Rating: NC-17 (qualcuno potrebbe dire PWP, ma per me non lo è)
Note: Chiunque abbia una qualsiasi versione del notturno di Chopin se la ascolti
leggendo questa fic... Se poi c'è anche la pioggia sarebbe perfetto ^__^
Dedica: A Parsifal, perchè è una grande amica, perchè le voglio bene, perchè
scrive divinamente e perchè è il suo compleanno^^''
Notturno
di Seimei
Silenzio.
E poi Fragore.
Le mie gambe iniziano a correre, ma la mia mente vuole restare.
Le gocce fredde invadono la mia pelle, impregnando la stoffa leggera della mia
maglietta.
Un coro di vento, acqua, tuoni, lampi si fonde nelle mie orecchie.
Spalanco le braccia, il viso rivolto al cielo buio, e mi abbevero a questa fonte
così preziosa.
Piove.
E io, noncurante del mondo, assaporo piano la sottile euforia che mi dona l'acqua che scroscia.
Sono qui e aspetto.
Perchè, sono sicuro, la magia di questa notte ha in serbo qualcosa di grandioso,
forse l'amore, solo per me.
Scosto una ciocca madida dalla fronte.
Come sono lunghi i miei capelli.
Eppure sono passati così pochi mesi da quando li ho tagliati...
E io sono ancora qui, vivo e felice.
Sotto la pioggia.
Do un calcio ad una lattina vuota, gettata a terra da chissà chi, chissà quando,
e la osservo rotolare fra i rigagnoli, fin sul ciglio della strada, grondante
d'erba e fantasia.
I miei occhi toccano quei fili verdi e le mie mani immaginano altri fili, neri e
setosi, che vorrei poter accarezzare, baciare, cullare.
Poi una musica.
Mi fora le orecchie, penetra la mente.
Da dove arriva?
Chi è l'uomo, o il Dio, che fa scorrere sensuali le dita sui tasti bianchi e
neri, traendone una sensazione così piacevole?
Una casa.
E un cancello aperto.
La musica mi attira, calamita la mia anima, e io varco quella soglia segreta,
fradicio di pioggia e desiderio.
Mi avvicino alla finestra e ne scruto l'interno buio.
Poi lo vedo.
Un delirio di nero e bianco, i capelli che si muovono all'unisono con le sue mani, un tutt'uno perfetto, armonia regale e sensuale delle sue dita sui tasti, della sua mente unita al coro di note che volteggia e risuona, cerca e si insinua nel mio cervello, creando con la pioggia la sinfonia perfetta.
Appoggio le mani sul vetro, piccole gocce sfuggono alla mia pelle, il riflesso
bagnato del mio viso mi sorride, mentre quelle perle perfette rotolano lungo la
finestra, fino a raccogliersi alla base, in un piccolo lago unico e mio.
Lui alza lo sguardo.
La pioggia che separa i nostri occhi scompare e in un attimo lui e di fronte a
me.
Le mie dita scorrono seguendo la scia di una lacrima, e il suo viso è come se
fosse nelle mie mani, lucido nella sua bellezza, la sua mano contro la mia,
separate solo da un velo di vetro e da una lastra di pioggia.
Poi scompare.
Il mi cuore si ferma, la mia anima prega dietro le mie palpebre serrate ed ecco
due braccia calde avvolgere la mia vita congelata d'acqua e un petto solido
aderire alla mia schiena.
Mi volto e lo guardo.
Lo scroscio eterno scivola sulla nostra pelle e i nostri occhi si appannano di
lacrime.
I capelli si fondono e assaggio il sapore della pioggia direttamente dalla sua
bocca, che si è schiusa solo per me, mentre nelle nostre orecchie risuona ancora
il ticchettio incessante della gocce sottili, e il rimbombo dolce delle note
corpose, rimaste incastrate in quelle molecole trasparenti, che ora esplodono,
liberandole e regalandoci la loro musica.
Le sue mani ormai bagnate ora sono su di me e mi stanno spogliando. Sento l'acqua congelarmi la pelle, sferzandola, e le sue labbra renderla
bollente, baciandola.
E ora siamo nudi, in un groviglio di sensi, freddo e bruciante passione, che
calamita i nostri corpi, fondendoli in uno.
Le sue labbra percorrono il mio petto, asciugandolo, per poi lasciarlo bagnare
di nuovo.
Sotto di me, la terra imbevuta del giardino e l'erba umida solleticano la mia
schiena, aggiungendo brividi nuovi a quelli che lui mi sta già donando.
Poi la sua bocca avvolge la mia carne e io urlo al cielo, al mondo, a quelle
nuvole grigie che ora ci fanno da soffitto.
Urlo, gemo, e le sue dita si fanno strada dentro di me, la pioggia che martella
veloce sulle mie ossa, e sulla mia pelle, accelerando il momento più atteso.
E mentre lui, dolce, suona il mio strumento, estraendone la più soave delle
melodie, i miei gemiti e i miei ansiti fanno da contro canto, raggiungendo i
tuoni e il fruscio degli alberi, dando a questo momento una colonna sonora unica
e irripetibile.
Un gemito, una goccia.
Una foglia che si stacca e vola.
Le sue mani su di me, la sua bocca che si muove e io esplodo, urlo e grido
mentre lui si disseta di pioggia e sperma, senza mai scostare gli occhi da me.
Si solleva.
E mi bacia.
La sua bocca sa di sale, lacrime, pioggia e sperma.
Ed è incredibilmente buona.
Si posiziona fra le mie gambe, il suo membro pulsa eccitato sulla mia entrata.
Il mio cervello è atterrito dal dolore, ma il mio corpo sa cosa lo aspetta, e si
offre a lui, che affonda in me dolcemente, facendomi subito gridare.
Stavolta di dolore.
Una goccia di pioggia mi scivola sulle ciglia, mescolandosi alle mie lacrime e
alle sue labbra che mi baciano lievi, sussurrando parole d'amore.
Sento il suo membro entrare in me, per poi uscire, quasi del tutto, solo per
penetrare e liberarsi di nuovo.
Ad ogni spinta l'acqua sul suo pene evapora, per poi ritornare a bagnarlo non
appena esce, pioggia e sperma, di nuovo uniti, stavolta dentro di me.
Il temporale cresce d'intensità, un fulmine esplode illuminandoci, e il tuono lo
segue, dando il tempo alla nostra melodia.
Una spinta ancora, scariche di puro piacere pervadono il mio corpo, il vento
muove i suoi capelli, ed è bellissimo. sì, guardarlo venire, mentre l'orgasmo
sconquassa anche me.
Crolliamo esausti uno sull'altro.
Mi aiuta ad alzarmi e io lo seguo docile, in casa.
Ci infiliamo nella doccia e stavolta è una pioggia calda quella che ci investe,
mentre ci laviamo a vicenda, ridendo e baciandoci, lasciando che la nostra
felicità, e i nostri sorrisi, si fondano in uno solo.
Usciamo dal bagno grondanti d'acqua, avvolti in spugne morbide dai colori tenui.
Mi siedo sul suo letto.
E lui accanto a me.
Un altro bacio.
Fuori, la nostra musica suona ancora per noi che ci affrettiamo a renderla di
nuovo completa con le nostre risa i nostri gemiti e le nostre grida.
Facciamo l'amore tutta la notte.
La pioggia, fuori, ci veglia materna, e il nostro amore, dentro, ci riempie di
sè.
Ci sorprende abbracciati il mattino, sul corpo tracce d'acqua e di sesso.
La pioggia se ne è andata e le gocce scivolano lente sui vetri, sulle foglie e
sull'erba, schiacciata, là dov'era il mo corpo.
E noi siamo ancora qui.
I nostri occhi si incontrano, e anche le nostre bocche.
"Buongiorno Kaede" sorrido.
"Buongiorno Hanamichi" risponde.
Le nostre lingue si incontrano ancora e sospirano un "ti amo" che ci riempie
d'amore, mentre la mente gioisce al ricordo di questa dolce notte e di quel
favoloso NOTTURNO che la natura ha voluto suonare, solo per noi.
-owari-
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