Olèèèèèèèè, finita! Non mi piace come la prima versione, ma il pc aveva cancellato tutto , l'ho dovuta riscrivere da capo ç_ç… vabbè, pazienza ç_ç…

Dunque, uhm uhm, coff coff, fatemi schiarire bene la voce:

SEI-CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN, TANTI AUGURI!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ti voglio tanto bene, tesoro, e ti auguro il miglior compleanno che tu abbia mai ricevuto! Un bacione enorme, puccetta*_*!!!!!!!!!!!!!!

DISCLAIMERS:solo per oggi, i personaggi sono dei Sei*_*!!!! Amore, tutti per te, approfittane! 

Questa è una fic altamente consigliata per chiunque soffra di stitichezza^_^! Stampata poi su carta, la trasforma in carta igienica morbidissima! Provare per credere!!!!! Un  bacione a tutti  buona lettura^________^!

Ultima nota: Sei, tesora, ti voglio bene!!!!!

***

Not very easy to ask

 

di Tesla

 

Ok, ho l'anello.

E adesso?

Pensavo che la parte dura fosse prendere la decisione e andare a comprare le fedi, ma mi sbagliavo.

Il duro viene ora.

Devo chiederglielo.

Devo.

Devo, capite?

Devo!

Sarebbe molto più facile se lui capisse tutto al volo, in fondo è nei Best Five della Prefettura! Potrebbe sforzarsi ad intuire ciò che penso, ciò che mi tormenta, in fondo stiamo insieme da soli cinque anni!

Niente, quell'idiota  non capisce un tubo come al solito, perso dietro le palle da basket… o le mie…tutto il giorno.

Però è per questo che lo amo.

ANCHE per questo. 

Perché quando lo becco a fissare troppo insistentemente il contenuto dei miei pantaloncini con aria adorante, fa spallucce dolcissimo e mi posa un leggero bacio sulle labbra per scusarsi, come dicesse: "Non è colpa mia se mi sono innamorato di un ragazzo bellissimo"…

Come posso non perdonarlo?

Lo amo, questo dolcissimo maniaco, lo amo da impazzire.

E proprio qui sta il problema: lo amo. 

Niente di così strano, solo la terribile conseguenza dell'aver scoperto che per togliergli il suo eterno sorriso dalla faccia, baciarlo è molto più suggestivo che tirargli un cazzotto.

Non sono certo il primo o l'ultimo a provare questo sentimento.

E non sono certo il solo che desidera sposarsi con la persona che ama.

Mi rigiro l'anello tra le mani, una fascettina d'argento placcata in oro semplice, con dentro inciso "A e H".

Gli piacerà?

Spero di sì, nonostante il :

-          Oh, no! È troppo semplice per la sua ragazza, non è abbastanza per fare felice una vera donna-

 della commessa.

Se non altro si è zittita al mio:

-          Non si preoccupi, bastano già i miei ventidue centimetri di felicità a farLO contento ogni volta.

E ho sottolineato bene il LO.

Bene.

Avrei potuto aggiungere che anche i ventitré centimetri del mio amore mi fanno tanto contento, ma sono un ragazzo molto timido…

No, sono un idiota, perché non ho ancora risolto il problema: come faccio a dargli il mio anello e a chiedergli di sposarmi? Pare brutto ficcargli l'anello in mano e chiedergli se vuole trombare con me per tutta la vita, anche perché nessuno dei due vuole una cosa del genere.

Niente sesso tra noi.

Solo amore.

Amore come è stato sin dal principio, la nostra prima volta insieme, la prima volta per lui… così.

Gli ho fatto male, lo so, mi rendo conto di non essere stato molto delicato, ma lui mi ha sorriso tutto il tempo… più entravo in lui, più lo penetravo, più lui mi sorrideva, non il suo solito sorriso, no, uno dolcissimo, tenero.

Innamorato.

Non ci siamo rivolti una parola durante tutto l'amplesso, o dopo, mentre ci coccolavamo stretti in un abbraccio.

Il suo sorriso ed i suoi occhi luminosi parlavano da soli.

Credo siano stati i momenti più belli della mia vita… ma quando mai un secondo con lui non lo è stato? Ora voglio solo che la mia felicità duri per sempre.

Voglio averlo al mio fianco ad ogni respiro, ogni sospiro, voglio essergli vicino e non perdere un suo sorriso.

Ok, sto divagando, e il problema non l'ho ancora risolto.

Forse non sono la persona più adatta per questo tipo di romanticherie... per questo prendo il telefono e compongo il numero di Kogure.

Due squilli a vuoto, poi:

-          Pronto? Qui casa Kogure, chi parla?

-          Kiminobu, sono Hisashi.

-          Oh, ciao!

Il suo tono è cordiale, meno male, non ho interrotto nulla di compromettente con Akagi. È la tua giornata fortunata, Mitchi, approfittane!

-          Ciao, come stai?

-          Io sto bene, anche Take-chan. E voi?

-          Ah…uhmmmm…

Sto evitando il discorso in maniera vergognosa, lo so, ma… beh, è una cosa imbarazzante chiedere consiglio su certe cose… insomma, mi chiamano ANIMA ARDENTE, non CUOR DI RICOTTA, porca miseria, Hisashi, datti una svegliata!

Cos'è che mi aveva chiesto Kogure?

Come state.

Implica il plurale, due persone, io e Aki.

Appunto.

Beh, non conosco metodi meno traumatici per chiederglielo, per cui…

-          Voglio sposarlo.

Silenzio dall'altra parte.

Oddio, non è che l'ho shokkato?

-          Kiminobu?

Niente.

Nessuna risposta.

Incomincio seriamente a preoccuparmi.

-          Kiminobu?

-          Che bello.

Solo un bisbiglio, con tono piacevolmente incredulo. Beh, devo prenderlo come un buon segno, no?

-          Grazie.

-          Vi sposate? Quando? Dove? Avete già prenotato il ristorante? Vi serve una mano? E la casa?

-          Ohè, calmo, calmo!

-          Ma…

-          Devo ancora chiederglielo - confesso imbarazzato.

Povero, tenero, Hisashi Mitsui.

Nella mia testa, per qualche oscura ragione,  parte la sigla di Heidi

 

(Heidi! Ti sorridono i monti! Heidi! Le caprette ti fanno ciao!),

 

mentre percepisco l'incredulità di Kogure alla mia affermazione.

-          Beh, ma cosa aspetti?

Parla facile lui, quando è stato Akagi a fare tutta la fatica, lui è solo dovuto rimanere in attesa. Già, infatti… tanto il cretino che si sorbiva il Gorilla in veste di fidanzato premuroso ero io, mica lui… se solo penso che ho dovuto dormire a casa sua, beandomi così della soave visione dei suoi boxer… con i cuoricini… e la scritta K & T FOR EVER ricamata sul pacco… Bleah, neanche il sapore di Aki nella mia bocca

 

(Heeeeeeeeeeeeeidi, Heeeeeeeeeeeeeeeeeediiiiii)

 

è riuscito a cancellare completamente quell'immagine raccapricciante dalla mia mente…

 

(Heeeeeidiiiii)

 

Ho capito, ho  capito, ora gli rispondo!!!

-          Non so come chiederglielo. Come deve essere? Romantico? Semplice? Non lo so, non  ne ho la più pallida idea…

 

(Heid…)

 

Merda, la situazione peggiora a vista d'occhio.

-          Hisashi, ma è semplice! Chiudi gli occhi… cosa ti suggerisce il tuo cuore?

Eh, la fa facile lui, senza una vocina che gli canta quanto sia sporcacciona Heidi con le pecorelle in montagna… Ma non si stancheranno facilmente, con quell'aria rarefatta?

Ok, Hisa, cazzate a parte, concentrati, e non sul tuo cuore o sul tuo cervello.

Concentrati su Aki.

Il tuo Akira. 

Il tuo amore.

Adesso che hai bene in mente il suo viso, riesci ad immaginarti come vorresti che accadesse tutto?

Romantico, perché non ci siamo mai lasciati andare a questo genere di cose, insomma, non siamo esattamente una coppia di questo tipo…

Però per una volta voglio esserlo, rasentare la melassa, farlo sentire completamente al centro dell'attenzione, voglio pensare a lui e lui soltanto, voglio vederlo commosso sino alle lacrime quando mi inginocchierò davanti a lui e gli chiederò di sposarmi.

Anche se ho il grosso sospetto che non avrei bisogno di tutte queste romanticherie per farlo piangere dalla gioia.

Ci siamo sempre fatti bastare il nostro amore, perché era una cosa così grande da sovrastarci completamente .

Per una volta, voglio che anche lui capisca realmente quanto sia speciale per me.

Chiamatemi pure Hisashi cuor di tortello, ma è quell'indefinibile idiota che mi fa sentire così.

Lo amo

Ora so cosa fare.

-          Ho recepito il messaggio, Kiminobu.

-          Perfetto!!! Cosa avevi intenz…

Merda, rumore di chiavi! Aki sta tornando, e se mi becca al telefono con Kogure, chissà a cosa va a pensare…

Il viso del mio amore spunta sorridente da dietro la porta. Mi fa ciao con la mano quando mi vede con la cornetta in mano… e adesso?

-          Ok, nonna, i tortelli al tartufo e ricotta vanno benissimo, ciao- e riattacco il telefono in faccia a Kogure.

Più tardi dovrò spiegarmi… o forse no, chissenefrega, è intelligente, capirà…

Aki mi abbraccia e mi posa un bacio delicato sulla tempia.

-          Ciao amore.

Uuuhm, incomincia a mordicchiarmi in maniera sensuale il collo, meglio fermare il tutto ora prima che mi scordi anche solo come mi chiamo.

Bisbiglio un - Devo andare!- e sguscio via dal suo abbraccio, corro verso la porta.

Afferro giaccone e portafoglio. Sto per uscire quando la sua voce mi richiama.

È preoccupata.

-          Amore, è successo qualcosa? Chi era al telefono?

E adesso? Che gli dico?

-          Mia zia non si sente tanto bene, sai, è sola, molto malata, anziana… anzianissima… io vado, eh…

-          Oddio! Aspetta, vengo con te, prendo la macchina così facciamo prim…

-          No, no, assolutamente no, lascia  perdere! Faccio tutto da solo.

-          Ma…

-          Ciao!- e gli chiudo la porta in faccia.

 

***

 

Sono un genio, un G-E-N-I-O!

Ho già trovato un ristorantino adatto, il mazzo di fiori, i cioccolatini…

Uhhhhhmmmm… rivedo la mia visione ad occhi aperti, mentre lui mi getta le braccia al collo davanti a tutto il ristorante, con la fedina splendente al dito…

Credo di aver aggiunto mentalmente un paio di effetti da pubblicità di detersivo per piatti, quel brillare eccessivo è troppo sospetto… Poco importa, se non esisteranno nella realtà, i miei occhi da innamorato basteranno ad aggiungerli.

Sarà Aki il mio brillare, ciò che più luccica nella mia vita.

Per quell'anello sarà un grande onore calzare Akira, perché il vero gioiello è lui.

Io lo so.

L'ho provato.

Lo so.

Ora naturalmente devo solo invitare il futuro marito all'appuntamento che gli cambierà la vita.

Entro nel negozio dove lavora, è un assistente parrucchiere…

Mi sono sempre chiesto come abbiano fatto a prendere un ragazzo con quei capelli, ma soprattutto ho il costante terrore che mi torni a casa completamente rapato a zero.

Boccia extra-lucida come una palla da biliardo intinta nelle cera.

A quel punto, davvero, non saprei cosa fare… o fargli… però so di sicuro che ucciderei il parrucchiere!

È pausa pranzo, e so bene che lui è l'unico che rimane in negozio in queste occasioni.

Lo trovo che sta mangiando un sandwich al tonno e pomodoro, mentre studia da un grosso libro foto di permanenti. Sta prendendo questo lavoro più seriamente di quanto pensassi, meno male che non ho più i capelli lunghi su cui possa esercitarsi…

-          Amore?

Alza la testa di scatto, si irrigidisce. Il libro gli casca dalle mani e si impiastriccia con un grumo di tonno.

-          Oh, ciao.

Rimane lì sul posto.

Beh, per lo meno un po' più di entusiasmo?

Il sorriso che mi solca le labbra cede appena. Ha due grosse occhiaie sotto gli occhi, nella furia con cui ero scappato di casa per organizzare tutto, non me ne ero accorto.

-          Sei stanco, eh? Hai la faccia distrutta.

Gli accarezzo la guancia, Aki chiude gli occhi e si appoggia contro il mio palmo.

Dio quanto lo amo.

-          Hai voglia di uno shampoo?- chiedo. Mi piace lavargli i capelli quando facciamo il bagno insieme, dopo aver fatto l'amore…lo rilassa. Perché non farlo ora?

-          No,- risponde lui riaprendo gli occhi e fissandomi malizioso,- è arrivato il mio turno.

-          Il turno? Il turno per cosa?- domando divertito, ma è uno stupidissimo errore.

Mai distrarsi quando Akira Sendoh ha quello sguardo.

Mai.

Mai, quando tutto ciò che indicano le sue labbra è una gran voglia di spolpare qualcosa.

È così che, senza rendermene conto, mi ritrovo con i polsi legati ai braccioli della poltroncina con degli strofinacci sporchi.

Deglutisco.

Non è che mi vada esattamente a genio la piega che sta prendendo la situazione.

OK, OK, MI PIACCIONO I GIOCHINI...

…ma qui c'è qualcosa di diverso.

Non c'è più spontaneità, sembra.

No.

Aki sta giocando per vincere.

Ma vincere cosa?

Lui ridacchia, e soffoca le mie proteste imbavagliandomi con un panno che sa di tintura per capelli.

Di male in peggio.

L'ultima cosa che può succedermi è ...

Come non detto, sono nella merda.

Il mondo davanti ai miei occhi è diventato buio, quando stoffa ruvida preme contro le mie palpebre, e sento il duro di un nodo contro la nuca.

Ripeto, non mi piace.

Sono troppo dipendente da lui in questo momento.

Completamente sotto di lui, potrebbe farmi qualunque cosa, e io non potrei reagire.

Questa esperienza assumerebbe completamente un'altra aria se fossimo nella situazione opposta.

Lui, in MIO potere.

Sapere che è indifeso sotto il tocco delle mie dita, prevedere un suo brivido sotto uno sfiorare di polpastrelli...

…avere il potere di torturarlo, e donargli invece il piacere, fino alla fine.

Sì, amo questa situazione.

Akira si starà divertendo un casino in questo momento.

Sento le sue mani scivolare lungo le cosce, massaggiare l'incavo dietro le ginocchia con movimenti lenti e ritmici, fluidi. Vorrei miagolare come un gattino, mi sento le gambe leggere, leggere, l'inguine in fiamme sotto quei tocchi.

Le sue dita risalgono, lavorano sulla patta dei miei jeans, alzo il sedere quando mi sfila pantaloni e boxer  insieme.

Sento il rumore della stoffa gettata in un angolo.

La sento, mentre si accascia su stessa, come se le gambe le avessero ceduto sotto la pressione dello spettacolino che Akira sta montando su…

Altre scariche, Aki mi riempie l'interno coscia di bacini, e non posso vedere cosa fa, come ondeggiano i suoi capelli o come la polposità delle labbra si adattano alla mia pelle mentre la bacia.

Io sento, solamente.

Sento.

Sento, e voglio di più, lo voglio dentro, voglio essere preso, e non essere più una cosa sola al mondo, ma averlo accanto, averlo in me.

Mi sento il pene duro e dritto tra le gambe, ho voglia di sfiorarlo, di masturbarmi, perchè questo idiota non si muove, e ho voglia di piangere.

Fermo, immobile.

Ma non posso neanche urlare.

Sento la sua bocca risalire verso l'inguine, seminando dietro di sè scie fredde, dove la saliva mi intirizzisce la pelle sotto gli aliti d'aria.

E poi... la sua lingua, sul mio cazzo.

Gemo rumorosamente, solo un suono soffocato dal bavaglio, ma abbastanza perchè possa sentire le sue labbra stendersi in un sorriso contro i miei testicoli. Mi aiuta a scivolare un po' sullo schienale della sedia, isso le gambe e me le incastra una dietro ogni bracciolo.

Ora sono completamente aperto in due, il sedere in alto, l'ano spalancato, si irrigidisce e si rilassa in lenti risucchi al ritmo del mio respiro...

Con una mano mi afferra i testicoli, con l'altra la base del pene. 

Lo sento bisbigliare lascivo:

-          È arrivato il momento, Hisa, sei pronto?

Ringhio soffocato e cerco di allentare con degli strattoni i nodi ai polsi.

Mi chiede se sono pronto?

Mi chiede se lo voglio?

Cazzo, sono qui aperto in due e completamente bagnato, vuoi muoverti e ficcarmelo dentro, sì o no?!?

Inghiotte il mio cazzo in un unico singulto.

Soffoco un altro urlo e inarco la schiena, mentre sento le sue labbra intorno al mio pene che succhiano, e spolpano, con rabbia, violenza... lo sento rilassare i muscoli della gola e... magia, il pene di Hisashi Mitsui non c'è più, completamente ficcato nella bocca del suo ragazzo.

Un altro paio di spinte e vengo come un animale tra le sue labbra.

Ho avuto un orgasmo bestiale, ma non sono ancora soddisfatto.

Ho ancora fame.

Ne voglio ancora.

Voglio sentirlo dentro di me.

Akira si accorge di ciò che voglio.

Lo sa, perchè ho ancora il pene duro tra le gambe, e tremo.

Ti prego, ancoraAAAAAAAAAAAAAAH...

…di nuovo nella sua bocca, di nuovo la sua lingua che passa sul solco della cappella e succhia la testa del mio pene come fosse una grossa cannuccia da cui bere...

…e le sue dita, tre dita, che entrano in me e scivolano dentro rapide, fino alla fine, Aki con le sue lunghissime, grandi dita, e mi prendono nel profondo, mi penetrano fino alla fine, i polpastrelli  carnosi che fendono la strada nel mio corpo e premono contro le pareti di carne...

Ancora una volta, vengo in un urlo, emettendo una quantità spaventosa di liquido seminale.

Ma Akira non si ferma, sento le sue labbra scorrere lungo tutta la lunghezza del pene, le sue dita sbattermi, penetrare dentro di me quasi fino alle nocche... con un movimento rapido, le piega leggermente e le irrigidisce, e ora le strofina rabbiosamente, le preme, dentro il mio corpo viscido.

Ancora, ti prego Aki, ancora, ancora...

Ancora...

 

Un altro orgasmo.

Sento il cuore battermi nel petto come una batteria acustica in mano a un malato di Parkinson, mentre le sue labbra succhiano attentamente ogni traccia di sperma.

Tre orgasmi di seguito.

Mi sento il corpo come una gelatina di frutta in un terremoto.

Cerco di riabbassare le gambe, ma sento le mani di Aki che mi placcano le ginocchia.

-          Ah-ah, Hisa, non ancora.

Come?

Come "non ancora"?

Che cazzo significa NON ANCORA?????

Akira mi spiega gentilmente il suo punto di vista.

Me lo spiega infilandomi la lingua nell'ano, affonda nel mio corpo fin oltre metà... la sua lunga, grande, umida lingua...

Muggisco qualcosa e mi irrigidisco, stringo i muscoli del sedere come volessi risucchiarlo in me, assorbirlo... come volessi essere penetrato da tutto il suo corpo, penetrato e aperto in due, e impazzire dal piacere..

Mi penetra... e inizia un piccolo giochino con le labbra... la sua lingua che mi rovista dentro, ampli movimenti circolari, affonda in me... e intanto... le sue labbra... succhiano i bordi rugosi del mia ano, li sfrega con i denti, li riempie di succhiotti viscidi di saliva.

Vengo un'altra volta, un altro urlo.

Non so se ne seguirà un altro, se Akira sia soddisfatto o no.

Perdo i sensi e il contatto con la realtà  nell'istante stesso in cui il piacere si affievolisce nel mio corpo.

 

***

 

Quando riprendo i sensi, ho nuovamente polsi, occhi e bocca liberi.

I muscoli delle gambe sono duri di contrattura e tremano spaventosamente, faccio leva sulle braccia con tutte le mie forze per issarmi su.

Alzo gli occhi dal pavimento e scorgo la sagoma del corpo di Akira, è seduto sulla sedia davanti a me, i gomiti sulle ginocchia, il busto chino, il viso nascosto tra le mani. Come le mie gambe, anche lui trema, ma so che non è perché abbiam fatto sesso. 

C'è qualcosa di molto brutto nell'aria, e non so spiegarlo, solo…molto brutto. 

Vorrei essere da un'altra parte in questo momento.

Ovunque, ma lontano da qui.

Lontano dalle parole che lui sta per dirmi.

Lontano dal suo tono distante.

So già che sarà così, ancor prima che apra bocca. 

Lo so dai piccoli gesti del suo corpo.

Lo intuisco da quel tremare incessante di muscoli così frustrante.

-          Da quanto tempo va avanti questa storia, eh?

Stanco.

Akira sembra stanchissimo, uno dei protagonisti ultracentenari della Genesi riesumato e riportato in vita per qualche stupido scherzo del destino.

Non so perché, ma sentirlo parlare così mi fa venire voglia di piangere.

-          Di che stai parlando?

Alza la testa di scatto e mi guarda, e i suoi occhi sono di lava liquida sul punto di esplodere.

Perché cazzo mi guarda così? 

Che cazzo ho fatto per meritarmi questo, eh?

Che cazzo ho fatto?!?

-          Ci vai a letto?

-          Cosa?

-          Kogure. Ti … ti scopi Kogure?

Non ci credo.

Non può pensare una cosa del genere, non può.

Come diavolo gli è saltata in testa un'idea simile?

Rimango in silenzio troppo shokkato da una tale domanda.

Non riesco ancora a realizzare che il mio ragazzo non abbia fiducia in me.

Aki fraintende questo silenzio.

Mi guarda un istante e poi si mette la mano tra i capelli. Mi volta le spalle.

-          Mi hai mentito.

Ripenso alle mie parole, quella stupida scusa campata in aria con cui lo avevo liquidato.

C’è un'unica risposta a questo.

-          Sì.

Accusa il colpo e irrigidisce le spalle.

-          Mi hai… tradito, lurido…

-          No.

Come puoi anche solo pensare una cosa simile, eh?

Mi conosci davvero così poco?

Sono solo uno da scopare e basta, eh?

Rispondimi!

Si porta le mani alle tempie e se le massaggia tremando.

-          Non mentirmi.

-          Non ti sto mettendo.

-          NON TI CREDO!

Urlato.

Ha urlato,

e no,

stiamo urlando entrambi, abbiamo alzato inconsciamente la voce travolti da questa assurda situazione. 

È un sogno, deve essere per forza un sogno orribile, un incubo.

Non c'è altra spiegazione.

-          Io  non ti credo- bisbiglia Akira, e la sua voce… Dio, la sua voce… - Non riesco a crederti. Ero preoccupato per tua" zia" e ho fatto il numero di richiamata, Hisashi. Mi ha risposto Kogure.

Cos'è questa, una punizione per aver mentito?  Ma ho detto solo una bugia innocente, volevo evitare una situazione del genere, volevo solo che per Aki questo fosse il giorno più bello della sua vita, il NOSTRO giorno, volevo…

…voglio..

…Dio…

…io voglio solo Aki.

-          Voltati- gli ordino.

La mia voce è ferma e sicura. Non l'ho tradito, non ho nulla da rimproverarmi. È lui, piuttosto, lui, che ha creduto subito alla mia colpevolezza…. Come… come ha potuto?

Akira rimane immobile.

-          VOLTATI! - urlo, e lo faccio con rabbia, rabbia non so nemmeno contro chi, forse verso il destino, o me stesso, o lui, forse entrambi.

Siamo due teste di cazzo, Aki, ma ci amiamo proprio per questo.

Non te lo dimenticare, è proprio per questo.

Akira si volta, e deve essere arrabbiato quanto me.

Anche lui, orgoglioso quanto me.

Temo che in questa situazione, nessuno cederà, nessuno dirà una cosa divertente per far degenerare questa lite in una risata siamo troppo pieni di noi stessi per pensare a qualcosa di diverso che : DEVI ESSERE TU IL PRIMO, IO NON FARÒ IL PRIMO PASSO, NON LO FARÒ! DEVI ESSER TU, TU!

Aki apre la bocca e scandisce bene ciò che ha da comunicarmi.

-          V.A.F.F.A.N.C.U.L.O!

-          Prenditi la spazzola e ficcatela in culo, Aki, la strada è già spianata.

-          Avrei dovuto cagarti in bocca la prima volta che mi hai baciato…

-          Io no, ti avrei lasciato la bocca libera… riempirla con qualcosa che non sia un cazzo duro non ti fa sentire realizzato, eh?  Me l'hai dimostrato prima…

Aki accusa il colpo e indietreggia lentamente, ferito.

Ho voglia di urlare.

Non mi piace tutto questo, lo odio, lo odio… voglio solo tornare a stamattina e al suo sorriso nel nostro abbraccio.

Voglio… solo questo, via da questo incubo, via per sempre.

-          È finita, non voglio vederti mai più.

No.

Questo no.

Mi sento la gola come lo scolo di un cesso intasato da tutti gli stronzi di questo mondo.

Non può essere.

Non può.

-          No.

-           Sì, Hisashi, è finita.

Ha gli occhi lucidi dalle lacrime, ma non le verserà.

È troppo orgoglioso per farlo.

E io sono troppo coglione, perché ho lasciato che accadesse tutto questo.

Perché non gli ho raccontato subito il motivo di quella telefonata?

Perché?

Tutto si sarebbe risolto senza litigi, senza parole orrende lanciate contro per ferire.

È arrivato il momento di finirla, ma non come vuole lui.

Non glielo permetterò.

Mai.

-          Non è finita.

-          Io…

-          Stai mentendo.

-          No, Hisa.

-          Perché mi ami. Lo so.

-          È vero, ti amo. Ma non importa. Ormai, non importa più nulla.

-          E io ti amo.

-          BUGIARDO!

-          Ti amo.

-          BUGIARDO!

-          TI AMO!

-          BASTA!!!

-          Non me ne starò zitto, Akira, hai capito? Non lo farò!

-          Avresti dovuto pensarci prima di andare con tuo amichetto.

Non mi crede. Merda, non mi crede.  Ho voglia di prenderlo a schiaffi, perché la disperazione nei suoi occhi è vera.

-          L'unico posto in cui sono andato con Kogure è a lezione.

-          Stai zitto- bisbiglia Aki. Scuote la testa.

-          L'unico con cui ho intenzione di avere rapporti sessuali sei tu.

-          Stai zitto-. Ancora più flebile.

-          L'unico che amo e amerò per sempre sei tu, Akira.

-          Stai zitto-, ed è solo un alito di vento impercettibile.

-          No, amore, non starò zitto. Oggi avevo chiamato Kogure per chiedergli consiglio su una cosa importantissima.

-          No, no, no…

-          Per come darti questo.

Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, un bacio umido pieno del mio amore.  Quando mi stacco da lui, Aki porta la mano alla bocca, e sputa fuori la fedina dorata che gli ho passato con la lingua.

-          Era per questa.

Rimane in silenzio.

-          Ora fai quello che vuoi. Buttala, bruciala, se vuoi. Ormai non so più nulla. Io vado a casa.

Gli do un ultimo bacio sulla guancia e lo lascio lì, fermo e immobile al centro della stanza, a fissare la piccola fede dorata nel palmo della sua mano.

 

***

 

Sono le 10:30 di sera, e lui non è ancora tornato.

Mi sento male, mi viene voglia di vomitare… ho gli occhi rossi, bruciano, li ho strofinati troppo nel tentativo di non piangere.

Inutilmente.

Prima o poi cederò.

Lo so.

Perché c'è il silenzio, in questa stanza, che bisbiglia incessante…

 

(cosa farai se lui non verrà? )

 

(non verrà più )

 

(non tornerà più da te )

 

(non ti ama )

 

(ti ha lasciato solo )

 

(non ti ama )

 

Fisso lo schermo della tv, perso. Stanno trasmettendo un vecchio film in bianco e nero, bocche si muovono, mani applaudono, piedi camminano, ma non fanno nessun rumore, perché ho tolto l'audio.

In questo momento, l'unica cosa che vorrei sentire è la voce di Akira.

Mi va bene… mi va bene anche litigarci, perché almeno sarebbe qui con me, e potrei allungare una mano, e toccarlo… o anche solo stare fermo, e sentire il suono del suo respiro.

Vorrei…

Rumore di chiavi, la porta d'ingresso si  apre, la porta d'ingresso si chiude.

Passi, che ormai sostituiscono il battito del mio cuore.

Ti prego, fa che sia…

-          Ciao- bisbiglia lui goffo, con un'espressione dolorante intagliata nel viso.

Non c'è più traccia della rabbia di prima, ma c'è questo tono… questa sofferenza… perché?

Che cosa vuoi dirmi, Aki?

Cosa… cosa hai deciso?

-          Dove cazzo sei stato tutto questo tempo?

-          Hisa…- cerca lui, ma non ho ancora finito.

-          Mi hai fatto morire di paura, non sapevo più dove eri finito!

-          Io…

-          Sono quasi le 11 di sera, e non hai neanche telefonato!! Poteva esserti successo qualcosa, lo capisci, Akira? Poteva esserTI successo qualcosa di BRUTTO!

Alla fine Akira si arrende al mio fiume di parole e fa l'unica cosa in grado di zittirmi.

Mi fa la linguaccia.

Sulla punta, spunta un grosso piercing dorato.

Un piercing ad anello che assomiglia in maniera impressionante alla fedina che ho comprato.

-          O…mio… Dio.

-          Già, - risponde grattandosi la nuca imbarazzato,- immagino sarà la stessa reazione di  mia madre e Taoka.

-          Tu hai… tu… ti sei…

-          Fatto il piercing con l'anello di fidanzamento- finisce lui serio, - esattamente come vedi.

-          Ma tu…perché?

Alla fine ce l'ho fatta, gli ho chiesto la cosa più importante.

Perché?

Cosa significa?

È un sì?

Un no?

È un segno di sfregio? 

Cosa?

Aki mi fissa bene negli occhi e poi dice:

-          Non voglio toglierlo mai.

Incatena il mio sguardo al suo e continua:

-          Non voglio toglierlo quando faccio la doccia o gioco a basket, o discuto con i miei. Voglio averlo sempre su di me. Non voglio toglierlo mai, Hisa, MAI!

-          Aki… - mormoro, e poi corro verso di lui, e lo abbraccio, e lo abbraccio stretto. Non mi importa più del resto. Ora, non più.

Mi stacco da lui e mi gratto la testa… Avrei voluto fosse tutto fantastico, romantico… ormai la nostra cena al ristorante è saltata.

Ci guardiamo e sorridiamo.

-          Pizza?

-          Oh, sì amore, è per questo che ti amo!- ride lui, e mi schiocca un grosso bacio sulle labbra.

Digito il numero della pizzeria, e una voce mi risponde dall'altra parte.

-          Aki, come vuoi la pizza?

-          Con tanti funghi.

-          Ci vuoi il pomodoro sopra?

-          Sì, lo voglio.

-          Ok.

-          No, no, Hisa: Io. Lo. Voglio.

-          Ehi, va bene, ho capit…

Aki mi mostra la lingua e il piercing  lucido di saliva.

Quel piercing che è la promessa di qualcosa di più.

Di una vita insieme.

Riattacco il telefono e vado davanti a lui senza distogliere lo sguardo dal suo.

Mi guarda, ed ha un sorriso dolcissimo intinto sulle labbra.

-          Lo vuoi?

-          Sì, lo voglio.

-          Sei sicuro?

-          Ti amo?

Che altro dire?

Mi gratto la testa imbarazzato.

-          Merda, avrei voluto fosse tutto perfetto, infilarti l'anello al dito, sai…

Lui mi sorride, perfido.

-          L'avrei vista ardua, visto che quel anello mi entrava a stento al mignolo.

Come? Come? Cosa?

-          Dici che ho sbagliato le misure?- chiedo, e non so se essere più imbarazzato o divertito.

-          Un tantinino- ridacchia lui.

-          Ma anche senza anello, la risposta è sempre valida, no?

-          Sempre che lo sia la domanda, certo- risponde lui con un sorriso.

Ho già detto che lo amo?

-          E allora? Adesso che facciamo?- chiedo malizioso.

Il sorriso dolce di Akira si trasforma nel suo ghigno da maniaco pervertito.

-          Avevamo un discorso in sospeso, mi pare…

-          Uh, già, è vero…- bisbiglio felice, e devo avere una faccia da ebete mentre ricordo, -…era un discorso molto interessante…

-          È per questo che sei svenuto prima della fine?

Ok, 1 a 0 per te, Aki, ma non è questo il campo in cui voglio battermi con te.

-          Voglio la rivincita.

-          L'avrai… ma cerca di resistere, o dovrò cercarti un sostituto… - mormora con voce roca, e si dirige in camera mia, spogliandosi lentamente per strada, lasciandomi una strada da seguire casomai soffrissi di gravi disturbi di orientamento.

È una sfida questa, Aki?

Bene, accettata.

Non ti lascerò scampo, tesoro.

Perché ti amo.

Ti amo, Akira.

Ti amo.

 

***

 

 

^^’’’’ ora che l’ho riletta, devo dire che mi piace^_^! Tutta insieme fa un altro effetto, oh, come sono commossa^_^!!!!! Almeno ogni tanto ne combino una giusta^_______^!!!

E allora….

SEIIIIIIIIIIIIIIIIII, ANCORA AUGURISSSSSSSSSSIMIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

TI VOGLIO BENE, PUCCETTA, UN BACIONE IMMENSO!

TES^_^

 

Per i commenti delle anime pie, a tesla_vampire@mns.com ... ^___^ grazie!!!


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions