.

L'aria era calda, nonostante il sole fosse tramontato da un bel pezzo. 
Umida.
Rukawa non aveva neppure cominciato a palleggiare che già stava sudando.
Il campetto che aveva intravisto la mattina precedente, era deserto e fiocamente illuminato.
Bene: non aveva voglia di vedere nessuno. Voleva solo infilare la palla in un canestro. Dieci volte. Cento. Mille. Fino a che l'umiliazione della sconfitta non fosse scivolata via insieme alle gocce di sudore, ai respiri affannati, alla stanchezza..
Voleva giocare fino a che ogni suo muscolo non avesse gridato "basta".
Il caldo era davvero soffocante: si sfilò la t-shirt, gettandola sulla sacca e rimase in calzoncini, ricominciando a palleggiare.
Con uno scatto improvviso corse verso il canestro e, saltando, schiacciò la palla nel cesto con tutta la forza che aveva in corpo..
E ricominciò immediatamente. E ancora e ancora.
Voleva cancellare ogni pensiero dalla sua mente... voleva impedirsi di ricordare le sensazioni che aveva provato alla fine della partita..
Dimenticare di non aver raggiunto il suo obiettivo: essere il numero uno. 
Dopo un ennesimo slam dunk, si fermò un attimo per prendere respiro.
Solo in quel momento si accorse di una presenza silenziosa a bordo campo.
Lanciò un'occhiata al ragazzo che se ne stava fermo, con le braccia incrociate, ma non disse nulla.
L'altro mosse qualche passo avanti per rendersi visibile alla luce di un lampione.
Solo allora Rukawa riconobbe Minami.
Che diavolo voleva quel tipo da lui? Perché era ancora tra i piedi?
Giocherellando con la catenina argentata (ero un indecisa con un collier d'oro spesso 3 dita ndJunda) che gli circondava il collo, Minami avanzò ancora, fermandosi a pochi passi da lui e sorrise.
- Nagarekawa, come va?
Esclamò col suo marcato accento, e soprattutto sottolineando volutamente il nome sbagliato di Rukawa.
Ma lui, per tutta risposta, scosse la testa sospirando.
Lo sapeva benissimo che Minami ormai conosceva il suo nome esatto e che chiamandolo il quel modo tentava solo di stuzzicarlo. Ma sbagliava di grosso se credeva di poter innervosire uno come lui...
Anche se doveva ammettere che con tutta la rabbia che aveva in corpo, non sarebbe stato facile rimanere impassibile, se quello avesse preso a provocarlo..
In realtà non ne capiva bene il motivo: dopo l'incidente in partita, Minami lo aveva anche cercato per scusarsi. Gli aveva dato la crema per lenire il gonfiore e gli aveva parlato di Sawakita.
Poi si erano incontrati quella stessa mattina, poco prima dell'incontro con l'Aiwa e si era dimostrato strafottente e attaccabrighe come quel suo stupido compagno di squadra, quel Kishimoto.
Era un tipo imprevedibile questo mezzo di teppista di Osaka! 
Minami, per nulla demoralizzato dal silenzio di Rukawa, continuò: - Scommetto che sei venuto qui per sfogarti.. La sconfitta brucia, eh?
"Bastardo" pensò tra sé Rukawa.
Ci mancava pure un cretino a ricordarglielo..
Fece rimbalzare il pallone per terra e gli voltò le spalle, mettendosi in posizione di tiro. Ma proprio nell'attimo in cui stava facendo partire la palla, la voce di Minami lo colpì come un pugno nello stomaco: - Non eri tu che volevi diventare il numero uno del Giappone? A quanto pare hai fallito!
La palla urtò contro il ferro del canestro, rimbalzando poi sull'asfalto del campetto.
Rukawa strinse i pugni, cercando di restare calmo.
In fondo era abituato a ignorare le provocazioni: si sorbiva ogni santo giorno i patetici insulti di Sakuragi senza battere ciglio. E se faceva a pugni, non era certo il primo ad iniziare..
Lui viveva senza dare importanza a nessuno. Senza neppure ascoltare l'infinità di inutili parole che la gente gli riversava addosso. Viveva avvolto nei suoi silenzi, così misteriosi per gli altri, quanto pieni di significato per lui.
Eppure in quel momento sentiva che stava per cedere. 
Tutta la sua proverbiale freddezza, si stava sciogliendo...
Si voltò lentamente verso Minami e piantò i suoi occhi scuri* in quelli dell'altro.
"ti conviene tacere": era chiaro il messaggio di quello sguardo gelido.
Ma Minami non ne sembrò affatto impressionato: - Avanti "mister matricola d'oro" perché non ammetti che non sei poi la grande stella del basket che tutti credono..
Rukawa serrò la mascella e sporse le labbra in un piccolo broncio.
Stava decisamente esagerando: - Che vuoi da me?
Il suo tono era tagliente.
Minami, continuando a giocare con la sua collana con aria tranquilla, gli rivolse un altro sorrisino: - Allora non hai perso la voce...
Perché quel buffone continuava ad avere quell'espressione sarcastica sul volto?
- Insomma che diavolo vuoi?
Stavolta la sua voce risultò alterata. Minami alzò un sopracciglio e accentuò quella specie di sorriso, più simile ad un ghigno: - Niente di particolare. Non avevo nulla da fare e volevo assistere alla disfatta del grande campione..
Rukawa inspirò per tentare di frenare il tremito nervoso del labbro inferiore, mentre gli si avvicinava maggiormente; quando fu a pochi centimetri da lui, lo guardò dritto negli occhi e gli intimò: - sparisci.
Nello sguardo scuro del ragazzo passò una fugace ombra: incertezza, forse anche un pizzico di paura.
Ma non solo: Rukawa vi lesse anche qualcos'altro.
Cosa c'era in quegli occhi così banali all'apparenza?
Perché non riusciva staccare i suoi da quelle due grosse nocciole coperte da palpebre pesanti?
"Intrigante": ecco la parola che poteva descrivere quello sguardo strano..Non particolarmente bello, non particolarmente profondo... Ma intrigante. Sembrava volerlo risucchiare dentro, fargli conoscere cose che neppure credeva potessero esistere..
- Nervoso per caso? Eppure hai la fama di essere un iceberg..
Nel sentire quelle parole, Rukawa si rese conto che per troppo tempo si era soffermato a guardare quegli occhi, dimenticando la rabbia che quell'idiota gli stava facendo montare. Lo afferrò per il colletto della camicia e quasi lo sollevò da terra: - mi hai rotto.. Vedi di andartene se non vuoi...
- se non voglio cosa? Avanti cosa vuoi fare "asso di una squadra perdente"? 
Rukawa non riuscì a controllarsi.
Fece partire il sinistro, mentre con l'altra mano ancora lo teneva per la camicia.
Il pugno colpì il ragazzo sulla mascella.
Poi lo spinse via, facendolo finire per terra, quindi si voltò e fece per andarsene, ma Minami lo fermò: - lo sapevo che non eri poi quel ghiacciolo che volevi far credere. Sei solo un ragazzino che si diverte a fare la parte del superuomo...
Rukawa si girò di scatto, per la prima volta in vita sua rosso in volto, e gli si scagliò contro.
Gli si sedette addosso per bloccarlo e iniziò a colpirlo con foga: pugni violenti, pieni di rabbia maltrattenuta. Colpì la mandibola, il mento, e infine le labbra, che cominciarono a sanguinare copiosamente.. 
Eppure non accennava a fermarsi. Non gli importava nulla in quel momento. 
Solo il furore che sentiva dentro il suo corpo, il sangue che scorreva impazzito nelle sue vene. In realtà non capiva neppure perché stava picchiando quel tipo che appena conosceva.
- ti senti forte adesso?
La voce di Minami, impastata dal sangue, si levò quasi come un sussurro. 
Rukawa bloccò a mezz'aria il pugno che stava per colpire ancora, e lo guardò: ancora quello sguardo intrigante.
- ma che cazzo vuoi? Dimmelo...
Rukawa urlò.
Non lo faceva mai. Si chiudeva nel suo silenzio anche nelle situazioni più critiche.
Ma stavolta aveva urlato.
La sua voce echeggiò nel silenzio del campetto.
Minami sollevò il busto, poggiando una mano sull'asfalto e si ritrovò faccia a faccia con Rukawa.
- e se ti dicessi che voglio da te?
Non gli lasciò il tempo di afferrare del tutto il senso di quella frase. Non lasciò il tempo al suo cervello di impartire un qualsiasi ordine al suo corpo.
Lo baciò. Si sporse in avanti e posò le proprie labbra su quelle socchiuse di Rukawa.
Lasciò scivolare una mano dietro la sua nuca sudata, e gli spinse la testa contro la propria. Le loro labbra premettero le une contro le altre, immobili.
Rukawa aveva gli occhi sbarrati: sentiva il sapore dolciastro del sangue misto all'odore fresco del suo respiro.
Non osava muoversi.
Era assurdo che Minami lo stesse baciando.
Ma...
Ma non si sarebbe tirato indietro. Avrebbe vinto anche quella sfida. 
Aprì maggiormente le labbra e fece scorrere la lingua sulla ferita dell'altro. Poi la insinuò all'interno di quell'umida bocca.
Lo sentì rispondere con passione.
Le labbra iniziarono a muoversi sensuali le une contro le altre, le loro lingue a intrecciarsi morbidamente.
Rukawa puntellò le mani sul petto di Minami e lo fece sdraiare lentamente per terra.
Gli si stese completamente addosso, senza mai staccare la bocca dalla sua.
Il suo petto sudato aderì alla camicia dell'altro. Non gli piaceva quell'impedimento: voleva sentire il contatto con la sua pelle calda. Con una mossa veloce, fece saltare l'intera fila di bottoni e i due lembi del tessuto si aprirono, scoprendo il petto glabro del ragazzo. 
La mano di Rukawa si mosse leggera su quei muscoli appena marcati: si soffermò sui capezzoli, stuzzicandoli lentamente. Si compiacque dei gemiti strozzati che uscivano dalla gola di Minami. Gli piaceva farlo eccitare. 
Le sue dita scivolarono verso l'addome: con l'indice seguì la linea delle costole, per poi ruotare intorno all'ombelico, scendendo infine fino all'attaccatura dei pantaloni.
Minami mugolava, inarcando il bacino e strusciandolo contro quello di Rukawa.
Sentiva la propria erezione pulsare dolorosamente all'interno degli slip.
- ..spo......mi..
sussurrò tra i lamenti, staccando per pochi attimi le labbra da quelle di Rukawa.
- hn..... cosa vuoi? Dimmi cosa vuoi che faccia..
Così dicendo, Rukawa, bloccò ogni movimento e si limitò a guardarlo negli occhi.
Si rese conto di averlo completamente in suo potere, e un'incontenibile eccitazione lo investì come un'onda impetuosa. Voleva che Minami lo pregasse.. ..Voleva..... Si, voleva "sconfiggerlo":
- cosa vuoi?
Minami sospirò di frustrazione.
Anche se aveva smesso di baciarlo e accarezzarlo solo da pochi secondi, sentiva già la mancanza di quelle labbra morbide e di quelle mani leggere.
- spogliami... toccami.. baciami...
Gli occhi di Rukawa scintillarono di trionfo.
Piegò la testa e poggiò le labbra sulla gola liscia di Minami. La sua lingua accarezzò sensualmente il collo per tutta la sua lunghezza, soffermandosi poi su una clavicola e mordicchiandone la pelle profumata. 
Con una mano andò a giocherellare con la coulisse che chiudeva i pantaloni.
Tirò il filo e allargò il tessuto, infilandoci poi la punta delle dita.
Con i polpastrelli solleticò il pube, addentrandosi nell'elastico degli slip.
Percepiva chiaramente l'eccitazione dell'altro che implorava di essere liberata da tutti quegli inutili ostacoli e dentro di sé sorrise: "non ancora.." Mormorò più che altro a se stesso.
Lo avrebbe portato al limite, prima di soddisfare quel corpo che sembrava andare a fuoco.
Si sollevò sulle braccia per poter guardare il viso del compagno: le gocce di sudore brillavano sulla sua fronte come piccole schegge di cristallo e i denti bianchi e regolari, stavano martoriando le labbra già ferite. Gli occhi erano socchiusi in un'espressione di completo abbandono.. 
- alzati...
Ordinò perentorio Rukawa.
Minami spalancò gli occhi di colpo, come ridestato da un sogno. 
Vide l'altro che si sollevava: gli osservò le gambe lunghe e snelle, il petto liscio e muscoloso e poi soffermò lo sguardo sul rigonfiamento sotto il tessuto leggero del pantaloncino.
La voglia di spogliarlo e assaggiare il suo membro lo spinse ad afferrarlo per la vita, ma Rukawa si scostò bruscamente: - Qui possono vederci...
Così dicendo gli tese la mano, facendolo alzare. Quando furono in piedi uno di fronte all'altro, Rukawa lo strattonò a sé, baciandolo con passione e sfilandogli del tutto la camicia che scivolò ai loro piedi. 
Minami s'inarcò contro di lui, ricambiando il bacio con la stessa intensità, mentre lasciò vagare le sue mani su quella schiena possente, eccitandosi maggiormente nel sentire sotto il suo tocco i muscoli guizzanti e bagnati di sudore.
Fece scivolare la destra sempre più in basso, palpando sensualmente una natica soda.
Poi si rese conto che Rukawa aveva cominciato a spingerlo.
Camminarono continuando a baciarsi fino a che non si ritrovarono oltre l'asfalto del campo, dove non arrivava la luce fioca del lampione. 
La spinta di Rukawa si fece più vigorosa e ancora una volta Minami si trovò sdraiato per terra, ma questa volta sotto di sé sentì l'erbetta fresca e umida del prato.
E questa volta vide la testa mora di Rukawa muoversi sul suo petto; sentì la sua lingua lasciare un'umida scia intorno all'ombelico, risalire poi sui pettorali, stuzzicando coi denti i capezzoli turgidi. 
Era maledettamente eccitato e Rukawa si stava divertendo a torturarlo..
- dai..
Mormorò con voce roca.
Rukawa avvicinò le lebbra al suo orecchio: - cosa?
Chiese, mentre gli leccava piano il lobo.
Minami ebbe un tremito, mentre con le braccia si avvinghiava saldamente intorno alla sua vita, spingendosi contro quel corpo muscoloso: - scopami..
Sussurrò, ormai completamente privo di inibizioni.
Rukawa emise un bisbiglio di approvazione.
Si poggiò sulle ginocchia e le sue mani solleticarono i fianchi del compagno. Poi lentamente gli abbassò i pantaloni, insieme con gli slip. E lo guardò: osservò le anche spigolose, la soffice peluria scura e quel membro rigido, dalla cappella lucida e invitante.
Si chinò, fino a sfiorare con le labbra l'interno di una coscia: succhiò la pelle liscia, risalendo piano verso i testicoli. Giocherellò con la lingua, ignorando i tremiti che scuotevano il corpo del ragazzo, ormai al massimo livello di eccitazione.
Poi, molto lentamente, percorse l'intera asta, dalla base alla punta, con le labbra tumide. Fino a che, arrivato in cima, non si decise a prenderlo completamente in bocca.
Minami sussultò di piacere.
Era una sensazione inebriante: sentì la lingua di Rukawa avvolgersi intorno al glande e le sue labbra muoversi sulla sua asta.
Abbandonò le braccia sul prato, stringendo convulsamente tra le mani dei ciuffi d'erba, cercando di ritardare l'orgasmo che già da troppo tempo stava trattenendo.
Rukawa aumentò il ritmo e mentre si aiutava con una mano, con l'altra ricominciò a stuzzicare un capezzolo.
Gli piaceva succhiare quel membro duro. Gli piaceva perdersi nei sospiri dell'altro, sentire l'odore intenso della sua pelle.
Sentiva la propria erezione spingere contro lo slip, desiderosa di scivolare in un buco caldo...
Si portò una mano sui pantaloncini, strofinando con vigore.
E intanto la sua testa cominciò a muoversi sempre più velocemente...
- sto.. sto venendo.. Rukawa...
l'urlo soffocato di Minami precedette di pochi istanti il suo orgasmo.
Rukawa sentì il fiotto di sperma zampillargli in bocca, scivolando velocemente giù per la gola, caldo e dal sapore intenso. 
Quando si rimise in ginocchio, vide lo sguardo vacuo di Minami e il suo petto che si sollevava velocemente per via dell'affanno. Con le labbra ancora bagnate del suo seme, si piegò su di lui, baciandolo con violenza. 
La sua lingua s'infilò prepotentemente nella bocca dischiusa del ragazzo, costringendolo a rispondere al bacio con urgenza..
Poi si staccò da lui e si rimise in piedi: con un gesto veloce si abbassò a metà coscia i calzoncini e lo slip rimanendo nudo.
Il suo membro completamente eretto..
Gli occhi di Minami accarezzarono avidi quell'erezione. Una nuova ondata di eccitazione lo fece fremere e si accorse che la sua virilità si era già risvegliata!
Rukawa si inginocchiò tra le sue cosce divaricate, ma quando Minami le aprì maggiormente, pronto ad accoglierlo dentro di sé, lui lo sollevò per la vita costringendo a voltarsi.
Si ritrovò schiacciato per terra: sentiva l'umidità del prato contro il petto e lo stomaco e il suo membro stretto tra il bacino e l'erba fresca.
Rukawa gli fu addosso. Con una mano gli bloccò i polsi sopra la testa, mentre con un dito si fece strada tra le sue natiche, affondando violentemente nel suo foro.
Minami gridò per la sorpresa e per la strana sensazione che quel dito gli stava procurando...
Rukawa gli lasciò andare i polsi e con la mano gli afferrò i capelli, sollevandogli leggermente la testa: avvicinò la bocca al suo orecchio e gli sussurrò: - dimmi cosa vuoi che ti faccia...
Minami gemeva, mentre le dita nel suo corpo diventavano due, sempre più frenetiche.
Il respiro caldo di Rukawa contro la sua guancia.
Il membro rigido del compagno che sfiorava una sua coscia...
- fottimi....fammi godere...
nel sentire quelle parole Rukawa, dopo avergli lasciato i capelli, lasciando che la testa ricadesse pesante sul terreno, estrasse le dita e con entrambe le mani gli allargò le natiche sode. Posizionò la propria erezione contro quel piccolo buco e con un deciso colpo di reni lo penetrò.
Il dolore per Minami fu lancinante: - no.. Mi fai male.. no...
gridò, quasi con disperazione.
Ma Rukawa anziché bloccarsi, aumentò il ritmo delle sue spinte: - non volevi godere?
Gli chiese tra i sospiri.
Sentiva il sudore scivolargli dal petto e finire sulla schiena inarcata di Minami.
Ad ogni colpo sentiva il calore aumentare diventando quasi soffocante: e quel piccolo e stretto foro che si allargava sotto la pressione del suo membro era così dannatamente eccitante... 
Poggiò i palmi sull'erba sollevando il busto, ma mai fermando il movimento deciso dei fianchi.
Contrasse le natiche spingendo sempre più a fondo..
Voleva possederlo tutto, voleva entrargli dentro, mangiargli l'anima.
Si accorse che le urla di dolore di Minami si erano trasformate in lamenti di piacere. Si era adattato a quell'intrusione selvaggia e anzi, aveva cominciato ad assecondare i suoi movimenti, inarcando sempre di più la schiena..
Rukawa sapeva che stava per raggiungere il massimo del piacere..
Sentiva il membro quasi congestionato all'interno di quella piccola cavità..
Sapeva che non avrebbe più resistito...
- grida, grida che ti piace e grida il mio nome...
gli ordinò con un filo di voce.
Minami afferrò ancora una volta due ciuffi d'erba, stringendoli con tal forza da strapparli via e urlò.
- siiii.... Rukawa... mi fai impazzire..
Rukawa buttò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi, lasciando che le piccole gocce di sudore gli scivolassero lungo tutto il viso e, con un'ultima e violenta spinta, si liberò...
Sentì il fiotto di sperma inondare il corpo dell'altro. Poi si accasciò sulla sua schiena madida, respirando pesantemente..
Minami emise un gridolino di piacere, quando sentì anche dalla propria erezione ancora schiacciata sull'erbetta, fuoriuscire il liquido perlato..
Nel silenzio della sera si potevano sentire solo i loro respiri che piano tornavano regolari.
Dopo qualche minuto Rukawa rotolò accanto a Minami, sollevandosi i calzoncini e sdraiandosi a braccia e gambe divaricate sull'erba.. 
Si sentiva esausto.
Ma appagato.
Incredibilmente tutta la rabbia che aveva accumulato era scomparsa.. 
Andata via con il suo intenso orgasmo.
Voltò lo sguardo accanto a sé e si accorse che l'altro lo stava guardando.
Non gli disse nulla.
Non voleva dire nulla... Le parole, che senso avrebbero avuto in quel momento?
Chiuse gli occhi, inspirando l'aria profumata dell'estate e si lasciò accarezzare dalla lieve brezza che ogni tanto si sollevava, insinuandosi tra le foglie degli alberi circostanti.
Si accorse che qualcosa si stava muovendo delicatamente sul suo petto. Aprì un occhio e vide i capelli scuri del compagno che gli solleticavano la pelle, mentre le sue labbra posavano leggeri baci sul suo addome.. 
"Vuole ricominciare?" Si chiese, sorpreso.
Minami invece, dopo essere risalito verso il suo viso, gli diede un delicato bacio sulle labbra e poi si staccò.
Si alzò in piedi e lentamente si rivestì!
Mentre stringeva la coulisse dei pantaloni, gli strizzò l'occhio: - se ti può far stare meglio, sappi che io ti considero il numero uno del Giappone.
Rukawa alzò un sopracciglio, incerto se essere compiaciuto o irritato. Lo stava prendendo in giro forse?
Minami continuò: - e non  mi riferisco solo al basket!
A quel punto Rukawa non poté trattenere un lieve sorriso. 
Uno dei rarissimi sorrisi che aveva elargito nella sua vita!
Ma Minami non ci diede tropo peso: non voleva rovinare quell'atmosfera complice, con una frase fuori luogo ricordando a Rukawa che la sua immagine da orso polare rischiava di incrinarsi. Preferì rimanere silenzioso, limitandosi a ricambiare il sorriso.
Stava tentando di tenere chiusa la camicia che aveva ormai perso la maggior parte dei bottoni, quando vide Rukawa alzarsi, dirigersi verso la sacca estraendone qualcosa e poi lanciarglielo: era un t-shirt pulita. 
- Va bene che i tipi di Osaka sono molto disinibiti**, ma andare in giro a petto nudo è un po' troppo spudorato!
Gli spiegò, mentre anche lui infilava la sua maglietta.
Minami rise divertito: - ma che razza di voci circolano sui ragazzi di Osaka? Guarda che non è come pensi...
Ma un lampo negli occhi di Rukawa lo sorprese. La voce del moretto gli parve quasi maliziosa: - mi hai appena dimostrato che certe voci sono più che fondate! 
Minami arrossì. Evento più unico che raro, ma non si meravigliò che fosse stato proprio Rukawa a provocargli quell'insolita reazione..
Del resto non era mai capitato che lui "subisse" in certe situazioni.. 
Ma quel ragazzo aveva un tale magnetismo, che niente gli sarebbe stato impossibile!
Lo vide intento a recuperare il pallone e rimetterlo nella sacca e capì che la loro conversazione era finita lì!
Affondò le mani nelle tasche e si avviò.
Dopo qualche passo si fermò e lo fissò: - questa quando te la ridò?
Gli chiese facendo cenno alla maglietta. Rukawa agitò una mano con noncuranza: - tienila pure. Così terrai sempre a mente chi è il numero uno del Giappone!
Minami scosse la testa divertito! Riprese a camminare e senza neppure voltarsi indietro, gli rispose: - tranquillo lo ricorderò sempre! Ah, una cosa: non dire niente a quella testa rossa che gioca con te! Credo che mi ammazzerebbe per la gelosia!
E stavolta Rukawa rise: non solo un impercettibile movimento delle labbra.
Una risata vera, cristallina..
Si mise la sacca in spalla e si avviò verso la pensione...
Era piacevole sentirsi così leggeri..
Senza quel peso schiacciante che lo aveva oppresso per tutto il pomeriggio...
Forse c'era qualcos'altro nella vita che potesse essere divertente quanto giocare a basket!
Bastava solo trovare l'avversario giusto!



FINE


*So che nell'anime Ru ha gli occhi di un bellissimo blu, ma essendo questa fic un regalo x Nico, li ho voluti lasciare neri - come nel manga - proprio come piace a lei!
**non è vero che si dicono certe cose sui ragazzi di Osaka, ma vedendo Minami e Kishimoto (e dopo il racconto di choco sul suo incontro con questo ragazzo^^)
mi è venuto spontaneo pensare una cosa simile: mi sembrano molto sfacciati, disinibiti e spudorati, nonché un po' grezzoni^^ ma a me Minami fa impazzire!

 
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